L'incanto di Rinaldo 

RINALDO: UNA PARTITURA FRESCA E FRIZZANTE CHE ANCORA OGGI INCANTA IL PUBBLICO

Venerdì 11 gennaio alle ore 20.00 e domenica 13 gennaio alle ore 15.30 al Teatro Sociale di Como, va in scena l’ultima opera in Stagione: RINALDO, la nuova produzione di OperaLombardia con la regia di Jacopo Spirei e la direzione di Ottavio Dantone.  La prima opera su libretto italiano che il ventiseienne Händel scrisse per Londra nel 1711, ispirata alla Gerusalemme Liberata di Tasso, è un capolavoro che colpisce per la ricchezza e la varietà di colori e stili.  L'opera raccolse, fin dalla prima rappresentazione a Londra il 24 febbraio 1711, un successo artistico e sociale strepitoso.

Imprescindibile la presenza dell'ensemble barocco, Accademia Bizantina, guidato dal carismatico e colto Ottavio Dantone, guida espertanel percorso di focalizzazione e di specializzazione che coniuga ricerca filologica e studio della prassi estetica interpretativa ed esecutiva del Barocco. L’esecuzione rigorosa dialoga con la regia innovativa di Jacopo Spirei, regista di talento che per oltre 15 anni è stato assistente ed allievo del maestro Graham Vick.

4X40 UNDER40: IL SOCIAL CLUB PIÙ ESCLUSIVO DI COMO

4X40 UNDER40 - IL SOCIAL CLUB PIÙ ESCLUSIVO DI COMO è l’iniziativa dedicata agli UNDER40: un abbonamento per 4 serate riservato a solo 40 persone con massimo 40 anni di età. L’idea è di creare un piccolo club privato, quattro sere, una al mese, da condividere iniziando dall’aperitivo offerto da RIVO - Lake Como Foraged Gin, per passare poi allo spettacolo.

Il tutto ad un prezzo molto vantaggioso e che unisce diversi generi di spettacolo, a cui gli UNDER40 potranno aggiungere gratuitamente a loro scelta un concerto sinfonico.

L’abbonamento comprende gli spettacoli Rinaldo 11/1 (ore 20) – Opera, Paolo Migone 3/2 – prose 2, Sagra della primavera, 29/3 – Danza, Alessandro Baricco 12/4 – Prose 1, 4 aperitivi, un concerto sinfonico a scelta, per un totale di 100€. La serata inizia con l’aperitivo in Sala Pasta alle ore 19.00.

INFO

Biglietti dell’opera da 58,00€ a 15,00€ + prev. Abbonamento 4X40 UNDER40 a 100€.

Biglietti e abbonamenti in vendita presso la biglietteria del Teatro oppure online su www.teatrosocialecomo.it


TEATRO SOCIALE DI COMO

venerdì, 11 gennaio – ore 20.00 turno A

domenica, 13 gennaio – ore 15.30 turno B

RINALDO

Opera seria in tre atti su libretto di Giacomo Rossi

da una sceneggiatura di Aaron Hill, da La Gerusalemme liberata di Torquato Tasso

Musica di George Friedrich Händel, edizione critica a cura di Bernardo Ticci,

revisione drammaturgica di Ottavio Dantone.

Rinaldo Delphine Galou

Almirena Francesca Aspromonte

Armida Anna Maria Sarra

Goffredo Raffaele Pe

Argante Luigi De Donato

Mago Cristiano Federico Benetti

Donna Anna Bessi

Clavicembalo e direzione

Ottavio Dantone

Regia

Jacopo Spirei

Scene Mauro Tinti

Costumi Silvia Aymonino

Luci Marco Alba

Coreografie Virginia Spallarossa

Compagnia di Danza Déjà Donné

Accademia Bizantina

CoproduzioneTeatri di OperaLombardia

Nuovo allestimento


NOTE DI REGIA

Rinaldo è un'opera inusuale, mescola realtà e fantasia in continuazione, mescola la magia con la realtà. Abbiamo deciso un percorso di realismo magico con una serie di contaminazioni dal mondo dell’arte contemporanea e dal cinema.

Rinaldo è un eroe smarrito, è un eroe che non sa la strada da percorrere e che non vuole percorrerla. Rinaldo è noi e noi siamo Rinaldo; il suo percorso di superamento del se e di conquista della sua personale Gerusalemme celeste, che altro non è che la realizzazione del proprio massimo potenziale, è il centro della nostra interpretazione dell’opera a metà tra un action movie e un’introspezione umana.

Abbiamo deciso di rendere Rinaldo un uomo qualunque, una persona anonima che lavora in un piccolo ufficio, un uomo che potrebbe essere ognuno di noi. Durante l’ouverture Almirena entra nel suo “mondo” e Rinaldo se ne innamora perdutamente; a questo punto la sua realtà è contaminata da quella di Almirena. Goffredo irrompe nella stanza trascinando Argante prigioniero e siamo catapultati in una serie di eventi straordinari che capitano ad un uomo ordinario. Rinaldo è posto davanti al dilemma di combattere una guerra di cui non conosce niente. Argante rimasto solo invoca Armida la quale si palesa come donna che domina il lato oscuro della vita, rappresentato da un grande ragno. Il ragno rappresenta i mille modi in cui si può essere imprigionati dalle situazioni della vita, rappresenta il pericolo.

Nella scena seguente Almirena porta Rinaldo nel suo mondo, in un giardino realistico ma curvato, che crea un’idea di realtà instabile dove le prospettive sono irregolari, una tenda leggera alle spalle mossa dal vento crea l’illusione di un mondo sereno e di sogno, a interrompere il sogno; il telo bianco cade a rivelare Armida col suo ragno. Armida, una volta rapita Almirena, scompare dietro una saracinesca che rappresenta non solo un limite invalicabile ma anche una porta verso gli inferi e il mondo sotterraneo che Armida rappresenta.

Nel secondo atto Rinaldo è davanti all’ingresso, la porta del vizio, la discesa agli inferi: è l’ingresso di un club notturno dove le sirene e la donna all’ingresso lo invitano ad entrare. La saracinesca si alza e avanza verso di noi il mondo di Armida, dove si svolge tutto il secondo atto, una specie di club della perdizione: questo è il percorso delle tentazioni di Rinaldo, deve scendere in fondo per ritrovare il suo amore, una specie di Orfeo che discende negli inferi per incontrare la sua Euridice.

Nel terzo atto ci troviamo di nuovo fuori dal regno di Armida, il Mago è il barbone che soggiorna al di fuori dell’ingresso. Mago, guru, asceta, un mistico, dona a Goffredo un arma per entrare; è con questa arma che entra ed abbatte il ragno di Armida con l’aiuto di Rinaldo.

Nel concitato finale la realtà di Rinaldo e quella di Almirena si ritrovano, ma Rinaldo deve fare una scelta: tornare nel suo mondo o vincere e rimanere in quello di Almirena. La battaglia è di Rinaldo contro se stesso, di nuovo nel suo ufficio all’interno del quale affronta Argante, una volta sconfitta la sua realtà Rinaldo decide di andare oltre e abbandonare i due mondi insieme ad Almirena.

Al di là delle differenze, il loro amore li unisce e, avanzando, lasciano indietro i loro due mondi.

Jacopo Spirei


NOTE MUSICALI

Una partitura fresca e frizzante che ancora oggi incanta il pubblico

Handel arrivò a Londra nell’autunno del 1710. Lo aveva chiamato Aaron Hill, l’impresario dell’Haymarket Theatre, con il compito di mettere in musica il Rinaldo, di cui lo stesso Hill aveva preparato le basi su cui poi il poeta Giacomo Rossi avrebbe steso il libretto.

Hill prese spunto da episodi tratti dalla Gerusalemme liberata del Tasso, ma il legame con l’originale fu tenue; Hill introdusse per esempio Almirena, figlia di Goffredo, personaggio tutto nuovo e funzionale all’intreccio del dramma.

Fu un avvenimento importante, la prima opera italiana interamente composta per il teatro inglese. Lo stile operistico italiano era conosciuto a Londra già da qualche anno, ma si eseguivano per lo più pasticci e adattamenti di opere già precedentemente composte e rappresentate, mescolando testi in italiano a traduzioni in inglese e adattando per l’occasione recitativi presi qua e là.

A Handel fu affidata una compagnia di cantanti tutta italiana, fra cui brillava la stella di Nicolò Grimaldi, il celebre Nicolino, nel ruolo protagonista.

Giuseppe Maria Boschi fu Argante, Re di Gerusalemme e Goffredo venne interpretato da Francesca Vanini-Boschi, sua moglie. Per il ruolo di Armida fu scelta Elisabetta Pilotti Schiavonetti e Isabella Girardeau per Almirena. Completavano il cast Due Sirene, un Mago Cristiano, un Araldo e il piccolo ruolo di Eustazio, fratello di Goffredo, figura destinata ad essere eliminata nelle riprese degli anni seguenti.

Il compositore aveva poco più di 25 anni, ma già aveva dato prova di importanti successi, come testimonia l’Agrippina, rappresentata a Venezia nel 1709.

Non aveva molto tempo a disposizione per comporre il Rinaldo, né lo ebbe Giacomo Rossi per il libretto, nella cui edizione a stampe dell’epoca si legge:

Mr Hendel, the Orpheus of our age, in setting it to music, scarce gave me time to write, and I saw to my great amazement an entire opera composed by that sublime genius, to the highest degree of perfection, in only two weeks.”

Avendo solo due settimane a disposizione, Handel dovette riutilizzare un po’ di materiale già precedentemente composto durante il suo soggiorno in Italia, attingendo per esempio alla serenata Aci, Galatea e Polifemo, all’oratorio Il Trionfo del Tempo e del Disinganno e a l’Agrippina, lavori scritti 1-2 anni prima e ancora sconosciuti al pubblico londinese.

Aaron Hill aveva in mente uno spettacolo strabiliante con effetti scenici sbalorditivi: draghi sputa fuoco, sirene, macchine volanti, spiriti, furie, si attinse a tutto quello che incantava il pubblico dell’epoca. Fu un successo strepitoso.

Si susseguirono 15 rappresentazioni e altrettanti successi; la reputazione di Handel a Londra raggiunse altissimi livelli, complice anche la sua improvvisazione al clavicembalo nell’aria finale del Secondo Atto Vo far guerra e vincer voglio (Armida), grazie alla quale dette prova di grande talento come esecutore oltre che come compositore.

Londra aveva spalancato le porte dei propri teatri al compositore, avviato a grandi successi in quella che sarebbe diventata la sua nuova patria adottiva.

Negli anni successivi l’opera fu oggetto di numerose nuove messe in scena, talvolta con aggiunta di nuove arie, come nel caso delle rappresentazioni a Napoli del 1718 e a Amburgo, nel 1715 e 1723.

La modifica più importante alla prima versione fu nel 1731, anno in cui Handel fu chiamato a mettere nuovamente in scena il Rinaldo a Londra. Il cast era stavolta incentrato su Francesco Bernardi detto il Senesino nel ruolo di Rinaldo.

A Francesca Bertolli fu affidato il ruolo di Argante, a Antonia Merighi quello di Armida e Annibale Pio Fabbri fu Goffredo. Completavano il cast Anna Strada (Almirena) e Giovanni Giuseppe Commano (un Mago).

Un cast tutto nuovo rese necessarie modifiche sostanziali alla partitura, trasposizioni, adattamenti dei recitativi e musica nuova.

Quanto fece Handel al tempo era prassi comune, la partitura veniva infatti frequentemente rimaneggiata dal compositore in vista di nuove rappresentazioni anche a distanza di anni dalla prima. Si effettuavano trasposizioni per esempio anche nel corso delle prove e non è raro trovare nei manoscritti l’indicazione un tono sopra o un tono sotto, a testimonianza che era necessario talvolta adattare la musica alle esigenze del cantante.

Ciò che colpì probabilmente all’epoca, e di sicuro stupisce quando si rappresenta il Rinaldo ai nostri giorni, è la straordinaria varietà della partitura. Handel fu maestro nell’usare differenti colori musicali grazie anche all’impiego di strumenti a fiato con funzione solistica, concitate arie di furia e intense arie drammatiche e patetiche.

La grande varietà di strumentazione fu favorita probabilmente anche dalle notevoli capacità degli orchestrali presenti all’epoca a Londra.

Trombe e timpani introducono il personaggio di Argante, e ricompaiono poi nel terzo atto per la marcia dei cristiani, l’aria di Rinaldo Or la tromba in suon festante e nella battaglia di assalto a Gerusalemme.

Grande inventiva e abilità descrittiva emerge dall’aria di Almirena Augelletti che cantate, in cui due flauti dolci e un Piccolo hanno il compito di imitare il canto degli uccellini.

Anche il fagotto è utilizzato con funzione solistica, come nell’aria con oboe obbligato Ah crudel (Armida, terzo atto), il cui timbro ben sottolinea lo stato d’animo della Regina di Damasco.

L’improvvisazione di clavicembalo nell’aria finale del secondo atto, il violino solo nell’aria di Rinaldo Venti turbini prestate e nella sinfonia, l’oboe anch’esso spesso solista, come nell’aria di Armida Molto voglio, molto spero contribuiscono a rendere la partitura fresca e frizzante, facendo sì che il Rinaldo ancora oggi incanti il pubblico con la sua magia senza tempo.

Bernardo Ticci


GUIDA ALL’ASCOLTO

Affrontare il teatro di Georg Friedrich Handel comporta un confronto con una serie di problematiche, legate al teatro settecentesco, un mondo affascinante e in continua evoluzione, fatto di varianti testuali e musicali, cantanti, dinamiche contrattuali, ancora più interessanti se l’opera in questione è Rinaldo, che nel 1711 segna il debutto, e il primo grande successo, del compositore tedesco in terra inglese.

Dopo l’apprendistato in Italia, Handel, o il “caro sassone” come era stato soprannominato durante il suo Gran Tour nel Bel paese, era giunto a Londra. Era il 1710, Handel aveva 25 anni e possedeva uno straordinario talento per la melodia e la costruzione musicale, nonché un certo fiuto per gli affari.

All’arrivo nella terra inglese - sua futura patria d’adozione - la musica di Handel non era totalmente sconosciuta al pubblico. Infatti, l’ouverture e le danze del Rodrigo (1707) erano state usate come musiche di scena per la ripresa di The Alchemist del drammaturgo britannico Ben Johnson al Queen’s Theatre nel gennaio del 1710, poi pubblicate dall’editore Walsh come il lavoro di un “maestro italiano”. O ancora, bisogna ricordare che il contralto Francesca Vanini - prima interprete di Goffredo nell’edizione del Rinaldo 1711 - nella ripresa londinese di Pirro e Demetrio aveva inserito l’aria “Ho un non so che nel cor” da Agrippina, che aveva cantato l’anno prima al Teatro San Giovanni Crisostomo di Venezia.

Uomo-chiave del primo grande successo di Handel in Inghilterra era stato Aaron Hill, impresario teatrale giunto all’Heymarket Theatre da Drury Lane, quando il Queen’s Theatre aveva ottenuto il monopolio delle produzioni teatrali. Personaggio eclettico e dotato di grandi abilità impresariali, Hill aveva proposto a Handel un’opera sul personaggio di Rinaldo e ne aveva abbozzato il soggetto, a partire da quello straordinario capolavoro della letteratura italiana che è la Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, mentre il libretto era stato scritto in gran velocità dal librettista del teatro, Giacomo Rossi, alla sua prima esperienza di teatro d'opera, il quale più tardi avrebbe scritto che: « […] Mr. Handel, Orfeo del nostro secolo, nel porla in musica, a pena mi diede tempo di scrivere, e viddi, con mio grande stupore, in due sole settimane armonizzata da quel genio sublime, al maggior grado di perfezione un’opera intera».

Secondo Hill, Rinaldo poteva sciogliere un nodo cruciale relativo al rapporto del pubblico inglese con il teatro italiano. A conferma di ciò, nella dedica alla regina nel libretto della prima esecuzione dell’opera, l'impresario esprimeva la speranza di vedere l’opera inglese più splendida della madre - l’opera italiana ça va sans dire - dato che le loro rappresentazioni avevano alcuni limiti: «primo, che erano state composte per gusti e voci ben diversi da quelli che le avrebbero ascoltate o cantate sulla ribalta inglese; secondo, mancando le macchine e le decorazioni che conferiscono al loro aspetto tanta magnificenza, non sono state viste e sentite nelle migliori condizioni». E per porre rimedio a queste mancanze, egli decisi di inquadrare «un’azione drammatica che, attraverso peripezie e passioni, fosse in grado di diversificare l’atmosfera musicale e manifestarne l’eccellenza, colmando l’occhio di prospettive talmente belle da deliziare i due sensi nella stessa misura».

Come è ben noto, il teatro musicale settecentesco esige ritmi serrati. In appena due settimane la musica del Rinaldo era pronta e l’opera, divisa nei canonici tre atti, potè andare in scena il 24 febbraio 1711 al Queen’s Theatre con un cast di tutto rispetto: il castrato Nicolini interpretava Rinaldo, il contralto Francesca Vanini Boschi era Goffredo, mentre Argante era affidato alla voce di Giuseppe Boschi, celebre basso handeliano.

Ascoltando l’opera, molti spettatori dell’epoca avranno riconosciuto alcune melodie note, infatti, com’era prassi per l’epoca, il compositore si affidava alla tecnica tipicamente barocca dell’auto-imprestito. In questo senso, Rinaldo rappresenta un caso emblematico della straordinaria capacità di Handel di dialogare con la propria musica e di rielaborarla: alcuni numeri provenivano totalmente o in parte da opere precedentemente composte, come Almira, La Resurrezione, Agrippina, e altri lavori che risalgono al periodo italiano. Tra gli auto-imprestiti più celebri, bisogna ricordare l’aria-sarabanda “Lascia ch’io pianga”, “Bel piacere”, o “Vo’ far guerra”, l’aria conclusiva del II atto affidata ad Armida, tutte “prese in prestito” da Agrippina.

A metà tra Storia e mondi fantastici, la trama ideata da Hill nacque dalla combinazione di svariati elementi derivati principalmente da La Gerusalemme liberata di Tasso, dall’Orlando furioso di Ariosto, e dal mito di Armida.

Ambientata al tempo delle Crociate, la storia inizia con una promessa: Goffredo di Buglione, a capo della spedizione cristiana in Terra Santa contro i Saraceni, per ottenere l’aiuto del valoroso Rinaldo, gli promette in sposa sua figlia, la bella Almirena, solo quando Gerusalemme sarà conquistata dall’esercito cristiano. Rinaldo e i cristiani occupano la Palestina e assediano il re Argante a Gerusalemme, mentre la maga Armida, amante di quest’ultimo, riesce a imprigionare nel castello incantato Almirena e attirarci anche Rinaldo - di cui si è segretamente invaghita - tentando inutilmente di sedurlo trasformandosi in Almirena. L’intreccio si complica quando, per il gioco delle coppie, Argante si innamora di Almirena, che però lo respinge. Dopo innumerevoli difficoltà e colpi di scena, finalmente giunge Goffredo che libera i due amanti. Il lieto fine è vicino: Rinaldo col suo esercito cristiano conquista Gerusalemme, cattura Argante e Armida, convertendoli al cristianesimo e infine sposa Almirena.

L’opera ha grande successo e nel corso del tempo verrà ripresa dal compositore più volte: nel 1713, 1717 e 1731, solo per citare le edizioni più importanti. Per Handel, straordinario uomo di teatro, punto fermo dell’opera rimane la drammaturgia, ma adeguandosi ai tempi e alle esigenze del teatro, poteva cambiare il registro vocale dei personaggi a seconda dei cantanti che aveva a disposizione, vere e proprie star del teatro barocco contese dai migliori teatri: la composizione poteva subire modifiche, aggiustamenti, aggiunte, cambiamenti di registro per adeguare l’opera al gusto del pubblico o alla presenza nel cast del cantante più in voga in quel momento. Ogni versione può presentare nuove arie e per esempio quella del 1717, ha 4 o 5 nuove arie, mentre quella del 1731 ha altre aggiunte.

Data la straordinaria ricchezza di versioni che caratterizza l’opera, è normale porsi una domanda: quale versione verrà eseguita da Accademia Bizantina diretta dall’esperta bacchetta di Ottavio Dantone?

Una versione nuova. Lavorando come un novello Orfeo del teatro barocco, il M° Dantone ha creato un nuovo Rinaldo a partire dai manoscritti delle versioni del 1711 (normalmente eseguita nei teatri) e del 1731, e dalle voci a sua disposizione, scegliendo gli elementi da mantenere per costruire un’opera che possa piacere e avvincere il pubblico del nostro tempo. In questa nuova versione, seppur prediligendo la versione del 1711, vengono inseriti alcuni elementi del 1731 - come la predilezione per la vocalità del registro basso per il personaggio del mago. Gli interventi più interessanti sono però nella scelta di arie e recitativi del secondo atto: in seguito all’aria di Armida “Lascia ch’io pianga”, il recitativo di Argante “Ah! Sul bel labro Amore” è al posto di “Basta che sol tu chieda”; l’aggiunta nella Scena VII del recitativo a due di una sirena e di Rinaldo “Ah! Rinaldo crudel”, l'inserimento di una sinfonia nella IV scena del III atto.

Valentina Trovato


OTTAVIO DANTONE Direttore

Dopo essersi diplomato al conservatorio G. Verdi di Milano in organo e clavicembalo, ha intrapreso giovanissimo la carriera concertistica segnalandosi presto all’attenzione della critica come uno dei clavicembalisti più esperti e dotati della sua generazione.

Nel 1985 ha ottenuto il premio di basso continuo al concorso internazionale di Parigi e nel 1986 è stato premiato al concorso internazionale di Bruges. È stato il primo italiano ad aver ottenuto tali riconoscimenti a livello internazionale in ambito clavicembalistico.

Profondo conoscitore della prassi esecutiva del periodo Barocco, dal 1996 è il Direttore Musicale dell’Accademia Bizantina di Ravenna con la quale collabora dal 1989.

Sotto la sua direzione l’Accademia Bizantina, nel giro di pochi anni, si afferma come uno degli Ensemble di musica barocca con strumenti antichi più noti ed accreditati nel panorama internazionale.

Nel corso dell’ultimo ventennio, Ottavio Dantone ha gradualmente affiancato alla sua attività di solista e di leader di gruppi da camera, quella di Direttore d’Orchestra, estendendo il suo repertorio al periodo classico e romantico.

Il suo debutto nella direzione di un’opera lirica risale al 1999 con la prima esecuzione in tempi moderni del Giulio Sabino di Giovanni Sarti al teatro Alighieri di Ravenna con la sua Accademia Bizantina.

La sua carriera lo ha successivamente portato ad accostare al repertorio più conosciuto la riscoperta di titoli meno eseguiti o in prima esecuzione moderna nei festival e nei teatri più importanti del mondo tra cui Teatro alla Scala di Milano, Glyndebourne Festival Opera, Teatro Réal di Madrid, Opéra Royale Versailles, Opera Zurich ed London Proms.

Ha inciso, sia come solista che come direttore, per le più importanti case discografiche: Decca, Deutsche Grammophon, Naïve e Harmonia Mundi ottenendo premi e riconoscimenti prestigiosi dalla critica internazionale.

JACOPO SPIREI Regista

Vincitore del premio del pubblico a Salisburgo per la migliore produzione della stagione 2012/2013 al Landestheater (Don Giovanni), Jacopo Spirei ha diretto, tra le altre: Falstaff (Festival Verdi Parma), Don Giovanni (San Francisco Opera), Falstaff, Elisir d’Amore (Badisches Staatstheater Karlsruhe),  Ascesa e caduta della città di Mahagonny, Don Giovanni, Così Fan Tutte, Nozze di Figaro, Pilger von Mekka (Salzburger Landestheater), Cambiale di Matrimonio (Theater an der Wien), Brokeback Mountain (New York City Opera), Aida (Dortmund), Mitridatedi Porpora (Winter Festival Schwetzingen), Gli Equivoci nel sembiante di Scarlatti (Purtimiro Festival Lugo di Romagna), The bear, Satyricon di Maderna e Matrimonio Segreto (Danish Royal Opera), Cenerentola (Festival Internacional de Música, Cartagena, Colombia), Pagliacci (Wexford Festival Opera, small works), Bastiano e Bastiana e Serva Padrona di Paisiello (Lugo Opera Festival, Teatro Comunale di Bologna).

Jacopo è titolare della cattedra di opera presso la Oslo National Academy of the Arts (Khio), ha collaborato inoltre con la Opera Academy della Royal Opera House di Copenhagen, con i giovani artisti dell’Accademia della Scala e del Royal Conservatoire of Scotland.

Come assistente ha lavorato a lungo con Graham Vick (come regista collaboratore e come direttore per riprese in tutto il mondo incluso: Glyndebourne Festival Opera, Maggio Musicale Fiorentino, Birmingham Opera Company - tra le altre cose la prima mondiale di Mittwoch aus Licht di Stockhausen - Houston Grand Opera, Bregenz festival, New National Theater Tokyo, Teatro Sao Carlos a Lisbona per la Tetralogia di Wagner.

Jacopo Spirei ha studiato a Bologna e a New York alla New York Film Academy. Tra il 2006 e il 2011 è stato direttore artistico e cofondatore di www.spurio.com, un progetto sperimentale di opera, film, video art e live performance, culminato con la produzione di un film basato sul mito di Orfeo con musica dal vivo composta da Davide Fensi e testi di Tommaso Tomboloni.

Impegni futuri: Carmen per Macerata opera festival, Ermione Teatro San Carlo Napoli.

MAURO TINTI Scenografo

Nasce a Certaldo (Firenze) nel 1974. Dal 1997 al 1999 frequenta per due anni i corsi di scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Bologna. Nel 1999 si laurea al DAMS con una tesi sull’architettura museale contemporanea e si trasferisce a Londra dove entra nella prestigiosa scuola di scenografia Motley Theatre Design Course diretta da Alison Chitty. In seguito approfondisce lo studio del costume storico e le tecniche sartoriali lavorando alcuni mesi a Parigi presso l’Atelier Caraco-Canezou, diretto da Claudine Lachaud.

Tra i suoi lavori più recenti le scene di Così fan tutte di Mozart con la regia di Jacopo Spirei al Teatro Auditorium di Sassari (novembre 2013) e la trilogia verdiana Rigoletto, Il Trovatore, La Traviata con la regia di Francesco Esposito al Teatro Nacional Sao Carlos di Lisbona (aprile-maggio 2013). Sempre per Francesco Esposito ha firmato le scene di Don Giovanni di Mozart al Teatro della Fortuna di Fano (gennaio 2013) e di Cenerentola.com di Gregoretti-Sani al Teatro Massimo di Palermo (aprile 2011). Ha lavorato inoltre con Marco Gandini firmando le scene de La Traviata di Verdi al Festival Mediterranea di Malta (ottobre 2010) e di Maria Padilla di Donizetti al Wexford Festival Opera (ottobre 2009). 

A Bologna cura annualmente, nell’ambito di Biografilm Festival-International Celebration of Lives, la progettazione e l’allestimento del Biografilm Village presso la Cineteca Comunale e la progettazione e l’allestimento di stanze tematiche legate al Festival presso l’Hotel Al Cappello Rosso.

Come assistente alle scene e ai costumi per l’Opera Lirica ha collaborato con importanti scenografi e costumisti italiani e stranieri come Carlo Centolavigna, Guido Fiorato, Italo Grassi, Paul Brown, Richard Hudson, Stuart Nunn, Elsa Pavanel, Rudy Sabounghi, in produzioni dirette da Graham Vick, Luc Bondy, Giancarlo Del Monaco, Andrej Serban, Coline Serrau, Franco Zeffirelli. Ha lavorato in teatri come La Scala, L’Arena di Verona, il Teatro Massimo di Palermo, il Maggio Musicale Fiorentino, il Rossini Opera Festival, l’Opernhaus di Zurigo, l’Opèra Bastille di Parigi, l’Odeon di Erode Attico ad Atene, il Teatro Lirico Argentino a La Plata, Argentina.

È stato inoltre dal 1995 al 1999 caporedattore del magazine Voci OFF-rivista cinematografica e ha curato testi per i cataloghi Charta delle mostre organizzate da Pitti Immagine Discovery: Excess. Underground e fashion negli anni’80 (2004), Lo sguardo italiano. Fotografie italiane di moda dal 1951 a oggi (2005), Human Game. Vincitori e vinti (2006), Walter Albini. L’immaginazione al potere (2009). 

Dal 2007 è docente di Maquette Design e Materiali e Applicazioni presso L.UN.A. (Libera Università delle Arti) a Bologna.

SILVIA AYMONINO Costumista

Nata a Roma, dove vive e lavora, ha iniziato la sua carriera ancora giovanissima, lavorando quasi 10 anni (1985/1994) presso la Sartoria Tirelli avendo la fortuna di collaborare con grandi maestri come Piero Tosi, Gabriella Pescucci, Maurizio Millenotti, Pierluigi Pizzi e moltissimi altri, fino a Hugo De Ana di cui è stata per molti anni l’assistente.

Dal 1996 comincia a firmare i costumi per l’opera e per la prosa, collaborando con molti teatri nazionali e internazionali, con registi come Muscato, Mariani, Ronconi, Michieletto, Micheli, e molti altri.
Negli stessi anni inizia a collaborare con produzioni straniere, prima nelle pubblicità e poi nelle serie televisive come Costume e/o Wardrobe Supervisor.

Mestieri che svolgerà poi in varie cerimonie Olimpiche, da Torino 2006 a Londra 2012, Sochi 2014 (firmando di queste ultime anche i costumi di una delle cerimonie) fino a Rio 2016.

Ha tenuto corsi o brevi lezioni presso la Scuola dell’Opera di Bologna, l’Accademia di Belle Arti di Milano e Venezia, la scuola di musica Showa di Tokyo e lo IED di Roma.

Nel 2017 lavora a varie produzioni tra cui una riduzione in prosa del Nome della Rosa per il Teatro Stabile di Torino con la regia di Leo Muscato, e una nuova Lucia di Lammermoor per il Teatro Comunale di Bologna con la regia di Lorenzo Mariani.

MARCO ALBALighting designer

Dopo gli studi di Lighting Design presso l’Accademia del Teatro alla Scala di Milano e la laurea in Storia dell’Arte moderna presso l’Università di Torino, ha lavorato per Teatro dell’Opera di Roma, l’Auditorium Parco della Musica di Roma, Teatro Massimo di Palermo, AsLiCo Teatro Sociale di Como, Independent Opera at Sadler's Wells di Londra, Cheltenham Music Festival, Teatro Coccia di Novara, Barbican Center, Teatro Comunale di Bologna, Edinburgh Fringe Festival e Teatro Regio di Torino, Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'amico. È stato selezionato come lighting designer per lo Young Artist Program “Fabbrica” del Teatro dell’Opera di Roma nel biennio 2016-2017. Ha collaborato con artisti quali, tra gli altri, Romeo Castellucci, Graham Vick, Robert Carsen, Giuseppe Di Iorio.

Tra gli impegni più recenti: Superflumina di Salvatore Sciarrino per il Teatro Massimo di Palermo per la regia di Rafael R Villalobos; Party Time diretto da Valentino Villa per l’Accademia Nazionale d’Arte drammatica Silvio D’Amico; She di Maria Kallionpää e On/off di Sara Caneva con la regia di Luca Bargagna al Teatro dell’Opera di Roma. 

VIRGINIA SPALLAROSSA Coreografa

Si forma professionalmente presso il Teatro alla Scala e l’Académie Princesse Graçe; sposa la danza contemporanea studiando con i principali maestri di Release technique. Dal 2007 è danzatrice e assistente della compagnia internazionale Déjà Donné; ha danzato nell’Olympic Contemporary Ballet in “Medusa” coreografie di Wayne Mc Gregor. In qualità di danzatrice ha preso parte a diverse stagioni al Teatro alla Scala, Teatro Lirico di Cagliari, Arena di Verona, Rossini Opera Festival, Teatro Carlo Felice, Opera di Bilbao, Opera di Roma, Comunale di Firenze, Bunkakhan a Tokio, Bayerische Staatsoper di Monaco con le coreografie di Sean Walsh, Mark Baldwin e Ron Howell, del quale è assistente.

È stata assistente alla coreografia e alla regia in People to sing with dancing on a bridge al Sommer Szene di Salisburgo.

Nel 2006 ha collaborato come docente al progetto Dance Greenhouse con Tanzelarija (ONG) a Sarajevo, rivolto ai bambini degli orfanotrofi e a bambini bosniaci. È stata docente ospite all’Università Cattolica di Milano, International Dance Theatres, Festival di Lublino, al SEAD di Salisburgo, al Duncan Center Conservatory di Praga; nel 2012 conduce un Atelier di video danza con Gilles Toutevoix al Festival internazionale Dança em foco, a Rio de Janeiro.

Nel 2017 affianca il regista Jacopo Spirei come assistente alla regia e mouvement coach in Nabucco al Teatro Sociale di Como per la quinta edizione di 200.Com, l’ambizioso progetto che coinvolge trasversalmente l’intera città, raccogliendo e intrecciando forze professionali e amatoriali lavorando con un cast di oltre 300 persone.

Nel 2012 fonda Pandanz, associazione più che culturale, con la quale, crea ed è direttrice artistica di tre edizioni del Festival internazionale Pillole, somministrazioni di danza d’autore e dal 2016 della rassegna Vuoti Urbani.

Dal 2015 è direttrice artistica della compagnia Déjà Donné la cui attività è sostenuta dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e dalla Regione Umbria.

DELPHINE GALOU Contralto

Nata a Parigi, oltre ad avere studiato filosofia alla Sorbona di Parigi, si è dedicata allo studio del pianoforte e del canto. Nel 2004 è stata nominata Discovery of the Year dall’Associazione francese per la promozione dei giovani artisti ADAMI.

Ha iniziato la sua carriera come membro dell’ensemble Jeunes Voix du Rhin, ed in seguito si è specializzata nel repertorio barocco collaborando con prestigiosi ensembles quali Balthasar Neumann Ensemble (Thomas Hengelbrock), I Barocchisti (Diego Fasolis), Accademia Bizantina (Ottavio Dantone), Collegium 1704 (Václav Luks), Venice Baroque Orchestra (Andrea Marcon), Il Complesso Barocco (Alan Curtis), Les Siècles (François-Xavier Roth), Les Arts Florissants (Jonathan Cohen), Le Concert des Nations (Jordi Savall), the Ensemble Matheus (Jean-Christophe Spinosi), Les Musiciens du Louvre Grenoble (Marc Minkowski), Le Concert d’Astrée (Emmanuelle Haïm), Les Ambassadeurs (Alexis Kossenko) e Les Talens Lyriques (Christophe Rousset).

Ha avuto modo inoltre di calcare i palcoscenici di prestigiosi teatri, fra i quali ROH Covent Garden di Londra, Carnegie Hall e Lincoln Center di New York, Théâtre des Champs-Elysées de Paris, Opernhaus di Zurigo, Staatsoper Berlin, Theater an der Wien, Angers Nantes Opéra, Opéra de Montpellier, Theater St Gallen, Theater Basel, Handel Festival di Karlsruhe, Maggio Musicale Fiorentino Opera di Firenze.

Attiva anche in campo concertistico, Delphine Galou è regolarmente ospite al Beaune Baroque Festival, dove è stata acclamata interprete di Rinaldo e Alessandro di Haendel, Semiramide di Porpora, Juditha triumphans, Orlando furioso e L’incoronazione di Dario (2013). Ha debuttato negli Stati Uniti presso il Lincoln Center di New York come solista in Aci, Galatea e Polifemo di Haendel con Le Concert d’Astrée di Emmanuelle Haïm. Ha cantato come solista inoltre con Les Talens Lyriques (Juditha triumphans), con l’Orchestra Filarmonica della Scala (Stabat Mater di Pergolesi), con l’Orchestra Sinfonica della Rai di Torino (Messa in Si minore di Bach), con La Cetra di Andrea Marcon (Messiah di Haendel), con la Holland Baroque Society (Matthäuspassion) e con l’Accademia Bizantina in Belshazzar, Alcina e Johannes Passion (Salzburg, Beaune e Bruge).

Fra gli impegni della stagione 2017/18: Giulio Cesare (Cornelia) con l’Accademia Bizantina in tour alla Philarmonie di Essen, al Théatre des Champs-Elysées de Paris, al Theater and der Wien e alla Kursaal di San Sebastiàn, Messiah di Haendel con l’Europa Galante, un concerto con l’Orchestra Haydn di Bolzano, L’Incoronazione di Poppea (Ottone) all’Opernhaus di Zurigo.

La sua discografia annovera numerose incisioni, fra le quali ricordiamo Vespro per la festività dell’Assunta di Porpora con la direzione di Martin Gester (Live recording ad Ambronay), Teuzzone di Vivaldi con Jordi Savall (Naïve), Orlando 1714 di Vivaldi con Federico Maria Sardelli (Naïve), L’incoronazione di Dario di Vivaldi con Ottavio Dantone (Naïve), La Concordia dei’ Pianeti di Caldara con Andrea Marcon (Deutsche Grammophon).

In Settembre 2017 ha realizzato il suo primo album da solista, Agitata, con l’Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone (Alpha Classics).

FRANCESCA ASPROMONTE Soprano

Dopo gli studi di pianoforte e clavicembalo, Francesca intraprende lo studio del canto con Maria Pia Piscitelli e si diploma al Mozarteum di Salisburgo sotto la guida di Boris Bakow. È stata allieva dell’Opera Studio di Renata Scotto presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ed ha inoltre seguito diverse master class con Barbara Bonney, Luciana Serra, Gloria Banditelli. Ha approfondito l’interpretazione del repertorio del Sei e Settecento nella 20° edizione dell'Academie Baroque Européenne d’Ambronay.

Si è esibita su importanti palcoscenici come la Carnegie Hall, l’Opéra Royal de Versailles, la Wigmore Hall, la Konzerthaus ed il Musikverein di Vienna, il Teatro La Fenice di Venezia, la Royal Albert Hall, l’Opéra de Vichy, l’Opera de Nancy, il Bozar de Bruxelles, l’Opéra National de Montpellier.

Tra i suoi passati impegni, ricordiamo: La Vergine ne La sete di Christo di Pasquini registrata per Christophorus con Concerto Romano ed Alessandro Quarta (il cd si è aggiudicato il “Diapason d’Or”) ed eseguita a Brema (Muiskfest), Roma (Accademia Filarmonica Romana) e Malta (La Valletta International Baroque Festival); ruolo titolo ne La Dafne di Caldara diretta da Stefano Montanari a Venezia; “Amore Siciliano”, un programma creato insieme a Leonardo Garcia Alarcon che fonde musica di compositori siciliani del 600 alla canzone popolare calabrese; La Musica e la Messaggiera ne L’Orfeo di Monteverdi diretto da John Eliot Gardiner per i BBC Proms 2016; la registrazione per Outhere di Santa Editta di Stradella con Mare Nostrum e Andrea De Carlo; L’Isola disabitata di Perez a Lisbona con Divino Sospiro; la registrazione della Cantata Solo et pensoso di Haydn per il progetto Haydn 2032 con il Giardino Armonico e Giovanni Antonini; Euridice ne L’Orfeo di Luigi Rossi all’Opéra National de Lorraine a Nancy, Versailles (Opera Royal), Bordeaux, Caen con Raphaël Pichon e l’Ensemble Pygmalion (Grand prix de la Critique 2016 come miglior spettacolo della stagione); il ruolo titolo dell’Erismena di Cavalli ad Aix-en-Provence ed in tour a Versailles; L’Orfeo di Monteverdi (Musica/ Euridice) al Festival di Beaune con Les Cris de Paris.

Sul versante concertistico, da ricordare: Stabat Mater di Pergolesi con Les Talens Lyrique e Chrostophe Rousset a Jesi; una serie di concerti solistici a Castiglioncello del Trinoro con Simone Ori al pianoforte, a Brunico con l’Ensemble Cordia, a Nizza con l’Ensemble Baroque de Nice e Gilbert Bezzina; L’Orfeo di Monteverdi (Musica/ Euridice) con Cappella Mediterranea a Rotterdam, Bruxelles e St. Denis; Laudate Pueri di Vivaldi con i Bochum Symphoniker diretta da Enrico Onofri;  La Maddalena ai piedi di Cristo di Bononcini con Concerto Romano e Alessandro Quarta a Roma e  La Maddalena ai piedi di Cristo di Caladara con Collegium 1704 diretta da Vaclav Luks a Praga e Dresda.

Tra i suoi impeni più recenti troviamo: Zerlina nel Don Giovanni all’Opera National de Lorraine a Nancy diretta da Rani Calderon e a Lussemburgo diretta da Gustavo Gimeno; Serse di Händel (Atalanta) con il Pomo d’oro e a Versailles (la produzione è stata registrata per Deutsche Grammophon); Il Giasone (Isifile e Sole) di  Cavalli per il Grand Théâtre de Genève a Versailles (diretta da L.G. Alarcon); la Johannes Passion di Bach alla Wiener Konzerthaus; Orlando Furioso (Angelica) di Vivaldi diretta da Diego Fasolis al Teatro Malibran di Venezia; Prologue, primo progetto discografico solistico per Pentatone, registrato con Il Pomo d’Oro sotto la direzione di Enrico Onofri, presentato in concerto nell'ambito del Monteverdi Festival a Cremona.

Tra i suoi impegni futuri: la ripresa di Erismena di Cavalli a St. Denis e Lussemburgo sotto la direzione di L.G. Alarcon; Serse di Händel (Atalanta) con il Pomo d’oro in tour europeo; Arianna in Creta di Händel (Alceste)  con il Pomo d'oro all'Händel-Festspiele di Halle; il ruolo del titolo di Semele di J.A. Hasse  ad Innsbruck per Innsbrucker Festwochen der Alten Musik diretta da Claudio Osele; un concerto ad Anversa sotto la direzione di Stefano Montanari; un concerto barocco a Berna con la Camerata Bern diretta da E. Onofri; Requiem di Mozart diretto da Antonio Pappano e la Grande Messa in do minore K 427 di Mozart diretta dal Ton Koopman all’Accademia di Santa Cecilia a Roma; L'Ercole Amante di Cavalli (Iole) all'Opéra Comique di Parigi sotto la direzione di Raphaël Pichon.

ANNA MARIA SARRA Soprano

Si diploma in canto con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore al Conservatorio di musica E. R. Duni di Matera.  Si perfeziona in seguito presso la Scuola dell’Opera Italiana di Bologna, con Renata Scotto e Anna Vandi presso l’Accademia di Santa Cecilia (Roma) e l’Accademia Rossiniana a Pesaro sotto la guida del M° Alberto Zedda. Ha inoltre seguito master di perfezionamento con Mariella Devia, Claudio Desderi, Raul Gimenez, Bruno Bartoletti, Francisco Araiza. 

È vincitrice del Concorso Internazionale “Franco Alfano” (Sanremo), del Concorso “Fedora Barbieri” (Viterbo), dell'International Singing Competition for Baroque Opera “Pietro Antonio Cesti” (Innsbruck) ed è finalista nel Concorso “Maria Caniglia” di Sulmona.

È stata membro dello Jugens Ensemble del Theater an der Wien per la stagione 2012/ 2013, a Vienna ha cantato: Fanny ne La Cambiale di Matrimonio, Cerere ne Le Nozze di Teti e Peleo di Gioachino Rossini, Musetta ne La Bohème di Giacomo Puccini, Dorinda nell’Orlando di G.F. Handel ed è stata soprano solista nella Messa in si min di Bach.

Oltre a Vienna, tra gli impegni delle scorse stagioni troviamo: Berenice ne L’occasione fa il Ladro di Rossini al Teatro dell’Opera Giocosa di Savona e al Teatro Sao Carlos di Lisbona; presso il Teatro Comunale di Bologna è Elvira ne L’Italiana in Algeri, solista nello Stabat Mater, nel Salve Regina di Giovan Battista Pergolesi e nella Matthäus Passion di J.S. Bach; soprano nell’Elias di Felix Mendelssohn presso il Teatro Filarmonico di Verona; Elena e Anaide ne Il Cappello di paglia di Firenze presso i teatri del Circuito Lirico Lombardo (AsLiCo), il Teatro Sociale di Rovigo, il Teatro dell'Opera Giocosa di Savona e il Maggio Musicale Fiorentino; Drusilla ne L’incoronazione di Poppea nell’ambito dell’Innsbrucker Festwochen der Alten Musik ad Innsbruck; Giulia ne La Scala di seta di Rossini al Festival di Aix- en- Provence; è Margret nel Feuersnot di Richard Strauss presso il Teatro Massimo di Palermo dove è successivamente tornata per interpretare Zerlina nel Don Giovanni.

Anna Maria Sarra ha collaborato con direttori quali: Stefano Ranzani, Claudio Scimone, Michele Mariotti, Gabriele Ferro, Jean-Christophe Spinosi, Jonathan Webb, Ottavio Dantone e registi come Filippo Crivelli, Moshe Leiser, Patrice Caurier,  Damiano Michieletto, Henning Brockhaus ed Emma Dante.

Recentemente ha interpretato Adina nel L’elisir d'amore di Gaetano Donizetti al Teatro Carlo Felice di Genova; ha inoltre debuttato al Teatro La Fenice cantando Les quatre chansons Francaises di Benjamin Britten, e successivamente Pamina nel Die Zauberflöte di W.A. Mozart; al Teatro Massimo di Palermo ha cantato Coraline ne Le Toreador di Adolphe Adam e Oscar in Un ballo in Maschera. È stata Musetta ne La Bohème al Teatro San Carlo di Napoli e al Teatro Municipal de Sao Paulo e Valencienne ne La Vedova Allegra. Debutta a Toulon ne L’opera da tre soldi di Kurt Weill e in Carmen al Teatro Regio di Torino, sono quindi seguiti A midsummer night's dream di Britten nei teatri di Cremona, Como, Pavia, Brescia, Reggio Emilia; Oscar in Un ballo in maschera all’Opera di Toulon; Musica/ Euridice ne L’Orfeo di Monteverdi a Cremona (sotto la direzione di Ottavio Dantone); L’Elisir d'amore a Firenze; Frà Diavolo di Auber al Teatro dell’Opera di Roma e al Massimo di Palermo; Guillaume Tell a Palermo. I prossimi impegni prevedono Il Cappello di Paglia di Firenze al San Carlo di Napoli; Don Pasquale a Palermo; Requiem di Mozart a Toulon. 

RAFFAELE PEControtenore

È il controtenore italiano più apprezzato oggi. Del suo “timbro splendente e lucido” ha parlato la rivista inglese Gramophone Music Magazine, mentre la francese Diapason lo ha definito “falsettista dal timbro impetuoso e dalla pronuncia ricca di sapori”.

A colpire il pubblico di Europa, Stati Uniti e Giappone è la sua capacità di restituire con freschezza, passione e competenza storica il repertorio operistico e di quello, raramente affrontato, del “recitar cantando”.

A quest’ultimo, in particolare, è dedicato il suo primo album solista: The Medici Castrato (Glossa 2015). Dedicato a Guadalberto Magli, protagonista del primo Orfeo monteverdiano, è stato acclamato dai principali critici internazionali (Gramophone Music Magazine, Opera Now, Early Music Today, Voix des Arts, Diapason, Forum Opera, L'Opera, Amadeus, Classic Voice, MUSICA). Il disco è stato presentato alla Philharmonie di Berlino per i Deuthschland Radio Kultur Debut.

Sempre più spesso protagonista sui palchi europei. Nell’estate 2017 ha debuttato al Glyndebourne Opera Festival nel ruolo di Linceo nell’Ipermestra di Cavalli diretta da William Christie, regia di Graham Vick, ha debuttato all’Opera di Firenze Maggio Musicale Fiorentino nel ruolo di Jarba nella Didone abbandonata di Vinci ed è stato Oberon in A Midsummer Night's Dream di Britten nei Teatri di OperaLombardia e Teatri dell'Emilia.

Il suo debutto americano risale al 2015 quando è stato il protagonista maschile della prima in tempi moderni di Veremonda di Cavalli al fianco di Vivica Genaux (Spoleto Festival US); ha cantato nel ruolo di Ottone ne L’Incoronazione di Poppea di Monteverdi portata per la prima volta in Giappone da Claudio Cavina e La Venexiana, con Roberta Mameli; è stato Leone nella prima in tempi moderni del Bajazet di Francesco Gasparini per il Teatro Opera Barga, inciso poi per Glossa.

Tra i prossimi impegni si segnalano il debutto al Teatro La Fenice di Venezia come Medoro nell’Orlando furioso di Vivaldi (Fasolis, Ceresa), sarà Nerone nella Agrippina di Handel al The Grange Opera Festival con Academy of Ancient Music, debutterà all’Amsterdam Concertgebouw come Evangelista nella Passione secondo Giovanni di Gaetano Veneziano diretto da Antonio Florio, e apparirà in tour con Jordi Savall e Hesperion XXI nella Markus Passion di Bach a Pasqua alla Philharmonie di Parigi e al Liceu de Barcelona. 

Raffaele Pe collabora con direttori come Sir John Eliot Gardiner, William Christie, Jordi Savall, Nicholas McGegan, Jean-Christophe Spinosi, Vaclav Luks, Ottavio Dantone, Diego Fasolis, Alessandro De Marchi, Antonio Florio, Leonardo García Alarcón.

Nelle recenti stagioni ha tenuto numerosi recital solistici in importanti sale da concerto e festival europei (tra gli altri Londra, Berlino, Amsterdam, Francoforte, Beirut, Roma, Milano). È stato il primo controtenore a cantare all’Arena di Verona Opera Festival nel 2014 e nel 2015 per la direzione di Andrea Battistoni.

Le sue esibizioni sono state trasmesse dalle principali emittenti europee tra cui BBC, MezzoTV, Culturebox, Radio France, Rai, RSI, ORF e Polskie Radio. Ha registrato per Glossa, Harmonia Mundi, Outhere, Arcana, Resonus Classics e ORF. Tra le uscite discografiche le Cantate per alto solo di Bach (Arcana/Outhere Febbraio 2018), e The Scarlatti Project (Amadeus  December 2018). 

Raffaele Pe è fondatore e direttore artistico dell’ensemble La Lira di Orfeo, con cui ha attivato nel dicembre 2015 una residenza artistica presso la Fondazione Cosway a Lodi, attraverso cui sta dando vita a un centro di dialogo tra musica antica e cultura contemporanea.

LUIGI DE DONATOBasso

É nato nel 1975 a Cosenza, dove ha studiato musica e recitazione al Conservatorio della sua città. Ha seguito corsi di perfezionamento con Margaret Baker e Gianni Raimondi. Ha cantato per prestigiose istituzioni quali il Maggio Musicale Fiorentino, La Fenice di Venezia, il Rossini Opera Festival, il Teatro Verdi di Trieste, la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, il Teatro Manzoni di Bologna (I sette peccati capitali con Ute Lemper), Brest e Toulouse per Il barbiere di Siviglia (Don Basilio) in una nuova produzione dell’Ensemble Matheus con Jean-Christophe Spinosi. Inoltre, si è sempre particolarmente distinto nel repertorio barocco partecipando a produzioni di titoli monteverdiani. Tra gli impegni degli ultimi tempi segnaliamo Tamerlano con Paul McCreesh e L’Orfeo con William Christie al Teatro Real di Madrid; il Vespro della Beata Vergine in una nuova produzione del Théâtre du Châtelet di Parigi con l’Ensemble Matheus; Il ritorno d’Ulisse in patria al Teatro Real di Madrid con William Christie e Pier Luigi Pizzi; L’Orfeo al Teatro alla Scala con la regia di Robert Wilson e la direzione di Rinaldo Alessandrini. Nel 2011 è tornato a Martina Franca per Il novello Giasone di Cavalli/Stradella, dopo aver già interpretato nel 2010 la Messa di Santa Cecilia di Alessandro Scarlatti e Il ritorno d’Ulisse in patria al Teatro alla Scala nei panni di Nettuno e Tempo.

FEDERICO BENETTI Basso

Nato a Roma, si è dedicato inizialmente agli studi pianistici, successivamente si è diplomato in canto presso il Conservatorio D. Cimarosa di Avellino nel 2004 con il massimo dei voti, sotto la guida di Carlo Desideri. In seguito si è perfezionato con Sergio Bertocchi, ha partecipato a masterclass tenute da Bonaldo Giaiotti e ai corsi di Opera Studio presso l’Accademia di S. Cecilia con Renata Scotto, Anna Vandi e Cesare Scarton Bonanni.

Dal 2005 ha iniziato l’attività concertistica in ambito sacro cantando nel Requiem di Mozart, Vesperae Solemnesde confessore, Messa dell’incoronazione, e successivamente la Petite messe solennelle di Rossini. Ha debuttato come Uberto ne La serva padrona di G. B. Pergolesi a Terni, ruolo ripreso di recente a Roma (Teatro Palladio) e che ha inciso per l’etichetta Tactus. Federico Benetti è stato Colas in Bastiano e Bastiana di Mozart, e Masetto in Don Giovanni in vari teatri di Lazio e Umbria.  Nelle passate stagioni ha cantato nel Piccolo spazzacamino di B. Britten, realizzato dal Teatro San Carlo presso l’auditorium Rai di Napoli; ha interpretato il Dottore in LaTraviata a Teramo, Ravenna e Messina; è stato Alcindoro nella Bohème all’Opera di Firenze; ha cantato in Rosenkavalier di R. Strauss al Teatro dell’Opera di Roma; Rigoletto e successivamente Vedova Allegra al Teatro Carlo Felice di Genova; Fanciulla del West al Festival Pucciniano di Torre del Lago; Gianni Schicchi a Trieste, Viterbo a Roma (per l’Accademia di Santa Cecilia), Piacenza e a Rieti nell’ambito del Reate Festival.  A Trieste è stato anche Lord Rochefort in Anna Bolena con Mariella Devia, Console di Milano ne La battaglia di Legnano di Verdi per la regia di Ruggero Cappuccio, con Dimitra Theodossiou; ha cantato nell’opera contemporanea di Cristian Carrara La piccola vedetta lombarda all’Accademia di Santa Cecilia a Roma, ripreso a Jesi con la Fondazione Pergolesi Spontini.  Successivamente ha debuttato il ruolo di Sparafucile in Rigoletto a Chieti; è stato Zuniga in Carmen a Trieste (diretto da Donato Renzetti); ha debuttato il ruolo di Enrico VIII in Anna Bolena diretta da Fabio Biondi, nell’ambito del Reate Festival 2013 a Rieti, e in seguito è stato Sarastro ne Il Flauto Magico a Chieti. Nel 2014 ha cantato la Nona Sinfonia di Beethoven, con Orchestra e Coro del Teatro Massimo Bellini di Catania, diretti dal Maestro Xu Zhong.  È stato inoltre protagonista della nuova opera di Matteo D’Amico Rosalba e il Maestro di Musica a Terni, con l’ensemble In Canto diretto da Fabio Maestri.  Recentemente Federico Benetti è stato Sparafucile in Rigoletto Clermont Ferrand e in tournée in Francia, ha quindi interpretato il Requiem di Mozart a Roma e Benevento, Pietro in Simon Boccanegra a Toulon, Madama Butterfly alle Terme di Caracalla.

Più recentemente ha preso parte alle produzioni di: Don Giovanni (Commendatore) a Treviso e Ferrara; Il barbiere di Siviglia (Don Basilio) a Clermont Ferrand e in tour per la Francia; Tosca e Traviata a Toulon; Così fan tutte (Don Alfonso) a Tirana; A Midsummer Night’s dream (Theseus) di Britten a Cremona, Como, Pavia, Brescia e Reggio Emilia; Il gatto con gli stivali di M. Tutino a Parma; Un ballo in maschera (Sam) a Toulon e a Cagliari; L'Orfeo (Plutone) di Monteverdi con l’Accademia Bizantina e Ottavio Dantone per il Festival Monteverdi di Cremona; Macbeth (versione del 1847) a Varsavia con la direzione di Fabio Biondi (registrata da Glossa); Falstaff (Pistola) a Parma; Carmen (Zuniga) per Opera Lombardia; Salome a Torino.

Tra i suoi impegni futuri ricordiamo: La Bohème (Colline) a Lecce; Don Carlo a Bologna.

ANNA BESSI Mezzosoprano

Ha studiato canto e tecnica vocale sotto la guida di Adelisa Tabiadon, Elisa Turlà (Metodo Voicecraft) e Manuela Custer. Attualmente approfondisce il repertorio sei-settecentesco con Roberta Invernizzi e Marina De Liso. Ha preso parte a seminari di canto barocco con Sergio Foresti, Roberta Invernizzi e Gloria Banditelli; ha partecipato, ad Ambronay, alla masterclass I madrigali di Monteverd di Gabriel Garrido, approfondendo la vocalità barocca con Adriana Fernandez e Rosa Dominguez, ed ha frequentato, presso il Teatro Stabile di Torino, la Scuola di recitazione per cantanti diretta da Davide Livermore.  Ha arricchito la sua formazione con Giacomo Baroffio per il canto gregoriano, Diego Fratelli per la polifonia rinascimentale e Roberto Gini per il repertorio barocco. Fa parte, fin dalla sua fondazione, del Coro “Costanzo Porta” diretto da Antonio Greco e dell’omonimo Ensemble madrigalistico. Ha cantato in veste di solista in rassegne quali Musica e poesia a San Maurizio (Società del Quartetto di Milano), Festival Monteverdi di Cremona, Artètè 08 “Festival internazionale di concerti d’organo” ad Aosta, Festival di Musica Antica di Malaga, Mondomusica ’09, Le settimane barocche (Brescia). Ha collaborato, in veste solistica, con Michael Radulescu presso la Fondation Pro Musica di Porrentruy (Svizzera francese) e presso il Teatro Armonico di Vicenza, con Ottavio Dantone e Accademia Bizantina nell’esecuzione del Gloria di Vivaldi e Dixit Dominus di Händel; ha interpretato il ruolo della Maga in Dido and Aeneas di Purcell (Emilia Romagna Festival) e quello della Gatta nel Giardino del Gigante, opera per bambini di Domenico Clapasson. Ha preso parte alla messa in scena de Le sorelle Brönte, presso la Biennale Teatro di Venezia 2008/09, per la regia di Davide Livermore. Collabora stabilmente con: Coro Filarmonico Ruggero Maghini, Ricercare Ensemble e, in qualità di corista e solista, con Ars Cantica Choir, Arion Choir,  Coro Monteverdi di Crema, Voxonus e con Ensemble Stilmoderno. Come solista ha inciso per le etichette Nireo, Il canto delle sirene, Concerto e Bottega Discantica. Studia danza e teatro con Roberta Bongini, nell’ambito del Teatro dell’Arcano. È laureata in Scienze politiche.


Danzatrici

Priscilla Pizziol

Giorgia Gasparetto

Vittoria Franchina

Assistente regia

Daniele Piscopo

Assistente ai costumi

Stefania Coretti

Direttore di scena

Maria Solinas

Maestro accompagnatore di sala

Anna Fontana

Maestri di palcoscenico

Nicolò Rizzi

Eleonora Paolin

Maestro alle luci

Fabio Storelli

Maestro ai sovratitoli

Alberto Maggiolo

Responsabile dell’allestimento

Beppe Premoli

Macchinisti

Claudio Condor

Lisa Guerini

Enrico Ghiglione

Elettricisti

Igor Albini

Alberto Bonometti

Veronica Varesi Monti

Attrezzista

Roberta Pagliari

Responsabile sartoria

Maria Paolillo

Sarta

Giuseppina Corbari

Trucco e parrucco

Giuseppe Tafuri

Luca Oblach

Scene

Leonardo Laboratorio Costruzioni, Collecchio (PR)

Attrezzeria

Teatro A. Ponchielli, Cremona

Costumi

LowCostume srl, Roma

Calzature

Pedrazzoli, Milano

Parrucche

Audello, Torino

Fonica

Proservice, Cremona

Trasporti

Leccese, Rezzato (Bs)

ACCADEMIA BIZANTINA

concertmaster

Alessandro Tampieri

violini I

Maria Grokhotova

Lisa Ferguson

Isabella Bison

violini II

Ana Liz Ojeda

Mauro Massa,

Claudia Combs

Yayoi Masuda

VIOLE

Diego Mecca

Giovanni de Rosa

VioloncellI

Alessandro Palmer

Paolo Ballanti

VIOLONI

Nicola Dal Maso

Tommaso Bagnati

oboi, flauti a becco

Elisabeth Baumer

Rei Ishizaka

flautino

Gregorio Carraro

trombE

Jonathan Pia

Manolo Nardi

Matteo Macchia

fagotto

Alberto Guerra

liuto

Tiziano Bagnati

timpani

Stefano Demicheli

clavicembalo

Danilo Grassi