Elisabetta I, rivoluzioni e Monica Vitti

DOMENICA 29/01/2023

Orrore bianco. La campagna di Russia (Battaglia Nikolajewka_26/01/1943)

Un bilancio della campagna di Russia condotta da Mussolini, all’interno dell’operazione Barbarossa, il grande piano di invasione dell’Unione Sovietico portato avanti dal luglio 1941 dalla Germania Nazista. Un’analisi proposta da “Orrore bianco. La campagna di Russia”, in onda domenica 29 gennaio alle 19 su Rai Storia in occasione dell’anniversario della battaglia di Nikolajewka, combattuta dagli Alpini il 26 gennaio 1943. Lo Speciale ricostruisce l’inizio dell’epopea della ritirata delle divisioni italiane, anche grazie alle testimonianze di reduci che ricordano la follia, il dolore, la fame e il freddo mortale che contrassegnò quella prova inumana, nata da un delirio di onnipotenza e culminata nel disastro dell’Armir, l’armata italiana in Russia. Il racconto dell’orrore bianco, come un orizzonte tra la morte e la salvezza lontana.

Passato e presente Marcel Proust e il suo tempo

Figlio dell’alta borghesia parigina, Marcel Proust nasce il 10 luglio 1871 ad Auteuil, nella periferia di Parigi. A lui è dedicato l’appuntamento con “Passato e Presente”, in onda domenica 29 gennaio alle 20.30 su Rai Storia. In studio con Paolo Mieli, il professor Lucio Villari.

Al liceo, il giovane Marcel scopre la vocazione letteraria e frequenta gli esclusivi salotti parigini. È qui che Proust impara a guardare con occhio critico la realtà sociale in cui è immerso, analizzando virtù e bassezze umane, in un periodo, quello di fine secolo, ricco di grandi cambiamenti culturali. È un Proust che vive profondamente il suo tempo, lacerato dallo scandalo dell’Affare Dreyfus e dallo scoppio della Prima guerra mondiale, un evento che influenzerà il suo monumentale romanzo: “Alla ricerca del tempo perduto”. 

Binario cinema La promessa dell’alba

Dalla difficile infanzia in Polonia alla carriera da aviatore in Africa durante la Seconda Guerra mondiale, passando per l'adolescenza a Nizza: è la straordinaria vita di Romain Gary che Eric Barbier racconta nel film con Charlotte Gainsbourg, Pierre Niney, Didier Bourdon “La promessa dell’alba”, in onda domenica 29 gennaio alle 21.10 su Rai Storia.

Il suo impulso a vivere mille vite, a diventare un grande uomo e un celebre scrittore è merito di Nina, sua madre. Sarà proprio il folle amore di questa donna, possessiva ed eccentrica, che lo porterà a diventare uno dei più grandi romanzieri del ventesimo secolo.

LUNEDI’ 30/01/2023

Passato e presente Elisabetta I, l’ultima Tudor

Il rinascimento inglese è incarnato dalla grande figura della regina Elisabetta I ricordata come la sovrana più celebre della storia britannica. Eppure, essendo la minore di due figlie nate da Enrico VIII, non avrebbe mai dovuto essere regina. A “Passato e Presente”, in onda lunedì 30 gennaio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Paolo Mieli e la professoressa Valentina Villa tratteggiano il ritratto di Elisabetta I, l’ultima Tudor.

Il matrimonio dei suoi genitori, annullato prima dell'esecuzione di sua madre Anna Bolena, dichiara Elisabetta illegittima. La nascita del fratellastro Edoardo nel 1537 rende le sue prospettive di ereditare il trono ancora più remote. E invece, nel 1559 la giovane Tudor è incoronata regina di Inghilterra e Irlanda accompagnata da un’ondata di gioia popolare. Considerata dalla maggior parte dell'Europa cattolica come un'usurpatrice eretica e illegittima, fin dall'inizio Elisabetta I è accerchiata da molti avversari. La più agguerrita è la cugina Maria Stuart, nonché regina di Scozia, che rivendica il diritto della corona inglese e che sarà una spina nel fianco di Elisabetta per quasi 30 anni. Austera e ieratica, Elisabetta, la Regina Vergine, ricambia l’amore dei suoi sudditi dedicando la propria esistenza all’Inghilterra: non si sposerà mai e regnerà per 45 anni. Il suo lungo regno è stato testimone di una serie di risultati notevoli: un nuovo insediamento religioso, l'espansione all'estero, grandi vittorie militari come quella contro l'Invincibile Armada di Filippo II di Spagna e una fioritura della vita culturale rappresentata nel teatro di Shakespeare. Non c'è da stupirsi che la sua epoca sia stata descritta come l'"età d'oro".

Regina viarum. Via Appia nella storia

In occasione della presentazione del dossier di candidatura della Via Appia antica per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco, uno speciale realizzato da Rai Cultura, in collaborazione con il Ministero della Cultura, racconta la storia della più antica “via publica” del nostro Paese. E’ “Regina Viarum”, in onda lunedì 30 gennaio alle 21.10, in prima visione su Rai Storia

L’Appia, la regina viarum, ha collegato Roma con l’Italia del sud e con l’oriente attraversando i territori delle attuali quattro regioni del Lazio, la Campania, la Basilicata e la Puglia. Milioni di uomini hanno percorso nel tempo i circa 550 chilometri che collegano Roma a Brindisi: soldati, commercianti, crociati, pellegrini, pastori, filosofi e schiavi. È la prima autostrada dell’antichità costruita a tappe a partire dal 312 a.C.

Una strada a doppia carreggiata ideata per unire i grandi centri strategici. Realizzata con diverse pavimentazioni e dotata di ponti colossali e viadotti che rappresentano le più alte opere di ingegneria prodotte dalla civiltà romana.

Per la sua efficienza e durevolezza è diventata il modello con cui i Romani hanno costruito tutte le strade.

La via Appia è stata un elemento determinante nella creazione di nuovi paesaggi, sia urbani che naturali, in continua evoluzione. Attorno ad essa sono stati organizzati i terreni agricoli, i villaggi suburbani, la canalizzazione delle acque attigue al percorso.

Fin dal Rinascimento studiosi ed artisti hanno riconosciuto il valore storico-culturale della strada e dei suoi monumenti rendendola un simbolo di civiltà.

Lungo il suo tracciato si trovano monumenti funerari, chiese, ville e opere d’arte, un patrimonio culturale protagonista di una importante storia di ricerca coronata da nuovi studi, scavi archeologici e indagini scientifiche, e di un esemplare percorso di tutela e valorizzazione che ha visto, negli ultimi anni, la realizzazione di restauri e la creazione di nuovi parchi archeologici.

A raccontare questa storia lunga e stratificata sono Lorenzo Quilici docente di topografia antica, Stefanella Quilici Gigli docente di topografia antica, Alfonso Santoriello docente di archeologia dei paesaggi, Giuseppe Ceraudo docente di topografia antica, Maria Grazia filetici architetto e Giuliana Tocco archeologo.

Italia. Viaggio nella bellezza La scuola di Atene. L'archeologia italiana nell'Egeo

La storia della Scuola Archeologica Italiana di Atene e quella dell’archeologia italiana in Grecia: la racconta “Italia: viaggio nella bellezza”, il programma prodotto da Rai Cultura in collaborazione con il Mibact con lo speciale “La scuola di Atene. L'archeologia italiana nell’Egeo” in onda lunedì 30 gennaio alle ore 22.10 su Rai Storia. Fondata ad Atene nel 1909, alcuni anni dopo le analoghe istituzioni create da Inghilterra, Francia, Stati Uniti e Germania, la Saia ha attraversato tutto il secolo scorso, e ha rappresentato non solo una delle scuole più prestigiose dove si sono formati i principali archeologi italiani del secolo scorso, ma anche un’istituzione le cui vicende storiche offrono un osservatorio privilegiato per comprendere il contesto storico, politico e diplomatico dell’Italia nel Mediterraneo. Un viaggio nelle due principali isole dell’Egeo dove hanno scavato, e ancora scavano, gli archeologi italiani della scuola. Creta, culla della civiltà minoica, una delle più antiche civiltà avanzate d'Europa, dove l’archeologia italiana ha scavato il sito minoico di Festòs, la villa minoica e poi micenea di Haghia Triada, e la città greca e poi romana di Gortina. E Lemno, isola dell’Egeo settentrionale, al confine tra Grecia e Turchia, dove gli scavi archeologici della Saia, iniziati negli anni ’30 del Novecento, hanno portato alla luce la città di Efestia, e l’importante città preistorica di Poliochni, intimamente collegata dal punto di vista culturale con Troia, ma più antica e assai più vasta della città raccontata da Omero, non inferiore ad essa per civiltà e ricchezza. 

Un itinerario tra il passato, raccontato attraverso i documenti dell’Archivio Storico della Scuola di Atene, e il presente della ricerca archeologica italiana in Grecia, con le riprese degli attuali scavi degli allievi della Scuola e delle varie università italiane impegnate a Creta e a Lemno. Tra i “testimoni” del racconto: Emanuele Papi, direttore della Saia; Emanuele Greco, ex direttore; Louis Godart, archeologo; Paola Pelagatti, archeologa e accademica dei Lincei; Carmelo Di Nicuolo, archeologo; Carlo De Domenico, archeologo; Riccardo di Cesare, archeologo, Università di Foggia; Ilaria Caloi, archeologo, Università Ca’ Foscari di Venezia; Roberto Perna, archeologo, Università di Macerata.

MARTEDI’ 31/01/2023

Passato e Presente Mario Tobino, psichiatra e poeta

Nel 1953 esce nelle librerie “Le libere donne di Magliano”, un romanzo che descrive con un linguaggio a tratti lirico, eppure dolorosamente realistico, le condizioni di vita all’interno di un manicomio. L’autore, Mario Tobino, è uno psichiatra che dal 1942 vive e lavora all’Ospedale Psichiatrico di Maggiano, nei pressi di Lucca. Ne parlano Paolo Mieli e la professoressa Valeria Babini a Passato e presente nel nuovo appuntamento in onda martedì 31 gennaio alle 13.15 su Rai3 e alle ore 20.30 su Rai Storia. Ha scelto la dimensione letteraria per rompere il silenzio che negli anni ’50 circonda i temi della follia e della reclusione manicomiale. Il percorso professionale di Tobino e la sua passione per la scrittura si incontreranno ancora negli anni successivi, quando racconterà i momenti fondamentali della storia dell’assistenza psichiatrica: dalle nuove opzioni terapeutiche seguite alla scoperta degli psicofarmaci, allo sviluppo del movimento eterogeneo e composito che negli anni ‘60 e ‘70 metterà in discussione l’istituzione stessa del manicomio.

Hitler e l’ossessione della Russia Da Stalingrado a Berlino

Dopo gli iniziali successi della campagna contro i Sovietici, l’offensiva tedesca si ferma a Stalingrado. E tutto cambia. Lo racconta il secondo episodio della serie “Hitler e l’ossessione della Russia”, in onda martedì 31 gennaio alle 21.10 su Rai Storia, con l’intervento introduttivo e conclusivo della storica Maria Teresa Giusti. La resistenza russa ribalta la situazione, con l’aiuto del "Generale Inverno": i sovietici respingono gli invasori, riconquistano i territori perduti e marciano fino a Berlino, facendo sventolare falce e martello sul Reichstag. A tutto questo sarebbe seguita la spartizione di Berlino, preparando la scena per la Guerra Fredda e per 50 anni di dominio comunista nell'Europa orientale.

La guerra segreta Il vero James Bond

Si chiamava Dusan Popov e, quasi certamente, era lui il vero James Bond. Pare che Ian Fleming, a conoscenza delle storie che si raccontavano sul suo conto, lo abbia incontrato persino in un casinò nel 1941. Utilizzando i file rilasciati di recente su Popov (ora resi disponibili dai servizi segreti), “La guerra segreta”, in onda su Rai Storia martedì 31 gennaio alle 22.10, racconta le missioni del primo, vero Bond che con l’eroe dei romanzi di Fleming, e successivamente dei film, condivideva la stessa passione per le donne. Proveniente da una ricca famiglia serba, fu paradossalmente reclutato sia da agenti anti-Hitler Abwehr (l'Abwehr era il servizio segreto tedesco), che dall’Mi6, al servizio degli inglesi. Dai file resi noti dai sevizi risulta che Popov passò valutazioni imprecise della forza militare britannica ai tedeschi, dando invece informazioni accurate sugli effetti dei bombardamenti alleati agli inglesi; fu inviato dall'Abwehr negli Stati Uniti dove, si dice, avvertì i servizi segreti statunitensi dell'attacco giapponese a Pearl Harbor (e questa è l'origine della voce che Roosevelt sapeva dell'attacco prima che accadesse). Qui fu arrestato dall'FBI che lo rispedì in Gran Bretagna. Tra le altre missioni accreditate a Popov, c’è la creazione di un grande (e completamente fittizio) circolo spionistico per i tedeschi in Gran Bretagna. Sappiamo per certo che nonostante si comportasse come James Bond (incluso l'amore per i rischi e il gioco d'azzardo), fisicamente Popov non gli assomigliava affatto: addirittura sembra che il suo incarnato cambiasse a seconda dell’attività di spionaggio condotta la notte prima. Il documentario esamina le leggende e la probabile verità su Popov – che morì nel 1981, dopo aver pubblicato le proprie memorie - e su come abbia influenzato le azioni alleate e tedesche durante la guerra. 

MERCOLEDI’ 01/02/2023

Passato e Presente La montagna magica. La Germania di Thomas Mann

Quando esce La Montagna Incantata, nel 1924, Thomas Mann ha quasi 50 anni. Ne sono passati 24 dalla pubblicazione del suo più grande successo editoriale, I Buddenbrook, e il mondo intorno a lui è completamente cambiato. La Germania Guglielmina non esiste più. Ne parlano Paolo Mieli e il professor Emilio Gentile a Passato e presente in onda martedì 1° febbraio alle 13:15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. La nuova repubblica emersa dalle ceneri della grande guerra e dell’umiliante sconfitta tedesca sta facendo i conti con una crisi economica devastante e con la presenza di forze politiche sovversive, tra le quali sempre più pericolose appaiono quelle che incarnano il nazionalismo dell’estrema destra. Mann, che nel 1914 si era unito al coro patriottico e aveva messo la sua penna ed il suo prestigio al servizio dello sforzo bellico tedesco, ha cominciato da tempo una revisione delle proprie posizioni politiche e culturali che lo porterà allo scontro aperto con il nazismo. La Montagna Magica, scritta tra il 1913 e il 1924 è, quindi, non solo un romanzo di formazione ma anche un grande affresco della società europea d’anteguerra e il racconto simbolico del travagliato percorso intellettuale del suo autore.

Mixer – Vent’anni di televisione 

Enzo Bearzot, Claudio Martelli, Gianni De Michelis, Carlo De Benedetti, il Generale Nino Pasti, Niki Lauda, Mario Del Monaco, Ornella Vanoni: E’ il 1982 con i suoi protagonisti al centro della terza puntata di “Mixer. Vent’anni di televisione”, in onda mercoledì 1° febbraio in prima serata su Rai Storia –, viaggio retrospettivo di Giovanni Minoli nella storia del suo rotocalco d’attualità che ha segnato un’epoca.

Storie della tv Sanremo, Italia

“Io credo che a Sanremo debba andare l’attualità discografica e per fare questo devi partire non dal nome, ma dalla canzone. Quando io scelgo i brani, penso se quella canzone può avere un successo radiofonico. Tant’è che le mie scelte avvengono in automobile. Se uno pensa che io mi chiuda in una sala di incisione con le casse, no. Io salgo in macchina e scelgo le canzoni mentre guido e a volte mi faccio anche dei viaggi apposta per ascoltare le canzoni”. Così Amadeus racconta i suoi Festival e le sue scelte in “Sanremo, Italia”, ultima puntata di “Storie della Tv”, la serie di Rai Cultura realizzata con la consulenza e la partecipazione di Aldo Grasso, in onda martedì 1° febbraio alle ore 22 su Rai Storia. Oltre ai Festival di Amadeus, la puntata racconta la storia di un vero e proprio rito collettivo per gli italiani. Nonostante gli oltre settant’anni, il Festival sta benissimo, eppure, quello che oggi è l’evento televisivo per antonomasia, ha attraversato stagioni in cui il successo non arrivava. “Sanremo, Italia” è un racconto di come nasce e cresce la macchina del Festival, come è cambiato nel corso dei decenni, come si scelgono i conduttori, e che impatto ha avuto nel tempo sul pubblico televisivo e l’opinione pubblica in genere. Oltre alla testimonianza di Amadeus, la puntata ospita gli interventi di Claudio Cecchetto, dello storico capostruttura di Rai 1 Mario Maffucci, di Gino Castaldo e dei musicologi Serena Facci e Paolo Soddu.

GIOVEDI’ 02/02/2023

Il giorno e la storia (Ore 00.10 e in replica 8.30, 12:15, 13.30 ca., 20.10 ca.)

Il 2 febbraio 2022 muore a Roma, dopo una lunga malattia che la allontana dalle scene, Maria Luisa Ceciarelli, in arte Monica Vitti, una delle più grandi e talentuose attrici del cinema italiano. Numerosi i riconoscimenti ottenuti in ben quarant’anni di carriera, tra i quali cinque David di Donatello come migliore attrice protagonista, un Orso d’argento al Festival di Berlino e un Leone d’oro alla carriera alla Mostra d’arte cinematografica di Venezia.

III B: facciamo l'appello Monica Vitti (Ore 16)

“Ho scelto metà del cognome di mia madre, e Monica mentre ero al tavolino di un bar vicino Piazza Bologna, dove abitavo. Mi sono messa lì e ho cominciato con un foglietto a fare vari nomi. Monica perché l’avevo sentito da qualche personaggio alla radio probabilmente […] E poi perché mi sembrava che nel nome e nel cognome dovesse esserci qualcosa che doveva far ricordare di me”. Inizia dalla scelta del nome l’intervista di Enzo Biagi a Maria Luisa Ceciarelli, in arte Monica Vitti, in “III B: facciamo l'appello: Monica Vitti”, in onda giovedì 2 febbraio alle ore 16. Lei, che “non si è mai ritenuta né bella né intelligente”, si racconta: dalla spiegazione della sua trasformazione attoriale – “Non c’è un passo così grande tra l’alienazione e le cose brillanti”, ai motivi che la spingono a impegnarsi nella lotta per i diritti delle donne. Dalla necessità di inventare “un’altra vita, un’altra persona” al desiderio che il suo mestiere non le tolga “l’equilibrio, la libertà di camminare per la strada”.

Grandi biografie, Italiani Monica Vitti, che cos'è un'attrice

Lo speciale diretto da Caterina Intelisano, in onda su Rai Storia giovedì 2 febbraio alle ore 17, ripercorre la sua carriera attraverso interviste e immagini di repertorio di sue apparizioni in trasmissioni tv come “Studio Uno”, “Serata d’onore”, “Milleluci”, “Canzonissima”, e di backstage di film come “La ragazza con la pistola”, “Deserto rosso”, fino a “Flirt”, uno dei suoi ultimi lavori.

A seguire “Monica Vitti, sono un'attrice” - di Nicoletta Leggeri, di M. Cristina Pilli e Viviana Pregadio - ripropone immagini di repertorio dell’attrice tratte da trasmissioni tv: da “Studio Uno” del 1966 con Lelio Luttazzi, all’incontro con Papa Giovanni Paolo II; dalla consegna del Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia del 1995 a Che combinazione, in cui l’attrice scherza con Don Lurio.

Passato e Presente Il Teatro alla Scala di Milano

Progettato e costruito a tempo di record alla fine del ‘700, per volere dell’imperatrice d’Austria Maria Teresa, il teatro alla Scala, così chiamato perché sorto nell’area dell’ex chiesa di Santa Maria alla Scala, è stato molto più che il tempio del bel canto. Ne parlano Paolo Mieli e la professoressa Carlotta Sorba a Passato e Presente, nel nuovo appuntamento in onda giovedì 2 febbraio alle 13:15 su Rai3 e alle 20:30 su Rai Storia. Nel corso dei suoi due secoli e mezzo di attività, è stata la più importante istituzione culturale del paese. Sul palco non si sono alternate solo le più importanti opere italiane, ma è andata in scena anche la storia d’Italia, dalle battaglie per il Risorgimento all’antifascismo, dalla ricostruzione dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale alla contestazione contro i privilegi dei più ricchi.

a.C.d.C Révolution!

La Rivoluzione Francese tra il 1789 e il 1795: anni terribili ed entusiasmanti, narrati in prima persona dalle voci dei protagonisti e dei testimoni oculari. È “Revolution!” in onda giovedì 2 febbraio alle 21.10 su Rai Storia per “a.C.d.C.”, con l’introduzione del professor Alessandro Barbero. Politici, giornalisti e semplici cittadini raccontano dei grandi eventi rivoluzionari e degli sconvolgimenti della vita quotidiana dei francesi, delle loro emozioni, paure, speranze. Nel 1789 la convocazione degli Stati Generali innesca una crisi istituzionale: i delegati formano un’Assemblea Nazionale, che Luigi XVI è costretto a riconoscere. Temendo una repressione la rivolta popolare si scatena il 14 luglio contro la fortezza della Bastiglia. L’Assemblea adotta la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino e una nuova organizzazione politica che fa della Francia una monarchia costituzionale. Il tentativo di fuga del re precipita gli eventi.
Tra il 1792 e il 1795 la Francia è in guerra contro tutte le monarchie europee, che tentano di soffocare la rivoluzione. Il re, accusato di complotto contro la nazione viene incarcerato con la sua famiglia, processato e condannato a morte. La monarchia è abolita. Nasce la Repubblica Francese. L’esecuzione del re esaspera i contrasti all’interno del fronte rivoluzionario. Per far fronte alla crisi economica e militare viene creato un Comitato di Salute Pubblica. Si instaura un clima di paura e sospetto. In un crescendo di terrore, la rivoluzione divora i suoi figli sulla ghigliottina. Con le vittorie militari e l’esecuzione di Robespierre nell’estate del 1794, la Francia si avvia a concludere la stagione rivoluzionaria. 

VENERDÌ 03/02/2023

Passato e Presente Washington-Mosca, il telefono rosso

Nel giugno 1963, Stati Uniti e Unione Sovietica firmano l’accordo che porta alla nascita di una linea diretta, la cosiddetta hotline tra Mosca e Washington. A “Passato e Presente”, in onda venerdì 3 marzo alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, ne parlano Paolo Mieli e la professoressa Marilena Gala.

L’idea nasce durante la crisi di Cuba, uno dei momenti in cui il mondo si trovò più vicino allo scoppio di una guerra nucleare. Un pericolo accentuato anche dal fatto che mancava un mezzo rapido ed efficiente attraverso cui il presidente Kennedy e il leader sovietico Kruscev potessero parlarsi. Scopo primario della cosiddetta “hotline” è dunque offrire un canale di comunicazione tra le due superpotenze in momenti di particolare tensione, ed evitare che malintesi o incidenti fortuiti possano condurre verso un’escalation nucleare. Operativa dall’agosto del 1963 la hotline nell’immaginario collettivo viene rappresentata da un telefono rosso, che però in realtà non è mai esistito, se non sugli schermi di Hollywood

L’occhio di vetro

Ferruccio, un ragazzo di quindici anni figlio di un eroe della Prima Guerra Mondiale, si ritrova a combattere tra le fila degli ultimi difensori della Repubblica di Salò. Ne scrive giorno per giorno in un diario in cui racconta anche i destini delle due sorelle maggiori, Liliana e Maria Grazia, sposate rispettivamente ad un fascista e ad un partigiano comunista. Il ragazzo è un vecchio zio del regista Duccio Chiarano che - guidato da quel diario - inizia una ricerca nel passato della sua famiglia. È “L’occhio di vetro”, introdotto e contestualizzato dal professor Francesco Perfetti, in onda venerdì 3 febbraio alle 21.10 in prima visione su Rai Storia.

Antoine il fortunato, una vita tra due imperi

La storia del tramonto di due imperi, l'impero ottomano e quello asburgico - accelerato dalla Prima guerra mondiale - testimoniato e "registrato" da un loro cittadino Antoine, un cineasta che aveva un punto d'appoggio in entrambi gli imperi e che ha raccolto un tesoro di materiale tra foto, filmati amatoriali, scritti, e disegni dell'epoca. La sua storia personale è il veicolo che racconta la “grande Storia” del tempo, fatta rivivere dallo speciale “Antoine il fortunato, una vita tra due Imperi” in onda venerdì 3 febbraio alle 22.10 su Rai Storia, con un’introduzione del professor Giorgio Del Zanna.

Di famiglia franco-ungherese, Antoine vive nell'impero Ottomano durante il periodo più turbolento della sua storia, che finì con la sua dissoluzione e la creazione della Turchia moderna. Il doc ripercorre le tappe dell'ascesa e della caduta di questo uomo comune e della sua famiglia, che hanno assistito e sono sopravvissuti a quei drammatici eventi. Il prezioso e unico materiale d'archivio che ha raccolto nella sua vita, offre uno sguardo sulla realtà della vita dei primi due decenni del secolo scorso. 

SABATO 04/02/23

Passato e presente. Lucrezia Borgia, il destino di un nome

Jacopo Sannazzaro, Francesco Guicciardini, Victor Hugo, Gaetano Donizetti: si deve a loro e a molti altri la leggenda nera che avvolge la figura di Lucrezia Borgia. Il suo nome è assurto a personificazione della malvagità, della lussuria, dell’abiezione. Eppure, Lucrezia Borgia è tutt’altro. Una figura tratteggiata da Paolo Mieli e dalla professoressa Maria Giuseppina Muzzarelli a “Passato e Presente”, in onda sabato 4 febbraio alle 20.30 su Rai Storia. Basta leggere le cronache dei contemporanei che l’hanno conosciuta o le opere dei poeti e dei letterati come Pietro Bembo e Ludovico Ariosto che ne hanno celebrato la bellezza, la generosità, l’intelligenza. Lucrezia, nei primi anni alla corte romana del padre, papa Alessandro VI, è una pedina che viene mossa sullo scacchiere delle strategie matrimoniali per accrescere il lustro e il potere della casata. Poi, quando a ventidue anni sposa Alfonso d’Este e si trasferisce nel ducato di Ferrara, lontano dalle trame della famiglia Borgia, è una donna più consapevole, in grado di dimostrare spiccate doti politiche, amministrative e imprenditoriali. Una storia il cui filo rosso è la profonda devozione religiosa, che si intensificherà negli ultimi anni della sua breve vita.

Cinema Italia Una gita scolastica

Bologna, primavera 1914. Il professor Carlo Balla e la professoressa Stanziani guidano i loro alunni in una gita scolastica che li porterà dalla città felsinea a Firenze, attraversando a piedi l’Appennino. Da tempo Balla nasconde alla collega i sentimenti che nutre per lei, indeciso se rivelarli o meno. Seppur inconsapevolmente, ad aiutare il timido professore a prendere una decisione sarà la stessa Stanziani, protagonista di un flirt con un suo studente. E’ la storia che Pupi Avati racconta nel film con Carlo Delle Piane, Tiziana Pini, Rossana Casale, Marcello Cesena “Una gita scolastica”, in onda sabato 4 febbraio alle 21.15 su Rai Storia.

Documentari d’autore Treccani, il volto delle parole

Un unico volume, immenso, in cui racchiudere tutto il sapere umano e scritto con migliaia e migliaia di voci dalle migliori intelligenze del Paese. Il documentario di Claudio Pisano con Alessio Boni “Treccani, il volto delle parole” – in onda sabato 4 febbraio alle 22.45 su Rai storia - ripercorre la storia epica di uno degli Enti italiani più importanti e prestigiosi, ossia l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani: una storia che si intreccia a doppio filo alla storia d'Italia sovrapponendosi negli sconvolgimenti le opportunità i momenti di crisi e gli slanci verso il futuro.