L’Ape musicale

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La scoperta dello stupore

 di Roberta Pedrotti

Per la prima edizione del festival dedicato al grande castrato viene conferito ad Aris Christofellis il premio Cusanino per il contributo alla riscoperta del repertorio barocco. Il sopranista greco è anche intervenuto alla tavola rotonda musicologica tenutasi nel pomeriggio.

FILOTTRANO (AN), 12 luglio 2015 - La discussione sull'opportunità o meno dell'utilizzo di controtenori, falsettisti, sopranisti o contraltisti nell'opera barocca continua a raccogliere adepti per i diversi schieramenti, favorevoli o contrari senza se e senza ma, possibilisti o scettici con tutti gli eventuali distinguo, passioni o idiosincrasie.

C'è però un dato oggettivo, e cioè che proprio questa discussione ha contribuito ad alimentare l'interesse intorno al repertorio del '600 e del '700. Magari alimentando falsi miti, ma anche il falso mito ha una sua funzione, se stimola lo spirito critico a indagare per sfatarlo e, chissà, scoprire qualcosa di nuovo.

Così, per esempio, capitò a me vent'anni fa, circa, quando ascoltavo giusto un po' di Handel e dintorni quasi come appendice alle mirabilia rossiniane delle varie Sutherland e Horne. Poi mi regalarono un CD dedicato a Farinelli e rimasi incantata, naturalmente, dalla bellezza delle arie, ma anche meravigliata da una voce che non avevo mai inteso prima. Lo facevo ascoltare a parenti e amici sfidandoli a capire che fosse un uomo a cantare in quel modo. Poi, con il tempo e l'approfondimento, ho maturato un approccio più articolato a questo tipo di vocalità, passando anche per fasi di rifiuto o per l'ammirazione ritrovata verso alcuni interpreti di spicco del panorama contemporaneo. Ma, soprattutto, ho cominciato ad ascoltare il barocco con un'attenzione diversa, cercando di penetrarne il linguaggio specifico, e questo interesse risale proprio a quel primo stupor ispirato da una voce che appariva con i crismi del monstrum latino, di una manifestazione eccezionale, fuori dalla norma, senza accezione necessariamente positiva o negativa.

Quella era la voce di Aris Christofellis, cui viene conferito a Filottrano il primo Premio Cusanino, dedicato al castrato e genius loci Giovanni Carestini. Un premio, dunque, simbolico e ben dato, almeno per quello che ho vissuto nella mia esperienza, perché riconosce a Christofellis il ruolo che gli spetta nel risveglio dell'interesse verso il barocco e lo studio specifico dello stile da parte di interpreti per i quali la specializzazione possa essere ricchezza e non limitazione. Christofellis è stato, si può dire, il primo a proporre e imporre la voce di sopranista (e contraltista) fuori dall'ambito anglosassone, fuori dalla tradizione rinascimentale e novecentesca dei controtenori, o dall'ambito sacro. Quindi il primo, o uno dei primi, a porre il problema, ad aprire il dibattito, a proclamare la straordinarietà della musica barocca e la necessità di ricercare e rievocare il fascino specifico, lo stupore e la retorica propria della sua interpretazione.

Riascoltare oggi le incisioni di Christofellis ha il sapore di una madelaine; è molto significativo, per capire la portata pionieristica del percorso suo e della sua generazione; ascoltare la sua esperienza di musicista, di pianista appassionato d'opera e d'arte italiana che scopre un repertorio ignoto e in questo studio ritrova e piega alla ricerca il timbro e il registro con cui, giovanissimo, esprimeva cantando la sua melomania.

Il percorso di musicista e studioso più che di cantante tout court, di artista che ha costruito la propria identità praticamente senza potersi basare su una tradizione viva e consolidata, si riflette nel modo di porsi quotidiano di Christofellis, con il suo sorriso gentile, la sua cordialità quasi timida che non ci ricorda in nulla l'immagine del divo, del protagonista sul palcoscenico, dell'alfiere della poetica dello stupore teatrale, degli affetti e dei contrasti. In questi giorni Christofellis è stato semplicemente un uomo discreto e garbato, dallo sguardo intelligente, che ama l'arte e la musica, che preferisce ricordare gli affetti ai titoli accademici, che ama ascoltare e parlare di storia e musicologia. Così, con molta semplicità, si è presentato fra i relatori della tavola rotonda tenutasi in giornata, così ha ringraziato per il premio nel teatro di verdura della bellissima Villa Centofinestre nella cerimonia tenutasi in serata.

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