Innamorato della voce

 di Andrea R. G. Pedrotti

Marco Armiliato è uno dei direttori italiani più presenti e attivi, soprattutto in ambito operistico, nei maggiori teatri internazionali. Impegnato assiduamente da Vienna a New York, da Salisburgo a Berlino, Monaco, Parigi e Madrid, con artisti del calibro di Anna Netrebko, Piotr Beczala, Jonas Kaufmann, è uno dei punti di riferimento nel panorama musicale odierno. Così si racconta all'Ape musicale.

Dopo un'iniziale formazione come pianista nel conservatorio di Genova, sua città natale, è passato alla direzione d'orchestra. Quali stimoli l'hanno spinta verso il podio?

Gli stimoli li ho sempre avuti, nell'ambiente familiare, dove venne coltivato in me, sin da piccolissimo, l'amore per la musica classica e operistica. Casa mia era un viavai di artisti, cantanti,strumentisti, registi ed io ho imparato prima la musica dell'alfabeto.... Ho sempre amato dirigere ed è stato per me, poi, una conseguenza naturale..

Lei ha debuttato giovanissimo, nel 1989, come direttore dell'Elisir d'amore a Lima in Perù. Fin dall'inizio, dunque, ha avuto una propensione verso una carriera internazionale, che l'ha portata ben presto a lavorare in Spagna. Che cosa pensa della necessità di conoscere e proporsi in realtà diverse da quella della nazione di origine?

Non era facile lavorare in Italia per un giovane sconosciuto assolutamente non legato ad altisonanti nomi politici o musicali, ed era comodo provarsi in luoghi lontani. È diventata poi, negli anni, una carriera “internazionale”, che oggi ho la fortuna di poter definire un'ottima diversificazione.

Molto presto è salito sul podio di teatri come la Wiener Staatsoper (1996) o il MET (1998), istituzioni di cui è a tutt'oggi regolarmente ospite. Qual è stato il suo approccio iniziale con ambienti di gran prestigio, ma anche di grande responsabilità e domanda qualitativa?

Devo confessare che non mi sono mai posto il problema, la musica è dentro di me da sempre, quindi la affronto con gioia e la certezza della conoscenza; esigo sempre il massimo soprattutto da me stesso, questo è il miglior approccio in qualsiasi teatro e direi che ha funzionato...

Ha diretto ad alti livelli in tutti e cinque i continenti. Quali sono le differenze principali per un direttore nella gestione di organici mitteleuropei, italiani, nord-americani, etc...?

Mettiamola così, io preferisco andare dove c'è disciplina e dove ho un ottimo rapporto con l'orchestra. Per fortuna da diversi anni posso decidere dove andare e ho alcuni teatri che prediligo. A certi livelli l'organizzazione,la preparazione sono eccellenti, sempre, e la differenza la fa il pubblico, in alcuni teatri è in assoluto straordinario, diciamo un valore aggiunto che contribuisce a creare l'atmosfera giusta per spettacoli dove tutti noi, orchestra, cantanti e coro, ci sentiamo travolti. E questo lo chiamo Fare Musica

Qual è il suo approccio alla partitura, come ne affronta lo studio per coniugare, e in che proporzioni, rigore, libertà interpretativa e passionalità?

Totale rigore e aderenza alla scrittura dell'autore, e mi avvicino a opere per me nuove con grande curiosità... Ma la passione...interviene poi, nell'alchimia che si crea tra orchestra e cantanti,ed è come guardare in un caleidoscopio. Sono quasi sempre gli stessi grandi nomi, ma ogni volta miscelati diversamente eè è lì con loro che nasce l'interpretazione e il coinvolgimento totale; il mio lavoro d'altronde l'ho sempre inteso al servizio del canto e della musica

Molto spesso si è ritrovato a dirigere produzioni in teatri che, oltre alle première, prevedono numerose esecuzioni di spettacoli di repertorio. Come ci si prepara e quali sono le metodologie di lavoro per ottenere sempre alti risultati con dei tempi per le prove, comprensibilmente, più ristretti?

Sto sorridendo mentre le rispondo. Questa è la mia quotidianità...comunque dipende dal titolo, per esempio La bohème al Met, a Monaco o, Vienna senza prove (quasi non riesco a immaginarla con prove!) è la normalità e fila tutto liscio. Per titoli meno di repertorio conto molto sul mio buon rapporto di complice confidenza con gli orchestrali e magari mi accordo prima con i cantanti per qualche passaggio difficile

Lei spazia nel grande repertorio operistico a partire da Bellini e Donizetti fino ai primi anni del Novecento. C'è un compositore che ritiene più affine alle sue caratteristiche di direttore?

È fin troppo facile dire che mentre dirigo mi piacciono tutti; ed è verissimo. Però Puccini lo ritengo particolarmente adatto a me, oltre ad amarlo smisuratamente. Mai banale né ripetitiva, l'orchestrazione così perfetta e geniale: ogni volta che ho la fortuna di lavorare con suoi titoli è pura gioia.

Che rapporto ha con il repertorio sinfonico?

Mi è capitato qualche volta ed è stato molto emozionante, certo dovrei avere più tempo per dedicarmici, tempo che è tutto occupato dalla lirica. Amo così tanto la voce, ho la fortuna di aver lavorato e di lavorare con le più belle voci in circolazione e mi sento totalmente appagato.

Lei dirige nei massimi teatri internazionali, ma è tornato poche volte in Italia. Qual è il rapporto con il suo Paese?

Il rapporto con orchestre e teatri ottimo, ma, come lei ricorda, non ho potuto essere presente che poche volte, ed ultimamente solo in estate, cioè quando finiscono le altre stagioni. Ci sono dei problemi di programmazione, o meglio di tempi di programmazione. I progetti che mi vedono coinvolto sono programmati con largo anticipo e i paesi che non si possono permettere un così lungo respiro mi trovano poi già impegato. Vede, tra di noi in giro per il mondo nascono progetti ed idee che vengono immediatamente recepite da grandi teatri che hanno come unico scopo quello di mettere insieme artisti amati dal pubblico. E questa la chiamo “illuminata lungimiranza”.

Anche per le prossime stagioni avrà un calendario molto fitto. Esiste qualche nuovo progetto per il futuro che avrebbe piacere a condividere con noi?

Una nuova produzione di Samson et Dalila, per me un debutto che aspetto con piacere e curiosità, nel 2018. Ma non mi chieda dove né con chi, questi sono segreti che non posso svelare!

Grazie e in bocca al lupo per questo debutto!