Carmen chiude la stagione d'opera

Leggi la recensione dello stesso spettacolo andato in scena a Brescia il 26/11/2017

Si chiude in bellezza la stagione lirica del Socialevenerdì 19 e domenica 21 gennaio, con CARMEN, che vede protagonista la donna fatale per eccellenza della storia dell’opera, qui interpretata da Na’ama Goldman, che incarnerà la sensualità della sigaraia spagnola.

Scenografie che sfruttano ampie prospettive si accompagnano alla regia di Frédéric Roels che cerca di risaltare la fragilità dei personaggi e, nel contempo, la loro veemenza, accompagnandosi a una musica che passa velocemente da situazioni di incontenibile dolcezza a concitati ritmi spagnoleggianti. A realizzare ciò, la bacchetta dell’ormai di casa Carlo Goldstein, impegnato nel trarre il meglio dall’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano.


venerdì, 19 gennaio 2018 – ore 20.30 Turno A

domenica, 21 gennaio 2018 – ore 15.30 Turno B

CARMEN

Opéra-comique in quattro quadri. Musica di Georges Bizet. Libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy, dalla novella omonima di Prosper Mérimée.

Prima rappresentazione: Parigi, Opéra-Comique, 3 marzo 1875

Carmen Na’ama Goldman

Micaëla Maria Teresa Leva

Frasquita Claudia Sasso

Mercédès Arina Alexeeva

Don José Luciano Ganci

Escamillo Zoltán Nagy

Le Dancaïre Davide Fersini

Le Remendado Roberto Covatta

Moralès Gabriele Nani

Zuniga Federico Benetti

Lillas Pastia/Un guide Alberto Branca

Direttore

Carlo Goldstein

Regia

Frédéric Roels

Scene

Bruno de Lavenère

Costumi

Lionel Lesire

Light designer

Laurent Castaingt

Coreografie

Sergio Simón

Assistente alla regia

Nathalie Gendrot

Maestro del coro Diego Maccagnola

Coro OperaLombardia

Orchestra I Pomeriggi Musicali

Coro di voci bianche Mousiké Smim Vida di Cremona

Maestro del coro voci biancheHector Raul Dominguez

Allestimento Opéra de Rouen Haute-Normandie

CoproduzioneTeatri di OperaLombardia

Maestro accompagnatore di sala

Dario Tondelli

Maestri di palcoscenico

Nicolò Rizzi, Eleonora Paolin

Maestro alle luci

Fabio Storelli

Maestro ai sovratitoli

Alberto Maggiolo/Sandro Zanon

Direttore di scena

Maria Solinas

Responsabile allestimento

Beppe Premoli

Macchinisti

Claudio Condor

Lisa Guerini

Enrico Ghiglione

Elettricisti

Igor Albini

Alberto Bonometti

Veronica Varesi Monti

Attrezzista

Roberta Pagliari

Responsabile sartoria

Maria Paolillo

Sarti

Giusy Corbani

Simone Martini

Trucco e parrucco

Claudia Bastia

Luca Oblach

Scene, attrezzeria, costumi

Opéra de Rouen-Haute Normandie

Fonica

Proservice srl, Cremona

Trasporti

Leccese, Rezzato (BS)

Coro OperaLombardia

SOPRANI

Loretta Carrieri

Claudia Ceruti

Mimma D’Avossa

Tiziana Falco

Paola Giacalone

Chiara Iaia

Manola Lecce

Myrta Montecucco

Palmira Pagliara

Anna Piroli

Alice Stefani

Samanta Tisi

MEZZOSOPRANI

Maria Bogdanowicz

Elisa Brizzolari

Tamara Cardo

Veronica Delorenzi

Isabella Di Pietro

Veronica Ghisoni

Simona Mastropasqua

Jeta Mingaj

Ilaria Molinari

Alessandra Notarnicola

Sara Palana

Irene Ripa

TENORI

Fabrizio Bosio

Marcello Cantoni

Maurizio De Valerio

Francesco Malanchin

Michele Mele

Maurizio Miglioresi

Leo Moreno

Daniele Palma

Carmine Panza

Mario Passaquindici

Fernando Pibernat

Roberto Rilievi

BARITONI e BASSI

Marco Alfredo Dernini

Riccardo Dernini

Claudio Firrigno

Gino Gobbo

Stefano Ranzi

Filippo Rotondo

Marcelo Schleier

Fabrizio Scrivanti

Gregorio Stanga

Paolo Massimo Targa

Giampaolo Varani

Luca Vianello

Orchestra I Pomeriggi Musicali

VIOLINI PRIMI

Fatlinda Thaci **

Igor Riva *

Alessandro Braga **

Cecilia Nocchi *

Laura Cuscito

Michele Buca

Sofia Villanueva

Valentina Favotto

Katia Calabrese

VIOLINI SECONDI

Lino Pietrantoni *

Mauro Rovetta

Ilaria Lanzoni

Elsa Righetti

Mario Roncuzzi

Riccardo Patrone

Alberto Berera

VIOLE

Laura Vignato *

Monica Vatrini

Francesca Turcato

Iisa Kostiainen

Luca Maggioni

Stefano Martinotti

VIOLONCELLI

Andrea Favalessa *

Silvia Cosmo

Alexander Zyumbrovsky

Ruta Tamutyte

Giovanni Gallo

CONTRABBASSI

Paolo Speziale *

Elio Rabbachin

Vincenzo Sardella

FALUTI e OTTAVINI

Pier Filippo Barbano *

Elisabetta La Licata

OBOI e CORNO INGLESE

Francesco Quaranta *

Davide Guerrieri

CLARINETTI

Marco Giani *

Giuseppe Cultraro

FAGOTTI

Sarah Ruiz *

Lorenzo Lumachi *

CORNI

Alessandro Mauri *

Massimiliano Crotta

Ambrogio Mortarino

Federica Bergamelli

TROMBE

Sergio Casesi *

Luciano Marconcini

TROMBONI

Alessandro Castelli *

Daniele Lagrutta

Stefano Bellucci

TIMPANI

Gianmaria Romanenghi

PERCUSSIONI

Paolo Tini

Antonio Scotillo

Giovanni Franco

ARPA

Donata Mattei

ISPETTORE

Alberto Cara

** spalle

* prime parti

Coro di voci bianche Mousiké Smim Vida di Cremona

Matteo Albertoni

Alice Bettoli

Agata Bonzanini

Leda Bonzanini

Marta Co’

Sofia Dominguez

Ela Gerevini

Mattia Iurianello

Caterina Madini

Martina Madini

Aurora Mancastroppa

Sarah Martelli

Serena Perrone

Ester Proserpio

Alice Quattrone

Sveva Quattrone

Ines Rancati

Nicol Russo

Roberto Salvemini

Matilde Tamburelli

Matteo Testi

Benedetta Toninelli

Diego Villa


LA TRAMA

Atto I

A Siviglia verso il 1820. Presso la manifattura di tabacchi, Moralès, capo dei dragoni, osserva l’andirivieni dei passanti. Giunge, dal suo paese di campagna, Micaëla, alla ricerca del brigadiere Don José, che non è ancora arrivato. Una grande animazione accompagna la comparsa sulla piazza delle ragazze, che escono dalla manifattura per la pausa. Solo José si mostra disinteressato alle giovani: ama Micaëla e ha promesso alla madre di sposarla. Tutti gli uomini si stringono attorno alla bella sigaraia, Carmen. Solo José le è indifferente e, per provocarlo, senza proferir parola, Carmen gli lancia un fiore. José ne è turbato. Micaëla gli consegna una lettera della madre. Grida improvvise s’odono provenire dalla manifattura. Carmen si è azzuffata con una compagna. Zuniga, tenente delle guardie, l’arresta e ordina a José di condurla in prigione. Rimasta sola con il brigadiere, la donna dà inizio alla sua opera di seduzione: gli promette amore in cambio della libertà. José, definitivamente irretito, l’aiuta a fuggire.

Atto II

Un mese è passato. Nella taverna di Lillas Pastia, Carmen attende il ritorno di Don José, che è stato imprigionato per averla lasciata fuggire. Entra il torero Escamillo, che vuole brindare con gli amici. Egli rivolge qualche frase galante a Carmen, ma il pensiero della donna è rivolto solo a José. Giunge finalmente José, uscito di prigione, ma s’ode una tromba suonare la ritirata e il brigadiere si accinge a far ritorno in caserma. Grande è allora il dispetto di Carmen, che copre di scherno l’uomo. A nulla valgono le profferte d’amore di José e solo l’improvviso sopraggiungere di Zuniga interrompe il loro litigio. Scoppia una rissa, sedata dall’intervento dei contrabbandieri, cui José si unisce, disertando l’esercito.

Atto III

La vita fra le montagne non si confà a Don José, torturato dai rimorsi. Anche il suo rapporto con Carmen non è più quello di un tempo. La zingara interroga le carte; il responso è terribile: la morte. Micaëla, nel disperato tentativo di redimere l’uomo che ama, giunge nel rifugio dei contrabbandieri incitando Don José a raggiungere la madre morente. L’uomo la segue, non senza aver prima minacciato Carmen della quale è follemente geloso.

Atto IV

Di fronte all’arena di Siviglia, il popolo acclama festante il corteo dei toreri. Anche Carmen, ora innamorata di Escamillo, è tra la folla. Celato nella confusione generale vi è anche Don José, pazzo di gelosia. La zingara affronta José, che la implora e minaccia. Ma la donna gli si nega, la sua mancanza di carattere l’ha annoiata, e in segno di disprezzo gli getta in faccia l’anello che le ha donato. A quel punto, furente e accecato dalla disperazione, José l’uccide.


THE PLOT

Act I

Corporal Moralès and the soldiers while away the time watching the passers-by, among whom is Micaela, a peasant girl from Navarre. She asks Moralès if he knows Don José, and is told that he is a corporal in another platoon expected shortly to relieve the present guard. As the guards are changed, Moralès tells José that a girl is looking for him. Lieutenant Zuniga questions Corporal José about the tobacco factory and its dangerous atmosphere. The factory bell rings and the men of Seville gather round the female workers as they return after their lunch break. When the men gather round the gypsy Carmen, she tells them love obeys no known laws. Only José pays no attention to her. Carmen throws a flower at him. Micaela returns, bringing news of José’s mother. She has sent Micaela, who lives with her, to give him a letter, suggesting that he should marry her. A fight is heard from within the factory. Carmen and one of her fellow workers quarreled, but she refuses to answer any of Zuniga’s questions, therefore is took to prison. Carmen seduces José, who agrees to help her escape. When Carmen slips away, Don José is arrested.

Act II

Carmen, Frasquita and Mercédès entertain Zuniga and other officers. Zuniga tells Carmen that José has been released this very day. A torchlight procession in honour of the bullfighter Escamillo is heard, and the officers invite him in. Escamillo then propositions Carmen, but she replies that she is engaged for the moment. He says he will wait. Carmen refuses to leave Seville, because she is in love. José’s song is heard in the distance. When Carmen is intent on seducing José, bugles are heard sounding the retreat and José must return to barracks. Though he adores him, he must obey. As he leaves, Zuniga bursts in and attacks him. Dancaïre and Remendado separate them, and put Zuniga under temporary constraint.

Act III

The gang enters with contraband and pauses for a brief rest while Dancaïre and Remendado go on a reconnaissance mission. The women turn the cards to tell their fortunes: Frasquita and Mercédès foresee rich and gallant lovers, but Carmen’s cards spell death, for her and for José. Micaela appears, saying that she fears nothing so much as meeting the woman who has turned the man she once loved into a criminal. But she hurries away in fear when a shot rings out. It is José firing at an intruder, who turns out to be Escamillo, transporting bulls to Seville. When he refers to the soldier whom Carmen once loved, José reveals himself and they fight. José is at the end of his tether. Micaela begs José to go with her to his mother, because she is dying. José promises Carmen that they will meet again. As José and Micaela leave, Escamillo is heard singing in the distance.

Act IV

Among the excited crowd cheering the bullfighters are Frasquita and Mercédès, who warn Carmen that José has been seen in the crowd. Carmen enters on Escamillo’s arm. José enters and implores her to start a new life with him. But everything between them is over. She will never give in: she was born free and free she will die. While the crowd is heard cheering Escamillo, José tries to prevent Carmen from joining her new lover. Carmen finally loses her temper, takes from her finger the ring that José once gave her, and throws it at his feet. José stabs her, and then confesses to the murder of the woman he loved.


Archivio

ci favella del tempo che fu

a cura di Sandro Zanon

CARMEN AL SOCIALE*

Stagioni di Carnevale 1887-88, 1892, 1900-01-02, 1922 e Stagione lirica straordinaria 1944

Di tutte le rappresentazioni in oggetto, non sono state reperite informazioni.1

12 e 18 febbraio 1950 (Stagione di Carnevale)

Gli artisti sono elencati senza distinzione di ruolo.

16 e 20 febbraio 1965

Direttore – Franco Patanè; Regia – Marcel Lamy

Carmen – Anna Maria Rota; Micaela – Elisabetta Fusco; Frasquita – Jeda Valtriani; Mercedes – Luciana Boni; Don José – Alfonso La Morena; Escamillo – Giulio Fioravanti; Il Dancairo – Giorgio Giorgetti; Il Remendado – Giorgio Relli; Zuniga – Silvio Maionica; Morales – Giulio Villani

24, 26 e 28 novembre 1993

Direttore – Sandro Sanna; Regia – Dario Micheli

Carmen – Elisabetta Fiorillo; Micaela – Fiorella Prandini; Frasquita – Silvia Gavarotti; Mercedes – Nicki Mazziotta; Don José – Fabio Armiliato; Escamillo – Marco Chingari; Il Dancairo – Andrea Snarski; Il Remendado – Ferrero Poggi; Zuniga – Enrico Fibrini; Morales – Gianni Vanzelli

14 e 16 dicembre 2008

Direttore – Riccardo Frizza; Regia – Ferdinando Bruni

CarmenNora Sourouzian; MicaelaDavinia Rodriguez; FrasquitaEleonora Cilli; MercedesAnnunziata Vestri; Don JoséJosé Balestrini/Mickael Spadaccini; EscamilloClaudio Sgura; Il DancairoEnrico Maria Marabelli; Il Remendado Camillo Facchino; Zuniga Ugo Guagliardo; MoralesMarcello Rosiello

L’AsLiCo ha inoltre rappresentato l’opera presso:2

Milano, Teatro Nuovo

27, 28, 30 agosto e 4 settembre 1955

Direttore – Antonio Narducci; Regia – Giuseppe Marchioro

Carmen – Marta Rose; Micaela – Pinuccia Perotti/Maria Luisa Pastorini; Frasquita – Amelia Benvenuti; Mercedes – Bianca Maria Casoni/Bianca Maria Berini; Don José – Rinaldo Pelizzoni/Giuseppe Gismondo; Escamillo – Franco Piva/Aurelio Oppicelli; Il Dancairo – Ottavio Serpo; Il Remendado – Pino Castagnoli; Zuniga – Francesco Pagliarini; Morales – Gregorio Padovan

* Se non altrimenti specificato, le rappresentazioni hanno avuto luogo presso il Teatro Sociale di Como. La cronologia è desunta dall’Archivio della Società dei Palchettisti.

1 Esse sono citate in Carolina Coduri Zerboni (a cura di), Teatro Sociale di Como. Duecento anni di storia 1813-2013, Como: 2013.

2 Giancarlo Landini, Anno per anno, l’attività dell’AsLiCo in Riccardo Allorto, I cinquant’anni dell’AsLiCo nella vita musicale di Milano, Milano: 2000.


Voluttà e perdizione. I peccati di un successo.

di Bianca De Mario

C’était une beauté étrange et sauvage, une figure qui étonnait d’abord, mais qu’on ne pouvait oublier. Ses yeux surtout avaient une expression à la fois voluptueuse et farouche que je n’ai trouvée depuis à aucun regard humain. Œil de Bohémien, œil de loup…

P. Mérimée, Carmen, 1845

Una bellezza singolare e selvaggia, lo sguardo voluttuoso e feroce. È così che Carmen apparve per la prima volta al visitatore francese nella novella di Mérimée, così doveva immaginarsela Bizet quando propose all’Opéra-Comique una composizione su questo soggetto e ancora oggi risuona in questo modo alle nostre orecchie. Selvaggia e voluttuosa. Del resto carmen in latino non significa soltanto canto, suono o canzone, ma anche profezia, incantesimo. Charme, in francese: il fascino di un nome, di un personaggio, ma anche di quello che, grazie a Bizet, è divenuto un mito.

Poco effetto ebbe quella malia al suo debutto, quel 3 marzo 1875, in cui – ironia della sorte – Bizet fu nominato per la Legion d’Onore. Le malelingue vociferavano infatti che, dopo la prima, quell’onorificenza non gli sarebbe stata certo conferita. Sebbene Camille du Locle, impresario dell’Opéra-Comique, avesse preallertato il pubblico dei benpensanti di tenersi alla larga dal teatro in occasione di quello che sarebbe stato uno spettacolo inconsueto, non furono soltanto i borghesi habitués a gridare allo scandalo. «È un delirio di nacchere, serpeggiamenti provocatori, coltellate galantemente distribuite tra i due sessi, sigarette arrostite da queste signore, ululati amorosi, balli di San Vito più osceni che voluttuosi, crisi di collera, attacchi di gelosia…», scriveva il critico de «Le Siècle» a pochi giorni dalla prima.1 Scherza invece Léon Escudier, de «L’Art Musical», dicendo che il titolo più calzante per quell’opera doveva essere L’Amour à la castagnette: «… da quando ho ascoltato Carmen, mi sembra che le orecchie, il naso e la bocca mi si siano tramutate in nacchere e funzionino solo per far schioccare quei pezzetti di legno così cari agli spagnoli!».2

Quando negli anni ’30 dell’Ottocento, l’austriaca Fanny Elssler aveva portato all’Opéra una danza di carattere spagnola con tanto di nacchere, la cachucha – pezzo forte del Diable boiteux di Jean Coralli (Il diavolo zoppo, 1836) – il suo successo era stato tale da mandare in delirio persino l’esigentissimo Théophile Gautier, poi autore del celebre Voyage en Espagne (1843). Nel 1875, tuttavia, quel fervore ispanico, dilagato nel teatro musicale francese per oltre quarant’anni, era ormai venuto a noia. Le ragioni della tiepida accoglienza riservata a Carmen non sono però da ricercare soltanto nell’ispanismo ‘démodé’ – che anzi assumerà una nuova connotazione al volgere del secolo.

Primo fra gli imputati: il soggetto. Bizet aveva già le idee molto chiare quando fu convocato dal direttore dell’Opéra-Comique, Adolphe de Leuven, per la composizione di un’opera in collaborazione con Halévy e Meilhac.3 Agli occhi di chi lo ingaggiava, tuttavia, la novella di Mérimée – pubblicata quasi trent’anni prima – era irrappresentabile: portare nel «teatro delle famiglie […] quel mondo di bassifondi, ladri, zingari e sigaraie» avrebbe significato mettere in fuga il pubblico.4 Senza contare il fatto che la protagonista veniva uccisa per mano del suo stesso amante. Dopo lunghe trattative e reticenze, inframezzate da commissioni per altri teatri, la dirigenza cedette, con la promessa che Carmen sarebbe stata «addomesticata».5 Per edulcorare l’atmosfera, zingari e briganti sarebbero stati dei personaggi da commedia, il finale tragico sarebbe stato smorzato da una festa e una parata, e un nuovo personaggio femminile, angelico e innocente – Micaëla –, sarebbe stato aggiunto a ricalibrare sul piano morale gli eccessi di Carmen. Precauzioni che evidentemente non furono sufficienti.

Quando nell’autunno del 1874 cominciarono le prove, infatti, non tutte le difficoltà erano state appianate. Pare che tutti quanti in teatro avessero voltato le spalle a Bizet: il direttore de Leuven si era dimesso; du Locle trovava orribili le musiche composte; gli orchestrali ritenevano certi passaggi troppo elaborati – lontani com’erano dalle atmosfere di Auber e Adam, a cui erano abituati; i coristi lamentavano poi la dinamicità di certe scene e fu necessario chiamare una decina di aggiunti per rinforzare le fila di soprani e contralti. Mentre per i librettisti, autori di successo, la sola preoccupazione era ormai il botteghino, gli unici appoggi su cui il compositore poté contare furono i suoi interpreti, Paul Lhérie, il primo Don José, e Célestine Galli-Marié, l’interprete di Carmen, con la quale ripensò diverse pagine della partitura – la sua habanera pare sia stata riscritta almeno 13 volte prima di giungere alla versione che conosciamo oggi, tratta dall’allora celebre canzone spagnola El arreglito di Sebastián Yradier. Entrambi i protagonisti minacciarono di rinunciare ai loro ruoli se la versione finale di Carmen, notevolmente rimaneggiata durante il periodo di prova,fosse stata in qualche modo censurata, ipotesi che del resto si ventilava ancora a poche settimane dalla prima.

All’indomani del debutto, la critica metterà sul banco degli imputati la partitura – e lo scarso pubblico alle 48 repliche inizialmente pianificate non smentirà il giudizio a caldo della stampa. Per alcuni la musica di Bizet è troppo wagneriana, per altri confusa e volgare nel suo fragore; c’è chi lo accusa di peccare di drammaticità e chi di povertà melodica. E allora perché soltanto tre mesi dopo, mentre il compositore soccombeva all’ennesimo attacco di angina, la sua Carmen aveva già conquistato Vienna e si apprestava a entrare nel repertorio di molti teatri, per divenire l’opera più rappresentata al mondo? Cosa non sentì (o non volle sentire) il pubblico parigino in quelle serate all’Opéra-Comique? Che cosa rende, insomma, Carmen quel capolavoro che oggi riconosciamo?

Il poeta Théodore de Banville, autore di una delle pochissime recensioni favorevoli all’opera, era stato forse il primo a individuare un aspetto fondamentale nella creazione di Bizet: Carmen non come un’opera di fantocci, ma di «uomini e donne in carne e ossa», per i quali l’orchestra diviene strumento «creativo e poetico».6 E per quanto ancora oggi si fatichi a ricostruire la versione più vicina alle intenzioni di Bizet, non sarà difficile intuire quali siano stati i momenti più folgoranti, quelli in cui la musica interpreta per noi le passioni dei personaggi tanto da renderli così umani.

La sensualità disarmante di Carmen emerge dal contrasto con Micaëla, il personaggio femminile che si fa spazio nella prima scena, tra il coro dei bambini e i soldati. Il suo passo timido ed esitante è tradotto musicalmente dagli archi, e non bastano le lusinghe di Moralès a trattenerla sino all’arrivo di Don José. Il suo rientro avverrà solo dopo l’habanera, quando Carmen ha già gettato il fiore ai piedi di un esterrefatto José che, con Micaëla, si trova ora dinnanzi all’immagine del proprio passato. Nel duetto «Parle-moi de ma mère!», attraverso un lirismo alla Gounod, la fanciulla mette in luce non soltanto la sua dolcezza, ma il suo attaccamento a quei valori che presto verranno sconvolti. E nonostante lo stesso José ceda al ricordo nostalgico della madre e del paesello, avvertiamo già, su una lugubre dissonanza degli ottoni, il principio di quel turbamento che lo porterà a un’irreversibile trasformazione («Qui sait de quel démon j’allais être la proie»). Nel finale del terzo atto, quando Micaëla irrompe nel quartier generale dei contrabbandieri, supplicando José di tornare a casa dalla madre morente, il distacco tra i due è ormai insanabile: sebbene egli accetti di partire, l’ultimo verso è per Carmen («Sois contente, je pars, mais nous nous reverrons») sul funesto ‘tema del destino’ – già sentito nel Preludio dell’opera – mentre fuori scena lo scanzonato motivo del Toréador risuona beffardo. Anche Escamillo, la cui presenza musicale si esaurisce in maniera piuttosto elementare, ha, come Micaëla, la funzione di far emergere il suo rivale in amore, amplificando ulteriormente lo scontro intrinseco al dramma, quello tra Don José e Carmen.

Un’opposizione che, a ben vedere, si risolve in un’unica differenza: mentre l’uno cambia, giungendo a rinnegare non solo la propria professione e i propri valori, ma persino la propria identità, l’altra rimane perfettamente uguale a se stessa dall’inizio alla fine dell’opera. Tale immobilità, quasi paradossalmente, è data dal suo senso spasmodico di libertà: come lei stessa dice, «Carmen è nata libera e libera morirà». Ecco la ragione per cui il suo canto usa espedienti musicali esotici (la seguidilla «Près des remparts de Séville»), materiali preesistenti (l’habanera di Yradier) e ritmi trascinanti che spingono al movimento (la chanson bohème «Les triangles des sistres tintaient»): la sua musica è spavalda, fisica e carnale, quasi mai lirica e intimista come avviene invece per José o Micaëla. Quando accade che il personaggio di Carmen guardi per un attimo alla propria interiorità, ci troviamo di fronte a una sconcertate mise en abyme. Basti pensare al Trio delle carte con Frasquita e Mercédès: la grazia di queste due Parche zingaresche lascia presto spazio ai toni lugubri con cui Carmen si impossessa del mazzo. Vibra il ‘tema del destino’, quando i tarocchi svelano l’immagine della doppia morte e la donna attacca un arioso grave, lento e trascinato, in cui si percepisce chiaramente la vertigine sull’orlo dell’abisso, per ora evitato grazie alla leggerezza riportata dalle gitane.

Quell’abisso ritornerà alla fine dell’opera, intrecciato agli eccessi della Corrida e, indomabile, Carmen lo affronta, non quale esempio di donna emancipata – tema su cui a lungo si è discusso – piuttosto come esempio di coerenza verso la propria indole, natura e anche cultura.7 E quella morte che per un momento, davanti alle carte, aveva temuto, sembra ora più dolorosa per il suo carnefice che non per lei. La pena infatti, per quello che oggi potremmo leggere come un efferato femminicidio e per un Don José in fondo assolto dalla musica di Bizet, sarà la vita. Persa la sua «Carmen adorée», Don José dovrà fare i conti con un uomo che, più di tutto il resto, ha perduto se stesso.

1# La recensione, di Oscar Commettant, è riportata anche da Mario Bois, La trilogie de Seville. Don Juan, Figaro, Carmen, Paris: Marval, 1999, p. 165. La traduzione è mia.

2# Ibidem, p. 166.

3# Ludovic Halévy e Henri Meilhac sono gli autori rispettivamente dei versi e di quei dialoghi in prosa poi riscritti, tagliati e dispersi nei successivi adattamenti di Carmen da opéra-comique a grand-opéra, con i recitativi inseriti da Ernest Guiraud.

4# Il commento è di du Locle. L’episodio è riportato da Susan McClary, Georges Bizet. Carmen, ed. it. a cura di Annamaria Cecconi, Milano: Rugginenti, 2007, p. 23.

5# Sono di questi anni le musiche di scena per L’Arlesienne di Alphonse Daudet (Théâtre du Vaudeville, 1872) e il Don Rodrigue di Louis Gallet ed Edouard Blau (progetto per l’Opéra, poi abortito).

6# Per un approfondimento della rassegna stampa, si veda Winton Dean, Bizet, Torino: EDT, 1980.

7# Si veda in proposito S. McClary, op. cit.e l’approfondimento di Antonio Rostagno in Carmen di Georges Bizet, Milano: Teatro alla Scala, 2009, pp. 88-91.


Libre elle est née et libre elle mourra!

di Carlo Goldstein

La piazza prende vita: ci sono militari, donne e bambini; una ragazza viene a cercare un soldato e le sigaraie a fine turno escono a far bella mostra di sé. C’è miseria ma in fondo c’è armonia e ognuno ha un ruolo definito; ogni cosa procede come deve procedere e tutti sanno chi sono.

A un tratto però arriva LEI: arriva Carmen!

È l’arrivo di un cataclisma, di un’energia incontrollabile che destabilizza tutto e tutti. In uno degli ingressi più perfetti della storia del teatro svanisce d’improvviso l’eleganza francese delle prime scene e si materializza di fronte ai nostri occhi qualcosa di inedito. Incorniciata dalle due maggiori dissonanze del nostro sistema musicale – una nona prima delle parole del coro «Mais nous ne voyons pas la Carmencita!» e una quartaeccedente (che gli antichi chiamavano diabolus in musica) sulle parole di Carmen «c’est certain!» – si fa strada la protagonista. Prima tutti cantavano in battere, ora lei canta in levare: il ritmo, prima un cullante 6/8, adesso si frange in sincopi continue e anche l’ostinato ritmo di habanera appare sospeso tra seduzione e minaccia.

Carmen non è come gli altri vorrebbero che fosse; Carmen non fa e non farà quello che gli altri si aspettano che faccia; Carmen anzi è un prisma drammatico passando attraverso il quale tutti gli altri vedranno stravolto il proprio destino.

La parola più pronunciata in assoluto nel corso dell’opera è proprio «Carmen»: il nome della protagonista è sulla bocca di tutti e tutti ricevono un po’ alla volta una nuova identità in virtù del rapporto che instaureranno con lei.

Carmen non è né buona né cattiva; al contrario di Don José non ha una famiglia, non ha passato e nessuno la attende lontano da qualche parte. Non sappiamo niente di lei se non quello che ci dice ella stessa: Carmen ama la libertà più di ogni cosa.

Carmen è la Libertà e Bizet la celebra in tutti i suoi aspetti, anche i più ambigui e problematici: l’uccello inafferrabile dell’Amore è la metafora d’apertura, la seduzione della seguidilla, che costringe l’ingenuo a delinquere, è la libertà di sé che prevarica l’altro; il Finale secondo è l’apoteosi collettiva di un ideale e, dalla drammatica Aria della carte nel terzo atto fino alla scena finale, Carmen si mostra libera anche di fronte alla morte: libera di guardarla negli occhi, libera nell’affrontarla senza esitazioni.

Bizet porta l’opéra-comique nel teatro universale: il teatro di genere si trasfigura, la commedia e la tragedia si fondono con avvincente antiretorica e delineano un nuovo tipo di donna. Una donna contemporanea: indomita nel suo anelito alla vita, complessa nei sentimenti, insofferente a pressioni e pregiudizi. Una donna libera oltre ogni limite possibile.


Fragilità e violenza

di Frédéric Roels

Eroi vulnerabili

Si sono viste di frequente (quasi sempre) Carmencite forti, arroganti, seduttrici, manipolatrici, incarnazioni affascinanti dell’animale femminile. Ci si dimentica tuttavia una cosa: che la violenza, reale, estrema, del personaggio non può essere altro se non il riflesso di una fragilità altrettanto estrema. È proprio durante una situazione di pericolo che l’animale diventa più aggressivo. Carmen non è una giocatrice; ella è sinceramente, fortemente innamorata di José, ma sa, senza ombra di dubbio ed in ragione di un passato affettivo tormentato, che per lei l’amore costituisce un pericolo. Se la passione di José nei suoi confronti non è totale ed infallibile, Carmen rischia di rimanere ferita. Così lo mette alla prova: «José, mi seguirai fino alla fine?»; la risposta è deludente: lui la seguirà, certo, fino ad un certo punto, ma non fino alla fine. La vigliaccheria di José provoca una risposta immediata e terribile da parte di Carmen: «Se tu non mi ami fino alla fine, io non prometto di aiutarti e, anzi, mi lascerò sedurre da un altro uomo, da un torero». Carmen non ama Escamillo, ma lui le offre la sua protezione, il suo personaggio (quasi esagerato) di maschio che uccide la bestia, è rassicurante. L’amore dunque non viene davvero annientato, ma solo accantonato.

Di Don José, di cui si è spesso rappresentata la stupidità, di questo giovane soldato che si innamora della straniera, frequentemente si dimentica la violenza e di conseguenza la sua fragilità. Egli è entrato nell’esercito perché ha dovuto abbandonare il suo paese dopo una lite. È stato condannato dalla propria madre, che è ora pronta a perdonarlo; non si tratta propriamente di un figlio modello, ma di un cattivo ragazzo in fase di riscatto. Il desiderio verso Carmen per lui non costituisce soltanto la tentazione verso qualcosa di estraneo, di sconosciuto, quanto piuttosto la ricaduta in un mondo di marginalità, in un’esistenza da fuorilegge. In questo senso si legge l’esitazione di José nell’accompagnare Carmen dai contrabbandieri.

Micaëla è tutta amore nei confronti di Don José, che sogna addirittura di sposare. Si tratta di un amore comprensibile, fraterno, quasi gemellare, un amore inseparabile; si tratta di un sentimento diverso da quello di Carmen. Micaëla è giovane, ma non è una bambina; è una giovane donna di diciassette anni, che ha il coraggio di percorrere la distanza che separa il suo villaggio dalla città (dieci miglia) per andare a cercare José. Ella ha anche il coraggio di superare le proprie enormi paure, nella notte piena di pericoli, per raggiungere il campo dei contrabbandieri e, di nuovo, cercare di recuperare José. «Dico che nulla mi spaventa»… ma Micaëla è in realtà spaventata da tutto. Cosa importa? Il suo amore è molto più forte della paura. Ma non esiste soltanto la paura, c’è anche l’odio – selvaggio – che prova nei confronti di Carmen, con la quale attende un confronto violento (che non teme affatto). Micaëla è giovane, ma non è certo sprovveduta.

Quanto ad Escamillo, che fa acrobazie e sfila accompagnato da un scorta, potrebbe essere una caricatura, un archetipo d’uomo forte e poco interessante. Se non fosse impegnato nella corrida, anche lui (come Micaëla) supererebbe la sua paura (probabilmente simile) e attraverserebbe la notte pericolosa per recuperare colei di cui è veramente innamorato. L’uomo rivela a sua volta una parte di femminilità, di fragilità, e il suo percorso si unisce, in uno strano parallelismo, a quello di Micaëla.

Un mondo di terrore, un mondo di caos

Tutta questa paura individuale che abita in ciascun personaggio può esistere soltanto all’interno di un mondo che coltiva la paura collettiva: un mondo di terrore, un mondo di dittatura. Le prime due scene dell’opera ci descrivono il potere del terrore mantenuto da una guarnigione militare che si annoia e che non si fa scrupoli; la povera Micaëla sfugge infatti allo stupro di gruppo per miracolo. Inoltre la scena dei ragazzini, così musicalmente affine a quella appena citata, ci offre lo spettacolo dei bambini-soldati, i quali organizzano il loro personale mondo di violenza copiando quello degli adulti. Questo è anche un mondo industriale: l’unico edificio menzionato è una fabbrica di tabacco, luogo in cui le condizioni lavorative sono probabilmente molto dure (fa così caldo che le ragazze si spogliano) e che si presta a diventare, anch’esso, campo di battaglia: è questo il luogo di una seria lite tra Carmen e una sua collega, che sfocia nel conflitto armato.

Di fronte al mondo del terrore, della legge intollerabile in quanto arbitraria, troviamo sicuramente un altro mondo, quello del contrabbando, dei fuorilegge, di coloro che non possono sopravvivere se non come emarginati. L’opposizione tra i due mondi è forte: l’ordine e l’anarchia, il giorno e la notte. C’è il buco nel muro attraverso il quale si giunge in città, c’è la struttura che costituisce la taverna di Lillas Pastia, dalla quale i soldati devono essere cacciati per permettere l’ingresso del contrabbandiere. E come sempre ci sono i traditori: soldati che sono pronti a compromettersi per accaparrarsi qualche merce di contrabbando, guardie che si lascerebbero corrompere per aprire un passaggio, guide che si fingerebbero contrabbandieri per portare Micaëla dai banditi.

Sotto una prospettiva spaziale la dicotomia è netta: lo spazio della città è chiuso e protetto ‘sulla piazza’, mentre quello del contrabbando è aperto e i suoi confini non sono definiti. Il primo spazio è diurno, il secondo notturno. Tra i due si staglia una solida fortificazione con poche aperture sorvegliate. Soltanto la taverna di Lillas Pastia gode di uno statuto a parte: quello di una zona franca tra i due mondi, di una linea sfocata tra la zona della legalità e quella dell’illegalità; si tratta anche di uno spazio crepuscolare, al confine tra il giorno e la notte.

Un tempo scomodo

Le indicazioni temporali sono rare e vaghe all’interno dell’opera; sembra che né la cronologia precisa, né la situazione storica abbiano molta importanza. I personaggi, con le loro contraddizioni e i loro dilemmi, fuggono alla pressione aggiuntiva che può esercitare il tempo che passa. Carmen esige dai suoi innamorati una passione totale, che si rifiuta di misurare in termini di durata: se qualche giorno o qualche settimana dopo la relazione amorosa dovesse trovare un altro amante, avrà già dimenticato completamente l’intensità del precedente amore e non saprà più nemmeno quanto tempo sia durato. Don José rimane in esilio per un po’ di tempo. Quanto tempo? Poco importa. Il ricordo di sua madre sembra lontano, ma non è quantificato.

Metà del primo atto è pesante per la non-azione: si tratta di un tempo inaccessibile. È per ‘ammazzare il tempo’ che i soldati osservano le passanti e si permettono comportamenti deplorevoli. Gli unici ritmi imposti alle giornate sono quello del cambio della guardia e quello dell’uscita dalla fabbrica. La storia comincerà davvero quando Carmen lancerà il fiore a Don José: fiore che esiste soprattutto in virtù del suo profumo e che resterà presente per tutta la vicenda, anche quando sarà ormai secco, segno che i personaggi sfidano il potere che il tempo ha sull’esistenza.

Il tempo che Don José trascorre in prigione è a malapena evocato (un mese, secondo una risposta di Zuniga). L’incontro che Carmen ha fissato a Don José presso Lillas Pastia si è svolto un giorno o due dopo la fuga di Carmen, probabilmente un mese prima che essi si ritrovino realmente; eppure essi si ritrovano, come se l’incontro avesse avuto luogo. Il momento dell’uscita di prigione di Don José è oggetto di fraintendimento (ieri secondo Zuniga, due ore prima secondo José) e fa nascere già un dubbio in Carmen circa la fiducia che può o meno avere nei confronti del proprio innamorato; ogni indicazione temporale imprecisa fa nascere un dubbio. All’ascolto dell’opera questa mancanza di punti di riferimento genera nel migliore dei casi un sentimento di mistero, nel peggiore un vero e proprio disagio.

Un mondo di frivolezza

L’assenza di indicazioni temporali è collegata all’idea della festa, elemento onnipresente (si palesa con forza nella scena seconda del terzo atto). La corrida è una festa popolare che riconcilia e invita a dimenticare ogni cosa. Eppure essa è anche e innanzitutto una consacrazione della violenza, della morte organizzata, ma che tuttavia viene vissuta con gioia, con una leggerezza che contamina l’intera opera.

La dichiarazione d’amore pubblica di Carmen a Don José è una danza, una havanaise.1 Ed è ancora grazie alla danza che ella riesce ad incantarlo fino al punto di farsi liberare; è infine grazie alla danza che riesce a farlo uscire di prigione. Si tratta di una sorta di ebrezza del corpo, che si libera delle sue costrizioni sociali per rivendicare la propria libertà.

La leggerezza musicale si coglie in vari momenti che in linea di massima sarebbero molto seri, come l’episodio della frode della merce nell’atto II: «quanto al doganiere, è affar nostro»; o ancora l’aria delle carte, che predice addirittura l’epilogo tragico della vicenda di Carmen. La leggerezza e la frivolezza sono ovunque: è probabile che se si affrontasse il mondo in modo serio, semplicemente non si potrebbe più davvero vivere.

Si può vivere con leggerezza, ma bisogna fare attenzione. Leggerezza nella danza, leggerezza nel riso, leggerezza nel gioco delle carte. Una leggerezza che guarda continuamente la morte, che gioca con essa, una leggerezza che è in definitiva un’espressione esplicita della fragilità. E così si ritorna al punto di partenza.

1# L’aria più celebre della partitura deriva dalla cultura cubana, senza rapporto diretto con la cornice sivigliana dell’intreccio. 


 

CARMEN

Opéra-comique in 4 atti. Musica di Georges Bizet. Libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy dalla novella omonima di Prosper Mérimée.

Prima rappresentazione: Parigi, Opéra-Comique, 3 marzo 1875

Personaggi

Carmen, zingara mezzosoprano

MicaEla, contadina soprano

Frasquita, zingara soprano

Mercédès, zingara mezzosoprano

Don JosÉ, brigadiere tenore

Escamillo, toreador baritono

IL DancaIrO, contrabbandiere baritono

IL Remendado, contrabbandiere tenore

MoralEs, brigadiere baritono

Zuniga, tenente basso

Uno zingaro basso

Una venditrice di arance contralto

LilLas Pastia, locandiere voce recitante

Una guida voce recitante

Coro

Ufficiali, dragoni, monelli, sigaraie, zingare, zingari, contrabbandieri, venditori ambulanti

Spagna, vicino Siviglia, intorno al 1820.

 

 

Acte premier

Une place, à Séville. À droite, la porte de la manufacture de tabac. Au fond, face au public, pont praticable traversant la scène dans toute son étendue. De la scène on arrive à ce pont par un escalier tournant qui fait sa révolution à droite au-dessus de la porte de la manufacture de tabac. Le dessous du pont est praticable. À gauche, au premier plan, le corps de garde. Devant le corps de garde, une petite galerie couverte, exhaussée de deux ou trois marches; près du corps de garde, dans un râtelier, les lances des dragons avec leurs banderolles jaunes et rouges.

Scène I

Moralès, Micaëla, Soldats, Passants.

Au lever du rideau, une quinzaine de soldats (Dragons du régiment d'Alcala), sont groupés devant le corps-de-garde. Les uns assis et fumant, les autres accoudés sur le balustrade de la galerie. Mouvement de passants sur la place. Des gens pressés, affairés, vont, viennent, se rencontrent, se saluent, se bousculent, etc.

CHŒUR des SOLDATS

Sur la place

chacun passe,

chacun vient, chacun va;

Drôles de gens que ces gens-là!

Drôles de gens! Drôles de gens!

MORALÈS(avec nonchalance)

À la porte du corps de garde,

pour tuer le temps,

on fume, on jase, l'on regarde

passer les passants.

Sur la place

chacun passe,

chacun vient, chacun va;

CHŒUR

Sur la place

chacun passe,

chacun vient, chacun va;

Drôles de gens que ces gens-là!

Drôles de gens! Drôles de gens!

MORALÈS

Drôles de gens! Drôles de gens!

(Depuis quelques minutes Micaëla est entrée. Jupe bleue nattes tombant sur les épaules, hésitante, embarrassée, elle regarde les soldats avance, recule, etc.)

MORALÈS (aux soldats)

Regardez donc cette petite

qui semble vouloir nous parler…

Voyez! voyez!… elle tourne… elle hésite…

CHŒUR

À son secours il faut aller!

MORALÈS (à Micaëla, galamment)

Que cherchez-vous, la belle?

MICAËLA(simplement)

Moi, je cherche un brigadier.

MORALÈS (avec emphase)

Je suis là…

Voilà!

Micaëla

Mon brigadier, à moi, s'appelle

Don José… le connaissez-vous?

MORALÈS

Don José? Nous le connaissons tous.

MICAËLA (avec joie)

Vraiment! est-il avec vous, je vous prie?

MORALÈS (avec élegance)

Il n'est pas brigadier dans notre compagnie.

MICAËLA (désappointée)

Alors, il n'est pas là.

MORALÈS

Non, ma charmante, il n'est pas là.

Mais tout à l'heure il y sera,

oui, tout à l'heure il y sera.

Il y sera quand la garde montante

remplacera la garde descendante.

MORALÈS, CHŒUR

Il y sera quand la garde montante

remplacera la garde descendante.

MORALÈS (très galant)

Mais en attendant qu'il vienne,

voulez-vous, la belle enfant,

voulez-vous prendre la peine

d'entrer chez nous un instant?

Micaëla
Chez vous?

MORALÈS, CHŒUR

Chez nous!

MICAËLA (finement)

Non pas, non pas,

grand merci, messieurs les soldats.

MORALÈS

Entrez sans crainte, mignonne,

je vous promets qu'on aura,

pour votre chère personne,

tous les égards qu'il faudra.

Micaëla

Je n'en doute pas, cependant

je reviendrai, je reviendrai, c'est plus prudent!

Je reviendrai quand la garde montante

remplacera la garde descendante.

MORALÈS, CHŒUR

Il faut rester, car la garde montante

va remplacer la garde descendante.

MORALES (retenant Micaëla)

Vous resterez!

MICAËLA (cherchant à se dégager)

Non pas, non pas!

MORALÈS, CHŒUR

Vous resterez!

Micaëla

Non pas, non pas!

Au revoir, messieurs les soldats!

(elle s'échappe et se sauve en courant)

MORALÈS

L'oiseau s'envole…

on s'en console!…

Reprenons notre passe-temps

et regardons passer les gens!

CHŒUR

Sur la place

chacun passe,

chacun vient, chacun va;

Drôles de gens que ces gens-là!

Drôles de gens! Drôles de gens!

 

(Le mouvement des passants qui avait cessé pendant la scène de Micaëla a repris avec une certaine animation. Parmi les gens qui vont et viennent, un vieux monsieur donnant le bras à une jeune dame. Le vieux monsieur voudrait continuer sa promenade, mais la jeune dame fait tout ce qu'elle peut pour le retenir sur la place. Elle paraît émue, inquiète. Elle regarde à droite, à gauche. Elle attend quelqu'un et ce quelqu'un ne vient pas. Cette pantomime doit cadrer très-exactement avec le couplet suivant.)

MORALÈS (presque parlé)

Attention! chut! taisons-nous!

Voici venir un vieil époux

oeil soupçonneux! mine jalouse!

Il tient au bras sa jeune épouse…

L'amant, sans doute, n'est pas loin,

il va sortir de quelque coin!

(en ce moment un jeune homme entre rapidement sur la place)

Ah! ah! ah! ah!

Le voilà!

Voyons, voyons comment ça tournera.

(Le second couplet continue et s'adapte fidèlement à la scène mimée par les trois personnages. Le jeune homme s'approche du vieux monsieur et de la jeune dame, salue et échange quelques mots à voix basse.)

MORALÈS (imitant le salut empressé de jeune homme)

Vous trouver ici, quel bonheur!

(prenant l'air rechigné du vieux mari)

Je suis bien votre serviteur!

(reprenant l'air du jeune homme)

Il salue, il parle avec grâce,

(puis l'air du vieux mari)

le vieux mari fait la grimace,

(imitant les mines souriantes de la dame)

mais d'un air très encourageant

la dame accueille le galant.

(Le jeune homme à ce moment tire de sa poche un billet qu'il fait voir à la dame. Le mari, la femme et le galant font tous les trois très lentement un petit tour sur la place. Le jeune homme cherchant à remettre son billet doux à la dame.)

MORALÈS

Ils font ensemble quelques pas…

Notre amoureux, tendant le bras,

fait voir au mari quelque chose…

Et le mari, toujours morose,

regarde en l'air… Le tour est fait! Le tour est fait!

Car la dame a pris le billet!

(Le jeune homme, d'une main, montre quelque chose en l'air au vieux monsieur et, de l'autre, passe le billet à la dame)

Et voilà! Et voilà! ah! ah!

On voit comment ça tournera!

CHŒUR

Et voilà! Et voilà! ah! ah!

On voit comment ça tournera!

(On entend au loin, très au loin, une marche militaire, clairons et fifres. C'est la garde montante qui arrive. Le vieux monsieur et le jeune homme échangent une cordiale poignée de main. Salut respectueux du jeune homme à la dame. Un officier sort du poste. Les soldats du poste vont prendre leurs lances et se rangent en ligne devant le corps de garde. Les passants à droite forment un groupe pour assister à la parade. La marche militaire se rapproche, se rapproche. La garde montante débouche enfin venant de la gauche et traverse le pont. Deux clairons et deux fifres d'abord. Puis une bande de petits gamins qui s'efforcent de faire de grandes enjambées pour marcher au pas des dragons. Derrière les enfants, le lieutenant Zuniga et le brigadier Don José, puis les dragons avec leurs lances.)

 

 

Scène II

Les mêmes, Don José, Le lieutenant.
 

CHŒUR des Gamins

Avec la garde montante

nous arrivons, nous voilà!

Sonne, trompette éclatante!

Ta ra ta ta ta ra ta ta.

Nous marchons, la tête haute

comme de petits soldats,

marquant, sans faire de faute,

une, deux, marquant le pas.

Les épaules en arrière

et la poitrine en dehors,

les bras de cette manière,

tombant tout le long du corps.

Avec la garde montante

nous arrivons, nous voilà!

Sonne, trompette éclatante!

Ta ra ta ta ta ra ta ta.

Nous marchons, la tête haute

comme de petits soldats,

marquant, sans faire de faute,

une, deux, marquant le pas.

Les épaules en arrière

et la poitrine en dehors,

les bras de cette manière,

tombant tout le long du corps.

Nous arrivons! Nous voilà!

Ta ra ta ta ra ta ta.

(La garde montante va se ranger à droite en face de la garde descendante. Dès que les petits gamins qui se sont arrêtés à droite devant les curieux ont fini de chanter, les officiers se saluent de l'épée et se mettent à causer à voix basse. On relève les sentinelles.)

MORALÈS (à Don José)

Il y a une jolie fille qui est venue te demander.

Elle a dit qu'elle reviendrait…

JosÉ

Une jolie fille?

MORALÈS

Oui, et gentiment habillée: une jupe bleue,

des nattes tombant sur les épaules…

JosÉ

C'est Micaëla! Ce ne peut être que Micaëla.

MORALÈS

Elle n'a pas dit son nom.

(Les factionnaires sont relevés. Sonneries des clairons. La garde descendante passe devant la garde montante. Les gamins en troupe reprennent derrière les clairons et les fifres de la garde descendante la place qu'ils occupaient derrière les tambours et les fifres de la garde montante.)

CHŒUR des gamins

Et la garde descendante

rentre chez elle et s'en va.

Sonne, trompette éclatante!

Ta ra ta ta ta ra ta ta.

Nous marchons, la tête haute

comme de petits soldats,

marquant, sans faire de faute,

une, deux, marquant le pas.

Ta ra ta ta ta ra ta ta, etc.

(Soldats, gamins, et curieux s'éloignent par le fond; chœur, fifres et clairons vont diminuant. L'officier de la garde montante, pendant ce temps, passe silencieusement l'inspection de ses hommes. Quand le chœur des gamins et les fifres ont cessé de se faire entendre, le lieutenant dit «Présentez lances… Haut lance. Rompez les rangs». Les dragons vont tous déposer leurs lances dans le râtelier, puis ils rentrent dans le corps de garde. Don José et Zuniga restent seuls en scène.)

Scène III

Zuniga, Don José

ZUNIGA

Brigadier?

JosÉ (se levant)

Mon lieutenant.

ZUNIGA

Qu'est-ce que c'est que ce grand bâtiment?

JosÉ

C'est la manufacture de tabacs…

ZUNIGA

Ce sont des femmes qui travaillent là?…

JosÉ

Oui, mon lieutenant. Elles n’y sont pas maintenant; tout à l’heure, après leur dîner, elles vont revenir.

ZUNIGA

Il y en des jeunes?

JosÉ

Mais oui, mon lieutenant.

zuniga

Et de jolies?

JosÉ (en riant)

Je le suppose... je ne les ai jamais beaucoup regardées...

ZUNIGA

Allons donc!

JosÉ

Que voulez-vous?… Ces Andalouses me font peur.

ZUNIGA

Et puis nous avons un faible pour les jupes bleues, et pour les nattes tombant sur les épaules…

JOSÉ (en riant)

Ah! mon lieutenant a entendu ce que me disait Moralès?…

ZUNIGA

Oui…

JOSÉ

Je ne le nierai pas... la jupe bleue, les nattes... ça me rappelle le pays...

ZUNIGA

Vous êtes Navarrais?

JosÉ

Et vieux chrétien. Don José Lizzarabengoa, ç'est mon nom... On voulait que je fusse d'église, et l'on m'a fait étudier. Mais je ne profitais guère, j'aimais trop jouer à la paume... Un jour que j'avais gagné, un gars de l'Alava me chercha querelle; j'eus encore l'avantage, mais cela m'obligea de quitter le pays. Je me fis soldat! Je n'avais plus mon père; ma mère me suivit et vint s'établir à dix lieues de Séville... avec la petite Micaëla... c'est une orpheline que ma mère a recueillie, et qui n'a pas voulu se séparer d'elle...

ZUNIGA

Et quel âge a-t-elle, la petite Micaëla?…

JosÉ

Dix-sept ans…

ZUNIGA

Il fallait dire cela tout de suite... Je comprends maintenant pourquoi vous ne pouvez pas me dire si les ouvrières de la manufacture sont jolies ou laides...

Scène IV

Don José, Soldats, Jeunes Gens et Cigarières.

(La place se remplit de jeunes gens qui viennent se placer sur le passage des cigarières. Les soldats sortent du poste. Don José s'assied sur une chaise, et reste là fort indifferent à toutes ces allées et venues, travaillant à son épinglette.)

LES Jeunes gens

La cloche a sonné. Nous, des ouvrières,

nous venons ici guetter le retour;

et nous vous suivrons, brunes cigarières,

en vous murmurant des propos d'amour…

(À ce moment paraissent les cigarières, la cigarette aux lèvres. Elles passent sous le pont et descendent lentement en scène.)

Les soldats

Voyez-les! regards impudents,

mine coquette!

Fumant toutes, du bout des dents,

la cigarette.

Les cigariÈres

Dans l'air, nous suivons des yeux

la fumée,

qui vers les cieux

monte parfumée.

Cela monte gentiment

à la tête,

tout doucement cela vous met

l'âme en fête!

Le doux parler des amants,

C'est fumée!

leurs transports et leur serments,

Oui, c'est fumée, c'est fumée!

 

 

Scène V

Les mêmes, Carmen

Les soldats

Mais nous ne voyons pas la Carmencita!

Les cigariÈres et LES Jeunes gens

La voilà! La voilà!

voilà la Carmencita!

(Entre Carmen. Absolument le costume et l'entrée indiqués par Mérimée. Elle a un bouquet de cassie à son corsage et une fleur de cassie dans le coin de la bouche. Trois ou quatre jeunes gens entrent avec Carmen. Ils la suivent, l'entourent, lui parlent. Elle minaude et caquette avec eux. Don José lève la tête. Il regarde Carmen, puis se remet à travailler à son épinglette.)

Les jeunes gens(à Carmen)

Carmen! sur tes pas nous nous pressons tous!

Carmen! sois gentille, au moins réponds-nous,

et dis-nous quel jour tu nous aimeras!

Carmen, dis-nous quel jour tu nous aimeras!

CARMEN(les regardant gaîment)

Quand je vous aimerai? Ma foi, je ne sais pas…

Peut-être jamais!… peut-être demain!…

(résolument)

Mais pas aujourd'hui… c'est certain.

L'amour est un oiseau rebelle

que nul ne peut apprivoiser,

et c'est bien en vain qu'on l'appelle,

s'il lui convient de refuser!

Rien n'y fait, menace ou prière,

l'un parle bien, l'autre se tait;

et c'est l'autre que je préfère,

il n'a rien dit, mais il me plaît.

CHŒUR

L'amour est un oiseau rebelle

que nul ne peut apprivoiser,

et c'est bien en vain qu'on l'appelle,

s'il lui convient de refuser!

CARMEN

L'amour est enfant de Bohême,

il n'a jamais, jamais connu de loi,

si tu ne m'aimes pas, je t'aime,

si je t'aime, prends garde à toi!

CHŒUR

Prends garde à toi!

CARMEN

Si tu ne m'aimes pas,

si tu ne m'aimes pas, je t'aime!

CHŒUR

Prends garde à toi!

CARMEN

Mais si je t'aime,

si je t'aime, prends garde à toi!

CHŒUR

L'amour est enfant de Bohême,

il n'a jamais, jamais connu de loi,

si tu ne m'aimes pas, je t'aime,

prends garde à toi!

CARMEN

L'oiseau que tu croyais surprendre

battit de l'aile et s'envola;

l'amour est loin, tu peux l'attendre,

tu ne l'attends plus, il est là.

Tout autour de toi, vite, vite,

il vient, s'en va, puis il revient;

tu crois le tenir, il t'évite,

tu crois l'éviter, il te tient!

CHŒUR

Tout autour de toi, vite, vite,

il vient, s'en va, puis il revient;

tu crois le tenir, il t'évite,

tu crois l'éviter, il te tient!

CARMEN

L'amour est enfant de Bohême,

il n'a jamais, jamais connu de loi,

si tu ne m'aimes pas, je t'aime,

si je t'aime, prends garde à toi!

CHŒUR

Prends garde à toi!

CARMEN

Si tu ne m'aimes pas,

si tu ne m'aimes pas, je t'aime!

CHŒUR

Prends garde à toi!

CARMEN

Mais si je t'aime,

si je t'aime, prends garde à toi!

CHŒUR

L'amour est enfant de Bohême,

il n'a jamais, jamais connu de loi,

si tu ne m'aimes pas, je t'aime,

si je t'aime, prends garde à toi!

CARMEN

Si tu ne m'aimes pas,

si tu ne m'aimes pas, je t'aime!

CHŒUR

Prends garde à toi!

CARMEN

Mais si je t'aime,

si je t'aime, prends garde à toi!

LES JEUNES GENS

Carmen! sur tes pas nous nous pressons tous!

Carmen! sois gentille, au moins réponds-nous!

réponds-nous, ô Carmen!

sois gentille, au moins réponds-nous!

(Elle arrache de son corsage la fleur de cassie et la lance à Don José. Il se lève brusquement. La fleur de cassie est tombée à ses pieds. Eclat de rire général.)

CHŒUR

L'amour est enfant de Bohême,

il n'a jamais, jamais connu de loi,

si tu ne m'aimes pas, je t'aime,

si je t'aime, prends garde à toi!

LES JEUNES GENS

Carmen, sur tes pas nous nous pressons tous;

Carmen, sois gentille, au moins réponds-nous.

(Moment de silence. Les jeunes gens entourent Carmen, celle-ci les regarde l’un après l’autre, sort du cercle qu’ils forment autour d’elle et s’en va droit à Don José qui est toujours occupé de son épinglette. Carmen arrache de son corsage la fleur de cassie et la lance à Don José. Il se lève brusquement. La fleur de cassie est tombée à ses pieds. Éclat de rire général; la cloche de la manufacture sonne une deuxième fois. Sortie des ouvrières et des jeunes gens sur la reprise de:)

[LES CIGARIÈRES]

L’amour est enfant de Bohême,

il n’a jamais connu de loi;

si tu ne m’aimes pas, je t’aime;

si je t’aime, prends garde à toi!

(Carmen sort la première en courant et elle entre dans la manufacture. Les jeunes gens sortent à droite et à gauche. – Le lieutenant qui, pendant cette scène, bavardait avec deux ou trois ouvrières, les quitte et rentre dans le poste après que les soldats y sont rentrés. Don José reste seul.)

Scène VI

 

JOSÉ

Qu'est-ce que cela veut dire, ces façons-là?...

Quelle effronterie!...

(en souriant, il ramasse la fleur)

Avec quelle adresse elle me l'a lancée, cette fleur... là, juste entre les deux yeux... ça m'a fait l'effet d'une balle qui m'arrivait...

(il respire le parfum de la fleur)

Comme c'est fort!.. certainement s'il y a des sorcières, cette fille-là en est une.

(Entre Micaëla.)

Scène VII

Don José, Micaëla

MICAËLA

Monsieur le brigadier?

JOSÉ (cachant précipitamment la fleur)

Quoi?… Qu’est-ce que c’est?… Micaëla!… c'est toi…

MICAËLA

C'est moi!

JOSÉ

Et tu viens de là-bas?...

MICAËLA

Et je viens de là-bas... c'est votre mère qui m'envoie…

JOSÉ(ému)

Parle-moi de ma mère!

Parle-moi de ma mère!

MICAËLA (simplement)

J'apporte de sa part, fidèle messagère,

cette lettre…

JOSÉ (joyeux, regardant la lettre)

Une lettre!

MICAËLA

Et puis un peu d'argent,

(elle lui remet une petite bourse)

pour ajouter à votre traitement.

Et puis…

JOSÉ

Et puis?…

MICAËLA

Et puis… vraiment je n'ose…

Et puis… encore une autre chose

qui vaut mieux que l'argent!

et qui, pour un bon fils

aura sans doute plus de prix.

JOSÉ

Cette autre chose, quelle est-elle?

Parle donc…

MICAËLA

Oui, je parlerai.

Ce que l'on m'a donné, je vous le donnerai.

Votre mère avec moi sortait de la chapelle,

et c'est alors qu'en m'embrassant:

«Tu vas, m'a-t-elle dit, t'en aller à la ville;

la route n'est pas longue; une fois à Séville,

tu chercheras mon fils, mon José, mon enfant!

Et tu lui diras que sa mère

songe nuit et jour à l'absent,

qu'elle regrette et qu'elle espère,

qu'elle pardonne et qu'elle attend.

Tout cela, n'est-ce pas, mignonne,

de ma part tu le lui diras;

et ce baiser que je te donne,

de ma part tu le lui rendras».

JOSÉ (très ému)

Un baiser de ma mère!

MICAËLA

Un baiser pour son fils!…

JOSÉ

Un baiser de ma mère!

MICAËLA

Un baiser pour son fils!…

José, je vous le rends comme je l'ai promis!

(Micaëla se hausse un peu sur la pointe des pieds et donne à José un baiser bien franc, bien maternel. Don José très-ému la laisse faire. Il la regarde bien dans les yeux. Un moment de silence.)

JOSÉ (continuant de regarder Micaëla)

Ma mère, je la vois!… oui, je revois mon village!

O souvenirs d'autrefois! doux souvenirs du pays!

Vous remplissez mon cœur de force et de courage!

O souvenirs chéris! Ma mère, je la vois,

je revois mon village!

MICAËLA

Sa mère, il la revoit! Il revoit son village!

O souvenirs d'autrefois! Souvenirs du pays!

Vous remplissez son cœur de force et de courage!

O souvenirs chéris! Sa mère, il la revoit,

il revoit son village!

JOSÉ

Je vais lire sa lettre...

MICAËLA
J'attendrai, monsieur le brigadier, j'attendrai...

JOSÉ(lisant) 

«Continue à te bien conduire, mon enfant! L'on t'a promis de te faire maréchal-des-logis. Peut-être alors pourrais-tu quitter le service, te faire donner une petite place et revenir près de moi. Je commence à me faire bien vieille. Tu reviendrais près de moi et tu te marierais, nous n'aurions pas, je pense, grand'peine à te trouver une femme, et je sais bien, quant à moi, celle que je te conseillerais de choisir: c'est tout justement celle qui te porte ma lettre... Il n'y en a pas de plus sage ni de plus gentille...»

MICAËLA(l'interrompant)
Il vaut mieux que je ne sois pas là !...

Vous finirez quand je ne serai plus là...

JOSÉ

Micaëla!

MICAËLA
Non, non... je reviendrai, j'aime mieux cela...

(elle sort)

 

 

Scène VIII

José, puis les Ouvrières, le Lieutenant, les Soldats

JOSÉ (lisant)

«Il n'y en a pas de plus sage ni de plus gentille... il n'y en a pas surtout qui t'aime davantage... et si tu voulais...» Oui, ma mère, oui, je ferai ce que tu désires... j'épouserai Micaëla, et quant à cette bohémienne, avec ses fleurs qui ensorcellent...

ZUNIGA(parlé)

Eh bien, eh bien, qu'est-ce qui arrive?

(les ouvrières sortent rapidement et en désordre)

LES CIGARIÈRES

Au secours! n’entendez-vous-pas?

Au secours! messieurs les soldats!

Premier groupe

C'est la Carmencita!

DeuxiÈme groupe

Non, non, ce n'est pas elle!

Premier groupe

C'est elle!

DeuxiÈme groupe

Non, non, ce n'est pas elle!

Premier groupe

Si fait, si fait, c'est elle!

Elle a porté les premiers coups!

TOUTES LES FEMMES (entourant le lieutenant)

Ne les écoutez pas, Monsieur,

écoutez-nous! écoutez-nous!

Écoutez-nous, monsieur! écoutez-nous!

Premier groupe (elles tirent l'officier de leur côté)

La Manuelita disait

et répétait à voix haute,

qu'elle achèterait sans faute

un âne qui lui plaisait.

deuxiÈme groupe

Alors la Carmencita,

railleuse à son ordinaire,

dit: Un âne, pour quoi faire?

Un balai te suffira.

Premier groupe

Manuelita riposta

et dit à sa camarade:

Pour certaine promenade,

mon âne te servira!

deuxiÈme groupe

Et ce jour-là tu pourras

à bon droit faire la fière!

Deux laquais suivront derrière,

t'émouchant à tour de bras.

Toutes les femmes

Là-dessus, toutes les deux

se sont prises aux cheveux.

ZUNIGA(avec humeur)

Au diable tout ce bavardage!

Don José)

Prenez, José, deux hommes avec vous

et voyez là dedans qui cause ce tapage!

(Don José prend deux hommes avec lui. Les soldats entrent dans la manufacture. Pendant ce temps les femmes se pressent, se disputent entre elles.)

Premier groupe

C'est la Carmencita!

DeuxiÈme groupe

Non, non, ce n'est pas elle!

Premier groupe

Si fait, si fait; c'est elle!

DeuxiÈme groupe

Pas du tout!

Premier groupe

Elle a porté les premiers coups!

Zuniga

Holà!

Éloignez-moi toutes ces femmes-là!

TOUTES LES FEMMES

Monsieur! Monsieur!

Ne les écoutez-pas! monsieur, écoutez-nous!

Premier groupe

C'est la Carmencita

qui porta les premiers coups!

DeuxiÈme groupe

C'est la Manuelita

qui porta les premiers coups!

Premier groupe

La Carmencita!

DeuxiÈme groupe

La Manuelita!

Premier groupe

Si! Si! Si! Si!

Elle a porté les premiers coups!

C'est la Carmencita!

DeuxiÈme groupe

Non! Non! Non! Non!

Elle a porté les premiers coups!

C'est la Manuelita!

(Les soldats réussissent enfin à repousser les cigarières. Les femmes sont maintenues à distance autour de la place par une haie de dragons. Carmen paraît sur la porte de la manufacture amenée par Don José et suivie par deux dragons.)

Scène IX

Les mêmes, Carmen

ZUNIGA

Voyons, brigadier… qu'est-ce que vous avez trouvé là-dedans?

JOSÉ

J'ai d'abord trouvé trois cents femmes, criant…

il y en avait une blessée et en face d’elle j'ai vu...

(il s'arrête sur un regard de Carmen)

ZUNIGA

Eh bien?…

JOSÉ

J'ai vu mademoiselle...

CARMEN
On m'avait provoquée... je n'ai fait que me défendre... Monsieur le brigadier vous le dira...

(à Don José)

N'est-ce pas, monsieur le brigadier?

JOSÉ (après un moment d'hésitation)

Tout ce que j'ai pu comprendre, c'est qu'une discussion s'était élevée entre ces deux dames, et que mademoiselle, avec son couteau, avait dessiné des croix sur le visage de sa camarade...

(Zuniga regarde Carmen: celle-ci, après un regard à Don José et un très-léger haussement d'épaules, est redevenue impassible.)

Le cas m'a paru clair. Je l'ai priée de me suivre... Elle a d'abord résisté... puis elle m'a suivi.

ZUNIGA
Et la blessure de l'autre femme?

JOSÉ

Très-légère, mon lieutenant.

ZUNIGA (à Don José)

Je n'ai pas besoin de vous demander si vous avez dit la vérité.

JOSÉ

Foi de Navarrais, mon lieutenant!

(Carmen se retourne brusquement et regarde encore une fois José)

ZUNIGA (à Carmen)

Eh bien... vous avez entendu?…

(Carmen, au lieu de répondre, se met à fredonner)

CARMEN(chantant)

Tra la, la, la, la, la, la, la,

coupe-moi, brûle-moi,

je ne te dirai rien!

Tra la, la, la, la, la, la, la,

je brave tout, le feu,

le fer et le ciel même!

ZUNIGA(parlé)

Ce ne sont pas des chansons que je te demande,

c'est une réponse.

CARMEN(chantant)

Tra la, la, la, la, la, la, la,

mon secret, je le garde

et je le garde bien!

Tra la, la, la, la, la, la, la,

j'aime un autre et meurs

en disant que je l'aime!

ZUNIGA

(à Don José)

Ce qu’il y a de sûr, c’est-ce pas, c’est qu’il y a eu des coups de couteau et que c’est elle qui les a donnés?

(aux soldats)

Trouvez-moi une corde.

(à Don José)

Tenez. Attachez-moi ces deux jolies mains. C’est vous qui la conduirez.

(Carmen, sans faire le moindre résistance, tend en souriant ses deux mains à Don José. Les mains de Carmen sont liées. On la fait asseoir sur un escabeau devant le corps-de-garde. Elle reste là, immobile, les yeux à terre. Zuniga sort.)

 

 

Scène X

Carmen, Don José

(Un petit moment de silence. Carmen lève les yeux et regarde Don José. Celui-ci se détourne, s'éloigne de quelques pas, puis revient à Carmen, qui le regarde toujours.)

CARMEN
Hélas! que deviendrai-je? Seigneur officier, ayez pitié de moi!... Vous êtes si jeune, si gentil!...

(José ne répond pas, s'éloigne et revient, toujours sous le regard de Carmen.)

Cette corde, comme vous l'avez serrée... j'ai les poignets brisés!

JOSÉ (s'approchant de Carmen)

Si elle vous blesse, je puis la desserrer... Le Lieutenant m'a dit de vous attacher les mains... il ne m'a pas dit...

(il desserre la corde)

CARMEN (bas)
Laisse-moi m'échapper, je te donnerai une petite pierre qui te fera aimer de toutes les femmes.

JOSÉ 

Nous ne sommes pas ici pour dire des balivernes... il faut aller à la prison. C'est la consigne.

(Silence)

CARMEN

Tout à l'heure vous avez dit: «Foi de Navarrais!»... vous êtes des Provinces?...

JOSÉ 

Je suis d'Elizondo...

CARMEN
Et moi d'Etchalar...

JOSÉ

Vous êtes Navarraise, vous?...

CARMEN
Sans doute.

JOSÉ

Allons donc... vos yeux seuls, votre bouche, votre teint... Tout vous dit Bohémienne…

CARMEN
Bohémienne, tu crois?

JOSÉ

J'en suis sûr...

CARMEN
Oui, je suis Bohémienne, mais tu n'en feras pas moins ce que je te demande... Tu le feras parce que tu m'aimes...

JOSÉ

Moi!

CARMEN
Eh! oui, tu m'aimes... ne me dis pas non, je m'y connais! tes regards, la façon dont tu me parles. Et cette fleur que tu as gardée. Oh! tu peux la jeter maintenant... cela n'y fera rien. Elle est restée assez de temps sur ton cœur; le charme a opéré...

JOSÉ  (avec colère)

Ne me parle plus, tu entends, je te défends de me parler...

CARMEN
C'est très bien, seigneur officier, c'est très bien. Vous me défendez de parler, je ne parlerai plus...

Près des remparts de Séville

chez mon ami Lillas Pastia,

j'irai danser la seguedille

et boire du Manzanilla!

J'irai chez mon ami Lillas Pastia.

Oui, mais toute seule on s'ennuie,

et les vrais plaisir sont à deux;

donc pour me tenir compagnie,

j'ammènerai mon amoureux!

Mon amoureux!… il est au diable!

Je l'ai mis à la porte hier!

Mon pauvre cœur, très consolable,

mon cœur est libre comme l'air!

J'ai des galants à la douzaine;

mais ils ne sont pas à mon gré.

Voici la fin de la semaine:

qui veut m'aimer? je l'aimerai!

Qui veut mon âme? Elle est à prendre!

Vous arrivez au bon moment!

Je n'ai guère le temps d'attendre,

car avec mon nouvel amant

près des remparts de Séville,

chez mon ami Lillas Pastia,

j'irai danser la seguedille

et boire du Manzanilla,

dimanche, j'irai chez mon ami Pastia!

JOSÉ

Tais-toi, je t'avais dit de ne pas me parler!

CARMEN(simplement)

Je ne te parle pas, je chante pour moi-même,

Et je pense! il n'est pas défendu de penser!

Je pense à certain officier,

je pense à certain officier qui m'aime

et qu'à mon tour, je pourrais bien aimer!

JOSÉ (ému)

Carmen!

CARMEN
Mon officier n'est pas un capitaine,

pas même un lieutenant, il n'est que brigadier;

mais c'est assez pour une bohémienne

et je daigne m'en contenter!

JOSÉ (déliant la corde qui attache les mains de Carmen)

Carmen, je suis comme un homme ivre,

si je cède, si je me livre,

ta promesse, tu la tiendras,

ah! si je t'aime, Carmen, tu m'aimeras!

CARMEN

Oui…

JOSÉ

Chez Lillas Pastia…

CARMEN

Nous danserons... la seguedille…

JOSÉ

Tu le promets! Carmen…

CARMEN

En buvant du Manzanilla…

JOSÉ

Tu le promets…

CARMEN(à peine chante, murmuré)

Ah! Près des remparts de Séville,

chez mon ami Lillas Pastia,

nous danserons la seguedille

et boirons du Manzanilla,

Tra la la la la la la la la la la.

JOSÉ (parlé)

Le lieutenant!… Prenez garde!

(Carmen va se replacer sur son escabeau, les mains derrière le dos. Rentre le lieutenant.)

 

 

Scène XI

Les mêmes, Zuniga, puis Ouvrières, Soldats, Bourgeois.

ZUNIGA(à Don José)

Voici l'ordre; partez, et faites bonne garde.

CARMEN(bas à José)

En chemin je te pousserai,

aussi fort que je le pourrai;

laisse-toi renverser… le reste me regarde!

(Elle se place entre les deux dragons. José à côté d'elle. Les femmes et les bourgeois pendant ce temps sont rentrés en scène toujours maintenus à distance par les dragons. Carmen traverse la scène de gauche à droite allant vers le pont.)

CARMEN(fredonnant et riant au nez de Zuniga)

L'amour est enfant de Bohême,

il n'a jamais, jamais connu de loi;

si tu ne m'aimes pas, je t'aime;

si je t'aime, prends garde à toi!

(En arrivant à l'entrée du pont à droite, Carmen pousse José qui se laisse renverser. Confusion, désordre, Carmen s'enfuit. Arrivée au milieu du pont, elle s'arrête un instant, jette sa corde à la volée par-dessus le parapet du pont, et se sauve pendant que sur la scène, avec de grands éclats de rire, les cigarières entourent le lieutenant. Rideau)

Atto primo

Una piazza, a Siviglia. A destra, la porta della manifattura di tabacco. In fondo, di fronte al pubblico, un ponte praticabile che attraversa la scena in tutta la sua larghezza. Dalla scena si arriva a questo ponte mediante una scala che gira a destra sotto la porta della manifattura tabacchi. La parte sottostante il ponte è praticabile. A sinistra, in primo piano, il corpo di guardia. Davanti al corpo di guardia una piccola galleria coperta, alla quale si accede mediante tre o quattro scalini; presso il corpo di guardia, in una rastrelliera, le lance dei dragoni con le loro bandiere gialle e rosse.

Scena I

Morales, Micaela, Soldati, Passanti.

All’alzarsi del sipario una quindicina di soldati (Dragoni del reggimento d’Alcala) sono raggruppati davanti al corpo di guardia. Alcuni sono seduti e fumano, altri appoggiati alla balaustra della galleria. Movimento di passanti sulla piazza. Gente frettolosa, indaffarata che va, viene, si incontra, si saluta, si urta.

CORO dei SOLDATI

Sulla piazza

ognuno passa,

ognuno viene, ognuno va;

che buffa quella gente!

Gente buffa! Gente buffa!

MORALES (con noncuranza)

Sulla porta del corpo di guardia,

per ammazzare il tempo,

si fuma, si ciarla, si guarda

passare i passanti.

Sulla piazza

ognuno passa,

ognuno viene, ognuno va.

CORO

Sulla piazza

ognuno passa,

ognuno viene, ognuno va;

che buffa quella gente!

Gente buffa! Gente buffa!

MORALES

Gente buffa! Gente buffa!

(Da qualche minuto è entrata Micaela. Gonna turchina, trecce sulle spalle, esitante, imbarazzata, guarda i soldati, avanza, retrocede, etc.)

MORALES (ai soldati)

Ma guardate quella piccina

che sembra volerci parlare…

Ecco! si gira… esita…

CORO

Dobbiamo correre in suo aiuto!

MORALES (a Micaela, galantemente)

Che cercate, mia bella?

MICAELA (con semplicità)

Cerco un brigadiere.

MORALES (con enfasi)

Son qua io…

Eccomi!

MICAELA

Il mio brigadiere si chiama

Don José… lo conoscete?

MORALES

Don José! Lo conosciamo tutti.

MICAELA (con gioia)

Davvero!? Ed è con voi, prego?

MORALES (con eleganza)

Non è brigadiere nella nostra compagnia.

MICAELA (delusa)

Allora non è qui?…

MORALES

No, mia bella, non è qui,

ma vi sarà fra poco.

Sì, vi sarà tra poco.

Vi sarà quando la guardia montante

sostituirà la guardia smontante.

MORALES, CORO

Vi sarà quando la guardia montante

sostituirà la guardia smontante.

MORALES (con molta galanteria)

Ma in attesa ch’egli giunga,

volete, bella fanciulla,

volete prendervi la briga

d’entrare da noi un istante?

MICAELA

Da voi!

MORALES, CORO

Da noi!

MICAELA (finemente)

No, no, no, no!

Molte grazie, signori soldati.

MORALES

Entrate senza timore, piccina,

vi prometto che avremo

per la vostra personcina

tutti i dovuti riguardi.

MICAELA

Non ne dubito affatto; comunque ritornerò,

ritornerò, è più saggio.

ritornerò, quando la guardia montante

sostituirà la guardia smontante.

MORALES, CORO

Dobbiamo restare perché la guardia montante

sostituirà la guardia smontante

MORALES (trattenendo Micaela)

Voi resterete!

MICAELA (cercando di svincolarsi)

No, no, no, no!

MORALES, CORO

Voi resterete!

MICAELA

No, no, no, no!

arrivederci, signori soldati!

(si divincola e scappa)

MORALES

L’uccello vola via…

Consoliamoci…

Riprendiamo il nostro passatempo

e guardiamo la gente che passa.

CORO

Sulla piazza

ognuno passa,

ognuno viene, ognuno va;

che buffa quella gente!

Gente buffa! Gente buffa!

(Il movimento dei passanti, che era cessato durante il dialogo con Micaela, è ripreso con una certa animazione. Fra la gente che va e viene, un vecchio signore che dà il braccio a una giovane signora. Il vecchio signore vorrebbe continuare la sua passeggiata, ma la giovane dama fa di tutto per restare nella piazza. Ella sembra emozionata, inquieta. Si guarda a destra e a sinistra. Aspetta qualcuno e quel qualcuno non viene. Questa pantomima deve avvenire esattamente durante la seguente strofa.)

MORALES (quasi parlando)

Attenzione! Silenzio! Tacciamo!

Ecco venire un vecchio sposo

occhio sospettoso, aspetto geloso!

Tiene al braccio la sua giovane sposa;

l’amante, senza dubbio, non è lontano;

sbucherà da qualche angolo.

(in quel momento un giovanotto entra rapidamente nella piazza)

Ah! Ah! Ah! Ah!

Eccolo!

vediamo come va a finire.

(La seconda strofa continua e si adatta fedelmente alla scena mimata dai tre personaggi. Il giovanotto si avvicina al vecchio signore e alla giovane signora, saluta e scambia qualche parola a bassa voce.)

MORALES (imitando il saluto affrettato del giovanotto)

Trovarvi qui, che fortuna!

(assumendo l’aria arcigna del vecchio marito)

Servitor vostro.

(riprendendo l’aria del giovanotto)

Saluta, parla con grazia,

(poi l’aria del vecchio marito)

il vecchio marito fa una smorfia,

(imitando l’espressione sorridente della giovane signora)

ma con un’aria molto incoraggiante

la signora accoglie il galante.

(Il giovanotto, in quel momento tira fuori di tasca un biglietto che mostra alla signora. Il marito, la signora e il galante fanno tutti e tre molto lentamente un piccolo giro per la piazza, il giovane cercando di rimettere il dolce biglietto alla signora.)

MORALES

Fanno insieme qualche passo;

il nostro innamorato alza un braccio,

fa vedere al marito qualche cosa,

e il marito, sempre tetro

guarda in aria… il gioco è fatto,

la signora ha preso il biglietto.

(Il giovanotto, con una mano mostra qualche cosa nell’aria al vecchio signore, e con l’altra passa il biglietto alla signora)

Eccoli! Ah! Ah!

vediamo come va a finire.

CORO

Ecco fatto. Ah! Ah!

Si vede come andrà a finire.

(Si sente da lontano, una marcia militare, trombe e tamburi. È la guardia montante che arriva. Il vecchio signore e il giovanotto si scambiano una cordiale stretta di mano. Saluti rispettosi del giovanotto alla signora. Un ufficiale esce dal posto di guardia. Il soldati vanno a prendere le loro lance e si allineano davanti al corpo di guardia. A destra, i passanti formano un gruppo per assistere alla parata. La marcia militare s’avvicina sempre più. Alla fine la guardia montante sbuca provenendo da sinistra e attraversa il ponte. Davanti due trombe e due tamburi. Poi una banda di piccoli monelli, che si sforzano di camminare a gran passi per marciare alla cadenza dei dragoni. Dietro i ragazzi, il tenente Zuniga e il brigadiere Don José, poi i dragoni con le lance.)

Scena II

Gli stessi, Don José, il tenente.

CORO dei MONELLI

Con la guardia montante,

arriviamo noi, eccoci!

Suona, tromba squillante!

Taratatà, taratatà.

Noi marciamo, alta la testa,

come piccoli soldati,

segnando, senza sbagliare,

un, due, segnando il passo,

indietro le spalle,

avanti il petto,

le braccia così,

giù lungo il corpo.

Con la guardia montante,

arriviamo noi, eccoci!

Suona, tromba squillante!

Taratatà, taratatà.

Noi marciamo, alta la testa,

come piccoli soldati,

segnando, senza sbagliare,

un, due, segnando il passo,

indietro le spalle,

avanti il petto,

le braccia così,

giù lungo il corpo.

Arriviamo noi, eccoci!

Taratatà, taratatà.

(La guardia montante va ad allinearsi a destra di fronte alla guardia smontante. Quando i piccoli monelli, che si sono fermati a destra davanti ai curiosi, han finito di cantare, gli ufficiali si salutano con la spada e si mettono a conversare a bassa voce. Vengono rilevate le sentinelle.)

MORALES (a Don José)

C’è una bella ragazza che è venuta a cercarti.

Ha detto che tornerà…

JOSÉ

Una bella ragazza?

MORALES

Sì, e vestita in modo grazioso: una gonna chiara,

e una treccia che le cade sulle spalle…

JOSÉ

È Micaela! Non può essere che lei!

MORALES

Non ha detto il suo nome.

(Vengono rilevate le sentinelle. Squilli di trombe. La guardia smontante sfila davanti alla guardia montante. I monelli in crocchio riprendono, dietro le trombe e i tamburi della guardia smontante, il posto che occupavano dietro le trombe e i tamburi della guardia montante.)

CORO dei MONELLI

E la guardia smontante

rientra in caserma e se ne va.

Suona, tromba squillante!

Taratatà, taratatà.

Noi marciamo, alta la testa,

come piccoli soldati,

segnando, senza sbagliare,

un, due, segnando il passo.

Taratatà, taratatà, etc.

(Soldati, monelli e curiosi s’allontanano verso il fondo; coro, trombe e tamburi vanno diminuendo di intensità. Durante questo tempo, l’ufficiale della guardia montante passa silenziosamente in rassegna i suoi uomini. Quando non si sentono più il coro dei monelli e i pifferi, il tenente dice: «Presentate le lance. Lance su! Rompete le righe!». I dragoni vanno a riporre le lance nella rastrelliera, poi rientrano nel corpo di guardia. Restano soli in scena Don José e il tenente Zuniga.)

Scena III

Zuniga, Don José

ZUNIGA

Brigadiere?

JOSÉ (alzandosi)

Comandi, tenente.

ZUNIGA

Che cos’è questo grande opificio?

JOSÉ

È la manifattura dei tabacchi…

ZUNIGA

Ci lavorano delle donne?

JOSÉ

Sì, mio luogotenente. Adesso non ci sono; torneranno

fra poco, dopo il pranzo.

ZUNIGA

Ce ne sono di giovani?

JosÉ

Certo, tenente.

zuniga

E di belle?

JOSÉ (ridendo)

Penso di sì… non le ho mai guardate con grande attenzione…

ZUNIGA

Ma non è possibile!

JOSÉ

Cosa volete?… Queste Andaluse mi fanno paura.

ZUNIGA

E poi abbiamo un debole per le gonne turchine,

e per le trecce sulle spalle…

JOSÉ (ridendo)

Ah! Il signor tenente ha sentito quel che mi diceva Morales?…

ZUNIGA

Sì…

JOSÉ

Non lo nego… la gonna turchina, le trecce… mi ricorda il paese…

ZUNIGA

Siete navarrese?

JosÉ

E cristiano di pura schiatta. Don José Lizzarrabengoa è il mio nome…Mi volevano uomo di chiesa, e mi hanno fatto studiare. Ma non ne traevo profitto, mi piaceva troppo giocare alla pelota… Un giorno che avevo vinto, un tipo dell’Alava mi provoca; lo batto, ma devo lasciare il paese. Così mi feci soldato! Non avevo più mio padre; mia madre mi seguì e venne ad abitare a dieci leghe da Siviglia… con la piccola Micaela… è un’orfana che mia madre ha raccolto, e che non ha voluto separarsi da lei…

ZUNIGA

E che età ha, la piccola Micaela?

JosÉ

Diciassette anni…

ZUNIGA

Bisognava dirlo subito… Adesso capisco perché non mi potete dire se le operaie della manifattura sono carine o no!

Scena IV

Don José, Soldati, Giovanotti, Sigaraie.

(La piazza si riempie di giovanotti, che si dispongono lungo il passaggio delle sigaraie. I soldati escono dalla stazione. Don José si siede su una sedia, e vi resta del tutto indifferente a quell’andirivieni, lavorando al suo spilletto.)

I GIOVANOTTI

È suonata la campana, e noi veniamo

qui a spiare il ritorno delle operaie;

noi vi seguiremo, brune sigaraie,

mormorandovi proposte d’amore…

(In questo momento compaiono le sigaraie, con la sigaretta in bocca. Passano sotto il ponte e scendono lentamente in scena.)

I SOLDATI

Eccole! sguardi impudenti,

aria civettuola!

Tutte fumando, a fior di labbra,

la sigaretta.

LE SIGARAIE

Nell’aria seguiamo con gli occhi

il fumo,

che sale profumato

verso il cielo;

sale, a poco a poco

alla testa,

a poco a poco

vi mette l’anima in festa!

Il dolce parlar degli amanti,

è fumo!

I loro slanci e giuramenti,

sì, sono fumo, sono fumo.

Scena V

Gli stessi, Carmen

I SOLDATI

Ma non vediamo la Carmencita!

LE SIGARAIE e I GIOVANOTTI

Eccola! eccola!

Ecco la Carmencita!

(Entra Carmen. Il costume e l’entrata proprio come descritti da Mérimée. Porta un mazzolino di gaggia nel corsetto e un fiore di gaggia all’angolo della bocca. Tre o quattro giovanotti entrano con Carmen. La seguono, la circondano, le parlano. Carmen fa la civetta e cinguetta con loro. Don José alza la testa. Guarda Carmen, poi si rimette a lavorare al suo spilletto.)

I GIOVANOTTI (a Carmen)

Carmen! sui tuoi passi tutti ci accalchiamo!

Carmen! sii gentile: almeno rispondici,

e dicci in che giorno ci amerai!

Carmen, dicci in che giorno ci amerai!

CARMEN (guardandoli gioiosamente)

Quando vi amerò? In fede mia, non lo so!…

Forse mai, forse domani…

(risoluta)

ma non oggi, di certo!

L’amore è un uccello ribelle

che nessuno può addomesticare,

invano lo si chiama,

se gli va di rifiutare.

Nulla serve, minaccia o preghiera,

l’uno parla bene, l’altro tace;

ed è l’altro ch’io preferisco,

nulla ha detto, ma mi piace.

CORO

L’amore è un uccello ribelle

che nessuno può addomesticare,

invano lo si chiama,

se gli va di rifiutare.

CARMEN

L’amore è figlio di zingari,

mai ha conosciuto legge;

se tu non m’ami, io t’amo;

se io t’amo, attento a te!

CORO

Attento a te!

CARMEN

Se tu non m’ami,

se tu non m’ami, io t’amo;

CORO

Attento a te!

CARMEN

Ma se io t’amo,

se io t’amo, attento a te!

CORO

L’amore è figlio di zingari,

mai ha conosciuto legge;

se tu non m’ami, io t’amo;

attento a te!

CARMEN

L’uccello che credevi sorprendere

sbatté l’ali e volò via;

l’amore è lontano, puoi attenderlo;

non l’attendi più, ed eccolo!

Intorno a te, presto presto,

viene, se ne va, poi torna;

credi tenerlo, ti evita;

vuoi evitarlo, ti prende!

CORO

Intorno a te, presto presto,

viene, se ne va, poi torna;

credi tenerlo, ti evita;

vuoi evitarlo, ti prende!

CARMEN

L’amore è figlio di zingari,

mai ha conosciuto legge;

se tu non m’ami, io t’amo;

se io t’amo, attento a te!

CORO

Attento a te!

CARMEN

Se tu non m’ami,

se tu non m’ami, io t’amo;

CORO

Attento a te!

CARMEN

Ma se io t’amo,

se io t’amo, attento a te!

CORO

L’amore è figlio di zingari,

mai ha conosciuto legge;

se tu non m’ami, io t’amo;

se io t’amo, attento a te!

CARMEN

Se tu non m’ami,

se tu non m’ami, io t’amo;

CORO

Attento a te!

CARMEN

Ma se io t’amo,

se io t’amo, attento a te!

I GIOVANOTTI

Carmen! sui tuoi passi tutti ci accalchiamo!

Carmen, sii gentile, almeno rispondici!

Rispondici! Rispondici!

O Carmen! Sii gentile, almeno rispondici!

(Ella si strappa dal corsetto il fiore di gaggia e lo lancia a Don José. Questi si alza bruscamente. Il fiore di gaggia è caduto ai suoi piedi. Scoppio di risa generale.)

CORO

L’amore è figlio di zingari,

mai ha conosciuto legge;

se tu non m’ami, io t’amo;

se io t’amo, attento a te!

I GIOVANOTTI

Carmen! eccoci tutti qui a seguirti!

Carmen! sii gentile, almeno rispondici!

(Attimo di silenzio. I giovanotti circondano Carmen. Lei li guarda uno dopo l’altro, rompe il cerchio e se ne va diritta verso Don José che è sempre occupato con il suo spilletto. Carmen si strappa dal corsetto il fiore di gaggia e lo lancia a Don José. Questi si alza bruscamente. Il fiore di gaggia è caduto ai suoi piedi. Scoppio di risa generale; la campana della manifattura suona una seconda volta. Uscita delle operaie e dei giovanotti sulla ripresa di:)

[LE SIGARAIE]

L’amore è zingaro,

non ha mai conosciuto legge,

se tu non m’ami, io ti amo;

e se t’amo, sta’ attento a te!

(Carmen esce per prima correndo ed entra nella manifattura. I giovanotti escono a destra e a sinistra. Il luogotenente, che durante questa scena aveva chiacchierato con due o tre operaie, le lascia e rientra nel corpo di guardia dopo i soldati. Don José resta solo.)

Scena VI

JOSÉ

Ma cosa avrà voluto dire, con quei modi?…

Che sfrontatezza!…

(sorridendo, raccoglie il fiore)

E con quanta abilità me l’ha gettato, questo fiore… qui, proprio in mezzo agli occhi… mi ha fatto l’effetto di un proiettile che mi penetrava…

(respira il profumo del fiore)

Com’è forte!… Se esistono le streghe, quella ragazza è certamente una di loro.

(Entra Micaela.)

Scena VII

Don José, Micaela

MICAELA

Signor brigadiere?

JOSÉ (nascondendo precipitosamente il fiore di gaggia)

Cosa?… Che c’è?… Micaela!… Sei tu…

MICAELA

Sono io!

JOSÉ

E vieni da laggiù?…

MICAELA

E vengo da laggiù…mi manda vostra madre…

JOSÉ (commosso)

Parlami di mia madre!

Parlami di mia madre!

MICAELA (con semplicità)

Da parte sua io porto, fedele messaggera,

questa lettera!

JOSÉ (con gioia, guardando la lettera)

Una lettera!

MICAELA

E poi un po’ di danaro

(gli dà una piccola borsa)

per contribuire al vostro mantenimento.

E poi…

JOSÉ

E poi?…

MICAELA

E poi… davvero non oso!…

E poi… un’altra cosa ancora

che conta più del danaro,

e che, per un buon figlio,

senz’altro avrà più valore.

JOSÉ

Quest’altra cosa, qual è?

Parla dunque…

MICAELA

Sì, parlerò.

Quel che m’è stato dato, ve lo darò.

Vostra madre usciva con me dalla cappella,

e allora abbracciandomi:

«Tu, m’ha detto, andrai in città:

non è lungo il cammino; una volta a Siviglia

cercherai mio figlio, il mio José, il mio ragazzo!

E gli dirai che sua madre

pensa notte e giorno all’assente,

che rimpiange e spera,

che perdona e aspetta…

Tutto questo, vero?, piccina,

da parte mia gli dirai;

e questo bacio che ti do,

da parte mia glielo renderai».

JOSÉ (molto commosso)

Un bacio di mia madre!…

MICAELA

Un bacio per suo figlio!…

JOSÉ

Un bacio di mia madre!…

MICAELA

Un bacio per suo figlio!…

José, io ve lo rendo, come ho promesso!

(Micaela si alza un po’ sulla punta dei piedi e dà a Don José un bacio molto schietto e materno. Don José, molto commosso, la lascia fare. La guarda fisso negli occhi. Un momento di silenzio.)

JOSÉ (continuando a guardare Micaela)

Mia madre, la vedo! rivedo il mio villaggio!

Oh ricordi d’un tempo, dolci ricordi del paese!…

Voi colmate il mio cuore di forza e di coraggio.

Oh cari ricordi! Mia madre, la vedo!

rivedo il mio villaggio!

MICAELA

Sua madre, la rivede! Rivede il suo villaggio!

Ricordi di un tempo! Ricordi del paese!

Voi colmate il suo cuore di forza e coraggio.

Oh cari ricordi! Sua madre, la rivede!

rivede il suo villaggio!

JOSÉ

Leggo la sua lettera…

MICAELA
Aspetterò, signor brigadiere, aspetterò…

JOSÉ(leggendo)

«Continua a comportarti bene,figlio mio!Ti hanno promesso di promuoverti maresciallo d’alloggio. Forse allora potrai lasciare il servizio, farti dare un posticino e tornare qui da me. Comincio davvero a invecchiare. Ritorneresti qui, vicino a me e ti sposeresti… Non faremmo molta fatica, penso, a trovarti una moglie, e per quanto mi riguarda, so bene chi ti consiglierei di scegliere: proprio quella che ti porta la mia lettera… Non ce n’è una di più saggia, né di più bella…»

MICAELA(interrompendolo)
È meglio che io non stia qua!…

Finirete quando non sarò più qua…

JOSÉ

Micaela!

MICAELA
No, no… Ritornerò, preferisco così…

(esce)

 

 

Scena VIII

José, poi le Operaie, il Tenente, i Soldati

JOSÉ (leggendo)

«Non ce n’è una di più saggia, né di più bella… soprattutto non ce n’è una che ti ami più di lei… e se tu volessi…» Sì, madre mia, sì, farò quel che desideri tu… sposerò Micaela, e quanto a quella zingara, con i suoi fiori che ti ammaliano…

ZUNIGA (parlando)

Ma che succede laggiù?

(le operaie escono rapidamente e in disordine)

LE SIGARAIE

Aiuto! non sentite?

Aiuto! signori soldati!

PRIMO GRUPPO

È la Carmencita!

SECONDO GRUPPO

No, no, non è lei!

PRIMO GRUPPO

È lei!

SECONDO GRUPPO

Proprio no!

PRIMO GRUPPO

Certo, certo, è lei!

Lei ha colpito per prima!

TUTTE LE DONNE (circondando il tenente)

Non ascoltatele, signore!

ascoltate noi! ascoltate noi!

ascoltate noi, signore, ascoltate noi!

PRIMO GRUPPO (tirando dalla loro parte l’ufficiale)

La Manuelita diceva,

e ripeteva ad alta voce,

che avrebbe comprato senz’altro

un asino che le piaceva.

SECONDO GRUPPO

Allora la Carmencita,

beffarda come al solito,

disse: Un asino, per cosa?

Una scopa ti basterà.

PRIMO GRUPPO

Manuelita ribatteva,

e disse alla compagna:

per certe passeggiate,

il mio asino ti servirà!

SECONDO GRUPPO

E quel giorno potrai

a buon diritto far la superba,

due lacché ti seguiranno

a scacciarti le mosche.

TUTTE LE DONNE

Allora, tutte due

si son prese per i capelli!…

ZUNIGA (con ironia)

Al diavolo tutte queste ciance!…

(a Don José)

José, prendete due uomini con voi,

e vedete là dentro chi provoca questo baccano!

(Don José prende due uomini con sé. I soldati entrano nella manifattura. Intanto le donne si raggruppano e discutono tra loro.)

PRIMO GRUPPO

È la Carmencita!

SECONDO GRUPPO

No, no, non è lei!

PRIMO GRUPPO

Certo, certo che è lei!

SECONDO GRUPPO

Niente affatto.

PRIMO GRUPPO

È stata lei a cominciare!

ZUNIGA

Olà!

Allontanatemi tutte queste donne!

TUTTE LE DONNE

Signore! Signore!

Non le ascoltate! Ascoltate noi!

PRIMO GRUPPO

È la Carmencita

che ha cominciato!

SECONDO GRUPPO

È la Manuelita

che ha cominciato!

PRIMO GRUPPO

La Carmencita!

SECONDO GRUPPO

La Manuelita!

PRIMO GRUPPO

Sì! Sì! Sì! Sì!

È lei che ha cominciato,

è la Carmencita!

SECONDO GRUPPO

No! No! No! No!

È lei che ha cominciato,

è la Manuelita!

(I soldati alla fine riescono respingere le sigaraie. Le donne vengono tenute a distanza, tutt’intorno alla piazza, da una barriera di dragoni. Sulla porta della manifattura, compare Carmen, condotta da Don José e seguita da due dragoni.)

Scena IX

Gli stessi, Carmen

ZUNIGA

Vediamo, brigadiere… Cosa avete trovato là dentro?

JOSÉ

Ho trovato prima trecento donne che gridavano.

Ce n’era una ferita, e di fronte a lei ho visto…

(si ferma su uno sguardo di Carmen)

ZUNIGA

Ebbene?…

JOSÉ

Ho visto la signorina…

CARMEN
Mi avevano provocato… Non ho fatto che difendermi…Il signor brigadiere ve lo dirà…

(a Don José)

Non è vero, signor brigadiere?

JOSÉ (dopo un momento di esitazione)

Tutto quello che ho potuto capire è che era scoppiata una discussione fra queste due signore,e che la signorina, con il suo coltello, aveva disegnato delle croci sul viso della compagna…

(Zuniga osserva Carmen: quest’ultima, dopo uno sguardo a José e una scrollata di spalle molto leggera, è tornata impassibile.)

Il caso mi è sembrato chiaro. L’ho pregata di seguirmi. Prima ha resistito, poi mi ha seguito.

ZUNIGA
E la ferita dell’altra donna?

JOSÉ

Leggerissima, signor tenente.

ZUNIGA (a Don José)

Non ho certo bisogno di domandarvi se avete detto la verità.

JOSÉ

Parola di navarrese, tenente!

(Carmen si rigira bruscamente e guarda ancora una volta José)

ZUNIGA (a Carmen)

Ebbene… avete sentito?

(Carmen, invece di rispondere, si mette a canticchiare)

CARMEN (cantando)

Tra la la la la la la la

tagliami, bruciami,

non ti dirò nulla;

tra la la la la la la

tutto io sfido fuoco,

il ferro, il cielo stesso!

ZUNIGA (parlando)

Non sono delle canzoni che ti ho chiesto,

ma una risposta.

CARMEN(cantando)

Tra la la la la la la la

il mio segreto, lo serbo,

e lo serbo bene!

Tra la la la la la la

io amo un altro e muoio

dicendo che l’amo.

ZUNIGA

(a Don José)

Quel che è certo è che ci sono state delle coltellate, e che è stata lei a darle… non è vero?

(ai soldati)

Trovatemi una corda.

(a Don José)

Tenete, legatemi queste due belle manine…

La condurrete voi.

(Carmen, senza fare la minima resistenza, porge sorridendo le mani a Don José. Le mani di Carmen sono legate. La fanno sedere su uno sgabello di fronte alle guardie. Resta immobile, gli occhi a terra. Zuniga esce.)

Scena X

Carmen, Don José

(Un breve momento di silenzio. Carmen alza lo sguardo e guarda Don José. Egli si gira, si allontana di qualche passo, poi torna verso Carmen, che non smette di guardarlo.)

CARMEN
Ahimè! Che ne sarà di me? Signor ufficiale, abbiate pietà di me… Siete così giovane, così buono…

(José non risponde, si allontana e torna, sempre sotto lo sguardo di Carmen.)

Questa corda, come l’avete stretta…ho i polsi spezzati!

JOSÉ (avvicinandosi a Carmen)

Se vi fa male, posso allentarla… Il luogotenente mi ha detto di legarvi le mani… non mi ha detto…

(allenta la corda)

CARMEN (piano)
Lasciami scappare: in cambio ti darò una piccola pietra magica che ti farà amare da tutte le donne.

JOSÉ

Non siamo qui per dire sciocchezze… bisogna andare in prigione. Questi sono gli ordini.

(Silenzio)

CARMEN
Un momento fa avete detto: «Parola di navarrese!»… Venite da quelle parti?

JOSÉ 

Sono di Elizondo...

CARMEN
E io di Etchalar...

JOSÉ

Ma siete proprio navarrese, voi?

CARMEN
Certo.

JOSÉ

Ma no… bastano i vostri occhi, la bocca, la pelle… Tutto dice che siete zingara…

CARMEN
Zingara, credi?

JOSÉ

Ne sono sicuro…

CARMEN
Sì, sono zingara, ma tu farai lo stesso quello che ti chiedo… Lo farai perché mi ami…

JOSÉ

Io?

CARMEN
Eh sì, tu mi ami… non dirmi di no, lo capisco bene, io!… i tuoi sguardi, il modo in cui mi parli. E questo fiore che hai tenuto. Oh! Puoi pure gettarlo adesso… Tanto non cambia niente.È rimasto abbastanza sul tuo cuore; l’incantesimo è fatto…

JOSÉ  (con collera)

Non parlarmi più, hai capito?Ti proibisco di parlarmi…

CARMEN
Va bene, signor ufficiale, va bene. Voi mi proibite di parlare, e io non parlerò più…

Presso i bastioni di Siviglia

dal mio amico Lillas Pastia,

andrò a danzar la seguidilla

e a bere il Manzanilla!

Andrò dal mio amico Lillas Pastia!

Sì, ma tutta sola ci si annoia,

e i veri piaceri sono a due;

dunque, per tenermi compagnia

porterò il mio amante!

Il mio amante… è al diavolo…

L’ho messo ieri alla porta!

Il mio povero cuore, sì consolabile,

il mio cuore è libero come l’aria!

Ho a dozzine corteggiatori,

ma non mi aggradano;

ecco, è la fine della settimana:

chi vuole amarmi?… io l’amerò!

Chi vuole l’anima mia?… è in vendita!

Arrivate al momento giusto!

Non ho il tempo di aspettare,

ché col mio nuovo amante,

presso i bastioni di Siviglia

dal mio amico Lillas Pastia,

andrò a danzar la seguidilla

e a bere il Manzanilla!

Sì, andrò dal mio amico Lillas Pastia!

JOSÉ

Taci! t’avevo detto di non parlarmi!

CARMEN (con semplicità)

Non ti parlo, canto per me sola!

E penso! non è vietato pensare!

Penso a certo ufficiale,

penso a certo ufficiale che m’ama,

e che a mia volta… potrei forse amare!

JOSÉ (commosso)

Carmen!

CARMEN

Il mio ufficiale non è un capitano,

nemmeno un tenente è solo brigadiere;

ma per una zingara basta,

e mi degno d’accontentarmi!

JOSÉ (slegando le corde dalle mani di Carmen)

Carmen, io son come un ubriaco,

se cedo, se ti libero,

manterrai la tua promessa…

Ah! se io t’amo, Carmen, tu m’amerai!

CARMEN

Sì…

JOSÉ

Da Lillas Pastia…

CARMEN

Noi danzeremo… la seguidilla…

JOSÉ

Lo prometti! Carmen…

CARMEN

Bevendo manzanilla…

JOSÉ

Lo prometti!…

CARMEN (a bassa voce, mormorando)

Ah!… Presso i bastioni di Siviglia,

dal mio amico Lillas Pastia,

balleremo la seguidilla

e berremo manzanilla.

Tralalà…

JOSÉ (parlando)

Il tenente!… Sta’ attenta.

(Carmen va a mettersi sul suo sgabello, con le mani dietro la schiena. Rientra il tenente Zuniga.)

Scena XI

Gli stessi, Zuniga, poi Operai, Soldati, Borghesi.

ZUNIGA (a Don José)

Ecco l’ordine; partite e fate buona guardia.

CARMEN (a voce bassa a José)

Per via ti spingerò…

Più forte che potrò…

Lasciati cadere… il resto mi riguarda…

(Si mette fra i due dragoni; José accanto a lei. Frattanto le donne e i borghesi sono rientrati in scena, sempre tenuti a distanza dai dragoni. Carmen attraversa la scena da sinistra a destra andando verso il ponte.)

CARMEN (cantarellando e ridendo sotto il naso di Zuniga)

L’amore è figlio di zingari,

mai ha conosciuto legge;

se tu non m’ami, io t’amo;

se io t’amo, attento a te!

(Arrivata all’ingresso del ponte, a destra, Carmen spinge José che si lascia cadere. Confusione, disordine. Carmen fugge. Giunta in mezzo al ponte, si ferma un istante, fa volare la sua corda oltre il parapetto e si mette in salvo, mentre sulla scena, con grandi scoppi di risa, le sigaraie circondano il tenente. Cala il sipario.)

 

Acte deuxième

 

Scène I

Carmen, Le Lieutenant, Moralès, Officiers et Bohémiennes

(La taverne de Lillas Pastia. Tables à droite et à gauche. C'est la fin d'un dîner. La table est en désordre. Les officiers et les Bohémiennes fument des cigarettes. Deux Bohémiens râclent de la guitare dans un coin de la taverne et deux Bohémiennes, au milieu de la scène, dansent. Carmen est assise regardant danser les Bohémiennes, le lieutenant lui parle bas, mais elle ne fait aucune attention à lui. Elle se lève tout à coup et se met à chanter.)

CARMEN

Les tringles des sistres tintaient

avec un éclat métallique,

et sur cette étrange musique

les zingarellas se levaient.

Tambours de basque allaient leur train,

et les guitares forcenées

grinçaient sous des mains obstinées,

même chanson, même refrain,

Tra la la la…

(sur ce refrain les Bohémiennes dansent)

CARMEN, FRASQUITA et MERCÉDÈS

Tra la la la…

CARMEN

Les anneaux de cuivre et d'argent

reluisaient sur les peaux bistrées;

d'orange ou de rouge zébrées

les étoffes flottaient au vent.

La danse au chant se mariait,

d'abord indécise et timide,

plus vive ensuite et plus rapide…

cela montait, montait, montait!

Tra la la la…

CARMEN, FRASQUITA et MERCÉDÈS

Tra la la la…

CARMEN

Les Bohémiens, à tour de bras,

de leurs instruments faisaient rage,

et cet éblouissant tapage

ensorcelait les zingaras.

Sous le rhythme de la chanson,

ardentes, folles, enfiévrées,

elles se laissaient, enivrées,

emporter par le tourbillon!

Tra la la la…

CARMEN, FRASQUITA et MERCEDES

Tra la la la…

(Mouvement de danse très-rapide, très-violent. Carmen elle même danse et vient, avec les dernières notes de l'orchestre, tomber haletante sur un banc de la taverne. Après la danse, Lillas Pastia se met à tourner autour des officiers d'un air embarrassé.)

ZUNIGA (à Lillas Pastia)

Vous avez quelque chose à nous dire, maître Lillas Pastia?

MORALÈS
Tu nous mets à la porte!...

ZUNIGA
C'est parce que ton auberge est le rendez-vous ordinaire de tous les contrebandiers de la province. Dieu sait ce qui s'y passe dans ton auberge une fois qu'elle est fermée... Enfin! nous avons encore, avant l'appel, le temps d'aller passer une heure au théâtre... vous y viendrez avec nous, n'est-ce pas, les belles?
(Pastia fait signe aux Bohémiennes de refuser.)

FRASQUITA
Non, messieurs les officiers, non, nous restons ici, nous.

ZUNIGA
Comment, vous ne viendrez pas...

MORALÈS
Mercédès!

MERCÉDÈS
C'est impossible...

MORALÈS
Frasquita!

FRASQUITA
Je suis désolée...

ZUNIGA
Mais toi, Carmen...

CARMEN
Je refuse et encore plus nettement qu'elles deux...

(Pendant que Zuniga parle à Carmen, Moralès et les deux autres lieutenants essaient de fléchir Frasquita et Mercédès.)

ZUNIGA
Tu m'en veux?

CARMEN
Pourquoi vous en voudrais-je?

ZUNIGA
Parce qu'il y a un mois j'ai eu la cruauté de t'envoyer à la prison...

CARMEN

À la prison... je ne me souviens pas d'être allée à la prison...

ZUNIGA
Je le sais bien que tu n'y es pas allée... le brigadier qui était chargé de te conduire ayant jugé à propos de te laisser échapper... et de se faire dégrader et emprisonner pour cela...

CARMEN (sérieuse)
Dégrader et emprisonner?...
Oh! Et ce pauvre garçon et redevenu simple soldat?...

ZUNIGA
Oui... et il a passé un mois en prison...

CARMEN
Mais il en est sorti?

ZUNIGA
Depuis hier seulement!

CARMEN (faisant claquer ses castagnettes)

Tout est bien puisqu'il en est sorti, tout est bien.

ZUNIGA
À la bonne heure, tu te consoles vite...

CARMEN (à part)

Et j'ai raison...

(la scène est interrompue par un chœur chanté dans la coulisse)

CHŒUR

Vivat! vivat le torero!

Vivat! vivat Escamillo!

Vivat! vivat! vivat!

ZUNIGA(parlé)

Qu'est-ce que c'est?

FRASQUITA(parlé)

C'est Escamillo…

(Paraît Escamillo)

 

 

Scène II

Les mêmes, Escamillo

ESCAMILLO

Votre toast, je peux vous le rendre,

señors, señors, car avec les soldats

oui, les toreros peuvent s'entendre;

pour plaisirs,pour plaisirs, ils ont les combats!

Le cirque est plein, c'est jour de fête!

Le cirque est plein du haut en bas;

les spectateurs perdant la tête,

s'interpellent à grands fracas!

Apostrophes, cris et tapage

poussés jusques à la fureur!

Car c'est la fête du courage!

C'est la fête des gens de cœur!

Allons! en garde!

allons! allons! ah!

(légèrement, avec fatuité)

Toréador, en garde!

Toréador! Toréador!

Et songe bien, oui, songe en combattant

qu'un œil noir te regarde

et que l'amour t'attend,

Toréador, l'amour, l'amour t'attend!

Tout d'un coup, on fait silence,

on fait silence… ah! que se passe-t-il?

Plus de cris, c'est l'instant!

Le taureau s'élance en bondissant

hors du toril! Il s'élance!

Il entre, il frappe!… un cheval roule,

entraînant un picador.

«Ah! Bravo! Toro!» hurle la foule,

le taureau va… il vient… il vient et frappe encor!

En secouant ses banderilles,

plein de fureur, il court!…

le cirque est plein de sang!

On se sauve… on franchit les grilles!…

C'est ton tour maintenant!

Allons! en garde!

allons! allons! ah!

(légèrement, avec fatuité)

Toréador, en garde!

Toréador! Toréador!

Et songe bien, oui, songe en combattant

qu'un œil noir te regarde

et que l'amour t'attend,

Toréador, l'amour, l'amour t'attend!

TOUS

Toréador, en garde!

Toréador! Toréador!

Et songe bien, oui, songe en combattant,

qu'un œil noir te regarde

et que l'amour t'attend,

Toréador, l'amour, l'amour t'attend!

MERCÉDÈS

L'amour!

ESCAMILLO

L'amour!

FRASQUITA

L'amour!

ESCAMILLO

L'amour!

CARMEN

L'amour!

ESCAMILLO

L'amour!

TOUS

Toréador! Toréador!

L'amour t'attend!

(On boit, on échange des poignées de main avec le torero. Les officiers commencent à se préparer à partir. Escamillo se trouve près de Carmen.)

ESCAMILLO

Dis-moi ton nom, et la première fois que je frapperai le taureau, ce sera ton nom que je prononcerai.

CARMEN

Je m'appelle Carmen.

ESCAMILLO

Et bien, Carmen, si je m'avisais de t'aimer et de vouloir être aimé de toi, qu'est-ce que tu me répondrais?

CARMEN
Je répondrais que tu peux m'aimer tout à ton aise, mais que quant à être aimé de moi pour le moment, il n'y faut pas songer!

ESCAMILLO

Ah!

CARMEN

C’est comme ça.

ESCAMILLO

J'attendrai alors et je me contenterai d'espérer…

CARMEN

Il n'est pas défendu d'attendre et il est toujours agréable d'espérer.

MORALÈS (à Frasquita et Mercédès)

Vous ne venez pas décidément?

MERCÉDÈS et FRASQUITA

(sur un nouveau signe de Pastia)

Non, non...

MORALÈS (au lieutenant)

Mauvaise campagne, lieutenant. 

ZUNIGA
Bah! la bataille n'est pas encore perdue...

(bas à Carmen)

Écoute-moi, Carmen, puisque tu ne veux pas venir avec nous, c'est moi qui dans une heure reviendrai ici…

CARMEN

Ici?

ZUNIGA

Oui, dans une heure… après l'appel.

CARMEN

Je ne vous conseille pas de revenir…

ZUNIGA(riant)

Je reviendrai tout de même.

(haut)
Nous partons avec vous, torero, et nous nous joindrons au cortège qui vous accompagne.

(Tout le monde sort, excepté Carmen, Frasquita, Mercédès et Lillas Pastia.)

 

 

[Scène III]

 

 

Scène IV

Carmen, Frasquita, Mercédès, Le Dancaïre, Le Remendado
 
(Entrent le Dancaïre et le Remendado. ­Pastia ferme les portes, met les volets, etc.)
 

FRASQUITA
Eh bien, les nouvelles?

Le Dancaïre

Pas trop mauvaises, nous arrivons de Gibraltar...

Le Remendado

Jolie ville, Gibraltar!... on y voit des Anglais, beaucoup d'Anglais, de jolis hommes les Anglais: un peu froids, mais distingués.

Le Dancaïre

Remendado!…

Le Remendado

Patron.

Le Dancaïre

Nous arrivons de Gibraltar, nous avons arrangé avec un patron de navire l'embarquement de marchandises anglaises. Nous irons les attendre près de la côte, nous en cacherons une partie dans la montagne et nous ferons passer le reste. Tous nos camarades ont été prévenus... ils sont ici, cachés, mais c'est de vous trois surtout que nous avons besoin... vous allez partir avec nous...

Carmen (riant)
Pourquoi faire? pour vous aider à porter les ballots?...

Le Remendado

Oh! non... faire porter des ballots à des dames... ça ne serait pas distingué.

Le Dancaïre(menaçant)

Remendado?

Le Remendado

Oui, patron.

Le Dancaïre

Nous ne vous ferons pas porter des ballots, mais nous aurons besoin de vous pour autre chose.

Nous avons en tête une affaire!

FRASQUITA et MERCÉDÈS

Est-elle bonne, dites-nous?

LE DANCAÏRE

Elle est admirable, ma chère;

mais nous avons besoin de vous.

LE REMENDADO

Oui, nous avons besoin de vous.

CARMEN

De nous?

LE DANCAÏRE

De vous!

MERCÉDÈS

De nous?

LE REMENDADO

De vous!

FRASQUITA

De nous?

FRASQUITA, MERCÉDÈS et CARMEN

Quoi, vous avez besoin de nous?

LE REMENDADO et LE DANCAÏRE

Oui, nous avons besoin de vous!

Car nous l'avouons humblement

et fort respectueusement, oui,

quand il s'agit de tromperie,

de duperie,

de volerie,

il est toujours bon, sur ma foi,

d'avoir les femmes avec soi.

Et sans elles,

mes toutes belles,

on ne fait jamais rien

de bien!

FRASQUITA, MERCÉDÈS et CARMEN

Quoi, sans nous jamais rien

de bien?

LE REMENDADO et LE DANCAÏRE

N'êtes-vous pas de cet avis?

FRASQUITA, MERCÉDÈS et CARMEN

Si fait, je suis

de cet avis.

Si fait, vraiment,

je suis de cet avis.

TOUS les cinq

Quand il s’agit de tromperie

de duperie,

de volerie,

il est toujours bon, sur ma foi,

d'avoir les femmes avec soi.

Et sans elles,

les toutes belles,

on ne fait jamais rien

de bien!

Oui, quand il s'agit de tromperie,

de duperie,

de volerie,

il est toujours bon, sur ma foi,

d'avoir les femmes avec soi!

LE DANCAÏRE

C'est dit, alors; vous partirez?

FRASQUITA et MERCÉDÈS

Quand vous voudrez.

LE DANCAÏRE

Mais… tout de suite…

CARMEN

Ah! permettez… permettez!

(à Mercédès et à Frasquita)

S'il vous plaît de partir… partez!

Mais je ne suis pas du voyage.

Je ne pars pas… je ne pars pas!

LE DANCAÏRE et LE REMENDADO

Carmen, mon amour, tu viendras,

et tu n'auras pas le courage

de nous laisser dans l'embarras!

CARMEN

Je ne pars pas, je ne pars pas!

FRASQUITA et MERCÉDÈS

Ah! ma Carmen, tu viendras!

LE DANCAÏRE

Mais au moins la raison, Carmen, tu la diras.

FRASQUITA, MERCÉDÈS, LE DANCAÏRE et LE REMENDADO

La raison, la raison, la raison, la raison!

CARMEN

Je la dirai certainement…

TOUS les quatre

Voyons!

CARMEN

La raison, c’est qu’en ce moment…

LE DANCAÏRE et LE REMENDADO

Eh bien?

FRASQUITA et MERCÉDÈS

Eh bien?

CARMEN

Je suis amoureuse!

LE REMENDADO et LE DANCAÏRE(stupéfaits)

Qu'a-t-elle dit? Qu'a-t-elle dit?

FRASQUITA et MERCÉDÈS

Elle dit qu'elle est amoureuse!

TOUS les quatre

Amoureuse! Amoureuse!

LE DANCAÏRE

Voyons, Carmen, sois sérieuse!

CARMEN

Amoureuse à perdre l'esprit!

LE REMENDADO et LE DANCAÏRE(un peu ironique)

La chose, certes, nous étonne,

mais ce n'est pas le premier jour

où vous aurez su, ma mignonne,

faire marcher le devoir et l'amour.

CARMEN(franchement)

Mes amis, je serais fort aise

de partir avec vous ce soir;

mais cette fois, ne vous déplaise,

il faudra que l'amour passe avant le devoir…

LE DANCAÏRE

Ce n'est pas là ton dernier mot?

CARMEN

Absolument!

LE REMENDADO

Il faut que tu te laisses attendrir!

TOUS les quatre

Il faut venir, Carmen, il faut venir!

Pour notre affaire,

c'est nécessaire;

car entre nous…

CARMEN

Quant à cela, j'admets bien avec vous!

TOUS les cinq

Quand il s'agit de tromperie,

de duperie, de volerie,

il est toujours bon, sur ma foi,

d'avoir les femmes avec soi.

Et sans elles, les toutes belles,

on ne fait jamais rien de bien!

Oui, quand il s'agit de tromperie,

de duperie, de volerie,

il est toujours bon, sur ma foi,

d'avoir les femmes avec soi!

Oui, sur ma foi, oui, sur ma foi!

Il est toujours bon d'avoir

les femmes avec soi!

Le Dancaïre

En voilà assez; je t'ai dit qu'il fallait venir, et tu viendras... je suis le chef...

Carmen
Et tu crois que je t'obéirai?…

Le Dancaïre

Amoureuse... ce n'est pas une raison, cela.

Le Remendado

Moi aussi je suis amoureux et ça ne m'empêche pas de me rendre utile.

Carmen
Partez sans moi... j'irai vous rejoindre demain... mais pour ce soir je reste...

Frasquita
Je ne t'ai jamais vue comme cela; qui attends-tu, donc?…

Carmen
Un pauvre diable de soldat

qui m'a rendu service...

Mercédès
Ce soldat qui était en prison?

Carmen
Oui!…

Frasquita
Et à qui, il y a quinze jours, le geôlier a remis de ta part un pain dans lequel il y avait une pièce d'or et une lime?

Carmen (remontant vers la fenêtre)

Oui.

Le Dancaïre

Il s'en est servi de cette lime?…

Carmen 

Non.

(on entend dans le lointain la voix de Don José)

JosÉ(la voix très éloigné)

Halte-là!

Qui va là?

Dragon d'Alcala!

(La voix se rapproche peu à peu. Entre Don José.)

 

 

Scène V

Don José, Carmen

Carmen
Enfin... te voilà...

JOSÉ

Il y a deux heures seulement que je suis sorti de prison.

Carmen
Qui t'empêchait de sortir plus tôt? Je t'avais envoyé une lime et une pièce d'or...

JOSÉ

La lime je la garde comme souvenir de toi.

(Lui tendant la pièce d'or)

Quant à l'argent...

Carmen
Tiens, il l'a gardé!… ça se trouve à merveille...

(criant et frappant)

Holà!.. Lillas Pastia, holà!.. nous mangerons tout... tu me régales... holà! holà!…

(Entre Pastia en l’empêchant de crier.)

Carmen(lui jetant la pièce)

Tiens, attrape... apporte-nous de tout ce que tu as, de tout, de tout...

(Il sort.)

Carmen (à José)

Tu m'en veux alors et tu regrettes de t'être fait mettre en prison pour mes beaux yeux?

JOSÉ

Non.

CARMEN
Vraiment.

JOSÉ

L'on m'a mis en prison, l'on m'a ôté mon grade,

mais ça m'est égal.

CARMEN
Parce que tu m'aimes?

JOSÉ

Oui, parce que je t'aime, parce que je t'adore.

CARMEN (mettant ses deux mains dans les mains de José)

Je paie mes dettes... c'est notre loi à nous autres bohémiennes... Je paie mes dettes...

(Rentre Lillas Pastia apportant sur un plateau des oranges, des bonbons, des fruits confits, du Manzanilla.)

Mets tout cela ici... d'un seul coup, n'aie pas peur...
(Pastia obéit et la moitié des objets roule par terre.)
Ça ne fait rien, nous ramasserons tout ça nous-mêmes...

sauve-toi maintenant, sauve-toi.

(Pastia sort.)

Mets-toi là et mangeons de tout! de tout! de tout!

(Elle est assise; Don José s'assied en face d'elle.)

JOSÉ

Tu manges comme une enfant de six ans...

CARMEN
Ton lieutenant était ici tout à l'heure, avec d'autres officiers, ils nous ont fait danser la Romalis...

JOSÉ

Tu as dansé?

CARMEN
Oui; et quand j'ai eu dansé, ton lieutenant s'est permis de me dire qu'il m'adorait...

JOSÉ

Carmen!…

CARMEN
Qu'est-ce que tu as?… Est-ce que tu serais jaloux, par hasard?…

JOSÉ

Mais certainement, je suis jaloux...

CARMEN
Allons, ne te fâche pas... pourquoi es-tu jaloux? parce que j'ai dansé tout à l'heure pour ces officiers... Eh bien, si tu le veux, je danserai pour toi maintenant, pour toi tout seul.

JOSÉ

Si je le veux, je crois bien que je le veux...

(Carmen casse une assiette; avec deux morceaux de faïence,

se fait des castagnettes et les essaie…)

CARMEN(avec une solennité comique)

Je vais danser en votre honneur,

et vous verrez, seigneur,

comment je sais moi-même accompagner

Mettez-vous là, Don José; je commence!

(Elle fait asseoir Don José dans un coin du théâtre. Petite danse. Carmen, du bout des lèvres fredonne un air qu'elle accompagne avec ses castagnettes. Don José la dévore des yeux. On entend au loin, très loin, des clairons qui sonnent la retraite. Don José prête l'oreille. Il croit entendre les clairons, mais les castagnettes de Carmen claquent très bruyamment. Don José s'approche de Carmen, lui prend le bras, et l'oblige à s'arrêter.)

JosÉ

Attends un peu, Carmen, rien qu'un moment… arrête!

CARMEN(étonnée)

Et pourquoi, s'il te plaît?

JosÉ

Il me semble… là-bas…

Oui, ce sont nos clairons qui sonnent la retraite.

(les clairons se rapprochent)

Ne les entends-tu pas?

CARMEN(avec entrain)

Bravo! bravo! j'avais beau faire;…

il est mélancolique de danser sans orchestre…

Et vive la musique qui nous tombe du ciel!

La la la la la la la…

(Elle reprend sa chanson qui se rythme sur la retraite sonnée au dehors par les clairons. Carmen se remet à danser et Don José se remet à regarder Carmen. La retraite approche, passe sous les fenêtres de l'auberge, puis s'éloigne. Le son des clairons va s'affaiblissant. Nouvel effort de Don José pour s'arracher à cette contemplation de Carmen. Il lui prend le bras et l'oblige encore à s'arrêter.)

JosÉ

Tu ne m'a pas compris. Carmen… c'est la retraite!

Il faut que moi, je rentre au quartier pour l'appel!

(le bruit de la retraite cesse tout à coup)

CARMEN(stupéfaite et regardant Don José qui remet sa giberne et rattache le ceinturon de son sabre)

Au quartier!… pour l'appel!…

Ah! j'étais vraiment trop bête!

Je me mettais en quatre et je faisais des frais,

pour amuser monsieur! Je chantais! je dansais!

Je crois, Dieu me pardonne,

qu'un peu plus, je l'aimais!

Ta ra ta ta… c'est le clairon qui sonne!

Ta ra ta ta… Il part… il est parti!

Va-t'en donc, canari!

(avec fureur, lui envoyant son shako à la volée)

Prends ton shako, ton sabre, ta giberne,

et va-t'en, mon garçon, ve t'en!

Retourne à ta caserne!

JosÉ(avec tristesse)

C'est mal à toi, Carmen, de te moquer de moi!

Je souffre de partir, car jamais, jamais femme,

jamais femme avant toi

aussi profondément n'avait troublé mon âme!

CARMEN(en éxagérant le ton passionné de Don José)

Il souffre de partir, car jamais, jamais femme,

jamais femme avant moi,

aussi profondément n'avait troublé son âme!

Ta ra ta ta… mon Dieu! c'est la retraite!

Ta ra ta ta… je vais être en retard.

O mon Dieu! O mon Dieu! c'est la retraite!

Je vais être en retard! Il perd la tête! il court!

Et voilà son amour!

JosÉ

Ainsi tu ne crois pas

à mon amour?

CARMEN

Mais non!

JosÉ

Eh bien! tu m'entendras!

CARMEN

Je ne veux rien entendre!

JosÉ

Tu m'entendras!

CARMEN

Tu vas te faire attendre!

Non! non! non! non!

JosÉ(violemment)

Tu m'entendras! Oui, tu m'entendras!

Je le veux! Carmen, tu m'entendras!

(De la main gauche, il a saisi brusquement le bras de Carmen; de la main droite, il va chercher sous sa veste d'uniforme a fleur de cassie que Carmen lui a jetée au premier acte. Il montre cette fleur à Carmen.)

La fleur que tu m'avais jetée

dans ma prison m'était restée,

flétrie et sèche, cette fleur

gardait toujours sa douce odeur;

et pendant des heures entières,

sur mes yeux, fermant mes paupières,

de cette odeur je m'enivrais

et dans la nuit je te voyais!

Je me prenais à te maudire,

à te détester, à me dire:

pourquoi faut-il que le destin

l'ait mise là sur mon chemin!

Puis je m'accusais de blasphème,

et je ne sentais en moi-même,

je ne sentais

qu'un seul désir, un seul espoir:

te revoir, ô Carmen, oui, te revoir!

Car tu n'avais eu qu'à paraître,

qu'à jeter un regard sur moi,

pour t'emparer de tout mon être,

ô ma Carmen!

Et j'étais une chose à toi!

Carmen, je t'aime!

CARMEN

Non! tu ne m'aimes pas!

JosÉ

Que dis-tu?

CARMEN

Non! tu ne m'aimes pas! Non!

Car si tu m'aimais,

là-bas, là-bas tu me suivrais!

JosÉ

Carmen!

CARMEN

Oui! Là-bas, là-bas dans la montagne!

JosÉ

Carmen!

CARMEN

Là-bas, là-bas tu me suivrais!

Sur ton cheval tu me prendrais,

et comme un brave à travers la campagne,

en croupe, tu m'emporterais!

Là-bas, là-bas dans la montagne!

JosÉ (troublé)

Carmen!

CARMEN

Là-bas, là-bas tu me suivrais!

tu me suivrais, si tu m'aimais!

Tu n'y dépendrais de personne;

point d'officier à qui tu doives obéir,

et point de retraite qui sonne

pour dire à l'amoureux qu'il est temps de partir!

Le ciel ouvert, la vie errante,

pour pays tout l'univers, et pour loi ta volonté!

Et surtout la chose enivrante:

la liberté! la liberté!

JosÉ

Mon Dieu!

CARMEN

Là-bas, là-bas dans la montagne!

JosÉ (très ébranlé, presque vaincu)

Carmen!

CARMEN

Là-bas, là-bas si tu m'aimais…

JosÉ

Tais-toi!

CARMEN

Là-bas, là-bas tu me suivrais!

Sur ton cheval tu me prendrais…

et comme un brave à travers la campagne,

oui, tu m'emporterais,

si tu m'aimais!

JosÉ

Ah ! Carmen, hélas! Tais-toi!

Mon Dieu!

Hélas! Hélas! Pitié! Carmen, pitié!

Mon Dieu! Hélas!

CARMEN

Là-bas, là-bas tu me suivras,

tu m'aimes et tu me suivras!

Là-bas, là-bas emporte moi!

JosÉ

Ah! tais-toi! tais-toi!

(s'arrachant brusquement des bras de Carmen)

Non! je ne veux plus t'écouter!

Quitter mon drapeau… déserter…

C'est la honte… c'est l'infamie!…

Je n'en veux pas!

CARMEN(durement)

Eh bien! pars!

JosÉ (suppliant)

Carmen, je t'en prie!

CARMEN

Non! je ne t'aime plus! Va! je te hais!

JosÉ

Écoute! Carmen!

CARMEN

Adieu! mais adieu pour jamais!

JosÉ (avec douleur)

Eh bien! soit! adieu! pour jamais!

CARMEN

Va-t-en!

JosÉ

Carmen! adieu! adieu pour jamais!

CARMEN

Adieu!

(Il va en courant vers la porte. Au moment ou il y arrive, on frappe. Don José s'arréte, silence. On frappe encore.)

 

 

Scène VI

Les mêmes, le Lieutenant

 

ZUNIGA(au dehors)

Holà! Carmen! Holà! Holà!

JosÉ

Qui frappe? qui vient là?

CARMEN

Tais-toi… tais-toi!

ZUNIGA(faisant sauter la porte)

J'ouvre moi-méme… et j'entre…

(il voit Don José. À Carmen, légèrement)

Ah! fi! ah! fi! la belle!

Le choix n'est pas heureux! C'est se mésallier

de prendre le soldat quand on a l'officier.

(à Don José)

Allons, décampe!

JosÉ (calme, mais résolu)

Non!

ZUNIGA

Si fait! tu partiras.

JosÉ

Je ne partirai pas.

ZUNIGA(le frappant)

Drôle!

JosÉ (sautant sur son sabre)

Tonnerre!… il va pleuvoir des coups!

CARMEN(se jetant entre eux deux)

Au diable le jaloux!

(appelant)

À moi! à moi!

(Le Dancaïre, Le Remendado et les Bohémiennes paraissent de tous les côtés. Carmen d'un geste montre le lieutenant aux Bohémiens; le Dancaïre et le Remendado se jettent sur lui, le désarment.)

CARMEN(à Zuniga d'un ton moqueur)

Bel officier, bel officier, l'amour

vous joue en ce moment un assez vilain tour!

Vous arrivez fort mal hélas!

et nous sommes forcés,

ne voulant être dénoncés,

de vous garder au moins… pendant une heure.

LE DANCAÏRE et LE REMENDADO

Mon cher monsieur! Mon cher monsieur!

nous allons, s'il vous plaît,

quitter cette demeure.

Vous viendrez avec nous?

Vous viendrez avec nous?

CARMEN

C'est une promenade!

LE DANCAÏRE et LE REMENDADO

Consentez-vous? Consentez-vous?

Répondez, camarade!

ZUNIGA

Certainement.

(avec ironie)

D'autant plus que votre argument

est un de ceux auxquels on ne résiste guère!

(changeant de ton)

Mais gare à vous! plus tard!

LE DANCAÏRE(avec philosophie)

La guerre, c'est la guerre!

En attendant, mon officier,

passez devant sans vous faire prier!

LE REMENDADO et LES BohÉmiens

Passez devant sans vous faire prier!

(Zuniga sort, emmené par quatre Bohémiens, le pistolet à la main)

CARMEN(à Don José)

Es-tu des nôtres maintenant?

JOSÉ

Il le faut bien!

CARMEN

Ah! le mot n'est pas galant!

Mais, qu'importe! Va… tu t'y feras

quand tu verras

comme c'est beau, la vie errante!

Pour pays tout l'univers, et pour loi ta volonté!

Et surtout, la chose enivrante:

la liberté! la liberté!

FRASQUITA, MERCÉDÈS, CARMEN, BohÉmiennes

Suis-nous à travers la campagne,

viens avec nous dans la montagne,

suis-nous et tu t'y feras, tu t'y feras

quand tu verras, là-bas,

comme c'est beau, la vie errante,

pour pays tout l'univers,

et pour loi ta volonté!

et surtout, la chose enivrante:

la liberté!

LE REMENDADO, LE DANCAÏRE, BohÉmienS

Ami, suis-nous dans la campagne,

viens avec nous à la montagne,

tu t'y feras, tu t'y feras

quand tu verras, là-bas, là-bas,

comme c'est beau, la vie errante,

pour pays l'univers

et surtout, la chose enivrante:

oui, la liberté!

Don JosÉ(entraîné)

Ah!

TOUS

Le ciel ouvert, la vie errante,

pour pays tout l'univers,

pour loi la volonté;

et surtout, la chose enivrante:

la liberté! la liberté!

Atto secondo

Scena I

Carmen, Il Tenente, Morales, Soldati e Zingari

(La taverna di Lillas Pastia. Tavoli a destra e a sinistra. È la fine d’un pranzo. La mensa è in disordine. Gli ufficiali e le zingare fumano sigarette. Due zingari strimpellano la chitarra in un angolo della taverna e due zingare, in mezzo alla scena, danzano. Carmen è seduta e osserva le zingare danzare; il tenente le parla a voce molto bassa, ma lei non gli presta attenzione. All’improvviso si alza e si mette a cantare.)

CARMEN

Le lamine dei sistri tintinnavano

con un metallico bagliore,

e su questa musica strana

le zingarelle s’alzavano,

i tamburi baschi facevan il loro dovere,

e le chitarre forsennate

stridevan sotto ostinate mani,

stessa canzone, stesso ritornello!…

Tra la la la…

(su questo ritornello le gitane danzano)

CARMEN, FRASQUITA e MERCEDES

Tra la la la…

CARMEN

Gli anelli di rame e d’argento

rilucevan sulle pelli bistrate

zebrate d’arancione o di rosso;

le stoffe volavano al vento;

la danza si sposava al canto,

dapprima indecisa e timida,

poi più viva e più veloce…

Cresceva, cresceva, cresceva!

Tra la la la…

CARMEN, FRASQUITA e MERCEDES

Tra la la la…

CARMEN

Gli zingari a tutta forza,

imperversavan sui lor strumenti,

e quell’abbagliante frastuono

stregava le zingare!

Sotto il ritmo della canzone,

ardenti, folli, febbrili,

si lasciavano, snervate,

trasportare dal turbine!

Tra la la la…

CARMEN, FRASQUITA e MERCEDES

Tra la la la…

(Movimento di danza molto veloce e violento. Anche Carmen danza e, alle ultime battute dell’orchestra, viene a gettarsi ansimante su una panca della taverna. Dopo la danza, Lillas Pastia si mette a girare intorno agli ufficiali con aria imbarazzata.)

ZUNIGA (à Lillas Pastia)

Dovete dirci qualche cosa, signor Lillas Pastia?

MORALES
Ci metti alla porta!…

ZUNIGA
È perché la tua locanda è il punto di ritrovo usuale di tutti i contrabbandieri della provincia.Dio sa cosa succede nella tua locanda, una volta chiusa…Insomma! Abbiamo ancora il tempo, prima dell’appello, di andare a passare un’ora a teatro…Verrete con noi, vero, bellezze?

(Pastia fa segno alle zingare di rifiutare.)

FRASQUITA
No, signori ufficiali, no, noi restiamo qua.

ZUNIGA
Come, non verrete…

MORALES
Mercedes!

MERCEDES
È impossibile...

MORALES
Frasquita!

FRASQUITA
Mi dispiace...

ZUNIGA
Ma tu, Carmen...

CARMEN
Io rifiuto, e ancor più decisamente di loro due…

(Mentre Zuniga parla a Carmen, Morales e gli altri due luogotenenti cercano di convincere Frasquita e Mercedes.)

ZUNIGA
Ce l’hai con me?

CARMEN

E per quale ragione?

ZUNIGA
Perché un mese fa sono stato così crudele da mandarti in prigione...

CARMEN

In prigione… non ricordo di essere andata in prigione…

ZUNIGA
Lo so bene che non ci sei andata…Il brigadiere che doveva portarti dentro ha infatti giudicato opportuno lasciarti scappare… e farsi perciò degradare e imprigionare…

CARMEN (seria)
Degradare e imprigionare?… Oh! E quel povero ragazzo è ridiventato soldato semplice?

ZUNIGA
Sì… e ha passato un mese in prigione…

CARMEN
Ma ne è uscito?…

ZUNIGA
Solo da ieri!

CARMEN (facendo schioccare le sue nacchere)

Va tutto bene, dato che è uscito, va tutto bene.

ZUNIGA
Alla buon’ora, ti consoli in fretta…

CARMEN (a parte)

E faccio bene…

(la scena è interrotta da un coro cantato in quinta)

CORO

Viva! viva il torero!

Viva! viva Escamillo!

Viva! viva! viva!

ZUNIGA (parlando)

Che cos’è?

FRASQUITA (parlando)

È Escamillo…

(Compare Escamillo)

Scena II

Gli stessi, Escamillo

ESCAMILLO

Il vostro brindisi, lo posso ricambiare,

señores, perché coi soldati,

sì, i toreri si possono intendere.

Tutti si battono con piacere!

L’arena è piena, è giorno di festa!

L’arena è piena dall’alto in basso;

gli spettatori perdon la testa,

parlan fra loro con gran frastuono!

Richiami, grida e fracasso

spinti sino al furore!

è la festa del coraggio!

è la festa della gente di cuore!

Andiamo! attento!

Andiamo! andiamo! ah!

(leggermente, con fatuità)

Toreador, attento!

Toreador, toreador!

Pensa, combattendo,

che un occhio nero ti guarda

e l’amore ti aspetta!

Toreador, l’amore t’aspetta!

A un tratto si fa silenzio…

si fa silenzio… Ah! che succede?

Non più grida, è il momento!

Il toro si slancia balzando

fuori dal toril… Si slancia!

Entra, colpisce!… stramazza un cavallo,

trascinando un picador…

«Ah! bravo! toro!»… urla la folla,

il toro va… viene… colpisce ancora!

Scuotendo le sue banderillas,

corre, pieno di furore!

L’arena è piena di sangue!

Scappano!… saltano le griglie!…

è il tuo momento adesso!

Andiamo attento!

Andiamo! andiamo! ah!

(leggermente, con fatuità)

Toreador, attento!

Toreador, toreador!

Pensa, combattendo,

che un occhio nero ti guarda

e l’amore ti aspetta!

Toreador, l’amore t’aspetta!

TUTTI

Toreador, attento!

Toreador, toreador!

Pensa, combattendo,

che un occhio nero ti guarda

e l’amore ti aspetta!

Toreador, l’amore t’aspetta!

MERCEDES

L’amore!

ESCAMILLO

L’amore!

FRASQUITA

L’amore!

ESCAMILLO

L’amore!

CARMEN

L’amore!

ESCAMILLO

L’amore!

TUTTI

Toreador, toreador!

L’amore ti aspetta!

(Si beve, si scambiano strette di mano con il torero. Gli ufficiali si preparano a parti. Escamillo si ritrova vicino a Carmen.)

ESCAMILLO

Dimmi il tuo nome, e la prima volta che batterò un toro, pronuncerò il tuo nome.

CARMEN

Mi chiamo Carmen.

ESCAMILLO

Bene, Carmen, se io volessi amarti ed essere amato da te, tu che ne diresti?

CARMEN

Ti risponderei che puoi amarmi come vuoi, e quanto ad essere amato da me, per ora non devi farti illusioni!

ESCAMILLO

Ah!

CARMEN

È così.

ESCAMILLO

Allora aspetterò, accontentandomi di sperare…

CARMEN

Non è proibito aspettare ed è sempre piacevole sperare.

MORALES (a Frasquita e Mercedes)

Voi non venite proprio?

MERCEDES e FRASQUITA

(su un nuovo segno di Pastia)

No, no...

MORALES (al luogotenente)

Una campagna andata male, tenente!…

ZUNIGA
Bah! La battaglia non è ancora perduta…

(sommessamente a Carmen)

Ascolta, Carmen, visto che non vuoi venire con noi, tornerò io qui tra un’ora…

CARMEN

Qui?

ZUNIGA

Sì, tra un’ora… dopo l’appello.

CARMEN

Non vi consiglio di tornare…

ZUNIGA (ridendo)

Tornerò lo stesso.

(forte)

Noi usciamo di qua insieme a voi, torero, e ci uniamo al corteo che vi accompagna.

(Escono tutti, tranne Carmen, Frasquita, Mercedes e Lillas Pastia.)

[Scena III]

 

 

Scena IV

Carmen, Frasquita, Mercedes, il Dancairo, il Remendado

(Entrano il Dancairo e il Remendado. Pastia chiude le porte, le imposte, etc.)

FRASQUITA
Ebbene, le notizie?

il dancairo

Non troppo male; arriviamo da Gibilterra…

il Remendado

Bella città, Gibilterra… ci si vedono degli inglesi, molti inglesi, e che begli uomini gli inglesi; freddini, magari, ma così distinti.

il dancairo

Remendado!…

Le Remendado

Capo.

il dancairo

Arriviamo da Gibilterra, e ci siamo accordati con un padrone di vascello per sbarcare mercanzie inglesi. Andremo ad aspettarli vicino alla costa, ne nasconderemo una parte sulla montagna e faremo passare il resto. Tutti i nostri compagni sono stati avvisati…Sono qui, nascosti, ma abbiamo bisogno soprattutto di voi tre… e partirete con noi…

Carmen (ridendo)
Per far che? Per aiutarvi a portare i fagotti?

il Remendado

Oh! No… far portare dei fagotti alle signore… non sarebbe distinto.

il dancairo(minacciando)

Remendado?

il Remendado

Sì, capo.

il dancairo

Non vi faremo portare i fagotti, ma abbiamo bisogno di voi per un’altra faccenda.

Abbiamo in mente un affare…

FRASQUITA e MERCEDES

È buono, diteci?

IL DANCAIRO

Meraviglioso, mia cara;

ma abbiamo bisogno di voi!

IL REMENDADO

Sì, abbiamo bisogno di voi!

CARMEN

Di noi?

IL DANCAIRO

Di voi!

MERCEDES

Di noi?

IL REMENDADO

Di voi!

FRASQUITA

Di noi?

FRASQUITA, MERCEDES e CARMEN

Come! Avete bisogno di noi?

IL REMENDADO e IL DANCAIRO

Sì, abbiamo bisogno di voi!…

ché, lo confessiamo umilmente,

e assai rispettosamente:

quando si tratta di inganno,

di imbroglio,

di furto,

è sempre bene, in fede mia,

avere donne con sé,

e senza di loro,

mie bellissime,

non si combina mai niente

di buono!

FRASQUITA, MERCEDES e CARMEN

Che! senza noi mai niente

di buono?

IL REMENDADO e IL DANCAIRO

Non siete di questa opinione?

FRASQUITA, MERCEDES e CARMEN

Si, io sono

di questa opinione.

Sì, veramente,

io sono di questa opinione.

TUTTI e cinque

Quando si tratta di inganno,

di imbroglio,

di furto,

è sempre bene, in fede mia,

avere donne con sé,

e senza di loro,

le bellissime,

non si combina mai niente

di buono!

Quando si tratta di inganno,

di imbroglio,

di furto,

è sempre bene, in fede mia,

avere donne con sé!

IL DANCAIRO

È detto, allora: partirete?

FRASQUITA e MERCEDES

Quando vorrete.

IL DANCAIRO

Ma… subito.

CARMEN

Ah! permettete… permettete!

(a Mercedes e Frasquita)

Se vi piace partire… partite,

ma io non sarò della partita.

Io non parto… Io non parto!

IL DANCAIRO e IL REMENDADO

Carmen, amor mio, tu verrai,

non avrai il coraggio

di lasciarci nelle peste.

CARMEN

Io non parto! io non parto!

MERCEDES e FRASQUITA

Ah! mia Carmen, tu verrai!

IL DANCAIRO

Ma almeno la ragione, Carmen, la dirai!

FRASQUITA, MERCEDES, IL DANCAIRO e IL REMENDADO

La ragione! La ragione! La ragione! La ragione!

CARMEN

Certo che la dirò…

TUTTI e quattro

Sentiamo!

CARMEN

La ragione, è che in questo momento…

IL DANCAIRO e IL REMENDADO

Allora?

FRASQUITA e MERCEDES

Allora?

CARMEN

Sono innamorata!

IL DANCAIRO e IL REMENDADO (stupiti)

Cosa ha detto? Cosa ha detto?

FRASQUITA e MERCEDES

Ha detto che è innamorata!

TUTTI e quattro

Innamorata! innamorata!

IL DANCAIRO

Via, Carmen, sii seria!

CARMEN

Innamorata da perder la testa!

IL DANCAIRO e IL REMENDADO (un po’ ironici)

La cosa, certo, ci stupisce,

ma non è la prima volta

che avete saputo, piccola mia,

far marciare insieme il dovere e l’amore.

CARMEN (con sincerità)

Amici miei, sarei ben lieta

di partire con voi stasera;

ma stavolta, non vi spiaccia,

l’amore dovrà precedere il dovere…

IL DANCAIRO

È la tua ultima parola?

CARMEN

Assolutamente!

IL REMENDADO

Devi lasciarti intenerire!

TUTTI e quattro

Devi venire, Carmen, devi venire!

Per il nostro affare,

è necessario:

ché fra noi…

CARMEN

Quanto a questo, son d’accordo con voi!

TUTTI e cinque

Quando si tratta di inganno,

di imbroglio, di furto,

è sempre bene, in fede mia,

avere donne con sé.

E senza di loro, le bellissime,

non si combina mai niente di buono!

Sì, quando si tratta di inganno,

di imbroglio, di furto,

è sempre bene, in fede mia,

avere le donne con sé!

Sì, in fede mia! Sì, in fede mia!

È sempre bene avere

sempre le donne con sé!

IL DANCAIRO

Ne ho abbastanza; ti ho detto che dovevi venire, e tu verrai… sono io il capo…

Carmen
E credi che ti obbedirò?…

IL DANCAIRO

Innamorata… non è una ragione, questa.

IL Remendado

Anch’io sono innamorato, e questo non mi impedisce di rendermi utile.

Carmen
Andate senza di me… vi raggiungerò domani… ma questa sera, resto…

Frasquita
Non ti ho mai visto così; ma chi aspetti?

Carmen
Un povero diavolo di soldato

che mi ha fatto un favore…

MerCEDEs
Il soldato che era in prigione?

Carmen
Sì.

Frasquita
E a cui, quindici giorni fa, il carceriere ha consegnato di nascosto un pane nel quale erano nascoste una moneta d’oro e una lima?…

Carmen (risalendo verso la finestra)

Sì.

IL DANCAIRO

Se ne è servito di quella lima?

Carmen 

No.

(si ascolta da lontano la voce di Don José)

JOSÉ (da molto lontano)

Alto là!

Chi va là?

Dragone d’Alcala…

(La voce si avvicina poco a poco. Entra Don José.)

Scena V

Don José, Carmen
 

Carmen
Eccoti… finalmente…

JOSÉ

Sono solo due ore che sono uscito di prigione.

Carmen
Chi ti impediva di uscire prima? Ti avevo mandato una lima e una moneta d’oro…

JOSÉ

La lima la conservo come tuo ricordo.

(Tendendole la moneta d’oro)

Quanto al denaro…

Carmen
Toh, l’ha conservato!… tanto meglio…

(gridando e battendo)

Olà!… Lillas Pastia, olà!… mangiamoci tutto…sei tu a offrire… olà! olà!…

(Entra Pastia impedendole di gridare.)

Carmen(gettandogli la moneta)

Tieni, prendi… portaci tuttoquello che hai, tutto, tutto…

(Esce.)

Carmen (a José)

Ce l’hai con me, allora, e rimpiangi di essertifatto mettere in prigione per i miei begli occhi?

JOSÉ

No.

CARMEN
Davvero?

JOSÉ

Mi hanno messo in prigione,mi hanno tolto il grado,

ma non me ne importa.

CARMEN
Perché mi ami?

JOSÉ

Sì, perché ti amo, perché ti adoro.

CARMEN (mettendo le sue due mani nelle mani di José)

Pago i miei debiti: è la nostra legge, la legge di noi zingare… Pago i miei debiti…

(Rientra Lillas Pastia portando su un vassoio arance, caramelle, frutta candita, Manzanilla.)

Metti tutto qui…tutto insieme, non avere paura…
(Pastia obbedisce e metà delle cose cade per terra.)
Non importa, raccoglieremo noi tutto quanto… scappa ora, scappa via!

(Pastia esce.)

Mettiti là e mangiamodi tutto! Di tutto! Di tutto!

(È seduta; Don José si siede di fronte a lei.)

JOSÉ

Mangi come un bambino di sei anni…

CARMEN
Il tuo luogotenente era qui proprio un momento fa, con altri ufficiali… Ci hanno fatto ballare la romalis…

JOSÉ

Tu hai ballato?

CARMEN
Sì; e quando ho finito, il tuo luogotenente si è permesso di dire che mi adorava…

JOSÉ

Carmen!…

CARMEN
Che cos’hai?… Saresti per caso geloso?…

JOSÉ

Ma certo che sono geloso…

CARMEN
Su, non ti arrabbiare… Perché sei geloso? Perché un momento fa ho danzato per quegli ufficiali? Ebbene, se vuoi, adesso danzerò per te, solo per te.

JOSÉ

Se voglio? Certo che voglio…

(Carmen rompe un piatto; con due pezzi di ceramica,

si fa delle nacchere e le prova…)

CARMEN (con una solennità comica)

Danzerò in vostro onore.

E vedrete, signore,

come so accompagnarmi nella danza!

Mettetevi là, Don José; io comincio!

(Fa sedere Don José in un angolo della scena. Breve danza. Carmen, a fior di labbra, canterella un’aria che accompagna con le sue nacchere. Don José la divora con gli occhi. Da lontano, molto lontano, si sentono le trombe che suonano la ritirata. Don José tende l’orecchio. Crede di sentire la tromba, ma le nacchere di Carmen schioccano rumorosamente. Don José si avvicina a Carmen, la prende per il braccio, e la obbliga a fermarsi.)

JOSÉ

Aspetta un poco, Carmen, solo un momento… fermati!

CARMEN (stupita)

E perché, prego?

JOSÉ

Mi sembra… laggiù…

Sì, son le nostre trombe che suonan la ritirata;

(le trombe si avvicinano)

Non le senti?

CARMEN (con brio)

Bravo! bravo! avevo un bel darmi da fare;

fa malinconia danzare senza orchestra…

Evviva la musica che ci cade dal cielo!

La la la la la la la…

(Riprende a cantarellare il suo motivo ritmato sulla ritirata suonata all’esterno dalle trombe. Carmen si rimette a danzare e Don José si rimette a guardare Carmen. La ritirata s’avvicina, passa sotto le finestre dell’albergo, poi s’allontana. Il suono delle trombe va affievolendosi. Nuovo sforzo di Don José per strapparsi dalla sua contemplazione di Carmen. Le afferra il braccio e la obbliga ancora a fermarsi.)

JOSÉ

Non m’hai capito… Carmen, è la ritirata.

Devo rientrare al quartiere per l’appello!

(il suono della ritirata cessa d’un tratto)

CARMEN (stupita e guardando Don José che si rimette la giberna e riallaccia il cinturone della sua sciabola.)

Al quartiere!… per l’appello…

Ah! ero proprio stupida!…

Mi facevo in quattro e spendevo del mio…

Per divertire il signore. Cantavo! danzavo!

Credi, Dio mi perdoni,

che un po’ più, lo amavo!

Ta ra ta ta… è la tromba che suona!

Ta ra ta ta… parte! è partito!

Vattene allora, canarino!

(con furore, buttandogli il suo sciaccò)

Prendi il tuo sciaccò, la tua sciabola, la tua giberna

e vattene, ragazzo mio, vattene

torna in caserma!

JOSÉ (con violenza)

Fai male, Carmen, a beffarti di me!

Soffro nel partire, perché mai, mai donna,

mai donna prima di te

m’aveva turbato l’anima sì profondamente!

CARMEN (esagerando il tono appassionato di Don José)

Soffre nel partire, perché mai donna,

mai donna prima di me,

ha turbato la sua anima così profondamente.

Ta ra ta ta… mio Dio! è la ritirata!

Ta ra ta ta… sarò in ritardo!

O mio Dio! O mio Dio… c’è la ritirata!

Sono in ritardo! Perde la testa, corre!

Ecco il suo amore!

JOSÉ

Così non credi

al mio amore?

CARMEN

Ma no!

JOSÉ

Ebbene! m’ascolterai!

CARMEN

Non voglio sentir nulla!

JOSÉ

Tu m’ascolterai!

CARMEN

Ti farai aspettare!

No! No! No! No!

JOSÉ (violentemente)

Tu m’ascolterai! Sì, tu m’ascolterai!

Io lo voglio, Carmen, tu m’ascolterai!

(Con la mano sinistra ha preso bruscamente il braccio di Carmen; con la mano destra cerca sotto la giacca dell’uniforme il fiore di gaggìa che Carmen gli ha gettato al primo atto. Mostra il fiore a Carmen.)

Il fiore che m’avevi gettato,

m’era rimasto nella mia prigione,

vizzo e appassito, questo fiore

serbava sempre il suo dolce profumo;

e durante lunghe ore,

chiudendo le palpebre sugli occhi,

m’inebriavo di quell’odore

e ti vedevo nelle notti!

Mi mettevo a maledirti,

e a detestarti, a dirmi:

perché il destino ha voluto

metterla sul mio cammino!

Poi mi dicevo blasfemo,

e non sentivo in me,

non sentivo

che una sola brama, una speranza sola:

rivederti, oh Carmen, sì, rivederti!

Perché t’era bastato apparire,

gettar su me un solo sguardo,

per impadronirti di tutto il mio essere…

Oh Carmen mia!

Ed ero una cosa tua!

Carmen, io t’amo!

CARMEN

No! non m’ami!

JOSÉ

Che dici?

CARMEN

No! non m’ami! No!

Se tu m’amassi,

laggiù, laggiù, mi seguiresti!

JOSÉ

Carmen!

CARMEN

Laggiù, laggiù, sulla montagna!

JOSÉ

Carmen!

CARMEN

Laggiù, laggiù mi seguiresti!

Sul tuo cavallo mi prenderesti,

come un prode traverso la campagna,

in groppa mi porteresti!

Laggiù, laggiù, sulla montagna!

JOSÉ (turbato)

Carmen!

CARMEN

Laggiù, laggiù, mi seguiresti!

Se tu m’amassi!…

Non dipenderesti da nessuno;

nessun ufficiale cui obbedire,

nessuna ritirata che suona

per dire all’amante ch’è tempo di partire!

Il cielo aperto, la vita errante,

per patria l’universo; e per legge la tua volontà!

E soprattutto la cosa inebriante:

la libertà! la libertà!

JOSÉ

Mio Dio!

CARMEN

Laggiù, laggiù, sulla montagna!

JOSÉ (molto commosso, quasi sconfitto)

Carmen!

CARMEN

Laggiù, laggiù, se tu m’amassi…

JOSÉ

Taci!

CARMEN

Laggiù, laggiù mi seguiresti!

Sul tuo cavallo mi prenderesti,

come un prode traverso la campagna,

sì, mi porteresti

se tu m’amassi!

JOSÉ

Ah! Carmen, ahimè! taci!…

Mio Dio!

Ahimè! Ahimè! Pietà! Carmen! Pietà!

O mio Dio! Ahimè!

CARMEN

Laggiù, laggiù mi seguirai,

Tu m’ami e tu mi seguirai

laggiù, laggiù mi porterai!

JOSÉ

Ah! taci! taci!

(strappandosi con violenza dalle braccia di Carmen)

No! non ti voglio più ascoltare!

Lasciare la mia bandiera… disertare…

è la vergogna… è l’infamia!…

Non voglio!

CARMEN (duramente)

Ebbene! Parti!

JOSÉ (supplichevole)

Carmen, ti prego!

CARMEN

No! Non t’amo più! Va’, ti odio!

JOSÉ

Ascolta! Carmen!

CARMEN

Addio! ma addio per sempre!

JOSÉ (con dolore)

Ebbene! sia! addio! addio per sempre!

CARMEN

Vattene!

JOSÉ

Carmen! addio! addio per sempre!

CARMEN

Addio!

(Corre verso la porta. Quando vi arriva, bussano. Don José si ferma, in silenzio. Bussano nuovamente.)

Scena VI

Gli stessi, il tenente

ZUNIGA (da fuori)

Olà! Carmen! olà! olà!

JOSÉ

Chi bussa? chi è là?

CARMEN

Taci!… Taci!

ZUNIGA (sfondando la porta)

Mi apro da solo… ed entro…

(entra e vede Don José. A Carmen, con leggerezza)

Ah! ohibò! mia bella!

La scelta non è felice! Scende in basso

chi prende il soldato quando ha l’ufficiale.

(a Don José)

Andiamo, sloggia!

JOSÉ (calmo, ma risoluto)

No!

ZUNIGA

Sì! tu partirai!

JOSÉ

Non me ne andrò!

ZUNIGA (colpendolo)

Furfante!

JOSÉ (afferrando la sciabola)

Tuoni e fulmini! pioveranno colpi!

CARMEN (gettandosi fra di loro)

Al diavolo il geloso!

(chiamando)

A me! a me!

(Il Dancairo, il Remendado e gli zingari compaiono da ogni parte. Carmen, con un gesto indica agli zingari il tenente: il Dancairo e il Remendado si gettano su di lui, lo disarmano.)

CARMEN (a Zuniga, con tono beffardo)

Bell’ufficiale, bell’ufficiale, l’amore

stavolta vi gioca un brutto tiro!

Arrivate proprio in mal punto! ahimè!

e siam costretti,

per non esser denunciati,

a custodirvi almeno… per un’ora.

IL DANCAIRO e IL REMENDADO

Mio caro signore, mio caro signore;

se ci permettere lascerem

questa dimora.

Verrete con noi?

Verrete con noi?

CARMEN

È una passeggiata…

IL DANCAIRO e IL REMENDADO

Acconsentite? Acconsentite?

Rispondete, camerata!

ZUNIGA

Certo.

(con ironia)

Tanto più che le vostre ragioni

son di quelle cui non si resiste!

(cambiando tono)

Ma attenti a voi!… più tardi!

IL DANCAIRO (con filosofia)

La guerra, è la guerra!

Frattanto, ufficiale mio,

passate avanti senza farvi pregare!

IL REMENDADO e GLI ZINGARI

Passate davanti senza farvi pregare!

(Zuniga esce, condotto da quattro zingari con la pistola in mano)

CARMEN (a Don José)

Sei dei nostri adesso?

JOSÉ

Per forza!

CARMEN

Ah! La frase non è galante!

Ma che importa! Va’… ti abituerai

quando vedrai

com’è bella, la vita errante,

per patria l’universo; per legge la tua volontà!

E soprattutto, la cosa inebriante:

la libertà! la libertà!

FRASQUITA, MERCEDES, CARMEN, ZINGARE

Seguici attraverso la campagna,

vieni con noi sulla montagna,

seguici e ti abituerai, ti abituerai

quando vedrai, laggiù,

com’è bella la vita errante,

per patria l’universo,

e per legge la propria volontà!

E soprattutto, la cosa inebriante:

la libertà!

IL REMENDADO, IL DANCAIRO, ZINGARI

Seguici nella campagna,

vieni con noi sulla montagna,

ti abituerai, ti abituerai

quando vedrai, laggiù,

com’è bella la vita errante,

per patria l’universo,

e soprattutto, la cosa inebriante:

sì, la libertà!

JOSÉ (sospirando)

Ah!

TUTTI

Il cielo aperto, la vita errante,

per patria tutto l’universo,

e per legge la propria volontà,

e soprattutto la cosa inebriante:

la libertà! la libertà!

 

 

Acte troisième

 

Scène I

Carmen, José, Le Dancaïre, Le Remendado, Frasquita, Mercédès, Contrebandiers
 
(Le rideau se lève sur des rochers: site pittoresque et sauvage… Solitude complète et nuit noire. Prélude musical. Au bout de quelques instants, un contrebandier paraît au haut des rochers (et sonne de la trompe), puis un autre, puis deux autres, puis vingt autres ça et là, descendant et escaladant des rochers. Des hommes portent de gros ballots sur les épaules.)

LES CONTREBANDIERS

Écoute, compagnon, écoute!

La fortune est là-bas, là-bas!

Mais prends garde, pendant la route,

prends garde de faire un faux pas!

LE DANCAÏRE, JOSÉ, CARMEN, MERCÉDÈS, FRASQUITA

Notre métier est bon, mais pour le faire il faut

avoir une âme forte,

le péril est en bas, le péril est en haut,

il est partout, qu’importe?

Nous allons devant nous, sans souci du torrent,

sans souci de l’orage,

sans souci du soldat qui là-bas nous attend,

et nous guette au passage.

Écoute, compagnon, écoute,

la fortune est là-bas, là-bas…

mais prends garde pendant la route,

prends garde de faire un faux pas.

Le Dancaïre

Halte! nous allons nous arrêter ici... ceux qui ont sommeil pourront dormir pendant une demi-heure...

Le Remendado(s'étendant avec volupté)

Ah!

Le Dancaïre

Je vais, moi, voir s'il y a moyen de faire entrer les marchandises dans la ville... une brèche s'est faite dans le mur d'enceinte et nous pourrions passer par là: malheureusement on a mis un factionnaire pour garder cette brèche.

José

Lillas Pastia nous a fait savoir que, cette nuit, ce serait un homme à nous...

Le Dancaïre

Oui, mais Lillas Pastia a pu se tromper... le factionnaire qu'il veut dire a pu être changé... Je ne trouve pas mauvais de m'assurer par moi-même.

(appelant)
Remendado!!

Le Remendado(se réveillant)

Hé?

Le Dancaïre

Debout, tu vas venir avec moi...

Le Remendado(se levant)

Voilà, patron, voilà!…

Le Dancaïre

Allons, passe devant.

Le Remendado

Et moi, qui rêvais que j'allais pouvoir dormir... C'était un rêve, hélas, c'était un rêve !…

(Il sort suivi du Dancaïre.)

Scène II

Les mêmes, moins Le Dancaïre et Le Remendado

(Pendant la scène entre Carmen et José, quelques Bohémiens allument un feu près duquel Mercédès et Frasquita viennent s'asseoir, les autres se roulent dans leurs manteaux, se couchent et s'endorment.)

JOSÉ

Carmen… si je t'ai parlé trop durement, je t'en demande pardon, faisons la paix.

CARMEN

Non.

JOSÉ

Tu ne m'aimes plus alors?

CARMEN

Ce qui est sûr c'est que je t'aime beaucoup moins qu'autrefois… Je ne veux pas être tourmentée ni surtout commandée. Ce que je veux, c'est être libre et faire ce qui me plaît.

JOSÉ

Tu es le diable, Carmen?

CARMEN

Oui. À quoi penses-tu?

JOSÉ

Je me dis que là-bas… il y a un village, et dans ce village une bonne vielle femme qui croit que je suis encore un honnête homme.

CARMEN

Ta mère… Eh bien, tu ne ferais pas mal d'aller la retrouver, car décidément tu n'es pas fait pour vivre avec nous… Chien et loup ne font pas longtemps bon ménage.

JOSÉ

Carmen…

CARMEN

Sans compter que le métier n'est pas sans péril... plusieurs des nôtres y ont laissé leur peau, ton tour viendra.

JOSÉ

Et le tien aussi… si tu me parles encore de nous séparer…

CARMEN

Tu me tuerais, peut-être?

(José ne répond pas)

À la bonne heure... j'ai vu plusieurs fois dans les cartes que nous devions finir ensemble.

JOSÉ

Tu es le diable, Carmen?

CARMEN

Mais oui, je te l'ai déjà dit…

(Elle tourne le dos à José et va s'asseoir près de Mercédès et de Frasquita. Après un instant d'indécision, José s'éloigne à son tour et va s'étendre sur les rochers. Cependant, Mercédès et Frasquita ont étalé des cartes devant elles.)

 

MERCÉDÈS

Mêlons!

FRASQUITA

Mêlons!

MERCÉDÈS

Coupons!

FRASQUITA

Coupons!

MERCÉDÈS

Bien! c'est cela!

FRASQUITA

Bien! c'est cela!

MERCÉDÈS

Trois cartes ici!

FRASQUITA

Trois cartes ici!

MERCÉDÈS

Quatre là!

FRASQUITA

Quatre là!

FRASQUITA et MERCÉDÈS

Et maintenant, parlez, mes belles,

de l'avenir, donnez-nous des nouvelles.

Dites-nous qui nous trahira!

Dites-nous qui nous aimera!

Parlez, parlez! Parlez, parlez!

Dites-nous qui nous trahira!

Dites-nous qui nous aimera!

MERCÉDÈS

Parlez! Parlez!

FRASQUITA

Parlez! Parlez!

MERCÉDÈS

Moi, je vois un jeune amoureux

qui m'aime on ne peut davantage!

FRASQUITA

Le mien est très riche et très vieux;

mais il parle de mariage!

MERCÉDÈS(fièrement)

Je me campe sur son cheval

et dans la montagne il m'entraîne!

FRASQUITA

Dans un château presque royal,

le mien m'installe en souveraine!

MERCÉDÈS

De l'amour à n'en plus finir,

tous les jours, nouvelles folies!

FRASQUITA(avec joie)

De l'or tant que j'en puis tenir,

des diamants, des pierreries!

MERCÉDÈS

Le mien devient un chef fameux,

Cent hommes marchent à sa suite!

FRASQUITA

Le mien… le mien… en croirai-je mes yeux?

Oui… Il meurt! Ah! je suis veuve et j'hérite!

FRASQUITA et MERCÉDÈS

Ah! Parlez encor, parlez, mes belles,

de l'avenir, donnez-nous des nouvelles.

Dites-nous qui nous trahira!

Dites-nous qui nous aimera!

(elles recommencent à consulter les cartes)

FRASQUITA

Fortune!

MERCÉDÈS

Amour!

(Carmen, depuis le commencement de la scène,

suivait du regard le jeu de Mercédès et de Frasquita.)

CARMEN

Donnez, que j'essaie à mon tour.

(Elle se met à tourner les cartes. Musique de scène)

Carreau! Pique! (tournant encor les cartes) La mort!

J'ai bien lu!

En vain, pour éviter les réponses amères,

en vain tu mêleras!

Cela ne sert à rien, les cartes sont sincères

et ne mentiront pas!

Dans le livre d'en haut si ta page est heureuse,

mêle et coupe sans peur,

la carte sous tes doigts se tournera joyeuse,

t'annonçant le bonheur.

Mais si tu dois mourir, si le mot redoutable

est écrit par le sort,

recommence vingt fois, la carte impitoyable

répétera: la mort!

(tournant les cartes)

encor! encor! toujours la mort!

FRASQUITA et MERCÉDÈS

Parlez encor, parlez, mes belles,

de l'avenir, donnez-nous des nouvelles.

Dites-nous qui nous trahira!

Dites-nous qui nous aimera!

Fortune! Amour!

CARMEN

Encor! encor!

Le désespoir!

La mort! la mort!

Toujours la mort!

FRASQUITA

Fortune!

MERCÉDÈS

Amour!

CARMEN

Toujours la mort!

TOUTES les trois

Encor! encor!

(Rentrent le Dancaïre et le Remendado.)

 

 

Scène III

Carmen, José, Frasquita, Mercédès, Le Dancaïre, Le Remendado

CARMEN
Eh bien?…

Le Dancaïre

Eh bien, j'avais raison de ne pas me fier aux renseignements de Lillas Pastia; nous n'avons pas trouvé son factionnaire, mais en revanche nous avons aperçu trois douaniers qui gardaient la brèche...

CARMEN (en riant)

N'ayez pas peur, Dancaïre, nous vous en répondons de vos trois douaniers...

JOSÉ (furieux)

Carmen!

Le Dancaïre

Ah! toi, tu vas nous laisser tranquilles avec ta jalousie... Nous n'avons pas de temps à perdre...

En route, les enfants...

(On commence à prendre les ballots.

Le Dancaïre s’adresse à José.)

Quant à toi, je te confie la garde des marchandises que nous n'emporterons pas... Tu vas te placer là... tu y seras à merveille pour voir si nous sommes suivis... dans le cas où tu apercevrais quelqu'un, je t'autorise à passer ta colère sur l'indiscret. Nous y sommes?…

(Don José prend son fusil et sort.)

Le Remendado

Oui, patron.

Le Dancaïre

En route alors...

(aux femmes)

Vous me répondez vraiment de ces trois douaniers?

CARMEN
N'ayez pas peur, Dancaïre.

FRASQUITA, MERCÉDÈS et CARMEN

Quant au douanier, c'est notre affaire!

Tout comme un autre, il aime à plaire,

il aime à faire le galant;

ah! Laissez-nous passer en avant!

Toutes les femmes

Quant au douanier, c'est notre affaire!

Tout comme un autre, il aime à plaire,

il aime à faire le galant;

ah! Laissez-nous passer en avant!

TOUS

Il aime à plaire!

FRASQUITA

Le douanier sera clément!

TOUS

Il est galant!

CARMEN

Le douanier sera charmant!

TOUS

Il aime à plaire!

MERCÉDÈS

Le douanier sera galant!

FRASQUITA

Oui, le douanier sera même entreprenant!

FRASQUITA, MERCÉDÈS et CARMEN

Il ne s'agit pas de bataille;

non, il s'agit tout simplement

de se laisser prendre la taille

et d'écouter un compliment.

S'il faut aller jusqu'au sourire,

que voulez-vous! on sourira!

Et d'avance, je puis le dire,

la contrebande passera!

CHŒUR

La contrebande passera!

FRASQUITA, MERCÉDÈS et CARMEN

En avant! marchons! allons! en avant!

Le douanier, c'est notre affaire!

Tout comme un autre, il aime à plaire,

il aime à faire le galant!

Ah! laissez-nous passer en avant!

Marchons en avant! Ah! marchons, marchons

en avant!

(Tout le monde sort. José ferme la marche et sort en examinent l'amorce de sa carabine; un peu avant qu'il soit sorti, on voit un homme passer sa tête au-dessus du rocher. C'est un guide.)

 

 

Scène IV

Le Guide, puis Micaëla

(Le Guide s'avance avec précaution, puis fait un signe à Micaëla que l'on ne voit pas encore.)

LE GUIDE

Vilain endroit, n'est-ce pas, et pas rassurant du tout?

Micaëla (entrant)

Je ne vois personne.

LE GUIDE

Ils viennent de partir, mais ils reviendront bientôt car ils n'ont pas emporté toutes leurs marchandises... je connais leurs habitudes... prenez garde... l'un des leurs doit être en sentinelle quelque part et si l'on nous apercevait...

Micaëla
Je l'espère bien qu'on m'apercevra... puisque je suis venue ici tout justement pour parler à...
pour parler à un de ces contrebandiers...

LE GUIDE

Eh bien là, vous pouvez vous vanter d'avoir du courage... tout à l'heure quand nous nous sommes trouvés au milieu de ce troupeau de taureaux sauvages que conduisait le célèbre Escamillo, vous n'avez pas tremblé... Et maintenant venir ainsi affronter ces Bohémiens...

Micaëla
Je ne suis pas facile à effrayer.

LE GUIDE

Vous dites cela parce que je suis près de vous,

mais si vous étiez toute seule...

Micaëla
Je n'aurais pas peur, je vous assure.

LE GUIDE

Bien vrai?…

Micaëla
Bien vrai...

LE GUIDE (naïvement)

Alors je vous demanderai la permission de m'en aller. J'ai consenti à vous servir de guide parce que vous m'avez bien payé; mais maintenant que vous êtes arrivée... si ça ne vous fait rien, j'irai vous attendre là, où vous m'avez pris... à l'auberge qui est au bas de la montagne.

Micaëla
C'est cela, allez m'attendre!

LE GUIDE

Vous restez décidément?

Micaëla
Oui, je reste!

LE GUIDE

Que tous les saints du paradis vous soient en aide alors…

(il sort)

Scène V

Micaëla

MICAËLA(regardant autour d'elle)

Mon guide avait raison... l'endroit n'a rien de bien rassurant...

Je dis que rien ne m'épouvante,

je dis, hélas! que je réponds de moi;

mais j'ai beau faire la vaillante,

au fond du cœur, je meurs d'effroi!

Seule en ce lieu sauvage,

toute seule j'ai peur,

mais j'ai tort d'avoir peur;

vous me donnerez du courage,

vous me protégerez, Seigneur!

Je vais voir de près cette femme

dont les artifices maudits

ont fini par faire un infâme

de celui que j'aimais jadis!

Elle est dangereuse… elle est belle!…

Mais je ne veux pas avoir peur!

Non, non, je ne veux pas avoir peur!

Je parlerai haut devant elle… ah!

Seigneur, vous me protégerez! ah!

Je dis que rien ne m'épouvante,

je dis, hélas! que je réponds de moi;

mais j'ai beau faire la vaillante,

au fond du cœur je meurs d'effroi!

Seule en ce lieu sauvage,

toute seule j'ai peur,

mais j'ai tort d'avoir peur;

vous me donnerez du courage,

vous me protégerez, Seigneur!

Protégez moi! O Seigneur!

donnez moi du courage!

Protégez moi! O Seigneur!

protégez moi, Seigneur!

Mais... je ne me trompe pas... c'est Don José.

(appelant)
José! José!

(avec terreur)

Mais que fait-il?...

(On entend un coup de feu.)

Ah! mon Dieu... j'ai peur... j'ai peur...

(Elle disparait derrière les rochers. Au méme moment, entre Escamillo tenant son chapeau à la main. Puis entre Don José.)

Scène VI

Escamillo, Don José

JOSÉ (son couteau à la main)

Qui êtes-vous? répondez.

ESCAMILLO(très calme)

Eh là… doucement!

Je suis Escamillo, torero de Grenade.

JOSÉ

Escamillo!

ESCAMILLO

C'est moi!

JOSÉ(remettant son couteau à sa ceinture)

Je connais votre nom.

Soyez le bienvenu; mais vraiment, camarade,

vous pouviez y rester.

ESCAMILLO

Je ne vous dis pas non.

Mais je suis amoureux, mon cher, à la folie!

Et celui-là serait un pauvre compagnon

qui pour voir ses amours ne risquerait sa vie!

JOSÉ

Celle que vous aimez est ici?

ESCAMILLO

Justement.

C'est une zingara, mon cher…

JOSÉ

Elle s'appelle?

ESCAMILLO

Carmen.

JOSÉ

Carmen!

ESCAMILLO

Carmen! Oui, mon cher.

Elle avait pour amant,

un soldat qui jadis a déserté pour elle.

JOSÉ(à part)

Carmen!

ESCAMILLO

Ils s'adoraient! mais c'est fini, je crois,

les amours de Carmen ne durent pas six mois.

JOSÉ

Vous l'aimez cependant!

ESCAMILLO

Oui, mon cher, je l'aime,

je l'aime à la folie!

JOSÉ

Mais pour nous enlever nos filles de Bohême

savez-vous bien qu'il faut payer?…

ESCAMILLO(gaiment)

Soit! on paiera!

JOSÉ(menaçant)

Et que le prix se paie à coups de navaja!

ESCAMILLO(surpris)

À coups de navaja!

JOSÉ

Comprenez-vous?

ESCAMILLO

Le discours est très net.

(avec une légère teinte d'ironie)

Ce déserteur, ce beau soldat qu'elle aime,

ou du moins qu'elle aimait, c'est donc vous?

JOSÉ

Oui, c'est moi-même!

ESCAMILLO

J'en suis ravi, mon cher!

et le tour est complet!

(tous les deux, la navaja à la main, se drapent dans leurs manteaux)

JOSÉ

Enfin ma colère

trouve à qui parler,

le sang, je l'espère,

va bientôt couler!

ESCAMILLO

Quelle maladresse,

j'en rirais, vraiment!

Chercher la maîtresse

et trouver, trouver l'amant!

JOSÉ et ESCAMILLO

Mettez-vous en garde

et veillez sur vous!

Mettez-vous en garde

et veillez sur vous!

Tant pis pour qui tarde

à parer les coups!

Mettez-vous en garde,

veillez sur vous!

Allons! en garde

Veillez sur vous! Veillez sur vous!

(Après le dernier ensemble, reprise du combat. Le torero glisse et tombe. Entrent Carmen et le Dancaïre, arréte le bras de Don José. Le torero se relève; le Remendado, Mercédès, Frasquita et les contrebandiers rentrent pendant ce temps.)

CARMEN

Holà! holà! José!

ESCAMILLO(se relèvant)

Vrai! j'ai l'âme ravie

que ce soit vous, Carmen,

qui me sauviez la vie!

Quant à toi, beau soldat:

nous sommes manche à manche,

et nous jouerons la belle,

le jour où tu voudras reprendre le combat.

LE DANCAÏRE(s'interposant)

C'est bon, c'est bon! plus de querelle!

Nous, nous allons partir.

(au toréro)

Et toi… l'ami, bonsoir!

ESCAMILLO

Souffrez au moins qu'avant de vous dire au revoir

je vous invite tous aux courses de Séville,

je compte pour ma part y briller de mon mieux…

(avec intention)

Et qui m'aime y viendra!

(regardant Carmen)

et qui m'aime y viendra!

(à Don José qui fait un geste de menace, froidement)

L'ami, tiens-toi tranquille! J'ai tout dit…

oui, j'ai tout dit…

et je n'ai plus ici qu'à faire mes adieux!…

(Don José veut s'élancer sur le torero. Le Dancaïre et le Remendado le retiennent. Le torero sort très-lentement.)

JOSÉ(à Carmen, menaçant, mais contenu)

Prends garde à toi… Carmen, je suis las de souffrir!

(Carmen lui répond par un léger mouvement d'épaules et s'éloigne de lui.)

LE DANCAÏRE

En route, en route, il faut partir!

CHŒUR

En route, en route, il faut partir!

LE REMENDADO

Halte! quelqu'un est là qui cherche à se cacher.

(il amène Micaëla)

CARMEN

Une femme!

LE DANCAÏRE

Pardieu! la surprise est heureuse!

JOSÉ(reconnaissant Micaëla)

Micaëla!

Micaëla

Don José!

JOSÉ

Malheureuse!

Que viens-tu faire ici?

Micaëla

Moi! je viens te chercher!

Là-bas est la chaumière

où sans cesse priant,

une mère, ta mère,

pleure, hélas! sur son enfant!

Elle pleure et t'appelle,

elle pleure et te tend les bras!

Tu prendras pitié d'elle,

José, ah! José, tu me suivras!

CARMEN(à Don José, martelé)

Va-t'en, va-t'en, tu feras bien,

notre métier ne te vaut rien!

JOSÉ(à Carmen)

Tu me dis de la suivre!

CARMEN

Oui, tu devrais partir!

JOSÉ

Tu me dis de la suivre…

pour que toi tu puisses courir

après ton nouvel amant!

Non! non vraiment!

(résolument)

Dût-il m'en coûter la vie,

non, Carmen, je ne partirai pas!

Et la chaîne qui nous lie

nous liera jusqu'au trépas!…

Dût-il m'en coûter la vie,

non, non, non, je ne partirai pas!

Micaëla

Écoute-moi, je t'en prie,

ta mère te tend les bras!

Cette chaîne qui te lie,

José, tu la briseras!

Hélas! José!

CHŒUR

Il t'en coûtera la vie,

José, si tu ne pars pas,

et la chaîne qui vous lie

se rompra par ton trépas!

JOSÉ(à Micaëla)

Laisse-moi! Car je suis condamné!

TOUS

José! prends garde!

JOSÉ(avec emportement)

Ah! je te tiens, fille damnée!

Je te tiens,

et je te forcerai bien

a subir la destinée

qui rive ton sort au mien!

Dût-il m'en coûter la vie,

non, non, non, je ne partirai pas!

TOUS

Ah! prends garde, Don José!

Micaëla(avec autorité)

Une parole encore;

(tristement)

ce sera la dernière!

Ta mère, hélas!

ta mère se meurt… et ta mère

ne voudrait pas mourir sans t'avoir pardonné!

JOSÉ

Ma mère! elle se meurt!

MICAËLA

Oui, Don José!

JOSÉ

Partons! ah! partons!

(à Carmen)

Sois contente… je pars… mais… nous nous reverrons!

(Il entraine Micaëla. On entend le torero.)

ESCAMILLO(au loin)

Toréador, en garde!

Toréador! Toréador!

Et songe bien, oui, songe en combattant

qu'un œil noir te regarde

et que l'amour t'attend,

Toréador, l'amour, l'amour t'attend!

(José s'arréte au fond, dans les rochers. Regardant Carmen qui écoute et se penche sur les rochers. Il hésite. Les Bohémiens ont pris leurs ballots et se mettent en marche. Rideau.)

Atto terzo

Scena I

Carmen, José, Il Dancairo, Il Remendado, Frasquita, Mercedes, Contrabbandieri

(Il sipario si alza su alcune rocce: luogo pittoresco e selvaggio. Completa solitudine e nera notte. Preludio musicale. Dopo qualche istante, un contrabbandiere compare dall’alto delle rocce (e suona la tromba), poi un altro, poi altri due, poi qua e là altri venti, che scendono o scalano rocce. Alcuni uomini portano grossi involti sulle spalle. Altri sono sdraiati qua e là, avvolti nei loro mantelli.)

I CONTRABBANDIERI

Ascolta, compagno, ascolta!

La fortuna è laggiù, laggiù;

ma attento, lungo la via,

attento a non fare un passo falso!

IL DANCAIRO, JOSÉ, CARMEN, MERCEDES, FRASQUITA

Il nostro mestiere è bello; ma per farlo bisogna

avere un’anima forte!

Il pericolo è in basso, è in alto,

è dovunque, che importa!

Andiamo avanti incuranti del torrente,

incuranti della tempesta,

incuranti del soldato che ci aspetta laggiù,

e ci attende al varco.

Ascolta, compagno, ascolta,

la fortuna è laggiù, laggiù;

ma attento, lungo la strada,

attento a non fare un passo falso!

IL DANCAIRO

Alt! Ci fermeremo qui… quelli che hanno sonno potranno dormire una mezz’ora…

IL Remendado(capendosi con voluttà)

Ah!

il dancairo

Io, invece, vado a vedere se c’è mezzo di far entrare le mercanzie in città… si è creata una breccia nel muro di cinta e potremmo passare di là: purtroppo hanno messo una sentinella per far la guardia alla breccia.

José

Lillas Pastia ci ha fatto sapere che, questa notte, la sentinella sarebbe uno dei nostri…

il dancairo

Sì, ma Lillas Pastia potrebbe sbagliarsi: la sentinella di cui parla potrebbe essere stata cambiata…Non mi sembra una cattiva idea controllare personalmente…

(chiamando)
Remendado!!

il remendado(svegliandosi)

Eh?

il dancairo

In piedi, tu vieni con me…

il remendado (alzandosi)

Ecco fatto, capo!…

il dancairo

Andiamo, passa davanti.

il Remendado

E io che sognavo di poter dormire… Era un sogno, ohimè, era un sogno!

(Esce seguito dal Dancairo.)

Scena II

Gli stessi, tranne il Daincairo e il Remendado

(Durante la scena, entrano Carmen e José, mentre alcuni zingari accendono un fuoco intorno al quale Mercedes e Frasquita si siedono; gli altri si avvolgono nei loro mantelli, si sdraiono e si addormentano.)

JOSÉ

Carmen… se ti ho parlato troppo duramente, ti chiedo scusa, facciamo la pace.

CARMEN

No.

JOSÉ

Allora non mi ami più?

CARMEN

Quel che è certo è che ti amo molto meno di prima… Io non voglio essere tormentata, e soprattutto comandata. Quel che voglio è d’essere libera e di fare quel che mi piace.

JOSÉ

Tu sei il diavolo, Carmen?

CARMEN

Sì. A cosa pensi?

JOSÉ

Mi sto dicendo che là… c’è un villaggio, e in quel villaggio una buona e brava donna che mi crede ancora un uomo onesto.

CARMEN

Tua madre! Ebbene, faresti bene ad andarla a trovare, perché non sei fatto per vivere con noi… Cane e lupo non stanno insieme a lungo in buona armonia.

JOSÉ

Carmen…

CARMEN

Senza contare che il mestiere non è senza pericolo… molti dei nostri ci hanno lasciato la pelle, verrà il tuo turno.

JOSÉ

E verrà anche il tuo turno… se tu mi proponi ancora di separarci…

CARMEN

Forse che mi ammazzerai?

(José non risponde)

Alla buon’ora… ho visto spesso nelle carte che dovevamo finire insieme.

JOSÉ

Carmen, tu sei il diavolo!

CARMEN

Certamente, te l’ho già detto.

(Volge le spalle a José e va a sedersi accanto a Mercedes e Frasquita. Dopo un attimo di indecisione, José si allontana e va a distendersi sulle rocce. Nel frattempo, Mercedes e Frasquita hanno distribuito le carte davanti a loro.)

MERCEDES

Mescoliamo!

FRASQUITA

Mescoliamo!

MERCEDES

Tagliamo!

FRASQUITA

Tagliamo!

MERCEDES

Bene! così!

FRASQUITA

Bene! così!

MERCEDES

Tre carte qui!

FRASQUITA

Tre carte qui!

MERCEDES

Quattro là!

FRASQUITA

Quattro là!

MERCEDES e FRASQUITA

E adesso, parlate, mie belle,

dateci nuove dell’avvenire…

Diteci chi ci tradirà!

Diteci chi ci amerà!

Parlate, parlate! Parlate, parlate!

Diteci chi ci tradirà!

Diteci chi ci amerà!

MERCEDES

Parlate! Parlate!

FRASQUITA

Parlate! Parlate!

MERCEDES

Io, vedo un giovane innamorato,

che mi ama alla follia…

FRASQUITA

Il mio è molto ricco e molto vecchio;

ma parla di matrimonio!

MERCEDES (fieramente)

Mi piazza sul suo cavallo

e mi porta sulla montagna!

FRASQUITA

In un castello quasi regale,

il mio m’installa sovrana!

MERCEDES

Amore a non finire,

ogni giorno, nuove follie!

FRASQUITA (con gioia)

Per quanto posso prenderne;

diamanti, pietre preziose!

MERCEDES

Il mio diventa un capo famoso,

cento uomini marciano al suo seguito!

FRASQUITA

Il mio… crederà ai miei occhi?…

Sì… Muore! Ah! son vedova ed eredito!

FRASQUITA e MERCEDES

Parlate ancora, parlate, mie belle,

dateci nuove dell’avvenire…

Diteci chi ci tradirà!

Diteci chi ci amerà!

(ricominciano a consultare le carte)

FRASQUITA

Fortuna!

MERCEDES

Amore!

(Carmen, fin dall’inizio della scena, segue con lo sguardo

il gioco di Mercedes e di Frasquita.)

CARMEN

Vediamo, provo a mia volta.

(a sua volta si mette a girare le carte. Musica di scena)

Quadri! Picche!… (girando le carte) La morte!

Ho letto bene…

Invano, per evitar risposte amare,

invano tu mischierai,

a nulla serve, le carte son sincere

e non mentiranno!

Se nel libro di lassù la tua pagina è fortunata,

mischia e taglia senza paura,

la carta sotto le tue dita lieta si girerà,

annunciandoti felicità!

Ma, se devi morire, se la parola tremenda

è scritta dalla sorte,

ricomincia venti volte, la carta impietosa

ripeterà: la morte!…

(girando le carte)

Ancora! Ancora! Sempre la morte!

FRASQUITA e MERCEDES

Parlate ancora, parlate, mie belle,

dateci nuove dell’avvenire…

Diteci chi ci tradirà!

Diteci chi ci amerà!

Fortuna! Amore!

CARMEN

Ancora! Ancora!

La disperazione!

La morte! La morte!

Sempre la morte!

FRASQUITA

Fortuna!

MERCEDES

Amore!

CARMEN

Sempre la morte!

TUTTE e tre

Ancora! Ancora! Ancora! Ancora!

(Rientrano il Dancairo e il Remendado.)

Scena III

Carmen, José, Frasquita, Mercedes, Il Dancairo, Il Remendado

CARMEN
Ebbene?…

il dancairo

Ebbene, avevo ragione a non fidarmi delle informazioni di Lillas Pastia;non abbiamo trovato la sua sentinella, ma, in cambio, tre doganieri che custodivano la breccia.

CARMEN (ridendo)

Non temete, Dancairo, rispondiamo noi dei vostri tre doganieri…

JOSÉ (furioso)

Carmen!

il dancairo

Ah! Ma tu ci lascerai tranquilli prima o poi, con la tua gelosia… Non abbiamo neanche un minuto da perdere… In cammino, ragazzi…

(Cominciano a prendere gli involti.

Il Dancairo si rivolge a José.)

Quanto a te, ti affido la guardia delle mercanzie che non porteremo con noi…Va’ a sistemarti là… sarai piazzato benissimo per vedere se qualcuno ci segue…nel caso in cui scorgessi qualcuno, ti autorizzo a sfogare la tua rabbia sull’indiscreto. Siamo pronti?

(Don José prende il suo fucile ed esce.)

il Remendado

Sì, capo.

il dancairo

In cammino allora...

(alle donne)

Rispondete davvero di quei tre doganieri?

CARMEN
Niente paura, Dancairo.

FRASQUITA, MERCEDES e CARMEN

Il doganiere, è affar nostro!

Come tutti ama piacere.

Ama fare il galante;

ah! lasciateci passare avanti!…

TUTTE LE DONNE

Il doganiere, è affar nostro!

Come tutti ama piacere.

ama fare il galante;

ah! lasciateci passare avanti!…

TUTTI

Ama piacere!

FRASQUITA

Il doganiere sarà clemente!

TUTTI

È galante!

CARMEN

Il doganiere sarà affascinante!

TUTTI

Ama piacere!

MERCEDES

Il doganiere sarà galante!

FRASQUITA

Sì, il doganiere sarà pure intraprendente!

MERCEDES, FRASQUITA e CARMEN

Non si tratta di battaglia,

no, si tratta semplicemente

di lasciarsi prendere alla vita

e d’ascoltare un complimento.

Se bisogna arrivare al sorriso,

che volete? si sorriderà!

E lo posso anticipare,

il contrabbando passerà!…

CORO

Il contrabbando passerà!

MERCEDES, FRASQUITA e CARMEN

Avanti! in marcia! andiamo! avanti!

Il doganiere, è affar nostro

come tutti ama piacere.

ama fare il galante;

ah! lasciateci passare avanti!…

avanti, in marcia, in marcia,

in marcia!

(Tutti escono. José chiude la marcia ed esce esaminando l’innesco della sua carabina; un po’ prima ch’egli sia uscito, si scorge un uomo affacciarsi dalle rocce: è una guida.)

Scena IV

La Guida, poi Micaela

(La guida si inoltra con cautela, poi fa un cenno a Micaela che non è ancora visibile.)

LA GUIDA

Brutto posto, e per nulla rassicurante, vero?

MicaEla (entrando)

Non vedo nessuno.

LA GUIDA

Sono appena partiti, ma torneranno presto, poiché non hanno portato via tutte le loro mercanzie…Conosco le loro abitudini… state attenta… Uno di loro deve essere di sentinella da qualche parte, e se ci scorgessero…

MicaEla
Spero proprio che mi scorgeranno… poiché sono venuta qui appunto per parlare a… per parlare a uno di quei contrabbandieri…

LA GUIDA

Ebbene, potete vantarvi di averne, del coraggio… Un momento fa, quando ci siamo trovati in mezzo alla mandria di tori selvaggi guidati dal celebre Escamillo, non avete tremato… e ora, venire ad affrontare così questi zingari…

MicaEla
Non mi spavento facilmente.

LA GUIDA

Dite così perché ci sono io vicino a voi,

ma se foste sola…

MicaEla
Non avrei paura, vi assicuro.

LA GUIDA

Davvero?

MicaEla
Davvero.

LA GUIDA (con semplicità)

Allora vi chiederò il permesso di andarmene. Ho acconsentito a farvi da guida perché mi avete pagato bene; ma, ora che siete arrivata… se vi va bene, andrò ad aspettarvi dove mi avete trovato: all’albergo che sta ai piedi della montagna.

MicaEla
D’accordo, andate ad aspettarmi!

LA GUIDA

Voi restate, è deciso?

MicaEla
Sì, resto!

LA GUIDA

Che tutti i santi del paradiso vi soccorrano, allora…

(esce)

Scena V

Micaela

MICAELA (guardandosi attorno)

La guida aveva ragione… il posto non è affatto rassicurante…

Dico che nulla mi spaventa,

dico, ahimè! che rispondo di me;

ma ho un bel far la coraggiosa,

in fondo al cuore muoio di spavento!

Sola in questo luogo selvaggio,

tutta sola, temo,

ma ho torto di temere;

voi mi darete coraggio,

voi mi proteggerete, Signore!

Vedrò da vicino quella donna

le cui arti maledette

han finito per rendere infame

chi un tempo amavo.

È pericolosa… è bella!…

Ma non voglio temere!

No, no, non voglio temere!

Parlerò chiaro davanti a lei. Ah!

Signore, voi mi proteggete. Ah!

Dico che nulla mi spaventa,

dico, ahimè! che rispondo di me;

ma ho un bel far la coraggiosa,

in fondo al cuore muoio di spavento!

Sola in questo luogo selvaggio,

tutta sola, temo,

ma ho torto di temere;

voi mi darete coraggio,

voi mi proteggerete, Signore!

Proteggetemi! o Signore!

Datemi il coraggio!

Proteggetemi! o Signore!

Proteggetemi! Signore!

Ma… non mi sbaglio… c’è Don José.

(chiamando)

José, José!

(con terrore)

Ma cosa fa?…

(Si sente un colpo d’arma da fuoco.)

Ah! mio Dio… ho paura… ho paura.

(Scompare dietro le rocce. Al contempo, entra Escamillo con il cappello in mano. Poi entra Don José.)

ScenaVI

Escamillo, Don José

JOSÉ (con il coltello in mano)

Chi siete? Rispondete…

ESCAMILLO (molto calmo)

Eh là, con calma…

Sono Escamillo, torero di Granada!

JOSÉ

Escamillo!

ESCAMILLO

Sono io!

JOSÉ (rimettendo il coltello nella cintura)

Conosco il vostro nome.

Siate il benvenuto; ma davvero, camerata,

potevate rimanerci.

ESCAMILLO

Non vi dico di no.

Ma sono innamorato, mio caro, alla follia!

E sarebbe un pover’uomo

chi, per vedere il suo amore, non rischiasse la vita!

JOSÉ

Quella che amate è qui?

ESCAMILLO

Proprio qui.

È una zingara, mio caro…

JOSÉ

E si chiama?

ESCAMILLO

Carmen.

JOSÉ

Carmen!

ESCAMILLO

Carmen! Sì, mio caro.

Aveva per amante

un soldato che ha già disertato per lei.

JOSÉ (a parte)

Carmen!

ESCAMILLO

Si adoravano! ma è finita, credo,

gli amori di Carmen non duran sei mesi.

JOSÉ

Eppure voi l’amate!

ESCAMILLO

Sì, mio caro, l’amo,

l’amo alla follia!

JOSÉ

Ma per rubarci le nostre zingare,

Sapete bene che bisogna pagare?…

ESCAMILLO (con gioia)

Sia! si pagherà!

JOSÉ (minaccioso)

E il prezzo si paga a colpi di navaja!

ESCAMILLO (sorpreso)

A colpi di navaja!

JOSÉ

Capite?

ESCAMILLO

Il discorso è chiaro.

(con una leggera tinta di ironia)

Il disertore, il bel soldato ch’ella ama,

o almeno ch’ella amava, siete dunque voi?

JOSÉ

Sì, sono proprio io!

ESCAMILLO

Ne sono rapito, mio caro!…

e il cerchio si chiude!

(entrambi, con la navaja in mano, si avvolgono nei loro mantelli)

JOSÉ

La mia ira alfine

trova con chi parlare!

Il sangue, spero,

colerà fra poco!

ESCAMILLO

Che mala sorte,

tutta da ridere!

Cercar l’amica

e trovar l’amico!

JOSÉ ed ESCAMILLO

Mettetevi in guardia

e vegliate su di voi!

Mettetevi in guardia

e vegliate su di voi!

Tanto peggio per chi tarda

a parare i colpi.

Mettetevi in guardia

vegliate su di voi!

In guardia, andiamo!

Vegliate su di voi! vegliate su di voi!

(Dopo l’ultimo insieme, ripresa del combattimento. Escamillo scivola e cade. Entrano Carmen e il Dancario; Carmen ferma il braccio di Don José. Escamillo si rialza; rientrano frattanto il Remendado, Mercedes, Frasquita e i contrabbandieri.)

CARMEN

Olà! olà! José!

ESCAMILLO (rialzandosi)

In verità! ho l’anima in estasi

che siate voi, Carmen,

ad avermi salvato la vita!

Quanto a te, bel soldato,

siamo alla pari

e giocheremo la bella,

il giorno che vorrai riprendere il combattimento!

IL DANCAIRO (frapponendosi)

Basta, basta! non più dispute!

Noi partiamo,

(ad Escamillo)

E tu… amico, buonasera.

ESCAMILLO

Permettete almeno che prima di dirvi arrivederci,

vi inviti tutti alle corride di Siviglia,

per parte mia, conto di brillarvi al meglio.

(con intenzione)

E chi mi ama ci verrà!

(guardando Carmen)

E chi mi ama ci verrà!

(a Don José, che fa un gesto di minaccia, freddamente)

Amico, sta’ calmo! Ho detto tutto

Sì, ho detto tutto!…

non mi resta che fare i miei addii!…

(Don José sta per lanciarsi sul torero. Il Dancairo e il Remendado lo trattengono. Il torero esce molto lentamente.)

JOSÉ (a Carmen, minaccioso, ma con moderazione)

Bada a te… Carmen, sono stanco di soffrire!

(Carmen gli risponde con una scrollatina di spalle e s’allontana da lui.)

IL DANCAIRO

In cammino, in cammino, bisogna partire!

CORO

In cammino, in cammino, bisogna partire!

IL REMENDADO

Alt! là c’è qualcuno che cerca di nascondersi.

(porta dentro Micaela)

CARMEN

Una donna!

IL DANCAIRO

Per Dio! che bella sorpresa!

JOSÉ (riconoscendo Micaela)

Micaela!

MICAELA

Don José!

JOSÉ

Infelice!

Che vieni a fare qui?

MICAELA

Vengo a cercarti!

Laggiù c’è la casetta,

dove, pregando senza sosta,

una madre, tua madre,

piange, ahimè! suo figlio!

Piange e ti chiama,

piange e ti tende le braccia!

avrai pietà di lei,

José!… tu mi seguirai, mi seguirai!

CARMEN (a Don José, tormentato)

Vattene, vattene, farai bene,

il nostro mestiere non fa per te.

JOSÉ (a Carmen)

Tu mi dici di seguirla!…

CARMEN

Sì, dovresti partire.

JOSÉ

Tu mi dici di seguirla…

perché tu… possa correre

dietro al tuo nuovo amante!

No! no davvero!

(risoluto)

Dovesse costarmi la vita,

no, Carmen, non partirò!

E la catena che ci lega

ci legherà fino alla morte!…

Dovesse costarmi la vita,

no, no, no, non partirò!

MICAELA

Ascoltami, te ne prego,

tua madre ti tende le braccia!

Questa catena che ti lega,

José, tu la spezzerai!

Ahimè, José!

CORO

Ti costerà la vita,

José, se tu non parti,

e la catena che vi lega

si romperà con la morte!

JOSÉ (a Micaela)

Lasciami, perché son condannato!

TUTTI

José! bada!

JOSÉ (con trasporto)

Ah! ti tengo, dannata,

ti tengo,

e ti forzerò

a subire il destino

che unisce la tua alla mia sorte!

Dovesse costarmi la vita,

no, no, no, non partirò!

TUTTI

Ah! bada… Don José!

MICAELA (con autorità)

Una parola ancora,

(tristemente)

e sarà l’ultima!

Ahimè, José, tua madre

tua madre muore… e tua madre

non vorrebbe morire senza averti perdonato!

JOSÉ

Mia madre! muore!

MICAËLA

Sì, Don José!

JOSÉ

Partiamo! ah! partiamo!

(a Carmen)

Sarai felice… parto… ma… Ci rivedremo!

(Conduce via con sé Micaela. Si sente il torero.)

ESCAMILLO (da lontano)

Toreador, attento!

Toreador, toreador!

Pensa, combattendo,

che un occhio nero ti guarda

e l’amore ti aspetta!

Toreador, l’amore t’aspetta!

(José si arresta sul fondo fra le rocce. Guardando Carmen, che ascolta e si china sulle rocce. Esita. Gli zingari prendono i loro pacchi e si mettono in cammino. Sipario.)

 
 

Acte quatrième

Une place à Séville. Au fond du théâtre les murailles de vielles arènes. L'entrée du cirque est fermée par un long velum. C'est le jour d'un combat de taureaux. Grand mouvement sur la place. Marchands d'oranges, d'éventails, des cigarettes, etc.

 

Scène I

Le Lieutenant, Frasquita, Mercédès, puis Carmen et Escamillo

 

LES MARCHANDS

À deux cuartos! À deux cuartos!

Des éventails pour s'éventer!

Des oranges pour grignotter!

Le programme avec les détails!

Du vin! De l'eau!

Des cigarettes!

Des éventails pour s'éventer!

À deux cuartos! À deux cuartos!

Voyez! à deux cuartos!

Séñoras et Caballeros!

(On entend de grands cris au dehors, des fanfares, etc. C'est l'arrivée de la Cuadrille.)

ENFANTS(au dehors)

Les voici, les voici,

voici la quadrille!

(entrée des enfants)

CHŒUR

Les voici! Les voici!

Voici la quadrille!

Les voici! voici la quadrille,

la quadrille des toreros.

Sur les lances, le soleil brille!

En l'air toques et sombreros!

Les voici, voici la quadrille,

la quadrille des toreros!

Les voici, les voici, les voici!

(Défilé de la quadrille. Pendant ce défilé, le chœur chante le morceau suivant. Entrée des alguazils.)

ENFANTS

Voici, débouchant sur la place,

voici d'abord, marchant au pas,

l'alguazil à vilaine face.

À bas! à bas! à bas! à bas!

CHŒUR

À bas l'alguazil! à bas!

À bas! à bas! à bas! à bas!

(entrée des chulos et des banderillos)

Et puis saluons au passage,

saluons les hardis chulos!

Bravo! viva! gloire au courage!

Voici les hardis chulos!

Voyez les banderilleros,

voyez quel air de crânerie!

Voyez! Voyez!

Quels regards, et de quel éclat

étincelle la broderie

de leur costume de combat!

Voici les Banderilleros!

(entrée des picadors)

Une autre quadrille s'avance!

Voyez les picadors! Comme ils sont beaux!

Comme ils vont du fer de leur lance

harceler le flanc des taureaux!

L'Espada! L'Espada!

L'Espada! L'Espada!

(Paraît enfin Escamillo ayant près de lui Carmen radieuse et dans un costume éclatant.)

ENFANTS
Escamillo!

CHŒUR et ENFANTS

Escamillo! Escamillo! Escamillo! Escamillo!

C'est l'Espada, la fine lame,

celui qui vient terminer tout,

qui paraît à la fin du drame

et qui frappe le dernier coup!

Vive Escamillo! Vive Escamillo! ah! bravo!

ESCAMILLO(à Carmen)

Si tu m'aimes, Carmen, tu pourras, tout à l'heure,

être fière de moi!

Si tu m'aimes, si tu m'aimes!

CARMEN

Ah! je t'aime, Escamillo, je t'aime, et que je meure

si j'ai jamais aimé quelqu'un autant que toi!

CARMEN et ESCAMILLO

Ah! je t'aime! Oui, je t'aime!

CHŒUR

Place! Place! Place au seigneur Alcade!

(Petite marche à l'orchestre. Sur cette marche défile très-lentement au fond l'alcade précédé et suivi des alguazils. Pendant ce temps Frasquita et Mercédès s'approchent de Carmen.)

FRASQUITA

Carmen, un bon conseil… ne reste pas ici.

CARMEN

Et pourquoi, s'il te plaît?

MERCÉDÈS

Il est là…

CARMEN

Qui donc?

MERCÉDÈS

Lui!

Don José! dans la foule il se cache, regarde…

CARMEN

Oui, je le vois.

FRASQUITA

Prends garde!

CARMEN

Je ne suis pas femme à trembler devant lui…

Je l'attends et je vais lui parler.

MERCÉDÈS

Carmen, crois-moi, prends garde!

CARMEN

Je ne crains rien!

FRASQUITA

Prends garde!

(L'Alcade est entré dans le cirque. Derrière l'alcade, le cortège de la quadrille reprend sa marche et entre dans le cirque. Le populaire suit. L'orchestre joue le motif «Les voici, voici la quadrille», et la foule en se retirant a dégagé Don José. Carmen reste seul au premier plan. Tous deux se regardent pendant que la foule se dissipe et que le motif de la marche va diminuant à l'orchestre. Sur le dernières notes, Carmen et Don José restent seules, en présence l'un de l'autre. Carmen va résolument à Don José.)

 

 

Scène II

Carmen, Don José

 

CARMEN(bref)

C'est toi!

JOSÉ

C'est moi!

CARMEN

L'on m'avait avertie

que tu n'étais pas loin, que tu devais venir;

l'on m'avait même dit de craindre pour ma vie;

mais je suis brave! je n'ai pas voulu fuir!

JOSÉ

Je ne menace pas! j'implore… je supplie!

Notre passé, Carmen, je l'oublie!…

Oui, nous allons tous deux

commencer une autre vie,

loin d'ici, sous d'autres cieux!

CARMEN

Tu demandes l'impossible!

Carmen jamais n'a menti!

Son âme reste inflexible;

entre elle et toi… c'est fini!

Jamais je n'ai menti!

entre nous c'est fini!

JOSÉ

Carmen, il est temps encore,

O ma Carmen, laisse-moi

te sauver, toi que j'adore,

ah! laisse-moi te sauver

et me sauver avec toi!

CARMEN

Non! je sais bien que c'est l'heure,

je sais bien que tu me tueras;

mais que je vive ou que je meure,

non, non, non, je ne te céderai pas!

JOSÉ

Carmen, il est temps encore,

oui, il est temps encore…

O ma Carmen, laisse-moi te sauver,

toi que j'adore!

Ah! laisse-moi te sauver

et me sauver avec toi…

O ma Carmen, il est temps encore…

Ah! laisse-moi te sauver, Carmen,

Ah! laisse-moi te sauver,

toi que j'adore!

Et me sauver avec toi!

CARMEN

Pourquoi t'occuper encore

d'un cœur qui n'est plus à toi!

Non, ce cœur n'est plus à toi!

En vain tu dis: je t'adore!

Tu n'obtiendras rien, non, rien de moi,

ah! c'est en vain…

Tu n'obtiendras rien, rien de moi!

JOSÉ(avec anxiété)

Tu ne m'aimes donc plus?

(Silence de Carmen et Don José répète, avec désespoir)

Tu ne m'aimes donc plus?

CARMEN(simplement)

Non! je ne t'aime plus.

JOSÉ(avec passion)

Mais moi, Carmen, je t'aime encore,

Carmen, hélas! moi, je t'adore!

CARMEN

A quoi bon tout cela? que de mots superflus!

JOSÉ

Carmen, je t'aime, je t'adore!

Eh bien! S'il le faut, pour te plaire,

je resterai bandit… tout ce que tu voudras…

Tout! tu m'entends… tout! Mais ne me quitte pas,

o ma Carmen! ah! souviens-toi du passé!

Nous nous aimions, naguère!

(désespéré)

Ah! ne me quitte pas, Carmen!

CARMEN

Jamais Carmen ne cédera!

Libre elle est née et libre elle mourra!

CHŒUR (dans le cirque)

Viva! la course est belle!

Viva! Sur le sable sanglant

Le taureau qu'on harcelle

s'élance en bondissant.

Voyez!

Frappe juste en plein cœur!

Voyez! voyez!

Victoire!
(Pendant ce chœur, silence de Carmen et de Don José. Tous deux écoutent. En entendant les cris de: «Victoire, victoire!» Carmen a laissé échapper un «Ah!» d'orgueil et de joie. Don José ne perd pas Carmen de vue. Le chœur terminé, Carmen fait un pas du côté du cirque.)

JOSÉ(se plaçant devant elle)

Où vas-tu?

CARMEN

Laisse-moi.

JOSÉ

Cet homme qu'on acclame,

c'est ton nouvel amant!

CARMEN(voulant passer)

Laisse-moi… laisse-moi…

JOSÉ

Sur mon âme,

tu ne passeras pas,

Carmen, c'est moi que tu suivras!

CARMEN

Laisse-moi, Don José, je ne te suivrai pas.

JOSÉ

Tu vas le retrouver, dis…

(avec rage)

tu l'aimes donc?

CARMEN

Je l'aime!

Je l'aime et devant la mort même,

je répéterais que je l'aime!

CHŒUR(dans le cirque)

Viva! La course est belle!

Viva ! Sur le sable sanglant,

Le taureau tombe!

Voyez! Voyez!

Le taureau qu’on harcelle

en bondissant s’élance!

JOSÉ(avec violence)

Ainsi, le salut de mon âme

je l'aurai perdu pour que toi,

pour que tu t'en ailles, infâme,

entre ses bras rire de moi!

Non, par le sang, tu n'iras pas!

Carmen, c'est moi

que tu suivras!

CARMEN

Non, non! jamais!

JOSÉ

Je suis las de te menacer!

CARMEN(avec colère)

Eh bien! frappe-moi donc, ou laisse-moi passer.

CHŒUR(dans le cirque)

Victoire!

JOSÉ(éperdu)

Pour la dernière fois, démon,

veux-tu me suivre?

CARMEN

Non! non!

(à demi voix, avec rage)

Cette bague, autrefois, tu me l'avais donnée…

Tiens!

(elle la jette à la volée)

JOSÉ(le poignard à la main, s'avançant sur Carmen)

Eh bien! damnée!

(Carmen recule. José la poursuit. Pendant ce temps fanfares et chœur dans le cirque.)

CHŒUR

Toréador, en garde!

Toréador! Toréador!

Et songe bien, oui, songe en combattant

qu'un œil noir te regarde

et que l'amour t'attend,

Toréador, l'amour t'attend!

(José a frappé Carmen. Elle tombe morte. Le vélum s'ouvre. La foule sort du cirque.)

JOSÉ(se levant)

Vous pouvez m'arrêter… c'est moi qui l'ai tuée!

(Escamillo paraît sur les marches du cirque, entouré de la foule qui s'acclame; entrent Mercédès, Frasquita, Zuniga. Escamillo aperçoit Carmen étendue morte par terre.)

Ah! Carmen! ma Carmen adorée!

(Rideau)

Atto quarto

Una piazza, a Siviglia. In fondo al teatro, le muraglie di vecchie arene. L’entrata dell’arena è chiusa da un lungo velario. È il giorno d’un combattimento di tori. Grande movimento sulla piazza. Venditori d’acqua, d’arance, di ventagli, di programmi, di sigarette, di vino.

Scena I

Zuniga, Frasquita, Mercedes, poi Carmen ed Escamillo

I VENDITORI

A due cuartos! A due cuartos!

Ventagli per farsi vento!

Arance da mordicchiare!

Il programma dettagliato!

Vino! Acqua!

Sigarette!

Ventagli per farsi vento!

A due cuartos! A due cuartos!

Vedete! A due cuartos!

Señoras e caballeros!

(Si sentono alte grida dall’esterno, fanfare, ecc. È l’arrivo della quadriglia.)

RAGAZZI (dall’interno)

Eccoli! eccoli!

Ecco la quadriglia!

(entrata dei ragazzi)

CORO

Eccoli! Eccoli! Sì, eccoli!

Ecco la quadriglia,

eccoli! Ecco la quadriglia,

la quadriglia dei toreros!

Sulle lance brilla il sole!

In aria berretti e sombreros!

Eccoli! Ecco la quadriglia,

La quadriglia dei toreros!

Eccoli! Eccoli! Eccoli!

(Sfilata della quadriglia. Durante la sfilata, il coro canta il seguente pezzo. Entrata degli alguazils.)

RAGAZZI

Ecco, sbucando sulla piazza,

ecco, per primo, segnando il passo…

L’alguazil dalla brutta faccia.

Abbasso! Abbasso! Abbasso! Abbasso!

CORO

Abbasso l’alguazil! Abbasso!

Abbasso! Abbasso! Abbasso! Abbasso!

(entrata dei chulos e dei banderilleros)

Poi salutiamo al passaggio,

salutiamo gli arditi chulos!

Bravo! viva! gloria al coraggio!

Ecco gli arditi chulos!

Guardate i banderilleros,

guardate che aria spavalda!

guardate! guardate!

che sguardi e di che splendore

scintilla il ricamo

del loro costume da combattimento!

Ecco i banderilleros!

(entrata dei picadores)

Avanza un’altra quadriglia!…

I picadores come son belli!

Come punzecchieranno con le lance

il fianco dei tori!

L’Espada! L’Espada!

L’Espada! L’Espada!

(Alla fine compare Escamillo, e accanto a lui Carmen raggiante e con un vistoso costume.)

RAGAZZI

Escamillo!

CORO e RAGAZZI

Escamillo! Escamillo! Escamillo! Escamillo!

È l’espada, fine lama,

che tutto finirà,

appare alla fine del dramma

a dare il colpo di grazia.

Viva Escamillo! Viva Escamillo! Ah! bravo!

ESCAMILLO (a Carmen)

Se tu m’ami, Carmen… potrai fra poco,

esser fiera di me!

Se tu m’ami! Se tu m’ami!

CARMEN

Ah! Io t’amo, Escamillo… io t’amo, e ch’io muoia,

se mai altri ho amato quanto te!

CARMEN ed ESCAMILLO

Ah! io t’amo! Sì, io t’amo!

CORO

Largo! largo! largo al signor Alcalde!

(Marcetta in orchestra. Su questa marcia sfila molto lentamente sul fondo, l’Alcalde preceduto e seguito dagli alguaziles. Frattanto Frasquita e Mercedes s’avvicinano a Carmen.)

FRASQUITA

Carmen, un buon consiglio… non restare qui.

CARMEN

E perché, prego?

MERCEDES

Lui è qui.

CARMEN

Chi?

MERCEDES

Lui!

Don José si nasconde nella folla, guarda…

CARMEN

Sì, lo vedo.

FRASQUITA

Attenta!

CARMEN

Non son donna da tremare davanti a lui…

Lo aspetto, e gli vado a parlare.

MERCEDES

Carmen, credimi… attenta!

CARMEN

Non temo nulla!

FRASQUITA

Attenta!

(L’alcalde entra nell’arena. Dietro l’alcalde, il corteo della quadriglia riprende la sua marcia ed entra nell’arena. Il popolo lo segue. L’orchestra suona il motivo «Eccoli, ecco la quadriglia» e la folla, ritirandosi, mette allo scoperto Don José. Carmen resta sola sul proscenio. Si guardano l’un l’altro, mentre la folla si disperde e il motivo della marcia va decrescendo e muore in orchestra. Sulle ultime note, Carmen e Don José restano soli, l’una di fronte all’altro. Carmen va risoluta da Don José.)

Scena II

Carmen, Don José

CARMEN (brevemente)

Sei tu?

JOSÉ

Sono io!

CARMEN

M’avevano avvertito

che non eri lontano e dovevi venire;

m’avevan detto anche di temere per la mia vita;

ma io son coraggiosa e non ho voluto fuggire.

JOSÉ

Io non minaccio… imploro… supplico!

Il nostro passato, Carmen, lo dimentico!

Sì, andiamo tutti e due

a iniziare un’altra vita,

lontano da qui, sotto altri cieli!

CARMEN

Tu pretendi l’impossibile!

Carmen non ha mai mentito;

il mio animo è inflessibile;

tra lui e te… tutto è finito.

Non ti ho mai mentito,

tra noi tutto è finito.

JOSÉ

Carmen, è ancora tempo…

Oh mia Carmen, lascia

ch’io salvi te che adoro…

Ah! lascia ch’io ti salvi,

e ch’io mi salvi con te.

CARMEN

No, ben so che è l’ora,

ben so che m’ucciderai;

ma ch’io viva o ch’io muoia,

no, no, no, non ti cederò!

JOSÉ

Carmen, è ancora tempo,

sì, è ancora tempo…

Oh mia Carmen, lascia ch’io salvi

te che adoro…

Ah! lascia ch’io ti salvi,

e ch’io mi salvi con te.

Oh mia Carmen, è ancora tempo,

Ah! lascia ch’io ti salvi, Carmen!

Ah! lascia ch’io ti salvi,

te che adoro!

E ch’io mi salvi con te.

CARMEN

Perché curarti ancora

d’un cuore che non è più tuo?

No, questo cuore non è più tuo.

Invano dici: ti adoro!

Nulla otterrai da me!…

Ah! è vano…

Nulla otterrai da me!

JOSÉ (ansiosamente)

Allora non mi ami più?

(Silenzio di Carmen, e Don José ripete, disperato)

Allora non mi ami più?

CARMEN (con semplicità)

No, non ti amo più.

JOSÉ (con passione)

Ma io, Carmen, io t’amo ancora,

Carmen, ahimè! io, io t’adoro!

CARMEN

A che serve tutto questo? solo parole superflue!

JOSÉ

Ma io, Carmen, io t’amo ancora!

Ebbene! se bisogna, per piacerti,

resterò bandito… tutto quel che vorrai…

tutto, mi capisci!… Ma non lasciarmi,

oh mia Carmen!… ricordati del passato!

Noi ci amavamo, un tempo!

(disperato)

Ah! non lasciarmi, Carmen!

CARMEN

Carmen mai cederà!

Libera è nata e libera morrà!

CORO (nell’arena)

Viva! è bella la gara!

Viva! sanguinante sulla sabbia,

il toro punzecchiato

a balzi si slancia!

Guardate!

Colpito in pieno cuore!

Guardate! guardate!…

Vittoria!

(Durante questo coro, silenzio di Carmen e Don José. Tutti e due ascoltano. Si sentono le grida di: «Vittoria! Vittoria!» Carmen si è lasciata sfuggire un «Ah!» d’orgoglio e di gioia. Don José non perde di vista Carmen. Finito il coro, Carmen fa un passo verso l’arena.)

JOSÉ (ponendosi davanti a lei)

Dove vai?

CARMEN

Lasciami!

JOSÉ

L’uomo che acclamano,

è il tuo nuovo amante!

CARMEN (volendo passare)

Lasciami… lasciami…

JOSÉ

Sull’anima mia,

tu non passerai,

Carmen, tu mi seguirai!

CARMEN

Lasciami, Don José, io non ti seguirò.

JOSÉ

Vai a incontrarlo… di’…

(con rabbia)

allora tu l’ami?

CARMEN

L’amo!

L’amo, e perfino davanti alla morte,

ripeterò che l’amo!

CORO (nell’arena)

Viva! è bella la gara!

Viva! sanguinante sulla sabbia,

Il toro si slancia!

Guardate! guardate!

Il toro punzecchiato

a balzi si slancia!

JOSÉ (con violenza)

Così, la salvezza dell’anima mia,

io la perderò perché tu,

perché tu vada, infame,

tra le sue braccia, a rider di me!

No, per il sangue, non andrai,

Carmen,

tu mi seguirai!

CARMEN

No, no, mai!

JOSÉ

Sono stanco di minacciarti!

CARMEN (con collera)

Ebbene, allora colpiscimi, o lasciami passare.

CORO (nell’arena)

Vittoria!

JOSÉ (perso)

Per l’ultima volta, demonio,

vuoi seguirmi?

CARMEN

No, no!

(a mezza voce, con rabbia)

Questo anello, tu me l’avevi dato un giorno…

Tieni!

(getta via l’anello)

JOSÉ (con il pugnale in mano, avanzando su Carmen)

Ebbene! dannata!

(Carmen arretra. Don José la insegue. Durante questo tempo, fanfare e coro nell’arena.)

CORO

Toreador, attento!

Toreador, toreador!

Pensa, sì, pensa combattendo,

che un occhio nero ti guarda

e l’amore ti aspetta!

Toreador, l’amore t’aspetta!

(Don José colpisce Carmen. Ella cade morta. Si apre il velario. La folla esce dall’arena.)

JOSÉ (alzandosi)

Mi potete arrestare… sono io che l’ho uccisa!

(Compare Escamillo sui gradini dell’arena, circondato dalla folla che lo acclama; entrano Mercedes, Frasquita, Zuniga. Escamillo vede Carmen stesa per terra.)

Ah! Carmen! mia Carmen adorata!

(Sipario)


CARLO GOLDSTEINDirettore

È tra i giovani direttori d’orchestra emergenti del panorama internazionale. Oltre agli studi musicali (Conservatorio di Trieste, Civica Scuola di Musica di Milano, Mozarteum di Salisburgo e Royal College di Londra), è laureato in filosofia estetica presso l’Università Statale di Milano e ha all’attivo diverse pubblicazioni di carattere estetologico e storico-musicale. Dopo la vittoria del primo premio all’International Conducting Competition di Graz nel 2009, ha iniziato un’intensa attività in Italia e all’estero. Nell’ultima stagione ha diretto Turandot per OperaLombardia, Madama Butterfly e La traviata all’Arts Center di Seoul e a Busan in Corea e poi ancora al Petruzzelli di Bari. In ambito sinfonico dirige concerti in Israele e debutta al Petruzzelli di Bari e con la Sächsische Staatskapelle Dresden. Nelle passate recenti stagioni ha diretto tra le altre cose Carmen alla Fenice di Venezia, La bohème nei teatri di Reggio Emilia, Como e Pavia, Un ballo in maschera all’Art Center di Seoul, Così fan tutte all’Opera di Tenerife, Carmen ancora a Seoul e nei teatri di Livorno, Lucca e Pisa, Adriana Lecouvreur per OperaLombardia e Pagliacci per il progetto AsLiCo 200.Com (Festival Como città della musica). E, ancora, diverse produzioni de L’elisir d’amore, Il matrimonio segreto e L’Orfeo per il Festival della Valle d’Itria. In ambito sinfonico ha diretto in Italia concerti con varie orchestre: Maggio Musicale di Firenze, Arena di Verona, Teatro Massimo di Palermo, Teatro Verdi di Trieste, I Pomeriggi Musicali di Milano, Regionale Toscana, Orchestra di Padova e del Veneto, Sinfonica Abruzzese e Archi del Cherubino. All’estero ha diretto più volte in Israele sia la Raanana Symphonette Orchestra di Tel Aviv che la Israel Camerata al Jerusalem Theater; ha partecipato in Germania al festival Schostakowitsch Tage a Gohrisch dirigendo lavori di Eisler e Dessau; ha diretto svariate orchestre in Russia, tra le quali St. Petersburg State Symphony, Hermitage Symphony, Tomsk Philharmonic, Omsk Philharmonic, Arkhangelsk Chamber, Murmansk Philharmonic, Bryansk Symphony e Samara Philharmonic. È da sempre molto attivo nella musica contemporanea, dirigendo al festival Milano Musica 2016 e diverse prime esecuzioni di autori contemporanei italiani e stranieri.

FRÉDÉRIC ROELSRegista

Terminati gli studi all’INSAS di Bruxelles, fonda la propria compagnia, Prospéro & Cie, per la quale mette in scena Prospéro Suite, Sacre, Aglavaine et Sélysette, Le supplici, Kinderzimmer. All’Opéra Royal de Wallonie è assistente di Claire Servais nella maggior parte delle sue produzioni dal 1995 al 2008. Nel 2000 allestisce per questo teatro Igiene dell’assassino, nel 2002 Il diario di uno scomparso di Janáček, nel 2006 Sabotaggio d’amore e nel 2007 The Turn of the Screw. Dall’ottobre 2009 è direttore artistico e generale dell’Opéra de Rouen Haute-Normandie, presso cui ha creato una compagnia di quattro giovani cantanti lirici e ha supportato i due ensemble vocali stabili, Accentus di Laurence Equilbey e Le Poème harmonique di Vincent Dumestre. Ha fatto dell’opera partecipativa la punta di diamante del proprio progetto per il pubblico giovane e nel 2013 ha portato sulle scene un concerto interattivo definito «quiz sinfonico». Proseguendo la sua attività di regista e di autore a Rouen, ha allestito e scritto il libretto de L’homme qui s’efface, presentato in anteprima mondiale nel 2011, su musiche di Pascal Charpentier. Nell’ottobre 2012 ha diretto Carmen, con Vivica Genaux nel ruolo della protagonista, e La damnation de Faust di Berlioz per i teatri di Rouen e di Limoges. Ha anche scritto il libretto per un’opera presentata in anteprima mondiale composta da Michel Fourgon e ispirata al personaggio affascinante e tragico di Lolo Ferrari. Nel 2016 ha realizzato una nuova rilettura del Don Giovanni, successivamente un Così fan tutte a Rouen, Massy e Reims e Norma a Rouen e nei prossimi mesi a Muscat in Oman.

BRUNO DE LAVENÈRE Scenografo

Si è laureato presso l’École nationale supérieure des arts et techniques du théâtre a Lione. I suoi lavori annoverano, tra le altre cose: Songs from Before (coreografia di Lucinda Childs) all’Opéra national du Rhin e al Théâtre de la Ville, Cendrillon (coreografia di Michel Kelemenis) al Grand Théâtre de Genève, L’Homme de la Mancha (regia di Jean-Louis Grinda) al Théâtre du Capitole e al Grand Théâtre de Monte-Carlo, Chat perché (regia di Caroline Gautier) all’Opéra Bastille, La Reine morte (coreografia di Kader Belarbi) al Théâtre du Capitole, La Chartreuse de Parme (regia di Renée Auphan) all’Opéra de Marseille, Farnace (regia di Lucinda Childs) all’Opéra national du Rhin), Re Orso (regia di Richard Brunel) all’Opéra-Comique, Carmen e La damnation de Faust (regia di Frédéric Roels) all’Opéra de Rouen, TheTender Land eMesdames de la Halle (regia di Jean Lacornerie) all’Opéra de Lyon, Don Quichotte (coreografia di Rui Lopes Graça) all’Opéra national du Rhin, Siegfried ou Qui deviendra le seigneur de l’anneau (regia di Julien Ostini) al Grand Théâtre de Genève), Doctor Atomic (regia di Lucinda Childs) all’Opéra national du Rhin. Al momento sta lavorando a: La vie parisienne di Offenbach all’Opéra national du Rhin, Lucia di Lammermoor (regia di Jean-Romain Vesperini) all’Opéra de Rouen, La belle Hélène di Offenbach al Grand Théâtre de Genève e Il trovatore (regia di Richard Brunel) all’Opéra de Lille.

LIONEL LESIRE Costumista

Nato nel 1969 in Belgio, pittore ed incisore, si è avvicinato al mondo del teatro come pittore di scena al Théâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles. Assistente a scenografi come Benoît Dugardyn, Antonio Jesús Jara e Rudy Sabounghi, ha creato le sue prime scenografie e costumi per il teatro nel 1992. Nel 2000 ha iniziato la carriera di costumista con Simon Boccanegra (regia di Stephen Lawless) al New Zealand Festival di Wellington. Tra le produzioni recenti come costumista si citano: La compagnie des hommes di Edward Bond,En douceur et profondeur (regia di Inés Rabadán e Lionel Lesire) al Théâtre national de la Communauté française a Bruxelles, Carmen e La damnation de Faust (regia di Frédéric Roels) all’Opéra de Rouen, La bohème all’Opéra Royal de Wallonie, Don Chisciotte in Sierra Morena di Francesco Bartolomeo Conti (regia di Stephen Lawless), Lucrèce Borgia di Hugo, La Mort au bal masqué di Brackx, Affabulazione di Pasolini, Non si paga, non si paga! di Fo.

LAURENT CASTAINGTLight designer

Ha alle spalle numerose collaborazioni con nomi come Alfredo Arias, Bernard Murat, Jean-Louis Grinda, Richard Brunel, Jean-Claude Auvray, René Loyon, Karel Reisz, Hideyuki Yano, Roman Polanski, Gérard Desarthe, François Marthouret, Sylvie Testud, Laure Duthilleul, Madeleine Marion, Pierre Barrat e Marie-Noël Rio, Jean-Claude Berutti, Vincent Delerm, Jean-Louis Grinda, Elsa Rooke, Marguerite Borie e Frédéric Roels (per il quale ha firmato le luci di Carmen e de La damnation de Faust). Ha lavorato nei maggiori teatri del mondo: Opéra Bastille, Odéon, Comedie-Française ed Édouard VII di Parigi, Volksoper di Vienna, Liceu de Barcellona, Opéra di Montecarlo, Opera di Roma, Maggio Musicale Fiorentino, Carlo Felice di Genova, Colón di Buenos Aires, Opera di Hong Kong, Olympia di Dublino. Ha curato inoltre l’installazione in esterni Ecorces vives e lavorato con il disegnatore François Schuiten per Planet of Visions nell’ambito dell’Esposizione Universale che ha avuto luogo nel 2000 ad Hannover. Ha ricevuto tre nomine al Premio Molière per la miglior luce.

SERGIO SIMÓN Coreografo

Nato a Saragozza (Spagna), è diplomato in arti coreografiche. Danza nei principali ruoli del repertorio classico, collaborando con nomi come Víctor Ullate, Nils Christie, Jiří Kylián, Hans van Manen, Antonio Gades, Claude Brumachon e Myriam Naisy. Nel 2006 diventa direttore del Ballet de l’Opéra-Théâtre di Limoges. Cura la regia e la coreografia di ‘opere danzate’, a partire dalla musica dei Carmina Burana di Orff (nel 2008), de El amor brujo ed El sombrero de tres picos di De Falla (nel 2009), del Prélude à l’après-midi d’un faune di Debussy e dei Contrasts di Bartók (nel 2010). Roméo, Juliette (musiche originali di Labarsouque) è la prima creazione nel 2010 dedicata all’analisi di personaggi mitici ed è seguita nel 2012 da Quelque chose de Carmen (musiche originali di Garcia-Fons). Nel 2014 cura la coreografia della Suite per pianoforte da Goyescas di Granados.

DIEGO MACCAGNOLA Maestro del coro

Ha compiuto gli studi musicali presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali ‘G. Donizetti’ di Bergamo, dove ha conseguito il diploma di pianoforte con il massimo dei voti e il diploma accademico di secondo livello con lode. Si è esibito come solista e in formazioni da camera in importanti rassegne e festival italiani e stranieri e in sale da concerto quali il Teatro Ponchielli di Cremona, il Teatro Comunale di Ferrara, l’Auditorium Parco della Musica di Roma, il Centre des Bords-de-Marne di Parigi, il Théâtre du Merlan di Marsiglia, il Théâtre de la Balsamine di Bruxelles, il Théâtre Pole Sud di Strasburgo e la Maple Hall di Osaka. Dedica particolare attenzione alla musica del Novecento, partecipando tra l’altro all’esecuzione dell’integrale dell’opera pianistica di György Ligeti nel 2003, 2006 e 2007 e di Luciano Berio nel 2013 presso il Museo del Novecento a Milano. Nel 2012, insieme a Lena Yokoyama (violino) e Alessandro Copia (violoncello), fonda il Trio Kanon, ensemble che sta riscuotendo lusinghieri successi in Italia e all’estero. Affianca ad un’intensa attività didattica e concertistica come pianista, quella di maestro di coro. Dal 1998 è cantore e assistente alla direzione nelle produzioni del Coro Costanzo Porta di Cremona, fondato da Antonio Greco e vincitore di numerosi premi in concorsi nazionali e internazionali. Dal 2007 collabora con OperaLombardia come maestro del coro per diverse produzioni operistiche. È pianista accompagnatore presso il Conservatorio ‘G. Verdi’ di Como e docente di pianoforte presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali ‘G. Donizetti’ di Bergamo.

HECTOR RAUL DOMINGUEZMaestro del coro di voci bianche

Compositore e direttore d’orchestra di origine argentina, per anni protagonista della scena musicale dell’America Latina (Opera di Colombia, Teatro Carreño di Caracas in Venezuela, Teatro Nacional della Costa Rica, cattedra di direzione corale alle università di Buenos Aires, Bogotà in Colombia e San José nella Costa Rica), dal 1988 si trasferisce in Italia per seguire i corsi di perfezionamento in composizione con Franco Donatoni a Milano. Tiene la cattedra di storia e tecnica della musica contemporanea presso la facoltà di musicologia dell’Università di Pavia, dove, inoltre, crea e dirige il coro e l’orchestra da camera. È chiamato a dirigere il Coro Polifonico Cremonese e l’Orchestra da Camera ‘Marc’Antonio Ingegneri’ (1993-2003) e crea la Schola Cantorum Cremonensis, in cui dà vita a progetti musicali e tiene numerose conferenze e seminari, particolarmente sulla musica del Novecento. Dal 1997 insegna alla Scuola Civica ‘C. Monteverdi’ di Cremona e poi all’Istituto Superiore di Studi Musicali della stessa città, dove crea e dirige dal 2004 il coro di voci bianche. Insegna inoltre pratica strumentale e composizione per la didattica all’Università di Pavia. Dal 2014 si trasferisce al Conservatorio ‘G. Nicolini’ di Piacenza. Il suo repertorio comprende i principali titoli della letteratura musicale a cappella, lirica (come Lohengrin, Aida, Turandot) e sinfonico-corale (come il Messiah di Händel, Ein deutsches Requiem di Brahms, Jeanne d’Arc au bûcher di Honegger).

NA’AMA GOLDMAN Mezzosoprano

Israeliana di nascita, tra i suoi recenti impegni sono da ricordare Carmen (Carmen) e Così fan tutte (Dorabella) all’Ópera de Tenerife, La Cenerentola (Cenerentola) e Faust (Siébel) alla Israeli Opera, Salome (Salome) al Festival di Wexford, Nabucco (Fenena) all’Opéra Royal de Wallonie a Liège, Il viaggio a Reims (Marchesa Melibea) al Rossini Opera Festival di Pesaro, la Nona Sinfoniadi Beethoven a Taipei (Taiwan). Ha ottenuto grande successo di pubblico e critica come Carmen a Masada nel 2012, diretta da Daniel Oren. Sono poi seguiti importanti debutti alla Israeli Opera, come Rosina (Il barbiere di Siviglia), Donna Elvira (Don Giovanni), Cherubino (Le nozze di Figaro), Suzuki (Madama Butterfly), Stéphano(Roméo et Juliette) e Maddalena (Rigoletto). Come diplomata del Meitar Opera Studio della Israeli Opera, ha interpretato numerosi ruoli, quali Charlotte (Werther), Hänsel (Hänsel und Gretel), Orlofsky (Die Fledermaus) e Zweite Dame (Die Zauberflöte). I futuri impegni prevedono: Carmen al Grange Festival di Londra e alla Israeli Opera; La Gioconda (Laura Adorno) al Teatro Comunale di Modena e Faust (Siébel) all’Opéra Royal de Wallonie a Liège e Charleroi.

MARIA TERESA LEVA Soprano

Nata a Reggio Calabria, si diploma a pieni voti al Conservatorio ‘F. Cilea’ della città. Nel 2013 vince il Concorso ‘O. Ziino’ di Roma e riceve il premio speciale della giuria al Concorso lirico ‘Città di Bologna’. Nel 2014 destano particolare impressione su pubblico e critica i suoi due debutti presso il Teatro Carlo Felice di Genova come Mimì (La bohème), diretta da Giampaolo Bisanti, e Micaëla (Carmen), diretta da Andrea Battistoni con la regia di Davide Livermore. Grandi consensi riscuote anche il suo debutto nell’autunno 2014 come Donna Elvira (Don Giovanni), con la regia di Graham Vick per OperaLombardia, a Reggio Emilia e Trento. È quindi Musetta (La bohème)al Teatro Regio di Torino nel luglio 2015, diretta da Andrea Battistoni; Mimì (La bohème) per OperaLombardia e al Teatro Valli di Reggio Emilia, diretta da Giampaolo Bisanti. È Violetta (La traviata) all’Opéra Royal de Wallonie di Liegi nel maggio 2016, ruolo poi portato al Teatro Lirico di Cagliari nell’estate dello stesso anno. Tra i recenti impegni: Liù (Turandot) per OperaLombardia, Nedda (Pagliacci) a Jesi, nuovamente Liù al Teatro Carlo Felice di Genova nel giugno 2017, Aida al Teatro Petruzzelli di Bari e Mimì al Teatro dell’Opera di Firenze nel settembre dello stesso anno.

CLAUDIA SASSO Soprano

Ha studiato canto lirico presso l’Istituto musicale ‘G. B. Pergolesi’ con Giulia Betti, proseguendo poi con Maria Rosa Carminati. Dal 2006 al 2008 frequenta il corso di alto perfezionamento per cantanti lirici presso il Teatro Marrucino di Chieti con Aleksandra Lazic. Nel luglio 2007 debutta in Bastien un Bastienne (Bastienne) a Chieti durante la settimana mozartiana. Nel settembre 2007 è ammessa nella classe di canto lirico al Conservatorio ‘G. Verdi’ di Torino sotto la guida di Silvana Silbano, diplomandosi due anni dopo a pieni voti. Nel 2010 al Conservatorio si esibisce come Clorinda (Il combattimento di Tancredi e Clorinda) e Serpina (La serva padrona). Nel 2011 prende parte alla messa in scena de La vedova allegra (Hanna Galwari), diretta da Giuseppe Ratti. Nello stesso anno si classifica prima ai concorsi ‘Rotary per la musica’ di Santhià (Torino) e ‘G. De Vincenzi’ di Pontinvrea (SV). Sempre nel 2011 è in tournée a Muscat (Oman) con il Teatro Regio di Parma in qualità di cover per il ruolo di Gilda (Rigoletto). Dal 2004 è uno dei soci fondatori, nonché cantante, direttrice del coro e coordinatrice artistica dell’associazione culturale ‘Voci e note sotto le stelle’. Tra gli scorsi impegni, si segnalano: Les contes d’Hoffmann (Olympia) al Teatro del Giglio (2014) e Die Zauberflöte (Königin der Nacht) ai Tiroler Festspiele di Erl (2016) e per il progetto Europa InCanto nel 2017.

ARINA ALEXEEVA Mezzosoprano

Nasce in Russia nel 1988. È vincitrice della prima edizione del Concorso lirico internazionale ‘Teatro Besostri’ di Mede per il ruolo di Rosina (Il barbiere di Siviglia) e della categoria esordienti al 67° Concorso per giovani cantanti lirici (2016). Completato in Russia lo studio del pianoforte, nel 2009 termina lo studio del canto presso l’Accademia Statale di Arte e Cultura, vincendo una borsa di studio. Vince il premio ‘Concorso di arte contemporanea’ nel 2007 a Mosca. Nel 2009/10 viene ammessa presso il Conservatorio di Milano nella classe di canto di Jenny Anvelt, coprendo il ruolo di Serpina (La serva padrona) e di Fiordispina (L’impresario in angustie di Cimarosa). In seguito all’ammissione al biennio specialistico in canto, prende parte alla realizzazione di una pellicola cinematografica come interprete di Judith (Il castello del principe Barbablù di Bartók), proiettata ed eseguita nel 2015 con l’orchestra LaVerdi presso l’Auditorium di Milano. Ha vinto il premio speciale come miglior mezzosoprano al IV Concorso internazionale di canto lirico ‘F. Mattiucci’ nel 2015. Nel 2016, ha interpretato il ruolo di Hippolyta (A Midsummer’s Night Dream di Britten) per OperaLombardia. Per l’AsLiCo, nel 2017 ha partecipato al progetto Pocket Opera Madama Butterfly (Suzuki) e Opera it Il barbiere di Siviglia – Questa barba la facciamo sì o no? (Rosina).

LUCIANO GANCI Tenore

Muove i primi passi nella musica come voce bianca nel coro della Cappella musicale pontificia sistina diretta da Domenico Bartolucci. Studia sin da bambino canto, pianoforte ed organo, conseguendo i diplomi presso i conservatori di Roma, Frosinone e Latina. Dal 2007 al 2008 frequenta i corsi di alto perfezionamento tenuti da Mirella Freni; successivamente studia e si perfeziona con Otello Felici. Nel 2010 avviene il vero e proprio debutto operistico come Alfredo (La traviata) al Teatro Politeama di Palermo. Successivamente debutta in Rodolfo (La bohème) al Festival di Abu Dhabi e in Pinkerton (Madama Butterfly) al Festival Puccini di Torre del Lago; ruoli affrontati anche l’anno dopo rispettivamente a Praga/Zlín e al Politeama di Palermo. Nel 2011 debutta come Turiddu (Cavalleria rusticana) a Nuova Delhi. Nel 2012 è Alfredo a Salisburgo, Teatro Verdi di Salerno e Maggio Musicale Fiorentino; è inoltre Fritz Kobus (L’amico Fritz) al Teatro Verdi di Trieste e Manrico (Il trovatore) al Ravenna Festival. Nel 2013 canta Corrado (Il corsaro) a Trieste e Budapest, Pinkerton al Teatro delle Muse di Ancona e all’Herodes Atticus di Atene, Manrico al Comunale di Piacenza, Ismaele (Nabucco) a Pechino e Alfredo al Massimo di Palermo. Nel 2014 è Ismaele al Maggio Musicale Fiorentino, Pinkerton a Trieste, Foresto (Attila) al Mariinskij di San Pietroburgo diretto da Valery Gergiev e Istanbul, ancora Ismaele e Manrico a Pechino, Cavaradossi (Tosca) allo Sferisterio di Macerata, Macduff (Macbeth) a Muscat, Alfredo al Bol’šoj di Mosca e Rodolfo (La bohème) alla Greek National Opera. Nel 2015 canta Pinkerton al Comunale di Bologna, Fritz Kobus al Carlo Felice di Genova, Rodolfo (Luisa Miller) a Budapest e Napoli e Pollione (Norma) al Verdi di Padova. Nel 2016 è Pollione e Pinkerton a Napoli, Rodolfo (Luisa Miller) a Trieste, Carlo VII (Giovanna d’Arco) al Festival Verdi di Parma, Alfredo a Seoul e Pinkerton al Teatro alla Scala diretto da Riccardo Chailly. Nel 2017 è Rodolfo a Salisburgo, Cavaradossi a Trieste, Udine e Pordenone. Nel repertorio sinfonico ha eseguito i Requiem di Verdi e Mozart, Christus am Ölberge e Nona sinfonia di Beethoven, Messa di Gloria di Puccini.

ZOLTÁN NAGY Baritono

Ha studiato alla Gheorghe Dima Music Academy della sua città natale Cluj-Napoca (Romania). Ha quindi ricevuto una borsa di studio che gli ha concesso di studiare al Mozarteum di Salisburgo con Boris Bakow. Ha vinto premi in vari concorsi lirici, tra cui il Romanian National Song Competition, il Concorso internazionale ‘H. Darclée’ di Brăila e il ‘Debut’ di Berlino. Affronta regolarmente i ruoli di: Escamillo (Carmen), Figaro (Le nozze di Figaro), Guglielmo (Così fan tutte), Schaunard (La bohème), Harašta (La piccola volpe astuta), Leandr (L’amore delle tre melarance). Tra i recenti debutti: Dulcamara (L’elisir d’amore), Falke (Die Fledermaus), Don Giovanni (Don Giovanni), il Conte d’Almaviva (Le nozze di Figaro). Canta nei teatri più importanti del mondo, come: Theater an der Wien, Opéra de Nice, Bilbao, Hungarian State Opera di Budapest e Hamburgische Staatsoper. Recentemente ha debuttato anche al Verdi di Trieste e al Massimo di Palermo. Ha lavorato con direttori come Tomáš Netopil, Marco Armiliato, Leo Hussain, Pinchas Steinberg, Marc Minkowski, Peter Schneider, Ulf Schirmer, John Wilson e Alexander Soddy; e con registi come Peter Konwitschny, Damiano Michieletto, Inga Levant, Stefano Poda, Calixto Bieito, Paris Mexis, Thorsten Fischer, Georges Delnon, Maurizio Scaparro e Immo Karaman. Tra i recenti e prossimi impegni nella stagione 2017/18: Alberich (Siegfried) all’Ópera de Oviedo in Spagna, Bill (Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny) e Nona sinfonia di Beethoven.

DAVIDE FERSINI Baritono

Nato a Milano, dopo essersi laureato in psicologia inizia lo studio del canto presso la Civica Scuola di Musica di Milano con Roberto Coviello e privatamente con Bianca Maria Casoni. Tra i recenti impegni, Belcore (L’elisir d’amore) al Teatro Lirico di Cagliari, Germano (La scala di seta) al Teatro Comunale di Sassari e Jake Wallace (La fanciulla del West) al Teatro alla Scala di Milano, il barone Douphol (La traviata) al Teatro Valli di Reggio Emilia, Comunale di Modena e OperaLombardia. Al Landestheater di Innsbruck è Malatesta (Don Pasquale) e Dancaïre (Carmen) al Seoul Arts Center in Corea. Debutta al Festival di Salisburgo ne La bohème per la regia di Damiano Michieletto e con la direzione di Daniele Gatti; è Dandini (La Cenerentola) al Konzert Theater di Berna e Pistola (Falstaff) a Salisburgo per la regia di Damiano Michieletto e la direzione di Zubin Mehta; Blansac (La scala di seta), diretto da Riccardo Frizza a Zurigo. Tra il 2009 e il 2012 fa parte dell’ensemble di solisti dell’Opernhaus di Zurigo, dove è Aristonene (La grotta di Trofonio di Salieri) per la regia di Mario Pontiggia e la direzione di Douglas Boyd. Come membro dell’Internationales Opernstudio dell’Opernhaus di Zurigo per le stagioni 2007-09 debutta in Don Alfonso (Così fan tutte), poi in tour a Mühlacker ed Heilbronn, Sinon Greco (La Didone di Cavalli) e Dankwart (Die lustigen Nibelungen di Oscar Straus). Interpreta per Opera Fringe Northern Ireland Gianni Schicchi (Gianni Schicchi), sotto la direzione di Roy Locklin e la regia di Roberto Recchia; è Don Alvaro (Il viaggio a Reims) nella produzione dell’Accademia del Rossini Opera Festival di Pesaro, poi riproposta a Jesi e Treviso; è Malatesta (Don Pasquale) al Teatro Real di Madrid, Pamplona e Bilbao. Tra gli impegni futuri: Konrad Nachtigall (Die Meistersinger von Nürnberg) al Teatro alla Scala di Milano; barone di Kelbar (Un giorno di regno) a Heidenheim; Blansac (La scala di seta) all’Opera di Zurigo.

ROBERTO COVATTA Tenore

Nato a Torino, ha studiato canto con Rosetta Noli e seguito masterclass con Roberto Coviello, Luciana Serra e Ugo Benelli. Dal 2002 canta regolarmente presso alcuni dei più prestigiosi teatri europei (Dublino, Amsterdam, Bruxelles, Baden-Baden, Berna), mentre in Italia ha cantato a Venezia, Milano, Ravenna, nel circuito toscano. Ha lavorato con i direttori Daniele Callegari, Paolo Carignani, Yannick Nézet-Séguin, Ingo Metzmacher, Alexander Anissimov, e il suo repertorio comprende diversi ruoli mozartiani (Don Giovanni, Così fan tutte, Le nozze di Figaro, La finta semplice), del repertorio barocco e classico (Alcina, Rodelinda di Händel, Il filosofo di campagna di Galuppi, Il mondo della luna di Haydn), ma anche Les contes d’Hoffmann, L’elisir d’amore, Falstaff, La traviata, Gianni Schicchi, I quatrorusteghi. Nel repertorio sacro, Requiem di Mozart, Nona sinfonia di Beethoven, Stabat Mater di Haydn, Magnificat di Bach, Sansone e Alexander’s Feast di Händel. Si esibisce anche in recital leaderistici (Schumann, Brahms, Wolf, Mahler) e ha eseguito per intero le operette La duchessa del Bal Tabarin, Addio, giovinezza!, La vedova allegra.

GABRIELE NANI Baritono

Nato a Bergamo nel 1979, compie la sua formazione musicale con gli studi in pianoforte prima di dedicarsi al canto. Dopo la vittoria di numerosi concorsi, inizia la carriera nei teatri italiani: Regio di Torino, Bellini di Catania, Lirico di Cagliari, Festival Puccini di Torre del Lago, Regio di Parma, Ponchielli di Cremona, Sociale di Como, Grande di Brescia, Municipale di Piacenza, Alighieri di Ravenna, Comunale di Ferrara, Verdi di Padova, Sociale di Rovigo, Giglio di Lucca, Goldoni di Livorno. All’estero ha cantato presso: Théâtre de la Monnaie di Bruxelles ne Il viaggio a Reims (Don Alvaro), Opéra de Massy in Don Giovanni (ruolo eponimo), Theater an der Wien in Kát’a Kabanova, Opera St. Moritz e Basilea in Un giorno di regno (Belfiore), Musikfestspiele Potsdam ne Il barbiere di Siviglia (Figaro), Seoul Arts Center ne Le nozze di Figaro (Figaro), Opera Royal Wallonie di Liegi in Pagliacci (Silvio), Opéra de Fribourg, Losanna e Opéra de Metz Métropole ne Le convenienze ed inconvenienze teatrali (Procolo), Opernfestspiele St. Margarethen ne La bohème (Schaunard). Lavora con direttori quali Zoltán Peskó, Carlo Boccadoro, Donato Renzetti, Paolo Arrivabeni, Tiziano Severini, Steven Mercurio, Alfred Eschwé, George Pehlivanian, Kirill Petrenko, Asher Fisch, Juraj Valčuha e registi quali Hugo de Ana, Robert Dornhelm, Giancarlo del Monaco, Stefano Poda, Ivan Stefanutti, Marco Gandini, José Cura, Keith Warner, Micha van Hoecke, Michał Znaniecki, Luca Ronconi. Tra i ruoli prediletti: Figaro (Il barbiere di Siviglia), Malatesta (Don Pasquale), Enrico (Lucia di Lammermoor), Marcello (La bohème). Ha cantato inoltre: Figaro (Le nozze di Figaro), Simone (La finta semplice), Belcore (L’elisir d’amore), Enrico (Il campanello), Germont (La traviata), Wurm (Le Villi), Sharpless (Madama Butterfly), Franck (Edgar).
Tra i ruoli affrontati recentemente: Enrico (Lucia di Lammermoor) all’Opéra Eclaté, Opéra-Theatre Clermont-Ferrand e Opéra de Massy;  Schaunard (La bohème) al Teatro Reale di Copenaghen; Figaro (Il barbiere di Siviglia) al Teatro Comunale di Noto e Teatro della Notte di Augusta; Fabrizio (La locandiera di Antonio Salieri) al Teatro Consorziale di Budrio; di nuovo Figaro (Il barbiere di Siviglia) al Centro Cultural Amaia di Irun (Spagna).

FEDERICO BENETTI Basso

Nato a Roma, si è dedicato inizialmente agli studi pianistici; successivamente si è diplomato in canto presso il Conservatorio ‘D. Cimarosa’ di Avellino nel 2004 con il massimo dei voti, sotto la guida di Carlo Desideri. In seguito si è perfezionato con Sergio Bertocchi, ha partecipato a masterclass tenute da Bonaldo Giaiotti e ai corsi di Opera Studio presso l’Accademia di Santa Cecilia con Renata Scotto, Anna Vandi e Cesare Scarton. Ha debuttato come Uberto (La serva padrona) a Terni, Colas (Bastien und Bastienne) e Masetto (Don Giovanni) in vari teatri di Lazio e Umbria. Successivamente è stato Alcindoro (La bohème) al Maggio Musicale Fiorentino e ha cantato ne Der Rosenkavalier al Teatro dell’Opera di Roma, Rigoletto, La vedova allegra al Teatro Carlo Felice di Genova, La fanciulla del West al Festival Pucciniano di Torre del Lago, Salome e Gianni Schicchi a Trieste. Nel 2012 sempre a Trieste è stato Lord Rochefort (Anna Bolena) e ha debuttato nel ruolo di Sparafucile (Rigoletto) al Teatro Marrucino di Chieti. Nel 2013 è stato Zuniga (Carmen) al Teatro Verdi di Trieste. In seguito è stato Sarastro (Die Zauberflöte) al Teatro Marrucino, poi Simone (Gianni Schicchi) al Teatro Municipale di Piacenza. Recentemente è stato Sparafucile a Clermont-Ferrand e in tournée in Francia; ha quindi interpretato La serva padrona al Teatro Palladium di Roma, il Requiem di Mozart a Roma e Benevento, Simon Boccanegra (Pietro) a Toulon, Madama Butterfly alle Terme di Caracalla. Tra gli ultimi impegni: Don Giovanni (Il Commendatore) a Treviso e Ferrara, Il barbiere di Siviglia (Don Basilio) a Clermont-Ferrand e in tournée in Francia, Tosca e La traviata a Toulon, Così fan tutte (Don Alfonso) a Tirana. Nella scorsa stagione ha partecipato in A Midsummer Night’s Dream (Theseus) per OperaLombardia e a Reggio Emilia e ha cantato Un ballo in maschera a Toulon.