Farfalla di carta sul lago

di Irina Sorokina

Torna sul lago di Costanza, con un ottimo cast e uno spettacolo suggestivo, il capolavoro di Puccini.

BREGENZ, 20 luglio 2023 - Al Bregenzer Festspiele sul sorridente lago di Costanza, la cui bellezza compete con quella dei laghi italiani – e in molti sostengono che il lago austriaco vinca la competizione –, nell’anno in corso si replica Madama Butterfly pucciniana. Negli anni precedenti al mandato di Elisabeth Sobotka ottenuto nel 2015, la direzione artistica del Bregenzer Festspiele era affidata al compianto Graham Vick: la sua “era” produsse allestimenti entrati nella storia. Ora siamo nell’era Sobotka e la messa in scena della Butterfly è affidata ad Andreas Homoki, succeduto a Harry Kupfer e predecessore di Barrie Kosky alla Komische Oper Berlin, attualmente direttore artistico dell’Opernhaus di Zurigo. Homoki punta al carattere intimo del capolavoro pucciniano, pensato per pochi personaggi e privo di scene di massa - un compito tutt’altro che facile che sembra essere riuscito.

Gli sta accanto lo scenografo Michael Levine, che rinuncia al “marchio scenografico” del festival sul lago che per molti anni metteva al centro dell’attenzione elementi del corpo umano quali le teste e le mani. Nulla di tutto questo, la grande e poetica invenzione di Levine è un foglio di carta di riso dalle pieghe delicate che creano un gioco di chiaroscuri sulla superficie di ben milletrecentoquaranta metri quadrati. Il foglio galleggia dolcemente nelle fredde acque del lago, mentre le sue pieghe orizzontali danno ai personaggi la possibilità di camminare e correre. Il foglio ingiallito è fragile e delicato come l’anima della protagonista. Molto apprezzato il lavoro di Levine e Homoki che non rinunciano del tutto alla spettacolarità necessaria allo show sul Bodensee, ma puntano a soluzioni più sottili e psicologicamente profonde.

Nel ruolo della povera farfalla troviamo il soprano uzbeko Barno Ismatullaeva che già inaugurava il festival l’anno scorso e circa un mese prima dell’apertura del Bregenzer Festspiele Bodensee ha fatto il suo debutto italiano nella stessa parte al Teatro Regio di Torino, in seguito alla rinuncia di Valeria Sepe. Ormai è specializzata nel ruolo pucciniano e non delude il numeroso pubblico presente alla prima; disegna una Butterfly fragile e sensibile, ma nello stesso tempo molto forte ed è capace realmente di arrivare ai cuori degli spettatori. I celebri assoli sono eseguiti con un grande coinvolgimento emotivo e una raffinata musicalità. Alla fine della recita, grandi e lunghi applausi al giovane soprano venuto dall’affascinante paese dell’Asia Centrale.

Accanto al soprano uzbeko, la spalla perfetta, l’italiana Annalisa Stroppa, una Suzuki meravigliosa dalla voce calda e carezzevole e dalle movenze umili ed eleganti: come la protagonista, il suo personaggio è vivo e capace di suscitare la simpatia immediata nel pubblico. Tra le due artiste si percepisce una grande intesa nei dialoghi, mentre il celebre duetto dei fiori delizia letteralmente le orecchie.

Hamida Kristoffersen interpreta la piccolo ma importante parte di Kate con un’innata eleganza e sfoggia una bella voce di soprano; il personaggio dell’antipatico Pinkerton è affidato al tenore Otar Jorjikia, proveniente dalla Georgia, un paese dalla cultura antica e magico sotto molti aspetti, ma ancora poco conosciuto in Europa. Jorjikia sta facendo una bellissima carriera in Georgia, Italia e in Europa esibendosi come Don Josè in Carmen, Ismaele in Nabucco, Duca di Mantova in Rigoletto, Alfredo Germont nella Traviata, Riccardo in Un ballo in maschera, Gabriele Adorno in Simon Boccanegra, Don Alvaro nella Forza del destino, Don Carlo, F. B. Pinkerton in Madama Butterfly, Mario Cavaradossi in Tosca. Nella Butterfly lacustre riesce a disegnare il personaggio dell’ufficiale americano sufficientemente complesso, con tutti i difetti dell’americano medio, ma con qualche pregio di persona normale. Il suo bel momento è l’assolo “Addio, fiorito asil”,cantato con abbandono e un buono squillo.

Il baritono canadese Brett Polegato, già ascoltato nei panni del console Scharpless nell’anno della premiere conferma la sua efficacia come attore e come cantante, disinvolto e compiacente, voce ampia e dal timbro incantevole.

Come Yamadori troviamo il tenore bosniaco Omer Kobiljak Pinkerton, come il regista legato all’Opernhaus di Zurigo, che dona al personaggio voce bella e piacevole squillo, mentre Goro è affidato al tenore Taylan Reinhard, molto attivo a Bregenz e soprattutto a Graz. Completano il cast Stanislav Vorobyov (zio Bonzo), Matthias Hoffmann (un commissario) e il piccolo Riku Seewald nel ruolo del dolce bimbo della protagonista.

Sul podio, Enrique Mazzola alla guida del Wiener Symphoniker conferma la sua reputazione di solido professionista e un musicista raffinato; è l’uomo giusto nel posto giusto, non teme le condizioni difficili dell’esecuzione di un’opera alll’aperto a Bregenz, dove l’azione si svolge sul palcoscenico lacustre mentre l’orchestra suona dentro le mura del Festspielhaus. Volitivo ma elegante, dal gesto chiaro e sicuro, riesce sempre a ottenere il meglio dai suoi musicisti. Eccellente il Prager Philarmonischer Chor diretto da Lukaš Vasilek e Benjamin Lack.

Assistere alle produzioni del Bregenzer Festspiele non è solo conoscere una realtà musicale e teatrale importante di uno dei paesi leader dell’area austro-tedesca-svizzera, non solo seguire produzioni insolite e fantasiose che esercitano un forte impatto emotivo sullo spettatore: è anche una possibilità preziosa di conoscere voci che non sono molto note in Italia. Tuttavia, ci sono anche le eccezioni, è il caso di Otar Jorjikia, attualmente in espansione soprattutto nei teatri italiani.

La produzione senza dubbio dignitosa e sotto certi aspetti innovativa per il Bregenzer Festspiele, Madama Butterfly non evita i paragoni con gli allestimenti dell’epoca di David Pountney quali Tosca, Aida firmata da lui stesso, Andrea Chénier, Die Zauberflöte; sulle gradinate alcuni spettatori ne parlano e sono tutti uniti nel giudizio: erano più interessanti e fantasiosi. L’anno prossimo nel programma del festival presenta Der Freischutz di Carl Maria von Weber e Tancredi di Gioachino Rossini, una coppia davvero interessante, e, quindi, non ci sono dubbi che le gradinate della grande sala all’aperto del festival come le comode poltrone del teatro saranno riempite da un pubblico internazionale numeroso, curioso ed elegante. Il Bregenzer Festspiele Bodensee da sempre ha un volto inconfondibile.