innig, intiamente, gabriella sborgi

INNIG, intimamente

Conservatorio Donizetti di Bergamo

DocentiInConcerto

INNIG - Intimamente

musiche di Hahn, Fauré, Britten, Liszt, Mahler, Berg, Webern, Weill

Gabriella Sborgi, mezzosoprano

Federico Nicoletta, pianoforte

Bergamo, sala Greppi 24 giugno 2017, ore 18:30

ingresso libero


Per il ciclo DocentiInConcerto, stagione concertistica del Conservatorio Donizetti di Bergamo, il prossimo 24 giugno alle ore 18:30 si terrà il recital Innig- Intimamente, protagonisti il mezzosoprano Gabriella Sborgi e il pianista Federico Nicoletta.

Artista nota a livello internazionale come raffinata interprete di un repertorio che spazia da Mozart al Novecento storico e alla musica contemporanea, Gabriella Sborgi è anche apprezzata insegnante ed è titolare della cattedra di canto presso il Conservatorio orobico. Nondimeno, Federico Nicoletta – che a Bergamo è docente di lettura e studio dello spartito, di tecniche di lettura estemporanea e di pianoforte – vanta un curriculum prestigioso sia in ambito concertistico, sia didattico e teatrale.

Atmosfere delicate e notturne, oniriche e introspettive si dipanano attraverso gli sguardi di alcuni fra gli autori più significativi de secondo Ottocento e della prima metà del Novecento, in un raffinato percorso di rispecchiamenti, per concludere con l’intrigante ambiguità di Kurt Weill nel musical One touch of Venus.

Il programma, omogeneo quanto cosmopolita, si dipanerà attraverso brani di raro ascolto – in alcuni casi in prima esecuzione a Bergamo – in tre diverse lingue: oltre all’inglese della produzione statunitense del tedesco Weill e del ciclo A Charm of Lullabies del britannico Benjamin Britten, autore per il quale Gabriella Sborgi e interprete italiana di riferimento, avremo infatti le melodie francesi di Reynaldo Hahn (nato in Venezuela, trasferitosi a Parigi e lì naturalizzato) e Gabriel Fauré, così come Lieder in tedesco messi in musica dall’ungherese Franz Liszt, da Gustav Mahler, nato in Boemia sotto l’impero austroungarico e vissuto prevalentemente a Vienna, da dove provengono anche Anton Webern e Alban Berg.

Il concerto, nell’ottica di un progetto culturale di ampio respiro e massima condivisione, sarà a ingresso libero.

Per informazioni: http://www.consbg.it/index.php/news/comunicazione/stagione-concertistica-2017

Seguono

 


PROGRAMMA

R. Hahn Quand la nuit n’est pas étoilée (Victor Hugo) (1900)

Puisque j’ai mis ma lèvre (Victor Hugo) (1917)

G. Fauré Au bord de l’eau, op.8 No. 1 (Sully Prudhomme) (1875)

Après un rêve, op. 7 No. 1 (Romaine Bussine) (1878)

Dans les Ruines d’une Abbaye, Op. 2 no. 1 (Victor Hugo) (1866)

Fleur jetée, op. 39 No. 2 (Armande Silvestre) (1884)

B. Britten A Charm of Lullabies, Op. 41 (1947)

I. Cradle Song (William Blake)

II. The Highland Bales (Robert Burns)

III. Sephestia’s Lullaby (Robert Greene)

IV. A Charm (Thomas Randolph)

V. The Nurse’s Song (John Philip)

____________

A.Webern Acht frühe Lieder(1901-1903), Heiter (Friedrich Nietzsche)

F. Liszt Blume und Duft, S. 324 (Friedrich Hebbel) (1862)

G. Mahler Rückert Lieder(1901), Ich atmet’ einen linden Duft,  Liebst du um Schönheit

A.Berg Jugendlieder(1901-1904) Schließe mir die Augen beide (Theodor Storm)

A.Webern Acht frühe Lieder (1901-1903) Aufblick (Richard Dehmel)

G. Mahler Lieder eines fahrenden Gesellen (1892-1893) Ich hab’ ein glühend Messer (G. Mahler)

A. Berg Jugendlieder (1901-1904)  Ich will die Fluren meiden (Friedrich Rückert)

F. Liszt Ihr Glocken von Marling, S. 328 (Emil Kuh) (1874)

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K. Weill Je ne t’aime pas (Maurice Magre) (1934)

One Touch of Venus (1944) (Ogden Nash) Speak low, I am a Stranger here myself

 


GLI AUTORI

Reynaldo Hahn (Caracas 1874 – Parigi 1947) partecipò attivamente alla vita intellettuale a artistica della Parigi a cavallo fra XIX e XX secolo: amico di Verlaine, Mallarmé e Ravel, fu legato a Marcel Proust, con il quale mantenne un sincero rapporto d’amicizia per tutta la vita. Noto soprattutto per la sensibilità poetica delle sue mélodie per canto e piano, fu anche autore di musiche sinfoniche, per il teatro (opera, operetta e balletto) e il cinema.

Gabriel Fauré (Pamiers 1845 – Parigi 1924) si formò come organista e maestro di coro con solide basi accademiche che sviluppò poi in un linguaggio affatto personale in cui si riflette la sua complessa personalità non esente da episodi di depressione. Fu rinomato didatta, oltre che critico musicale, compositore e interprete.

Benjamin Britten (Lowestoft 1913 – Aldeburgh 1976) è riconosciuto insieme con Henry Purcell come uno dei più grandi compositori britannici di tutti i tempi, noto soprattutto per la sua produzione teatrale, nella quale lui e il compagno Peter Pears (tenore primo interprete della maggior parte delle sue opere, prezioso sodale intellettuale nella scelta e nello sviluppo dei soggetti)prestarono particolare attenzione ai temi del pacifismo, dell’innocenza ferita, dell’emarginazione, dell’inconscio.

Anton Webern (Vienna 1883 – Mittersill 1945) fu uno dei primi allievi di Arnold Schoenberg e uno degli esponenti di spicco della Seconda Scuola di Vienna. Dalla Dodecafonia del suo maestro sviluppò un linguaggio personale sempre più articolato, che ispirerà profondamente le avanguardie della Scuola di Darmstadt. L’evoluzione seriale del linguaggio dodecafonico si accompagna in Webern con un’intensa vena lirica e con una spiccata sensibilità espressiva. Le sue opere furono censurate dal Nazismo.

Gustav Mahler (Kalischt 1860 – Vienna 1911), di famiglia ebrea-ashkenazita si convertirà al cattolicesimo mantenendo tuttavia nelle sue composizioni un fortissimo legame con le proprie radici. Noto in vita soprattutto come direttore d’orchestra e dirigente teatrale, nelle sue nove sinfonie (incompiuta la decima) e nella produzione cameristica e vocale si imporrà come una delle personalità più complesse e affascinanti della storia della musica.

Alban Berg (Vienna 1885 – ivi 1935) allievo di Schoenberg, sviluppò con particolare raffinatezza l’allargamento della tonalità classica fino a esiti atonali e dodecafonici. Nella sua vasta produzione vocale, cameristica e concertistica, spiccano le opere Wozzek e Lulu (incompiuta): capolavori dell’espressionismo musicale in cui gli aspetti allegorici e psicanalitici assumono un’importanza centrale. La sua musica fu censurata come “degenerata” dal Nazismo.

Kurt Weill (Dessau 1900 – New York 1950), figlio di un cantore di sinagoga e formatosi, ancorché in modo discontinuo, con prestigiosi docenti e mentori, instaura un sodalizio artistico particolarmente felice con Bertolt Brecht, con il quale realizza, tra l’altro L’opera da tre soldi e Ascesa e caduta della città di Mahagonny. Lascia la Germania con l’avvento del Nazismo. Dopo aver vissuto a Parigi e Londra, si trasferisce definitivamente a New York, dove firma numerosi musical di successo a Broadway.


I TESTI

R. Hahn(Victor Hugo)

Quand la nuit n’est pas étoilé

Quand la nuit n’est pas étoilée 
Quand la nuit n'est pas étoilée,
Viens te bercer aux flots des mers ;
Comme la mort elle est voilée,
Comme la vie ils sont amers.

L'ombre et l'abîme ont un mystère
Que nul mortel ne pénétra ;
C'est Dieu qui leur dit de se taire
Jusqu'au jour où tout parlera !

D'autres yeux de ces flots sans nombre
Ont vainement cherche le fond ;
D'autres yeux se sont emplis d'ombre
A contempler ce ciel profond.

Toi, demande au monde nocturne
De la paix pour ton cœur désert !
Demande une goutte à cette urne !
Demande un chant à ce concert !

Plane au-dessus des autres femmes,
Et laisse errer tes yeux si beaux
Entre le ciel où sont les âmes 
Et la terre où sont les tombeaux !

R. Hahn(Victor Hugo)

Puisque j’ai mis ma lèvre

Puisque j’ai mis ma lèvre à ta coupe encor pleine ;
Puisque j’ai dans tes mains posé mon front pâli ;
Puisque j’ai respiré parfois la douce haleine
De ton âme, parfum dans l’ombre enseveli ;

Puisqu’il me fut donné de t’entendre me dire
Les mots où se répand le cœur mystérieux ;
Puisque j’ai vu pleurer, puisque j’ai vu sourire
Ta bouche sur ma bouche et tes yeux sur mes yeux ;

Puisque j’ai vu briller sur ma tête ravie
Un rayon de ton astre, hélas ! voilé toujours ;
Puisque j’ai vu tomber dans l’onde de ma vie
Une feuille de rose arrachée à tes jours ;

Je puis maintenant dire aux rapides années :
- Passez ! Passez toujours ! je n’ai plus à vieillir ;
Allez-vous-en avec vos fleurs toutes fanées ;
J’ai dans l’âme une fleur que nul ne peut cueillir !

Votre aile en le heurtant ne fera rien répandre
Du vase où je m’abreuve et que j’ai bien rempli.
Mon âme a plus de feu que vous n’avez de cendre !
Mon cœur a plus d’amour que vous n’avez d’oubli ! G. Fauré (Sully Prudhomme)

Au bord de l’eau

S'asseoir tous deux au bord du flot qui passe,
  Le voir passer ;
Tous deux, s'il glisse un nuage en l'espace,
  Le voir glisser ;
À l'horizon, s'il fume un toit de chaume,
  Le voir fumer ;
Aux alentours si quelque fleur embaume,
  S'en embaumer ;

Entendre au pied du saule où l'eau murmure
  L'eau murmurer ;
Ne pas sentir, tant que ce rêve dure,
  Le temps durer ;
Mais n'apportant de passion profonde
  Qu'à s'adorer,
Sans nul souci des querelles du monde,
  Les ignorer ;
Et seuls, tous deux devant tout ce qui lasse,
  Sans se lasser,
Sentir l'amour, devant tout ce qui passe,
  Ne point passer!

G. Fauré (Romaine Bussine)

Après un rêve

Dans un sommeil que charmait ton image 
Je rêvais le bonheur, ardent mirage,
Tes yeux étaient plus doux, ta voix pure et sonore,
Tu rayonnais comme un ciel éclairé par l'aurore;

Tu m'appelais et je quittais la terre
Pour m'enfuir avec toi vers la lumière,
Les cieux pour nous entr'ouvraient leurs nues,
Splendeurs inconnues, lueurs divines entrevues,

Hélas! Hélas! triste réveil des songes
Je t'appelle, ô nuit, rends moi tes mensonges,
Reviens, reviens radieuse,
Reviens ô nuit mystérieuse!

G. Fauré (Victor Hugo)

Dans les Ruines d’une Abbaye

Seuls, tous deux, ravis, chantants,
   Comme on s'aime;
Comme on cueille le printemps
   Que Dieu sème.

Quels rires étincelants
   Dans ces ombres,
Jadis pleines de fronts blancs,
   De coeurs sombres.

On est tout frais mariés,
   On s'envoie
Les charmants cris variés
   De la joie!

Frais échos mèlés
   Au vent qui frissonne.
Gaîté que le noir couvent
   Assaisonne.

On effeuille des jasmins
   Sur la pierre.
Où l'abbesse joint les mains,
   En prière.

On se cherche, on se poursuit,
   On sent croître
Ton aube, Amour, dans la nuit
   Du vieux cloître.

On s'en va se becquetant,
   On s'adôre,
On s'embrasse à chaque instant,
   Puis encore,

Sous les piliers, les arceaux,
   Et les marbres,
C'est l'histoire des oiseaux
   Dans les arbres.

G. Fauré (Armande Silvestre)

Fleur jeteée

Emporte ma folie
     Au gré du vent,
Fleur en chantant cueillie
Et jetée en rêvant,
- Emporte ma folie
     Au gré du vent:

Comme la fleur fauchée
     Périt l'amour:
La main qui t'a touchée
Fuit ma main sans retour.
- Comme la fleur fauchée
     Périt l'amour.

Que le vent qui te sèche
     O pauvre fleur,
Tout à l'heure si fraîche
Et demain sans couleur,
- Que le vent qui te sèche,
     Sèche mon coeur!

 

B. Britten A Charm of Lullabies

 

A cradle song(William Blake)

 

Sleep, sleep, beauty bright,

Dreaming o'er the joys of night;
Sleep, sleep, in thy sleep
Little sorrows sit and weep.

Sweet babe, in thy face
Soft desires I can trace,
Secret joys and secret smiles,
Little pretty infant wiles.

[ ... ]

O! the cunning wiles that creep 
In thy little heart asleep. 
When thy little heart does wake 
Then the dreadful lightnings break, 

From thy cheek and from thy eye, 
O'er the youthful harvests nigh. 
Infant wiles and infant smiles 
Heaven and Earth of peace beguiles.

The Highland Balou(Robert Burns)

 

Hee Balou, my sweet wee Donald,
Picture o' the great Clanronald!
Brawlie kens our wanton Chief
What gat my young Highland thief.
(Hee Balou!)

Leeze me on thy bonnie craigie!
And thou live, thou'll steal a naigie,
Travel the country thro' and thro' ,
and bring hame a Carlisle cow!

Thro' the Lawlands, o'er the Border,
Weel, my babie, may thou furder!
Herry the louns o' the laigh Countrie,
Syne to the Highlands hame to me!

Sephestia's Lullaby (Robert Greene)

 

Weep not, my wanton, smile upon my knee;
When thou art old there's grief enough for thee.
      Mother's wag, pretty boy,
      Father's sorrow, father's joy;
      When thy father first did see
      Such a boy by [him]1 and me,
      He was glad, I was woe;
      Fortune changèd made him so,
      When he left his pretty boy,
      Last his sorrow, first his joy.
[ ... ]
Weep not, my wanton, smile upon my knee;
When thou art old there's grief enough for thee.
      The wanton smiled, father wept,
      Mother cried, baby leapt;
      More he crow'd, more we cried,
      Nature could not sorrow hide:
      He must go, he must kiss
      Child and mother, baby bliss,
      For he left his pretty boy,
      Father's sorrow, father's joy.
Weep not, my wanton, smile upon my knee,
When thou art old there 's grief enough for thee.

A charm (Thomas Randolph)

Quiet! 
Sleep! or I will make
Erinnys whip thee with a snake,
And cruel Rhadamanthus take
Thy body to the boiling lake,
Where fire and brimstones never slake;
Thy heart shall burn, thy head shall ache,
And ev'ry joint about thee quake;
And therefor dare not yet to wake!
Quiet, sleep!
Quiet, sleep!
Quiet!

Quiet! 
Sleep! or thou shalt see
The horrid hags of Tartary,
Whose tresses ugly serpants be,
And Cerberus shall bark at thee,
And all the Furies that are three
The worst is called Tisiphone,
Shall lash thee to eternity;
And therefor sleep thou peacefully
Quiet, sleep!
Quiet, sleep!
Quiet!

The Nurse's Song (John Phillip)

Lullaby baby,
Lullaby baby,
Thy nurse will tend thee as duly as may be.
Lullaby baby!

Be still, my sweett sweeting, no longer do cry;
Sing lullaby baby,  lullaby baby.
Let dolours be fleeting, I fancy thee, I ...
To rock and to lull thee I will not delay me.

Lullaby baby,
Lullabylabylaby baby,
Thy nurse will tend thee as duly as may be
Lullabylabylaby baby

The gods be thy shield and comfort in need!
The gods be thy shield and comfort in need!
Sing Lullaby baby, 
Lullabylaby baby

They give thee good fortune and well for to speed,
And this to desire ... I will not delay me.
This to desire ... I will not delay me.

Lullaby baby,
Lullabylaby baby,
Thy nurse will tend thee as duly as may be.
Lullabylabylabylaby baby.

A.Webern Jugendlieder

Heiter (Friedrich Nietzsche)

Mein Herz ist wie ein See so weit,
Drin lacht dein Antlitzsonnenlicht
In tiefer süßer Einsamkeit,
Wo leise Well' an Well' sich bricht.

Ist's Nacht, ist's Tag? Ich weiß es nicht,
Lacht doch auf mich so lieb und lind
Dein sonnenlichtes Angesicht
Und selig bin ich wie ein Kind.

F. Liszt (Friedrich Hebbel)

Blume und Duft

In Frühlings Heiligtume,
Wenn dir ein Duft an's Tiefste rührt,
Da suche nicht die Blume,
Der ihn ein Hauch entführt.

Der Duft läßt Ew'ges ahnen,
Von unbegrenztem Leben voll;
Die Blume kann nur mahnen,
Wie schnell sie welken soll.

G. Mahler Rückert Lieder

Ich atmet’ einen linden Duft

Ich atmet' einen linden Duft!
Im Zimmer stand
Ein Zweig der Linde,
Ein Angebinde
Von lieber Hand.
Wie lieblich war der Lindenduft!

Wie lieblich ist der Lindenduft!
Das Lindenreis
Brachst du gelinde!
Ich atme leis
Im Duft der Linde
Der Liebe linden Duft.


G. Mahler Rückert Lieder

Liebst du um Schönheit

Liebst du um Schönheit,
O nicht mich liebe! 
Liebe die Sonne,
Sie trägt ein gold'nes Haar!

Liebst du um Jugend,
O nicht mich liebe!
Liebe den Frühling,
Der jung ist jedes Jahr! 

Liebst du um Schätze,
O nicht mich liebe. 
Liebe die Meerfrau,
Sie hat viel Perlen klar.

Liebst du um Liebe,
O ja, mich liebe!
Liebe mich immer, 
Dich lieb' ich immerdar.

A. Berg Jugendlieder

Schließe mir die Augen beide (Theodor Storm)

Schließe mir die Augen beide
mit den lieben Händen zu;
geht doch alles, was ich leide,
unter deiner Hand zur Ruh.
Und wie leise sich der Schmerz
Well' um Welle schlafen leget,
wie der letzte Schlag sich reget,
füllest du mein ganzes Herz.

A.Webern Jugendlieder (1901-1904)

Aufblick (Richard Dehmel)

Über unsre Liebe hängt
eine tiefe Trauerweide.
Nacht und Schatten um uns beide.
Unsre Stirnen sind gesenkt.

Wortlos sitzen wir im Dunkeln.
Einstmals rauschte hier ein Strom,
einstmals sahn wir Sterne funkeln.

Ist denn Alles tot und trübe?
Horch: -- ein ferner Mund -- vom Dom:

Glockenchöre... Nacht ... und Liebe...

G. Mahler Lieder eines fahrenden Gesellen

Ich hab’ ein glühend Messer (G. Mahler)

Ich hab' ein glühend Messer,
Ein Messer in meiner Brust,
O weh! Das schneid't so tief
In jede Freud' und jede Lust.
Ach, was ist das für ein böser Gast!
Nimmer hält er Ruh', nimmer hält er Rast,
Nicht bei Tag, noch bei Nacht, wenn ich schlief.
O Weh!

Wenn ich in dem Himmel seh',
Seh' ich zwei blaue Augen stehn.
O Weh! Wenn ich im gelben Felde geh',
Seh' ich von fern das blonde Haar
Im Winde wehn.
O Weh!

Wenn ich aus dem Traum auffahr'
Und höre klingen ihr silbern' Lachen,
O Weh!
Ich wollt', ich läg auf der schwarzen Bahr',
Könnt' nimmer die Augen aufmachen!

A.Webern Jugendlieder (1901-1904)

Ich will die Fluren meiden (Friedrich Rückert)

Ich will die Fluren meiden
Mit meinem trüben Gram,
Daß nicht der Lenz muß scheiden,
Wo ich zu nahe kam;
Daß nicht der Quell zu springen,
Zu blüh'n der Blume Herz,
Die Nachtigall zu singen
Vergißt ob meinem Schmerz.

F. Liszt (Emil Kuh)

Ihr Glocken von Marling

Ihr Glocken von Marling, wie braust ihr so hell!
Ein wohliges Lauten, als sänge der Quell.
Ihr Glocken von Marling, ein heil'ger Gesang
Umwallet wie schützend den weltlichen Klang,
Nehmt mich in die Mitte der tönenden Flut -
Ihr Glocken von Marling, behütet mich gut!


K. Weill (Maurice Magre)

Je ne t’aime pas

Retire ta main, je ne t'aime pas
Car tu l'as voulu, tu n'es qu'un ami.
Pour d'autres sont faits le creux de tes bras
Et ton cher baiser, ta tête endormie.

Ne me parle pas, lorsque c'est le soir
Trop intimement, à voix basse même
Ne me donne pas surtout ton mouchoir :
Il renferme trop le parfum que j'aime.

Dis-moi tes amours, je ne t'aime pas
Quelle heure te fut la plus enivrante ?
Et si elle t'aimait bien, et si elle fut ingrate
En me le disant, ne sois pas charmant.

Je n'ai pas pleuré, je n'ai pas souffert
Ce n'était qu'un rêve et qu'une folie.
Il me suffira que tes yeux soient clairs
Sans regret du soir, ni mélancolie.

Il me suffira de voir ton bonheur
Il me suffira de voir ton sourire.
Conte-moi comment elle a pris ton cœur
Et même dis-moi ce qu'on ne peut dire.

Non, tais-toi plutôt... Je suis à genoux
Le feu s'est éteint, la porte est fermée
Ne demande rien, je pleure... C'est tout.
Je ne t'aime pas, ô mon bien-aimé.

K. Weill One Touch of Venus (Ogden Nash)

Speak low

Speak low when you speak, love,

Our summer day withers away
Too soon, too soon.

Speak low when you speak, love,
Our moment is swift, like shipsadrift,
We're sweptapart too soon.

Speak low, darlingspeak low,
Love is a spark lost in the dark,
Too soon, too soon,
I feel wherever I go
That tomorrow is near, tomorrow is here
And always too soon.
Time is so old and love so brief,
Love is pure gold and time a thief.
We're late darling, we're late,
The curtaindescends, ev'rything ends
Too soon, too soon,
I wait darling, I wait
Will you speak low to me,
Speak love to me and soon.

K. WeillOne Touch of Venus (1944) (Ogden Nash)

I am a Stranger here myself

Tell me is love
Still a popular suggestion,
Or merely an obsolete art?
Forgive me for asking
This simple question
I'm unfamiliar with this part
I am a stranger here myself

Why is wrong
To murmur, "I adore him!"
When it's shamefully obvious I do?
Does love embarrass him,
Or does it bore him?
I'm only waiting for my clue
I'm a stranger here myself

I dream of a day
Of a gay warm day
With my face between his hands
Have I missed the path?
Have I gone astray?
I ask and no one understands

Love me or leave me
That seems to be the question
I don't know which tactics to use
But if he should offer
A personal suggestion
How could I possibly refuse
When I'm a stanger here myself?

Please tell me
Tell a stranger
My curiousity goaded
Is there really any danger
That love his now out-moded?
I'm interested especially
In knowing why you waste it
True romance is so freshly
With what have you replaced it?
What is your latest foibal?
Is Gin Rummy more exquisite?
Is skiing more enjoyable?
For heaven's sake what is it?

I can't believe
That love has lost its glamour
That passion is really passe
If gender is just a term in grammer
How can I ever find my way?
Since I'm a stranger here myself


Il suono del silenzio

testimonianze di Gabriella Sborgi

Strano pensare a un recital e scegliere i pezzi più in base al riverberarsi del silenzio che al propagarsi dei suoni, più a ciò che viene evocato che a ciò che viene effettivamente pronunciato.

Sarà che c'è tanto rumore intorno, già tante parole.

Forse sono stata influenzata dal Peter Grimes di Benjamin Britten, opera in cui ero immersa nel momento in cui mi è stato commissionato questo concerto, opera in cui ha voce il mare e la sofferenza e i sogni del protagonista non si estrinsecano in acuti e forme chiuse, bensí in frammenti, sussurri, falsetti, echi, sottovoce. Sarà che penso a questa serata come un'esperienza di ascolto condiviso in cui ognuno, non solo chi canta, si fa strumento per far risuonare il proprio essere e la propria immaginazione.

E poi c'è la fascinazione che la musica da camera e il Novecento hanno da sempre su di me: la ricerca, il gettarsi nell'abisso per non volersi accontentare della superficie, il plasmare la vocalità secondo l'urgenza espressiva, il confondersi del torbido con la purezza, il mettere la propria umanità al servizio della poesia e la poesia al servizio dell'umanità.

Così Gabriella Sborgi introduce il senso e l’ispirazione che l’hanno portata, insieme con Federico Nicoletta, a dar forma a questo Recital, che esprime anche una sorta di sintesi di un percorso artistico che viene da lontano e guarda sempre avanti, in un’inesauribile curiosità.

Masì, diciamo che con questo concerto posso, voglio festeggiare.

Sebbene avessi già pubblicamente cantato, sugli scogli in spiaggia, con la chitarra, a scuola o in pullman con i compagni di classe, nel giugno del 1987 ho messo per la prima volta piede sul palcoscenico della American School of Milan, nei panni della protagonista Polly nel musical inglese The Boyfriend, scritto negli anni 50 e ambientato sulla Costa Azzurra degli anni 20. Fu il mio maestro di musica Larry Detwiler a scegliermi per il ruolo e a indurmi successivamente a fare laudizione per il Conservatorio di Milano. Mi fece studiare le arie antiche, ma alla fine feci lesame di ammissione con la Maddalena di Jesus Christ Superstar. Ricorderò sempre gli occhi sgranati e la mascella abbassata dei docenti in commissione quando scandii il titolo del pezzo che avevo deciso di portare.

Mi presero ma non ne fui felicissima: mi mancava lapertura mentale, linterdisciplinarità e la dimensione internazionale che avevo vissuto allASM, ma fui fortunata: in meno di tre anni ebbi modo di mettermi alla prova anche lì. Lallora direttore del Conservatorio, Marcello Abbado, incoraggiava scambi e progetti su larga scala e realizzò produzioni col Giappone, con lAlbania, con teatri e associazioni concertistiche quali i Pomeriggi Musicali, Milano Musica, la Scala, il Conservatorio di Parigi e New York. Fatto sta che nel giugno del 1989, non ancora maggiorenne, debuttai nei panni della navigata protagonista di Ascesa e Caduta della Città di Mahagonny di Kurt Weill e Bertolt Brecht, Leokadja Begbick, con la folgorante e indimenticabile regia di Virginio Puecher che lasciò unindelebile impronta nel mio codice genetico.

Da allora non ho mai smesso di muovermi turbinosamente in un intrico di autori, epoche, lingue e stili, dai Lieder di Maria Stuarda di Schumann a Stripsody, dallIncoronazione di Poppea con Ronconi al Cosi Fan Tutte con Strehler fino a Janàcek con Valčuha. Ai concorsi portavo Werther, il mio titolo francese preferito, e Dorabella, la mia amata Dorabella, birichina, appassionata, sincera, testarda e spregiudicata, attraverso la cui interpretazione ho trascorso fra le più eccitanti e istruttive esperienze della mia vita, artistica e personale. Si trattava di diventare donna e professionista.

Nel mio intimo, ancora dico grazie a quelle figure di riferimento del panorama musicale di allora come Carlo Mayer, Cesare Mazzonis, Christine Bullin dellOpera Studio di Parigi che credettero in me e sostennero i miei primi debutti. E poi, un giorno, Daniele Abbado mi chiese di affrontare con lui una sfida, di fare parte del cast di unopera di Britten, The Rape of Lucretia. Accettai. Era il 1999, e da allora continua la mia dialettica storia damore con Benjamin Britten che mi ha portato ad interpretare quasi tutte le sue opere perfino in Germania, Spagna e, per la prima volta nella storia cinese, a Pechino.

Proprio in Costa Azzurra, a Nizza, (dove si ambientava il musical della scuola americana!), con lineguagliabile Dalton Baldwin, conobbi lestasi dei flutti della musica di Hahn e Fauré, mentre fu grazie a Martha Argerich e Diego Fasolis che scoprii il Liszt vocale mistico ed eclettico dello Stabat Mater che eseguii alla RSI di Lugano in occasione del concerto di inaugurazione del Festival Argerich.

Sempre destate, invece, molti anni fa, fui avvinta da Mahler nel corso della preparazione di un concerto a Messina dedicato a Sinopoliin cui cantai i Lieder eines Fahrenden Gesellen nella versione cameristica di Schoenberg. Studiai nel soggiorno della casa al mare e, nonostante la brezza, il caldo mi sembrava incompatibile col clima di quella musica (lo sapevo, mia madre nacque a Dobbiaco e fui forgiata dalle lezioni di Quirino Principe al liceo), eppure fui spinta come da una marea irresistibile e implacabile fino agli abissi sublimi della sua musica che non mi ha più lasciato e mi ha portato lontano, fino ad eseguirla per la prima volta in Siberia, e ad approdare poi a Wagner, Webern e ai Lieder di Schoenberg, Berg, Zemlinsky che ho da poco inciso in cd.

In verità sono loro, i compositori e la loro musica ad avere inciso e tracciato solchi in me.

Tutte queste suggestioni, queste esperienze, poi come si sono concretizzate nell’organizzazione del programma del concerto?

Nell’osservare i pezzi scelti, nel lasciarli “parlare”, in controluce mi sono apparse trame, fili sottili di collegamento tra i testi, nello sviluppo emotivo, nelle immagini, tra i poeti. Nella seconda parte, così, ho deciso di rompere lo schema della sequenza per autori e ho lasciato che i brani si mettessero in ordine “da soli” come a creare un ciclo, una drammaturgia, un unico racconto che procede per assonanze poetiche, per affinità e per contrasti. Temi cari al romanticismo ricorrono transustanziati nelle armonie di questi padri del Novecento. I fiori, gli occhi, lo sguardo, il sonno, la notte, le campane … evocano e si rivelano cangianti, incerte metafore della vita e dello spirito.

Per concludere, un’ultima parola in vista di questo recital?

Ringrazio i miei folli e sensibili complici in questa avventura: la mia famiglia, Luisa Castellani, Federico Nicoletta e il Conservatorio di Bergamo, insieme a chi ha ideato e realizzato questo ciclo di concerti.

 


GABRIELLA SBORGI

mezzosoprano

 

Ricercata interprete di un vasto repertorio che spazia dal teatro mozartiano al Novecento, frequenta i teatri italiani ed internazionali collaborando con importanti direttori fra cui Mehta, Wung Chung, Benedetti Michelangeli, Bolton, Fasolis, Neschling, Noseda, Oren, Soudant, Tate, Valčuha e con musicisti quali Deutsch, Baldwin, Lucchesini, Ballista, Brunello, Filippini, Rossi e registi di rilievo come Abbado, Carsen, Curren, Dodin, Hermanis, Hytner, McVicar, Miller, Ovadia, Pelly, Ronconi, Talevi, Scaparro, Strehler. Oltre a numerose prime esecuzioni (Boccadoro, Glass, Furrer, Denisov, Bacalov, Corghi, Vacchi, Francesconi, Ustwolskaja), ha al suo attivo concerti all’ Accademia di Santa Cecilia, all’ Accademia Chigiana, al Festival di Stresa, al Festival MiTo, con l’Orchestra della Radio Svizzera, con l’Orchestra della Rai, alla Verdi di Milano, al Festival Michelangeli, agli Amici della Musica di Firenze, alla Biennale di Venezia. L’ultima incisione “Towards Verklärte Nacht” per Brilliant Classics include Lieder di Brahms, Berg, Zemlinsky, Schönberg. Tiene masterclass in Russia, Usa, Svizzera, Svezia e, in Italia, al Conservatorio Donizetti di Bergamo, al Conservatorio di Lecce, allAccademia del Cantante Attore di Torino e a Milano per il corso intensivo “Alle Radici del Canto”. Fra i suoi cavalli di battaglia, oltre alle prima esecuzioni citate, si annoverano le protagoniste femminili dei titoli di Britten, Ravel, Strawinsky, Kurt Weill, Humperdinck, Janacek, Rota, Bernstein, Menotti, i ruoli mozartiani Sesto, Dorabella, Cherubino, Annio, nella concertistica i Folksongs di Berio, i Lieder eines fahrenden Gesellen di Mahler, i Wesendonck-Lieder di Wagner.

www.gabriellasborgi.it

FEDERICO NICOLETTA

Pianista

Federico Nicoletta si è esibito da solista per il Maggio Musicale Fiorentino in un recital lisztiano, per il Teatro alla Scala (Kammermusik nr.2 di P. Hindemith), con la Filarmonica Toscanini all’auditorium Paganini di Parma (2° concerto per pf. e orch. di F. Liszt e 1° concerto per pf. e orch. di Tchaikovsky), con l’Orchestra Giovanile Italiana (1° concerto per pf. e orch. di Beethoven), al Bologna Festival (Oiseaux exotiques di Messiaen per pf. e orch.) e al Teatro Verdi di Busseto con le prime parti dell’Orchestra della Svizzera Italiana.

Nel 2006, in occasione del 150° anniversario della nascita di Giuseppe Martucci, si è esibito nel Conservatorio San Pietro a Majella alla presenza del M° Riccardo Muti, il quale ha espresso entusiastici commenti per le sue esecuzioni.

Si dedica con particolare passione al repertorio cameristico, collaborando con le prime parti delle orchestre di Teatro alla Scala, Accademia di Santa Cecilia, Opera di Roma, RAI e Teatro Regio di Torino, Orchestra della Svizzera Italiana, Berliner Philharmoniker, London Philharmonic, Opéra de Paris, New York Philharmonic, con musicisti quali C. Giuffredi, E.M. Baroni, P. Cuper, E. Daniels, E. Fagone, B. Grossi, U. Lemper, M. Marasco, R. Morales, A. Persichilli, U. Ughi, L.Vignali, A. Zemtsov, per prestigiose società concertistiche e teatri (Festival MiTo, 52° Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia, Ponchielli di Cremona, Auditorium della RTSI-Radio Svizzera Italiana di Lugano, Palazzo del Quirinale, Teatro Bibiena di Mantova).

Le sue esecuzioni sono state trasmesse da Radio3 (Obra Maestra di G. Mancuso, concerto per Biennale di Venezia, Palazzo del Quirinale). Nel 2012 ha registrato con Corrado Giuffredi ed Enrico Fagone un programma verdiano per la Televisione della Svizzera Italiana al Teatro di Busseto.

Ha collaborato come maestro sostituto per la 61ª stagione del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto nelle produzioni di Il Trovatore, La Dirindina e Pimpinone, accompagnando il Concorso Internazionale per Direttori d’Orchestra “Franco Capuana”, le masterclasses di Renato Bruson e Raina Kabaivanska, e partecipando alla tournée per Il barbiere di Siviglia in Qatar.

Diplomato con lode al Conservatorio San Pietro a Majella sotto la guida dei maestri Stefania e Massimo Bertucci, al Conservatorio di Parma col M° Pierpaolo Maurizzi e alla Scuola di Musica di Fiesole con i maestri Bruno Canino (musica da camera) e Pietro De Maria (pianoforte), è docente di pianoforte all’Istituto Musicale Superiore di Reggio Emilia e di accompagnamento pianistico agli Istituti Musicali Superiori di Lucca e Bergamo.