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Festival per le musiche contemporanee

“BOLOGNA MODERN. FESTIVAL PER LE MUSICHE CONTEMPORANEE” 

Per dieci giorni a Bologna un festival dedicato interamente alle musiche del nostro tempo: pagine sinfoniche dei più celebri compositori di oggi, da Sciarrino a Rihm, alcune prime italiane e anche quattro brani in prima assoluta, concerti jazz e di popular music; in programma anche un’opera multimediale e una serie di eventi collaterali. 
“Bologna Modern” è realizzato dal Comunale di Bologna  con Fondazione Musica Insieme, in collaborazione con Fondazione Golinelli, TEDx e roBOt. 
  
Bologna, Teatro Comunale e Arena del Sole, dal 14 al 23 ottobre 2016

il calendario

Musica Insieme per Bologna Modern

Marino e Paola Golinelli: un trust per il Comunale


In tutta Europa le grandi istituzioni lirico-sinfoniche affiancano già da molti anni la loro programmazione legata al repertorio tradizionale con manifestazioni di alto livello dedicate alla musica del nostro tempo. Per la prima volta il Teatro Comunale di Bologna -  città dichiarata dall'UNESCO "Città creativa della Musica" e capitale della musica moderna e contemporanea nel nostro Paese – propone una programmazione sistematica sulle novità di oggi: Bologna Modern. Festival per le musiche contemporanee in programma dal 14 al 23 ottobre 2016. È un progetto di respiro internazionale che si aggiunge  alla proposta culturale del teatro felsineo, sensibile e attento al repertorio di oggi anche nella stagione operistica, caratteristica quest'ultima premiata dalla critica (all’opera Il suono giallo di Alessandro Solbiati è andato uno dei tre premi “Abbiati” conquistati per l’attività del 2015) e dal pubblico sempre numeroso e attento agli appuntamenti dedicati ai linguaggi del contemporaneo, come nei mesi scorsi per l'opera Luci miei traditrici di Salvatore Sciarrino. 
“Il festival Bologna Modern vuole esplorare e proporre i diversi linguaggi sonori del nostro tempo – illustra il sovrintendente Nicola Sani – ed in particolare vuole coprire una grave mancanza nella programmazione odierna delle Fondazioni Liriche e cioè il tema della scrittura sinfonica contemporanea. Con questa iniziativa, il Teatro Comunale apre un nuovo perimetro di intervento sull'attualità dei nuovi linguaggi sonori, portando a Bologna alcuni dei principali protagonisti della musica contemporanea, osservata dalle più diverse prospettive (dalla ricerca sui nuovi territori dell'avanguardia al rapporto con le diverse declinazioni della musica popolare, al jazz, alla multimedialità). Il programma - che include anche due concerti realizzati in collaborazione con la Fondazione Musica Insieme - non si limita alle proposte di ascolto ma è anche occasione per discutere su temi del presente che riguardano cultura, economia e società, divenendo un think-tank di riflessione sul rapporto musica cultura e sulle trasformazioni in atto nella nostra società. In quest'ottica si inseriscono l'alleanza con TEDx Bologna, che per la prima volta si svolgerà al Teatro Comunale proprio nel quadro del Festival, nonché la significativa partnership con la Fondazione Golinelli e con roBOt.” 

L'ossatura di Bologna Modern è costituita da quattro concerti sinfonici affidati all'Orchestra del Comunale in cui saranno proposte opere significative di importanti autori della contemporaneità, tra i quali György Kurtág, Giacinto Scelsi, Toshio Hosokawa, Georg-Friedrich Haas, Friedrich Cerha, Salvatore Sciarrino, Franco Oppo, John Adams, Wolfgang Rihm e Carlos Roqué Alsina. Quest'ultimo eseguirà in prima assoluta il suo Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra (14 ottobre), commissionato dalla Regia Accademia Filarmonica di Bologna; prime esecuzioni anche per gli italiani Alberto Caprioli (15 ottobre), Paolo Perezzani (22 ottobre) e Martino Traversa (19 ottobre). Di particolare significato l'esecuzione della composizione per orchestra Nodas, di Franco Oppo, autore tra i maggiori del nostro tempo, da sempre sostenitore e animatore della vita musicale della sua Sardegna, scomparso all'inizio di quest'anno. 

I concerti sono diretti da tre interpreti di primo piano della scena internazionale della musica d'oggi: l'appuntamento inaugurale del 14 ottobre è affidato a Nikolaj Znaider, al cui fianco ci sarà una violinista di primo piano come Arabella Steinbacher per il Concerto “Alla memoria di un angelo” di Alban Berg; Marco Angius - già apprezzato al Comunale nelle recenti produzioni di opera contemporanea come Il suono giallo e Luci mie traditrici - è protagonista dei concerti del 15 e del 19 ottobre; infine a Tonino Battista - anche lui fra i maggiori specialisti italiani di questo repertorio - è affidato il concerto del 22 ottobre. 

Il programma concertistico di Bologna Modern è completato da due straordinari eventi curati dalla Fondazione Musica Insieme: il 17 ottobre - prima e unica data italiana - è in scena David Krakauer, il più grande clarinettista klezmer vivente, nonché eccellente sperimentatore delle nuove vie del clarinetto contemporaneo, a Bologna insieme con il suo gruppo Ancestral Groove; il 23 ottobre – unica data italiana del tour europeo - spazio invece al trio di all-star del nuovo jazz composto da Jack DeJohnette (batteria, pianoforte) e da due figli d'arte, Ravi Coltrane (sassofono) e Matthew Garrison (basso elettrico), reduci dalla realizzazione di “In Movement”, acclamatissimo disco per l'etichetta ECM. 

Il Festival non poteva non contenere un titolo di teatro musicale del nostro tempo: Conversazioni con Chomsky 2.0 del catanese Emanuele Casale (in scena il 20 e il 21 ottobre all’Arena del Sole) opera multimediale dedicata al dialogo con il grande linguista, filosofo, teorico della comunicazione statunitense, che ha partecipato direttamente alla realizzazione del progetto di Casale. Un'opera che pone questioni importanti sulla realtà sociale e politica del nostro tempo a testimonianza della funzione del teatro musicale nella nostra società di oggi come possibile forma di riflessione e discussione sui grandi temi della contemporaneità. La regia e i video sono di Fabio Scacchioli, la direzione d'orchestra di Yoichi Sugiyama e della straordinaria e poliedrica voce di Diana Torto. 

A chiusura del concerto del 23 ottobre del Trio DeJohnette Coltrane Garrison il foyer Respighi del Teatro Comunale ospiterà (ore 23.00-2.30) un dj-set in collaborazione con roBOt; protagonista l’eclettico musicista Henry Wu: jazzista, dj con una particolare predilezione per i dischi in vinile e la musica techno, riassorbe e rielabora funk, soul, jazz, deep house, in uno stile che rimanda a Moodymann e a George Clinton. 
Possono accedere al dj-set tutti coloro che hanno un biglietto di uno dei concerti di Bologna Modern. 

I concerti avranno luogo nella storica sala del Bibiena, la cui platea si presenta completamente rinnovata, grazie al generoso contributo di Marino e Paola Golinelli. Il grande protagonista di questa prima edizione di Bologna Modern sarà poi il suono, grazie anche alla straordinaria qualità della nuova camera acustica realizzata da "Suono Vivo", che restituirà al pubblico le inedite raffinatezze timbriche e sonore ricercate dagli autori del nostro tempo, immergendo gli ascoltatori nei paesaggi sonori contemporanei in modo ancora più affascinate e coinvolgente. Le nuove sonorità del nostro tempo potranno inoltre avvalersi dei nuovi sistemi di amplificazione del Teatro Comunale, scelti secondo i più alti standard oggi esistenti. La camera acustica e i sistemi di amplificazione e diffusione sono stati acquisiti dal Teatro Comunale grazie al determinante contributo sinergico di Alfa Wassermann. 

Il 22 ottobre dalle ore 10 alle ore 18, nell'ambito di Bologna Modern, il Comunale ospiterà la sesta edizione di TEDxBologna sul tema “Transition”, inteso come momento vitale di un processo di cambiamento e passaggio, in cui l’ingegno diventa funzionale per comprendere le nuove sfide economiche, sociali ed individuali. Come ogni anno i maggiori protagonisti del “pensare” e del “fare” racconteranno le proprie idee. Informazioni ulteriori su www.tedxbologna.com

Bologna Modern si realizza con il contributo di Marino e Paola Golinelli per la Fondazione Golinelli. 

I biglietti dei concerti (da 10 a 40 euro) e dell'opera Conversazioni con Chomsky 2.0 (da 15 a 20 euro) sono in vendita sia online sul sito www.tcbo.it sia presso la biglietteria del Teatro Comunale di Bologna. Informazioni su www.tcbo.it

La nuova platea del Comunale (foto Giovanni Bortolani)

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Venerdì 14 ottobre, Teatro Comunale, ore 20.30 
direttore Nikolaj Znaider 
pianoforte Carlos Roqué Alsina 
violino Arabella Steinbacher 
Carlos Roqué Alsina Concerto n. 2 (2014) per pianoforte e orchestra (prima assoluta) 
Commissione della Regia Accademia Filarmonica di Bologna 
Alban Berg Concerto per violino e orchestra “Alla memoria di un angelo”
Felice Mendelssohn Bartholdy Sinfonia n. 5 in Re maggiore op. 107“Riforma”

Sabato 15 ottobre, Teatro Comunale ore 20.30 
direttore Marco Angius 
György Kurtág Hommage à Takács Jenő 100 per archi (prima esecuzione italiana) 
Georg Friedrich Haas ...e finisci già?
Alberto Caprioli Ode alla luce per orchestra (prima assoluta) 
Wolfgang Rihm Verwandlung 4
Friedrich Cerha Paraphrase über den Anfang der 9. Symphonie von Beethoven

Lunedì 17 ottobre, Teatro Comunale ore 20.30 
Krakauer’s Ancestral Groove 
clarinetto, clarinetto basso David Krakauer 
chitarra elettrica Sheryl Bailey 
basso Jerome Harris 
batteria Michael Sarin 
voce, laptop, sintetizzatore Keepalive 

Mercoledì 19 ottobre, Teatro Comunale ore 20.30 
direttore Marco Angius 
Salvatore Sciarrino L'ideale lucente e le pagine rubate per archi (prima italiana) 
Martino Traversa IMAGES (prima assoluta) 
Wolfgang Rihm Nähe Fern n. 1
Karlheinz Stockhausen Formel per orchestra 

Giovedì 20, venerdì 21 ottobre, Arena del Sole ore 20.30 
Emanuele Casale Conversazioni con Chomsky 2.0
direttore Yoichi Sugiyama 
regia e video Fabio Scacchioli 
voce Diana Torto 
Nuova produzione del TCBO 

Sabato 22 ottobre, Teatro Comunale dalle ore 10 alle 18 
Sesta edizione di TEDxBologna sul tema “Transition” 
Informazioni su www.tedxbologna.com

Sabato 22 ottobre, Teatro Comunale ore 21.30 
direttore Tonino Battista 
Giacinto Scelsi Chukrum, per orchestra d’archi 
Toshio Hosokawa Meditation
Paolo Perezzani Pieghe, dilatazioni ed altre dismisure dell'Aperto per orchestra (prima assoluta) 
Franco Oppo Nodas
John Adams Common Tones in Simple Time

Domenica 23 ottobre, Teatro Comunale ore 20.30 
DeJohnette 
Coltrane 
Garrison 
batteria, pianoforte Jack DeJohnette 
sassofono Ravi Coltrane 
basso elettrico Matthew Garrison 


Domenica 23 ottobre, Teatro Comunale, foyer Respighi ore 23.30-2.30 
Henry Wo, dj-set

 


MUSICA INSIEME PER BOLOGNA MODERN

Lunedì 17 ottobre 2016 – KRAKAUER’s ANCESTRAL GROOVE

Domenica 23 ottobre 2016 – DEJOHNETTE – COLTRANE – GARRISON

L’impegno di Musica Insieme per la promozione del contemporaneo, per la ‘familiarizzazione’ del grande pubblico con quelli che sono a tutti gli effetti i suoni e i linguaggi dell’oggi, si concretizza da sempre nella proposta, accanto al repertorio consolidato, di prime esecuzioni assolute e italiane, che nell’ambito degli ormai 30 cartelloni dei Concerti di Musica Insieme hanno visto sul palco artisti e compositori che vanno da Karlheinz Stockhausen a Friedrich Gulda, da Giya Kancheli a Sofia Gubaidulina. Proprio allo scopo di divulgare la musica del XX e XXI secolo, nel 2006 abbiamo varato MICO – Musica Insieme COntemporanea, divenuta ben presto una vetrina preferenziale delle più interessanti esperienze dell’oggi. Con la scelta di programmi monografici e con commissioni, prime assolute e italiane affidate a specialisti riconosciuti del repertorio, MICO ha ospitato nelle sue undici edizioni solisti quali Giovanni Sollima o Maurizio Pollini, che con il “Progetto Nono” ha letteralmente dato il via alla I edizione della nostra rassegna, ed ancora Fazil Say e il Brodsky Quartet, Gidon Kremer e la Kremerata Baltica, o Uri Caine e il suo piano “Solitaire”, tutti artisti che dimostrano peraltro come le pagine della contemporaneità si inseriscano sempre in un contesto che ne illumina le radici storiche.

Ci anima da sempre infatti la convinzione che, se all’atto del suo nascere ogni arte è ed è stata contemporanea, la chiave del suo ascolto risiede proprio nel creare una familiarità, una quotidianità con il suo linguaggio, un discorso che vale tanto per l’ultimo film uscito nelle sale, quanto per un nuovo romanzo, quanto appunto per la nuova partitura, a pieno titolo espressione del mondo sonoro in cui siamo quotidianamente immersi.

Per questo siamo oggi al fianco del Teatro Comunale di Bologna per la I edizione di Bologna Modern, un festival che è a tutti gli effetti una novità assoluta per il panorama bolognese (e non solo): per la prima volta, una fondazione lirico-sinfonica come il Teatro Comunale di Bologna e una fondazione privata come Musica Insieme si fanno promotrici di un festival contemporaneo, che porterà al centro della nostra città, come accade nel resto d’Europa, un focus sulla nuova musica.

La scelta di Musica Insieme, votata per DNA alla cameristica e ad una visione che vuole essere quanto più ampia dei modi e dei luoghi della musica, si è quindi rivolta a due concerti dal taglio originale, potremmo dire eccentrico, con due importanti presenze, che rappresentano due sguardi ad altrettanti fondamentali linguaggi della contemporanea, in entrambi i casi trattandosi ad oggi delle uniche date italiane dei rispettivi tour nelle principali città europee.

Lunedì 17 ottobre ospiteremo sul palco del Teatro Comunale il clarinettista David Krakauer, apprezzato in tutto il mondo sia come grande virtuoso della classica, sia come innovatore in chiave funky e blues del moderno klezmer. Col progetto Krakauer’s Ancestral Groove, che vede al suo fianco una band ritmica che va dalla chitarra elettrica al basso, alla batteria, senza dimenticare l’elettronica, Krakauer è ambasciatore riconosciuto di un percorso che infrange ogni frontiera musicale: quello che fonde insieme il suono ‘ancestrale’ della tradizione popolare con le suggestioni più varie, con un’energia che va dritto al cuore. L’appuntamento finale di Bologna Modern sarà poi affidato, domenica 23 ottobre, a un trio dai nomi prestigiosi: quello che Jack DeJohnette, oggi il più acclamato batterista della scena jazz, ha creato chiamando con sé due figli d’arte come Ravi Coltrane al sassofono e Matthew Garrison al basso, per offrire un originale set fra jazz e contemporanea, che riprende da un lato la tradizione, dal grande John Coltrane ai classici, e dall’altro esplora nuove strade di un genere che ha letteralmente impregnato di sé la musica del nostro tempo.

Biglietti da 10 a 40 euro, in vendita presso la Biglietteria del Teatro Comunale di Bologna e sul circuito Vivaticket. Sconti del 20% per gli abbonati di Musica Insieme e del Teatro Comunale e per i possessori di Card Musei Metropolitani e Bologna Jazz Card. Per il concerto del 23 ottobre, sono disponibili inoltre posti di palco IV ordine a 10 euro per gli studenti di Università e Conservatorio.

Lunedì 17 ottobre 2016 ore 20.30

TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA

DAVID KRAKAUER’S ANCESTRAL GROOVE

DAVID KRAKAUER clarinetto, clarinetto basso

SHERYL BAILEY chitarra elettrica

JEROME HARRIS basso

MICHAEL SARIN batteria

KEEPALIVE voce, laptop, sintetizzatore

Debutto a Bologna, e unica data italiana per la band capeggiata dallo straordinario

clarinettista, dove il repertorio tradizionale sposa il contemporaneo e l’elettronica

Da oltre vent’anni, David Krakauer persegue una visione artistica unica nel suo genere, e si fa portatore della rivisitazione e modernizzazione della musica tradizionale dell’Europa dell’Est. Un percorso, il suo, che lo ha portato a collaborare con artisti del calibro di Fred Wesley, il Quartetto Kronos, Iva Bittova, John Zorn e Socalled. I brani che Krakauer propone riflettono tutte le sfaccettature di questo incredibile viaggio musicale di esplorazione che va da versioni frammentate del repertorio tradizionale Klezmer, a composizioni di John Zorn, dal Masada “Book of Angels”, appositamente selezionate dallo stesso Zorn per Krakauer. Non mancano brani di musica elettronica, derivanti dalle collaborazioni con Socalled e Keepalive. Sonorità che partono dal klezmer come ‘base di incanto’ per poi raggiungere il pubblico su un tappeto sonoro che travalica tutte le frontiere.

I PROTAGONISTI

Pochi artisti hanno la capacità di trasmettere il loro messaggio con un potere tale da travolgere e connettere il pubblico a livello universale. David Krakauer è uno di questi. Considerato uno dei migliori clarinettisti al mondo, viene elogiato come innovatore del moderno Klezmer così come ‘voce’ importante della musica classica. Conosciuto semplicemente come “Krakauer”, ha intrapreso un viaggio di trasformazione della musica ebraica dell’Europa Orientale in qualcosa di unicamente contemporaneo. Ha collaborato con compositori del calibro di Danny Elfman, Osvaldo Golijov, David Del Tredici, John Zorn, George Tsontakis, Mohammed Fairouz e Wlad Marhulets. Inoltre, si è esibito con rinomati quartetti d’archi come il Kronos, il Tokyo, e l’Emerson, e in veste di solista con compagini quali l’Orchestre de Lyon, l’Orquestra Sinfonica de Madrid, la Brooklyn Philharmonic, la Dresdener Philharmonie e la Detroit Symphony. La chitarra di Sheryl Bailey non ha rivali; considerata tra i primi chitarristi con ‘base bop’ ad emergere negli anni Novanta, è stata premiata al concorso “Thelonius Monk” nel 1995 ed è stata votata come stella nascente dal DownBeat nel 2013. Jerome Harris è riconosciuto a livello internazionale come uno dei più versatili e carismatici musicisti della sua generazione e vanta collaborazioni con artisti di fama mondiale: da Sonny Rollins (di cui è stato chitarrista fino al 1994) a Bob Stewart, George Russel, e tanti altri. Negli ultimi vent’anni, il batterista Michael Sarin è stato al centro della comunità jazz newyorkese, esibendosi in tutto il mondo con artisti quali Thomas Chapin, Dave Douglas, Myra Melford, Ben Allison, Erik Friedlander. Jeremy Flower, col nome d’arte di “Keepalive”, è considerato l’arma segreta del Boston Unlockedgroove Collective, uno dei primi gruppi di produttori di techno della East Coast. Fra le numerose collaborazioni, è da ricordare quella con il compositore argentino Osvaldo Golijov.

Domenica 23 ottobre 2016 ore 20.30

TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA

JACK DEJOHNETTE batteria, pianoforte

RAVI COLTRANE sassofono

MATTHEW GARRISON basso elettrico

Unica data italiana anche per il tour europeo di DeJohnette, Coltrane e Garrison,

reduci dal trionfo internazionale del loro nuovo album In Movement (ECM)

Fa un certo effetto incontrare insieme, nel programma di un concerto d’oggi, i nomi del sassofonista Ravi Coltrane e del bassista Matthew Garrison e il merito, naturalmente, è del grande batterista Jack DeJohnette. Siamo nel 1966, DeJohnette ha 24 anni ed è appena entrato in un gruppo che diventerà famoso, il quartetto (coltranianissimo…) di Charles Lloyd, nel quale per giunta nasce il sodalizio con un altro giovanotto, Keith Jarrett. Ma DeJohnette fa anche parte della nuova, determinata associazione di musicisti chicagoani, la AACM (una testimonianza “di lungo periodo” di questa affinità è l’emozionante Made in Chicago, inciso dal vivo nel 2013). Insomma, la sua figura fa da cerniera fra scuole, personalità, stagioni differenti. E dunque, chi più di lui è qualificato a riprendere, quantomeno su un piano simbolico, l’eredità spirituale che Coltrane ha lasciato interrotta con la morte improvvisa nel luglio 1967? Eppure sarebbe ingenuo attendersi da questo concerto un’attualizzazione, diciamo, di Chasin’ The Trane inciso appunto in trio sax-basso-batteria nel 1961. Ravi Coltrane e Matt Garrison (che il basso lo suona elettrico, i tempi cambiano…) sono artisti di vaglia che hanno “pagato i loro debiti” con la famiglia e con la tradizione; sanno da dove vengono ma sono anche intenzionati ad andare altrove. Oltretutto, entrambi hanno avuto in casa altri esempi importanti: Ravi, si sa, è figlio della tastierista e compositrice Alice McLeod Coltrane; Matt della danzatrice e coreografa Roberta Escamilla Garrison. Jack DeJohnette ha dunque a disposizione una tavolozza di idee pienamente originale.

I PROTAGONISTI

Il drumming di Jack DeJohnette, dotato di una tecnica straordinaria, si segnala per un notevolissimo senso del tempo, grande inventiva e capacità di improvvisazione. Nei primi anni Sessanta suona con John Coltrane e Jackie McLean, nel 1966 entra nel quartetto di Charles Lloyd, e nel 1969 Miles Davis lo chiama nel suo gruppo stellare dove incontra Keith Jarrett, che sarà suo partner di molte avventure artistiche a venire. Dal 1983 è membro stabile del trio pianistico di Jarrett, al quale alterna progetti con altri musicisti, come il sassofonista John Surman o il Trio Gateway. Nel 2006 DeJohnette pubblica Saudades con il Trio Beyond per l’etichetta tedesca ECM, un doppio live registrato durante un concerto tenuto alla Queen Elizabeth Hall di Londra. Figlio di John e Alice Coltrane, Ravi Coltrane dimostra essere all’altezza di un’eredità così importante. Vanta collaborazioni con Elvin Jones, Wallace Rooney, Steve Coleman, McCoy Tyner, e come co-leader del Saxophone Summit con Lovano e Dave Liebman. Pubblica diversi album: Moving Pictures, From the Round Box, Mad 6, In Flux, Blending Times e Translinear Light, album registrato dalla madre, Alice Coltrane, pianista, organista e arpista. Figlio del bassista di John Coltrane, Matthew Garrison nasce a New York, immerso in una comunità di musicisti, ballerini, pittori e poeti, dove inizia a studiare con il padrino, Jack DeJohnette, e il bassista Dave Holland. Frequenta il prestigioso Berklee College of Music di Boston, dove ha inizio la sua carriera professionale, e la sua lunga lista di collaborazioni: Gary Burton, Betty Carter, Lyle Mays, Herbie Hancock, Steve Coleman, Cassandra Wilson, The Gil Evans Orchestra, solo per citarne alcuni.

 


Intervento di Marino e Paola Golinelli

“Per noi è doveroso sostenere la cultura in genere, in questo caso la musica. Siamo convinti che le arti siano strumenti fondamentali per l’educazione, la formazione e la crescita degli uomini e delle donne a tutte le età, a tutte le latitudini, in tutte le culture.

Per questo, io e mia moglie Paola Pavirani abbiamo donato a titolo personale 20.000 euro per il sostegno a BOLOGNA MODERN, il festival per le musiche contemporanee, progetto del Teatro Comunale di Bologna. Altresì, sempre a titolo personale, abbiamo donato 270.000 euro per il restyling del Teatro Comunale. Il restyling, centrato sulla sostituzione di tutte le poltrone della platea, ha implicato anche una serie di interventi di aggiustamento e recupero che restituiscono al Teatro un quadro di rinnovamento complessivo.

Abbiamo deciso di intraprendere questo sostegno attraverso una forma particolare. Contestualmente alla donazione economica, infatti, abbiamo promosso la creazione di un Trust (di diritto inglese), ora nelle disponibilità del Teatro, che riteniamo possa essere in futuro un valido strumento di raccolta fondi per altre importanti iniziative del Teatro Comunale.

Il Trust è una ‘cassaforte di cristallo’: uno strumento sotto il diretto controllo del Teatro Comunale con il quale è possibile raccogliere fondi da istituzioni pubbliche e private e da cittadini. In questo modo, la donazione effettuata, oltre a essere trasparente e rendicontabile, è esclusivamente vincolata allo scopo specifico stabilito. Inoltre, qualsiasi tipo di procedura amministrativa risulterà essere veloce poiché ogni attività gestionale è in capo al Trust, senza allungamenti burocratici.

Ci auguriamo vivamente che molti altri dopo di noi si attivino per sostenere il Teatro Comunale, sapendo di poter utilizzare lo strumento del Trust e ricevere le stesse garanzie che hanno rassicurato noi.

Desideriamo infine rivolgere un pensiero alla Città Metropolitana di Bologna e al Sindaco Virginio Merola che è anche Presidente della Fondazione Teatro Comunale.

Nelle indicazioni del nuovo programma di mandato recentemente illustrato da Merola, viene rinnovato l’auspicio a una collaborazione sempre più strategica tra pubblico e privato in ambito culturale, favorendo il dialogo tra le istituzioni, le biblioteche, i musei, le fondazioni e gli operatori, in maniera diffusa sui territori.

La cultura viene così vista come elemento di rammendo e nuova tessitura di una comunità, uno strumento per favorire il dialogo tra i differenti luoghi della città, tra i differenti comparti della società, per riscoprire una rinnovata socialità, per contrastare disuguaglianze e degrado.

Anche per questo motivo l’anno scorso abbiamo sostenuto la realizzazione di bagni pubblici vicini al Teatro Comunale. Quell’intervento, che potrà essere sembrato allora estemporaneo, oggi si inquadra in un disegno complessivo di lungo periodo. Perché la domanda è: ‘Vogliamo solo un bel Comunale o vogliamo rassegnarci al degrado che regna varcata la soglia del Teatro?’. Il Comune, insieme alle istituzioni culturali e all’Università di Bologna, ha già avviato un percorso per ‘ri-accendere’ le luci su via Zamboni.

Il nostro contributo personale al Teatro Comunale è dunque da intendersi in senso più ampio: nelle nostre intenzioni è un contributo a tutta la città. Sia le periferie sia il centro hanno bisogno di una visione condivisa e di un’azione programmatica di lungo periodo.

Concludendo, se oggi siamo qui come privati cittadini, non si può dimenticare che questa nostra testimonianza si collega idealmente con quanto la Fondazioni Golinelli ha fatto e saprà fare in ambito culturale nei prossimi decenni, con l’auspicio che feconde collaborazioni progettuali fioriscano nei prossimi anni anche con la Fondazione Teatro Comunale”.

La nuova platea del Comunale (foto Giovanni Bortolani)

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