L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Inimitabili

DOMENICA 22/06/2025

Inimitabili
Giuseppe Mazzini

Giuseppe Mazzini è giovanissimo quando vede nel porto di Genova degli uomini chiedere delle monete per i proscritti d’Italia. Da quel momento si affaccerà in lui il pensiero della libertà della patria che non lo avrebbe mai più abbandonato. Profeta del Risorgimento, esule per quasi tutta la vita, ha cercato di realizzare quell’Italia repubblicana che vedrà il suo compimento soltanto nel 1946. È lui il protagonista di “Inimitabili”, il programma di Rai Cultura con Edoardo Sylos Labini che intreccia il documentario storico all’interpretazione teatrale, riproposto domenica 22 giugno alle 17.45 su Rai Storia a 220 anni dalla nascita. Fondatore della Giovine Italia, il patriota genovese cospira per gran parte della sua esistenza infiammando gli animi di tanti giovani che si immolarono per la causa italiana. Dal carcere di Priamar all’esilio, dalle barricate delle Cinque Giornate di Milano alla strenua difesa della Repubblica Romana fino al ritorno in Italia, Edoardo Sylos Labini racconta la vita di una delle figure centrali della storia d’Italia. 
La puntata è arricchita da interviste (gli storici Elena Bacchin, Roberto Balzani, Giovanni Belardelli e Alessandro Campi) e dalle riprese dei luoghi di Mazzini: la Fortezza del Priamar di Savona, il Palazzo della Cancelleria di Roma e il cimitero Staglieno di Genova.

"Inimitabili", prodotto da Rai Cultura, è un programma di Sylos Labini e Angelo Crespi, con la consulenza di Clemente Volpini, scritto con Roberto Fagiolo e Massimiliano Griner, per la regia di Claudio Del Signore e con le musiche originali del Maestro Sergio Colicchio. Consulenza scientifica: Francesco Perfetti (puntata D’Annunzio, Marinetti, Guareschi), Giovanni Berardelli (puntata Mazzini).

Passato e presente
Giuseppe Mazzini, l’apostolo del Risorgimento

Giuseppe Mazzini fonda la Giovine Italia nel 1831, affermando che l’Italia deve essere “una, indipendente e repubblicana”. Insieme alla prospettiva politica, Mazzini propone una dimensione spirituale del suo impegno che conquista molti giovani patrioti, in Italia e in Europa. Un personaggio raccontatoda Paolo Mieli con il prof. Luigi Mascilli Migliorini a Passato e presente in onda domenica 22 giugno alle 20.30 su Rai Storia. Per tutta la prima fase del Risorgimento è il leader indiscusso del movimento indipendentista, ma il fallimento continuo dei moti insurrezionali da lui ispirati lo costringe a una vita da esule. Mazzini trascorre molti anni a Londra dove riflette sulla “questione sociale” e matura un pensiero molto avanzato, anche se sarà sempre distante dalle idee materialiste del nascente socialismo e sarà spesso in polemica con Karl Marx. Le continue sconfitte dei moti mazziniani lo isolano progressivamente dal contesto politico italiano, dove intanto sta prevalendo la linea moderata, con l’alleanza tra i liberali e la monarchia sabauda, sotto la cui bandiera si compie l’unità nazionale. Mazzini muore in Italia, ma da esule in patria. Per molti anni sarà un corpo estraneo alla retorica risorgimentale e al sistema di valori del nuovo Stato, anche se nel Novecento saranno in molti a contendersene l’eredità politica e culturale.

Binario cinema
Miss Marx

Una donna geniale, un padre importante, un marito scapestrato. È “Miss Marx” di Susanna Nicchiarelli in onda per il ciclo “Binario cinema” domenica 22 giugno alle ore 21.10 su Rai Storia. Il film, coprodotto da Rai Cinema, era stato presentato alla 77ª edizione del Festival. Nel cast, Romola Garai, Patrick Kennedy, John Gordon Sinclair. 

Siamo nel 1883, l’anno della morte di Karl Marx. La figlia Eleanor è una pensatrice brillante e apprezzata nel quadro del socialismo britannico: dopo la scomparsa del padre si lega a Edward Aveling, commediografo intraprendente, ma uomo incostante e infedele. La fragilità e la complessità del personaggio, uniti allo stile e alle scelte marcate e personali di Nicchiarelli, danno vita a una figura memorabile del cinema recente, in un prodotto italiano di respiro internazionale, non il primo e non l’ultimo della più autenticamente cosmopolita fra i registi di casa nostra. 

LUNEDI’ 23/06/2025

Passato e Presente
La battaglia di Solferino

Il 23 aprile 1859, Cavour respinge l’ultimatum austriaco che intima ai piemontesi di smobilitare l’esercito. La sua abile diplomazia ha ottenuto l’appoggio della Francia di Napoleone III, a patto che la guerra sia dichiarata dall’Impero asburgico. E così dopo l’ultimatum, quella alleanza stipulata quasi segretamente a Plombières diventa operante a tutti gli effetti. Una pagina di storia ripercorsa da Paolo Mieli con il professor Gilles Pécout a “Passato e Presente”, in onda lunedì 23 giugno alle 13.15 su Rai n3 e alle 20.30 su Rai Storia.

La seconda guerra di indipendenza è iniziata da circa due mesi, quando all’alba del 24 giugno 1859, nel tranquillo scenario delle colline mantovane, l’armata alleata franco-piemontese e l’esercito austriaco si affrontano in una delle battaglie più cruente della storia europea: la battaglia di Solferino. Il 24 giugno 1859 l’armata franco-piemontese e l’esercito austriaco si affrontano in una delle battaglie più cruente della storia europea: la battaglia di Solferino.

CoESPU, costruttori di pace

In un momento di gravi conflitti e disordini nel mondo, a Vicenza c’è un centro dell’arma dei carabinieri che si occupa di addestrare e formare le forze di pace.

È il CoESPU, Centro di Eccellenza per le operazioni di pace e supporto a cui Rai Cultura, a 20 anni dalla fondazione nel 2005, dedica lo speciale “CoESPU, costruttori di pace” in onda lunedì 23 giugno alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. Nato nel 2005, ha ospitato più di 15.000 tra uomini e donne, cosiddetti peace keepers provenienti da 128 paesi per missioni delle Nazioni Unite, dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, e di altre organizzazioni regionali. Il CoESPU opera con la partnership degli Stati Uniti sin dalle sue origini, collaborazione formalizzata al Vertice di Sea Island nel 2004. Non solo addestramento, ma anche ricerca sulle zone di crisi e sulle strategie per riportare l’ordine in aree interessate da conflitti ed altre piaghe come la tratta di esseri umani, lo sfruttamento della prostituzione, il terrorismo. Ce ne parlano fra gli altri il generale Giuseppe De Magistris, comandante del CoESPU, il colonnello Col. Joseph Bruhl – Deputy Commandant CoESPU, il colonnello Fabrice Gaeng – French Advisor CoESPU.

Storia delle nostre città
Genova

“Vedrai una città regale, addossata a una collina alpestre, superba per gli uomini e per mura, il cui solo aspetto la indica signora del mare” scrisse Petrarca nel 1358, in una relazione di viaggio. È Genova, da lui soprannominata la “Superba”, la protagonista di questo appuntamento con “Storia delle nostre città”, il programma coprodotto da Ballandi Arts e Rai Storia, in onda lunedì 23 giugno alle 22.10 su Rai Storia. Per oltre otto secoli capitale dell’omonima Repubblica Marinara, Genova è una città che parla di mare, di vento, di navi, di rotte percorse, di terre lontane e di vittorie leggendarie. 

Città dalla storia millenaria e gloriosa, con palazzi antichi di grande valore, piazze bellissime, un centro storico unico al mondo con i suoi “carruggi”, ha dato i natali a grandi personalità che hanno contribuito a farla conoscere nel mondo, da Cristoforo Colombo ad Andrea Doria a Giuseppe Mazzini. Ma c’è anche la Genova di oggi che, seppur profondamente ferita, mostra orgogliosa al mondo il nuovo ponte San Giorgio.

Buon compleanno Renzo Arbore
L’omaggio di Rai Cultura su Rai Storia

In occasione del compleanno di Renzo Arbore, Rai Cultura lo omaggia con una programmazione dedicata su Rai Storia: già da lunedì 23 giugno in terza serata, e in replica martedì 24 giugno alle 10.15 con “Quelli della notte in cattedra”, in occasione del 40° anniversario della prima messa in onda di “Quelli della Notte” (1985), uno special televisivo dedicato a uno degli spettacoli più innovativi della televisione italiana. Concepito come un viaggio nella memoria collettiva e nella storia del linguaggio televisivo, il programma prevede la ripresa integrale di un incontro, dal Teatro Ateneo dell’Università Sapienza, a Roma, nel quale, attraverso anche la cura del materiale d’archivio, l’integrazione di contenuti esclusivi e documenti personali forniti dagli ospiti (foto, video, memorabilia) si tenti di restituire la complessità e la forza innovativa di uno show che ha segnato un’epoca.

Si prosegue alle 13.00 con Telepatria International, con stralci tratti dalla prima puntata del programma stralunato e ironico di Renzo Arbore e Luciano De Crescenzo del 1981, dove si celebra l’orgoglio di essere italiani con ospiti la Marina Militare, la banda dell'Esercito e una serie di personaggi noti impegnati in gag esilaranti.  Si chiude alle ore 19.45 con "Buonasera con… Renzo Arbore" dove lo showman racconta della propria infanzia a Foggia, della passione per il jazz sin da giovane età, del linguaggio del blues, della scelta di suonare il clarinetto, e del fenomeno Beatles.

MARTEDI’ 24/06/2025

Cultura, osterie e caffè nel Veneto

Il viaggio nella cultura veneta inizia necessariamente dai caffè, luoghi di ritrovo e scambio tra letterati nel ‘700. La vicenda storica di questa bevanda celebrata da Goldoni e da Gozzi su sviluppa contemporaneamente a quella della cultura e della società veneziana, superando abbondantemente però, i confini storici della Repubblica della Serenissima. Da non tralasciare la cultura del vino che dai tradizionali “bacari” e “trani” si estenderà successivamente a tutta la terra ferma veneta. Da qui parte “Cultura, osterie e caffè nel Veneto”, programma in tre puntate della Sede regionale per il Veneto del 1980, con la regia di Giuseppe Maffioli, che Rai Cultura ripropone da martedì 24 giugno alle 17.45 su Rai Storia. Nella prima puntata, Caffè a Venezia, Maffioli rivisita i luoghi sacri del culto del caffè come il Florian in Piazza S. Marco rievocandone i fasti e la decadenza. Nel secondo appuntamento, in onda mercoledì 25 giugno, l’itinerario iniziato a Venezia prosegue a Treviso. La “marea gioiosa” – così veniva definito il territorio trevisano del tardo Medioevo – è caratterizzata negli ultimi anni dell’‘800 e nei primi del ‘900 da personaggi bizzarri, I mati de Treviso, ma di grande rilievo per la cultura nazionale come lo scultore e pittore Arturo Martini, lo scrittore Giovanni Comisso, e Gino Rossi. Infine, giovedì 26 giugno alle 17.45 sempre su Rai Storia, “I amici de Verona, la storia”: il pittore Angelo Dall’Oca Bianca, il commediografo Renato Simoni e il poeta Berto Barbarani.

Passato e Presente
Emilio Colombo, l’ultimo dei costituenti

Emilio Colombo è stato uno dei politici più longevi della nostra Repubblica. Ha solo 26 anni quando siede all’Assemblea costituente ed è uno dei più giovani padri della Costituzione Italiana. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli e dallo storico Agostino Giovagnoli, nel giorno dell’anniversario della scomparsa, a Passato e presente in onda martedì 24 giugno alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Nel ’48 il giovane lucano viene eletto in Parlamento tra le fila della Democrazia Cristiana e come sottosegretario all’agricoltura nel IV governo De Gasperi dà un forte impulso alla riforma agraria. Alla guida di diversi dicasteri nei governi successivi, alla fine degli anni ’50 è tra i fautori della corrente dei dorotei, che riunisce la componente di centro del partito. Prudente su una possibile alleanza con i socialisti, ottiene comunque diversi ruoli nei governi di centrosinistra, ma, nel ’64, da Ministro del Tesoro, contribuisce alla crisi del I° governo di Moro con una politica di rigore economico che blocca le riforme auspicate dai progressisti. Alla guida del suo primo e unico esecutivo, dal 1970 al 1972 promuove importanti riforme, tra le quali la legge sul divorzio. L’ultima parte della sua carriera è dedicata al Parlamento Europeo, del quale, nel 77, è eletto Presidente. Nel 2003 il presidente Ciampi lo nomina senatore a vita: la giusta conclusione di 60 anni di attività politica.

Torno perché.
Vita e opere di Saverio Strati. Scrittore

Di Saverio Strati, Walter Pedullà, una volta ha scritto: “Strati, che voleva risciacquare in Arno i panni macchiati dal dialetto calabrese… partì per non tornare… Lui che viveva per scrivere e di scrittura vive da allora in eroica solitudine a Scandicci. Brevi i viaggi in Calabria, come per rifornirsi di storie, di parole, di personaggi e di paesaggi; sempre più degradati, sempre più devastati dalla ’ndrangheta. E il narratore lirico diventò un romanziere offeso e disperato. Non ha smesso un giorno di scrivere, in progressiva indigenza. Di talenti narrativi come il suo non se ne vedono tanti in giro. Qualunque cosa tentava di dire era un bel racconto malinconico e nostalgico che quando non ce la fa più urla dal rancore per l’occasione perduta dal Sud. Consentiamo a questa fantasia di continuare ad avere visioni che arricchiscono tutti, tranne che lui”.

Strati, infatti, passerà gli ultimi anni della sua lunga e prolifica vita di scrittore in una situazione di indigenza da cui riuscirà a uscire solo grazie al supporto della legge Bacchelli a lui assegnata nel 2009. Un personaggio raccontato nello speciale Rai Cultura, firmato da Vanessa Roghi e Massimo Latini, “Torno perché. Vita e opere di Saverio Strati. Scrittore” in onda martedì 24 giugno alle 21.10 in prima visione su Rai Storia.

Nato a Sant’Agata del Bianco non distante da Reggio Calabria nel 1924, la vita di Strati assomiglia, nei suoi esordi, a quella di tanti giovani di umili origini della sua generazione. La scuola messa da parte per il lavoro, poi il recupero da adulto, dopo la Seconda guerra mondiale, quando, grazie all’aiuto di un parente americano, Strati termina gli studi liceali e si iscrive all’Università di Messina. La scoperta del meridionalismo attraverso la lettura della inchiesta sulla Calabria di Umberto Zanotti Bianco, Tra la perduta gente, inchiesta del 1928 ma pubblicata, di nuovo, nel 1946 come attuale perché immobile appare la vita lì descritta, quella degli umiliati e offesi del Meridione d’Italia. Così Strati inizia a scrivere, e scriverà per il resto della sua vita, una vita lunga, che è terminata nel 2014, a 90 anni in quella Scandicci dove era andato a vivere dal 1964.

Lo speciale intende ricostruire questa storia singolare; eppure, per tanti versi paradigmatica grazie alla ricchezza delle Teche Rai che dagli anni Cinquanta in poi non hanno mai smesso di raccontare il sud, e nel sud, la Calabria. Per questa attenzione costante anche la figura di Strati da subito viene valorizzata: prima in interviste radiofoniche sul neorealismo che Strati abbraccia criticamente, poi in ogni occasione la sua voce è stata ritenuta necessaria o assurta alla pubblica attenzione grazie ad alcune uscite editoriali o premi di particolare prestigio. Sempre tenendo al centro la sua regione, perché come ha scritto Geno Pampaloni ogni libro di Strati «ha per vero protagonista la Calabria, ed è… una parola d’amore per la sua Calabria».

Interviste a Goffredo Fofi, Palma Comandé, Gioacchino Criaco, Vito Teti, Giancarlo Cauteruccio, Piero Pananti, Luigi Franco, Domenico Dtranieri, Giuseppe Polimeni. Produttrice esecutiva Annalisa Vasselli, ricerche di Francesco Russo.

'14-'18: Grande Guerra cento anni dopo
24 maggio 1915: L'Italia va alla guerra

Il 26 aprile 1915, dopo lunghe trattative, il ministro degli Esteri italiani Sonnino firma il segretissimo “patto di Londra”, in base al quale gli alleati garantiscono all’Italia vantaggi territoriali (Trentino, Istria, parte della Dalmazia) in cambio dell’appoggio militare. Il 23 maggio l’Italia dichiara guerra all’Austria. La notizia è accolta nelle piazze con grandi manifestazioni di entusiasmo. Tra giugno e dicembre gli italiani impegnano gli austriaci nelle prime quattro battaglie dell’Isonzo. Una pagina di storia ripercorsa da “’14-’18. Grande guerra Cento anni dopo” con l’introduzione di Paolo Mieli e la narrazione di Carlo Lucarelli, in onda martedì 24 giugno alle 22.10 su Rai Storia.

MERCOLEDI’ 25/06/2025

Passato e presente
1969 ,il viaggio di Nixon a Roma

Il 27 febbraio 1969 il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon, arriva in viaggio diplomatico a Roma. È una delle tappe del suo viaggio in Europa, il cui obiettivo è illustrare agli alleati della Nato il nuovo corso della politica estera statunitense. Ne parla Paolo Mieli con il professor Umberto Gentiloni a Passato e presente in onda mercoledì 25 giugno alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

La superpotenza occidentale attraversa un momento critico: sono trascorsi tre anni dall’inizio della guerra in Vietnam e sono già morti 30 mila soldati, la protesta interna e internazionale è esplosa, i rapporti diplomatici con la Cina e la Russia sono ai minimi storici. Nixon contrappone il disegno della “Grande Distensione” e la possibilità di successo del dialogo bipolare.

Inimitabili
Oriana Fallaci

Oriana Fallaci è la protagonista di "Inimitabili", il programma di Rai Cultura condotto da Edoardo Sylos Labini, in onda mercoledì 25 giugno alle 21.10 su Rai Storia. Un viaggio nella storia di quattro protagonisti della cultura del nostro Paese raccontati nelle pieghe della loro vita interiore attraverso interviste, brani di recitazione e documenti inediti. 

Oriana Fallaci nasce a Firenze nel 1929 in una famiglia antifascista. A 14 anni partecipa alla Resistenza come staffetta partigiana, esperienza che segna il suo carattere combattivo. Negli anni ’50 entra nel giornalismo e si distingue per il suo stile diretto e senza compromessi, lavorando per importanti testate italiane e internazionali. Diventa celebre per le sue interviste ai divi di Hollywood e ai grandi della Storia, da Kissinger a Gheddafi, da Khomeini a Indira Gandhi, ma anche per i suoi reportage di guerra in Vietnam, Medio Oriente e America Latina. Nel 1968 sopravvive al massacro di Tlatelolco, a città del Messico, rimanendo ferita durante la repressione governativa contro gli studenti.
La sua vita privata è segnata dal dolore: perde due figli non nati e vive una tormentata relazione con Alekos Panagulis, oppositore del regime greco dei colonnelli, la cui morte sospetta la porta a scrivere "Un uomo".
Dagli anni '80 si trasferisce a New York, ma continua a scrivere e a schierarsi su temi controversi. Dopo l’11 settembre 2001, pubblica "La Rabbia e l’Orgoglio", un feroce attacco al fondamentalismo islamico e all’Occidente debole, scatenando accese polemiche. La Fallaci viene accusata di razzismo e fascismo da parte degli antifascisti, proprio lei che antifascista lo era stata davvero. Colpita da un tumore, che chiama "l’alieno", trascorre gli ultimi anni tra l’Italia e gli Stati Uniti. Muore nel 2006 a Firenze, dove viene sepolta accanto alla sua famiglia.

Oriana Fallaci resta un'icona del giornalismo e del pensiero libero, una voce irriverente che ha sempre sfidato il potere e il conformismo culturale del politicamente corretto senza paura.

Il racconto si avvale delle testimonianze del direttore editoriale de Il Giornale Vittorio Feltri, che è stato amico personale di Oriana, della biografa e scrittrice Cristina De Stefano (dalla cui biografia "Oriana. Una donna" è stata tratta la fiction Rai "Miss Fallaci") e dallo scrittore e giornalista Antonio Monda, che ha frequentato la scrittrice a New York, dove insegna.

"Inimitabili" è un programma di Edoardo Sylos Labini e Angelo Crespi, con la consulenza di Clemente Volpini, scritto con Roberto Fagiolo e Massimiliano Griner, per la regia di Claudio Del Signore. Musiche originali del Maestro Sergio Colicchio. Consulenza scientifica, Francesco Perfetti.

GIOVEDI’ 26/06/2025

Passato e presente
Le radio clandestine nella Resistenza

Dopo la caduta del fascismo e l’armistizio dell’8 settembre 1943, inizia la guerra di Liberazione. Civili e militari iniziano ad organizzarsi e a compiere azioni di guerriglia contro gli occupanti tedeschi. Le radio ufficiali e quelle clandestine diventano i mezzi per comunicare messaggi in codice oltre le linee nemiche, anche per supportare l’avanzata degli Alleati. Ne parlano Paolo Mieli e la storica Silvia Salvatici a “Passato e Presente”, in onda giovedì 26 giugno alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Il Comitato di Liberazione Nazionale favorisce la creazione, in tutta Italia, di moltissime reti segrete per il recupero di informazioni di carattere strategico, militare e politico, da trasmettere al movimento partigiano. Le onde radio nella guerra percorrono strade immaginarie, suscitando emozione e dando speranza a coloro che hanno scelto di combattere il nazifascismo.

RAInchieste
Italia Sport” di Bisiach, Beneck e Ghirelli

Un’inchiesta sull’educazione sportiva tra gli italiani, all’indomani delle Olimpiadi di Roma del 1960, un evento simbolico che segna il passaggio storico dalla Ricostruzione del dopoguerra al Miracolo Economico degli anni 60. E’ “Italia Sport” (1961) di Gianni Bisiach, Bruno Beneck e Antonio Ghirelli, di cui parla Giorgio Zanchini in “RAInchieste” il programma Rai Cultura in onda giovedì 26 giugno alle 21.10 in prima visione su Rai Storia.

Insieme a Bisiach, firmano “Italia Sport” Donato Martucci, Bruno Beneck – per anni regista de La Domenica Sportiva, ma anche dirigente sportivo che introduce in Italia il Football americano- e Antonio Ghirelli, grande nome del giornalismo sportivo e non solo, avendo diretto il TG2 ed essendo stato nominato capo ufficio stampa al Quirinale con Sandro Pertini presidente

Divisa in sei puntate, l’inchiesta “Italia Sport” va in onda dal 18 maggio alla fine di giugno del 1961, in seconda serata.

Gianni Bisiach, nato a Gorizia nel 1927, è ricordato da tutti per il ruolo svolto nel giornalismo radiotelevisivo della Rai, ma anche per i suoi libri e le sue sceneggiature. Il suo nome è legato a programmi fondamentali come “Arti e Scienze”, in cui si gettano le basi della divulgazione televisiva, ma anche all’inchiesta in tre puntate realizzata nel 1960 sulle imprese di Umberto Nobile, impegnato a raggiungere il polo nord con i dirigibili Norge e Italia, che tiene incollati al televisore, si dice, 28 milioni di italiani.

Sua è anche la prima inchiesta sulla mafia, “Rapporto da Corleone”, realizzata nel 1962 per RT, il Rotocalco del Telegiornale inventato da Enzo Biagi.

Il suo approccio allo sport è scientifico, come dimostra “Fisiologia dei campioni”, andata in onda il 7 ottobre del 1960, e “Italia Sport” nasce come una sorta di approfondimento itinerante di “Fisiologia dei campioni”.

Nelle Olimpiadi di Roma del 1960, i primi e unici giochi estivi mai organizzati in Italia, il medagliere italiano è stato il migliore di sempre e anche le vicende extra sportive degli atleti hanno alimentato le pagine dei rotocalchi. Una su tutti, l’amicizia dai signorili contorni rosa tra il velocista italiano Livio Berruti, medaglia d’oro nei 200 metri, e la statunitense Wilma Rudolph, prima donna a vincere tre ori in una sola olimpiade.

Grazie allo sguardo attento e ironico di Gianni Bisiach e dei coautori, raccolto in ventimila metri di pellicola impressionata, l’inchiesta fa rivivere le abitudini, i vizi e le virtù degli italiani tra gli anni 50 e 60, messi a confronto con due elementi ancora inusuali per la società di allora: la telecamera e lo “sport” praticato per puro benessere fisico. E non manca il dietro le quinte della preparazione sportiva dei due grandi rivali: gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica.

a.C.d.C.
L’epoca d’oro dei pirati dei Caraibi

Giunge al termine il racconto dell’epoca d’oro dei pirati dei Caraibi in “a.C.d.C.”, con Alessandro Barbero, in onda giovedì 26 giugno alle 22.10 su Rai Storia. La “nemesi” dei pirati, l’ex corsaro Woodes Rogers, è stato inviato dalla Corona britannica a Nassau, la capitale della pirateria. È determinato ad annientare i pirati dei Caraibi. Charles Vane e Barbanera resistono, ma Rogers li prenderà, vivi o morti. Anne Bonny e il suo amante Jack Rackham imbracciano le armi contro l’impero britannico, ma gli anni d’oro della pirateria hanno i giorni contati. Lo spirito libero tipico dei pirati, però, continuerà a vivere nei nascenti Stati Uniti d’America.

VENERDÌ 27/06/2025

Passato e presente
Italo Balbo, il fascista scomodo

Italo Balbo, classe 1896, originario di Quartesana, in provincia di Ferrara, agli inizi degli anni ’20 aderisce al fascismo. A Milano conosce Mussolini e conquista la sua fiducia, al punto da essere nominato quadrumviro della Marcia su Roma e membro del Gran Consiglio del Fascismo. Presto, però, la personalità ingombrante ed esuberante di Balbo tramuta in timore la fiducia del Duce.

La puntata ripercorre la tumultuosa parabola della vita di Italo Balbo, dalle celebri trasvolate atlantiche fino alla nomina a Governatore della Libia, con la quale Mussolini allontana da Roma un gerarca diventato troppo celebre e ingombrante, fino al 28 giugno del 1940 quando l’aereo su cui si trova Balbo viene abbattuto dalla contraerea italiana per una serie di tragici errori. A 85 anni dalla scomparsa, il 28 giugno 1940, un personaggio raccontato da Paolo Mieli e dallo storico Mauro Canali a Passato e presente in onda venerdì 27 giugno alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Un’epoca nuova
Ombre. A Mezzogiorno e non solo

Il Sud d’Italia è al centro del nuovo appuntamento con “Un’epoca nuova”, il programma Rai Cultura, con Umberto Broccoli, in onda venerdì 27 giugno alle 21.10 in prima visione su Rai Storia.

Il documentario "Mezzogiorno, tra luci e ombre" di Elio Mazzacane racconta l'Italia meridionale del dopoguerra, dove antiche tradizioni e riti magici sopravvivono accanto a povertà estrema, latifondo, gli ultimi briganti e la Mafia. Il film racconta un mondo sospeso tra passato e futuro: dai riti delle prefiche e delle tarantate alla sanguinosa lotta per la terra, dall’emigrazione dei giovani verso il nord con "treni del sole" fino al controverso periodo del sindaco Achille Lauro nella Napoli monarchica. Un viaggio nell'Italia a due velocità degli anni dal dopoguerra al 1960, dove mentre il Nord correva verso il miracolo economico, il Sud restava ancorato a ritmi ancestrali, tra fame, magia e un'ostinata dignità che ha plasmato la storia nazionale.

Gli esploratori
Roald Amundsen

Roald Amundsen, un grande esploratore norvegese e il primo uomo a raggiungere il Polo Sud: è lui il protagonista della serie “Gli esploratori”, in onda venerdì 27 giugno alle 22.10 su Rai Storia, con l’introduzione e la contestualizzazione dello storico Mauro Canali. In Antartide soffiò il successo - e la conseguente celebrità mondiale - al suo rivale Robert Scott, ma il suo destino si compì al Polo Nord, dove morì nel generoso tentativo di soccorrere un altro collega esploratore, l’italiano Umberto Nobile. Dove si sia inabissato il suo aereo è rimasto un mistero. Ma ora una spedizione norvegese salpa per cercare di trovarlo, con l’ausilio delle più moderne tecnologie. Riuscirà nell’impresa?

SABATO 28/06/2025

Passato e Presente
L’attentato di Sarajevo

La storia dell’attentato di Sarajevo del 1914 è il racconto sconvolgente e allo stesso tempo illuminante di come, nella Storia, un evento isolato possa scatenare conseguenze inimmaginabili. La Grande Guerra, il primo conflitto considerato mondiale dalla storiografia, ha visto 28 nazioni coinvolte e milioni di morti. è stato l’omicidio di un unico uomo: l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’Impero d’Austria-Ungheria, il 28 giugno 1914 a Sarajevo. Una pagina di storia ripercorsa da Paolo Mieli e dallo storico Alessandro Barbero a Passato e presente in onda sabato 28 giugno alle 20.30 su Rai Storia.

Cinema Italia
L’amore in città

C’è la firma di Carlo Lizzani, Michelangelo Antonioni, Dino Risi, Federico Fellini, Francesco Maselli-Cesare Zavattini, Alberto Lattuada, nel film “L’amore in città”, in onda sabato 28 giugno alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”. Nel cast figurano Valeria Moriconi, Rita Josa, Ugo Tognazzi, Antonio Cifariello, Livia Venturini, Rosanna Carta.

In due degli episodi, prostitute e protagonisti di tentati suicidi, intervistati, raccontano la loro storia, facendo trapelare cosa pensano della loro condizione, le prime, e rivelando le cause del proprio gesto i secondi. Al centro degli altri episodi l’ambiente delle sale da ballo, l’attività di un’agenzia matrimoniale, la storia di Caterina, una giovane domestica che sorveglia da lontano il figlio, lasciato in un’aiuola, frutto di un amore illegittimo, e la satira sugli italiani che si voltano quando passano le belle ragazze. 

Documentari d’autore
Santiago, Italia

Nel settembre del 1973, durante il colpo di stato militare guidato dal Generale Augusto Pinochet, la Residenza dell’Ambasciatore italiano a Santiago ha dato asilo a circa 600 perseguitati. Grazie all’azione di alcuni uomini, investiti di una responsabilità improvvisa in una situazione di emergenza, l’Italia fu un esempio di accoglienza e resistenza per la difesa dei diritti umani. Attraverso interviste ai protagonisti, Nanni Moretti con “Santiago Italia” - in onda sabato 28 giugno alle 23.00 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore” - racconta la storia di quei giorni drammatici in cui l’Italia con grande coraggio ha reso possibile la salvezza di tante vite umane.


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