Roberto Abbado dirige Verdi al Teatro Massimo

Giovedì 4 giugno grande appuntamento con i concerti del Teatro Massimo

In programma la Messa da Requiem di Verdi scritta per la morte di Manzoni

PALERMO. È la Messa da Requiem che Giuseppe Verdi compose in onore di Alessandro Manzoni dopo la sua morte, l’omaggio che rese al “Grande” che tanto ammirava. Il Requiem, diretto da Roberto Abbado, è in programma giovedì 4 giugno alle 20.30 al Teatro Massimo di Palermo, ultimo appuntamento della stagione concertistica prima della pausa estiva, con l’Orchestra, il Coro del Teatro e quattro cantanti solisti di prestigio: soprano Maria Agresta, mezzosoprano Ekaterina Semenchuk, tenore Giorgio Berrugi, basso Riccardo Zanellato.

L’ammirazione di Giuseppe Verdi per Alessandro Manzoni ha lasciato diverse tracce nell’opera del compositore: dalle composizioni giovanili alle citazioni sparse nei libretti delle opere, da Ernani a Un ballo in maschera, senza dimenticare la vicinanza di temi e personaggi tra I promessi sposi e La forza del destino.

Il primo e unico incontro tra i due era avvenuto nella casa dello scrittore, il 30 giugno 1868, preceduto da uno scambio di fotografie. “Come spiegarvi la sensazione dolcissima, indefinibile, nuova, prodotta in me alla presenza di quel Santo, come voi lo chiamate? Io me gli sarei posto in ginocchio dinanzi, se si potessero adorare gli uomini… Quando lo vedete, baciategli la mano per me, e ditegli tutta la mia venerazione”, scriveva Verdi subito dopo all’amica contessa Clarina Maffei.

Manzoni si spense il 22 maggio 1873, e il giorno dopo Verdi scriveva a Giulio Ricordi: “Sono profondamente addolorato della morte del nostro Grande! Ma io non verrò domani a Milano, che non avrei cuore d’assistere a’ suoi funerali. Verrò fra breve per visitarne la tomba, solo e senza essere visto, e forse (dopo ulteriori riflessioni, e dopo aver pesate le mie forze) per proporre cosa ad onorarne la memoria”. Quella “cosa” è la Messa da Requiem, che venne eseguita per la prima volta il 22 maggio 1874 nella chiesa di San Marco a Milano a un anno esatto dalla morte di Manzoni.

Per Verdi, non credente, è un confronto col mistero della morte. Equivale cioè “a chiedersi la ragione della vita, il perché del nostro fare e del nostro soffrire, lo scopo e il senso di tutto questo”, come scrive il musicologo Massimo Mila. Secondo cui “protagonista ne è l’uomo vivo, non il defunto, e il luogo dell’azione ne è questa terra, non l’aldilà. Tutto il tumulto delle passioni e dei negozi umani vi ribolle ancora, esagitato e sconvolto dalla certezza della fine”. Scritto per orchestra, coro e quattro cantanti solisti, il Requiem è un grande affresco sonoro, dove convivono la preghiera fiduciosa, la supplica, lo slancio eroico.

Verdi

Requiem

Giuseppe Verdi (1813-1901)

Messa da requiem

1. Requiem e Kyrie

2. Dies irae

Dies irae

Tuba mirum

Liber scriptus

Quid sum miser

Rex tremendae

Recordare

Ingemisco

Confutatis

Lacrymosa

3. Domine Jesu

4. Sanctus

5. Agnus Dei

6. Lux aeterna

7. Libera me

Direttore Roberto Abbado

Soprano Maria Agresta

Mezzosoprano Ekaterina Semenchuk

Tenore Giorgio Berrugi

Basso Riccardo Zanellato

Maestro del coro Piero Monti

Orchestra e Coro del Teatro Massimo


Roberto Abbado

Recentemente nominato Direttore Musicale del Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia, e Premio Abbiati 2009 per la Direzione d’Orchestra, studia con Franco Ferrara alla Fenice di Venezia e all’Accademia di Santa Cecilia di Roma, dove è il solo studente nella storia dell’istituzione ad essere invitato a dirigere l’orchestra. Dal 2005 al 2015 è stato Artistic Partner della Saint Paul Chamber Orchestra realizzando importanti cicli dedicati a Schubert, Mendelssohn, Schumann, Beethoven, Mozart e Haydn proposti in abbinamento con lavori in prima esecuzione mondiale o del Novecento storico.

Maria Agresta

Vincitrice di numerosi concorsi, debutta nel 2007. Il primo grande successo arriva nel 2011 con Ivespri siciliani a Torino, diretta da Noseda. Da allora canta Norma a Tel Aviv, La bohème all’Arena di Verona, al San Carlo di Napoli, al Regio di Torino, al Festival di Torre del Lago e alla Staatsoper di Monaco, Gemma di Vergy al Teatro Donizetti di Bergamo, Elvira in Don Giovanni alla Scala. Seguono Il trovatore al Palau de Les Arts di Valencia con Mehta, Carmen a Masada e La traviata alla Staatsoper di Berlino. Nel 2012 torna al Teatro alla Scala ne La bohème, dove ottiene un grandissimo successo personale. Ha vinto il premio “Franco Abbiati” 2014 come miglior soprano.

Ekaterina Semenchuk

Ha completato i suoi studi al Conservatorio di San Pietroburgo. Tra i ruoli interpretati Marina (Boris Godunov), Polina (La dama di picche) al Metropolitan Opera di New York, Azucena (Il trovatore) a Valencia con Mehta, Olga (Evgenij Onegin) al Covent Garden di Londra, Preziosilla (La forza del destino) alla Staatsoper di Berlino con Barenboim, Didone (Les Troyens) con Gergiev al Mariinskij di San Pietroburgo, alla Carnegie Hall di New York, alla Suntory Hall di Tokyo e alla Vienna Konzerthaus, Fricka (Die Walküre) alla Los Angeles Opera. Ha debuttato al Festival di Salisburgo come Eboli, in una nuova produzione di Don Carlo con Pappano. In concerto ha cantato Requiem di Verdi con Dudamel, Das Klagende Lied al Ravinia Festival con Conlon, Aleksandr Nevskij all’Accademia di Santa Cecilia a Roma con Petrenko, La mort de Cléopâtre al Concertgebouw di Amsterdam e alla Vienna Konzerthaus con Gergiev.

Giorgio Berrugi

Già primo clarinetto dell’Orchestra Sinfonica di Roma, nel 2007 inizia a studiare canto e dopo pochi mesi viene selezionato dal Teatro La Fenice di Venezia come Rodolfo neLa bohème. Dal 2010 al 2013 è solista nell’ensemble della Sächsische Staatsoper di Dresda, dove debutta inCarmen,Un ballo in maschera,Tosca,L’elisir d’amore,Rigolettoe nella prima assoluta diGisela!di Henze. Diretto da direttori quali Mehta, Thielemann, Luisi, Dudamel, Oren, Steinberg, Luisotti, Myung-Whun Chung, van Zweden, Barshai, si è esibito alla Gewandhaus di Lipsia, alla NHK a Tokyo in tournée con il Teatro alla Scala, al Concertgebouw di Amsterdam, all’Arena di Verona, alla Suntory Hall di Tokyo, alla Wigmore Hall di Londra, al Teatro Comunale di Firenze, al Teatro Massimo di Palermo, al Palais des Beaux Arts di Bruxelles, al Teatro Carlo Felice di Genova, al Teatro Regio di Torino, al Teatro La Fenice di Venezia, nella Sala Glazunov a San Pietroburgo, alla Kansas City Opera, alla Tel Aviv Opera, alla Leipzig Oper, alla Bartók National Hall a Budapest, al Festival di Torre del Lago, al Klangvokal Festival di Dortmund, al Festival di Savonlinna, al San Carlo di Napoli, alla San Francisco Opera.

Riccardo Zanellato

Debutta con Dom Sébastien di Donizetti al Teatro Comunale di Bologna e al Teatro Donizetti di Bergamo. Affermato interprete verdiano, esegue Attila e La battaglia di Legnano (Parma), Rigoletto (Parma, Macerata, Caracalla, Teatro alla Scala, Torino, Liegi), Simon Boccanegra (Ravenna), Nabucco (Parma, Festival di Savonlinna), Aida (Napoli, Torino, Verona), Trovatore (Losanna, Verona), Macbeth (Staatsoper di Berlino), Luisa Miller (Barcellona, Bilbao, Lione). È stato scelto da Muti per Iphigénie en Aulide, Nabucco, Moïse et Pharaon, Macbeth e Simon Boccanegra al Teatro dell’Opera di Roma. Regolare ospite del Festival Verdi di Parma, vi ha interpretato di recente Nabucco, La forza del destino con Gelmetti e Requiem con Temirkanov. Ha debuttato al Rossini Opera Festival come Mosè nel Mosè in Egitto (premio Abbiati 2011). Ha inaugurato la stagione 2013 del Comunale di Bologna come Banco in Macbeth (regia Bob Wilson, direzione Roberto Abbado).