Beethoven in Sicilia

 

Tutto pronto al Politeama Garibaldi per l'inaugurazione della 57ma Stagione concertistica 2015/2016: venerdì 16 ottobre alle ore 21.00 (turno serale) e sabato 17 ottobre alle 17,30 (turno pomeridiano), domenica 18 ottobre, alle ore 11 (turno domenicale solo sinfonie di Beethoven), l'Orchestra Sinfonica Siciliana, diretta dal suo direttore artistico, Aldo Ceccato, eseguirà un concerto interamente dedicato a Beethoven. Al concerto partecipano in qualità di solisti i palermitani Marco Gambino (voce recitante) e la giovanissima Floriana Cicio (soprano).

Nell'estate 1822 Beethoven ricevette la commissione per scrivere le musiche di scena di un lavoro teatrale destinato ad inaugurare il teatro della Josephstadt di Vienna, appena restaurato. L'ouverture della piéce fu pubblicata come op. 124 con il titolo Die Weihe des Hauses, tradotto solitamente come La consacrazione della casa, laddove una traduzione più aderente sarebbe quella di "L'inaugurazione del teatro" e, infatti ,non di rado, ai nostri giorni, in ricordo della destinazione originaria, questa pagina viene usata nell'inaugurazione di nuovi teatri e sale da concerto.

Composta tra il 1799 e gli inizi del 1800 quando Beethoven era ormai sulla soglia dei trent'anni, la Sinfonia n. 1 in do maggiore si pone come un magnifico ponte tra la produzione di Haydn e Mozart, da una parte, e i suoi successivi lavori dall'altra. La Sinfonia fu eseguita per la prima volta, sotto la direzione del compositore, il 2 aprile 1800 all'Hofburgtheater di Vienna in un'Accademia a beneficio di Beethoven.

Le musiche di scene dell'Egmont, composte tra il mese di ottobre 1809 e il mese di maggio del 1810, furono eseguite, per la prima volta, durante la rappresentazione della tragedia, scritta da Goethe, il 24 maggio dello stesso anno al Burgtheater di Vienna. La partitura consta di nove brani, oltre all'ouverture. Il soggetto, nel quale assume carattere rilevante l'esaltazione della libertà dei popoli nel cinquecentesco personaggio del conte Egmont, patriota fiammingo, che, in seguito alla rivolta contro la dominazione spagnola repressa nel sangue dal duca d'Alba, fu imprigionato e condannato a morte, assurge a esemplare testimonianza dell'eroismo di chi non teme di sacrificare la vita per un ideale.

Ingressi al botteghino da € 10,00 a € 25,00. Riduzioni per junior, senior, enti convenzionati e possessori di carte sconto. Info 091 6072532 - biglietteria@orchestrasinfonicasiciliana.it


 

Note biografiche

Aldo Ceccato, direttore

Aldo Ceccato è nato a Milano nel 1934. Proviene da una splendida tradizione: far musica in famiglia. Agli anni dedicati allo studio del Pianoforte, sotto la guida di Carlo Lonati, maestro di Carlo Vidusso e Maurizio Pollini, sono seguiti gli studi di Composizione con Bruno Bettinelli e direzione d'Orchestra con Sergiu Celibidache.

Dal suo debutto a Milano con il "Don Giovanni" di Mozart nel 1963, Aldo Ceccato ha diretto in 36 Nazioni del Mondo, le più prestigiose Orchestre come la Filarmonica di New York, la Chicago Symphony, la Filarmonica di Londra, i Berliner Philharmoniker, la NHK di Tokyo, solo per citarne alcune.

E' stato Direttore Musicale Artistico della Filarmonica di Amburgo, della Detroit Symphony, dell'Orchestra della RAI di Torino, dell'Orchestra Filarmonica di Brno, e la sua lunga direzione musicale a "I Pomeriggi Musicali" di Milano gli è valsa la nomina a loro Direttore Emerito.

Oltre all'attività direttoriale, si è anche sempre dedicato all'insegnamento con Master Classes, a Graz, Santiago De Compostela, Bergen, Milano, Hannover.

Conferenziere brillante, è anche scrittore, ed ha pubblicato le "Attualizzazioni Orchestrali" dell'opera completa di Beethoven, stampata dall'Editore Pendragon, e sta preparando le "Attualizzazioni" per Schubert, Schumann e Brahms.

Ampia la sua discografia per le case E.M.I, ABC, Philips, Frame. Con "I Pomeriggi Musicali" ha inciso la Missa Solemnis e la Nona Sinfonia di Beethoven e con la Filarmonica di Londra i tre Poemi Sinfonici di Victor de Sabata.

Aldo Ceccato e' Accademico di Santa Cecilia, Medaglia d'oro del Comune di Milano per benemerenze civiche e culturali. E' stato nominato Doctor Honoris Causa dalla Michigan University e ha ricevuto dal Senato di Amburgo la "Medaglia Brahms", una delle più alte onorificenze culturali tedesche. Aldo Ceccato è anche Cavaliere di Gran Croce.

Marco Gambino, voce recitante

E' nato a Palermo e risiede a Londra da oltre vent'anni. Attore instancabile e poliedrico, Marco spazia dal cinema, alla televisione, al teatro dove si cimenta a recitare uno stesso lavoro in più lingue. L'interesse per il Teatro sociale e l'incontro nel 2008, con il giornalista di "Repubblica" Attilio Bolzoni, segnano l'inizio di uno straordinario sodalizio dal quale nasce nel 2009 "Parole d'onore" che dopo Edimburgo, ha toccato Londra, Roma, Palermo,Bruxelles, Parigi. La sua passione per il connubio tra musica e voce lo ha portato recentemente a creare il duo " Invitation au voyage " con il pianista brasiliano Marcelo Bratke. www.marcogambino.com

Floriana Cicio, soprano

Figlia di musicisti, è nata a Palermo nel 1998. Ha fatto parte del Coro di voci bianche del Teatro Massimo di Palermo dal 2006 fino al 2014, quando la maturità vocale non ha più consentito il proseguimento dell'attività corale.

Attualmente è diplomanda al Liceo Classico e dal 2012 studia canto lirico col M° Elizabeth Smith. Nel 2014 è vincitrice assoluta nella categoria "giovani promesse" al Concorso Lirico Internazionale di Siracusa, nel 2015 è primo premio al Concorso Internazionale "Diapason d'oro". Ha inoltre frequentato i corsi estivi di perfezionamento del M° Romolo Gazzani .

Ha al suo attivo numerose partecipazioni a concerti cameristici.


 

Note di sala a cura di Riccardo Viagrande

Ludwig van Beethoven

(Bonn 1770 – Vienna 1827)

La consacrazione della casa (Die Weihe des Hauses) ouverture op. 124 WoO 98

Maestoso e sostenuto, Allegro con brio

Durata: 12

Sinfonia n. 1 in do maggiore op. 21

Adagio molto, Allegro con brio

Andante cantabile con moto

Minuetto

Adagio, Allegro molto e vivace

Durata: 27'

Egmont, musiche di scena op. 84

Overture: Sostenuto, ma non troppo – Allegro

Lied: "Die Trommel gerühret" (Vivace

Zwischenakt I (Interludio I): Andante

Zwischenakt II (Interludio II): Larghetto

Lied: "Freudvoll und Leidvoll"

Zwischenakt III (Interludio III): Allegro – Marcia

Zwischenakt IV (Interludio IV): Poco sostenuto e risoluto

Klärchens Tod (La morte di Clara)

Melodram: "Süßer Schlaf"

Siegessymphonie (Sinfonia della vittoria) Allegro con brio

Durata: 48'

Trasferitosi, all'inizio di settembre del 1822 da Döbling a Baden per iniziare una nuova cura per i suoi problemi alle orecchie, Beethoven, impegnato già nella composizione della Missa Solemnis, non resistette alla tentazione di accettare una nuova commissione. Il nuovo direttore del Josephstadt, Carl Friedrich Hensler, lo aveva contattato per commissionargli la composizione delle musiche di scena della prima parte di un'allegoria drammatica musicale, su testo di Karl Meisl, la cui seconda parte sarebbe stata curata dal Kapellmeister Joseph Drechsler. Beethoven decise, allora, di riciclare una sua vecchia partitura composta nel 1811 per l'inaugurazione di un nuovo teatro a Pest; per tale occasione egli, infatti, aveva fornito musiche di scena per due lavori di August von Kotzenbue, Re Stefano e Le rovine di Atene, il cui testo fu riscritto da Karl Meisl. Alla fine il lavoro si rivelò più complicato del previsto, in quanto Beethoven rielaborò alcuni dei numeri musicali e ne aggiunse altri tra cui un coro finale con violino solista e un balletto. Resosi conto che l'ouverture, scritta all'epoca per lo spettacolo di chiusura della serata, era troppo piccola se posta all'inizio, decise di scriverne una nuova che, con il titolo La consacrazione della casa, si è affermata come brano indipendente nel repertorio sinfonico. L'ouverture, eseguita per la prima volta il 3 ottobre 1822 sotto la sua direzione, ebbe un immediato successo a differenza delle altre parti che dopo tre serate di replica non furono più eseguite. Lo stesso Beethoven la preferì alle altre parti, al punto che la fece inserire nel mese di maggio 1824 nel programma di un concerto a Vienna che prevedeva la première di alcune sezioni della Missa solemnis e della Sinfonia n. 9. Inoltre alla fine del 1825 egli la fece stampare come op. 124 con la dedica al principe russo Nikolai Galitzin. Secondo il racconto di Anton Schlinder Beethoven, mentre passeggiavano, gli sottopose la scelta fra due temi che egli aveva in mente per l'ouverture, di cui uno secondo il suo stile, l'altro da trattare in modo contrappuntistico alla maniera di Händel. Schlinder gli consigliò il secondo, che Beethoven non trattò secondo lo stile di Händel ispirandosi, invece, ad Haydn utilizzando una struttura monotematica con una modulazione e una ripresa del tema nella nuova tonalità. L'ouverture, nella quale, come già sperimentato in quella definitiva del Fidelio, non sono utilizzati i temi degli altri numeri, si apre con un'introduzione, Maestoso e sostenuto, sviluppata sul modello haydniano e divisa in tre parti, delle quali la prima è una solenne marcia di carattere processionale, mentre la seconda, leggermente più mossa, vede come protagoniste le trombe che eseguono un tema gaio. Nella parte finale dell'introduzione intervengono gli archi che, con disegni in semicrome, rendono il discorso musicale più aggressivo con echi della Quarta sinfonia e delle Ouvertures Leonora. Protagonista del successivo crescendo è il tema händeliano dell'Allegro, la cui arcaica struttura di fugato a due soggetti, dei quali il secondo è un tema sincopato senza rilevanza melodica, è incorniciata nella classica forma-sonata con un'esposizione monotematica, uno sviluppo e una ripresa accorciata a cui segue una breve coda.

Composta tra il 1799 e gli inizi del 1800 quando Beethoven era ormai sulla soglia dei trent'anni, la Sinfonia n. 1 in do maggiore si pone come un magnifico ponte tra la produzione di Haydn e Mozart, da una parte, e i suoi successivi lavori dall'altra. Grande sinfonista, Beethoven si accostò relativamente tardi a questa forma consapevole della difficoltà di introdurre novità in un genere nel quale era molto forte il peso della tradizione, rappresentata da Haydn che nel 1795 aveva presentato al pubblico inglese le sue due ultime sinfonie londinesi, la n. 103 col rullo di timpani e la n. 104 London. Tra il 1794 e il 1795 anche Beethoven aveva progettato di scrivere una sinfonia, ma, dopo aver lavorato ad un abbozzo alquanto frammentario di un primo movimento nella tonalità di do minore, decise di interrompere il lavoro per completare altre composizioni, riprendendolo appunto nel 1799. La Sinfonia fu eseguita per la prima volta, sotto la direzione del compositore, il 2 aprile 1800 all'Hofburgtheater di Vienna in un'Accademia a beneficio di Beethoven che vendette personalmente i biglietti nella sua residenza dopo aver messo un regolare annuncio sulla «Wiener Zeitung» il 26 marzo 1800 che recitava:

"La Imperial Regia Direzione ha concesso il beneficio di un'Accademia nell'Imperial Regio Teatro di Corte al sig. van Beethoven. Questi rende noto allo spettabile pubblico che l'accademia è fissata per il 2 aprile. Palchi e posti riservati si possono ottenere i giorni 1 e 2 aprile presso il sig. van Beethoven al n. 241, Tiefen Garten, terzo piano".

In questa prima esecuzione, che giunse al termine di un concerto di circa cinque ore in cui furono eseguite altre composizioni, la Sinfonia fu accolta favorevolmente sia dal pubblico che dalla stampa, come si apprende dalla recensione pubblicata sull'«Allgemeine Musikalische Zeitung»:

"Anche il Sig. Beethoven ha finalmente ottenuto il Teatro [l'Hofburgtheater], ed è stata probabilmente l'Accademia più importante da lungo tempo a questa parte. Egli ha suonato un nuovo Concerto [molto probabilmente il Concerto n. 1 op. 15 per pianoforte] di sua composizione che comprende molte cose belle – soprattutto i primi due movimenti. Poi è stato eseguito un suo Settimino scritto con molto buon gusto e con sentimento. Indi ha improvvisato magistralmente [sull'Inno all'Imperatore di Haydn] e alla fine è stata eseguita una Sinfonia [la Sinfonia n. 1 op. 21 appunto] di sua composizione che ha rivelato molta arte, novità e ricchezza di idee".

Questa Sinfonia, i cui elementi di novità convivono con altri legati alla tradizione, soprattutto nella parte introduttiva del primo movimento, Adagio molto, abbastanza ampia sebbene non raggiunga le proporzioni di quelle delle Londinesi di Haydn, è innovativa nella struttura tonale nella quale si evidenzia una certa ambiguità ottenuta all'inizio con un'immediata, quanto transitoria modulazione alla sottodominante. Nell'Allegro con brio, in forma-sonata, traspaiono alcune caratteristiche del personale linguaggio beethoveniano nel contrasto dei due temi, dei quali il primo ricorda quello iniziale della Jupiter di Mozart, mentre il secondo si distende in disegni melodici affidati all'oboe e al flauto, che dialogano tra di loro. Proprio questo aspetto innovativo fu criticato dai contemporanei, come è testimoniato dal rimprovero mosso a Beethoven dall'anonimo recensore dell'«Allgemeine Musikalische Zeitung» che notò un uso eccessivo dei legni. Più tradizionale è il secondo movimento, Andante cantabile con moto, anch'esso in forma-sonata, nel quale emerge, come tema principale, dalla voce dei secondi violini che la espongono inizialmente, una melodia gentile e aggraziata. Estremamente innovativo è, invece, il terzo movimento che, pur conservando il tradizionale titolo di Minuetto, è scritto in un andamento Allegro molto e vivace che lo allontana dalle corrispondenti pagine salottiere di Haydn e Mozart. L'ultimo movimento, aperto da una breve introduzione, Adagio, inesistente nei finali delle sinfonie di Haydn o di Mozart, si snoda in un brillante Allegro molto e vivace in forma di rondò, il cui primo tema è tratto dall'abbozzo della sinfonia progettata nel 1795.

Czerny, pianista e discepolo di Beethoven, scrisse che il maestro, quando nel 1809 i teatri imperiali di Vienna avevano progettato di mettere in scena il Guglielmo Tell di Schiller e l'Egmont di Goethe, era rimasto deluso: a Beethoven era stata affidata la composizione delle musiche di scena per la tragedia di Goethe al posto di quelle per il dramma schilleriano, da lui preferito, che sarebbe stato messo in musica da Gyrowetz, un compositore boemo quasi del tutto dimenticato. La delusione iniziale, però, era destinata a trasformarsi subito in entusiasmo quando il compositore lesse il testo di Goethe, poeta che egli ammirava, come ci è testimoniato da una lettera del 10 giugno 1811 indirizzata a Bettina Brentano:

"Io mi propongo di scrivere ancora a lui [Goethe] su Egmont che io ho messo in musica soltanto per amore delle sue poesie che mi diedero tanta gioia".

Nello stesso periodo Beethoven inviò a Goethe la partitura dell'Egmont, accompagnata da una lettera, nella quale non mancò di esprimere tutta la sua ammirazione per questa tragedia e di dichiararsi pronto, con umiltà, ad accogliere volentieri eventuali critiche:

"Ho sentito, pensato e messo in musica l'Egmont, con lo stesso calore con il quale l'ho letto. Desidero molto conoscere il suo giudizio, e anche un rimprovero per me e per la mia musica mi sarà utile. Volentieri lo riceverò come una lode".

La partitura, composta tra il mese di ottobre 1809 e il mese di maggio del 1810, ed eseguita, per la prima volta, durante la rappresentazione della tragedia il 24 maggio dello stesso anno al Burgtheater di Vienna, consta di nove brani, oltre all'ouverture. Il soggetto, nel quale assume carattere rilevante l'esaltazione della libertà dei popoli nel cinquecentesco personaggio del conte Egmont, patriota fiammingo, che, in seguito alla rivolta contro la dominazione spagnola repressa nel sangue dal duca d'Alba, fu imprigionato e condannato a morte, assurge a esemplare testimonianza dell'eroismo di chi non teme di sacrificare la vita per un ideale. Chiara, nella speranza di liberare il conte da lei amato, cerca di far insorgere il popolo di Bruxelles contro gli Spagnoli, ma il tentativo fallisce e la donna disperata si uccide. L'Ouverture, lungi dal costituire una sintesi delle azioni che stanno per essere rappresentate sulla scena, vive del conflitto di sentimenti che animano la tragedia di Goethe, diventandone quasi una vera e propria apoteosi. Aperta da una breve introduzione in fa minore, Sostenuto ma non troppo, di carattere tragico ed angoscioso, l'Ouverture prosegue con un classico Allegro in forma-sonata, in cui al primo tema avvolgente risponde una seconda idea tematica derivata dal motivo iniziale dell'introduzione in una forma contratta ed energica, e si conclude con una coda, Allegro con brio di carattere trionfale; il materiale melodico di questa coda è tratto dalla Sinfonia trionfale che, alla fine del dramma, corrisponde al momento in cui vengono esaltate la nobiltà d'animo e le aspirazioni del conte quasi a sancire, in questo modo, la vittoria spirituale e morale dell'eroe puro che si sacrifica per la libertà del suo popolo. Gli altri brani sono: due Lied di Clara, composti per l'attrice Antoine Adamberger, dei quali il primo, Die Trommel gerühret, con il suo incedere marziale, è un'innocente visione della vittoria militare, mentre il secondo, Freudvoll und Leidvoll, è una complessa riflessione sulla passione; quattro Zwischenakt (Interludi), autentici collegamenti tra gli atti, tra i quali spicca il terzo, nel quale al leggiadro tema dell'oboe si contrappone la marcia che rappresenta l'avvicinarsi dell'esercito spagnolo; la scena della Morte di Clara, una pagina di una straordinaria purezza nonostante l'intensa scrittura drammatica; il Melodrama, dove appare in funzione di recitante la voce di Egmont e, infine, la Sinfonia trionfale, costituita dal Finale dell'Ouverture.