Storie del Ghetto di Roma
DOMENICA 13/10/2024
Dario Fo, un magnifico affabulatore
Il ricordo a otto anni dalla morte
In occasione dell’anniversario della scomparsa di Dario Fo, il 13 ottobre 2016, Rai Cultura ricorda il drammaturgo, attore, regista, pittore con lo speciale di Flavia Ruggeri “Dario Fo, un magnifico affabulatore” in onda domenica 13 ottobre alle 11.15 su Rai Storia. Lo Speciale ripercorre la sua vita artistica, culturale, politica e si ricostruisce la sua biografia, il contesto familiare e sociale. Dalla carriera nel teatro e in Rai come autore e interprete, all’incontro e al matrimonio con Franca Rame (1954), dalla cacciata dalla Rai per censura (1962), all’impegno politico nel teatro prima con Compagnia Fo Rame, poi con Nuova scena (per spettacoli in luoghi alternativi ai teatri) (1968) e in seguito con collettivo teatrale La Comune (1970) fino all’acquisizione della sede di compagnia teatrale in Palazzina Liberty a Milano (1974); da non dimenticare la realizzazione del monologo Mistero buffo (1969) che ripetuto e adattato nel tempo diventa il suo manifesto politico e sociale attraverso la figura del giullare che parla e si muove con mimica e linguaggio che si rifanno alle improvvisazioni giullaresche e alla Commedia dell'arte. Si racconta la militanza politica extra parlamentare, il successo internazionale, il rientro in Rai (1977), il Nobel per la Letteratura (1997), l’impegno didattico e artistico nel campo del teatro, della pittura, della letteratura, l’impegno politico (candidatura a sindaco di Milano (2006), l’appoggio a Movimento 5 Stelle (elezioni 2013), la morte di Franca Rame.
Italiani
Cesare Zavattini
È stato uno dei grandi nomi del Neorealismo, senza i suoi soggetti realizzati da De Sica non avremmo “Sciuscià”, “Ladri di Bicilette”, “I bambini ci guardano”, “Umberto D”, “Bellissima”, “Il Boom”, “il Tetto”. A 35 anni dalla scomparsa, il 13 ottobre 1989, Cesare Zavattini è il protagonista della puntata di Italiani che Rai Cultura ripropone domenica 13 ottobre alle ore 12.00 su Rai Storia.
La sceneggiatura è stata solo uno dei mille impegni di questo italiano che ha attraversato il Novecento da protagonista: pittore, teorico del cinema, giornalista, scrittore, autore di programmi radiofonici e televisivi, di commedie teatrali, di poesie in dialetto luzzarese, inventore di nuove forme di cinema e di documentario. Un uomo sempre in cerca di qualcosa di nuovo, un pioniere di sperimentazione e fantasia, un architetto della parola, usata per comunicare la pace e la fratellanza tra gli uomini. Così sono nati libri come “Un Paese” con Paul Strand nel 1955, e “Un paese 20 anni dopo” con Berengo Gardin, oppure “Non libro più disco” del 1970. Amico di Aldo Capitini e Danilo Dolci, Zavattini ha fatto della sua vita di sceneggiatore e cineasta un impegno sociale, tanto da venir premiato nel 1955 a Helsinki con uno dei quattro Premi 4 conferiti dal Consiglio mondiale della Pace che aveva sede a Vienna. Nato nel 1902 a Luzzara, sulle rive emiliane del Po, negli anni '20 Zavattini esordisce come giornalista e critico letterario, ma vive già una grande passione per il cinema, la “nuova arte”. Negli anni '30 è a Milano, e si immagina corrispondente da Hollywood per Rizzoli: con la sua rubrica su “Cinema illustrazione” scrive degli articoli che sembrano già piccoli trattati di teoria del cinema. A Milano frequenta gli amici letterati, registi, artisti, poeti ed editori. Del 1931 è il suo primo libro “Parliamo tanto di me”, a cui ne seguiranno altri. Negli anni '50 il cinema diventa il primo impegno, ma contemporaneamente porta avanti le sue tante identità, e solo negli anni ‘80, sperimenterà il ruolo di regista, col suo film “La Veritàaaa”. A ricordarlo nel filmato sono il regista Virgilio Tosi, la storica del Cinema Stefania Parigi, Giudo Conti, Valentina Fortichiari mentre il comparatista Gualtiero De Santiche ricostruisce il profilo di artista e ricorda gli aspetti umani e sociali dello scrittore.
Passato e presente
L'imperatore Claudio
Tiberio Claudio Druso vive una giovinezza all’ombra di personaggi amati dal popolo e da Augusto, come suo padre Druso e suo fratello Germanico, le cui glorie militari entusiasmano Roma intera. Ma proprio lui, il candidato più improbabile della dinastia di Augusto, deriso per la sua goffaggine, diventa imperatore all’età di 50 anni, acclamato dai pretoriani che avevano ucciso Caligola. In occasione dell’anniversario della scomparsa, il 13 ottobre del 54 d.C., Rai Cultura ripropone l’appuntamento con “Passato e Presente” in onda domenica 13 ottobre alle 20.30 su Rai Storia. Ospite di Paolo Mieli, il professor Umberto Roberto. Da imperatore finanzia grandi opere pubbliche come l’acquedotto Claudio, la bonifica della piana del Fucino e la via Claudia Augusta, un collegamento che favorisce gli scambi tra i romani e i popoli germanici. Persegue una politica estera improntata all’ apertura verso i popoli gallici e, grazie alla sua campagna militare in Britannia, i Romani acquisiscono un primo importante avamposto oltre la Manica. Claudio muore in circostanze sospette. Prenderà il suo posto al comando di Roma il figlio adottivo Tiberio Claudio, Nerone.
Binario cinema
Jimmy's Hall. Una storia d'amore e libertà
Dopo dieci anni di esilio negli Stati Uniti, Jimmy Gralton ritorna in Irlanda. Sconvolto per la grande depressione economica e culturale del suo paese, decide di riaprire la hall a causa della quale era dovuto espatriare. La sala da ballo ridiventa in breve un luogo di ritrovo, di arte e di libero pensiero che incontra l’ostilità dei proprietari terrieri e del parroco della locale chiesa. È il film “Jimmy's Hall. Una storia d'amore e libertà”, diretto da Ken Loach, in onda domenica 13 ottobre alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario cinema”. Nel cast, Barry Ward, Simone Kirby, Jim Norton, Andrew Scott, Francis Magee, Mikel Murfi.
Iconologie quotidiane
Il “Mesiodens” il terzo incisivo nell’arte
Via alla nuova stagione di “Iconologie quotidiane” con lo storico dell'arte Rodolfo Papa, in onda da domenica 13 ottobre a sabato 19 ottobre, ogni giorno in terza serata e in replica alle 8.45 ca e alle 20 su Rai Storia. Il programma Rai Cultura accompagna il pubblico alla scoperta dell'universo iconologico, parte fondante delle arti pittoriche, raccontando i dipinti e le raffigurazioni delle eccellenze artistiche. Nel primo appuntamento Rodolfo Papa racconta il Mesiodens, un’anomalia anatomica: un terzo incisivo in mezzo ai due regolari dell'arcata dentale superiore. Il saggio di Marco Bussagli, “Il male in bocca”, analizza questa iconografia, partendo dai ritratti di demoni e dannati nel Giudizio Universale di Michelangelo ma anche dal volto del Cristo nella Pietà vaticana. Questa anomalia non è un’invenzione di Michelangelo e si trova tra i capitelli medioevali della chiesa di Saint Lazare, ma anche nel rinascimentale volto della Veronica di Cranach il vecchio.
LUNEDI’ 14/10/2024
Passato e Presente
Erwin Rommel: eroe della nuova Germania
La parabola militare e umana di uno dei più audaci comandanti della storia militare tedesca, il feldmaresciallo Erwin Rommel. La raccontano, a 80 anni dal suo suicidio, Paolo Mieli e il professor Marco Mondini a “Passato e presente” in onda lunedì 14 ottobre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Protagonista, pluridecorato, di brillanti operazioni sui diversi fronti durante la Grande Guerra, diviene un vero e proprio “mito” nel corso della seconda. Un mito alimentato dalla propaganda nazista. Ma i rapporti della cosiddetta “volpe del deserto” con il nazismo finirono per essere molto complicati. L’epilogo della sua vita ne è la prova. Alla storia del feldmaresciallo, inoltre, alle 17.30 sempre su Rai Storia è dedicato il documentario firmato da Sergio Zavoli “Rommel, un caso di coscienza” che ripercorre la carriera militare della "volpe del deserto", narrata come esempio paradigmatico dei silenziosi conflitti che si combattono nella coscienza degli uomini di potere nei momenti decisivi della Storia.
Cronache dal mito
Apollo ed Eracle
Protettore delle arti, della musica e della poesia, ma anche implacabile torturatore di chi gli mancava di rispetto; un dio bellissimo e crudele. Apollo è il dio che dispensava i suoi oracoli da Delfi, il santuario più venerato del mondo antico. Ma chi era il dio 'obliquo' che con i suoi enigmi rivelava il futuro agli uomini? Lo racconta Cristoforo Gorno in “Cronache dal mito”, il programma di Rai Cultura in onda lunedì 14 ottobre alle 21.10 su Rai Storia.
Alle 22.40 sempre su Rai Storia, è di scena primo supereroe internazionale: Eracle per i greci, Ercole per i Romani. La sua immagine è nota attraverso i secoli: una clava nella mano, vestito della pelle del leone Nemeo, viaggia per il mondo antico a sconfiggere mostri e conquistare le donne più belle del mito. Eracle è l'eroe di quell’umanità europea ancora agli inizi, impegnata a combattere una natura ostile e a diffondere la propria discendenza sulle rive del Mediterraneo. Cristoforo Gorno svelerà come dietro l'immagine di forza e invincibilità ci sia un altro Eracle, assai meno eroico, cialtrone e ubriacone. Il programma scritto da Cristoforo Gorno con Fabio Bottiglione e con la collaborazione di Lucia Ciancaglini è a cura di Annalisa Vasselli, regia di Stefano Stefanelli, produttore esecutivo Alessandra Giorgi.
La bussola e la clessidra
La battaglia di Canne
La grande battaglia che si svolse nei pressi dell'antica città di Canne, in Puglia, nell’agosto del 216 avanti Cristo, ai tempi delle guerre puniche. La analizza il professor Alessandro Barbero in “La bussola e la clessidra”, in onda lunedì 14 ottobre alle 21.40 su Rai Storia. A Canne il generale cartaginese Annibale riportò una schiacciante vittoria sui romani e i confederati italici condotti dai consoli Gaio Terenzio Varrone e Lucio Emilio Paolo. Decisiva la manovra a tenaglia dell'esercito cartaginese, che accerchiò i romani con la fanteria ai lati e la cavalleria alle spalle.
Iconologie quotidiane
Il pingere nelle firme degli artisti
Molte opere d’arte dei secoli del medioevo non recano la firma del proprio autore, gli artisti non sentono l’esigenza di firmare le loro opere. La firma dell’artista comincia a prendere corpo durante il Rinascimento. È in questo periodo di grande fermento culturale che la firma dell'autore si diffonde, diventando una prassi consolidata. E quando siglano le proprie opere, i pittori si attengono a regole precise: ne parla a “Iconologie quotidiane”, in onda in prima visione lunedì 14 ottobre ogni giorno in terza serata e in replica alle 8.45 e alle 20 su Rai Storia, lo storico dell’arte Rodolfo Papa, analizzando i lavori di Antonello da Messina e di altri artisti.
MARTEDI’ 15/10/2024
Passato e presente
La nascita degli Alpini
Le tappe principali della lunga storia delle “penne nere”. Le ripercorrono Paolo Mieli e il professor Marco Mondini nella puntata di “Passato e Presente”, riproposto martedì 15 ottobre alle 9.00 e alle 14.30 su Rai Storia in occasione dell’anniversario della costituzione del Corpo degli Alpini il 15 ottobre 1872. Gli alpini nascono nel 1872 su proposta del capitano di Stato Maggiore Giuseppe Domenico Perucchetti, come forza a reclutamento locale per la difesa dei confini di montagna. Devono la loro notorietà a un insieme di azioni militari eroiche, spesso accompagnate da enormi sacrifici di vite umane, compiute in tutti i teatri di guerra in cui l’Italia ha combattuto nella contemporaneità, soprattutto nella Prima e Seconda guerra mondiale. Tutto questo accompagnato da una narrazione pubblica, letteraria e cinematografica che ha imposto la figura dell’alpino come emblematica dello spirito di sacrificio, dell’abnegazione e della generosità del soldato italiano.
“Viaggio nell’Italia che cambia”
Omaggio a Ugo Zatterin
In occasione dell’anniversario della nascita di Ugo Zatterin (15 ottobre 1920) Rai Cultura ripropone “Viaggio nell’Italia che cambia”, inchiesta del 1963 in cinque puntate, in onda da martedì 15 ottobre alle 13.00 su Rai Storia. Caratteristica dell’inchiesta – rivendicata dallo stesso Zatterin che racconta di suo pugno i contenuti delle puntate sul Radiocorriere del 1963, a partire dal fascicolo 10 – è che tale inchiesta “non poteva perdersi nelle frange della vita italiana; doveva bensì ricercare, attraverso la scelta di alcuni ‘campioni’ umani e la viva testimonianza di alcuni protagonisti illustri e anonimi, l’esistenza di alcune linee di sviluppo della società italiana, la presenza di grandi temi nazionali, il cui svolgimento non è finito e che per loro stessa incompiutezza suscitano ancora polemiche e provocano giudizi e reazioni contraddittori”. Nei primi tre appuntamenti si fa tappa in alcune località e alcune situazioni scelte quali campioni di una realtà economica che si va modificando. Nella prima ci si sofferma sulla straordinaria rivoluzione industriale di Carpi e su quella più modesta, ma altrettanto sintomatica, di Marano Ticino: due casi limite quali esempi di reazione all’arrivo delle fabbriche nelle regioni settentrionali. Nella seconda si illustra l’arrivo della fabbrica nelle regioni meridionali: come campioni sono stati scelti due grandi complessi industriali sorti uno a Pozzuoli – segno della ricostruzione in una zona passata da una certa attività industriale durante la guerra a disoccupazione e disordini sociali dopo la sconfitta - e l’altro a Brindisi, città all’epoca completamente agricola, e tra le più depresse del Paese. La terza puntata si concentra sull’inevitabile fase di crisi e di trasformazione dell’agricoltura, a cui l’industria e l’urbanesimo hanno via via sottratto braccia e risorse. Il campione della puntata è rappresentato dai mezzadri del Chianti che hanno progressivamente lasciato abbandonati poderi e case, dimezzando la produzione di vino. Dinamiche ravvisate anche in alcune grandi fattorie dell’Emilia-Romagna e del Piemonte, senonché al Sud, con il caso emblematico dei braccianti pugliesi e di San Severo. La quarta puntata mette in luce il contrasto tra l’avvento di grossi macchinari e il continuo e crescente bisogno di manodopera specializzata: l’ufficio di collocamento di Milano, Torino – stazione d’arrivo del “treno del Sole” – ma anche l’ufficio di collocamento di Napoli mostrano luci e ombre dell’immigrazione al Nord (e di quella più rara al Sud) e delle difficili dinamiche di ambientamento sociale e umano. Dopo aver toccato tutti i grandi temi della trasformazione che l’Italia stava subendo (l’industrializzazione da Nord a Sud, la grande migrazione trans peninsulare, lo spopolamento delle campagne, l’insufficienza di manodopera specializzata), Zatterin chiude il suo viaggio nell’universo della distribuzione e delle rivoluzioni in atto nella società dei consumi dettate dall’avvento dei supermarket, dalla distribuzione del gas, dalla motorizzazione, dall’entrata in scena degli elettrodomestici, dal confezionamento italiano degli abiti, dall’apparizione della TV.
“Mao, la gloria e il potere”
L’uomo della Lunga Marcia
A 90 anni dall’inizio dell’epopea della Lunga Marcia, Rai Cultura ripropone “Mao, la gloria e il potere” inchiesta TV di Daniela Ghezzi e Raffaele Uboldi che andò in onda nel 1981 per “I giorni della storia”, e che sarà riproposta da martedì 15 ottobre alle 18.30 su Rai Storia. Nella prima puntata, focus sulla Cina prima di Mao dove la nascente industria cinese trova forza lavoro negli abitanti di villaggi di barche, e dove si evidenziano elementi come lo sfruttamento delle risorse da parte dei capitalisti occidentali, la povertà della Cina sia nella campagna che in città con elevati tassi di mortalità infantile. Si passano inoltre in rassegna la rivolta della guarnigione Wuchang e la proclamazione della Repubblica nell'ottobre 1911 ad opera del politico e rivoluzionario medico cantonese Sun Yat Sen, il negoziato con gli occidentali per revoca delle concessioni (1912); l’ascesa e la carriera del generale Chiang Kai Shek; infine, la biografia del politico rivoluzionario Mao Zedong.
Nel secondo appuntamento, mercoledì 16 ottobre, lente d’ingrandimento sull'invasione giapponese della Cina e la guerra sino-giapponese. Nel terzo, giovedì 17 ottobre, ci si sofferma sull’epilogo della guerra civile: dalla liberazione della città di Nanchino, alla conquista da parte delle truppe dell' Armata rossa del partito comunista cinese di Mao Zedong delle regioni meridionali e occidentali della Cina, alla proclamazione, il 1 Ottobre 1949 della Repubblica popolare cinese, da parte del politico rivoluzionario comunista cinese Mao Zedong, assistito dai politici rivoluzionari cinesi Chu Teh, Zhou Enlai, Lin Biao, Zhao Ziyang, Liu Shaoqi e da altri politici. Nell’ultimo appuntamento di venerdì 18 ottobre analisi dei rapporti Cina - Unione Sovietica. Dall’ ammirazione pubblica e dichiarata del Presidente Repubblica popolare cinese Mao Zedong e di altri politici cinesi per il modello di repubblica sovietico, e dalla firma del " patto di amicizia " tra i due paesi, alla gelosia di Stalin e al successivo deteriorarsi dei rapporti tra Urss e Cina.
Passato e Presente
Cola di Rienzo l’ultimo tribuno
La figura di Cola di Rienzo campeggia sulla Roma della metà del XIV secolo. La città eterna che nel 1300 aveva visto il primo giubileo della Storia, ora, abbandonata dal pontefice trasferitosi ad Avignone e dall’imperatore che da tempo risiede in terra germanica, è una cupa, truculenta, dilaniata dalla guerra tra le fazioni rivali, dalla recessione economica, dalla miseria. Cola di Rienzo intende riportare in vita l’antica Res publica perché Roma è caput mundi, è la culla della civiltà che ha dato agli uomini il diritto, la legge, le istituzioni. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli e lo storico Tommaso di Carpegna a Passato e presente martedì 15 ottobre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.
Roma è la città che ha visto il martirio di Pietro e di Paolo, la costruzione della Chiesa. Nulla può alterare il suo destino di potenza. Cola di Rienzo ne è certo, com’è certo che spetti a lui restituirla all’ordine e alla grandezza perduta. Il mito del tribuno del popolo e del suo progetto visionario, tra alterne fortune, ha attraversato i secoli lasciando ancor oggi irrisolto l’enigma che l’avvolge: Nicola di Lorenzo, questo il suo vero nome, è stato un abile politico o un megalomane? Un sincero capopopolo o un abile affabulatore? Un alfiere della libertà o uno stratega senza scrupoli?
“Nel secolo breve”
1944, la primavera di Roma
A liberare Roma è stato un “elefante”. La parola in codice diffusa da Radio Londra per segnalare l’imminente arrivo degli Alleati nella Capitale è il preludio alla fine della lunga notte della Città Eterna. Alle prime luci dell’alba, il 4 giugno di ottanta anni fa, le truppe americane del generale Mark W. Clark oltrepassano le mura capitoline e sfilano davanti all’altare della Patria. Dopo nove mesi di oppressione, la Città Eterna si affranca dal giogo del Terzo Reich. Una pagina di storia raccontata nell’appuntamento con “Nel secolo breve” con Paolo Mieli, in onda martedì 15 ottobre alle 21.10 su Rai Storia. Le tappe della Liberazione di Roma sono ripercorse da Emanuela Lucchetti attraverso i suoi luoghi e i testimoni ancora in vita come Adriana Montezemolo, figlia del colonnello Giuseppe Montezemolo, capo del Fronte Militare Clandestino e Claudio Fano, figlio di Giorgio Fano, tra le vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine.
Dopo 271 giorni di occupazione, la città esplode. I romani escono di corsa dalle loro case, si riversano nelle strade, riempiono le piazze. Gioia, grida, applausi. Gli americani, i liberatori venuti da lontano, lanciano caramelle e cioccolata al sapore di pace. Si balla, si canta. Le donne romane li abbracciano e li baciano. Il giorno successivo la festa si sposta in piazza San Pietro, dove Pio XII viene salutato come il salvatore della città per l’opera dei conventi e delle parrocchie. La popolazione irrompe nelle carceri, negli alberghi, in tutte le sedi dei comandi militari e di polizia. I tedeschi in ritirata sfilano in un silenzio quasi irreale, senza essere attaccati. La gente è stanca, la guerra è finita. Si festeggia il fatto di poter uscire di casa dopo esser rimasti per tanto tempo chiusi al buio: “Le testimonianze ci raccontano di giovani renitenti alla leva, scampati ai bandi di arruolamento Graziani, pallidi in viso perché nascosti nelle cantine per tanto tempo”, spiega la storica Michela Ponzani. L’attesa spasmodica dell’arrivo degli Alleati, sbarcati a gennaio sulle coste laziali e in stallo per tre mesi ad Anzio e Cassino, finisce con lo sfondamento della linea Gustav, che apre la strada per la Città Eterna. Presto però la grande festa e l’euforia, lasciano il passo alle difficoltà. Roma è liberata ma soffre, è lasciata a se stessa, non ha un leader che segni la via ai suoi abitanti. Saranno gli attori del varietà, soprattutto Anna Magnani e Totò, a risollevare il morale della città, tornando a fare il loro mestiere.
L'ostetrica di Auschwitz
Nel 1943 Stanisława Leszczyńska viene arrestata dalla Gestapo per aver aiutato i prigionieri del ghetto di Łódź e mandata nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau insieme ai suoi tre figli. Lì lavora come levatrice in condizioni disumane, fin quasi all'esaurimento. I bimbi appena nati dovevano essere soppressi per ordine del dottor Mengele, ma Stanisława si rifiuta di farlo, rischiando la vita. Una donna alla quale la nipote Maria Stachurska ha dedicato il docufilm “L’ostetrica di Auschwitz” che Rai Storia propone martedì 15 ottobre alle 22.45 su Rai Storia. Tra il 1943 e il 1945, Stanisława dà assistenza a 3000 partorienti senza perdere nemmeno un bambino, nonostante il destino che avrebbe atteso moltissimi di loro, tra violenze, freddo e fame. Ma alcune centinaia, grazie alle caratteristiche somatiche “ariane” - ad esempio gli occhi azzurri – finiscono in orfanotrofio per essere adottati da coppie tedesche senza figli. E in molti casi – adottando uno stratagemma - Stanisława riesce a far sì che le madri possano poi risalire a loro, dopo la liberazione dal campo.
Iconologie quotidiane
La Cappella Chigi di Raffaello
La Cappella Chigi, nella basilica di Santa Maria del Popolo a Roma, è un capolavoro architettonico di Raffaelo Sanzio. Ne parla lo storico dell’arte Rodolfo Papa nel nuovo appuntamento con “Iconologie quotidiane” in onda martedì 15 ottobre in terza serata e in replica alle 8.45 ca e alle 20 su Rai Storia.
L’artista la disegna nel 1513, su commissione del banchiere senese Agostino Chigi, che vuole una nuova cappella per la sua famiglia. Dovendo partire da una struttura già esistente, una nicchia laterale della basilica, Raffaello elabora il progetto in altezza: uno spazio cubico, a pianta centrale, sormontato da un tamburo che consente l’arrivo della luce e chiuso da una cupola emisferica decorata a cassettoni e mosaici.
MERCOLEDI 16/10/2024
Passato e Presente
Roma 1943, la razzia delle biblioteche ebraiche
Tra ottobre e dicembre 1943, nella Roma occupata dopo l’Armistizio, i tedeschi sequestrano l’intero patrimonio librario della Comunità ebraica romana. Si tratta di due biblioteche con circa venticinquemila testi, molti dei quali rari e pregiati, di grande valore sul piano materiale, culturale e storico. Una razzia ricostruita da Paolo Mieli e dalla professoressa Bianca Gaudenzi nella puntata di “Passato e Presente”, riproposta mercoledì 16 ottobre alle 9.00 e alle 14.15 su Rai Storia in occasione dell’anniversario del Rastrellamento del Ghetto di Roma del 16 ottobre 1943. I nazisti hanno un grande interesse per i beni culturali ebraici e li raccolgono in tutta Europa. Nella loro ossessione antisemita, vogliono studiare quelli che considerano i peggiori nemici del popolo tedesco, al punto da progettare un “museo della razza estinta”. I fascisti non sono da meno. La persecuzione degli ebrei italiani inizia con le leggi razziali del 1938. Oltre alla perdita di libertà e diritti civili, gli ebrei vengono sottoposti a una progressiva spoliazione dei loro averi, comprese opere d’arte e beni culturali di grande valore. La situazione peggiora dopo l’armistizio del 1943, quando la Repubblica Sociale Italiana confisca agli ebrei tutti i beni, mobili e immobili. Dopo la guerra, parte dei libri razziati alla Comunità ebraica di Roma viene recuperata e restituita. Il resto, comprendente i volumi più pregiati, è oggetto di un’accanita ricerca che dal dopoguerra non si è ancora fermata e continua tutt’oggi.
Pietre d’inciampo
Roma, la famiglia Terracina
La storia di una famiglia di ebrei romani che, scampata al rastrellamento del ghetto nel 1943 e nascosta grazie all’aiuto del portiere del loro palazzo, viene poi arrestata e deportata ad Auschwitz. Ettore Terracina, nipote di Piero Terracina, ed Elisa Guida, biografa della famiglia Terracina, legata a Piero da un intimo rapporto di amicizia, ripercorrono la loro storia insieme ad Annalena Benini, a “Pietre d’inciampo” nella puntata riproposta mercoledì 16 ottobre alle 12.15 su Rai Storia in occasione dell’anniversario del Rastrellamento del Ghetto di Roma del 16 ottobre 1943. Dal campo di Auschwitz tornò solo il figlio Piero, allora adolescente, che fino alla morte ha sempre ricordato e tramandato la sua esperienza, insieme all’amico Sami Modiano, sopravvissuto con lui allo sterminio e ancora oggi tra i pochissimi testimoni viventi. Le pietre dedicate alla famiglia si trovano a Piazza Rosolino Pilo 17 a Roma.
Telemaco
Il bambino del Ghetto
È Il 16 ottobre 1943, la Shoah irrompe nel ghetto di Roma. Oltre mille ebrei tra uomini, donne e bambini, vengono arrestati dalle SS naziste e deportati ad Auschwitz. In occasione dell’80 anniversario, questa pagina di storia è ripercorsa da Charlotte Marincola a “Telemaco” in onda lunedì 16 ottobre alle 18.30 su Rai Storia. Tra loro molti bambini che da quei lager non faranno mai ritorno. Anche Emanuele Di Porto è un bambino, ma la sua storia ha un finale diverso. A soli dodici anni, Emanuele e un coraggio da vendere. Quella triste mattina cerca di salvare la madre Virginia, caricata a forza su un camion tedesco. In realtà, sarà lei, con un ultimo disperato gesto a salvare la vita di suo figlio. Emanuele verrà nascosto per alcuni giorni in un tram, protetto e accudito da conducenti e bigliettai. Su quel tram che percorre le strade della capitale, Emanuele sfuggirà agli sgherri di Kappler. Aspetterà inutilmente il ritorno di sua mamma che, invece, ad Auschwitz perderà la vita. Emanuele di porto ha passato la sua vita raccontando la sua storia, soprattutto ai giovani nelle scuole e oggi 93enne è uno degli ultimi a tenere viva la memoria di quei terribili giorni.
Diario di un cronista
Piazza Giudia
“Diario di un cronista – Piazza Giudia” è la rievocazione del rastrellamento realizzata nel 1963 da Sergio Zavoli per Tv7, con interviste a ex deportati, a chi è riuscito a evitare l'arresto, a chi ha salvato parenti e amici. Tra le voci anche quella di Quirino Zazza, il capotreno di uno dei convogli di deportati dal ghetto di Roma. Appuntamento mercoledì 16 ottobre alle 18.00 su Rai Storia in occasione dell’anniversario del Rastrellamento del Ghetto di Roma del 16 ottobre 1943.
Storie contemporanee
Roma 16 ottobre 1943. Spie e vittime
“Storie contemporanee” con Michela Ponzani e Marco Mondini dedica una puntata speciale alla razzia del ghetto di Roma, il 16 ottobre 1943, riproposta da Rai Cultura mercoledì 16 ottobre alle 19.30 su Rai Storia in occasione dell’anniversario del Rastrellamento del Ghetto di Roma del 16 ottobre 1943.
Michela Ponzani e Ruth Dureghello dialogano sul tema della memoria e della testimonianza, sempre viva e da alimentare costantemente, mentre Marco Mondini insieme alla professoressa Procaccia e al professor Osti Guerrazzi si interroga sul tema della delazione e del collaborazionismo.
Passato e presente
La Guerra civile in Grecia
Ottobre 1944: le ultime truppe tedesche abbandonano la Grecia dopo tre anni di occupazione, mentre il governo legittimo, sotto la protezione dell’esercito britannico, rientra dall’esilio accolto da un grande entusiasmo popolare. I cittadini, stremati dalle privazioni e vessati dagli occupanti, sperano che con la liberazione torni anche la pace. Una pagina di storia raccontata da Paolo Mieli e dallo storico Giorgio Del Zanna a Passato e presente mercoledì 16 ottobre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, a 75 anni dalla fine della guerra (16 ottobre 1949).
La sinistra, che durante la resistenza ha giocato un ruolo da protagonista, rivendica ora la possibilità di prendere parte attivamente alla vita politica. Ma le divergenze con il governo, condizionato dalla presenza inglese, sono inconciliabili. La permanenza di milizie armate di estrema destra genera inoltre un clima di rappresaglia e violenza. In breve, il Paese precipita nella guerra civile.
Cari amici vicini e lontani
Renzo Arbore e la radio
Uno spiritoso omaggio a Silvio Gigli, presentatore della Radio di lungo corso, inventore del primo quiz “Botta e risposta”, a cui viene dedicato un busto di bronzo in studio è l’incipit del terzo appuntamento con Renzo Arbore e con “Cari amici vicini e lontani” in onda in prima visione mercoledì 16 ottobre alle 21.10 su Rai Storia. E’ poi il turno di Gigi Proietti, che esegue una canzone popolare degli anni 50, “Serenata celeste”.
Arbore omaggia la sua categoria d’appartenenza, i “disk jockey” presentando i pionieri Vittorio Zivelli e Renzo Nissim, Giancarlo Guardabassi (recentememente scomparso) e l’ultima leva dei DJ di Radio Rai, tra i quali Fiorella Gentile (“Popoff” e “Supersonic”), Serena Dandini e Luca De Gennaro (“Master”). Viene poi presentato il gruppo di “Per voi giovani” seconda fase (la prima, 1966-1970, vedeva proprio Arbore conduttore): Paolo Giaccio, Renato Parascandolo, Raffaele Cascone e Claudio Rocchi, nel frattempo diventato “Hare Krisnha”. Vengono coinvolti a fare da coro al “reuccio della canzone italiana” Claudio Villa, protagonista della radio degli anni 50, cantando insieme “Binario”. Villa esegue poi un medley dei suoi successi, tra i quali spicca “Granada”, che chiude con un autoironico “acuto prolungato”. Un programma di Renzo Arbore, Ugo Porcelli ed Enrico Salvatori, con la collaborazione di Lucia Ciancaglini. Produttore esecutivo Alessandra Giorgi. Regia di Luca Nannini e Agostino Pozzi.
Iconologie quotidiane
La “conformità” nel Libro di pittura di Leonardo
Da secoli ci si interroga sulla figura di Leonardo: fu più artista o più scienziato? Per rispondere a questa domanda Rodolfo Papa, a “Iconologie quotidiane”, programma Rai Cultura in onda mercoledì 16 ottobrein terza serata e in replica alle 8.45 ca e alle 20 su Rai Storia, indaga fra le pagine del "Libro di pittura". Ne emergono la filosofia e le profonde conoscenze tecniche possedute da Leonardo. La pittura, per Leonardo, è scienza, rappresentando “al senso, con più verità e certezza, le opere di natura”, mentre “le lettere rappresentano, con più verità, le parole al senso.” È attraverso l’osservazione diretta della realtà che Leonardo elabora e adotta l’uso della prospettiva e dello sfumato nelle sue opere.
GIOVEDI’ 17/10/2024
Santa Teresa di Calcutta
Un ritratto a 45 anni dal Nobel per la Pace
Il 5 settembre 1997 moriva Madre Teresa di Calcutta, proclamata santa nel 2016. Ma chi è stata questa donna? Una grande paladina della carità? Una coraggiosa madre dei poveri? L'autorevolezza e il carisma di questa piccola suora dal luminoso sorriso erano straordinari, come il lavoro con le sue Sorelle Missionarie della Carità a Calcutta in India e poi in tutto il mondo. Nel giorno del 45° anniversario dell’assegnazione del Premio Nobel per la Pace, Rai Cultura la ricorda con lo speciale "Santa Teresa di Calcutta" in onda giovedì 17 ottobre alle 19.30 su Rai Storia. "La santità - diceva Madre Teresa - non è un privilegio di pochi. È un semplice dovere per voi, per me. Se vi sono poveri nel mondo è perché voi ed io non diamo abbastanza”. Il documentario - firmato da Antonia Pillosio – è realizzato partendo da spunti biografici inediti suggeriti dal Cardinale Angelo Comastri, Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e Arciprete della Basilica di San Pietro, suo amico personale, dal vaticanista Saverio Gaeta, da Padre Brian Kolodiejchuk, postulatore della sua causa di beatificazione e direttore Centro Madre Teresa e da Suor Mary Prema, la nuova Superiora generale delle Missionarie della Carità.
Un giorno – racconta il Cardinale Angelo Comastri - un fotografo famoso le chiese: “Madre, io vorrei cogliere i segreti di questi occhi. Perché i suoi occhi sono così felici? Io ho fotografato attori, attrici, ma non ho mai visto occhi così felici.” “La risposta della Madre fu un capolavoro: se vuole sapere il segreto è molto semplice i miei occhi sono felici perché le mie mani asciugano tante lacrime. Faccia così anche lei”. E Saverio Gaeta aggiunge: “Credo che sia una di quelle persone che tutti considerano oggi diciamo Santa, ma la considerano Santa a prescindere dal fatto religioso, la considerano un modello una donna che ha rappresentato effettivamente quello che è il cuore dell’uomo quando cerca di rispondere al bisogno degli altri e ha cercato di farlo seguendo quello che era il suo desiderio di fare ciò che Dio chiedeva a lei attraverso le sue opere”. Ad arricchire la puntata anche immagini e fotografie delle Teche Rai.
Passato e Presente
Junger, "Nelle tempeste d'acciaio"
A 19 anni Ernst Jünger si arruola volontario nell’esercito germanico e parte nel dicembre del 1914 per il fronte franco-tedesco, dove rimane quasi ininterrottamente fino all’agosto 1918: combatte coraggiosamente, subisce gravi e ripetute ferite rischiando più volte la vita, e merita le più alte onorificenze al valore. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli e dal professor Emilio Gentile a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda giovedì 17 ottobre alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Appena due anni dopo il ritorno a casa, la trasposizione in libro del suo diario di guerra, intitolata “Nelle tempeste d’acciaio”, viene pubblicata a spese del padre in una edizione fuori commercio: duemila copie esaurite in poco tempo. Ha inizio la fortuna di una pubblicazione che accompagnerà Jünger per tutta la vita e lo consacrerà come uno degli scrittori più capaci di raccontare la realtà della Grande Guerra e l’immaginario dei milioni di ragazzi che l’hanno combattuta.
5000 anni e +. La lunga storia dell’umanità
1874: la nascita dell'Impressionismo
15 aprile 1874, Parigi, Boulevard des Capucines. Nello studio del fotografo Nadar, una trentina di giovani pittori si preparano a presentare al pubblico più di centocinquanta delle loro opere. Alla fine di questo secolo turbolento in cui la modernità stava emergendo, questo gruppo di artisti, liberandosi dai codici, osò lanciare una mostra indipendente, che avrebbe fatto notizia. Era nato l'impressionismo. A “5000 anni e +. La lunga storia dell’umanità” in onda giovedì 17 ottobre alle 21.10 in prima visione su Rai Storia, Giorgio Zanchini ne parla con il prof. Mascilli Migliorini, docente di Storia moderna presso l'Università Orientale di Napoli.
“a.C.d.C.”, le Apocalissi del passato
La distruzione di Sodoma, tra leggenda e realtà
Le ricerche per localizzare l’antica città di Sodoma e le indagini sulla natura del misterioso cataclisma che, secondo il racconto biblico, l’ha distrutta: le racconta “Apocalissi del passato”, in onda giovedì 17 ottobre alle 22.10 su Rai Storia per il ciclo “a.C.d.C.”, con l’introduzione del professor Alessandro Barbero. La narrazione della ricca città di Sodoma, dell’immoralità dei suoi abitanti e della pioggia di zolfo e fuoco con cui Dio l’ha distrutta, è da sempre l’immagine esemplare della punizione divina. Due archeologi americani, Steven Collins e Phillip Silvia, hanno trovato nella valle del Giordano nuove e importanti elementi per identificare Sodoma con l’antica città di Tall el-Hammam, a nordest del Mar Morto: un fiorente centro dell’età del bronzo distrutto da un misterioso cataclisma che ha reso la zona inospitale per settecento anni.
Iconologie quotidiane
La Cappella della Sacra Sindone di Guarino Guarini
Nel 1667 Carlo Emanuele I di Savoia affida a Guarino Guarini, uno dei maggiori architetti del barocco piemontese, l’incarico di progettare una Cappella dove custodire la Santa Sindone. Ne parla lo storico dell’arte Rodolfo Papa, a “Iconologie quotidiane”, programma Rai Cultura in onda giovedì 17 ottobre in terza serata e in replica alle 8.45 ca e alle 20 su Rai Storia (sempre subito dopo Il giorno e la storia). Guarini concepisce una struttura che sfida ogni canone architettonico e crea un fantastico effetto ottico. Sul corpo cilindrico preesistente, inserisce un volume nuovo, costituito da tre grandi archi inclinati verso l’interno e concepisce la cupola come una torre con sei livelli di archi sovrapposti, che convergono in una stella dove spicca la colomba dello Spirito santo.
VENERDÌ 18/10/2024
“Ieri e oggi”
Il ricordo di Franco Gatti
In occasione dell’anniversario della scomparsa di Franco Gatti, componente dei Ricchi e Poveri fin dalla fondazione del gruppo del 1967, Rai Cultura ripropone venerdì 18 ottobre alle 12.00 su Rai Storia la puntata della storica trasmissione ‘Ieri e oggi’ del 1976, nel quale è ospite con gli altri componenti del gruppo, e condotta da Mike Bongiorno e curata da Leone Mancini e Lino Procacci, dove i personaggi dello spettacolo si rivedono nelle loro partecipazioni televisive del passato: Franco Gatti e i Ricchi e Poveri ripercorrono la loro carriera, sia televisiva (Mai di sabato signora Lisistrata, del ’71 e i varietà Tante Scuse e (Di nuovo) tante Scuse, a fianco di Sandra Mondaini e Raimondo Vianello) che canora, che li ha già visti secondi al Festival di Sanremo nel 1970 e ’71, e che li vedrà vincitori nel 1985 con “Se m’innamoro”.
Passato e Presente
Bombe su Milano
Durante la Seconda guerra mondial, i bombardamenti alleati su Milano sono durati ben cinque anni. Un inferno, quello vissuto dalla città, terminato pochi giorni prima della Liberazione e iniziato il 15 giugno del 1940, un sinistro benvenuto alla nazione appena entrata in guerra.
L’episodio più tragico avviene il 20 ottobre del 1944 quando, nel corso della più pesante incursione aerea per il capoluogo lombardo, a Gorla, quartiere della periferia milanese, viene colpita una scuola elementare e perdono la vita 184 bambini. Una ferita prima rimossa e poi rielaborata dalla memoria della città. La professoressa Barbara Bracco, insieme a Paolo Mieli, ripercorre quella giornata drammatica e il contesto storico in cui essa si svolse nel nuovo appuntamento con Passato e presente in onda venerdì 18 ottobre alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia.
Donne di Campania
Maria Teresa De Filippis
Prosegue il racconto delle “Donne di Campania”, la docu-serie Anele che attraverso un’inedita narrazione ripercorre le storie di sei donne campane, coraggiose, determinate e intraprendenti. Venerdì 18 ottobre alle 21.10 in prima visione su Rai Storia è la volta di Maria Teresa De Filippis. Ultima di cinque figli di una ricca e nobile famiglia napoletana, spericolata fin da bambina, Maria Teresa De Filippis amava la velocità e i cavalli, all’inizio quelli a quattro zampe ma presto iniziò a preferire quelli dei motori. Corse la sua prima vera gara nel 1948: partecipò alla 10 km Salerno-Cava de’ Tirreni e vinse a bordo di una Fiat Topolino 500 polverizzando i piloti maschi. Aveva solo 22 anni, si era iscritta per una scommessa sulle proprie capacità di guida sportiva con il fratello Antonio, anche lui pilota automobilistico. Diventerà presto famosa come la prima donna in Formula 1. La De Filippis partecipò alle gare automobilistiche per 11 anni, durante i quali, grazie alla sua bravura, si guadagnò stima e rispetto nell’ambiente gareggiando con i più grandi piloti del tempo.
“’14-’18. Grande Guerra cento anni dopo”
Come finisce sul fronte occidentale
Nel marzo 1918 le truppe italiane sono pronte per trasferirsi in Francia. Quello che Cadorna non aveva voluto considerare, ovvero l'esistenza di un fronte di guerra diverso da quello italiano, sotto il comando di Diaz diventa una possibilità militare e un'opportunità politica: ricambiare il favore fatto all'Italia dagli alleati, con l'invio di artiglieria sul Piave, e consolidare l'alleanza militare in vista delle trattative di pace. Fatti al centro dell’appuntamento con “’14 – ’18. Grande Guerra 100 anni dopo”, in onda venerdì 18 ottobre alle 22.10 su Rai Storia. Sul fronte francese arrivano 25.000 soldati italiani che si faranno onore nella seconda battaglia della Marna, lasciando sul campo 5.000 caduti e 4.000 feriti, ma risultando decisivi per la vittoria finale sui tedeschi.
Iconologie quotidiane
De Chirico e la classicità
De Chirico trascorre tutta la sua infanzia e la sua gioventù in Grecia. L’artista resterà sempre legato alla cultura classica, che popolerà i suoi quadri di eroi mitologici e di rovine. Lo racconta lo stgorico dell’arte Rodolfo Papa a “Iconologie quotidiane”, programma Rai Cultura in onda venerdì 18 ottobre in terza serata e in replica alle 8.45 ca e alle 20 su Rai Storia.
Nella sua arte il passato antico e il presente imperscrutabile si condensano in segni che assumono molti significati e i miti greci diventano episodi autobiografici. Un esempio è La partenza degli Argonauti, un tema ripreso più volte. Nel quadro del 1909, il pittore raffigura sé stesso e il fratello Andrea come Castore e Polluce che si accingono a lasciare la Grecia con la protezione di Atena.
SABATO 19/10/24
Passato e Presente
Giovanni Battista Montini, Paolo VI
Paolo VI, il pontefice che guidò la Chiesa dal 1963 fino alla morte, avvenuta nel 1978, attraversando anni segnati da tensioni sociali, liberalizzazione dei costumi, laicizzazione della società, grandi crisi internazionali. Un testimone del suo tempo che il professor Agostino Giovagnoli analizza con Paolo Mieli nella puntata di “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura, in onda sabato 19 ottobre alle 9.00 e alle 14.15 su Rai Storia, riproposta in occasione del 10° anniversario della beatificazione di Giovanni Battista Montini, avvenuta il 19 ottobre 2014. A Paolo VI è toccato traghettare nel mondo la chiesa del Concilio, mantenere la rotta tra la tempesta del ’68 e la tragica guerra del Vietnam, gestire il travaglio interno alla Chiesa provocato dalle spinte della cosiddetta teologia della liberazione. Ma soprattutto al Pontefice toccò assistere impotente e dolente alla morte violenta per mano brigatista dell’amico di sempre Aldo Moro. Il suo appello agli “uomini delle Brigate rosse”, per il rilascio “senza condizioni” dello statista democristiano è senza dubbio il momento più sofferto e ricordato del suo pontificato.
Alle 20.30 sempre su Rai Storia, poi, si parla ancora di Paolo VI in un’altra puntata di “Passato e Presente” dedicata al dialogo tra cattolici e ortodossi ripreso nel 1964 dopo l’incontro e l’abbraccio a Gerusalemme tra Paolo VI e il patriarca ortodosso Atenagora, dopo quasi mille anni. Un dialogo che secondo i due protagonisti avrebbe dovuto portare alla pratica dell’intercomunione, ovvero la comune celebrazione eucaristica. Un passo che non avverrà mai. Ma il dialogo iniziato nel 1964, tra avanzamenti e battute d’arresto, non si è mai interrotto fino a oggi.
Cinema Italia
Notti magiche
“Cinema Italia”, sabato 19 ottobre alle 21.10 su Rai Storia, propone “Notti magiche”, il film di Paolo Virzì ambientato nella tanto celebre, quanto crudele notte dei rigori Italia-Argentina 1990. Di quella splendida stagione il film ha tutto il sapore, ricorda la gioia e la tensione vissuta dal paese durante i Mondiali e restituisce lo spaccato di un periodo così cruciale per le sorti del cinema italiano che ha segnato la definizione di nuovi stili e il crepuscolo dei grandi “padri”.
La storia narrata è quella di tre sceneggiatori, finalisti del Premio Solinas, accusati dell’omicidio di un noto produttore cinematografico.
Francesca Archibugi e Francesco Piccolo sono gli autori della sceneggiatura che cita e omaggia i grandi del passato. Nel cast Mauro Lamantia, Giovanni Toscano, Irene Vetere, Roberto Herlitzka, Giancarlo Giannini e Ornella Muti. La hit di Edoardo Bennato e Gianna Nannini fa da colonna sonora, genera ricordi e tanta nostalgia.
Documentari d’autore
Cecchi Gori - Una famiglia italiana
Vittorio Cecchi Gori si racconta nel documentario di Marco Spagnoli, Simone Isola “Cecchi Gori - Una famiglia italiana” in onda per il ciclo “Documentari d’autore” sabato 19 ottobre alle 23.15 su Rai Storia. Il produttore ripercorre la nascita e l’ascesa del più grande gruppo di produzione e distribuzione cinematografica italiano di tutti i tempi. È la storia di padri e figli, ma è anche il racconto di una bottega rinascimentale diventata industria. Con Roberto Benigni, Carlo Verdone, Leonardo Pieraccioni, Giuseppe Tornatore, Vittorio Cecchi Gori, Marco Risi.
Iconologie quotidiane
Il Cristo di Port Lligat di Salvador Dalì
Nel Monasterio de La Encarnación ad Avila, Salvador Dalì ha modo di vedere uno schizzo di San Giovanni della Croce, realizzato in seguito ad un’estasi, che raffigura Cristo sulla croce, schiacciato dal dolore, in un’insolita prospettiva dall’alto. Ne parla lo storico dell’arte Rodolfo Papa, a “Iconologie quotidiane”, programma Rai Cultura in onda sabato 19 ottobre in terza serata e in replica alle 8.45 e alle 20 su Rai Storia. L’artista spagnolo ne resta talmente impressionato che, nel 1951, decide di tradurre a suo modo quell’immagine e dipinge anche lui Cristo come visto dall'alto, senza mostrarne il volto e dove la croce è solo un solido sospeso nel vuoto. Sullo sfondo raffigura la spiaggia di Port Lligat, il paese catalano dove vive.