Pappano dirige Strauss

Uno dei massimi capolavori del teatro musicale del Novecento, l'Elektra di Richard Strauss: è l’opera - proposta in forma di concerto e diretta da Sir Antonio Pappano _ che apre la nuova stagione dell'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e che Rai Cultura propone martedì 18 ottobre alle 20.30 in diretta su Rai 5 e Radio3. 
La tragedia in un unico atto su libretto di Hugo von Hofmannsthal arriva per la prima volta in un cartellone ceciliano e per lo stesso Pappano si tratta di un debutto. Protagonisti sul palco il soprano lituano Ausrine Stundyte nel ruolo di Elektra, che ha già interpretato al Festival di Salisburgo del 2020 e 2021, Elisabet Strid in quello di Crisotemide, Petra Lang (Clitennestra), Neal Cooper (Egisto), Kostas Smoriginas (Oreste), Nicolò Donini (Il precettore di Oreste); le parti delle cinque ancelle saranno sostenuti da Ariana Lucas, Anne Schuldt, Monika-Evelin Liiv, Katrin Adel e Alexandra Lowe, mentre il coro dell'Accademia di Santa Cecilia sarà istruito da Piero Monti. 
Dopo il trionfale successo ottenuto nel 1905 con la Salome, soggetto ritenuto all’epoca “immorale”, Richard Strauss si mise in cerca di un nuovo testo da mettere in musica. "Comprendendo subito che se ne poteva trarre uno splendido libretto" scelse il soggetto sofocleo dell’Elektra, che aveva visto in scena nel 1903 a Berlino nella versione “riscritta per le scene tedesche” da Hugo von Hofmannsthal, poeta e drammaturgo austriaco, con il quale collaborò fino alla precoce morte dello scrittore (1874-1929), creando capolavori quali il Rosenkavalier, Ariadne auf Naxos, Die Frau ohne Schatten, Die ägyptische Helena e Arabella. Dopo Salome, dunque, ancora un atto unico, ancora una figura femminile divorata da una grande sensualità e dalla sete di vendetta (questa volta per Agamennone, il padre ucciso per mano della moglie Clitennestra e del concubino Egisto), e ancora una risoluzione traumatica, con la morte di Elettra stroncata durante la danza finale. Hofmannsthal interpretò così la sua opera: "In Elektra il problema centrale è l'azione e il rapporto con l'azione; un crimine viene espiato per mezzo di un altro crimine, e quest'espiazione è imposta ad una creatura che è condannata due volte ad andare verso la catastrofe: in quanto individuo si considera capace, in quanto donna si considera incapace di compiere quell’atto", e in una lettera inviata a Strauss il 6 aprile del 1906 descrisse “l’impasto cromatico” del suo dramma come una “mescolanza di notte e luce, nero e chiaro” – e il colore strumentale vi corrisponde perfettamente. 
La première dell’Elektra ebbe luogo il 25 gennaio 1909 al Königliches Opernhaus di Dresda con la direzione di Ernst von Schuch, ma "il successo della ‛prima’ – ricordò in seguito Strauss – non fu altro che un successo di stima”. In seguito, rientrò saldamente in repertorio e oggi è al quarto posto fra le opere più rappresentate del compositore monacense e tra i massimi esiti del teatro di Strauss.