Addio al grande scenografo

La notizia della scomparsa di Ezio Frigerio ha colpito profondamente direzione, artisti, lavoratori del Teatro alla Scala, sia i molti che con lui hanno lavorato per decenni sia coloro che crescendo con i suoi spettacoli hanno imparato a considerarlo parte essenziale di un patrimonio comune fatto di arte, tradizione, sapienza ed entusiasmo. Frigerio è stato attivo per oltre mezzo secolo nella prosa, nell’opera e nel cinema imponendosi tra le figure cardine della cultura italiana del ‘900: uno scenografo capace di lasciare un segno decisivo sugli spettacoli di tutti grandi registi con cui ha lavorato, da Strehler a Ronconi, da Liliana Cavani a Graham Vick.

Alla Scala Ezio Frigerio ha realizzato 32 produzioni (comprese alcune ospitalità come quella del Ballet de Marseille e l’Arlecchino, e la collaborazione con Franca Squarciapino per La bella addormentata nel 1995) ben 7 delle quali hanno inaugurato la Stagione. Molti suoi spettacoli sono diventati classici del nostro Teatro e sono stati ripresi frequentemente in Teatro e in tournée. Nel corso degli anni le sue produzioni sono tornate in cartellone 120 volte per complessive 774 aperture di sipario.

Ezio Frigerio nasce a Erba (Como) nel 1930, si trasferisce a Milano, dove si diploma a Brera nel 1948. Studia al Liceo Nautico di Savona e trascorre alcuni anni in navigazione nei mari del Sud. Non trascura però la sua grande passione, la pittura, ed è allievo di Mario Radice.

Il Teatro

Accolto nel 1955 da Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano, al suo fianco produrrà le sue maggiori scenografie per il teatro di prosa e con lui si avvicinerà al teatro d’opera: per il Teatro alla Scala firmerà Simon Boccanegra, Falstaff, Lohengrin e Don Giovanni. Da tale collaborazione nasceranno anche Le nozze di Figaro per l’Opéra di Parigi, spettacolo poi acclamato nei principali teatri d’Europa. Alla Scala e all’Opéra di Parigi stabilirà negli anni Settanta e Ottanta rapporti di collaborazione anche con altri registi, come Piero Faggioni, Liliana Cavani, Lluis Pasqual, Andrej Kon

alovskij, Graham Vick, Luca Ronconi e Gilbert Deflo. Nel 1975 debutta nel mondo del balletto con Roland Petit. Nascono così le scenografie di Coppélia e Lo schiaccianoci al Ballet de Marseille, poi Nana all’Opéra di Parigi, Cyrano de Bergerac. Nel 1977 incontra Rudolf Nureyev, col quale stringe un’amicizia fraterna: crea così all’Opéra di Parigi le scene per Il lago dei cigni (due versioni), La bayadère e La Bella addormentata, nonché Romeo e Giulietta al London Festival Ballet, e alla Scala Il lago dei cigni e Romeo e Giulietta. Nel fecondo periodo parigino realizza, sempre con Strehler, La villeggiatura di Goldoni e L’illusion comique di Corneille al Théâtre de l’Odéon. Stringe una profonda amicizia anche con il regista Roger Planchon, con il quale crea molti spettacoli, tra cui Georges Dandin e Dom Juan di Molière, Athalie di Racine. Con Nicolas Joël ha realizzato numerose produzioni per il Théâtre du Capitole di Tolosa, tra le quali Carmen, Jenůfa di Janá

ek, Otello, Don Carlo, Les contes d’Hoffmann e La rondine. La sua carriera americana passa da Chicago (Don Pasquale, Les contes d’Hoffmann) al Metropolitan di New York, dove realizza le scenografie di Francesca da Rimini, Il trovatore, Lucia di Lammermoor e La rondine.

Il Cinema

Negli anni Sessanta Frigerio si avvicina al cinema soprattutto per merito di Vittorio De Sica, col quale realizza Ieri, oggi, domani, I sequestrati d’Altona, Il boom. Collabora poi con registi quali Bolognini, Cavani, Planchon, Castellani, Kon

alovskij e altri, ma sono in particolare Novecento di Bertolucci e Cyrano de Bergerac di Rappeneau a offrirgli le maggiori soddisfazioni.

La Scala

Frigerio debutta alla Scala nel 1955, disegnando i costumi per Il matrimonio segreto in occasione dell’inaugurazione della Piccola Scala, iniziando una lunga e proficua collaborazione con il Teatro milanese, prima come costumista e poi come scenografo, in cui firma anche numerosi allestimenti inaugurali: L’angelo di fuoco di Prokof’ev, L’Orfeo di Monteverdi, Louise di Charpentier, Il cappello di paglia di Firenze, Ifigenia in Aulide, Otello (7 dicembre 1959), I Capuleti e i Montecchi, Simon Boccanegra (7 dicembre 1971 e 1978), Paradise Lost di Krzysztof Penderecki, Falstaff (7 dicembre 1980), Le nozze di Figaro, Lohengrin (7 dicembre 1981), Les Troyens, Ernani (7 dicembre 1982), Don Giovanni (7 dicembre 1987), Fidelio (nel 1990 e poi 7 dicembre 1999), La dama di picche, Rigoletto, Gianni Schicchi, Manon di Massenet, Otello (7 dicembre 2001), Carmen e La donna del lago.

Considerato uno degli scenografi più rappresentativi degli ultimi decenni, nella sua lunga carriera ha realizzato più di 300 spettacoli ed è presente nei cartelloni dei più importanti teatri d’Europa e del mondo: Parigi, Milano, New York, Londra, Berlino, Tokyo, Madrid, Barcellona, Toulouse, Buenos Aires.

Ha ricevuto i principali premi europei per il teatro: il Molière, due volte il premio della critica francese, il premio della critica inglese, due volte il premio Abbiati in Italia e, per il cinema, il César, il premio della Comunità Europea e una nomination all’Oscar. È stato insignito di importanti onorificenze, quali la Legion d’onore per meriti artistici e il titolo di Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres in Francia, e l’Ambrogino d’oro dalla Città di Milano.

Milano, 2 febbraio 2022