Destino rossiniano, con variazioni

di Roberta Pedrotti

Nata nel 1989, Teresa Iervolino è fra le più interessanti voci emergente nel panorama belcantista. Raffinato contralto dal timbro prezioso e dall'elegantissima musicalità, è stata protagonista, con il soprano Rosanna Savoia, di un concerto a Montisi (SI) in cui spaziava da un pezzo mitico del canto di primo Ottocento come "Ombra adorata, aspetta" di Crescentini a pagine dal Tancredi di Rossini e dai Capuleti e i Montecchi di Bellini per concludere con il finale di Giulietta e Romeo di Vaccaj.

Tenere un concerto per la candidatura UNESCO dell'Opera Italiana a patrimonio immateriale dell'umanità è una bella responsabilità! Ci racconti come è nata questa idea e il tuo coinvolgimento per questo importante obbiettivo?

L' idea è nata da parte del direttore artistico del progetto SoloBelcanto, Giovanni Vitali, dato che lo scopo di questo Festival è proprio quello di mettere in risalto l'enorme patrimonio nascosto che l'Italia possiede. Basti pensare allo smisurato repertorio belcantistico che non sempre nei teatri viene proposto: così molti dimenticano le perle di autori meno conosciuti, fra le tante Giulietta e Romeo di Vaccaj, di cui abbiamo eseguito il finale in concerto.

Inoltre, la nostra terra è piena di teatri ed è un vero peccato che sale “bomboniera” come quella della Grancia di Montisi non vengano aperte al pubblico, che ne è (o dovrebbe essere) il vero e unico proprietario.

Per me, quindi, essere una delle persone che mantengono vivo questo patrimonio e lo propongono alla comunità è un grande onore e privilegio.

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Il Festival SoloBelcanto di Montisi è appena nato e sta puntando su artisti giovani, fra i quali (esclusi forse i partecipanti al masterclass di Marina Comparato) il primato anagrafico spetta sicuramente a te. Come hai vissuto questa esperienza?

Ho vissuto questa come vivo gran parte delle mie esperienze, dato che mi trovo spesso in situazioni simili: con grande entusiasmo e desiderio di dare il più possibile, con la giusta consapevolezza dei miei mezzi, rispettando la mia voce e la mia età, senza forzarmi mai e procedendo per gradi ben meditati.

Il programma del concerto Giulietta&Romeo è molto ricco e sofisticato: hai contribuito alla scelta dei brani? Dopo aver cantato e studiato tanti ruoli rossiniani, affrontare pagine mitiche di Crescentini e Vaccaj, favorite da primedonne come la Pasta e la Malibran che spunti di riflessione ti ha eventualmente suggerito? È utile ampliare in questo senso lo sguardo sul Belcanto del primo Ottocento?

Il programma è stato direttamente proposto dal direttore artistico del Festival, e, appena l'ho visto, ho ritenuto inutile apportare modifiche, dato che era molto interessante, oltre che una sfida intrigante, cantare un repertorio non totalmente rossiniano. Io, dopotutto, frequento già opere di altri autori, come Donizetti, Händel, Vivaldi, ma Bellini ha subito attirato la mia attenzione.

Cantare pagine del ruolo di Romeo è stato molto stimolante dal punto di vista sia tecnico sia di fraseggio e stile, che in fin dei conti non dista poi così tanto da Rossini.

Tutto sommato, il Belcanto è ovunque secondo me, in ogni autore, in tutta l'opera. Porgere in maniera morbida e pulita, fraseggiare, creare colori e dinamiche è alla base del canto, a prescindere dell'epoca.

Quest'ultimo è stato un anno molto intenso per te: hai partecipato alle prove del Guillaume Tell a Pesaro come cover di Edwige, hai debuttato in Lucrezia Borgia, in Tancredi, nella Pietra del paragone, in Maometto II, nel Barbiere di Siviglia, nella Giovanna d'Arco di Rossini diretta da Zedda, hai cantato a Roma, Parigi, Tokyo. Come ti senti dopo dodici mesi così pieni? 

Mi sento più ricca nell'animo e con ancora più energia dopo un altro anno così intenso: il canto, la musica, il teatro mi nutrono, mi illuminano nel profondo dell'anima, mi danno forza e stimoli continui.

Quali ruoli vedi oggi più congeniali al tuo temperamento e alla tua vocalità e quali orizzonti vorresti approfondire ed esplorare in futuro?

Vedo come particolarmente congeniale ai miei mezzi e alla mia personalità senza dubbio il repertorio rossiniano, sia serio che buffo. Mi sento bene, carica nell'affrontare ruoli come Tancredi, Arsace, Malcom, Isabella, Rosina, Angelina, amo anche i ruoli en travesti donizettiani e tutto il repertorio barocco, che desidero approfondire e che sto già esplorando.

A tal proposito ricordiamo che fra i prossimi impegni di spicca il debutto come Cornelia nel Giulio Cesare di Händel a Toulon diretta da Rinaldo Alessandrini al fianco di artiste del calibro di Sonia Prina e Monica Bacelli. Sui progetti ancora non ufficiali, invece, Teresa Iervolino preferisce mantenere per il momento uno scaramantico riserbo, cui rispondiamo con un sincero in bocca al lupo.