L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Donne e Templari

DOMENICA 12/03/2023

Il segno delle donne. Teresa Mattei

Partigiana, politica e pedagogista, Teresa Mattei si è spesa per dare un senso alla politica, lottando per i diritti della Costituzione e dell’infanzia, tutelando la soggettività di ogni persona. A darle voce e volto è Elena Lietti nell’appuntamento con Angela Rafanelli e con “Il segno delle donne”, in onda domenica 12 marzo alle 19 su Rai Storia nel giorno del decimo anniversario della morte. Nata a Genova il 1° febbraio 1921, si trasferisce a Bagno a Ripoli, vicino a Firenze, nel 1932, dove suo padre, fervente antifascista, diventa un importante dirigente del Partito d’Azione. Ha 17 anni, nel 1938, quando viene espulsa dal liceo classico che frequenta, e da tutte le Scuole del Regno, perché protesta pubblicamente contro le leggi razziali. Termina gli studi da privatista, frequenta la Facoltà di Lettere e Filosofia e, nel 1942, decide di iscriversi, insieme a suo fratello Gianfranco, al Partito Comunista clandestino, dove assume il nome di battaglia di “Chicchi”.

Durante gli anni della Resistenza conosce Bruno Sanguinetti e fonda i Gruppi di difesa della donna di Firenze. A Perugia, però, viene catturata dai tedeschi, seviziata e violentata. Nel 1944, dopo essere stato catturato e torturato dai nazisti a Roma, il fratello Gianfranco si toglie la vita in una cella di via Tasso. Nel 1946, a venticinque anni, Teresa è la più giovane eletta all’Assemblea Costituente, e lavora sulla redazione dell’articolo 3 della Costituzione, sul tema dell’uguaglianza.

Nel 1948, si sposa con Bruno Sanguinetti e diventa madre: il loro primo figlio si chiama Gianfranco. Nel 1950, nasce anche Antonella, ma muore improvvisamente Bruno. In quegli anni, Teresa vive a Milano e si occupa della Casa della Cultura con Rossana Rossanda, ma, nel 1955, torna a Firenze con il suo secondo marito Iacopo Muzio, dirigente del Pci, da cui ha il suo terzo figlio Gabriele. Lo stesso anno rifiuta la candidatura alla Camera dei deputati e viene espulsa dal Pci per il dissenso manifestato verso la linea politica di Palmiro Togliatti. Nel 1958, a Milano, nasce il suo ultimo figlio, Rocco. Negli anni Sessanta fonda a Milano un centro di studi per la progettazione di servizi per l'infanzia e comincia ad occuparsi di ricerca cinematografica, insieme a Marcello Piccardo e Bruno Munari. Dall'unione della sua passione per il cinema e per i diritti dell'infanzia, nasce la Cooperativa di Monte Olimpino, che promuove il cinema fatto dai bambini come nuova forma di espressione della loro creatività. In seguito, la Mattei torna a vivere in Toscana, a Pisa, e partecipa alle lotte sociali al fianco dei suoi figli Gabriele e Rocco. Nel 1983 si suicida la figlia Antonella e Teresa attraversa un momento di grande dolore. Nel 1987 comincia a occuparsi della Lega per il diritto dei bambini alla comunicazione e, con la parola d'ordine “Chiedo ascolto”, promuove grandi campagne in favore dei bambini, contro l'eccessivo uso della televisione, portando avanti la cultura del rispetto e della pace.

Passato e presente. La pace di Brest-Litovsk

Il 3 marzo 1918, a Brest-Litovsk, in Bielorussia, viene firmato il trattato che sancisce l’uscita della Russia dal primo conflitto mondiale. I firmatari sono la Russia bolscevica da un lato e gli Imperi tedesco e austro-ungarico, la Bulgaria e l’Impero ottomano dall’altro. Un accordo di pace analizzato dal professor Ernesto Galli Della Loggia e da Paolo Mieli a “Passato e Presente”, in onda domenica 12 marzo alle 20.30 su Rai Storia.

E’ Georgij Cicerin, subentrato a Lev Trockij come Commissario per gli Affari Esteri, a mettere la firma sul documento che sigla una pace durissima e umiliante per la Russia: oltre a dover pagare una cospicua indennità di guerra, la Russia sovietica perde la Polonia Orientale, la Lituania, l’Estonia, la Finlandia, e l’Ucraina, diventata repubblica indipendente nel 1917. Complessivamente la pace di Brest-Litovsk strappa alla Russia 56 milioni di abitanti (pari al 32 per cento della sua popolazione) e la priva del 75 per cento della produzione del carbone e del ferro, del 32 per cento della produzione agricola e di circa 5 mila fabbriche. 

Binario cinema. The Post

Stati Uniti, 1971. Katharine Graham, interpretata da Meryl Streep, è la prima donna alla guida del Washington Post: succeduta al marito, dopo la sua morte, si trova a sfidare continuamente l’opinione di quanti diffidano del suo operato in quanto donna, sostenuta solo dal testardo direttore del suo giornale, Ben Bradlee (Tom Hanks). Nel frattempo, il New York Times mette le mani su un affare alquanto scottante, riguardante l’implicazione politica e militare degli Stati Uniti d’America nella guerra in Vietnam, ma viene fermato da un’ingiunzione della corte suprema. Kay e Ben avranno il coraggio di finire quanto iniziato dai rivali, pubblicando anni di segreti governativi che metteranno a rischio le loro carriere e la loro stessa libertà? E’ la storia che Steven Spielberg racconta nel film “The Post”, in onda domenica 12 marzo alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario cinema”. Nel cast, oltra a Meryl Streep e Tom Hanks, ci sono Sarah Paulson, Bob Odenkirk, Tracy Letts, Bradley Whitford, Il film ha ottenuto, tra l’altro, 2 candidature all’Oscar e 6 candidature a Golden Globes.

LUNEDI’ 13/03/2023

Italiani. Ada Marchesini Gobetti

Traduttrice, scrittrice, editrice, maggiore dell'esercito per la sua attività durante la Resistenza, vicesindaco di Torino, pedagogista: Ada Marchesini Gobetti è stata una donna capace di vivere esperienze diverse in maniera coraggiosa e coerente. È lei la protagonista di “Italiani” in onda lunedì 13 marzo alle 16 su Rai Storia,a 55 anni dalla morte. Tradurre i propri principi di democrazia e libertà in azione. Non perdere mai la curiosità verso il mondo. Chi l'ha conosciuta sostiene che queste siano le chiavi con cui Ada ha vissuto. Seguendo il fil rouge della sua scrittura, attraverso lettere, diari e taccuini, possiamo entrare negli eventi che hanno segnato il suo vivere, ma anche nell'elaborazione che ne è seguita. Da giovane adolescente, mentre il fascismo si afferma, s'innamora del giovane editore Piero Gobetti con cui condivide la formazione intellettuale e politica e la passione per la scrittura. Nel 1926, a ventitré anni, ne rimane vedova: è la vedova di un'icona del pensiero liberale e ha un bimbo di pochi mesi da crescere, Paolo. Ada è una donna autonoma, fa la traduttrice e l'insegnante e casa Gobetti, in via Fabro a Torino, rimane un punto di riferimento per l'antifascismo fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Dalla sua partecipazione alla lotta partigiana come capo delle formazioni di Giustizia e Libertà in Val di Susa, nasce "Diario partigiano". Un libro fondamentale per capire la quotidianità della lotta clandestina, le strategie di boicottaggio verso i nemici tedeschi, ma, soprattutto, lo spirito con cui Ada, insieme al figlio diciottenne, al secondo marito, Ettore Marchesini, e agli amici partigiani, abbiano sognato la liberazione e il grande cambiamento. Fondatrice dei Gruppi di difesa della donna, si è poi dedicata alla difesa dei diritti delle donne partecipando alle attività dell'Udi e di altri movimenti europei. Nel dopoguerra Ada è vicesindaco di Torino, scrive articoli e si dedica alla pedagogia riflettendo sulla scuola e sul rapporto tra figli e genitori, contesti fondamentali per la formazione dei giovani.

Passato e Presente Napoleone II, l'impossibile sovrano

Il 22 luglio 1832, a soli 21 anni, muore Napoleone Francesco Bonaparte. E’ il figlio di Napoleone Bonaparte e Maria Luisa d’Austria, figlia dell’imperatore Francesco I. Alla sua nascita il padre immagina per lui un futuro luminoso. “Lo invidio – dirà – io ho dovuto correre dietro alla gloria, lui non dovrà che tendere le braccia. Io sono stato Filippo lui sarà Alessandro”. Ma le cose andranno diversamente. A Napoleone II, l’impossibile sovrano è dedicato il nuovo appuntamento di Passato e presente, in onda lunedì 13 marzo alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. In studio con Paolo Mieli, il professor Gilles Pécout. Sconfitto a Waterloo, Bonaparte abdica a favore del figlio che ha solo tre anni. Il piccolo diviene formalmente imperatore col nome di Napoleone II, ma è un regno puramente formale poiché è di fatto prigioniero degli Asburgo. Strappato all’affetto dei genitori, costretto a vivere a Vienna presso la reggia di Schonbrunn, sotto il rigido controllo del cancelliere Metternich, rimarrà prigioniero dei disegni della diplomazia europea.

Giulio Cesare in Gallia

Dalla Borgogna - quella che era la cosiddetta “Gallia” - Cristoforo Gorno racconta il contesto e le battaglie più significative della celeberrima campagna di conquista di Giulio Cesare, svelandone luci e ombre. È lo Speciale “Giulio Cesare in Gallia”, in onda lunedì 13 marzo alle 21.10 su Rai Storia. Tenendo come fonte il De Bello Gallico, la cronaca scritta da Cesare stesso, Gorno si sposta da un luogo all’altro, da Bibracte a Alesia a Autun, per narrare l’avanzare della conquista della Gallia da parte dell’esercito romano. 

Durante lo svolgersi della puntata viene ridata voce non solo a Cesare e ai suoi più fedeli comandanti, Tito Labieno e Marco Antonio, ma anche ai capi gallici, Ariovisto, Ambiorige, Diviziaco e Vercingetorige, il fiero capo degli Arverni, che, prima di essere sconfitto e deportato a Roma, riuscì a coalizzare la maggioranza dei popoli gallici contro l’Impero romano. Il programma è stato girato integralmente nei luoghi che hanno visto svolgersi una delle più cruente, travolgenti e altamente strategiche, campagne militari di tutti i tempi. 

Italia. Viaggio nella bellezza Cent’anni di Paradiso. Il parco e la sua storia

Il Parco Nazionale del Gran Paradiso compie Cento anni. Un traguardo celebrato nell’ appuntamento con “Italia. Viaggio nella bellezza”, in onda lunedì 13 marzo alle 22.10 su Rai Storia. Era il 1922 quando, in anticipo sugli altri Parchi Nazionali, veniva ufficialmente riconosciuta l’Istituzione. La sua storia tuttavia nasce prima, quando i bellissimi paesaggi che comprendono tre valli valdostane (Cogne, Rhemes e Valsavarenche) e due piemontesi (Orco e Soana) rappresentavano una straordinaria riserva di caccia per il Re. Dai guardiani del Re ai guardaparco il filo rosso è più concreto di quanto si possa pensare; l’obiettivo primario, quello della conservazione, ha individuato fin dall’origine il suo soggetto privilegiato: lo stambecco. Il fiero e antichissimo animale è ancora oggi il simbolo del Parco e negli anni, grazie soprattutto all’opera del primo direttore del dopoguerra Renzo Videsott, il pericolo della sua estinzione è stato scongiurato. Ma il Parco è anche l’insieme delle altissime professionalità che lo compongono: dalla direzione agli Ispettori, dai Guardiaparco ai ricercatori e ai botanici. Il racconto si snoda tra storia e natura, segue il lavoro quotidiano e paziente dei guardiani e si interroga sul futuro del Parco alla luce dei grandi cambiamenti climatici e ambientali a cui è sottoposto, soprattutto negli ultimi decenni. Le testimonianze dirette e le immagini di repertorio parlano chiaro: i ghiacciai si stanno ritirando e anche l’habitat degli animali è in pericolo. 

MARTEDI’ 14/03/2023

Passato e Presente Storia della naja

La leva obbligatoria, la cosiddetta “naja”, è una delle prime misure adottate dal Regno d’Italia nato nel 1860. Un istituto che in quasi 150 anni di storia, insieme con la scuola elementare, ha contribuito in modo determinante alla formazione di una identità unitaria italiana. Una storia raccontata da Paolo Mieli e dal professor Marco Mondini a “Passato e Presente”, in onda martedì 14 marzo alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia.

È attraverso il servizio militare che milioni di italiani scoprono di essere tali, imparano accanto al loro dialetto la lingua italiana, escono per la prima volta dall’orizzonte circoscritto della propria città o del borgo di origine per confrontarsi con una più complessa realtà nazionale e acquisire così un senso compiuto di cittadinanza. 

La Gran Bretagna della Belle Époque a colori Il regno di Edoardo VI

La Gran Bretagna edoardiana nel periodo che va dal 1901 al 1910, con sequenze restaurate e colorate. Lo racconta la seconda parte dello speciale “La Gran Bretagna della Belle Epoque a colori”, in onda martedì 14 marzo alle 21.10 su Rai Storia. Il Paese era il più ricco e potente del mondo, ma cosa significava questo per gli uomini, le donne e i bambini che lavoravano duramente nei mulini e nelle miniere? Sequenze di film rari, restaurati e colorati per la prima volta, offrono una finestra intima su come vivevano, lavoravano e socializzavano i britannici di tutti i giorni in quegli anni. L'era edoardiana vide nascere, tra l’altro, la creazione del tempo libero di massa, il movimento per il suffragio e la Prima guerra mondiale. 

Testimoni di Auschwitz

Il miracolo di una vita, laddove tutto parlava solo di morte: la storia di Estare Weise, concepita dai genitori ad Auschwitz - contro ogni regola - e venuta alla luce in un altro campo, il giorno prima che venisse liberato dagli alleati. Una storia tra le quindici raccontate da altrettanti ebrei sopravvissuti alla Shoah e ai campi di concentramento - alcuni dei quali parlano per la prima volta – ne “Testimoni di Auschwitz” realizzato nel 2020 per il 75° Anniversario della Liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, in onda martedì 14 marzo alle 22.10 su Rai Storia, introdotto e contestualizzato dal professor David Bidussa.
La maggior parte di quei quindici testimoni, allora, erano bambini o poco più, deportati insieme alla famiglia e destinati a convivere con la perdita dei propri genitori, con gli stenti e il lavoro forzato, con la visione della morte, con il bivio quotidiano, quanto casuale, tra la vita e le camere a gas.
Attraverso le parole dei sopravvissuti – e utilizzando per la prima volta immagini a colori del campo di Auschwitz e di altri momenti della Shoah – il documentario ripercorre la storia dell’Olocausto, in quell’escalation di violenza inarrestabile e di odio antisemita che dalla Notte dei Cristalli arrivò alla deportazione e “soluzione finale”, passando per la creazione degli 800 ghetti europei. Una violenza alla quale resistere – ricordano i testimoni – cercando la vita nelle piccolissime cose di ogni giorno e nei piccoli gesti di solidarietà reciproca, come la condivisione di un semplice pezzo di pane.

MERCOLEDI’ 15/03/2023

Cronache dall'antichità. Le Idi di Marzo

Gli avvenimenti delle famose "Idi di marzo", il 15 marzo del 44 a.C., quando Giulio Cesare imperatore venne brutalmente assassinato a Roma, di fronte alla sede del Senato di allora, localizzata dagli archeologi in un punto di piazza Argentina. In “Cronache dall’antichità”, in onda mercoledì 15 marzo alle 19.30 su Rai Storia, Cristoforo Gorno propone un viaggio sui luoghi dell'azione, dove venne compiuto il più famoso regicidio della storia antica.
Il dictator si lasciò convincere da Decimo Bruto a presentarsi ai senatori, nonostante i presagi avversi e i tentativi di uno schiavo, del maestro Artemidoro di Cnido e dell’aruspice Spurinna di metterlo in guardia. Stando alle fonti alle 11 Cesare uscì di casa senza scorta e percorse la Via Sacra tra due ali di folla acclamante. Arrivato nella Curia, mentre Trebonio, un congiurato, tratteneva il generale Marco Antonio con una scusa, il dictator venne circondato dai congiurati, i cesaricidi.

Tullio Cimbro si gettò ai suoi piedi, come per implorarlo, tirandogli la toga: era il segnale convenuto. Publio Casca colpì Cesare con il pugnale, ferendolo: «Scelleratissimo Casca, che fai?», reagì lui, colpendolo a sua volta. Poi gli altri congiurati gli furono addosso. Quando vide brillare la lama del “suo” Marco Bruto, Cesare cadde ai piedi della statua di Pompeo, suo nemico nella guerra civile del 49 a.C., e morì colpito da 23 coltellate.
Lo scrittore latino Svetonio (70-126) riferisce che morendo Cesare disse in greco Kai su teknòn (anche tu, figlio), perché quella era la lingua dell'élite romana. Ma questa versione dei fatti è poi messa in dubbio dallo stesso Svetonio, secondo il quale Cesare, in quel fatidico giorno delle idi di marzo del 44 a. C., emise solo un gemito, senza riuscire a profferire parola. La frase in greco (tradotta in seguito in latino con l’aggiunta del nome di Bruto) ebbe però fortuna: oltre allo sgomento di Cesare nel vedere Marco Giunio Bruto, suo pupillo, tra i congiurati, esprime il dramma universale del tradimento.
I senatori fuggirono in preda al panico. I congiurati si sparpagliarono per informare il popolo. E il corpo restò nell’atrio dell’edificio per ore, prima che tre schiavi lo caricassero su una lettiga per riportarlo a casa.

Passato e Presente. L’8 settembre 1943

A pochi giorni dalla conclusione dell’operazione Husky in Sicilia, il Governo italiano decide di avviare nuove trattative segrete per l’armistizio con gli angloamericani, affidando al generale Giuseppe Castellano il compito di incontrare a Lisbona il generale inglese Kenneth Strong, capo dell’Intelligence Service britannica e il generale americano Bedell Smith al fine di conoscere le condizioni imposte per la resa italiana. Una pagina di storia ripercorsa dal professor Ernesto Galli della Loggia e da Paolo Mieli a “Passato e Presente”, in onda mercoledì 15 marzo alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia Le trattative tra i paesi belligeranti durano fino al 3 settembre, giorno in cui il generale Castellano riceve la delega a firmare il documento da parte di Pietro Badoglio. Alle 18.30 dell’8 settembre 1943, attraverso radio Algeri, il generale Eisenhower annuncia l’avvenuto armistizio che in Italia viene reso noto circa un’ora dopo dalla voce di Badoglio dai microfoni dell’Eiar.

Mixer. Vent’anni di televisione

Ore 21.10

Storie della TV Brando Giordani ed Emilio Ravel

Due protagonisti del piccolo schermo Rai, Emilio Ravel (1933-2017) e Brando Giordani (1931-2012), che hanno cominciato entrambi dal Telegiornale delle origini, che hanno ricoperto più ruoli in una lunghissima carriera e sono riusciti a ritagliarsi un ruolo di primo piano nella costruzione del linguaggio televisivo, inventando, con Tg2 Odeon, la formula del “tutto quanto fa spettacolo”. A loro è dedicato “Storie della Tv”, con Aldo Grasso, in onda mercoledì 15 marzo alle 22 su Rai Storia. La puntata è arricchita dalle testimonianze di Furio Colombo, Piero Badaloni, Fabiano Fabiani (direttore del Telegiornale dal 1966 al 1969), Paola De Benedetti, Caterina Stagno, del figlio di Brando Giordani, Francesco Saverio, e delle mogli di Brando Giordani ed Emilio Ravel, Silvia Samaritani e Caterina Cerofolini.

GIOVEDI’ 16/03/2023

Passato e Presente Il caso Moro e i partiti

Il 16 marzo 1978, a Roma, in via Fani, un commando delle Brigate Rosse sequestra il presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro e uccide i cinque uomini della sua scorta. Il paese è sconvolto. Ma qual è la reazione dei partiti e delle forze sociali? Il drammatico evento del rapimento del presidente della DC, artefice del dialogo tra cattolici e comunisti, pone la classe politica di fronte ad un terribile dilemma: trattare o no con i terroristi per arrivare alla sua liberazione? Il caso Moro è al centro del nuovo appuntamento con Passato e presente in onda giovedì 16 marzo alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. In studio con Paolo Mieli il professor Agostino Giovagnoli.

a.C.d.C. La vera storia dei Cavalieri Templari

Un ordine religioso e militare nato per difendere i pellegrini in Terrasanta, che in breve tempo diventa una potenza economica internazionale, per poi scomparire improvvisamente dopo due secoli di vita, all’inizio del XIV secolo, lasciando in eredità fantasiose leggende. “a.C.d.C.” - in onda giovedì 16 marzo alle 21.10 su Rai Storia, con l’introduzione del professor Alessandro Barbero - racconta “La vera storia dei Cavalieri Templari”, una serie in tre episodi che sulla base di documenti inediti ricostruisce il percorso dell’Ordine del Tempio: la nascita rivoluzionaria di un esercito di monaci-guerrieri, autorizzati ad uccidere in nome di Dio; la creazione di un impero economico e finanziario che precorre le moderne ‘Corporations’; le false accuse della machiavellica cospirazione che ha condotto alla loro cattura, nella più grande operazione di polizia della storia. Nel primo episodio, vengono ricostruite le origini. L’Ordine dei Cavalieri Templari nasce come un ordine religioso e insieme militare, in difesa dei regni cristiani in Terrasanta. Sono monaci e allo stesso tempo professionisti della guerra. Le forze speciali del Tredicesimo secolo, sottoposti esclusivamente al Papa. Per la prima volta nella storia i religiosi sono autorizzati a uccidere in nome di Dio. Una “crociata permanente” che esige un impegno economico senza precedenti. Donazioni e privilegi fanno dei Templari, maestri nell’arte di generare ricchezza, una potenza multinazionale, banchieri di sovrani e nobili.

VENERDÌ 17/03/2023

Passato e Presente La strage di Boves

Il 19 settembre 1943, un battaglione di SS agli ordini del maggiore Joachim Peiper assalta l’abitato di Boves, in provincia di Cuneo, massacra 21 persone e brucia 350 case. A “Passato e Presente”, in onda venerdì 17 marzo alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia il professor Marcello Flores e Paolo Mieli ricostruiscono, la dinamica di un massacro che per anni la storiografia ha descritto come il primo atto stragistico compiuto dai nazisti sul territorio italiano nel corso della Seconda guerra mondiale. Studi più recenti hanno dimostrato che le violenze erano iniziate ben prima di quella data, e che decine di vittime si contano già all’indomani dello sbarco angloamericano in Sicilia, nel luglio del 1943, da dove ha inizio la ritirata delle truppe di Adolf Hitler.

Reali in guerra. Monarchie e totalitarismi

Le strategie utilizzate dalle famiglie reali d'Europa fino alla Seconda guerra mondiale di fronte a partiti nazionalisti sempre più potenti. Unite da legami familiari, sono stati testimoni dell'ascesa al potere del fascismo e del nazismo e si sono trovati, volontariamente e involontariamente, al centro delle trame politiche di Hitler. Lo racconta il secondo episodio “Reali in guerra”, in onda venerdì 17 marzo alle 21.10 su Rai Storia. Al centro del programma, i rapporti ambigui e difficili delle varie famiglie con questi regimi. 

Marzo 1943. Ore 10” Il primo sciopero contro il fascismo

La prima manifestazione di massa contro la guerra e il fascismo. La racconta “Marzo 1943. Ore 10”, in onda venerdì 17 marzo alle 22.10 su Rai Storia. Tutto inizia a Torino, alle 10.00 del 5 marzo 1943, quando gli operai della azienda Fiat Mirafiori e degli stabilimenti Rasetti bloccano le macchine per scioperare. Per il duce Benito Mussolini, che pochi mesi prima ha festeggiato solennemente il ventennale della Marcia su Roma, è un brusco risveglio. Lo sciopero è la reazione di un popolo esasperato e l’inizio di un nuovo corso. Lo speciale ospita testimonianze di repertorio dei protagonisti, tra i comunisti Massola e Carretto, i sindacalisti Frizziero e Stell. Dai documenti dell’Archivio Centrale dello Stato la loro storia, la propaganda clandestina antifascista attraverso la stampa, il controllo e la repressione attuati dal regime. 

Storie Contemporanee. Donne, guerre e confini nel ‘900

Parte da Trieste “Storie contemporanee”, il programma firmato da Fabrizio Marini e Michela Ponzani e da Ilaria Dessi e Riccardo Sansone, con la regia di Leonardo Sicurello, in onda venerdì 17 marzo alle 22.40 su Rai Storia. In primo piano, insieme alla professoressa Marta Verginella, il progetto di ricerca Eirene che studia il ruolo delle donne nelle transizioni post-belliche del secolo scorso, con particolare attenzione al conflitto nella ex-Jugoslavia. 

Marco Mondini, poi, raccoglie la toccante testimonianza della scrittrice bosniaca Diana Bosnjac Monaj, da oltre vent’anni residente a Trieste, scappata negli anni ‘90 dalla sua terra devastata dalla guerra e portatrice della memoria e della voce del nonno sopravvissuto a tre guerre. 

La puntata si chiude a Roma, presso la biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea Caetani, dove Michela Ponzani incontra Teresa Bertilotti per parlare delle violenze perpetrate sulle donne durante i due conflitti mondiali del ‘900.

SABATO 18/03/23

Iraq, distruzione di una nazione. L’alleato

Il primo terrorista suicida a farsi esplodere allo Stade de France, negli attentati di Parigi del 13 novembre 2015, era iracheno. Come è potuto accadere che quell'uomo e una parte del suo popolo si sia gettata tra le braccia dell’Isis? La risposta è negli ultimi 40 anni della storia di quel territorio, raccontati da “Iraq, distruzione di una nazione”, serie in quattro puntate introdotte da Marcella Emiliani, storica del Medio Oriente, in onda da sabato 18 marzo alle 15 su Rai Storia, a 20 anni dallo scoppio della Guerra in Iraq.

Un viaggio nella storia di un Paese dagli anni Settanta, con la presa del potere del giovane Saddam Hussein nel 1979, al Califfato dell'Isis che si instaura nel 2014; dal Saddam, prezioso alleato armato dall'Occidente in funzione anti-iraniana (nella lunga guerra contro Teheran che si trascina tra 1980 e 1988 finendo con un nulla di fatto e un milione di vittime) al Saddam che dell'Occidente diventa, invece, il grande nemico, dopo l'invasione del Kuwait del 1990 e la Prima guerra del Golfo nel 1991. E ancora, gli anni del duro embargo internazionale che colpisce mortalmente la popolazione assai più che il regime, e la Seconda Guerra del Golfo, lanciata nel 2003 dagli Stati Uniti di Bush jr. (per via di “armi di distruzione di massa” mai rinvenute), che porta alla caduta del regime di Saddam, ma anche all'inizio di nuove tragedie. Caduto il tiranno, infatti, il mosaico di popoli e tendenze religiose irachene entra in conflitto e nel caos che si diffonde è il terrorismo a trovare radici e reclute per attentati, coinvolgendo così nuovamente i Paesi dell'Occidente. 

Passato e Presente Le cinque giornate di Milano

Il 1848 è un anno cruciale della storia europea, il continente è attraversato da moti rivoluzionari in cui le aspirazioni democratiche e repubblicane della borghesia in ascesa si mescolano con le rivendicazioni nazionaliste e indipendentiste di tanti popoli ancora sottomessi ai grandi imperi. Milano, capitale del Lombardo-Veneto, da più di un secolo sotto la dominazione austriaca, insorge e per cinque giorni impegna le truppe del maresciallo Radetzky in una furiosa battaglia urbana. Una pagina di storia ripercorsa da Paolo Mieli e dal professor Gilles Pécout a “Passato e Presente”, in onda sabato 18 marzo alle 20.30 su Rai Storia.

Alla fine, il popolo milanese riesce a cacciare gli austriaci. La guida politica dell'insurrezione è divisa tra i democratici, capeggiati da Carlo Cattaneo, e i moderati, guidati dal podestà Gabrio Casati. Il primo vuole salvaguardare il carattere popolare della rivolta, mentre i moderati di Casati chiedono l'intervento dei Savoia. Carlo Alberto decide di intervenire, e muove le sue truppe piemontesi contro l'Austria, dando inizio alla Prima guerra d'indipendenza. L'impresa si rivela fallimentare e pochi mesi dopo gli austriaci tornano a occupare Milano e ricacciano i piemontesi dietro i loro confini.

Cinema Italia Salvatore Giuliano

La storia di Salvatore Giuliano, bandito del dopoguerra siciliano arruolato dal movimento indipendentista che si macchiò della strage di Portella della Ginestra, ricostruita da Francesco Rosi con passione e scrupolo per la verità. E’ il film “Salvatore Giuliano” in onda sabato 18 marzo alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”. Nel cast, Frank Wolff, Salvo Randone, Renato Pinciroli, Massimo Mollica, Sennuccio Benelli. Il film ha vinto l’Orso d'argento al Festival di Berlino 1962 per il miglior regista.

Documentari d’autore. Nel nome del popolo italiano. Piersanti Mattarella

Dario Aita racconta la vicenda di Piersanti Mattarella, presidente della Regione Siciliana assassinato da Cosa Nostra il 6 gennaio 1980. Diretto da Maurizio Sciarra, questo episodio della serie “Nel nome del popolo italiano”, dedicata a Piersanti Mattarella, andrà in onda sabato 18 marzo alle 23.10 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore”.


 

 

 
 
 

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