Orchestra da Camera Italiana

Accardo e l'Orchestra da camera italiana fra Verdi e i giorni nostri

mercoledì 23 marzo 2016
Conservatorio Giuseppe Verdi – ore 21
serie pari

 Orchestra da Camera Italiana
Salvatore Accardo direttore e violino
Laura Gorna violino

 Camille Saint-Saëns (1835 – 1921)
Havanaise per violino e orchestra op. 83
Introduction e Rondò capriccioso op. 28

 Silvia Colasanti (1975)
Capriccio a due

 Giuseppe Verdi (1813 -1901)
Quartetto (versione per orchestra d’archi)


Mercoledì 23 marzo 2016
, presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, alle ore 21 (serie pari) Salvatore Accardo torna in stagione all’Unione Musicale come direttore e violino solista insieme all’Orchestra da Camera Italiana e alla violinista Laura Gorna. Già protagonista a gennaio di un bellissimo concerto cameristico, Salvatore Accardo porta sul palco torinese l’OCI, orchestra d’archi da lui fondata, nata ufficialmente nel novembre 1996 come risultato di un progetto maturato nei lunghi anni di esperienza didattica presso l’Accademia Walter Stauffer di Cremona; l’Orchestra da Camera Italiana, i cui componenti – unico esempio al mondo – discendono tutti dalla stessa scuola di alto perfezionamento, raggiunge un’unità espressiva, tecnica e stilistica senza pari e rappresenta un’opportunità lavorativa unica e di altissimo livello per molti giovani di talento.
Accompagnato dalla “sua” orchestra, Accardo eseguirà due brani di Saint-Saëns, all’insegna del pathos e del virtuosismo tra XIX e XX secolo: l’ Havanaise op. 83 e Introduction e Rondò capriccioso op. 28.
Il programma prosegue poi con Capriccio a due, brano per due violini solisti e orchestra d’archi scritto appositamente per Salvatore Accardo e Laura Gorna insieme all’Orchestra da Camera Italiana dalla compositrice romana Silvia Colasanti. Il lavoro ricalca il genere del Capriccio, rileggendone le caratteristiche di libertà formale e virtuosismo, non solo tecnico, ma anche lirico, attraverso la lente del presente, in una continua dialettica tra i solisti e l’orchestra.
Per concludere la versione per orchestra d’archi del Quartetto in mi minore di Giuseppe Verdi, unico esempio strumentale della produzione del compositore di Busseto, scritto nel 1873 durante il lungo soggiorno a Napoli in occasione delle rappresentazioni di Aida e pubblicato solo qualche anno dopo, dietro le insistenze di società concertistiche e di musicisti (fu proprio Verdi ad autorizzarne anche l’esecuzione per piccolo complesso d’archi). Il Quartetto sembra avvicinarsi più alle conquiste armoniche e strumentali compiute da Verdi all’interno delle sue opere (Aida e Requiem ne inquadrano cronologicamente la composizione), di quanto non si leghi alla grande tradizione classico-romantica tedesca che aveva fatto del quartetto d’archi l’organico cameristico per eccellenza.

poltrone numerate, euro 28 – ingressi, euro 20
BIGLIETTERIA E INFORMAZIONI:
martedì e mercoledì 12.30-17 – giovedì e venerdì 10.30-14.30
Unione Musicale – tel. 011 566 98 11 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.