Dall'antica Roma alla tv

DOMENICA 07/05/2023

Italiani – Gianni Bisiach (ANNIVERSARIO NASCITA)

Io credo che il giornalismo così come è stato fatto negli anni ’60 e ’70, è stata una cosa molto importante e rimane anche negli archivi, rimane nei ricordi, rimane nella storia". Parole di Gianni Bisiach nell’ultima intervista da lui rilasciata per lo Speciale di Enrico Salvatori “Io, testimone oculare” - realizzato nel 2017, in occasione dei suoi novant’anni – che Rai Cultura ripropone domenica 7 maggio alle 17 su Rai Storia, in occasione dell’anniversario della nascita. “I miei ricordi – diceva Bisiach - cominciano a quando avevo 2 anni, a 2 anni e mezzo. Avevo visto i primi due film sonori, ‘Il cantante di jazz’, americano, e ‘La canzone dell’amore’, e mi ricordo tutto, le scene, le canzoni, le parole. Poi, a 7 anni mi hanno comprato le macchine cinematografiche, una macchina da presa Pathè Baby e un proiettore Pathè Baby.” Così iniziava il racconto personale di vita e di lavoro di Gianni Bisiach e lo Speciale ripercorre la sua lunghissima carriera da quando nel 1946, diciannovenne, segue il padre in Africa e consegue due lauree in medicina, fino all’ultima puntata di "Un minuto di storia", realizzata nel 2013 per il Tg1, dopo sessant’anni di reportage e approfondimenti sulla grande Storia e non solo, come l’inchiesta sulla mafia "Rapporto da Corleone", o quella sulla pena di morte al termine della quale riuscì a salvare dalla pena capitale un condannato negli Usa, dimostrando la sua innocenza.

Storie della tv – Raimondo Vianello (ANNIVERSARIO NASCITA)

Raimondo Vianello: basta pronunciare il suo nome per evocare la possibilità di una risata educata, di una televisione d’altri tempi, quella dei pionieri, capace però di conservarsi con intelligenza e garbo fino agli anni più recenti. Vianello è senza dubbio una delle grandi colonne portanti del varietà italiano, e il suo lascito la materia più preziosa per tutti i comici e i presentatori televisivi. Un personaggio raccontato da “Raimondo Vianello, la fantasia al potere”, in onda, in occasione dell’anniversario della nascita, domenica 7 maggio alle 18 su Rai Storia per “Storie della tv”, la serie di Alessandro Chiappetta ed Enrico Salvatori scritta con Stefano Di Gioacchino e con la consulenza e la partecipazione di Aldo Grasso.

Passato e Presente. Matteo Ricci missionario in Cina

Padre Matteo Ricci, missionario gesuita, è il primo europeo a stabilire un solido ponte culturale tra oriente e occidente. Sbarcato a Macao nel 1583, si stabilisce nel sud della misteriosa Cina dei Ming, dove, insieme al confratello Michele Ruggeri perfeziona lo studio del cinese e redige il primo dizionario cinese-portoghese. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli e dalla professoressa Michela Catto a “Passato e Presente” in onda domenica 7 maggio alle 20.30 su Rai Storia. Mettendo in pratica gli insegnamenti di Alessandro Valignano, visitatore delle missioni gesuitiche d’Oriente, Ricci si fa “cinese in Cina”: studia e assorbe la cultura e i costumi locali - laddove ciò non sia incompatibile con i dogmi e la morale evangelica, per entrare in contatto con quel popolo. Riesce persino a completare lo studio dei classici confuciani e, a 20 anni dal suo arrivo in Cina, viene finalmente ammesso nella capitale Pechino, città che non lascerà mai più. L’imperatore Wanli gli accorda protezione e il titolo di mandarino, in cambio della traduzione in cinese dei testi fondamentali del sapere occidentale. Ricci conduce una vasta opera di apostolato, con un approccio che, aspramente criticato in passato, in tempi recenti è stato definito “del dialogo religioso”. 

Binario cinema. Una fredda mattina di maggio

Milano, 1976. Iniziano “gli anni di piombo”: movimenti di estrema sinistra ed estrema destra passano progressivamente dalle intimidazioni a forme sempre più violente di terrorismo ideologico e politico. In questo clima su muove Ruggero Manni, un affermato giornalista milanese di un importante quotidiano che cerca di indagare le cause e scoprire le motivazioni che agitano tali movimenti. Nonostante gli avvertimenti, le minacce e le intimidazioni, e il crescente clima di ostilità nella redazione, Ruggero non si ferma, anche a costo di mettere a repentaglio la sua vita: morirà assassinato da sei colpi di pistola, mentre si recava al giornale, in una fredda mattina di maggio.

Liberamente ispirato alla tragica vicenda di Walter Tobagi, regia di Vittorio Sindoni, con Sergio Castellitto, Margareth Mazzantini e Gabriele Ferzetti, “Una fredda mattina di maggio” andrà in onda domenica 7 maggio alle 21.10 su Rai Storia.

Grandi Biografie * Ermanno Olmi: il sognatore con la cinepresa

In occasione del quinto anniversario della scomparsa del regista Ermanno Olmi (24 luglio 1931 - 7 maggio 2018), viene riproposto lo speciale “Ermanno Olmi: il sognatore con la cinepresa”, in onda domenica 7 maggio alle 22.45 su Rai Storia. Lo speciale ne ripercorre l’infanzia, la formazione, il legame con cultura contadina. Si ripercorre la produzione documentaria con Edison (1953 e il 1961) e quella filmica iniziata con Il tempo si è fermato (1958). Tra i premi si ricordano la Palma d'oro al Festival di Cannes 1978 con L'Albero degli zoccoli, il David di Donatello con Il mestiere delle armi (2001), il Leone d'oro al festival del cinema di Venezia con La leggenda del santo bevitore (1988). La sua poetica è spiegata attraverso le interviste rilasciate a trasmissioni televisive.

LUNEDI’ 08/05/2023

Passato e presente. Il Medioevo fantastico

Il Medioevo, l’età senza nome. Un’era di mezzo - lunga mille anni - tra l’antico e il moderno. Per gli illuministi si tratta di: “secoli bui”; per i romantici, invece, più che un periodo storico, il medioevo è un luogo dell’anima. Delle diverse interpretazioni del medioevo e del suo uso simbolico nelle epoche successive, Paolo Mieli parla con il professor Tommaso di Carpegna a “Passato e Presente”, in onda lunedì 8 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Nei primi decenni dell’Ottocento il medievalismo si sovrappone infatti al movimento romantico stesso, mentre nell’Italia risorgimentale e post-unitaria il richiamo al medioevo è funzionale alla creazione di una cultura nazionale. L’uso strumentale di questo periodo storico continua anche durante il XX secolo: fascismo e nazismo se ne appropriano per sfruttarne simboli e suggestioni. Ma il fascino del medioevo resiste ancora oggi e diventa ambientazione privilegiata per film, libri e serie televisive di successo. 

Catilina, cronaca di una congiura

Negli ultimi anni della Repubblica, Roma presenta una scena politica particolarmente violenta. Le conquiste in Africa e in Oriente hanno sconvolto lo scenario sociale. Grandi quantità di schiavi sono affluite in Italia, provocando un crollo del costo del lavoro, l’impoverimento della classe media e lo sviluppo del latifondo. La battaglia politica tra la nobiltà, che controlla il Senato, e la plebe, che ha diritto di veto sulle leggi, si è fatta molto dura. Nel 63 a.C. questo scontro sfocia in un tentativo di colpo di stato. Il protagonista si chiama Lucio Sergio Catilina. A duemila anni di distanza, attraverso un’attenta ricostruzione dei fatti e un confronto con le fonti storiche, Cristoforo Gorno rilegge questa pagina di Storia in “Catilina, cronaca di una congiura”, in onda lunedì 8 maggio alle 21.10 su Rai Storia.

Gli storici latini definiscono Catilina intelligente e audace, ma anche ma pieno di vizi, crudele e perverso. Anche se è di origine nobile, si è più volte candidato al consolato, la massima magistratura romana, per la fazione dei populares, ma le ripetute sconfitte, causate da brogli e accuse varie, lo spingono ad organizzare una rivolta armata contro l’ordine costituito. Il suo antagonista si chiama Marco Tullio Cicerone. Viene dalla provincia, ma si è distinto nei tribunali per la sua arte oratoria e ha fatto una brillante carriera politica che lo ha portato al vertice della Repubblica come console. Anche se non è nobile, è diventato l’alfiere della fazione dei patres, l’aristocrazia senatoriale. Con le sue mosse astute, le straordinarie orazioni e la forza delle legioni, Cicerone sventa la congiura di Catilina, che trova la sua tragica fine in una battaglia senza speranza.

Italia. Viaggio nella bellezza La Galleria Borghese

La Galleria Borghese, una delle più importanti collezioni d'arte occidentali, è protagonista di “Italia, viaggio nella Bellezza”, in onda lunedì 8 maggio alle 22.10 su Rai Storia. Nata ai tempi di Galileo su impulso di un cardinale “edonista”, rivisitata in epoca Settecentesca dai suoi eredi, oggi è l'unico luogo al mondo in cui Barocco e Neoclassico trovano una sintesi perfetta.
Creata agli inizi del Seicento su impulso di Scipione Borghese, "cardinal nepote" di Paolo V (di cui era effettivamente nipote), Galleria Borghese è molto più di una villa di delizia. Edificata allo scopo di custodire e esaltare la collezione del cardinale, che amava tanto l'arte antica e rinascimentale quanto quella del suo tempo ferrigno, rivisitata dai suoi eredi e illuminata dalla luce del Settecento, è anche il luogo sorgivo del Barocco con Bernini e i chiaroscuri del Caravaggio, e dell'arte neoclassica, tra il riallestimento di Asprucci e il virtuosismo di Canova.
A parlarne è un'ospite di eccezione, la direttrice Francesca Cappelletti, con interventi dello storico dell'arte Andrea Bacchi, della storica dell'arte Lucia Simonato, dello storico dell'antico regime Andrea Merlotti. E con un contributo dello scrittore Emanuele Trevi (Premio Strega 2021). 

MARTEDI’ 09/05/2023 (GIORNATA IN MEMORIA DELLE VITTIME DEL TERRORISMO)

Il giorno e la storia (Ore 00.10 e in replica 11:30, 14, 20 ca.)

Il 9 maggio, secondo una legge del 2007, nell’anniversario dell’uccisione di Aldo Moro ad opera delle Brigate Rosse, si ricordano in Italia le vittime del terrorismo. La Repubblica ha voluto istituire la giornata per tributare il riconoscimento delle istituzioni e dei cittadini alle vittime e alle loro famiglie.

Diario Civile. Giuseppe Fava e Peppino Impastato, voci libere contro la mafia

Il 9 maggio 1978, mentre l’Italia è sotto choc per il ritrovamento a Roma del cadavere di Aldo Moro, a Cinisi, in Sicilia, Peppino Impastato muore, a 30 anni, dilaniato dall’esplosione di una carica di tritolo posta sotto il suo corpo adagiato sui binari della ferrovia. Per ricordarlo, Rai Cultura propone “Giuseppe Impastato e Giuseppe Fava: due voci libere contro la mafia”, in onda domenica 9 maggio alle 18:30 su Rai Storia. Il loro impegno civile è ancora oggi testimonianza diretta di come la guerra contro la mafia si possa combattere non solo nelle aule giudiziarie e nei corridoi della Questura, ma con il lavoro quotidiano di denuncia e di civilizzazione. Peppino Impastato sfidò il capomafia di Cinisi, Gaetano Badalamenti, con le sue trasmissioni a Radio Aut, sfruttando l'onda creativa delle radio libere degli anni 70 e dando sfogo a monologhi satirici e grotteschi. Pippo Fava è stato invece un uomo di cultura poliedrico che si è cimentato nella letteratura, nel teatro, nel giornalismo, raccontando una parte di Sicilia nascosta, la provincia di Catania, e il suo mondo fatto di collusioni tra mafia e imprenditoria. Entrambi hanno dato punti di vista nuovi e originali sulla Sicilia, hanno scavato nelle contraddizioni della gente e non hanno piegato la testa di fronte alle minacce mafiose, pagando il loro impegno con la vita.

La memoria rigenerativa

Un viaggio tra il 1968 e il 1992, in una stagione di progresso, di lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata. Una memoria che guarda al domani e offre una riflessione sui valori rigenerativi di legalità e giustizia. Di Leonardo Campus Regia di montaggio Leonardo Sicurello Produttore Esecutivo Annalisa Vasselli, “La memoria rigenerativa” andrà in onda martedì 9 maggio alle 19:30 su Rai Storia.

Passato e presente. Delitto Moro: il giorno dopo

Cosa succede dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Aldo Moro il 9 maggio 1978 in via Caetani? Quali conseguenze determina l’assassinio del presidente della Democrazia Cristiana sul quadro politico e più in generale nella società italiana? Ne parlano a Passato e presente Paolo Mieli e il professor Umberto Gentiloni nell’appuntamento in onda martedì 9 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Il giorno dopo il delitto Moro, oltre agli effetti politici immediati, a cominciare dalle dimissioni del ministro degli Interni, Francesco Cossiga, sono lo shock e la commozione a prevalere. L’Italia intera partecipa al dolore della famiglia Moro che rispettando le volontà dello statista ucciso respinge i funerali di Stato e fa celebrare le esequie in forma strettamente privata a Torrita Tiberina. Una scelta lacerante e insanabile. Tre giorni dopo, un funerale senza bara in suffragio di Aldo Moro viene celebrato nella basilica di San Giovanni in Laterano da papa Paolo VI, amico di vecchia data del leader della Democrazia Cristiana.

5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità * Odissea. L’enigma Omero

Chi era Omero e qual è il significato dell'Odissea? Nel corso di sei puntate, “5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità” – in onda martedì 9 maggio alle 21.10 su Rai Storia - segue le tracce di Ulisse, conosciuto anche con il nome greco di Odisseo, un eroe attuale come quasi tremila anni fa, in un viaggio attraverso alcuni dei paesaggi e dei mari più affascinanti del Mediterraneo. In studio Giorgio Zanchini con un esperto della materia, introdurrà i temi delle diverse puntate attraverso le quali si cercherà di rivelare le origini dei miti narrati nell’Odissea e di risolvere gli interrogativi che ancora circondano una delle più grandi opere letterarie dell'umanità e il suo enigmatico autore. Nel primo episodio, in onda martedì 9 maggio alle ore 21.10 in prima visione su Rai Storia, si parte dell’enigma Omero: l’identità del padre della letteratura occidentale, è ancora una questione aperta e la sua, rimane una figura avvolta nel mistero. Il creatore dell'Odissea potrebbe essere stato un bardo cieco, o una bella principessa siciliana, o l'espressione artistica di una comunità, tramandata attraverso il canto. La più antica testimonianza scritta dell’Odissea può offrire diverse indicazioni ai ricercatori contemporanei. In studio con Giorgio Zanchini, Silvia Romani, Professoressa di Mitologia, di Religioni classiche e di antropologia del mondo classico all'Università degli Studi di Milano

Italiani. Aldo Moro, memorie di un professore

In occasione della Giornata in memoria delle vittime del terrorismo, e dell’anniversario del ritrovamento del corpo di Aldo Moro, avvenuto il 9 maggio 1978, Rai Storia ricorda lo statista ucciso dalle BR con lo speciale “Aldo Moro, memorie di un professore”, in onda per “Italiani” martedì 9 maggio alle 23.10 su Rai Storia, come di consueto introdotto da Paolo Mieli. La mattina del 16 marzo 1978, l’allora presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, viene rapito in via Mario Fani, a Roma, da un commando delle Brigate Rosse. Quello stesso giorno, i suoi carcerieri scrivono il primo comunicato che elenca le responsabilità politiche dello statista, annunciando l’inizio di un processo nei suoi confronti. Sotto l’incalzare dell’interrogatorio, Moro rivive trent’anni della sua carriera politica, da una prospettiva dolorosa, ma che gli consente, al tempo stesso, di riordinare la sua esperienza e di analizzarla sotto una luce diversa, come annotò nel suo memoriale: “Debbo dire che, sotto la pressione di vari stimoli e soprattutto di una riflessione che richiamava ciascuno in se stesso, gli avvenimenti, spesso così tumultuosi della vita politica e sociale  riprendevano il loro ritmo, il loro ordine e si presentavano più intelligibili. Ne derivava un’inquietudine difficile da placare e si faceva avanti la spinta di un riesame globale e sereno della propria esperienza, oltre che umana, sociale e politica”. Il memoriale di Moro ci consente di ripercorrere i momenti più significativi della sua carriera politica, dalla Carta Costituzionale al compromesso storico. Attraverso le parole dello statista scomparso è possibile ricostruire le pagine più difficili e dolorose della storia della Repubblica italiana: la nascita del centro-sinistra, la crisi del governo Tambroni, le manovre del Sifar del 1964, il Sessantotto, la strage di piazza Fontana, la strategia della tensione, fino all’accordo con il PCI per la formazione di un governo di unità nazionale guidato da Andreotti. Ne deriva un ritratto insolito dello statista democristiano, che pone al centro della sua esperienza di uomo politico la sua dimensione di professore universitario e di costituzionalista.

MERCOLEDI’ 10/05/2023

Passato e presente. Il Duca degli Abruzzi

Ammiraglio, alpinista, esploratore, Luigi Amedeo, discendente del ramo Savoia-Aosta della famiglia reale sabauda e meglio noto come “il Duca degli Abruzzi”, è stato un avventuriero da belle époque e un eroe d’altri tempi. Le sue avventure sono ripercorse dal professor Francesco Perfetti e da Paolo Mieli a “Passato e Presente”, in onda mercoledì 10 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Tre circumnavigazioni del globo, l’ascensione al Cervino, la scalata del Monte St. Elia in Alaska, l’esplorazione del Polo nord e quella del massiccio africano del Ruwenzori, fino alla spedizione sul K2, sono alcune delle imprese con le quali ha segnato la storia mondiale delle esplorazioni, impressionando i suoi contemporanei e riempiendo le cronache dell’epoca. Comandante delle forze navali alleate durante la I Guerra Mondiale, Luigi Amedeo di Savoia decide, nel dopoguerra, di dedicarsi a un progetto di bonifica agricola in Somalia. Spirito aperto e avventuroso, che mal si adattava alle convenzioni sociali e politiche del suo tempo, sceglie alla fine di abbandonare per sempre l’Italia e chiede di essere sepolto in quell’ultima terra d’Africa che ha esplorato e amato. 

Mixer. Vent’anni di televisione h.21.10

Italiani. Maria Bellonci

Maria Bellonci, con il marito Goffredo, ha dato vita a un salotto letterario attivo e partecipe della vita sociale e culturale del paese, all’indomani della Seconda Guerra Mondiale e degli anni della ricostruzione. Una grande passione per la letteratura e per la scrittura, con uno sguardo sempre attento al mondo femminile e al ruolo delle donne. Il premio Strega, da lei ideato nel 1947, continua ad accompagnare i percorsi narrative di tanti scrittori e a far conoscere nuovi autori. Attraverso interviste a protagonisti della scena culturale e letteraria contemporanea e a testimonianze d’epoca, si delinea il ritratto di Maria Bellonci con le sue passioni: la storia, la letteratura, la scrittura, il Rinascimento italiano. Appuntamento con lo speciale dedicato alla scrittrice, traduttrice e ideatrice del prestigioso premio Strega, mercoledì 10 maggio alle ore 22 su Rai Storia per il ciclo “Italiani”. 

GIOVEDI’ 11/05/2023

Passato e Presente La Jugoslavia di Tito

Il comunista Tito, con la sua scelta di non piegarsi alle direttive di Stalin nel giugno 1948, è passato alla storia come uno dei leader più influenti dell'Europa del dopoguerra. E il ruolo dei partigiani titini nella lotta contro le forze nazifasciste e la speciale posizione geografica della Jugoslavia hanno reso meno scontato fin dall’inizio il diritto della potenza sovietica ad esercitare sul governo di Tito la stessa egemonia imposta agli altri paesi dell'Europa orientale. Ne parlano il professor Roberto Morozzo Della Rocca con Paolo Mieli a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda giovedì 11 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Nel secolo breve * 1963, Kennedy

“Il 22 novembre 1963 alle 12.30 John F. Kennedy e sua moglie Jackie stanno percorrendo Main Street, a Dallas, in un corteo di auto scoperte. Li accoglie una folla entusiasta. L'auto svolta verso Daley Plaza e passa davanti al Texas School Book Depository. In quel momento si sentono degli spari. Il presidente Kennedy e il governatore del Texas John Connally vengono feriti. Pochi secondi dopo viene sparato un terzo colpo, che uccide Kennedy all'istante”. Così inizia il doc introdotto e commentato dal professor Alessandro Barbero nel nuovo appuntamento con “Nel secolo breve” in onda giovedì 11 maggio alle 21.10 su Rai Storia. La biografia del presidente americano viene ricostruita attraverso le immagini e gli audio originali di alcuni fra i suoi discorsi più celebri, come quello di insediamento “Quindi, cari amici americani, non chiedetevi cosa può fare il vostro Paese per voi, ma chiedetevi cosa potete fare voi per il vostro Paese”. O il discorso nel quale lancia la corsa allo spazio, che per Kennedy è parte di un’idea di “nuova frontiera”, materiale e simbolica, tutta da conquistare. Fino al discorso sull’invio di truppe in Vietnam, un’escalation militare che Kennedy condivide in pieno fino, o quello del fallimento e dell’assunzione di piena responsabilità nello sbarco alla Baia dei porci a Cuba dove cerca di rovesciare il governo rivoluzionario di Fidel Castro. Infine, l’intervento a Berlino, dove il suo discorso Io sono un berlinese risuona come una risposta senza appello alla costruzione del muro. La guerra fredda e l’ostilità di Kruscev fanno da sfondo alle tappe che portano Kennedy a Dallas nel novembre del 1963, durante una campagna elettorale che lo induce a cercare a sud, il sud bianco e ancora fortemente razzista, elettori che finanzino la sua nuova elezione messa a rischio non solo dalle tensioni internazionali ma anche dalla sua politica di desegregazione razziale. Ed è proprio a Dallas che Kennedy viene ucciso il 22 novembre. L’uccisione di Kennedy viene ripresa da un cineamatore, Abraham Zapruder, e diventa uno dei “luoghi della memoria” del Novecento, anche se non da subito. Al film documentario originale sono state aggiunte le interviste ai professori: Ferdinando Fasce, Università di Genova (teorie del complotto, aspetto mediatico); Mario Del Pero (Sciences Po, Paris), (politica internazionale); Germana Pulcini (Roma Tre) (politica nazionale, profilo di Lee Harvey Oswald). Sono stati, inoltre aggiunti i servizi televisivi prodotti dalla RAI negli anni Sessanta sulla morte di Kennedy a cura di Ruggero Orlando e di Enzo Biagi che intervista la vicina di Oswald, Ruth Paine che è da subito fra le principali accusatrici dello stesso Oswald. 

Archivi, miniere di storia. L’archivio di Stato a Roma

Un viaggio nell’Archivio di Stato di Roma, nella sede di Sant'Ivo alla Sapienza: lo propone “Archivi, miniere di storia”, il programma di Rai Cultura in onda giovedì 11 maggio alle 22.35 su Rai Storia. Ospite del direttore Paolo Buonora, che presenta i documenti più antichi, tra cui un codice che presenta uno dei più antichi esperimenti di welfare, e con lo storico Marco De Nicolò, esperto dell'età contemporanea, e di Michele Di Sivo, archivista ed esperto dell'età moderna, Marco Mondini esplora alcuni momenti della storia della “capitale del mondo”, l'Urbe. Città del Papa, centro culturale di prim'ordine in tutta l'età moderna, città di commerci e pellegrinaggi, obiettivo politico del Risorgimento, faro ispiratore del mondo cristiano.

VENERDÌ 12/05/2023

L'Italia e gli italiani all'Eurovision Song Contest *

Nella settimana dell’Eurovision Song Contest, Rai Cultura racconta le partecipazioni del nostro Paese con le due puntate de “L’Italia e gli italiani all’Eurovision Song Contest, in onda venerdì 12 e sabato 13 maggio alle 19.30 su Rai Storia. Si comincia con la prima edizione del 1956 per arrivare agli anni ’90 e si prosegue con la storia più recente, con il ritorno dell’Italia all’Eurovision Song Contest, dopo anni di oblio, dal secondo posto di Raphael Gualazzi nel 2011 al trionfo dei Maneskin nel 2021.

Passato e presente. Legge 180, la rivoluzione Basaglia

Il neurologo e psichiatra veneziano Franco Basaglia nel novembre del 1961 va a dirigere il manicomio di Gorizia. Da qui parte la sua riflessione sulla malattia mentale che lo porterà in circa un ventennio a rivoluzionare la psichiatria. Basaglia, insieme a un gruppo di psichiatri, infermieri e intellettuali, vuole scardinare la legge manicomiale del 1904, un residuo storico, che concepisce l'ospedale psichiatrico come uno strumento per mantenere l'ordine pubblico e tutelare la moralità attraverso la segregazione dei soggetti "pericolosi". Alla legge 180 e alla rivoluzione Basaglia è dedicata la puntata di "Passato e Presente" con Paolo Mieli e la professoressa Vinzia Fiorino in onda venerdì 12 maggio alle 13:15 su Rai3 e alle 20:30 su Rai Storia. Gorizia diventa ben presto la fucina di un esperimento inedito che prosegue nell'ospedale psichiatrico di Trieste dal 1968. Abolizione delle pratiche più violente, abbattimento delle barriere, istituzione di regolari assemblee tra pazienti e personale, programmazione di gite, visite guidate e incontri con i parenti, sono solo alcune delle misure introdotte da Basaglia per dar voce ai malati e ridurre la distanza tra medico e paziente. Nel 1973, col gruppo di studio e di lavoro Psichiatria Democratica, fondato con la moglie e collaboratrice Franca Ongaro, promuove un rinnovamento radicale della normativa psichiatrica e il superamento definitivo dell'istituzione manicomiale. È grazie soprattutto a questo movimento che il 13 maggio 1978 viene approvata la legge 180 che, tra i vari provvedimenti, abolisce gli ospedali psichiatrici.

Telemaco. Da Jose Garcia Ortega alla borgata “Paralup” *

Che responsabilità ha un pittore che guarda la realtà che lo circonda? Questa la domanda che accompagna tutta l’opera di José Garcia Ortega, incarcerato e torturato dal regime franchista e vissuto da esule per tutta la vita. Parte da qui, con Carla Oppo, il prossimo viaggio dei quattro giovani storici alla guida della nuova serie di “Telemaco” in onda venerdì 12 maggio alle 21.10 su Rai Storia. La sua storia intreccia quella di Bosco, un piccolo borgo raso al suolo dai Borbone nel 1820 per aver giocato un ruolo da protagonista nei moti cilentani. In questa vicenda Ortega si rispecchia, riconosce qualcosa di sé e trasforma tutto in arte, nelle opere custodite nella casa in cui ha vissuto e in un piccolo museo, opere che mettono al centro l’uomo e la sua lotta per la libertà. Dal piccolo borgo a una vasta aera di campagna disabitata in provincia di Roma agli inizi del ‘900: con Pietro Sorace scopriremo come l’imprenditore Parodi Delfino ha dato vita ad un polo industriale all’avanguardia, specializzato nella produzione bellica. Intorno alla fabbrica, alla quale arrivano operai da tutta Italia, si sviluppa un progetto urbanistico e sociale voluto dal grande architetto Riccardo Morandi. Ma nel 1938 un tragico evento scuote l’intera comunità: l’esplosione nel reparto tritolo della fabbrica causa la morte di 60 operai. Pur rimanendo nell’ambito industriale, con Emanuela Lucchetti ci spostiamo a sud, tornando al 1836, quando per volere di Ferdinando II di Borbone, viene realizzata la prima linea ferroviaria italiana: la Portici-Napoli. Quattro anni più tardi, a Pietrarsa, vengono costruiti stabilimenti e officine per la fabbricazione di treni, rotaie e materiale rotabile. È il Reale Opificio Meccanico, Pirotecnico e per le locomotive. Infine, l’affascinante storia della borgata “Paralup”, in occitano “al riparo dai lupi”, con Charlotte Marincola: un pugno di baite tra le montagne della valle Stura, in provincia di Cuneo. Qui nel corso della Seconda guerra mondiale trovano rifugio centinaia di partigiani in fuga dalla violenza nazifascista. Una storia di Resistenza che ha per protagonisti soprattutto giovani. Tra loro Nuto Revelli. Nasce un laboratorio di democrazia e libertà che ancora oggi produce idee e cultura.

Inferno sotto i mari. Sfida a Rommel

Settembre 1941. Nel tentativo di cambiare il corso della guerra e interrompere i rifornimenti marittimi dall’Italia alle truppe di Rommel in Nord Africa, il tenente comandante Wanklyn dell'HMS Upholder e il tenente Woodward dell'HMS Unbeaten, entrambi britannici, affrontano inconsapevolmente con i loro sommergibili una situazione potenzialmente fatale in mare aperto. Una storia ricostruita da “Inferno nei mari”, in onda venerdì 12 maggio alle 22.10 su Rai Storia. A introdurre e contestualizzare la puntata è lo storico navale Maurizio Brescia.

SABATO 13/05/23

Passato e Presente. Il maggio francese

Nella Francia del 1968 fermenti e tensioni che covano da tempo esplodono in una dura contestazione che ha nei giovani e negli studenti delle università il motore principale. In questa puntata di "Passato e Presente", in onda sabato 13 maggio alle 20:30 su Rai Storia, Paolo Mieli e il professor Gilles Pècout partono dalla scintilla iniziale, che scocca il 22 marzo all'Università di Nanterre, sobborgo a ovest di Parigi. Si protesta contro la riforma universitaria e le rigide regole in vigore nel campus. In breve, la miccia accesa a Nanterre si propaga a Parigi dove gli studenti occupano la Sorbona. Il 3 maggio lo sgombero degli occupanti provoca i primi scontri tra studenti e forze dell'ordine. Violenti incidenti e cortei infiammano le vie e le piazze della Capitale. La Francia sembra sull'orlo dell'insurrezione fino alla presa di posizione di De Gaulle e alle contro-manifestazioni che mettono fine alla fase più dura della protesta. Ma il maggio francese è tutt'altro che sconfitto. I fermenti di partecipazione e di impegno di quei giorni di maggio segnano un passaggio epocale nella storia del Novecento.

Cinema Italia. I magliari

Nella Germania dell’Ovest della seconda metà degli anni 50, Mario Balducci, un operaio emigrato ad Hannover da Grosseto, è ormai in procinto di tornare in patria per mancanza di lavoro. La conoscenza di Totonno, un magliaro romano, lo induce a restare in Germania per dedicarsi al traffico di stoffe e di tappeti. Sceneggiatura dello stesso Francesco Rosi con Suso Cecchi D’Amico e Giuseppe Patroni Griffi, regia di Francesco Rosi, con Alberto Sordi, Renato Salvatori, Belinda Lee, Aldo Giuffrè, “I magliari”, andrà in onda per il ciclo “Cinema Italia” sabato 13 maggio alle 21.10 su Rai Storia. Nastro d’argento a Gianni Di Venanzio per la migliore fotografia in bianco e nero.

Documentari d’autore * Felice chi è diverso

Docufilm di Gianni Amelio. Viaggio nel mondo dell’omosessualità, raccontata da 20 uomini proveniente da ogni parte d’Italia, e di differente estrazione sociale. Un viaggio, nel mondo di chi ha subito il peso di doversi sentire “diverso”. “Felice chi è diverso” andrà in onda per il ciclo Documentari d’autore sabato 13 maggio alle ore 23 su Rai Storia.