Medioevo e Novecento

DOMENICA 04/09/2022

Storia delle nostre città Bari, La porta d’Oriente

Città di mare e di fede, approdo, porto, luogo di commercio e incontro di culture. È Bari la protagonista di “Storia delle nostre città”, in onda domenica 4 settembre alle 11.00 su Rai3. Bari è una città di origine antichissima. L'insediamento più antico nella penisola su cui sorge la città vecchia, infatti, risale all'Età del Bronzo. Nel terzo secolo a.C. la città era già un fiorente ed attivo porto delle popolazioni della Peucezia, che occupavano un territorio centrale dell'antica Puglia. I pericoli, in quel periodo giungono dal mare e Bari resiste a lungo alle invasioni dei greci, ma poi viene conquistata dai romani che la qualificano come municipium. Con i romani diventa un importante centro commerciale. Alla caduta dell’Impero Romano, Bari si trova coinvolta nelle lotte fra Bizantini e Longobardi nel 879 la città cade sotto il dominio dei saraceni venendo in seguito riconquistata dai bizantini. In quel periodo divenne il maggior centro politico militare ed economico dell'impero d'oriente e sede del catapano che governava tutti i territori di Bisanzio in Occidente. Attorno all'anno 1000, Bari subisce nuovi assalti da parte dei pirati saraceni il più grave di questi nel 1002 si protrae con un lungo assedio dal quale viene salvata grazie all'intervento della flotta veneziana guidata dal doge Orseolo II. Il dominio bizantino termina nel 1071 quando il normanno Roberto il Guiscardo conquista la città. Sotto la dominazione normanna il porto di Bari assume grande notorietà e insieme a Brindisi diviene uno dei principali porti d'imbarco per le crociate. Con l'arrivo delle reliquie di San Nicola di Mira nel 1087, diventa anche un importante centro religioso. Il dominio normanno caratterizzato inizialmente da una certa tranquillità termina nel 1156 quando Guglielmo I, detto il Malo, assalta la città e la rade al suolo salvando solo la basilica di San Nicola. La città viene ricostruita dagli Svevi che danno inizio ad uno dei periodi più fiorenti. Federico II, il sovrano illuminato, dà nuovo impulso alle attività portuali e industriali, restaura il Castello e alla sua Corte fiorirono le arti e la cultura nel tredicesimo e quattordicesimo secolo. Con gli angioini la situazione cambia nuovamente la città fu prostata da dure tasse imposte da Carlo I d'Angiò. Bari decade ma si risolleva nel sedicesimo secolo con Isabella d'Aragona che raggiunge Bari nel 1501. Sotto Isabella la città vive un periodo di notevole prosperità. Alla morte gli succede la figlia Bona che si trasferisce a Bari e regna con tanta saggezza che i baresi la seppelliscono in San Nicola nel 1557. La dominazione spagnola e quella borbonica sono periodi bui, non solo per la città di Bari ma per tutta la penisola. Per riparare per riparlare di storia della città dobbiamo aggiungere al 1813 quando col decreto di Gioacchino Murat, cognato di Napoleone, e re del Regno delle due Sicilie, si inizia la costruzione della città nuova.

Le storie di Passato e presente. Stato ed economia nel secondo dopoguerra

L'Istituto per la Ricostruzione Industriale, il Piano Ina Casa e la Cassa per il Mezzogiorno: nell’Italia distrutta e lacerata dopo la Seconda guerra mondiale, lo Stato interviene nell’economia attraverso tre iniziative fondamentali. Le ricostruisce Paolo Mieli in “Le storie di Passato e Presente”, in onda domenica 4 settembre alle 20.30 su Rai Storia. L'Iri era nata nel 1933, in pieno regime fascista, per risanare e riorganizzare il sistema finanziario e bancario italiano dopo il grande crollo di Wall Street del 1929. Nel secondo dopoguerra, nonostante la scelta liberista del governo italiano, l'Iri sarà potenziato con nuovi finanziamenti e avrà un ruolo importante nel rilancio dell'economia nazionale. Un rilancio sostenuto anche da altri interventi statali come i Provvedimenti per far fronte all’emergenza abitativa e incrementare l'occupazione operaia, attraverso il famoso piano Ina – Casa del 1949 e l’istituzione, nel 1950, della Cassa per il Mezzogiorno, con l’obiettivo di realizzare opere straordinarie e colmare lo storico divario tra Nord e Sud del Paese

Binario Cinema. Il mio Godard

La storia d’amore tra Jean-Luc Godard e l'attrice Anne Wiazemsky: la ricostruisce Michel Hazanavicius nel film “Il mio Godard”, in domenica 4 settembre alle 21.10 su Rai Storia onda per il ciclo “Binario Cinema”. Il racconto parte dal 1967, quando il cineasta stava distribuendo nelle sale il film “La cinese”, con protagonista Anne, la donna che ama. La negativa accoglienza del lungometraggio provocherà in Godard una profonda crisi. Nel cast, Con Louis Garrel, Stacy Martin, Bérénice Bejo, Micha Lescot, Grégory Gadebois.

LUNEDI’ 05/09/2022

Passato e Presente. La sessualità nel Medioevo

Nel Medioevo la Chiesa, nel tentativo controllare la sessualità, confina le pratiche sessuali alla sola procreazione all’interno del matrimonio: Alberto Magno, vescovo dell’Ordine Domenicano, stila un elenco delle posizioni ammesse nell’atto sessuale tra sposi, dalla più naturale alla più peccaminosa, e teologi e canonisti condannano il sesso extraconiugale e l'omosessualità. Ma il Medioevo non è assolutamente un’epoca repressa e sessuofoba, e nella civiltà comunale del ‘200 e del ‘300 una certa libertà nei comportamenti sessuali è accettata. Un tema affrontato da Paolo Mieli e dal professor Alessandro Barbero a “Passato e Presente”, in onda lunedì 5 settembre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. La poesia amorosa del periodo è piena di riferimenti erotici, i racconti francesi in versi, i fabliaux, sono intrisi di raffinatezza e di oscenità e nel Decameron di Giovanni Boccaccio il sesso è parte della vita, e anche alla donna è riconosciuto il diritto al piacere sessuale. Già dal secolo XI corpo e sessualità sono esaminate da una prospettiva scientifica e appaiono le prime discussioni mediche sull’utilità del rapporto sessuale per il corpo umano. Delle malattie delle donne, invece, si occupa la medica Trotula de Ruggiero, vissuta a Salerno tra il XI e il XII secolo: per la prima volta una donna medico parla esplicitamente di desiderio sessuale come un fatto naturale per il benessere psicofisico della persona. lo storico Alessandro Barbero.

È l’Italia, bellezza! Sardegna

Una storia di incontri, fusioni e stratificazioni che inizia con la civiltà nuragica e arriva fino all’unificazione d’Italia, da ripercorrere attraverso l’archeologia, l’architettura e la cultura immateriale della Sardegna. È la storia che racconta Francesca Fialdini in “È l’Italia, bellezza!”, il programma di Rai Cultura in onda lunedì 5 settembre alle 21.10 su Rai Storia. Un’isola che ha da sempre attratto visitatori da ogni sponda del Mediterraneo, non sempre benvenuti e desiderati ma tutti, ognuno a modo proprio, capaci di dare il proprio contributo alla nascita della Sardegna moderna. Nell’età del bronzo, intorno al XIX secolo a.C. circa, c’era il popolo nuragico ad abitare quest’isola al centro del Mediterraneo. Ne sono testimonianza gli oltre settemila nuraghi che ancora oggi si possono incontrare viaggiando nell’entroterra, fiabesche costruzioni di pietra che sembrano erette da un popolo di giganti guerrieri. A cosa servissero queste poderose costruzioni non è ancora del tutto chiaro. Residenze, sistemi di difesa, torri di vedetta, oppure strutture per la comunicazione a distanza tramite fuochi e fumi. Su Nuraxi di Barumini, dal 1997 iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco, è di certo il più rappresentativo dei nuraghi complessi, costituiti cioè da più di una torre. In primo piano anche il santuario nuragico di Santa Vittoria di Serri, cittadella religiosa nata attorno a un pozzo sacro. Non mancano i numerosi segni dell’incontro destinato a cambiare il volto della Sardegna. I Fenici, provenienti dal vicino Oriente, trovarono su quest’isola dalla posizione strategica il mercato ideale per i propri commerci. Lo testimonia la piazza del mercato di Sant’Imbenia, vicino Alghero, perfetto esempio di progetto architettonico e urbanistico nato per rendere più agevoli gli scambi tra commercianti locali e mercanti fenici.

Le stratificazioni della storia si possono scorgere, meglio che altrove, visitando la città di Cagliari, dove i segni delle civiltà punica, romana, bizantina si alternano tra monumenti, teatri, quartieri e perfino lungo i fondali marini. Ne sono un esempio l’area archeologica di Tuvixeddu, la più grande necropoli punica ancora esistente, e l’anfiteatro del II secolo d.C. scavato nella roccia, forse la più suggestiva tra le persistenze della dominazione romana. La città contemporanea porta invece ben visibili i segni dell’unificazione, con gli edifici di ispirazione sabauda e il nuovo assetto urbanistico di fine dell’Ottocento, che assume una conformazione più lineare e regolare.

Si chiude con il cuore della civiltà agro-pastorale della Sardagna e il canto a tenore, tra le più autentiche forme di espressione artistica tradizionale e per questo protetto dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità. Il canto a tenore è un coro di grande potenza e suggestione, con quattro voci ben distinte che danno vita a struggenti armonie polifoniche. Una tradizione poetica antichissima, ma capace ancora oggi di raccontare la vita, i sogni, le sofferenze e l’amore.

MARTEDI’ 06/09/2022

Passato e Presente Albert Camus tra scrittura e attivismo

Narratore, filosofo, uomo di teatro, giornalista, militante politico, Albert Camus ha segnato il suo tempo in modo originale legando la riflessione filosofica alle concrete battaglie politiche. A “Passato e Presente” - in onda martedì 6 settembre alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia - lo storico Gilles Pécout, con Paolo Mieli, traccia un ritratto di uno dei più grandi intellettuali francesi del Novecento. Considerato un esistenzialista anomalo, uno spirito indipendente, autore di capolavori della letteratura mondiale come Lo Straniero e La Peste, Camus non lascia mai l’impegno politico. Militante del partito comunista in Algeria, giornalista e partigiano nella Resistenza francese, non esita a schierarsi, sempre, in difesa della libertà degli individui. Nel 1957 riceve il riconoscimento più alto: il Nobel per la letteratura.

a.C.d.C - edizione speciale Lotta per la libertà

Continua il viaggio di a.C.d.C. nella “Storia del Mondo” in compagnia del professor Alessandro Barbero e delle sue risposte alle numerose domande del pubblico. In questo episodio, in onda martedì 6 settembre alle 21.10 su Rai Storia, Barbero si inoltra secoli XVII e XVIII, durante i quali i popoli del mondo si sono ribellati, in nome della libertà e dell'uguaglianza, contro il potere della chiesa e della monarchia. Uomini straordinari sfidano l’oscurantismo e spingono l’intera Europa in una nuova era, che chiamiamo Illuminismo. Da Galileo Galilei che con le sue teorie ed invenzioni ha rivoluzionato il metodo scientifico subendo un processo dalla Santa inquisizione, a Edward Jenner che in Inghilterra ha utilizzato la scienza per salvare la vita di milioni di persone dal vaiolo. Il popolo di intere nazioni si solleva, fa crollare le monarchie, come in Francia, e ottiene l’indipendenza, come gli Stati Uniti dal Regno Unito.

La Gran Bretagna della Belle Epoque a colori

La Gran Bretagna edoardiana era il paese più ricco e potente del mondo. Ma cosa significava questo per gli uomini, le donne e i bambini che lavoravano duramente nei mulini e nelle miniere?

Domande su cui si interroga il doc in due puntate “La Gran Bretagna della Belle Epoque a colori”, In onda martedì 6 settembre alle 22.10 su Rai Storia. Sequenze di film rari, restaurati e colorati per la prima volta, offrono una finestra intima su come vivevano, lavoravano e socializzavano i britannici di tutti i giorni in quegli anni. L'era edoardiana vide nascere, tra l’altro, la creazione del tempo libero di massa, il movimento per il suffragio e la Prima guerra mondiale. Inizio Novecento. La Gran Bretagna di Edoardo VII è il paese più ricco e potente al mondo. Eppure, uomini, donne e bambini lavorano duramente in miniera. Sono anni di profondi conflitti sociali, ma anche di progressi e grandi speranze per il futuro. Immagini filmate mai viste ridanno vita ad un'epoca introdotte e spiegate dallo storico Fulvio Cammarano. Uno straordinario viaggio nell'intimo di un mondo alla vigilia della Grande guerra.

MERCOLEDI’ 07/09/2022

Passato e Presente Il Golpe in Spagna

Il 23 febbraio del 1981, durante le votazioni per la fiducia al governo presieduto da Leopoldo Calvo Sotelo, il tenente colonnello Antonio Tejero con 150 militari della Guardia Civil irrompe nell’emiciclo, ordinando ai deputati e ai membri del governo di rimanere ai loro posti. E’ un golpe. Una pagina di storia riletta da Paolo Mieli e dal professor Alfonso Botti a “Passato e Presente”, in onda mercoledì 7 settembre alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Francisco Franco è morto nel 1975, la Spagna ha attraversato una lunga fase di transizione verso la democrazia, ma molte sono ancora le resistenze al processo di smantellamento delle strutture franchiste. Il colpo di stato fallirà grazie all’intervento del re Juan Carlos che si rifiuterà di prendere la testa dei golpisti e ribadirà, in un drammatico appello televisivo nel cuore della notte, la sua fedeltà alla nuova costituzione democratica.

Italiani Fausto Coppi

Molto si conosce della vita, sportiva e non solo, di Fausto Coppi, ciclista unico nel panorama italiano e mondiale. Alcune pagine meno conosciute e aneddoti – tra cui il suo avventuroso ritorno a casa nel ’45 – meritano di essere ripercorsi e approfonditi in un racconto biografico legato anche alle vicende storiche del suo tempo. Un racconto presentato con un documentario in onda mercoledì 7 settembre alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Italiani”. Coppi nasce a Castellania, Alessandria, il 15 settembre 1919: giovane garzone, a quindici anni compra la sua prima bicicletta. Diventa campione giovanissimo. A soli vent’anni, infatti, vince il suo primo Giro d’Italia: è il 9 giugno 1940, il giorno prima dell’entrata in guerra dell’Italia. Coppi viene arruolato e trasferito in Africa: fatto prigioniero dagli Inglesi, trascorre quasi due anni in campi di prigionia. Riesce a rientrare in Italia, a Napoli, solo alla fine del 1944. Appena finita la guerra, parte in bicicletta da Caserta, verso casa: percorre oltre 800 km fino a raggiungere la sua Castellania. Nel 1946, in un Paese distrutto, riparte il Giro d’Italia: comincia allora la mitica rivalità con Gino Bartali. Nel 1949 la consacrazione: Coppi è il primo ciclista ad aggiudicarsi Giro e Tour de France nello stesso anno ed è ormai per tutti il “Campionissimo”. Collezionerà tante vittorie nelle classiche, nelle corse a tappe e il titolo di Campione del mondo su strada a Lugano. Importanti i primi anni ’50 anche nella sua vita privata: a 28 anni muore l’amato fratello Serse, anche lui ciclista, durante una gara. Si separa dalla moglie, con cui aveva avuto una figlia, e inizia una relazione con Giulia Occhini, la “dama bianca”. Il fatto suscita grande scandalo e problemi giudiziari. Dalla loro unione, nel 1955, nasce il figlio Faustino. A fine 1959 Coppi viene invitato a partecipare ad una gara in Africa. Qui contrae la malaria. Torna in Italia, ma la malattia, non diagnosticata, lo porta rapidamente alla morte il 2 gennaio 1960, a soli 40 anni.

La Grande Guerra cento anni dopo Battaglia sui mari

Non solo logoranti assedi in trincea e scontri sanguinosi. Il primo conflitto mondiale si è combattuto anche per mare. Se ne parla “La Grande Guerra 100 anni dopo” - la serie di Rai Storia presentata da Paolo Mieli, con la conduzione di Carlo Lucarelli e con la consulenza storica di Antonio Gibelli e Mario Isnenghi – in onda mercoledì 7 settembre alle 22.10 su Rai Storia. Il programma ripercorre la storia della lotta per il dominio dei mari, dall’affondamento del transatlantico Lusitania alla battaglia dello Jütland. In primo piano, l’utilizzo del sottomarino, mezzo fondamentale nelle battaglie delle grandi flotte navali.

GIOVEDI’ 08/09/2022

Passato e Presente Celeste Di Porto, l’anima nera del ghetto

Dopo l’8 settembre e l’occupazione tedesca di Roma, la giovane ebrea Celeste Di Porto entra in contatto con una banda fascista che si dedica alla caccia agli ebrei e inizia a denunciare i propri correligionari. Dopo la strage di via Rasella, il 23 marzo 1944, ne fa catturare ventisei, che il giorno dopo vengono trucidati nel massacro delle Fosse Ardeatine. Pagine dolorose commentate dalla professoressa Lucetta Scaraffia e da Paolo Mieli a “Passato e Presente”, in onda giovedì 8 settembre alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Dopo la guerra, Celeste viene arrestata e sottoposta a processo. Anche Elena Hoehn, una tedesca che vive in Italia dagli anni ’20, dopo la liberazione di Roma viene accusata di essere una spia nazista e di aver fatto arrestare Giovanni Frignani, il tenente colonnello dei carabinieri che per ordine del Re aveva arrestato Mussolini il 25 luglio. Frignani, che dopo l’Armistizio entra a far parte della Resistenza, è ospitato e nascosto nella casa di Elena e proprio lì, dopo qualche mese, viene arrestato dalle SS insieme ad altri due ufficiali dei carabinieri. Morirà due mesi dopo alle Fosse Ardeatine. Le due donne si conoscono in carcere nel 1946 e Anna Hoehn, luterana che si era convertita al cattolicesimo già negli anni ’30, convince Celeste Di Porto a convertirsi anche lei. Celeste si battezza dopo aver scontato la sua pena, e questo percorso di conversione, che presenta molti dubbi e ambiguità, porta le due donne a conoscere Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari.

a.C.d.C. I costruttori di castelli e la Via della Seta

I castelli sotto attacco: dalle balestre alla polvere da sparo, come lo sviluppo dell’arte della guerra ha cambiato la storia dell’architettura. Lo svela “I costruttori di castelli”, in onda giovedì 8 settembre alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “a.C.d.C.” con l’introduzione del professor Alessandro Barbero.

A seguire, “a.C.d.C.” propone il secondo episodio di “La via della seta”, che parte da uno studio tanto singolare quanto illuminante sulla la trasmissione dei batteri e delle malattie, che tanta parte hanno nella vita e nello sviluppo delle società. Negli scavi di un remoto avamposto sulla Via della seta, attivissimo durante la dinastia Han, sono stati rivenuti gli equivalenti della nostra carta igienica e nei residui ancora ben presenti, viene trovato un verme patogeno del fegato che sarebbe dovuto essere migliaia di km più ad Est. Altri studi, nei cimiteri europei sembrano aver dimostrato che la peste nera si sia originata nel centro dell’Asia. Ne seguiamo così lo sviluppo in Europa, indagandone le conseguenze sulla popolazione, ridotta di circa un terzo, e sulla “nascita di una classe media” che darà nuovo impulso al traffico di spezie con l’Oriente.

VENERDÌ 09/09/2022

Passato e presente Monaco 1972. Le olimpiadi del terrore

Il 5 settembre 1972, a dieci giorni dall’inizio delle Olimpiadi di Monaco, otto terroristi palestinesi fanno irruzione nella cittadella olimpica sequestrando 9 atleti israeliani. Il commando appartiene al gruppo terroristico chiamata Settembre Nero, nato segretamente nell’estate del 1971 sotto l’ala di Fatah. Il bilancio dell’assalto è drammatico: restano uccisi 11 atleti israeliani, 5 terroristi e un poliziotto tedesco. Un fatto ricostruito da Paolo Mieli con il professor Riccardo Radaelli a “Passato e Presente”, in onda venerdì 9 settembre alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. La reazione di Israele non si fa attendere, e negli anni successivi il Mossad condurrà una lunga operazione di rappresaglia contro coloro che sono considerati in modo diretto e indiretto responsabili del massacro di Monaco.

Hitler e l’ossessione della Russia

E’ il 1941 e l’esercito tedesco dà il via all’invasione dell’Unione Sovietica. Si dovrà scontrare non solo con le truppe sovietiche, ma anche con il “Generale Inverno”. Il documentario “Hitler e l’ossessione della Russia”, in onda venerdì 9 settembre alle 21.10 su Rai Storia, ricostruisce in due puntate l’ossessione di Hitler per l’Unione Sovietica che portò il Fuhrer e i suoi alleati a sferrare l’attacco a Stalin. La resistenza russa darà luogo alle battaglie più drammatiche della Seconda guerra mondiale. A introdurre e chiudere i documentari, gli interventi della storica Maria Teresa Giusti. 

SABATO 10/09/22

Passato e Presente Badoglio, un generale tra due guerre

Nato a Grazzano Monferrato, in provincia di Asti, il 28 settembre 1871, Pietro Badoglio percorre tutti i gradini della carriera militare fino a diventare, nell’ottobre del ‘17, pochi giorni prima della battaglia di Caporetto, comandante del XXVII Corpo d’armata. Il professor Marco Mondini e Paolo Mieli raccontano a storia del generale Badoglio a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda sabato 10 settembre alle 20:30 su Rai Storia. Nei difficili mesi successivi a Caporetto è anche suo il merito della riorganizzazione del nostro esercito che porta alla vittoria. Il 24 novembre 1919 Badoglio è nominato Capo di Stato maggiore. È il coronamento di una carriera che più volte dovrà però fare i conti con la politica, compresa quella del regime fascista. E il 25 luglio ‘43, dopo la caduta di Mussolini, sarà proprio lui ad essere incaricato dal re di portare fuori l’Italia da uno dei momenti più difficili della sua storia.

Cinema Italia La ciociara

Estate 1943. I bombardamenti alleati ormai colpiscono anche Roma. La giovane vedova Cesira e sua figlia Rosetta decidono di lasciare la città eterna per trovare scampo in Ciociaria, dai cui monti Cesira proviene. Tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia e sceneggiato dallo stesso Vittorio De Sica, alla regia, con Cesare Zavattini, “La ciociara” andrà in onda per il ciclo Cinema Italia alle ore 21:10 su Rai Storia sabato 10 settembre. La pellicola si aggiudicò la Palma d’oro a Cannes, il Nastro d’argento a Venezia e il premio Oscar per Sophia Loren. Tra gli altri interpreti ricordiamo Eleonora Brown, Jean-Paul Belmondo, Raf Vallone, Renato Salvadori, Carlo Ninchi, Pupella Maggio.

Documentari d’autore I am the revolution

Trent’anni di guerra in Afghanistan e Iraq, cinque in Siria: una parte fondante della storia dell’umanità rischia di scomparire. Violenze, segregazione, fondamentalismo e negazione di qualsiasi diritto altrui, condannano alla scomparsa minoranze etniche, colpiscono senza pietà donne e bambini, prime vittime del furto di futuro. Non ci sono parole per il dolore sparso come un veleno tra le popolazioni. In uno scenario che sembra immutato e immutabile, esistono vite ed esperienze che resistono per accendere una scintilla. Per cambiare la Storia. “I Am the Revolution”, di Benedetta Argentieri, in onda in prima visione sabato 10 settembre alle 22.45 su Rai Storia per il ciclo Documentari d’autore, racconta lo sforzo di queste donne, la trasformazione delle loro vite a causa delle guerre, del fondamentalismo islamico e della cultura della negazione del diritto altrui che ormai imperversa ovunque. La loro vita quotidiana e i fatti straordinari di cui sono protagoniste. Queste donne, minacciate dai poteri e dal terrorismo, sono diventate un’ispirazione per le future generazioni.