L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Le bellezze dell'Italia

DOMENICA 31/07/2022

RAI 3 Storia delle nostre città Pisa

Pisa, la città dove ovunque si respira l’antica gloria di una città che per secoli si è contesa con Genova, Venezia e Amalfi il ruolo di Repubblica Marinara più prestigiosa è la protagonista di “Storia delle nostre città” in onda domenica 31 luglio alle ore 11 su Rai3. Ancora oggi nella città sono evidenti i segni di quel passato leggendario: dal Duomo al maestoso Battistero, fino al Palazzo dei Cavalieri progettato dal Vasari.

Ma la storia di è Pisa talmente “tanta” e talmente antica che non si sa neanche chi le abbia dato i natali: forse gli etruschi, forse i greci, forse i liguri. Quello che si sa per certo, invece, è che è una città con una storia unica al mondo.

Le storie di Passato e Presente L’Unità d’Italia

La nascita della nazione italiana attraverso personaggi ed eventi che hanno contraddistinto il processo unitario. La racconta “Le storie di Passato e presente” in onda domenica 31 luglio alle 20.30 su Rai Storia. Con i suoi melodrammi storici, il Nabucco, la Battaglia di Legnano, I Vespri Siciliani, che raccontano le battaglie di popoli oppressi contro stranieri invasori, Giuseppe Verdi ha ispirato i patrioti italiani. Con le sue trame politiche, l’alleanza con Napoleone III, imperatore dei francesi, il sostegno segreto alla missione di Garibaldi nel Meridione d’Italia, Camillo Benso conte di Cavour ha guidato il processo di unificazione italiana. Infine, la presa di Roma, nel 1870, porta a compimento tale processo. Lo spostamento a Roma della capitale d’Italia sarà l’atto finale e comporterà un cambiamento nei rapporti di forza tra i poteri oltre che una trasformazione della città stessa.

Binario Cinema. Lettere di uno sconosciuto

Lu e Feng sono devoti l'uno all'altra e, nonostante l'amore, sono costretti a separarsi in seguito all'arresto di lui. L'uomo viene inviato in un campo di concentramento come prigioniero politico durante la Rivoluzione Culturale e quando riesce finalmente ad ottenere la libertà di tornare a casa, scopre che la moglie lo ha dimenticato. E’ il film di Yimou Zhang “Lettere di uno sconosciuto”, in onda domenica 31 luglio alle ore 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario cinema”.

LUNEDI’ 01/08/2022

Passato e Presente I Farnese

La storia dei Farnese, raccontata in studio dal professor Alessandro Barbero e da Paolo Mieli nell’appuntamento in onda lunedì 1° agosto alle ore 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su rai Storia, riassume in maniera esemplare le caratteristiche delle grandi famiglie rinascimentali italiane. Durante il Medioevo sono esperti militari al servizio del papato o dei comuni. Nel 1400 riescono ad inserirsi nelle file dell’aristocrazia romana ed entrare nella Curia, trasformandosi da soldati in cortigiani. Un membro della famiglia, nel 1534, viene eletto papa col nome di Paolo III. Per contrastare la riforma luterana il papa Farnese convoca il Concilio di Trento, per difendere la fede cattolica sostiene il nuovo ordine dei gesuiti, per combattere gli eretici istituisce la congregazione del Santo Ufficio. Come molti papi del Rinascimento ha una visione nepotista del potere, nomina cardinali i suoi nipoti e crea per il figlio un nuovo ducato, il ducato di Parma. La famiglia di guerrieri si trasforma così in una dinastia di principi. I suoi eredi, entrambi di nome Alessandro, il primo cardinale, il secondo condottiero al servizio del re di Spagna, determineranno i destini della Chiesa e dell’Europa.

È l’Italia, bellezza! Calabria, Campania, Basilicata

Riparte dalla punta dello Stivale il viaggio di “È l’Italia, bellezza!”, il programma di Rai Cultura, in onda ogni lunedì alle 21.10 su Rai Storia. Nella puntata di lunedì 1° agosto, Francesca Fialdini va alla scoperta dell’antica spiritualità della Calabria, terra di monaci ed eremiti che, in questa natura aspra e selvaggia, hanno trovato il luogo ideale per celebrare la gloria di Dio, edificando capolavori capaci di sfidare i secoli. Come la Cattolica di Stilo, nella Locride, un'opera unica per l’equilibrio architettonico che testimonia la lunga influenza greca e bizantina su queste terre dove la montagna e il mare si scrutano da vicino. 

Proseguendo verso Nord, il viaggio di Francesca Fialdini fa tappa a Santa Maria della Roccella, l’imponente basilica normanna situata nel parco archeologico di Scolacium, a pochi chilometri da Catanzaro, un gioiello incompiuto che ancora oggi accoglie e stupisce i visitatori che transitano sulla strada statale 106. Questa chiesa era tra le più grandi costruite dai normanni in Calabria, nell’intento di latinizzare il culto di Cristo nell'Italia meridionale. Risalendo la costa orientale, si raggiungono le terre lucane, in Basilicata. Qui in primo piano un’altra grande opera incompiuta, forse la più suggestiva architettura religiosa della regione: il complesso della Santissima Trinità di Venosa. Un’abbazia di origine benedettina realizzata utilizzando i marmi e i preziosi bassorilievi provenienti dall’anfiteatro romano la cui costruzione, però, non venne mai portata a termine. Oggi la facciata della chiesa incompiuta, le colonne e gli archi senza copertura appaiono come quinte teatrali disposte per esaltare la perfezione del paesaggio circostante. Non a caso Venosa è anche la patria di Orazio, circondata da colline e vigneti di Aglianico sui quali si staglia netto il profilo del monte Vulture. Ogni dettaglio su cui si posa lo sguardo sembra suggerire al visitatore di rallentare il passo, di fermarsi per “cogliere l’attimo”. L’itinerario risale la Penisola fino nel cuore del Regno delle Due Sicilie. Il Real sito di Carditello, in Campania, è uno dei 22 siti della famiglia borbonica, che lontano da Napoli, negli sterminati possedimenti reali, trovava non solo occasione di svago e riposo, ma anche le risorse indispensabili per garantire l’approvvigionamento alimentare del regno. Questa piccola reggia di campagna era, infatti, una residenza che i Borboni avevano dedicato alla caccia e all’allevamento dei cavalli di razza, ma soprattutto alla produzione agricola sperimentale.

MARTEDI’ 02/08/2022

Passato e Presente. La decolonizzazione del Nord Africa

Dall’Algeria al Marocco, dall’Egitto, alla Libia, alla Tunisia: la storia della colonizzazione e decolonizzazione del Nord Africa occupa un arco temporale che va dal 1830 al 1962, intrecciando i destini di popoli e nazioni tra l’epoca moderna e quella contemporanea. Un passaggio chiave di questa storia è la nascita dei nazionalismi nei paesi nordafricani a partire dalla prima metà del Novecento, in risposta alla gestione vessatoria di Gran Bretagna, Francia, Italia e Spagna. A “Passato e Presente”, in onda martedì 2 agosto alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, la professoressa Leila El Houssi con Paolo Mieli ripercorre le vicende comuni e le singole traiettorie che hanno portato i paesi nordafricani ad emanciparsi dal controllo europeo. Una lunga e sanguinosa stagione di scontri, che culmina nella guerra tra Francia e Algeria - l’ultimo paese del Nord Africa a conquistare l’indipendenza.

La bussola e la clessidra. La battaglia di Verdun

Un documentario con immagini d’epoca di grande impatto consente al professor Barbero di analizzare le cause e lo svolgimento di uno dei più sanguinosi scontri della Prima guerra mondiale: la battaglia di Verdun, tra il febbraio e il dicembre del 1916. Lo Speciale in onda martedì 2 agosto alle 21.10 su Rai Storia, ricostruisce quello scontro che è entrato nella mitologia nazionale francese come sinonimo di forza, eroismo, sacrificio e resistenza, ma che fece registrare anche

il macabro record della maggior densità di morti per metro quadro.

Il Segno delle Donne. Alida Valli

Sette donne italiane del Novecento italiano che hanno lasciato un segno profondo nella storia culturale e sociale del nostro Paese, “intervistate” da Elena Stancanelli: Liala, Alida Valli, Fernanda Gattinoni, le sorelle Angela e Luciana Giussani, Colette Rosselli e Carina Massone Negrone. Caratteri e personalità fuori dal comune che rivivono nella seconda edizione di “Il Segno delle Donne”, una coproduzione originale Anele - Rai Storia, che Rai Cultura propone da martedì 2 agosto alle 22.10 su Rai Storia.

La protagonista del primo appuntamento, è Alida Valli. "Fidanzata d'Italia" negli anni Trenta, Alida Valli è diventata poi una diva di Hollywood, la musa di Visconti, uno dei volti del cinema francese, grande interprete di teatro d'avanguardia. Ma chi era Alida Valli? Accusata di essere una spia nazista, parte in causa dello scandalo Montesi, attrice capace di recitare nei grandi capolavori di Antonioni e Bertolucci come negli horror di Dario Argento, Alida Valli era innanzitutto una guerriera e ricordare la sua vita significa ripercorrere un secolo di cinema e di storia italiana dal punto di vista di una donna che ha sempre tenuto salde le redini del suo destino. “Il Segno delle Donne” è una co-produzioneAnele e Rai Storia, realizzata daAnele. Prodotta daGloria Giorgianni. Coordinamento editoriale Rai Alfonso Notari. Delegato di produzione Rai Serena Valeri. Soggetto di Gloria Giorgianni, Massimo Favia e Andrea Martelli. Sceneggiature di Giorgia Colli (Fernanda Gattinoni, Colette Rosselli), Flaminia Padua (Angela e Luciana Giussani, Carina Massone Negrone), Federica Tuzi (Liala, Alida Valli), con la consulenza storica di Silvia Salvatici. Regia di Marco Spagnoli, Gisella Gobbi, Mario Vitale.

MERCOLEDI’ 03/08/2022

Passato e Presente Il genocidio in Ruanda

Nel 1923 la Società delle Nazioni affida al Belgio le colonie tedesche del Ruanda e del Burundi. I belgi si trovano ad amministrare in Rwanda una popolazione che comprende gli allevatori guerrieri, i Tutsi, e i coltivatori, gli Hutu, che sono la maggioranza. Una storia analizzata dal professor Marcello Flores e da Paolo Mieli a “Passato e Presente”, in onda mercoledì 3 agosto alle 13,15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. I Tutsi, ritenuti più adatti al comando, vengono designati come alleati del potere coloniale. Gli Hutu invece vengono messi ai margini. Nel corso degli anni l’odio tra i due gruppi etnici cresce proporzionalmente al potere che i belgi attribuiscono alla minoranza Tutsi. Nel 1933 l’amministrazione coloniale belga introduce la Carta d’identità, sulla quale deve essere specificata l’appartenenza etnica. Il 7 aprile del 1994, quando, dopo l’incidente aereo che ha ucciso il presidente hutu Abyarimàna, inizia il genocidio dei Tutsi, quella carta d’identità rappresenterà il passaporto per la vita o per la morte. Ai posti di blocco, nelle chiese, lungo le frontiere, i Tutsi vengono fermati e massacrati a colpi di machete, senza che le forze ONU possano intervenire. Su una popolazione di poco più di 7 milioni di abitanti, di cui l’84 per cento Hutu e il 15 per cento Tutsi, si conteranno, in soli 100 giorni, quasi un milione di morti.

Storie della tv Oltre confine. Le storie dei corrispondenti Rai

Le sedi di corrispondenza della Rai sono il frutto di una lenta trasformazione: una serie di finestre sul mondo che hanno contribuito a raccontare il resto del mondo, e a testimoniare grandi momenti della storia del Novecento. Le racconta “Storie della Tv”, il programma con la consulenza e la partecipazione di Paolo Mieli, in onda mercoledì 3 agosto alle 21.10 su Rai Storia, anche per ricordare Sandro Paternostro a cento anni dalla nascita. Dagli Stati Uniti a Mosca, da Londra a Parigi, fino alla Cina di oggi, la Rai ha raccontato i luoghi attraverso le persone, corrispondenti diventati “ambasciatori” italiani in giro per il mondo, figure famigliari rimaste nell’immaginario collettivo: da Ruggero Orlando a Sandro Paternostro, fino a Demetrio Volcic, scomparso lo scorso dicembre.

L’Italia della Repubblica Studenti e operai in lotta

Le riforme della scuola e dell’università avviate dal centrosinistra sono alla base dei processi che portarono al cosiddetto Sessantotto studentesco. Molti studenti si resero conto che frequentare l’università non significava automaticamente trovare un lavoro rilevante o la strada sicura per una vita agiata. La consapevolezza dell’impossibilità di raggiungere un benessere diffuso che la società, quella dei consumi e della mobilità sociale, sembrava promettere a tutti o quasi, e sicuramente ai talentuosi, portò molti studenti a rifiutare l’idea stessa di benessere e più precisamente la falsa promessa che ne faceva la società borghese. Così, tra il 1967 e il 1968, ha inizio la “contestazione studentesca” con l’occupazione di numerose facoltà, cortei, grandi manifestazioni e frequenti scontri con le forze dell’ordine. Un periodo ricostruito da “L’Italia della Repubblica”, in onda mercoledì 3 agosto alle 22.10 su Rai storia, introdotta da Paolo Mieli, con il contributo degli storici Marcello Flores e Peppino Ortoleva, e del politologo Michele Salvati.

Sull’onda dell’”operaismo”, il movimento studentesco individua nella classe operaia il suo interlocutore privilegiato. Nascono nuovi soggetti politici (Avanguardia operaia, Potere Operaio, Lotta Continua, il gruppo del Manifesto) in contrasto con i partiti tradizionali. Tutto ciò avviene in un periodo di intense lotte condotte dagli operai per il rinnovo dei contratti di lavoro, è il cosiddetto autunno caldo. Per i sindacati è un momento difficile: le confederazioni sono duramente contestate dalle frange più estremiste e indebolite dalla nascita di gruppi di operai “autonomi” all’interno delle fabbriche. Ciò provocò però anche un riavvicinamento dei tre sindacati (Cgil, Cisl, Uil) che, con il passare del tempo, riuscirono ad assumere la direzione delle lotte concludendo una serie di contratti nazionali con aumenti salariali e la conquista di importanti diritti collettivi e individuali (le 10 ore di assemblea sindacali retribuite, il riconoscimento dei rappresentanti in azienda, il diritto alla contestazione per il lavoratore nel caso di provvedimenti disciplinari). Infine, nel maggio del 1970, il parlamento approva lo Statuto dei lavoratori.

Il racconto dà anche voce ai protagonisti dell’epoca, con interviste tratte dal repertorio delle teche Rai. Protagonisti e testimoni come Luigi Bobbio, Giuseppe Grosso, Herbert Marcuse, Alberto Moravia, Rossana Rossanda, Mauro Rostagno, Bruno Trentin e Domenica Vicinanza.

GIOVEDI’ 04/08/2022

Italiani Sergio Zavoli. Il dire e il fare

Un'antologia delle inchieste radiotelevisive che Sergio Zavoli, scomparso a 96 anni il 4 agosto 2020, ha compiuto in oltre cinquant'anni di professione per la Rai, durante la quale ha fatto della sua voce la sua firma. Un personaggio raccontato da “Sergio Zavoli. Il dire e il fare” in onda giovedì 4 agosto alle 17.00 su Rai Storia per il ciclo “Italiani”. Entrato in Rai nel 1947, Sergio Zavoli per quindici anni si dedica alle radiocronache e al documentario radiofonico, ispirato dalla lezione del neorealismo di Cesare Zavattini, sotto il patrocinio di Vittorio Veltroni, capo delle Radiocronache Rai. E' Zavoli stesso a ricordare quegli inizi in un'intervista rilasciata nel 2015 a Rai Storia.

Dal 1962 collabora con i servizi giornalistici della TV: si apre per lui un decennio incredibile, denso di incontri. Firma una cinquantina di servizi per TV7, tra il 1963 e il '70, toccando i tanti lati di una società italiana in tumultuosa trasformazione, e avvicina molti protagonisti della cronaca, e in molti casi, della storia.  Realizza negli stessi anni documentari di soggetto storico, lunghe interviste e le 8 edizioni di "Processo alla tappa", racconto epocale del Giro d'Italia e dei suoi protagonisti.

Quel decennio televisivo di Zavoli si chiude idealmente nel 1972 con il ciclo "Nascita di una dittatura", raccolta di 55 testimonianze sulle origini del fascismo, cinquant'anni dopo la marcia su Roma.

Direttore del GR1 dal '76, il 12 giugno 1980 viene nominato Presidente della Rai, in una fase cruciale del Servizio Pubblico, che vede profilarsi il mercato della concorrenza e nuove scelte per il futuro. 

Torna all'inchiesta TV dopo la fine del suo mandato nel 1986, firmando i cicli di "Viaggio intorno all'uomo", "Viaggio nel sud", "Nostra padrona televisione", "Credere non credere", "Viaggio nella giustizia", "C'era una volta la prima Repubblica" e "Viaggio nel calcio" (1999), e soprattutto, nel 1989, le 18 puntate de "La notte della Repubblica", inchiesta che cerca di esplorare i recessi della tragica stagione del terrorismo.

Passato e Presente Maria José, la regina di maggio

Maria José, figlia del re del Belgio Alberto, ha 23 anni quando, l’8 gennaio 1930, alla cappella Paolina del Quirinale, sposa l’erede al trono d’Italia, Umberto di Savoia. Un evento sontuoso che celebra l’alleanza tra due importanti “corone cattoliche” d’Europa. Maria José ama profondamente l’Italia. Abituata a frequentare circoli intellettuali e ad interessarsi di politica e attualità, non accetta di restare in disparte. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli e dal professor Francesco Perfetti a “Passato e Presente”, in onda giovedì 4 agosto alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su rai Storia. Quando, durante la guerra, la situazione del paese si fa sempre più grave, cerca in ogni modo di arrivare alla pace e di salvare la monarchia. Il 9 maggio 1946, quando Vittorio Emanuele III abdica in favore del figlio Umberto. Maria Josè diventa finalmente regina, ma solo per un mese. Il 6 giugno, dopo la vittoria del fronte repubblicano al referendum, è costretta a partire col marito per l’esilio, dove si dedicherà agli studi storici pubblicando numerosi volumi.

Per la fede e per il trono L’Europa in fiamme e Nozze di sangue

Con l’ascesa del Protestantesimo, l’Europa viene catapultata in una sanguinosa guerra. Sul fronte cattolico, la Francia si vede indebolita dalla reggenza di Caterina de’ Medici.  La Spagna affronta una rivolta. In Scozia, la regina rischia di perdere il trono per amore. Mentre la protestante Inghilterra soffia sul fuoco, i monarchi europei stentano a conservare il potere. L’Europa in fiamme è il terzo episodio de “Per la fede e per il trono” per la serie “a.C.d.C” introdotta come al solito dal professor Alessandro Barbero e in onda giovedì 4 agosto alle 21.10 su Rai Storia. A seguire, il quarto episodio, Nozze di sangue: la Regina d’Inghilterra teme per la propria vita mentre l’ex Regina di Scozia, imprigionata da sua cugina protestante, pianifica la fuga. Al contempo, il Re di Francia non riesce a evitare un massacro che segnerà la storia delle guerre di religione. L’Europa è in preda a una follia omicida.

VENERDÌ 05/08/2022

Passato e presente Salvo D’acquisto

Dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943, l’esercito tedesco occupa il territorio italiano, mentre le nostre forze armate si disgregano. I Carabinieri sono tra i pochi militari che rimangono al loro posto, in virtù delle funzioni di polizia che devono svolgere e grazie alla loro presenza capillare sul territorio. In quei giorni concitati, a Torrimpietra, una località a 30 chilometri da Roma, un’esplosione causata incidentalmente da un gruppo di paracadutisti tedeschi durante un’ispezione, viene fatta passare per un attentato. I tedeschi rastrellano per rappresaglia 22 civili, destinandoli alla fucilazione. Il vicebrigadiere dei carabinieri Salvo D’Acquisto, di stanza in caserma, si autoaccusa dell’atto e sacrifica la propria vita per salvare quella degli ostaggi. Medaglia d’oro al valor militare, Salvo D’Acquisto diventa il simbolo della dedizione e dello spirito di sacrificio dell’Arma. Un personaggio raccontato dalla professoressa Isabella Insolvibile, ospite di Paolo Mieli nell’appuntamento con “Passato e Presente”, in onda venerdì 5 agosto alle 13.15 su Rai3 e alle ore 20.30 su Rai Storia. Il gesto di Salvo D’Acquisto non rimarrà isolato. Durante i venti mesi di occupazione tedesca, infatti, altri carabinieri daranno la vita per proteggere le popolazioni civili, oppure supporteranno la Resistenza e la lotta di liberazione.

I mondi di ieri 

Inferno nei mari. L’ira di Hitler

Il 3 settembre 1939, il comandante dell'U-Boot U-30 Fritz Julius Lemp affonda per errore la nave passeggeri Athenia, la prima a essere affondata nel corso della Seconda guerra mondiale. Un affondamento che viene tenuto segreto e causanl’ira di Hitler che cercava di evitare che gli Usa intervenissero a fianco del Regno Unito. Lo racconta “Inferno nei mari”, in onda venerdì 5 agosto alle 22.10 su Rai Storia. Successivamente un altro sottomarino di Lemp, l’U-Boot U110 fu catturato il 9 maggio 1941 nel Nord Atlantico al sud dell'Islanda e il comandante morì nel tentativo di farlo saltare in aria per impedire che gli alleati entrassero in possesso del decrittatore Enigma.

SABATO 30/07/22

Le storie di Passato e Presente. Seconda guerra mondiale, i tre grandi alleati

I “Tre Grandi”: Stalin, Roosevelt e Churchill, leader di Unione Sovietica, Stati Uniti e Gran Bretagna, che nel secondo conflitto mondiale si unirono per combattere il nazifascismo: li analizza Paolo Mieli in “Le storie di Passato e Presente”, in onda sabato 6 agosto alle 20.30 su Rai Storia. Nella fase inziale del conflitto l’Inghilterra, guidata da Winston Churchill, resiste da sola all’attacco della Germania di Hitler. In un secondo momento, a partire dal 1941, Stalin e Roosevelt aggiungeranno il loro fondamentale contributo nella battaglia contro il nazismo e l’imperialismo giapponese. I tre grandi alleati s’incontrano per la prima volta a Teheran nel 1943 e a Jalta nel 1945 per mettere a punto i piani per la guerra ancora in corso e definire gli scenari del dopoguerra. Personalità carismatiche, determinate da una fortissima volontà, i tre guidano con intelligenza e lucidità i loro Paesi, riuscendo ad avere la meglio sul Terzo Reich e a conquistare la vittoria.

Cinema Italia Il soldato di ventura

Il 13 settembre 1503, provocati dagli apprezzamenti offensivi e dalle sbruffonate dei cavalieri francesi che assediavano gli spagnoli rinchiusi nella città pugliese, tredici soldati italiani capeggiati da Ettore Fieramosca fecero scempio di altrettanti rivali d'oltralpe in quella che passò alla storia come la "Disfida di Barletta". L'episodio è qui riproposto in chiave comica, con frequenti escursioni nel fantastico. Regia di Pasquale Festa Campanile. Con Bud Spencer, Franco Agostini, Enzo Cannavale, Oreste Lionello, “Il soldato di ventura” andrà in onda per il ciclo “Cinema Italia”, sabato 6 agosto alle 21.10 su Rai Storia.

Documentari d’autore. Quel che resta di me

Un eccezionale documento sul gruppo di Boko Haram, che in Nigeria, soprattutto nel Nord, semina paura e terrore in nome della Jihad. È “Quel che resta di me”, di Marta Santamato Cosentino, in onda per il ciclo “Documentari d’autore” sabato 6 agosto alle 23 su Rai Storia. L’estremismo jihadista in Africa è emerso, sul piano mediatico, soprattutto a seguito del rapimento nel 2014 di circa 300 studentesse in un collegio nella città di Chibok. Da quel momento l’indignazione per la crudele azione di Boko Haram viaggia per tutto il mondo attraverso l’hashtag Bring Back Our Girls. Le ragazze nigeriane rapite diventano “le nostre ragazze”, e Michelle Obama è capofila di un movimento di opinione che costringe l’esercito regolare nigeriano a cercarle. Vengono intervistate alcune delle ragazze liberate o fuggite dalla schiavitù del gruppo terroristico in un campo profughi in Niger al confine con la Nigeria.Dal loro tragico racconto emergono le logiche del terrore che dominano il gruppo Boko Haram e attraverso gli operatori e gli studiosi si capiscono le logiche geopolitiche che hanno dato vita all’espansione della Jihad nell’Africa sub- sahariana. Scopriamo poi in queste donne una storia di grande resilienza e di difficile ricostruzione dell’identità.


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