L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

In terra di Russia

 di Andrea R. G. Pedrotti

Chiude il Settembre musicale dell'Accademia Filarmonica di Verona un concerto di Gianandrea Noseda, a capo del complesso torinese di cui è direttore musicale, e del pianista macedone Simon Trpčeski tutto dedicato al repertorio russo.

VERONA, 5 ottobre 2015 - L'Accademia Filarmonica di Verona chiude il suo festival autunnale con un buon successo. Nella cornice di un teatro che poteva vantare una buona presenza di pubblico, l'orchestra Filarmonica del Teatro Regio di Torino ha offerto al pubblico scaligero una bella prova esecutiva, sotto la guida del suo direttore musicale, Gianandrea Noseda. Memore delle sue numerose esperienze in terra di Russia, il maestro milanese ha deciso di dare inizio al programma della serata con il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in Do Op. 18, probabilmente uno dei brani più celebri di Sergej Vasil'evič Rachmaninov. In tutti gli appuntamenti autunno dell'Accademia, abbiamo avuto il piacere di notare un crescendo di intensità, fra la prima e la seconda parte dei varii concerti; al contrario, nella serata del 5 ottobre, abbiamo avuto il piacere di trarre un convinto apprezzamento del programma sin dall'inizio. Molto merito va all'ottimo pianista macedone Simon Trpčeski, tanto preciso nella tecnica, quanto intenso nel fraseggio. Notevole la sua esecuzione nell'ampiezza dei tre movimenti, con virtuosismi precisi, pienezza del suono e vigore sempre controllato. Molto belle le evoluzioni in cui è stato chiamato nel primo movimento e nella vorticosa ripresa che ne viene fatta nel terzo. Apprezzabile anche l'intesa con i soli dell'orchestra, quando il pianista fosse impegnato a duettar con loro, e specialmente in bellissimi scambi con i violoncelli. Gran parte della guida del primo brano è, com'è ovvio, affidata al pianista che detta molti attacchi, sempre con puntigliosa passionalità. Gianandrea Noseda, dal canto suo, si dimostra, ancora una volta, profondo conoscitore del repertorio russo, guidando l'orchestra diligentemente. Orchestra che lo segue, a sua volta, con intensa attenzione, compatta innanzi al suo direttore musicale. Copiosi, quanto meritati, applausi per il m° Trpčeski, generoso nell'offrire al pubblico veronese, che - come ha rammentato egli stesso - incontrava per la prima volta, restando inizialmente su Rachmaninov con Vocalise N. 14, Op.34, dedicata dall'esecutore dell'occasione alla violloncellista italiana Chiara Torello, in uno splendido duetto con il bravissimo professore dell'orchestra sabauda, chiamato dallo stesso m° Trpčeski in proscenio per il meritato tributo. Il pianista macedone, oltre che per le doti artistiche, è noto anche per il sostegno alla cultura della sua madre patria, quindi ha deciso di eseguire, come secondo bis, una canzone delle sue terre, che non ci arrischiamo a citare in lingua originale, ma il cui titolo è tradotto in italiano come La città della poesia.

Salutato il pianista, restiamo in Russia, con la splendida sinfonia Shahrazād, op. 35 di Nikolaj Rimskij-Korsakov. Qui la concertazione di Noseda appare molto personale: sinceramente avremmo preferito una lettura del brano maggiormente elegiaca e con un flusso narrativo più morbido. La direzione ha insistito, invece, sull'intensità degli accenti, specialmente nel primo e nell'ultimo movimento. Attenzione alla musica e meno alla trama. La nostra resta, in ogni caso, un'impressione legata al gusto che non sminuisce affatto la buona prova offerta. L'orchestra Filarmonica del Regio di Torino si dimostra un buon complesso anche in questa seconda parte del concerto, con buona qualità dei professori; sottolineiamo nuovamente l'ottima prova dei violoncelli e, ora, del primo violino, che affrontano la partitura con fine precisione, senza sbavature di alcun genere e bell'equilibrio fra le sezioni. Notiamo con piacere questo, anche perché la nostra posizione, particolarmente avanzata in platea, avrebbe potuto inficiare un pieno apprezzamento della pienezza orchestrale, che, al contrario, ci è giunta intatta.

Grandi applausi e numerose chiamate per il maestro Noseda, il quale - tacito - ringrazia il pubblico. Curiosamente un atteggiamento molto diverso da quello del pianista macedone, che ha avuto l'ardire di interloquire molto simpaticamente con la sala, senza alcun timore reverenziale per la lingua italiana, che, comunque, ha dimostrato di padroneggiare senza alcun problema.

Bis orchestrale dedicato a uno dei titoli più amati dal pubblico veronese, ossia l'ouverture di Nabucco di Giuseppe Verdi, protagonista indiscusso, assieme ad Aida, di centodue anni areniani.

Prima dell'esecuzione Noseda sceglie di scherzare, sempre col solo ausilio della mimica, con la sala, per lanciarsi nel brano conclusivo.

Al termine pubblico del Filarmonico notevolmente soddisfatto e applausi ritmati, nell'arrivederci al settembre dell'accademia 2016, che si spera ricco quanto quello appena conclusosi.

 

 

 
 
 

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