L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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L'Italiana in Algeri a Rennes

Turcherie in Bretagna

 di Suzanne Daumann

L'agile adattamento per i piccoli teatri della Bretagna rende giustizia allo spirito del capolavoro rossiniano.

en français

RENNES, 1 gennaio 2017 - Una delle funzioni importanti dell’Opéra di Rennes è d'integrarsi il più possibile con la vita del dipartimento. Ogni anni, una produzione adattata per piccoli palcoscenici, con orchestra a organico ridotto, gira per le località dei dintorni. Gildas Pungier si occupa delle trascrizioni e dirige l’Orchestre Symphonique de Bretagne. Questa volta si è creato un ulteriore legame affidando la costruzione d parte delle scene al Lycée Professionnel Alphonse Petit di Dol de Bretagne. Una classe di giovani apprendisti falegnami ha così potuto partecipare alla creazione di una produzione d'opera. 

Per dare inizio al 2017 fra gioia e buon umore, cosa meglio dell’Italiana in Algeri di Rossini, turcheria buffa e travolgente?

L'allestimento di’Eric Chevalier, che si occupa di regia scene costumi e luci, è infarcita di buone idee e gag;  musicalissima, con movimenti scenici coreografati con cura. Basta pensare al terzetto fra Lindoro, Taddeo e Mustafa nel secondo atto, che diviene un numero di danza di varietà, con passi à la Michael Jackson, o al gioco delle sedie del coro, che si conclude nel modo più esilarante possibile, con un "galop delle sedie". Il coro maschile dell’Ensemble Mélisme(s) è eccellente come sempre.

Simplicité oblige, e la scena consiste in una foto ingrandita di una città orientale sullo sfondo con due pannelli bianchi ai lati. I costumi moderni, completi con cravatta per i signori, abiti e completi più variegati per le signore, collocano l'azione fuori dalla realtà storica. Si trovano dettagli divertenti anche in questi costumi: così Lindoro schiavo sottomesso a Mustafà porta una grande M ricamata sulla polo; più tardi, quando avrà ritrovato Isabella e risoluto di fuggire con lei, la M sarà sostituita da una I. E Haly, capo dei corsari di Mustafà, personaggio buffo per eccellenza, porta pantaloni troppo corti, che lo distinguono efficacemente dal suo padrone.

La semplicità scenica è largamente compensata dalla qualità delle voci e dalla recitazione degli interpreti, e dalla resa musicale complessiva. La partitura di Rossini non ha perso nulla della sua verve nella trascrizione di Gildas Pungier e la sua direzione è, come sempre, piena di grazia, accurata ed energica.

Il contralto Victoria Yarovaya è Isabella, l'italiana in Algeri che manipola gli uomini come marionette e tira le fila della vicenda. Il calore e la versatilità della sua voce, la vis comica dell'attrice, altera e incrollabile, fanno della sua rpestazione un regalo.

Luigi De Donato, di cui abbiamo potuto apprezzare a più riprese qui la bella voce di basso, è anche un eccellente attore comico. Indisposto, non ci ha potuto offrire tutte le sue qualità canore, ma ha compensato con una presenza scenica e una recitazione vivide e brillanti. Il suo Mustafà, che vuol essere macho, è magniloquente, piccato, autoironico. Il soprano Sandra Pastrana è la sposa ripudiata, Elvira. Esattamente come i suoi colleghi, padroneggia alla perfezione la scrittura rossiniana. Daniele Zanfardino è un Lindoro dei più accattivanti. A suo agio con le colorature così come nella recitazione, sa essere comico quanto elegante. In frac per le nozze con Elvira,sopracciglia aggrottate e sguardo perplesso, assume un'aria un po' alla Stan Laurel, molto azzeccata. Impeccabili pure, sotto ogni punto di vista,  Philippe-Nicolas Martin come Taddeo, Nikolaj Bukavec, Haly, e Clémence Jeanson, Zulma.

Complimenti, dunque, e grazie per questo pomeriggio di divertimento, che permette di cominciare con un sorriso l'anno nuovo.

foto Laurent Guizard

 


 

 

 
 
 

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