Unire mondi paralleli

di Andrea R. G. Pedrotti
 
Dopo il successo dell'Italiana in Algeri al teatro Filarmonico di Verona e prima del ritorno alla Scala nel Comte Ory, incontriamo Marina de Liso, giovane mezzosoprano veneto, dalle notevoli doti di fraseggio, eleganza scenica e tecnica vocale. Debutta nel 2001 nel Falstaff e l'anno seguente nei panni dell'Isabella rossiniana, per poi specializzarsi nel repertorio barocco e belcantista. Dopo dodici anni ha avuto l'occasione di affrontare nuovamente il ruolo di Isabella con la regia di Pier Luigi Pizzi. Che rapporto ha con il repertorio rossiniano? Ha intenzione di approfondirlo ulteriormente?
Proprio così, dopo 12 anni, mi sembra ancora impossibile sia passato così tanto tempo. La mia carriera è cominciata proprio con quell'Italiana e, indubbiamente, sono molto legata al personaggio di Isabella e a Rossini. Amo questo autore, avrei voluto potermi cimentare più spesso con ruoli di repertorio rossiniano, ma la vita in qualche modo mi ha portata a seguire prima la strada del barocco. Comunque oggi più che mai è grande il mio desiderio di approfondire il belcanto in genere.
 
Della sua interpretazione sono evidenti la misura e il controllo tecnico: ritiene che l'aver affrontato lungamente un repertorio barocco possa averla aiutata?
 
Sicuramente sì, in un'opera barocca esiste sempre almeno un'aria di furore da affrontare e, per questo motivo, negli anni ho studiato costantemente per avvicinarmi il più possibile alla precisione e alla velocità delle agilità che si suppone possedessero i cantanti del '700. Questa tecnica, con qualche piccolo aggiustamento, mi ha aiutato parecchio anche in Rossini.
 
Anche dal punto di vista scenico, come lavora per dare carattere ai suoi personaggi mantenendo questa eleganza stilistica?
In realtà, mi affido molto al libretto e alle indicazioni del regista. Cerco di costruire il personaggio giorno dopo giorno durante le prove. Lo sforzo maggiore, per quanto mi riguarda, è assecondare la voce con il corpo rendendo più naturali possibile anche i passaggi arditi.
 
Avrebbe intenzione di ampliare ulteriormente i suoi orizzonti verso autori ottocenteschi, come Donizetti o Bellini?
 
L'intenzione c'è, sono consapevole che sono pochi i direttori artistici e d'orchestra che hanno voglia di rischiare, affidando un ruolo da protagonista nel repertorio belcantistico a una cantante conosciuta soprattutto per le sue interpretazioni del repertorio settecentesco. D'altro canto, io stessa mi accorgo che è la mia voce, con il passar degli anni, a chiedermi di sperimentare nuovi orizzonti.
 
La Scuola Musicale di Milano e il Viaggio a Reims sotto la direzione del maestro Alberto Zedda: quale importanza hanno avuto queste esperienze per la sua maturazione vocale?
 
Be', diciamo che la Scuola Musicale di Milano è il luogo dove ho scoperto di avere una certa propensione per il recitar cantando, mentre lavorare con Zedda, mi ha fatto capire che barocco e lirica erano due mondi paralleli. Stava a me costruire i tunnel per collegare questi due mondi, vocalmente parlando.
Scavando tunnel per 10 anni, credo di essere quasi riuscita a sbucare nel mondo ottocentesco senza dover per forza scegliere su quale dei due mondi restare.
 
Riscontra grandi differenze per l'interprete, trovandosi ad affrontare di volta in volta un medesimo ruolo con registi, direttori d'orchestra e colleghi differenti? Pensa che questo possa aiutare il cantante nella sua maturazione artistica?
 
Certamente le differenze possono essere anche molto grandi. Come lei saprà bene, i registi a volte chiedono cose piuttosto estreme, tipo cantare sospesa nel vuoto o su una pedana rotante, ma anche queste sono esperienze che arricchiscono. Dunque sono convinta che libertà e scioltezza derivino solo dalla pratica e dall'aver potuto approfondire quel determinato ruolo in situazioni diverse.
 
Sono previsti debutti per il futuro?
 
Ho ricevuto due proposte allettanti delle quali preferisco non parlare, per scaramanzia. Posso dire che in ottobre debutterò al Barbican di Londra nel ruolo di Ottavia nell'Incoronazione di Poppea di Monteverdi, Poppea sarà Anna Caterina Antonacci.
 
Quali saranno i suoi prossimi impegni, specialmente in Italia?
 
I miei prossimi impegni, a parte il Comte d'Ory al teatro alla Scala, non prevedono l'Italia purtroppo. Sarò in Germania per un concerto di musica sacra, subito dopo sarò impegnata in un recital con Europa Galante e sempre con Fabio Biondi una lunga tournée che finirà in Giappone con l'Oracolo in Messenia di Vivaldi. Nel frattempo tengo sempre le dita incrociate, mi godo le mie due splendide bambine e socchiudo il cassetto pronta a far uscire i miei sogni.