Rispettare l'arte e lavorare con gioia

di Roberta Pedrotti

Il Teatro Coccia di Novara risponde al blocco dell'attività imposto dall'emergenza sanitaria con un'opera nata appositamente per le piattaforme online. Abbiamo chiesto agli interpreti e agli artefici di raccontarcela. Luciano Ganci e Giorgia Serracchiani, marito e moglie, condivideranno il palcoscenico "smart working" di Alienati e abbiamo chiesto loro di raccontarci questa esperienza, il loro rapporto con il pubblico e il teatro, le loro impressioni sulla situazione attuale e le prospettive per il futuro.

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Luciano e Giorgia, chi vi segue on line conosce anche la vostra vena creativa e ironica. Leggendo le prime anticipazioni su Alienati sembra di vedere Adelfio Gastoni e altri protagonisti dei vostri video: avete in qualche modo contribuito a delineare i vostri personaggi?

Giorgia: devo dire che noi non facciamo molta fatica a fare i video che mettiamo online, forse perché di “sano” in noi c'è poco e niente. Il mio contributo interpretativo al personaggio, sebbene sia presente soltanto alla prima scena, è totale; interpreto me stessa nelle nostre normali condizioni di produzione dei video.

Luciano: in ogni personaggio che interpreto c'è qualcosa di me. Questo è il primo ruolo brillante che interpreto in carriera e, sebbene la scrittura sia molto stringente, sfrutto moltissimo la ripresa video per dar sfogo a quelle espressioni che in teatro inevitabilmente vanno perse per ragioni di distanza. C'è tutto di noi in questa interpretazione. Nei nostri video-burla la base è sempre la verità, altrimenti non farebbero ridere.

Quale sarà il ruolo di Giorgia al fianco del musicista virtuale appassionato di flash mob?

Giorgia: il mio ruolo accanto al musicista non si distacca molto dalla realtà, visto che sono sua moglie, un po' eccentrica ma assistente fidata. Lo asseconderò e lo supporterò in ogni sua follia. Il ruolo della moglie del musicista è un ruolo importante anche nella vita di tutti i giorni anche perché la carriera di un artista dipende strettamente dalla bravura della persona che ha accanto, che deve necessariamente saper dire la verità ed essere complice in ogni situazione.

Luciano: il ruolo di Giorgia è della moglie del musicista, colei che sembra silente e succube ma che in realtà comanda, gestisce, allinea, costruisce e disfa, facendo pero' credere al marito che le decisioni sono quelle che ha preso lui.

In alcuni vostri video è comparso anche vostro figlio. In questo caso vi osserverà dietro le quinte?

Giorgia: L'unica volta che sono riuscita a farlo stare in teatro è stato durante lo Stiffelio di Parma. Dormiva tranquillo nel marsupio, ma appena ha iniziato a cantare il padre si è svegliato ed ha iniziato a cantare pure lui... sono dovuta scappare. Attendiamo ancora qualche anno, senno' c'è il rischio che chieda di essere pagato per la performance.

A casa ci lascia studiare stando in piedi, in condizioni precarie, sul pianoforte o facendoci il tastino sbagliato. Infatti abbiamo studiato La boheme di Petrassi e l'Aida di Berio.

Luciano: I video e le registrazioni sono state fatte quando nostro figlio dormiva od era impegnato a scrivere sui muri di casa. Alla sua età è difficile che stia fermo ad osservare dietro le quinte; potrebbe starci, ma distruggendole con attenzione facendo in modo che nulla resti al suo posto prima della fine della performance. Diciamo che in questa fase non aiuterebbe il FUS.

Qual è il vostro rapporto con la musica contemporanea? Come procede il lavoro con librettisti e compositori per una prima assoluta?

Giorgia: levando le due opere sopra citate (Boheme di Petrassi e Aida di Berio), non mi è mai capitato di eseguire opere o musica contemporanea. È una prima piccola esperienza per me, del tutto inusuale rispetto al teatro d'opera, ed e' un piccolo contributo all'esperienza che certamente tornerà utile in futuro.

Luciano: I librettisti hanno scritto “su di noi”, sfruttando quello che di noi conoscevano, infatti Vincenzo De Vivo non ha lesinato cadenze romane nella stesura del libretto. Questa opera e' nata sui caratteri degli esecutori e, per quanto sia opera e lavoro contemporaneo, il modus e la creazione sono alla maniera dell'800. Nelle mie esperienze musicali giovanili ho eseguito molta musica contemporanea ed è stato davvero un grande insegnamento perché le dissonanze, in realtà non presenti nel mio ruolo, all'inizio erano insopportabili ma col tempo diventavano gradevoli. Forse alla lunga dà assuefazione.

Luciano è stato il protagonista (straordinario) dello Stiffelio in piedi a Parma: un'opera immersa nel pubblico che ne diventava parte a strettissimo contatto. Oggi sta per essere fra i primi interpreti di un'opera in “smart working” tutta realizzata a distanza per il web. Due esperienze agli antipodi? Come le vede, le ha vissute e le sta vivendo?

Luciano: Quello Stiffelio di Vick e' un allestimento che si presterebbe perfettamente alle norme stringenti del COVID, essendo questa opera immersa e libera negli spazi. E' stato quasi profetico e davvero potrebbe essere messa in scena tranquillamente tenendo tutti a distanza. Questo divertimento musicale degli Alienati non la si può definire opera nel senso che tutti conosciamo, ma comunque una forma musicale innovativa che si interpone tra la musica dal vivo, intoccabile vocazione di tutti noi, ed una forma registrata e spesso troppo distante. Il gioco di questa forma innovativa e' che aggiunge alle espressioni vocali e musicali le espressioni facciali, dato che lavoriamo con la telecamera “in bocca”. Il gioco ed il divertimento e' proprio questo.

Recentemente, Luciano, ha anche partecipato a un revival ideale e virtuale del concerto dei Tre Tenori insieme con Francesco Meli e Giovanni Sala. Ci vuole parlare di questa iniziativa e con che spirito l'avete affrontata?

Luciano: Appena iniziarono a chiudere l'Italia il mio agente Mario Dradi ha avuto questa brillante idea, anche perché quest'anno ricorre il 30esimo anniversario da quel leggendario concerto. Siamo riusciti a registrare prima del vero e proprio lock down ed e' stato molto interessante farlo perché era il primo e vero contributo fatto da alcuni artisti italiani. Abbiamo tutti risposto con grande entusiasmo, non e' stato facile, ma il lavoro e' filato liscio perché eravamo distanti. Sarebbe stato difficile farlo tutti e tre insieme visti i caratteri ed il rischio di scoppiare a ridere ogni tre secondi.

Ho molto apprezzato la vostra capacità di mantenere distinta l'ironia leggera e intelligente delle vostre creazioni on line dalla serietà e dal riserbo che dimostrate per quanto riguarda la professione e i problemi più gravi della situazione attuale. Come famiglia e come musicisti, come state affrontando questo momento?

Giorgia: Questa e' certamente una situazione al limite, nessuno si aspettava di dover restare chiuso in casa per tutto questo tempo.

Noi cerchiamo di sfruttare al meglio la cosa, stiamo studiando moltissimo, tra un video e l'altro, perché non possiamo mai fare a meno di ironizzare anche nei momenti più critici, la burla nasconde sempre la verità e secondo me fa ridere solo quando creata in modo intelligente.

Non abbiamo mai avuto tutto questo tempo per stare insieme in famiglia quindi, guardando il lato positivo, giochiamo molto ma soprattutto mangiamo, anche troppo.

Non siamo abituati a disperare perché l'energia positiva e' quella che aiuta nella riuscita, anche nei momenti più difficili come questo, sognatori siamo e tali resteremo.

Luciano: questo e' un momento difficile al quale possiamo rispondere soltanto con la pazienza, godendoci casa, studiando e inventando giochi per nostro figlio. Questa e' una occasione importante per costruire, progettare, cercare di migliorare le cose e nel nostro piccolo ci stiamo provando. Sarebbe una occasione sprecata per l'Italia non cogliere questa grande opportunità di cambiamento. Se non dovesse accadere nulla, spero che in noi qualcosa uscirà cambiata. Non serve cambiare le istituzioni se il popolo e la gente resta com'era prima. Il buon esempio è fondamentale. Noi ce la stiamo mettendo tutta. Per scelta e per discrezione non facciamo proclami che basano l'essenza sulla lamentela e sulla lacrima, piuttosto diamo la nostra lettura ironica del momento, nell'attesa che passi definitivamente. Preoccuparsi adesso non avrebbe senso, ce ne occuperemo quando sara' necessario.

Il mondo dell'arte si è mobilitato in vari modi, esprimendo grandi preoccupazioni, cercando di sfruttare in ogni modo i mezzi tecnologici e i social, a volte cercando di trasferire la fruizione on line con streaming in diretta o di registrazioni, a volte, come in questo caso, sperimentando strade nuove. Cosa ne pensate? Cosa resterà insostituibile e irrinunciabile e quali potranno essere nuove esperienze utili?

Giorgia: Nulla sostituirà mai il calore del pubblico, non c'è streaming che tenga in questo senso. Certamente in questo momento può essere una forma surrogata di spettacolo per restare accanto a tutti gli appassionati, ma non potrà mai essere paragonato al live che e' il preciso momento per cui ogni artista, studia, combatte, vive, alimenta il proprio animo, resta perciò insostituibile e si stabilisce un legame umano ed energetico tra colui che si esibisce ed il fruitore.

Mi chiedo spesso come sarebbe stata questa quarantena senza social: certamente più difficile, soprattutto per tutte quelle persone che si sono ritrovate sole in casa ed hanno potuto trovare conforto nella voce degli artisti che hanno a cuore.

Luciano:  La musica dal vivo è esperienza vera, viva, si respira con il pubblico. Una delle sensazioni più belle che provo quando canto in palcoscenico e' quando, poco prima di un acuto o appena conclusa un'aria, avverto la tensione del pubblico nel suo silenzio (al netto dei colpi di tosse) poco prima che esploda in un applauso. Come già detto lo streaming e' una forma alternativa ma che mai potrà sostituire la verità dello spettacolo dal vivo. Serve a chi ascolta ma serve anche a chi esegue. La musica e' emozione, va vissuta dal vivo.

L'esperienza Alienati secondo me e' un grande passo in avanti per i cantanti, soprattutto perché dopo tanti anni viene inaugurata una nuovissima forma contrattuale che tratta gli artisti esecutori come soci di una impresa artistica, e quindi agli stessi verranno riconosciuti i diritti per le trasmissioni streaming e gli sbigliettamenti online. Questa forma farà letteratura e non smetterò mai di ringraziare Corinne Baroni per la lungimiranza e la grande capacità di ascolto e di dialogo avuta con gli artisti. Quando si è felici si lavora meglio, quando si è rispettati si crea arte ai massimi livelli.

Parliamo del futuro con fiducia. Recentemente per Luciano erano arrivati grandi personaggi come Alvaro, Radames, Andrea Chénier... Ci sono progetti e nuovi debutti all'orizzonte?

Luciano: questo periodo avrebbe visto per me il debutto in Ernani ed in Adriana Lecouvreur, debutti rinviati naturalmente ma non cancellati. Aleggia ancora il debutto di Paolo il Bello nella Francesca da Rimini, ma al momento e' tutto congelato. Il prossimo anno porterà ancora nuovi debutti, ma per ragioni di scaramanCovid non li elencherò ancora.

Giorgia e Luciano: ringraziamo la redazione per queste belle domande e salutiamo con affetto tutti i lettori. Vi seguiamo sempre!