La Norma dei giovani

NORMA

VINCENZO BELLINI

28 settembre 2022 ore 17.00 – ANTEPRIMA STUDENTI

30 settembre 2022 ore 20.00 – INAUGURAZIONE

2 ottobre 2022 ore 15.30

La Stagione Opera e Balletto 2022 del Teatro Grande si apre con il grande ritorno sulle scene di Norma, capolavoro di Vincenzo Bellini, che manca dal palcoscenico del Grande dal 2009. La tragedia lirica in due atti, presentata in un nuovo allestimento coprodotto dai Teatri di OperaLombardia (Teatro Grande di Brescia, Teatro Ponchielli di Cremona, Teatro Fraschini di Pavia, Teatro Sociale di Como) e dal Teatro Verdi di Pisa, è affidata alla regia di Elena Barbalich che vanta già numerose collaborazioni con i Teatri del Circuito. La nomina di una regista donna va di pari passo con la scelta di un palinsesto che celebra ed esplora l’universo femminile nelle sue più molteplici sfaccettature, indagando queste ultime attraverso le passioni e i granditurbamenti di alcune delle più grandi protagoniste dell’opera. Presentata per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre 1831, Norma fu accolta inizialmente con quello che lo stesso Bellini definì un “solenne fiasco”, salvo poi affermarsi proprio grazie a quegli elementi di modernità che l’hanno resa un capolavoro tra i più celebri del repertorio italiano.

A Elena Barbalich si affianca un cast creativo e artistico di grandi professionisti, a partire da Tommaso Lagattolla, responsabile scene e costumi e Marco Giusti, responsabile luci. Il title role è affidato al soprano Martina Gresia, appena venticinquenne. L’altro ruolo femminile, quello altrettanto impervio di Adalgisa, viene affidato ad Asude Karayavuz, mezzosoprano di origini turche che si confronta con il personaggio generoso, ma colmo di incertezze e di paure che Bellini disegna nella sua partitura. Pollione, proconsole romano, è cantato da Antonio Corianò, tenore ormai affermato nei maggiori palcoscenici italiani e spagnoli che dà vita alpersonaggio del dramma forse più tormentato, dapprima cinico artefice di inganni e malefatte, infine pentito al cospetto di Norma. Il padre della protagonista, Oroveso, è interpretato da Alessandro Spina, già assiduo frequentatore del repertorio belliniano, ma al debutto nel ruolo. I comprimari, Flavio e Clotilde, hanno come interpreti Raffaele Feo e Benedetta Mazzetto. A dirigere musicalmente l’Orchestra de I Pomeriggi Musicali è chiamato Alessandro Bonato, giovanissimo direttore principale della FORM e vincitore – a soli 23 anni – del 3° Premio assoluto della prestigiosa “The Nicolai Malko Competition for young conductors 2018”, autore di un brillantissimo principio di carriera all’insegna della musica sinfonica e delle partecipazioni a importanti festival operistici che ne hanno decretato la stoffa del grande talento.

A completare la produzione, il coro di OperaLombardia diretto dal Maestro Massimo Fiocchi Malaspina, direttore di diversi cori polifonici e di voci bianche, tra cui le Voci del Mesma e i Piccoli Cantori di San Marco.

Anche per Norma, come per tutti i titoli della Stagione Opera e Balletto 2022, sarà attivo il progetto OPEN – Il Grande accessibile, nato presso la Fondazione del Teatro Grande di Brescia nel 2017 grazie alcoordinamento della Prof.ssa Elena Di Giovanni dell’Università degli Studi di Macerata. Il progetto ha come obiettivo quello di avvicinare i disabili sensoriali (visivi e uditivi) alle attività di spettacolo e al teatro attraverso l’utilizzo di audiodescrizioni, itinerari multisensoriali e materiali di approfondimento che siano di ausilio per la comprensione delle rappresentazioni. Sulla base dell’importante esperienza maturata a Brescia, la Fondazione del Teatro Grande realizzerà quest’anno il progetto OPEN anche in alcuni teatri del Circuito OperaLombardia (nello specifico, il Teatro Sociale di Como e il Teatro Ponchielli di Cremona) in occasione della rappresentazione di La Traviata di Giuseppe Verdi.

Il progetto OPEN prevede per Norma un percorso multisensoriale aperto a sordi e ciechi domenica mattina 2 ottobre alle ore 11.00. Per il matinée delle 15.30 sarà attivo il sistema Mobile Connect di Sennheiser che consentirà di poter usufruire dell’ascolto assistito per non udenti e dell’audiodescrizione per non vedenti. È possibile prenotarsi alle attività del progetto OPEN scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

La Fondazione del Teatro Grande ringrazia Intesa Sanpaolo, partner istituzionale della Stagione Opera e Balletto 2022.

BIGLIETTERIA E MODALITÀ DI ACCESSO

I biglietti per gli spettacoli sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Grande e sui siti teatrogrande.it e vivaticket.com. Si ricordano gli orari di apertura della Biglietteria del Teatro Grande: dal martedì al venerdì dalle 13.30 alle 19.00 e il sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.00; chiusura domenica, lunedì e festivi a eccezione dei giorni di spettacolo.

Per evitare code e assembramenti il Teatro sarà accessibile al pubblico a partire da un’ora prima dell’inizio di ogni rappresentazione. Raccomandiamo agli spettatori di presentarsi presso il Teatro non oltre i 30 minuti precedenti l’orario d’inizio dell’evento.

SERATA INAUGURALE (30/09)

 

 

 

 

BIGLIETTI

INTERO

UNDER30

OVER65

UNDER 18

Platea - Palchi I-II-III ordine

€ 90,00

€ 35,00

€ 75,00

€ 15,00

I^ Galleria e Palchi IV ordine

€ 50,00

€ 24,00

€ 40,00

 

II^ Galleria

€ 25,00

€ 15,00

€ 20,00

 

ALTRE RECITE (02/10)

 

 

 

 

BIGLIETTI

INTERO

UNDER30

OVER65

UNDER18

Platea - Palchi I-II-III ordine

€ 60,00

€ 35,00

€ 48,00

€ 15,00

I^ Galleria e Palchi IV ordine

€ 35,00

€ 24,00

€ 30,00

 

II^ Galleria

€ 20,00

€ 15,00

€ 15,00

 

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NOTE DEL DIRETTORE

Testo di Alessandro Bonato

Nel momento in cui si affronta una partitura come Norma ci si rende subito conto di essere di fronte ad una pietra miliare del repertorio operistico, nonché, a mio avviso, ad una delle opere più complesse in assoluto.

E la complessità deriva dal fatto che Norma non è chiaramente catalogabile e inscrivibile in un preciso contesto semantico. Essa è infatti una sorta di congiunzione tra un “prima” e un “dopo”: richiama per molti aspetti la nitidezza della scrittura e della forma tipiche del periodo classico, ma allo stesso tempo evoca la forza drammatica (il pianto su tutto) e lo spirito di guerra, ribellione e vendetta che ritroveremo in autori come Verdi o Puccini.

Ho riflettuto molto a fondo su tre aspetti principalmente.

Il primo è la quasi totale assenza di tempi lenti: ci sono, infatti, solo due “Largo” in tutta l’opera, quasi a voler indicare un’azione drammatica vorticosa, come a non voler prendere fiato, dove non si ha il tempo di somatizzare un avvenimento che subito ne accade un altro a destabilizzare. Una sorta di turbinìo emozionale nel quale si entra all’inizio e si esce solo alla fine, senza respiro.

Il secondo aspetto è la meticolosità con cui Bellini descrive le agogiche; abbiamo infatti almeno sette tipi di “allegro”: assai, moderato, molto, marziale, maestoso, agitato, agitato assai (che è anche l’indicazione più frequente nell’opera assieme al “moderato”, anch’esso puntualmente differenziato in grave, sostenuto, sostenuto assai, marcato, ecc…). Questo mi fa pensare che, in questo vortice drammatico e pur nella velocità, ogni affetto deve essere ben distinto da quello precedente e successivo: ogni azione deve necessariamente avere il proprio pathos, specifico e univoco.

Il terzo punto che mi ha colpito è l’uso delle tonalità, in particolare quella maggiore, universalmente riconosciuta come solare, allegra, vivace. Bellini usa la tonalità maggiore in momenti dove non mi sarei mai aspettato, ricchi di negatività, di barbarie, di menzogna, come a voler indicare che, sotto sotto, in una azione spregevole c’è sicuramente chi soffre, ma anche chi, nell’averla compiuta, ne guadagna qualcosa (o almeno così pensa).


NOTE DI REGIA

Testo di Elena Barbalich

La donna è di solito piena di paura, e inadatta alla lotta e repugna alla vista di un’arma; ma se offesa nei suoi diritti di sposa, non c’è altro cuore più del suo assetato di sangue.”

Euripide, Medea

Nell’affrontare la creazione della messinscena di Norma, ho individuato nell’opera un possibile punto di passaggio, che trasporta l’opera dalla dimensione classica a quella romantica, dove il rogo finale rappresenterebbe un punto di non ritorno. Il dato notevole risulta la data: 1831. Il melodramma di Bellini sembra quasi concentrarsi su di un passaggio significativo, quello che fa confluire un mondo ancora legato al gusto neoclassico in una dimensione a mio avviso potentemente romantica.

Temi, caratteri, stili apparentemente antitetici, trovano in quest’opera la loro collocazione perfetta nell’assunto drammaturgico in cui una popolazione celtica, i galli, si trova dominata dalla colonizzazione romana. In questo contesto i due protagonisti Norma e Pollione, appartenenti alle due gens nemiche, si uniscono in una relazione dal carattere estremamente passionale e tormentato.

Interessante è la fonte di derivazione: Norma ou l’infanticide di Soumet, tragedia dalle tinte foschissime, in cui la protagonista è sempre descritta con gli occhi sbarrati in uno stato di perenne concitazione che alla fine la condurrà alla pazzia e all’infanticidio. Norma è quindi una sorta di Baccante, una furiosa Medea, apparentemente diversa dal carattere del personaggio di Bellini che, in linea con Felice Romani, voleva stemperare i toni fortemente chiaroscurali di Soumet. In realtà, ad un più attento ascolto e ad una più oculata analisi del personaggio, mi è parsa evidente la forza prorompente del carattere della sacerdotessa, in tutte le innumerevoli sfaccettature delle sue reazioni emotive e in tutte le sfumature dei suoi stati psichici. Il personaggio sembra ardere in una condizione di tormento costante, eccezione fatta per il momento sacrale e celebrativo di “Casta Diva”, quando, investita dal suo ruolo di sacerdotessa druidica, sembra pararsi in una dimensione di iconica compostezza. Non è un caso che si tratti della prima apparizione del personaggio, che già nella cabaletta contraddice il carattere appena scolpito classicamente in un’immagine di immobile ed imperitura bellezza. Norma è peccatrice, vendicativa, tradita e traditrice, madre fedifraga ed eccessiva in tutte le sue manifestazioni. Sembra del tutto imprevedibile e tutta la tensione del dramma è determinata dall’oscillazione tra i suoi propositi spesso nefasti e le sue azioni reali.

Il personaggio è sempre infatti sospeso sull’abisso del colpo di scena, che alla fine invece verrà attuato inaspettatamente da Pollione, tenore antieroico e per questo anomalo nel panorama operistico del tempo. Trovo quindi appassionante il modo in cui Bellini, sempre strenuamente fedele alla ricerca della bellezza della scrittura vocale, riesce ad innervare tutta l’opera di un fuoco di passioni brucianti, che non a caso conflagreranno nel rogo finale, in cui anche il seduttore nemico e tutto il suo mondo verranno divorati.

Di fatto Norma è un’opera quasi intimistica, concentrata su scene densissime a due o a tre, dove si creano situazioni di grande intensità emotiva, per cui Felice Romani denominava l’opera “tragedia lirica”. Sembra quindi interessante l’assonanza del dramma con le forti tinte di antiche tragedie quali Medea e il suo essere al contempo immersa in un’atmosfera che sembra lasciare ampio spazio all’immaginario romantico. Mi ha colpito il fatto che la vicenda si svolga nel mondo druidico, pervaso di esoterismo e di una concezione animistica della natura, a cui fa da contraltare la presenza di una dominazione romana tanto potente quanto invisibile. In effetti, nonostante la colonizzazione del territorio gallo sia un potentissimo dato di fatto dell’assunto drammaturgico, nell’opera, a parte la sparuta apparizione di Flavio che accompagna il protagonista, non c’è traccia del popolo nemico, se non attraverso efficacissimi effetti fuoriscena, come se tutto venisse percepito dall’interno delle segrete radure dove i galli si riuniscono per celebrare i loro riti magici. Ho percepito quest’assenza come un’incongruenza, memore della prima Norma in cui ho lavorato come assistente alla regia in Arena di Verona, in cui il grandissimo Herzog aveva disseminato le scalinate dell’anfiteatro di decine di coorti romane. Spesso le contraddizioni drammaturgiche risultano stimolanti e sono proprio i controsensi a mettere sulla strada di una possibile chiave di lettura. Tornando quindi alla data e alle scelte coraggiose di Bellini per affacciarsi a nuove possibilità nel campo della composizione operistica (finendo il primo atto con un terzetto e influenzando Wagner nel finale del Tannhäuser, nonché Verdi e il grande melodramma italiano a venire), ho immaginato Norma come un varco, che transita l’opera in una nuova era.

L’amore di Norma ed Adalgisa per Pollione rappresenta per me quasi una lacerante nostalgia nei confronti di una dimensione che sta scomparendo e che permane sulla scena solo in forma di simbolo totalmente svuotato, rappresentando quel mondo classico che aveva dominato con Napoleone, ma che noi ricondurremo astrattamente a possibili evocazioni di altre epoche. La presenza di Roma verrà quindi descritta attraverso una dimensione nera, piatta, ordinata che rappresenta un universo maschile contraddistinto da una linearità fredda e astratta, cercando di far sentire la presenza di quel popolo invasore come residuo di un’estetica ormai languente. L’amore di Pollione per Adalgisa sembra connotarsi emblematicamente come la predilezione verso un’armonia ancora basata sulla grazia e il decoro. A questa si contrapporrà il mondo dei druidi, una dimensione femminile lunare, organica, esoterica, misteriosa, che alla fine fagociterà l’altro mondo in un fuoco che sembra aprire lo spazio di Norma su un cosmo wagneriano di divinità e walchirie. È interessante notare quanto residui della cultura celtica si insinuino a configurare una parte consistente dell’immaginario romantico soprattutto nordico, profondendo tutto il suo fascino nella letteratura europea del tempo. Quell’immaginario deriva dalla trasformazione delle divinità celtiche nel popolo di fate, folletti, gnomi, maghi e streghe che affollano la letteratura fantastica di quel periodo. Norma si trova quindi nella mia interpretazione sul crinale tra queste due dimensioni culturali dell’Ottocento italiano ed europeo, passaggio che intendiamo rappresentare però attraverso la sensibilità del nostro tempo.

Per lo spazio di Norma ho pensato anche all’importanza della maternità connessa al culto della Dea Madre (Ceridwen nella religione celtica, che tra l’altro aveva due figli e si identificava con la luna, per cui Norma in “Casta Diva” sembrerebbe in effetti celebrare il culto di questa divinità) e quindi all’importanza di Norma come madre. L’idea della madre è connessa anche a quella di terra e di natura. Per questo abbiamo caratterizzato il mondo dei Druidi attraverso un’istallazione che rappresenta un’entità affettiva e al contempo biologica, un’essenza incantata e impalpabile, una presenza sovrannaturale, organica, quasi viva, di cui il coro e lo stesso Oroveso sembrano un’emanazione, lungi dall’essere rappresentati come una società descritta realisticamente nella sua complessità gerarchica. Questa materia vivente respirerà con gli eventi rappresentati: un mondo indistinto e corporeo, quello delle passioni di Norma che bruceranno lo spazio rigido di Pollione spalancando il confine dell’opera sul melodramma del futuro. Importante sarà il contrasto tra le scene in cui appare la dominazione romana, come una traccia esangue di un mondo ormai morente e gli spazi adibiti al cosmo druidico, popolato da cerchi, ombre, presenze, organismi semoventi e multiformi, tutto sempre attraverso un gioco d’ombre e di riflessi al tramonto di una civiltà moritura e all’alba di una nuova era.


MERCOLEDÌ 28 SETTEMBRE ORE 17.00

ANTEPRIMA STUDENTI

VENERDÌ 30 SETTEMBRE ORE 20.00 (TURNO A)

INAUGURAZIONE

DOMENICA 2 OTTOBRE ORE 15.30 (TURNO B)

NORMA

TRAGEDIA LIRICA IN DUE ATTI

LIBRETTO DI FELICE ROMANI

DALLA TRAGEDIA “NORMA OU L'INFANTICIDE” DI LOUIS-ALEXANDRE SOUMET

MUSICA DI VINCENZO BELLINI

NORMA LIDIA FRIDMAN

ADALGISA ASUDE KARAYAVUZ

POLLIONE ANTONIO CORIANÒ

OROVESO ALESSANDRO SPINA

CLOTILDE BENEDETTA MAZZETTO

FLAVIO RAFFAELE FEO

DIRETTORE ALESSANDRO BONATO

REGIA ELENA BARBALICH

SCENE E COSTUMI TOMMASO LAGATTOLLA

LUCI MARCO GIUSTI

MAESTRO DEL CORO MASSIMO FIOCCHI MALASPINA

ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI

CORO DI OPERALOMBARDIA

BANDA DI PALCOSCENICO"ISIDORO CAPITANIO" - BANDA CITTADINA DI BRESCIA

COPRODUZIONE NUOVO ALLESTIMENTO

TEATRI OPERALOMBARDIA

TEATRO GRANDE DI BRESCIA •TEATRO SOCIALE DI COMO

TEATRO PONCHIELLI DI CREMONA • TEATRO FRASCHINI DI PAVIA

TEATRO VERDI DI PISA

TOURNÉE NEI TEATRI DI OPERA LOMBARDIA

CREMONA, TEATRO PONCHIELLI 7 E 9 OTTOBRE 2022

COMO, TEATRO SOCIALE 14 E 16 OTTOBRE 2022

PAVIA, TEATRO FRASCHINI 21 E 23 OTTOBRE 2022

ASSISTENTE ALLA REGIA COSTANZA DEGANI • ASSISTENTE ALLE SCENE ANTONELLA VOICU • ASSISTENTE AI COSTUMI DONATO

DIDONNA• MAESTROCOLLABORATORE DI SALA E VOCAL COACH RICHARD BARKER•DIRETTORE MUSICALE DI

PALCOSCENICO MICHELANGELO ROSSI • MAESTRO DI SALA E PALCOSCENICO • ALESSANDRO ZILIOLI • MAESTRO ALLE LUCI

JULIA RAFFO • MAESTRO AI SOVRATITOLI AZZURRA ROMANO • STAGISTE CHIARA MACRÌ, ELENA GIULIA PIOVESAN

FIGURANTI (I DRUIDI) GABRIELE ARGENTINO, CHRISTIAN CELADON, ANDREA GIARETTA, GIULIO MACRÌ, ALESSANDRO MANFREDI,

MARCO MANTOVANI, FILIPPO SANTOPIETRO, MICHELE SPERANZA • FIGURANTI (I FIGLI DI NORMA) MASSIMILIANO CONTI, ENEA

PIOVANI

DIRETTORE DI SCENA MARINA DARDANI • RESPONSABILE TECNICO WALTER BALLINI • CAPO MACCHINISTA SAVERIO MIANITI • MACCHINISTI PAOLO FELICETTI, LISA GUERINI, SIMONE MESSINA, FEDERICO VISCONTI• CAPO ELETTRICISTA PETER DAMIANI• ELETTRICISTI MARCO AMEDANI, GIOVANNI GARBO, IRO SURACI, VERONICA VARESI MONTI• ATTREZZISTA SIMONA MOSCA• SARTE LETIZIA BODINI, GIUSEPPINA CORBARI, DIANA FERRI, TIINA HAEKKINEN• RESPONSABILE TRUCCO GIUSEPPE TAFURI• RESPONSABILE PARRUCCO LUCA OBLACH SEVERINI• TRUCCATRICI E PARRUCCHIERE CRISTINA GRIGGIO, CHIARA RAVANELLI• REALIZZAZIONE SCENOGRAFIA KEIKO SHIRAISHI• COSTUMI NICOLAO ATELIER – VENEZIA• ILLUMINOTECNICA AIRONE SERVICE• TRASPORTI AUTOTRASPORTI LECCESE

I movimenti del coro sono stati creati in collaborazione con gli studenti dell'Accademia di Belle Arti di Venezia: Ethel Alves, Bruno Antonetti, Elia Basso, Davide Maria Di Liberto, Ilaria Federico, Elia Grigolon, Elena Giulia Piovesan, Anna Poletto, Alberto Vianello, Davide Zanatta Thanh Ha.


ALESSANDRO BONATO

Nato a Verona, dal gennaio 2021 Alessandro Bonato è direttore principale della FORM-Orchestra Filarmonica Marchigiana, il più giovane a ricoprire tale ruolo nelle tredici Istituzioni Concertistico Orchestrali italiane. Nel 2022 debutta al Musikverein di Vienna sul podio della Wiener Concert-Verein e allo Sferisterio di Macerata con una produzione del Barbiere di Siviglia che ottiene unanimi ed entusiastici consensi di pubblico e critica. Collabora con solisti quali Sergej Krylov, Stefan Milenkovich, Kyoko Takezawa, Aiman Mussakhajayeva, Enrico Dindo, Massimo Quarta, Benedetto Lupo, Calogero Palermo, Gennaro Cardaropoli, Giuseppe Gibboni, Miriam Prandi, Xavier de Maistre e Christoph Sietzen; orchestre tra cui la Filarmonica della Scala, la Danish National Symphony Orchestra, la Royal Oman Symphony Orchestra, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, i Wiener Concert-Verein, la Filarmonica Toscanini, la CRR Symphony Orchestra, I Pomeriggi Musicali di Milano, l’Orchestra dell’Arena di Verona, la Filarmonica del Festival pianistico internazionale di Brescia e Bergamo, la FORM-Orchestra Filarmonica Marchigiana, l’Orchestra Sinfonica Siciliana, l’ORT-Orchestra della Toscana, l’Orchestra Filarmonica di Benevento. Nel 2018, unico italiano e candidato più giovane ammesso al concorso, vince il terzo premio assoluto al “Nicolai Malko Competition for young conductors” di Copenaghen. Alessandro Bonato inizia lo studio del violino all’età di 11 anni presso il Conservatorio statale di musica Evaristo Felice Dall’Abaco di Verona e, successivamente, si dedica anche a viola, composizione e contrappunto, perfezionandosi poi in viola barocca sotto la guida di Stefano Marcocchi. Studia direzione d’orchestra sotto la guida di Pier Carlo Orizio, Donato Renzetti e Umberto Benedetti Michelangeli, per poi debuttare ufficialmente nel 2013 sul podio dell’orchestra del Conservatorio della sua città. Nel marzo 2016 è chiamato a dirigere Die Zauberflöte di Mozart presso la Royal Opera House Muscat in Oman. Nel marzo 2019 è invitato per la prima volta a Pesaro, nell’ambito delle celebrazioni per il 150° dalla morte di Gioachino Rossini, per dirigere La cambiale di matrimonio; sarà quindi nuovamente ospite del Rossini Opera Festival per concerti fra cui spicca, nell’agosto del 2020, La Petite messe solennelle in omaggio a tutti gli operatori al servizio della collettività e in memoria delle vittime della pandemia da Covid-19. Sempre nel 2019 al Teatro Filarmonico di Verona dirige Gianni Schicchi di Puccini, Il Maestro di cappella e Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa. Nel 2021 debutta a Yerevan, in Armenia, con L’elisir d’amore di Donizetti. Nel settembre2019 è invitato a dirigere la Filarmonica della Scala e, successivamente, è in Perù, a Lima, per un galà lirico sinfonico dedicato ai 500 anni dalla scomparsa di Leonardo da Vinci. È inoltre ospite del Festival pianistico internazionale di Brescia e Bergamo, del Festival Settenovecento di Rovereto, delle Settimane musicali di Ascona.

ELENA BARBALICH

Veneziana, si laurea in Lettere all’Università di Ca’ Foscari con il massimo dei voti con una tesi sulla storia della rappresentazione dell’opera Aida di Giuseppe Verdi al Teatro alla Scala di Milano. Parallelamente segue un corso di recitazione al Teatro all’Avogaria di Venezia e approfondisce la sua formazione musicale con lo studio privato del pianoforte e del canto corale. Comincia a lavorare nel campo del teatro lirico come aiuto regista collaborando con Giorgio Marini e Italo Nunziata nei maggiori teatri italiani quali la Fenice di Venezia, l’Arena di Verona, il Regio di Torino, il Carlo Felice di Genova, il Comunale di Bologna, il San Carlo di Napoli, il Massimo di Palermo. Nel 1998 esordisce nella regia con La Serva Padrona di Giovanni Battista Pergolesi, rappresentata a Milano al Castello Sforzesco e interpretata da Tiziana Fabbricini e dall’Orchestra Verdi diretta da Manlio Benzi. Realizza numerose regie nel campo del repertorio contemporaneo quali Phonophonie di Mauricio Kagel (prima rappresentazione italiana), di cui cura la scelta dei testi letterari per l'edizione discografica, e Die Rätsel von Mozart di Mauro Cardi, Matteo D’Amico, Olga Neuwirth, Fabio Nieder e Betty Olivero (prima rappresentazione assoluta), andata in scena nel febbraio del 1999 al Teatro delle Fondamenta Nuove di Venezia per la Fondazione Malipiero in collaborazione con il Teatro La Fenice. Sempre per il Teatro la Fenice, nel settembre del 2001, mette in scena Per Voce Preparata, spettacolo con musiche di Georges Aperghis, John Cage, Emanuele Casale, Roberto Doati, Mauricio Kagel, Paolo Pachini, Dieter Schnebel, che inaugura la riapertura del Teatro Malibran. A Parigi, all’Auditorium de la Cité des Arts, nel gennaio del 2000, rappresenta Recitations di Georges Aperghis e cura la ripresa di Phonophonie di Mauricio Kagel. Al Festival di Opera Barga mette in scena Il Tribuno di Mauricio Kagel, replicato al Festival di Tourcoing organizzato da Jean Claude Malgoire, in occasione del qualecura anche la ripresa di Die Rätsel von Mozart. Nel 2005, per il Teatro San Carlo di Napoli, cura la regia della prima rappresentazione assoluta dell’opera Garibaldi en Sicile di Marcello Panni con la partecipazione di Luigi Ontani. Nel 2000, come regista, vince uno “Stipendium” della Richard Wagner Stipendienstiftung. Nel campo del repertorio classico realizza diverse produzioni, collaborando quasi esclusivamente con lo scenografo costumista Tommaso Lagattolla, docente all'Accademia di Belle Arti di Bari. Nel 2003 cura la regia di Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni e di Pagliacci di Ruggero Leoncavallo al Teatro Verdi di Salerno e al Politeama di Catanzaro (dicembre 2003). Per gli stessi teatri, l’anno successivo, mette in scena Tosca, aprendo la stagione al Teatro Politeama di Catanzaro. Nel 2006, inaugura la stagione lirica di Salerno con il Macbeth di Verdi, allestimento acquistato dal Teatro São Carlos di Lisbona e ripreso in quel teatro nel 2007 e nel 2015. Nel settembre del 2008 riallestisce Macbeth a La Coruña, nel 2010 al Teatro Calderón di Valladolid e nel 2016 al Teatre Principal di Palma de Maiorca. Nel maggio 2007, cura la riedizione di Tosca per la Fondazione Petruzzelli di Bari con la direzione di Daniel Oren, ripresa nel 2009 per lo stesso teatro sotto la direzione di Renato Palumbo. Nel novembre del 2007, al Teatro Verdi di Sassari, crea la regia de Les Mamelles de Tirésias di Poulenc e de La

Damoiselle élue di Debussy (prima rappresentazione assoluta). Nel settembre 2010, per il Conservatorio Tito Schipa di Lecce, mette in scena Il matrimonio inaspettato di Giovanni Paisiello e, nell'ottobre 2010, al Teatro Petruzzelli di Bari, La Traviata di Verdi. Nel 2011 cura la regia dell'opera Il cappello di paglia di Firenze di Nino Rota in una lunga tournée che coinvolge i teatri Sociale di Como, Ponchielli di Cremona, Opera Giocosa di Savona, Grande di Brescia, Fraschini di Pavia e Sociale di Rovigo, ripresa al Teatro Petruzzelli nel 2014 e nel 2018 al Teatro San Carlo di Napoli. Nell'ottobre 2012, riprende la regia di Tosca, inaugurando le stagioni dei Teatri di Brescia, Pavia e Cremona. Nel 2015, crea un nuovo allestimento de Le Nozze di Figaro di Mozart al Teatro Regio di Torino, trasmesse su Rai5, diffuse in 40 cinema francesi e replicate nel 2018 per la stessa Fondazione. Sempre nel 2015 mette in scena Juditha Triumphans di Vivaldi al Teatro La Fenice di Venezia, trasmessa sulla rete televisiva France2. Nel 2017, crea la regia di Rigoletto di Verdi, rappresentata a Pavia e in tournée a Como, Brescia, Cremona, Bergamo e replicato, nel settembre 2018, all'Opéra de Toulon. Nel febbraio del 2019 realizza la messinscena del Sogno di Scipione di Mozart per il Teatro La Fenice in collaborazione con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia e nell’ottobre dello stesso anno riprende per la settima volta Macbeth al Teatro Fraschini di Pavia e nei teatri del Circuito Lombardo sotto la direzione di Gianluigi Gelmetti. Per il compositore veneziano Paolo Furlani scrive i libretti delle flash-opere Otòno Shirábe e Singin’in the brain da cui è stata tratta una suite, eseguita il 28 settembre 2009 alla Biennale Musica di Venezia.Da dieci anni è docente di Regia all’Accademia di Belle Arti di Venezia.

TOMMASO LAGATTOLLA

Diplomato in Violino al Conservatorio di Bari e in Scenografia all’Accademia di Belle Arti, svolge da molti anni l’attività di scenografo e costumista presso alcuni fra i più importanti teatri italiani e internazionali. Ha collaborato come assistente ai costumi con Pasquale Grossi per il Don Pasquale del Teatro La Fenice (2002) e per La Bohème del Teatro San Carlo (2004); come scenografo e/o costumista, ha lavorato, tra molti altri, ai seguenti spettacoli: Per voce preparata di vari autori contemporanei (La Fenice di Venezia, 2001, regia di Elena Barbalich); Il Trovatore (Opera di Roma, 2004, regia di Paul Curran); Garibaldi en Sicile di Marcello Panni (San Carlo di Napoli, 2005, regia di Elena Barbalich); Macbeth (Ópera da Coruña, 2008; Teatro Calderon di Valladolid, 2010; São Carlos, Lisbona, 2015; Teatro Principal, Palma de Mallorca, 2017, regia di Elena Barbalich); L’isola disabitata (Accademia Chigiana di Siena, 2009, regia di Gianluigi Gelmetti); La Traviata (Accademia Chigiana, 2010, regia di Gianluigi Gelmetti; O Coliseu do Porto, 2013, regia di Eleonora Paterniti); Le Nozze di Figaro (Carlo Felice di Genova, 2014, regia di Marco Spada; Teatro Regio di Torino, 2015, regia di Elena Barbalich); Madama Butterfly (Maggio Musicale Fiorentino, 2015, regia di Fabio Ceresa); Juditha Triumphans (La Fenice di Venezia 2015, regia di Elena Barbalich); Medea in Corinto (Festival della Valle d’Itria, 2015, regia di Benedetto Sicca). Per il teatro Petruzzelli di Bari, ha realizzato le scene e i costumi in molti spettacoli: Didon, 2001, regia di Pier Paolo Pacini, Idomeneo, 2002, regia di Nicolas Trees), I Capuleti e i Montecchi, 2002, regia di Pier Paolo Pacini, Don Giovanni, 2003, regia di Pier Paolo Pacini), Tosca, 2007, 2009, regia di Elena Barbalich, La Bohème, 2008, 2010, regia diBoris Stetka, Scene da Don Pasquale, 2009, regia di Domenico Colaianni, Elisir d’amore, 2009; Il Cappello di paglia di Firenze, 2014, regia di Elena Barbalich, per cui ha ottenuto il GB Oscar Eccellenza dell’Opera 2015 per le scene e per i costumi. Con Andrea Cigni ha realizzato i costumi per La Straniera, Teatro Massimo di Catania; Pia de’ Tolomei, Teatro Verdi di Pisa, Festival dei Due Mondi Usa Charleston; Nabucco, Teatro Regio di Torino; La Fanciulla del West, Teatro Grande di Brescia. Per Cecilia Ligorio cura scene e costumi per A Sweet Silence in Cremona, prima assoluta dell’opera di Roberto Scarcella Perino e Mark Campbell commissionata dal Teatro Ponchielli di Cremona e il Center of Contemporary Opera di New York. Dal 2006 al 2015 cura la direzione degli allestimenti scenici della Fondazione Teatro Petruzzelli, collaborando fra gli altri con Luca Ronconi, Ferzan Ozpetek, Marco Bellocchio, Emma Dante, Gianjni Amelio, Compagnia Bausch, Compagnia Bejart, Mikhaiò Baryshnikov, Compagnia di balletto del Kirov, Compagnia di balletto del Bolshoi. Mario Martone, Eimuntas Nekrosius, Martha Graham Dance Company, Roberto De Simone, Trisha Brown Dance Company. A questo impegno unisce un’attività pubblicistica come studioso di storia del costume pubblicando, tra l’altro, per l’Istituto Poligrafico dello Stato; svolge, infine, un’attività da allestitore museale per il Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti, per le Gallerie degli Uffizi di Firenze di cui è consulente per gli allestimenti vestimentari. È docente di ruolo presso la Cattedra di Costume dello Spettacolo all’Accademia di Belle Arti di Bari. Insegna inoltre costume all’Accademia dell’Opera di Bologna e al Corso di Alta Sartoria dell’Accademia del Teatro Regio di Parma.

LIDIA FRIDMAN

Lidia Fridman è tra i più affermati giovani soprani di oggi nel repertorio del Bel Canto. Attualmente si perfeziona con Paoletta Marrocu. Il suo debutto ufficiale avviene al Festival della Valle d'Itria di Martina Franca, come protagonista di Ecuba di Nicola Manfroce, data in prima esecuzione mondiale in tempi moderni nella nuova produzione di Pier LuigiPizzi, sotto la direzione di Sesto Quatrini. Trasmessa anche in diretta televisiva su Rai5, il successo di pubblico e critica è così vasto e incondizionato da far seguire una serie di prestigiosi inviti e debutti, ulteriori importanti tappe nella sua carriera: Norma alla Monnaie di Bruxelles nella nuova produzione di Christophe Coppens e successivamente al Teatro Regio di Torino con la direzione di Francesco Lanzillotta; Lucrezia Borgia al Teatro Verdi di Trieste con la regia di Andrea

Bernard e al Mupa Festival con la direzione di Andriy Yurkevych; L'Ange de Nisida nel ruolo della protagonista Sylvia al Festival Donizetti di Bergamo, con la regia di Francesco Micheli e la direzione di Jean-Luc Tingaud, che le è valso inoltre la nomina di “Giovane Artista rivelazione dell'anno” agli International Opera Awards 2021. Ulteriore significativo debutto, che ha richiamato attenzione e consenso internazionale, è stato nel 2021 al Teatro Galli di Rimini il ruolo di Mina nell’Aroldo di Verdi, seguito dal debutto come Tat’jana nell’ Evgenij Onegin allo Staatsoper di Hannover e quello come title role de Il segreto di Susanna al Konzerthaus di Berlino. Dopo l’attesa produzione nei Teatri di tradizione di OperaLombardia, che la vedrà ancora una volta protagonista di Norma, debutterà come Lady nel Macbeth di Verdi in una nuova produzione firmata da Pierluigi Pizzi. Lidia Fridman ha compiuto i suoi primi studi musicali e vocali presso l'Accademia Elena Obraztsova di San Pietroburgo, diplomandosi in seguito con il massimo dei voti al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia.

ANTONIO CORIANÒ

Antonio Corianò compie i suoi studi musicali a Parma presso il Centro Universale del Bel Canto e si perfeziona all’Accademia Filarmonica di Bologna; prosegue il proprio percorso formativo avendo come guida il mezzosoprano Dolora Zajick e successivamente il tenore Raul Gimenez. Il suo debutto in teatro avviene nel 2012 con il ruolo di Manrico ne Il Trovatore per il Ravenna Festival dove si fa notare per la particolare bellezza del timbro vocale. Seguiranno altri anni di studio ed importanti esperienze formative che, seppur non in ruoli di primo piano, gli daranno la possibilità di crescere e imparare alla grande scuola del palcoscenico esibendosi nei più importanti teatri italiani sotto la guida di alcune fra le più prestigiose bacchette della musica lirica. Si citano fra gli altri: Macbeth di Verdi al Teatro dell’Opera di Roma diretto da Riccardo Muti, al Teatro del Maggio Musicale di Firenze diretto da James Conlon e al Teatro alla Scala di Milano sotto la guida di Valery Gergiev. La Traviata ancora al Teatro alla Scala diretta da Daniele Gatti, Nabucco e Madama Butterfly al Teatro Petruzzelli di Bari, Attila al Teatro Regio di Parma diretto da Gianluigi Gelmetti. L’occasione per esprimere appieno il proprio talento gliela offre il Ravenna Festival nel 2020, scegliendolo per debuttare il ruolo di don José nella Carmen di Bizet. Al successo di pubblico si affiancano i riconoscimenti della critica che ne elogia lo schietto squillo tenorile e riconosce nella sua emissione la tradizione della tecnica di canto all’italiana. Dotato di una voce dal particolare colore brunito e di una notevole prestanza scenica, dopo il suo recente debutto ne I lombardi alla prima crociata al Teatro de l’Opéra di Monte-Carlo, viene definito dalla stampa francese come “il tenore dalla voce di spada”. Nella passata Stagione è ancora Don Josè in Carmen al Teatro de la Maestranza di Siviglia, Aroldo nell’omonima opera di Giuseppe Verdi nella produzione del Ravenna Festival, debutta il ruolo di Riccardo ne Un ballo in maschera al Teatre Principal de Palma de Mallorca e quello di Rodolfo in Luisa Miller al Teatro di Erfurt. Fra i prossimi impegni si segnala il debutto nel ruolo di Mario Cavaradossi nella Tosca di Puccini al Gran Teatre del Liceu di Barcellona.

ASUDE KARAYAVUZ

Nata ad Istanbul, e laureata al Mimar Sinan Fine Arts University State Conservatory, vince il secondo premio al prestigioso Siemens National Opera Competition a Istanbul. Si perfeziona al Mozarteum Summer Academy dove ha l’occasione di studiare con grandi artisti, come Edith Mathis, Kurt Widmer e Edda Moser. Successivamente studia all’Accademia Teatro alla Scala dove ha l’occasione di perfezionare il repertorio con artisti come Leyla Gencer, Mirella Freni, Luciana Serra, Renato Bruson, Luigi Alva e Vincenzo Scalera. Finalista al sesto Leyla Gencer Opera Contest, le viene assegnato il Grand Prix Leyla Gencer da L’Académie Disque du Lyrique. In Turchia è nominata migliore cantante donna e miglior musicista dell’anno da Andante Magazine. L’elenco dei direttori e registi con cui ha lavorato comprende: Sergio Alapont; Giovanni Antonini; Gürer Aykal; Andrea Battistoni; Giorgio Bernasconi; Jordi Bernacer Valdes; Myung-Whun Chung; Rengim Gökmen; Marco Guidarini; Julian Kovatchev; Vachtang Machavariani; Riccardo Muti; Antonio Pirolli; Renato Palumbo; Giacomo Sagripanti; Nicola Valentini; Alberto Zedda. Antonio Albanese; Recep Ayyılmaz; Arnaud Bernard; Andrea Cigni; Michael Hampfe; Werner Herzog; Yekta Kara; Joseph Franconi Lee; Damiano Micheletto; Timothy Nelson; Emilio Sagi; Giorgio Strehler; Franco Zeffirelli.

ALESSANDRO SPINA

Studia al Conservatorio “Giuseppe Verdi“ di Milano. Debutta all’età di 25 anni con il ruolo di Lunardo ne I Quatro Rusteghi di Ermanno Wolf-Ferrari. Da lì in avanti numerose sono le interpretazioni di ben oltre 50 titoli checomprendono: opere liriche, musica contemporanea, musica sacra e recital. Non poche inoltre sono le collaborazioni con i più grandi registi di fama internazionale: Robert Carsen, Franco Zeffirelli, Peter Stain, Damiano Michieletto, Leo Muscato, Emma Dante, Ferzan Özpetek, Liliana Cavani, Hugo De Ana, Roberto De Simone e molto altri ancora. Inoltre, altrettante sono le collaborazioni con Maestri concertatori di fama internazionale: Riccardo Muti, Daniel Oren, Ottavio Dantone, Marco Armiliato, Zubin Metha, Daniel Harding, Roberto Abbado, Daniele Gatti, Pinchas Steiberg, Juraj Valcuha e molti altri ancora. Nel repertorio operistico vanta un notevole ventaglio di ruoli a cominciare dal Trovatore nel ruolo di Ferrando al Festival di Macerata, al Teatro Petruzzelli di Bari, all’Auditorium Adan Martin di Tenerife poi ancora Don

Alfonso nel Così fan Tutte di Mozart al Teatro San Carlo di Napoli, più di 100 recite nel ruolo di Colline nella Bohème e altrettante nel ruolo di Angelotti nella Tosca di Giacomo Puccini, il Conte Rodolfo nella Sonnambula, Timur nella Turandot, Alidoro nella Cenerentola al Teatro alla Scala e molti altri ruoli. Ha cantato in molti teatri del mondo acominciare dal Teatro alla Scala di Milano ben 12 produzioni, al Teatro La Fenice di Venezia, al Festival dell’Arena di Verona (Arena), al Teatro San Carlo di Napoli, al Teatro Costanzi di Roma, al Teatro Grande di Brescia, al Teatro Ponchielli di Cremona, al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino di Firenze, al Teatro Bunka Kaikan del Giappone, al Teatro di Duisburg, al Teatro Fraschini di Pavia, al Teatro Comunale di Como, e in altri numerosi teatri. In quasi 20 anni di carriera ha il pregio di collaborare con artisti colleghi del calibro di: Placido Domingo, Leo Nucci, Jonas Kaufmann, Salvatore Licitra, Marcelo Alvarez, Anna Netrebko, Ildar Abrazakov, Alessandro Corbelli, Roberto Alagna, Barbara Frittoli, Daniela Dessi e tanti altri ancora. Nei prossimi impegni lo vedremo interprete nella Petite Messe Solennelle di Rossini nella Cattedrale di Ascoli Piceno, in La Traviata e Andrea Chenier a Montercarlo, in Bohème e Otello al Teatro San Carlo di Napoli.

RAFFAELE FEO

Tenore imperiese, si forma al Conservatorio Niccolò Paganini di Genova, finendo gli studi nel 2015 con il massimo dei voti. La sua formazione continua negli anni al “Santa Cecilia Opera Studio”, all'Accademia di Alto Perfezionamento del “Festival Pucciniano” di Torre del Lago, all'Accademia “Rodolfo Celletti” di Martina Franca e infine nel 2019 partecipa all'Accademia di “Alto Perfezionamento Lirico e avvio alla Carriera” del Teatro “L. Pavarotti-M. Freni” di Modena, studiando tra gli altri con docenti come Prina, Scotto, Vandi, Lemmo, D'Aleo, Scalchi. La sua versatilità vocale e spiccata musicalità gli permettono di cimentarsi in vari repertori: dal sacro al profano, dalla musica da camera al melodramma, dall'oratorio del '600 a composizioni moderne e contemporanee. Negli ultimi anni Raffaele Feo vince l’XI concorso internazionale di Musica Barocca e studi Musicologici “Principe Maria Ruspoli” e nell'autunno 2021 vince il concorso internazionale di musica sacra “Let's Sing Oratorio” grazie al quale si esibirà prossimamente in Europa con una selezione di Messiah e Israel in Egypt di Georg Friedrich Handel. Raffaele interpreta diversi ruoli nelle stagioni liriche dei teatri di Savona, Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Ravenna, Rimini, Reggio Calabria, Udine, Lucca, Roma. Nel 2019 canta al Teatro La Fenice di Venezia e all'Auditorium Pollini di Padova nel Rondò Arlecchinesco di Ferruccio Busoni e per il Festival '900 del Teatro Comunale di Bologna ne La Giara di Alfredo Casella, direttore Maestro Maurizio Angius. A dicembre dello stesso anno interpreta il ruolo del protagonista nell'opera contemporanea La Notte di Natale di Alberto Cara nei teatri di Savona e Modena. Nel 2020 e nel 2021 si esibisce al Teatro dell'Opera di Roma in La Zaide di Wolfgang Amadeus Mozart, direttore Maestro Daniele Gatti, regia Graham Vick e in Madama Butterfly, direttore Maestro Donato Renzetti, regia Alex Ollè. Nella stagione '21/'22 Raffaele interpreta il ruolo di Don Carlo nell'Ernani di Giuseppe Verdi per il Teatro Municipale di Piacenza, Teatro Comunale di Ferrara e Teatro Valli di Reggio Emilia, direttore Maestro Alvise Casellati, regia Gianmaria Aliverta. A luglio 2022 è Brighella nell'opera rara di Pietro Mascagni/Luigi Illica Le Maschere, direzione Maestro Jacopo Brusa, regia Giulio Ciabatti, raccogliendo ampio consenso di pubblico e critica per le sue doti attoriali e vocali.

BENEDETTA MAZZETTO

Nata nel 1994, si avvicina alla musica all’età di sei anni, con lo studio del pianoforte. All’età di quindici anni intraprende privatamente lo studio del canto lirico. Nel 2016 viene ammessa al Conservatorio di Como dove, sotto la guida del Maestro Alessandra Ruffini, consegue la Laurea Triennale e la Laurea Magistrale. Nel 2021-2022 è fra gli studenti dell’Accademia di Perfezionamento del Teatro Comunale di Bologna. È fra i finalisti di numerosi concorsi, vincendo nel 2020 il premio “Ars Magna by Omina Romana” all’XI Concorso Lirico Internazionale di Ravello e, nel 2022, la categoria Voci Emergenti del 73esimo concorso AsLiCo e il Premio “Rapallo Opera Festival” all’VIII Concorso Lirico Internazionale di Portofino. Partecipa a numerosi concerti su territorio nazionale ed internazionale, spaziando dal repertorio barocco a quello contemporaneo. Nel 2018 interpreta Aristofane nell’opera barocca La pazienza di Socrate con due mogli di Antonio Draghi al Teatro Ponchielli di Cremona. Nel 2019 riveste il ruolo di Mary in Due Ragazzi Perbene di Lorenzo Casati. Nell’estate 2021 è Carmen Gloria in Colloquio col Tango di Raffaello de Banfield e Paola Isoscele in Procedura Penale di Luciano Chailly. Nella stagione 2021-2022 è Balena/Madre in Acquaprofonda di Giovanni Sollima, in cartellone al Teatro Sociale di Como, al Teatro Ponchielli di Cremona, al Teatro Valli di Reggio Emilia, al LAC di Lugano, al Teatro Carcano di Milano, all’Horcynus Festival di Messina. Nel 2022 intepreta Mrs Nolan in The Medium di Gian Carlo Menotti al Teatro Grande di Brescia e Mrs Herring in Albert Herring di Benjamin Britten al Teatro Wielki di Poznań.

MARTINA GRESIA

Nata a Roma nell’agosto del 1997, inizia giovanissima gli studi musicali con il Maestro Massimiliano Damato e studia canto lirico col soprano Nunzia Santodirocco. A soli 19 anni vince il Primo Premio Assoluto nei concorsi lirici internazionali “Jole De Maria” e “Ottavio Ziino”; l’anno successivo si aggiudica il Terzo Premio al concorso lirico internazionale “Voci Verdiane città di Busseto”. È selezionata dalla Fondazione Pavarotti, con la quale collabora attivamente dal dicembre 2017. Nel 2018 frequenta una masterclass con il baritono Luca Salsi e il direttore d’orchestra Donato Renzetti. Il 26 agosto 2018 fa il suo debutto assoluto all’Arena di Verona nell’ambito della Verdi Opera Night diretta dal Maestro Andrea Battistoni, con la regia di Stefano Trespidi. Nel gennaio 2019 debutta come Mimì ne La Bohème di Giacomo Puccini al Teatro Goldoni di Livorno diretta dal Maestro Gianna Fratta con la regia di Bruno Ravella ripresa da Joao Carvalho Aboim. Frequenta l’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti” e debutta il ruolo di Teona nell’Ecuba di Nicola Antonio Manfroce, al 45° Festival della Valle d’Itria, diretta dal Maestro Sesto Quatrini, con la regia di Pierluigi Pizzi. Nel settembre 2020 debutta nel ruolo di Adina nell’Elisir d’Amore di Donizetti al Teatro Petruzzelli di Bari, diretta dal Maestro Michele Spotti, con la regia di Victor García Sierra. Torna, nel settembre 2021, al Teatro Petruzzelli di Bari per debuttare il ruolo di Donna Anna nel Don Giovanni di Mozart, diretta dal Maestro Sascha Goetzel con la regia di Giorgio Ferrara. Nel Febbraio 2022 vince il Concorso Lirico Internazionale AsLiCo, presso il Teatro Sociale di Como, con una giuria d’eccezione presieduta da Dominique Meyer, per il ruolo di Donna Anna nel Don Giovanni. Nel Marzo 2022 debutta al Teatro Lirico di Cagliari, con il ruolo di Adina nell’Elisir d’Amore, diretta dal Maestro Roberto Gianola, con la regia di Michele Mirabella. Debutta nell’agosto 2022 il ruolo di Alice Ford nel Falstaff di Giuseppe Verdi, con Bryn Terfel nel ruolo del titolo, accompagnati dall’Orchestra della Magna Grecia diretti dal Maestro Gianluca Marcianò.

VETA PILIPENKO

Nata a Celjabinsk, Federazione Russa, nel 2012 si laurea all'Università delle arti teatrali di Mosca. Dopo gli studi continua la sua carriera come cantante lirica al Teatro da Camera Pokrovskij e al Teatro accademico musicale di Mosca, dove debutta in alcuni ruoli del repertorio classico e in alcune opere contemporanee. Nel 2016 si diploma in canto lirico presso il Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze. Tra il 2015 e il 2016 è membro dell’Accademia Maggio Musicale Fiorentino. Collabora con i teatri d’Opera di Cagliari, Firenze, Parma, Reggio Emilia, Bergamo, Catania, Trieste, Parigi, e con la NDR Radiophilharmonie. Gli ultimi impegni includono performance al Festival Verdi a Parma, a Reggio Emilia, a Trieste, a Firenze sotto la direzione di Zubin Mehta, in occasione dell’apertura della Stagione del Teatro Regio di Parma sotto la direzione di Michele Mariotti, presso l’ABAO Bilbao Opera e l’Hessisches Staatstheater Wiesbaden.