Nuova produzione per Offenbach

La nuova produzione di Les contes d’Hoffmann, sul podio Frédéric Chaslin, regia di Davide Livermore
In scena Vittorio Grigolo, Marina Viotti, Luca Pisaroni, Federica Guida, Eleonora Buratto, Francesca Di Sauro, Greta Doveri e Alfonso Antoniozzi. Alle scene di Giò Forma e ai costumi di Gianluca Falaschi si aggiungono le ombre del gruppo Controluce.
Diretta su LaScalaTv il 24 marzo dalle 19:15.

Les contes d’Hoffmann , il capolavoro incompiuto di Jacques Offenbach, torna alla Scala per 6 rappresentazioni dal 15 al 31 marzo dopo 11 anni di assenza. Dirige il Maestro Frédéric Chaslin , profondo conoscitore di questa partitura che ha diretto più di 500 volte in tutte le versioni esistenti, che propone una nuova versione alternativa all’edizione critica del 2009. L’atmosfera magica e inquietante dell’opera è resa dal regista Davide Livermore e dai suoi collaboratori (le scenografie sono di Giò Forma , i costumi di Gianluca Falaschi , le luci di Antonio Castro ) con un gioco di maschere e di ombre che si avvale dell’esperienza del gruppo Controluce Teatro d’ombre , per la prima volta alla Scala. Il richiamo alla fascinazione delle lanterne magiche che abitano l’immaginario dell’Ottocento francese ma soprattutto il mondo onirico delle avanguardie del primo ‘900 è messo al servizio di una rappresentazione spietata e attuale degli stereotipi di genere. Hoffmann resta incapace di vedere l’umanità nelle donne che incontra e che restano per lui caricature di ruoli tradizionali: rispettivamente bambola, vittima, prostituta o musa. Il suo viaggio attraverso ossessioni e tragedie sarà un percorso di morte e rinascita.
Fondamentale il lavoro sugli attori-cantanti, una compagine che unisce alcuni degli artisti più prestigiosi del panorama internazionale a giovani voci emergenti che trovano in questa produzione la possibilità di affermarsi in ruoli importanti. Hoffmann è Vittorio Grigolo , che allo smalto vocale e al carisma scenico unisce una perfetta dizione francese, accompagnato dallo scettico Nicklausse interpretato en travesti da Marina Viotti negli sfortunati incontri con Olympia, che ha la giovane voce e la svettante coloratura di Federica Guida , Antonia che è Eleonora Buratto , ormai affermata tra le massime interpreti dei nostri anni, e Giulietta che ha il fascino della non ancora trentenne Francesca Di Sauro . Nei quattro personaggi diabolici torna alla Scala Luca Pisaroni .Nella parte di Stella canta Greta Doveri , tra le più promettenti artiste dell’Accademia scaligera, mentre Alfonso Antoniozzi presta la sua vis comica e la sua personalità a Luther e Crespel. Completano il cast Yann Beuron come Spalanzani, Hugo Laporte come Hermann e Schlémil, François Piolino come Andrés, Cochenille, Frantz e Pitichinaccio e Néstor Galván come Nathanaël.
Lo spettacolo ha inizio alle ore 19:30 . Un’ora prima di ogni rappresentazione nel Ridotto dei Palchi si terrà un incontro di presentazione a cura di Liana Püschel .
Quali Contes ?
Les contes d’Hoffmann sono per Offenbach il lavoro di trent’anni, da quando nel 1851 il compositore assiste all’Odéon al “drame fantastique” che Jules Barbier e Michel Carré avevano tratto dai racconti L’uomo della sabbia, Il consigliere Krespel e Le avventure della notte di San Silvestro fino alla sua morte, nel 1880. L’opera, su libretto del medesimo Jules Barbier, resta incompiuta, ma Offenbach lascia comunque una straordinaria quantità di musica. La prima esecuzione ha luogo, vivo l’autore, in un concerto privato nel 1879, ma l’opera è ancora assai differente da come la conosciamo (Hoffmann per esempio è un baritono). Tra i presenti Léon Carvalho, il vulcanico direttore dell’Opéra-Comique che nel 1881, quattro mesi dopo la scomparsa dell’autore, porta i Contes di fronte al pubblico. Per farlo si affida a Ernest Guiraud, amico di Offenbach e già autore del pesante rimaneggiamento che aveva trasformato la Carmen di Bizet da opéra-comique a opera e che anche in questo caso sostituisce i dialoghi con recitativi. Carvalho impone tagli draconiani e per mantenere la serata sotto le quattro ore sopprime l’atto di Giulietta, che sarà reintegrato nell’edizione del 1904 a Montecarlo in cui compare anche l’aria di Dapertutto “Scintille, diamant”. Ogni teatro propone la sua versione: Gustav Mahler fa sopprimere la cornice formata dalle scene della taverna lasciando solo i tre atti di Olympia, Antonia e Giulietta, mentre Hans Gregor la ripristina per l’inaugurazione della Komische Oper di Berlino nel 1905; nel 1958 Walter Felsenstein fa tagliare i recitativi di Guiraud per tornare al parlato.
Nel 1976 Antonio de Almeida ha accesso alle carte degli eredi: riaffiorano buona parte dello spartito manoscritto, la partitura dell’atto di Giulietta secondo Guiraud, e in seguito le parti strumentali del concerto del 1879. Le edizioni rispecchiano il percorso tortuoso del testo, in cui la fase creativa non era stata meno avventurosa di quella esecutiva. Il primo editore è Choudens, che propone ben 5 edizioni diverse nell’800 cui ne aggiunge nel 1907 una ulteriore che accoglie le modifiche proposte dal direttore dell’Opéra de Monte-Carlo Raoul de Gunsbourg. Due anni prima era uscita presso Peters la versione Gregor in tedesco. Queste versioni restano il riferimento di tutte le esecuzioni fino a quella di Richard Bonynge del 1971; la prima edizione critica, forte dei ritrovamenti di De Almeida, è dovuta a Fritz Oeser nel 1977, ma contiene diversi interventi creativi e arbitrari; nel 1984 Michael Kaye analizza oltre 350 pagine di materiali inediti andati all’asta da Sotheby’s e acquisiti dall’Università di Yale. Tre anni più tardi la versione originale del libretto presentata da Offenbach all’ufficio della censura riemerge dall’Archivio Nazionale Francese svelando l’esistenza di un finale dell’atto quarto che viene poi rinvenuto tra le carte degli eredi nel castello di Cormatin. Questi ulteriori materiali confluiscono nell’edizione Schott del 1999. Il musicologo Jean-Christophe Keck presenta infine, nel 2009, una nuova edizione che ambisce a includere tutte le varianti conosciute.
Proprio su questa recente edizione si concentrano i dubbi e le ricerche di Frédéric Chaslin : “La tradizione testuale frammentaria che caratterizza i Contes – spiega Chaslin – ha aperto la strada a un’ardua questione filologica ancora oggi dibattuta. Molti e sostanziali sono i cambiamenti apportati all’originale dai revisori, a partire da Ernest Guiraud, che orchestrò la partitura dopo la scomparsa improvvisa di Offenbach, per arrivare ad André Bloch e Pierre Barbier, autori della produzione di Montecarlo del 1904, e alla tradizione esecutiva fissata delle edizioni Choudens (1887-1907). Fra i tentativi di restauro più recenti, alcuni hanno preteso di accostarsi all’“autentico” Hoffmann sventolando una patente di scientificità che però non è provata dalla reperibilità delle fonti. Mi riferisco alla cosiddetta edizione “definitiva” di Michael Kaye e Jean-Christophe Keck (2009), sulla cui autenticità è legittimo nutrire seri dubbi, tenuto conto degli errori di armonia, di prosodia, di orchestrazione che presenta ma che Offenbach non avrebbe mai commesso. Ho svolto una vera e propria indagine alla Sherlock Holmes (che pubblicherò prossimamente) per smascherarne tutte le attribuzioni arbitrarie. Dopo aver diretto nel corso della mia carriera tutte le versioni esistenti dei Contes, ero davanti a un bivio: potevo continuare a interpretare l’opera secondo la moda del momento, quella della novità e del sensazionalismo, oppure tornare indietro all’Urtext, alla fonte più pura e vicina all’originale di Offenbach. Ho scelto la seconda via, per me la più onesta, coniugando l’edizione Choudens e quella di Fritz Oeser (1976), che ha il merito di non alterare il miracoloso equilibrio che sussiste fra materiale originario e musica spuria.
Les contes d’Hoffmann alla Scala
Il problematico capolavoro offenbachiano fatica a imporsi nel nostro Paese: la prima italiana risale al 1903 al Teatro del Corso di Bologna, ma alla Scala arriva solo nel 1949. La produzione però è memorabile: scene e costumi sono di Alberto Savinio (i meravigliosi bozzetti e figurini sono conservati nell’archivio scaligero), dirige Nino Sanzogno e le interpreti sono Tatiana Menotti come Olympia, Hilde Güden come Antonia e Mafalda Favero Giulietta, mentre Giovanni Malipiero è Hoffmann e Giuseppe Taddei interpreta i quattro personaggi diabolici. Sanzogno torna sul podio nel 1961 con la regia di Herbert Graf e, caso unico nella storia scaligera dell’opera, una sola interprete per i quattro personaggi femminili: Virginia Zeani. Passano altri 34 anni e il Teatro presenta un’altra edizione memorabile: Riccardo Chailly lascia il segno con una direzione luminosa e vivissima che si avvale di alcuni dei migliori cantanti pensabili per ciascun ruolo: Neil Schicoff è Hoffmann, Nathalie Dessay Olympia, Cristina Gallardo-Domas Antonia, Denyce Graves Giulietta, Suzanne Mentzer Nicklausse, Mariana Pentcheva la madre di Giulietta e Samuel Ramey Lindorf, Coppélius, Miracle e Dapertutto. La regia di Alfredo Arias, che lavora su scene e costumi di Françoise Tournafond, torna in scena nel 2004 con la direzione di Gary Bertini e un eccellente cast che schiera Brandon Jovanovich, Sonia Ganassi, Desirée Rancatore, Darina Takova, Beatrice Uria-Monzon e Michele Pertusi. Nel 2012 arriva alla Scala il bellissimo allestimento firmato da Robert Carsen per l’Opéra di Parigi. Dirige Marko Letonja, cantano Ramón Vargas, Rachele Gilmore, Genia Kühmeier, Veronica Simeoni e Ildar Abdrazakov.

15, 18, 21, 24, 28, 31 marzo 2023 ~ ore 19.30
LES CONTES D’HOFFMANN
Opéra-fantastique in un prologo, tre atti e un epilogo
Libretto di Jules Barbier, dal dramma omonimo di Jules Barbier e di Michel Carrè e da E.T.A. Hoffmann
Musica di JACQUES OFFENBACH
Nuova produzione Teatro alla Scala
Direttore Frédéric Chaslin
Regia Davide Livermore
Scene Giò Forma
Ombre Controluce Teatro d’Ombre
Costumi Gianluca Falaschi
Luci Antonio Castro
Personaggi e interpreti
Olympia Federica Guida
Giulietta Francesca Di Sauro
Antonia Eleonora Buratto
Stella Greta Doveri
Hoffmann Vittorio Grigolo
Lindorf/Coppélius/Miracle/Dapertutto Luca Pisaroni
Nicklausse/La Muse Marina Viotti
Hermann/Schlémil Hugo Laporte
Andrés/Cochenille/Frantz/Pitichinaccio Fran ç ois Piolino
Luther/Crespel Alfonso Antoniozzi
Spalanzani Yann Beuron
Nathanaël Néstor Galv á n
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
Maestro del Coro Alberto Malazzi
Date:
Mercoledì 15 marzo 2023 ore 19.30 – abbonamento Prime Opera
Sabato 18 marzo 2023 ore 19.30 – fuori abbonamento
Martedì 21 marzo 2023 ore 19.30 – turno A
Venerdì 24 marzo 2023 ore 19.30 – turno C
Martedì 28 marzo 2023 ore 19.30 – turno B
Venerdì 31 marzo 2023 ore 19.30 – turno D
Prezzi : da 210 a 25 euro più prevendita
Infotel 02 72 00 37 44
www.teatroallascala.org
Un’ora prima di ogni recita nel Ridotto dei Palchi
si terrà un incontro di presentazione a cura di Liana Püschel
Il 24 marzo l’opera sarà trasmessa in diretta su LaScalaTv dalle ore 19:15
Si ringrazia la Fondazione Milano per la Scala