L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

bolzano, orchestra haydn

La modernità del “Classico”

 di Federica Fanizza

Viaggio a ritroso da Theodorakis a  Šostakovič e a Beethoven nel comune denominatore del Classico per la stagione sinfonica dell'Orchestra Haydn.

Bolzano 22 novembre 2016 - Stefanos Tsialis, direttore greco, Evgeni Bozhanov, classe 1984, pianista proveniente dalla Bulgaria con Bertold Stecher, tromba solista da Bolzano, sono stati i tre protagonisti di questo concerto dell’Orchestra Haydn presentato, come di consueto, nei due capoluoghi della Regione.

L'articolazione del programma prevedeva tre blocchi in successione: il compositore greco, noto anche autore di colonne sonore, Mikis Theodorakis con un brano del 1948, Oedipus Tyrannos, il Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in do minore, con tromba obbligata di Dmitrij Šostakovič op. 35 (1933) e, nella seconda parte, due opere considerate “minori” di Ludwig van Beethoven, Die Ruinen von Athen, op. 113 (1812): Ouverture, seguita dalla Sinfonia n. 8 in fa maggiore, op. 93 (1814), associando così la musica del XX secolo alla tradizione classica ottocentesca.

Ma forse è proprio il termine “classico”, che richiama il rigore della forma e il mondo antico, a permetterci di definire l'esito di una serata decisamente appagante per il pubblico che ha affollato la capiente sala dell'auditorium bolzanino.

Il mito classico viene rievocato dalla composizione di Theodorakis dedicata a Edipo Re, che risente nello stile compositivo della tradizione popolare greca ed è tutta giocata in ambito tonale, con divagazioni dissonanti che trovano comunque sempre una risoluzione.  tonali, con inserti di armonie in dissonanza ma che vengono risolte con soluzioni armoniche. Muovendoci sempre intorno al termine “classico”, l'opera di Dmitrij Šostakovič si richiama con rigore ai modelli del concerto ottocentesco, salvo evolversi in un dialogo tra orchestra e solisti che sembrano inseguirsi evocando antichi ritmi di danza ed echi popolari, finché la stessa tromba, con impertinenza irriverente, non rompe il rigore della parte pianistica con una esplosiva fanfara. Con Beethoven torniamo alla radice della forma con un'ouverture per musiche di scena e la sua penultima fatica sinfonica, omaggio al classicismo esemplare di Franz Joseph Haydn.

La semplice e accuratezza del gesto direttoriale e la precisa risposta da parte dell’orchestra dipanano con chiarezza questo percorso, una lezione di musica condotta con rigore e puntualità dal direttore greco, in pieno accordo con il pianista bulgaro e con il trombettista Stecher, il cui spirito ha ben valorizzato il gioco sottile del concerto di Šostakovič. Il pubblico, conquistato, è stato appagato con la riproposta quale bis del IV movimento, Allegro con brio, del concerto stesso. Pianista, direttore e tromba, solista della stessa Orchestra Haydn, hanno condiviso il meritato successo.


 

 

 
 
 

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