Orlando incantatore

di Suzanne Daumann 

Ci conduce dritti all'anima dell'opera di Handel, portandoci alla trance della follia, la produzione di Orlando in scena a Rennes e in altre città francesi con la direzione di Jean-Christophe Spinosi e la regia di Eric Vigner. L'astrazione della meraviglia barocca sembra sgorgare direttamente dalla musica, con un'unione ideale di canto, azione, scena e orchestra.

RENNES, ottobre 2013 - Per l'allestimento di questa coproduzione, Eric Vigner ha astratto tutta l'opulenza barocca: la sua scenografia è semplice, i giochi scenici elaborati e musicali, e tutto funziona a meraviglia. La vicenda è semplice, parla di emozioni comuni e profonde, e questa messa in scena permette in tutta chiarezza alla musica di colpire lo spettatore in pieno cuore. La principessa Angelica e il cavaliere Medoro si amano, ma Dorinda, bella pastorella, ama anch'ella Medoro, e il paladino Orlando ama Angelica – alla follia. Tuttavia, il saggio mago Zoroastro trova che Orlando dovrebbe perseguire la strada della gloire e non l'amore della principessa. Orlando insiste, cerca l'amore e trova la follia (da cui lo guarisce, in extremis, Zoroastro, assicurando un «happy-end»). Un cast formidabile canta e recita quest'intreccio su una scena pressoché nuda. Qualche sipario di perle simboleggia foreste, fuochi e onde, qualche pannello di legno gli alberi della foresta... Due personaggi muti, estranei ai fatti, giovani attori in jeans e giubbotto di cuoio, con l'aria di bei ragazzi un tantino mascazoni, chiaramente gemelli (Grégoire e Sébastien Camuzet), simboleggiano di volta in volta combattimenti, forze della natura, furie,nonché i sicari di Zoroastro. I loro movimenti scenici discendono dalla musica, sono disinvolti, danzanti, non disturbano mai, al contrario illustrano molto bene i propositi dei protagonisti. I costumi dei cantanti caratterizzano chiaramente i personaggi: abiti con cravatta vagamente atemportali e spada per i cavalieri; vestito da sera in seta beige per la principessa; abitino con corsetto per la pastorella, e giubbotto di pelle e berretto per Zoroastro, che fa pensare a un macchinista di locomotive o piuttosto a un regista russo. Angelica è incarnata da Adriana Kucerova, soprano dalla voce generosa e limpida, che domina a meraviglia tutte le fioriture del belcanto barocco, e dà vita alle emozioni controverse del suo personaggio, tormentato fra amore, colpa e rimpianti. Kristina Hammarström, mezzosoprano dalla voce piena di miele e tenerezza, è un Medoro coinvolgente cui spiace sinceramente far del male a Dorinda per vivere pienamente il suo amore per Angelica.

David DQ Lee, contretenore, ci conduce sul cammino della follia, credibile e presente in ogni momento, mozzafiato nella scena di pazzia, tanto più sorprendente considerando che lottava con la fatica delle precedenti rappresentazioni. Se la sua voce sembra un po' opaca all'inizio, si rivela nondimeno all'altezza quando necessario. Questa scena di pazzia è un esempio meraviglioso di una produzione riuscita – cantanti, allestimento, orchestra si riuniscono qui per formare un ponte attraverso il quale lo spettatore entra direttamente nel cuore dei personaggi; le luci gettano un raggio di follia fin nella sala, e si entra in una sorta di trance. Sunhae Im, soprano, con la sua voce cristallina e flautata, incarna perfettamente la piccola pastorella sconsolata, e Luigi De Donato, basso, è uno Zoroastro autoritario e benevolo. I cantanti sono accompagnati dall'eccellente Ensemble Matheus, essenziale fra archi suntuosi e sfumati, cembalo chiaro e risuonante, e un estro inventivo dei fiati tanto appropriato che nessuno avrebbe potuto trovare da ridire. Jean-Christophe Spinosi offre vitalità e tensione drammatica alla partitura anche e soprattutto nei momenti che avrebbero potuto francamente risultare noiosi. E quando la compagnia, applaudita calorosamente da un pubblico incantato, riprende il coro finale e accenna qualche passo di danza, la serata termina in un'atmosfera festosa.

Coproduzione Opéra de Rennes, Théâtre du Capitole de Toulouse, Le Théâtre de Lorient.

Lo spettacolo sarà ancora in scena: 10, 12, 14, 16 novembre al Théâtre du Capitole de Toulouse; 21, 22, 24 novembre all’Opéra Royal de Versailles.