Silfidi e romantiche principesse ‘en travesti’
di Michele Olivieri
Rai Cultura ha trasmesso su Rai5, con la regia tv di Fernanda Turvani, dal palcoscenico del Teatro Nuovo di Spoleto un programma vario e stimolante firmato da Les Ballets Trockadero de Monte Carlo. È l'occasione per approfondire l'arte dello storico gruppo di danzatori en travesti.
SPOLETO – Dopo essersi esibiti in oltre seicento città in una trentina di Paesi di tutto il mondo, il successo (e l’interesse) non viene mai meno per Les Ballets Trockadero de Monte Carlo. Un insieme di simpaticissimi uomini vestiti in tutù, scarpette a punta e calze color panna che hanno conquistato anche nella versione registrata al Teatro Nuovo di Spoleto un numeroso pubblico, caloroso e soprattutto divertito. Il primo balletto portato in scena è stata una esilarante performance tratta dal secondo atto del Lago dei cigni, titolo accattivante, ed esemplare, per parodiare la “grandeur d’antan” del balletto classico ed in particolare i vezzi e le manie delle sue leggendarie storiche interpreti. La storia di Odette, la bellissima principessa trasformata in cigno dallo stregone malvagio e salvata dall’amore del Principe Sigfrido, non era un tema così inusuale quando Čajkovskij scrisse il balletto per la prima volta nel 1877. La metamorfosi di mortali in uccelli e viceversa è un tema frequente del folklore russo.Il lago dei Cigni originale che debuttò al Teatro Bol’shoj di Mosca non ebbe successo; fu solamente un anno dopo la morte di Čajkovskij – avvenuta nel 1893 – che il Balletto del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo produsse la versione a noi pervenuta. Senza ombra di dubbio, il balletto più famoso del mondo, il suo fascino sublime attinge dalle qualità misteriose e patetiche dell’eroina giustapposte al fascino canonizzato del balletto nella Russia del XIX secolo.
A seguire Acque di primavera di Rachmaninov (espressione dal contenuto poetico, e il cui virtuosismo è anche virtù), il Pas de quatre di Cesare di Pugni (coreografia che ancora oggi sopravvive quale una delle evocazioni più affascinanti del periodo romantico degli anni Quaranta dell’Ottocento) e l’iconica Morte del Cigno di Saint-Saëns (il maggiore ed irrinunciabile biglietto da visita della compagnia, creato per Anna Pavlova nel 1905, diventato nel tempo l’assolo più noto nella storia della danza e ben appunto anche il più famoso per Les Ballets Trockadero che offrono – a loro dire ironicamente – una distintiva interpretazione del pollame terminale) per concludere con Sì Virginia di Chopin (coreografia che elimina il distacco della nobiltà del balletto, presentando i danzatori come persone amichevoli, affettuose, democratiche, semplicemente in relazione tra loro). Assoli di classe, passi a due ricchi di virtuosismi e scene d’insieme ottimamente eseguiti. Ballerini professionisti, amanti del grande repertorio, che si dilettano nell’esasperarne e ridicolizzarne le “classiche” regole e i canoni; senza però per questo arrivare a snaturarlo. Vedere degli uomini danzare con i loro fisici mascolini in ruoli così delicati, sulle punte come silfidi e romantiche principesse, accresce lo spirito accademico, donando agli spettatori, anche a quelli puristi e conservatori, la grazia dell’intrattenimento con il pregio inoltre di avvicinare alla danza coloro che non sono abituali frequentatori del mondo tersicoreo.
Fondati nel 1974 da un gruppo di appassionati di danza che si divertivano a reinterpretare in modo scherzoso il balletto classico tradizionale presentandolo in parodia e en travesti, Les Ballets Trockadero de Monte Carlo presentano i loro primi spettacoli Off-Off-Broadway a tarda sera. Ben presto, i Trocks, come vengono chiamati da tutti, si sono guadagnati lusinghiere recensioni sui maggiori quotidiani, conquistando il consenso del pubblico e della critica. A metà del 1975, il loro amore nei confronti della danza e del teatro, il loro approccio comico e la scoperta che gli uomini riescano a danzare sulle punte senza cadere rovinosamente a terra, viene notato non solo a New York ma ben oltre. Articoli e interviste pubblicati su celebri magazine come Variety, Oui, The London Daily Telegraph e le foto di Richard Avedon su Vogue rendono la Compagnia famosa a livello mondiale. La stagione 1975-76 è caratterizzata da una piena crescita professionale. La Compagnia viene inserita nel National Endowment for the Arts Touring Program e assume a tempo pieno un maître de danse per le classi e le prove quotidiane. Sempre in questa stagione intraprendono i loro primi tour negli Stati Uniti e in Canada. Da allora iniziano a fare e disfare valigie, impacchettando grossi tutù e scarpette da punta giganti, correndo da un aereo e l’altro e da un pullman e l’altro; questa è la routine quotidiana della Compagnia. I “Trocks” godono di un vasto repertorio che permette loro a ogni tournée di presentare un programma interessante scegliendo fra le coreografie classiche e moderne, inserendo sempre le loro esilaranti “incursioni” nel mondo dei Cigni, ormai diventata tradizione imprescindibile.
Tra i ballerini che negli anni hanno fatto parte della Compagnia troviamo danzatori provenienti dal Robert Ivey Ballet School, Joffrey Ballet School, Scuola di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli, South African Ballet Theatre School, The National School of the Arts, The Washington School of Ballet, Tidewater Ballet Academy, Scuola di Ballo del Teatro alla Scala, Ballett Akademie Hoschule, Bayerisches Staatsballet, Peridance Contemporary Dance Company, Jennifer Muller/The Works, Brooklyn Ballet, The Love Show, Escuela Nacional de Arte, L’Avana, Balletto Nazionale di Cuba, Balletto Nazionale della Costa Rica, Ballet San Antonio, Harrison Arts Center, Virginia School of the Arts, Florida Dance Theatre, School of American Ballet, Chautauqua Institution of Dance, North Carolina Dance Theater, Douglas Anderson School of the Arts, Nutmeg Conservatory, Joffrey Ballet School, Eugene Ballet/Ballet Idaho, Florida Ballet, Dance Theatre of Harlem Ensemble, Diesel|Fusion Dance Theatre (Direttore artistico), Estudio de Danzas (Mirta & Marcelo Aulicio), Accademia Regionale di Danza del Teatro Nuovo di Torino, Compagnia di Danza Teatro Nuovo di Torino, San Francisco Ballet School, Pittsburgh Ballet Theatre, School of Ballet Arizona, Boston Ballet, Ballet Arizona, Academie de Danse classique Princesse Grace di Montecarlo, English National Ballet, Stadttheater Koblenz, Jorge Fdez-Hidalgo Estudi de Dansa Barcelona, Steps on Broadway (NYC), Metropolitan Opera Ballet, Steps Ensemble, Rebecca Kelly Ballet, Boston Ballet School, San Francisco Ballet School, Brae Crest School of Classical Ballet, Man Dance Company of San Francisco.
La loro arte sta nel saper coniugare con maestria, tecnica impeccabile e incontenibile comicità. L’ilarità nei loro spettacoli non è ottenuta deformando il balletto in modo facile e grossolano, ma esacerbando con umorismo e intelligenza le manie, gli incidenti tipici della danza, le isterie delle prime ballerine e delle étoile... E mentre si ride per queste gag, si assiste a uno spettacolo curato alla perfezione, eseguito da artisti che, senza far intuire fatica e difficoltà, volteggiano su scarpette da punta e con solidi corpi maschili fasciati in vaporosi tutù. Incarnano tutti i ruoli possibili, trasformandosi in cigni, silfidi, spiritelli acquatici, romantiche principesse, principi maldestri o angosciate dame vittoriane, così valorizzano lo spirito della danza come forma d’arte, deliziando gli spettatori. Da tempo sono costantemente inclusi nei cartelloni di templi della danza internazionale quali il Joyce Theatre di New York, lo Chatelet di Parigi, il Sadler’s Wells di Londra, il Bolshoi di Mosca, l’Arcimboldi di Milano e numerosi altri. Les Ballets Trockadero de Monte Carlo nei loro oltre quarant’anni di attività hanno mantenuto la freschezza della poetica, ma hanno saputo anche ampliare l’organico formando nuovi elementi, e arricchire il repertorio, confermandosi fra le più interessanti e attive realtà nel panorama della danza d’intrattenimento. Per il quarantesimo anniversario li ricordo far tappa al Teatro Nuovo di Milano, nell’ottobre 2014, riscuotendo come sempre enorme successo e il tutto esaurito per diverse serate consecutive. A memoria mi sovviene un aneddoto, che fornisce la cifra stilistica della compagnia. A sipario chiuso, con le luci della sala ancora accese, una voce fuori campo con accento russo annunciava al pubblico che le “ballerine stasera sono di ottimo umore e non è permesso fare foto né video perché i lampi di luce del flash potrebbero ricordare alle tristi danzatrici le passate fucilate bolsceviche”, comunicando anche che la celebre ballerina Rachitikova non poteva essere presente alla serata perché impegnata in un Gala presso il “Gran Ballet Imperiale di Gorgonzola”. La compagnia diretta da Tory Dobrin, con Isabel Martinez Rivera alla direzione artistica e Paul Ghiselin in qualità di Maître de ballet, aveva presentato anche in quella occasione Il lago dei cigni su musica di P.I. Čajkovskij, coreografia originale da Lev Ivanovich Ivanov, costumi di Mike Gonzales, scene di Jason Courson, luci di Kip Marsh. Attingendo dal magico regno dei cigni, tale fantasmagoria elegiaca di variazioni e insiemi di linee è il lavoro “griffe” de “Les Ballets Trockadero de Monte Carlo”.
Da sottolineare la grande fantasia che contraddistingue l’ensemble, a cura dell’ufficio stampa dei Trocks, nel proporre le biografie delle ballerine e dei ballerini in scena, i cui nomi russi spiritosamente storpiati fanno da eco ai soprannomi artistici dei validi componenti (fra i quali nel tempo si sono annoverati anche diversi nomi italiani). Riporto alcuni estratti dei comunicati del tempo: COLETTE ADAE, è rimasta orfana all’età di tre anni, quando sua madre, ballerina di dubbie capacità, si è impalata sull’archetto del primo violino dopo una serie di fouetté piuttosto incontrollati. Colette è stata allevata dai “topi” del Teatro dell’Opéra, ma il trauma della sua infanzia non le ha mai consentito di esprimere al massimo il suo potenziale. In ogni caso, sotto lo sguardo gentile e attento dei Trockadero, ha cominciato a sbocciare e siamo sicuri che avrete modo di apprezzare la sua crescita. VARVARA BRATCHIKOVA, artista del popolo e “Miao” del Gatto, fu educata presso l’Istituto Revanscista. Iniziò la sua carriera nel ruolo di Pistacchia nella produzione Lo Schiaccianoci e raggiunse la celebrità interpretando i ruoli di Odette/Odile/Giulietta/Giselle/Aurora nella famosissima “Notte dei 1000 Zar”. Il suo repertorio include all’incirca tutte le opere che ha interpretato. NADIA DOUMIAFEYVA, chi ha visto Heliazpopkin difficilmente dimenticherà l’atletismo spirituale di Nadia Doumiafeyva, una figlia del Caucaso che ha cambiato il suo nome per show business. Il suo fiero attacco e la sonnolenza lirica producono confusione nel pubblico di tutto il mondo, specialmente quando vengono applicati al balletto. LARISKA DUMBCHENKO, prima della fuga in Occidente, grazie alla sua maestosa agilità fu al centro del programma spaziale russo diventando, nel 1962, la prima étoile ad essere lanciata in orbita. A causa del rimbombo nella stratosfera, ha trasmesso utili informazioni sul trucco ad una folla assemblata di celebrità; è entrata nella leggenda con “Whitney Houston, abbiamo un problema…”. HELEN HIGHWATERS ha disertato ben tre volte in America, per poi tornare ogni volta poco dopo – per “ragioni artistiche”. Recentemente è riuscita a trovare una “omelette” alla Caccia all’uovo di Pasqua a Washington. È entrata a far parte dei Trockadero, dove la sua inspiegabile ascesa al successo risponde alla domanda musicale: “Who put the bop in the bop-shibop shibop?”. NINA IMMOBILASHVILI per molti più anni di quanto lei ammetta, è stata il Grande Terrore del mondo del Balletto internazionale. L’onnisciente e onnipresente Immobilashvili è famosa per la sua vasta gamma di dossier su ogni grande personalità della danza, viva e/o morta. Questa fantastica collezione le ha assicurato l’entrée nei circoli coreografici più snob; i ruoli che è stata in grado di interpretare sono troppi da poterli nominare tutti. Siamo onorati di presentare questa grande dama nel suo spettacolare ritorno sui palcoscenici. SONIA LEFTOVA “lo strudel di prugne del Balletto russo,” ha interrotto la sua proficua carriera di attrice per diventare una ballerina dei Trockadero. I suoi fedeli fan, comunque, non devono disperare perché i suoi film più famosi sono stati tutti messi in scena in balletto: lo scottante Back to Back, lo strappa lacrime Cosce e Vesciche, e l’immortale in sette episodi Urla da una carrozzella. Data la sua predisposizione teatrale, Sonia ha deciso di esplorare gli aspetti più drammatici del balletto, tanto che un critico ha paragonato la sua Giselle al programma televisivo I soliti ignoti. IDA NEVASAYNEVA ballerina del socialismo reale dei lavoratori di tutto il mondo, ha trionfato al Festival di Varna dove è stata insignita della medaglia di plastica per il “cattivo gusto”, onorificenza appositamente creata per lei. La compagna Ida è diventata famosa come eroina della rivoluzione quando, dopo essere passata indenne e senza sforzi attraverso un campo minato, ha scaraventato una pesante scarpetta contro una banca capitalista. MARIA PARANOVA, la sua storia, venuta alla luce solo oggi dopo diciannove anni bui passati nella quasi disperata convinzione di essere Mamie Eisenhower, non sarà mai nota per intero. La scoperta della sua vera identità (avvenuta ad una raccolta fondi repubblicana a Chicago) le ha permesso di attirare l’attenzione dei Trockadero con i quali oggi sta lentamente recuperando le sue abilità tecniche. EUGENIA REPELSKII, i segreti degli esordi di Madame Repelskii giacciono nascosti dietro le mura del Cremlino. In realtà, non meno di sei si trovano nel muro (in vasetti di varie dimensioni). Ballando con leggiadria sopra pogrom e altre sordide sommosse, Eugenia è emersa come una ballerina il cui tocco pungente è indiscutibile. Tra i suoi colleghi in Occidente, è conosciuta come il Chihuahua di Odessa. MOUSSIA SHEBARKAROVA bimba prodigio dell’era di Brezhnev, Moussia Shebarkarova stupì i suoi genitori all’età di due anni iscrivendosi ad un corso di danza per corrispondenza. Purtroppo, però, a causa dell’inaffidabile servizio postale russo, si è appena diplomata. ALLA SNIZOVA ha riscosso grande successo come “baby ballerina” alla sola età di nove anni. Essendo una bambina prodigio, ha sviluppato seri problemi di allergie e poteva eseguire solo balletti brevi. Conosciuta come la “piccola orfana”, Miss Snizova è entrata a far parte dei Trockadero durante una tournée, incappucciata in un enigma, con tanto di cerniera lampo. Un’attrice consumata, ha danzato il ruolo di Little Miss Markova e il ruolo che dà il titolo in Braccio di ferro di Glinka. OLGA SUPPHOZOVA ha fatto la sua prima apparizione in pubblico nelle file del KGB in dubbie circostanze. Dopo un intervallo di sette anni, è ritornata ai suoi adorati fan. Quando le si chiede del suo periodo sabbatico forzato, il suo unico commento è questo: “L’ho fatto per l’arte”. Tuttavia, l’arte non le aveva chiesto nulla. MAYA THICKENTHIGHYA, le sue proprietà radioattive le hanno impedito di esibirsi con i Trockadero fino a quando non è stata dimessa da uno speciale sanatorio sul Mar Nero. Una virtuosa dello stile di Mosca, il quantum energetico di Madame Bogdownova è stato utilizzato per il funzionamento del Generatore 14 vicino alla diga Gorsky durante il suo periodo di disgrazia politica. In questa stagione è stata reintegrata nel suo ruolo nel mondo della danza. YAKATARINA VERBOSOVICH nonostante possegga un guardaroba così grande da avere un suo codice postale, Yakatarina rimane una vera ballerina del popolo. È talmente tanto amata nella sua nativa Russia che nel 1993 i cittadini di Minsk le hanno conferito le chiavi della città. Questo avrebbe dovuto essere ricordato come il “momento d’oro” della carriera di questa grande ballerina, se successivamente non fossero state cambiate le serrature. DORIS VIDANYA, la leggendaria Virago di Vitebsk ha ricevuto il primo riconoscimento da bambina, esibendosi con i famosi Fratelli della Steppa nel debutto mondiale di Dispepsiana (basato su un paragrafo non finito di M. Gorki). La favorita di Nicholas, Alexandra, Olga, Tatiana, Maria, Anastasia e lo zarevič, La Effhrvia, come è meglio nota dai suoi ammiratori, è stata costretta a fuggire da San Pietroburgo travestita da Karsky Shashlik. Appena arrivata nel “Nuovo Mondo” è diventata la Prima Ballerina Assoluta di Kalamazoo, un titolo che ancora detiene. JACQUES d’ANIELS ha studiato per diventare un astronauta prima di entrare nel mondo del balletto. Forte ma flessibile, di buon temperamento e gentile, sensibile ma pronto ad incredibili voli di fantasia, il signor d’Aniels è un esperto nel riprendersi dagli incidenti capitati nel balletto (incluse la temuta “clavicola della Pavlova”). ILYA BOBOVNIKOV dopo aver ricevuto il premio Jean de Brienne dell’anno, è noto per la sua tecnica rabelaisiana di balletto. Rivoluzionario nell’arte del passo a due, è stato il primo ad introdurre la colla per fermare le pirouettes. ROLAND DEAULIN dopo aver inventato il concetto di “bad hair year” o “annus hairibilis”, il francese Roland dedica oggi il suo tempo libero a vendere la nuova linea di parrucche di Michael Flatley Wigs sul canale di shopping televisivo QVC. PEPE DUFKA quando il mese scorso ha fatto causa a 182 amanti del balletto di New York per mancato guadagno, il mondo della danza ha tremato fin dalle fondamenta. Il Sig. Dufka sostiene che diciannove anni di esposizione costante a frutta e verdura marcia hanno portato a dolorosi e prolungati attacchi di pacciame. Purtroppo, questo storico caso giudiziario è arrivato troppo tardi per questo ex-collega, le cui gambe sono state recentemente schiacciate da un avocado geneticamente modificato impedendogli di continuare a ballare… STANISLAS KOKITCH “L’uomo dimenticato” della danza è raramente citato nelle recensioni o nelle discussioni tra ballettomani nonostante abbia creato molti ruoli importanti in balletti oggi dimenticati. È l’autore di La Tragedia della mia Vita, un’autobiografia non del tutto affidabile. ANDREI LEFTOV “lo strudel di prugne del Balletto russo,” ha interrotto la sua proficua carriera di attore per diventare un ballerino dei Trockadero. THE LEGUPSKI BROTHERS Sergey, Vladirmir e Vyacheslau non sono davvero fratelli; i loro nomi non sono davvero Sergey, Vladirmir o Vyacheslav e non sono nemmeno realmente russi; non sanno neanche la differenza tra una piroetta e un jété... ma si muovono abbastanza bene... e stanno nei costumi! MIKHAIL MYPANSAROV diventato famoso come il primo disertore il cui congedo è stato compiuto grazie all’insistenza virtuale dei suoi commilitoni (anche se nei giorni seguenti Mypansarov è stato accusato di aver abbandonato i suoi camerati per “una montagna di birra e un oceano di dollari”). La sua ascesa verso la celebrità, una meteora, gli è valsa la nomina di Porteur Ufficiale del Bicentenario da parte di un comitato di ballettomani di New York che lo hanno scelto per il suo sorriso smagliante e il suo piedino poco accattivante. BORIS NOWITSKY è stato con le più grandi ballerine del nostro tempo e, con alcune di queste, ha persino ballato. Una delle prime strane celebrità maschili della Russia, Boris Nowitsky ha abbandonato la terra natia per ragioni puramente capitalistiche. Nonostante le sue apparizioni in televisione, a Broadway, in diversi film, in spot pubblicitari, su alcune riviste, ad eventi speciali, nonché nelle calze delle donne, occasionalmente riesce ancora sorprendentemente a trovare il tempo per la danza. VELOUR PILLEAUX la sua adattabilità politica lo ha visto passare attraverso due guerre mondiali e numerose azioni di polizia; è arrivato in America in contemporanea con l’uscita del suo decimo libro di cucina, “Ma Brie”. Quando un giornalista americano gli ha chiesto di descrivere la sua più eccitante interpretazione, Pilleaux ha citato le pagine 48-55; la notte in cui ha danzato l’Adagio della Rosa (en travesti) a Buenos Aires con quattro esponenti politici, i cui nomi – ci assicura – saremmo in grado di riconoscere. YURI SMIRNOV all’età di sedici anni Yuri è fuggito di casa per unirsi all’Opera del Kirov perché pensava che Borodin fosse il nome di un barbiturico. Fortunatamente per i Trockadero, ha ben presto scoperto di non avere aria sufficiente nei polmoni e ha deciso di diventare così un ballerino. INNOKENTI SMOKTUMUCHSKY è nota solo tra i più colti e raffinati ballettomani nei vicoli bui di San Pietroburgo. Originariamente un ballerino-coreografo promettente, il suo unico balletto L’ultimo dei mohicani è stato copiato dal direttore della compagnia. In uno stato di profonda depressione, ha bruciato le scarpette ed è fuggito nelle fogne, per poi tornare in superficie quarant’anni dopo. KRAVLJI SNEPEK arrivato nei Trockadero dalla Siberia, suo luogo di nascita “a due livelli”, dove eccelleva in tip tap, danza acrobatica e danze hawaiane. Questo slavo ben dotato è famoso per la sua tecnica mozzafiato - un insieme di frivolezze e frou frou che fanno perno su una spina dorsale d’acciaio, dolorosamente acquisita grazie alle mani e ai piedi della sua insegnante, Glib Generalization, che aveva già allenato molti abili ballerini. In quanto interprete della forma classica, eroica e tragica, il giovane Snepek ha strappato il cuore di tutti quelli che l’hanno visto ballare Harlene, Goat Roper in The Best Little Dacha in Sverdlovsk."
Ironici, raffinati ed intramontabili, i Trocks sono tornati nel palinsesto di RaiCultura a grande richiesta, mantenendo inalterato il loro credo artistico: divertire con l’aristocratica forma del balletto il pubblico più vasto, e disomogeneo, possibile. Operazione agli albori del tutto impensabile, divenuta invece per magia e incanto (proprio come l’arte della danza) una solida certezza per i più acclamati “boy-ballerinas” del panorama internazionale.