Girolamo Crescentini, il maestro del Belcanto

di Gabriele Cesaretti 

G. Crescentini

Cantate e ariette

mezzosoprano Marina Comparato

fortepiano Gianni Fabbrini

CD Tactus TC760390, 2012

 

Sono sempre stato convinto che il disco (e quindi il cd, che del disco nero è diretto erede) sia stato e sia tuttora un grandissimo veicolo culturale, nonostante i limiti del marketing, dei contratti, della creazione di divi discografici e, insomma, nonostante buona parte del mondo orbitante attorno alle grandi major dell’incisione. Major che, difatti e non a caso, sono tutte in crisi più o meno profonda, lasciando spazio (dovrei aggiungere ancora per poco, dato che la lenta agonia dei negozi di dischi non permette di credere a un futuro roseo) a etichette di minori ambizioni milionarie ma di grandissima vivacità intellettuale e culturale, come è il caso della Tactus. Molto interessante, per tutti gli appassionati di Belcanto, è una delle ultime pubblicazioni inserite da questa attivissima casa discografica nel proprio catalogo, ovvero le Cantate e ariette per voce sola e fortepiano composte dal celebre castrato Girolamo Crescentini.

Oltre ad essere stato un virtuoso di rango Crescentini fu anche un celebre didatta (tra l’altro maestro della futura signora Rossini, Isabella Colbran) e un compositore di talento, come dimostra uno dei suoi cavalli di battaglia, ovvero il Giulietta e Romeo di Zingarelli, che conobbe una duratura popolarità anche (se non soprattutto) grazie alla versione composta da Crescentini stesso dell’aria di Romeo “Ombra adorata aspetta” che, secondo la leggenda, commosse fino alle lacrime Napoleone in persona, che lo invitò a Parigi dove Crescentini risidiette dal 1806 al 1812. Per inciso Zingarelli fu abbastanza seccato che il brano più di successo della sua opera fosse un’aria… non autografa!

A Parigi Crescentini compose sei cantate e diciotto ariette per voce e pianoforte, su testi di Pietro Metastasio; sono brani in cui è possibile riconoscere le due anime di questo curioso castrato intellettuale: il compositore, in grado di scrivere melodie semplici ma affascinanti, trovandosi a suo agio sia nei bozzetti delle ariette che nel maggiore spazio riservato alle cantate, e il didatta che, grazie alla sua conoscenza della voce umana, propone brani di ammirevole sobrietà senza rinunciare all’espressione degli “affetti” che era alla base dell’estetica musicale dell’epoca (del resto, nel 1811, Crescentini avrebbe anche composto i suoi interessantissimi Esercizi per la vocalizzazione). Le sei cantate e diciotto ariette furono dedicate alla Duchessa di Hamilton and Brandon e vennero divise in tre quinterni, ognuno contenente due cantate e sei ariette: attualmente conservati al Fondo Pitti della Biblioteca del Conservatorio Cherubini di Firenze, i tre quinterni di composizioni crescentiniane sono al centro di questo doppio cd che il mezzosoprano umbro Marina Comparato ha registrato al Museo Comunale S. Croce di Umbertide nel dicembre del 2011 con l’accompagnamento al fortepiano di Gianni Fabbrini.

Il cd, completato dalla registrazione di ulteriore sei ariette dedicate alla Regina d’Olanda (e conservate nella Bibliothèque Nationale de France di Parigi), è molto gradevole e interessante: le composizioni di Crescentini non si configurano ovviamente come improbabili capolavori ritrovati, ma si tratta lo stesso di musiche di gradevolissimo ascolto, soprattutto nell’interpretazione della Comparato, che affronta queste pagine con ammirevole semplicità d’espressione, rispettandone la purezza “neoclassica” che sembra anticipare, nelle arie a sfondo maggiormente patetico, il lirismo di Bellini. Il mezzosoprano umbro è perfettamente coadiuvato, nella definizione dell’esatto clima espressivo di questi componimenti, da Gianni Fabbrini, che la accompagna con sensibilità e attenzione. Nei concerti in cui la Comparato, assieme a Fabbrini, ha presentato il disco (il primo dei quali è stato ospitato al Teatro Comunale di Montecarotto nell’abito del XII Festival Pergolesi Spontini) la scaletta della serata alternava, molto intelligentemente, brani di Crescentini ad altri di Wolfgang Amadeus Mozart, Ludwig van Beethoven, Franz Joseph Haydn e persino Gaetano Donizetti composti sui medesimi testi metastasiani utilizzati dal compositore marchigiano: la scelta, oltre a scansare la monotonia di un ascolto monografico evitabile in cd ma che sarebbe risultata probabilmente pesante dal vivo, permetteva di collocare il castrato marchigiano nella sua posizione di trait d’union tra il ’700 e il venturo lirismo romantico. La malinconia della melodia “napoletana”, infatti, permea di sé la maggior parte dei brani eseguiti, anche se non mancano nemmeno spiritosi bozzetti ironici, come ad esempio “Se tu m’ami”, o frammenti in cui sembra quasi occhieggiare una salottiera tragicità, quale è “Ore spietate”. I tre quinterni crescentiniani, oltre alle ulteriori sei ariette per la Regina d’Olanda, si configurano dunque come una vera e propria piccola raccolta enciclopedica del Bel Canto e delle sue potenzialità espressive, una raccolta che non sarebbe stato male (vista la durata del secondo cd) completare anche con la registrazione delle varie stesure della celebre “Ombra adorata aspetta”, aria che non mi risulta essere mai stata incisa se non in Cherry Ripe, un cd inglese di reperibilità abbastanza difficoltosa del soprano australiano Deborah Riedel con la direzione del mitico Richard Bonynge. Si tratta comunque di un rilievo minimo e, forse, anche ingiusto, dato che la pubblicazione della Tactus, per la sua cura musicologica e per il valore dell’esecuzione, si pone come un prodotto molto riuscito, che soprattutto dimostra come il cd possa ancora essere considerato un intelligente veicolo per la diffusione della cultura.

Pubblicato in collaborazione con Non solo belcanto