Boston, 1984

di Gustavo Gabriel Otero

Si ispira a George Orwell l'allestimento della Fura dels Baus di Un ballo in maschera coprodotto dal Colon di Buenos Aires con Sidney, Bruxelles e Oslo per la chiusura di stagione 2013. Un allestimento non facile dal punto di vista della gestione acustica e non privo di elementi interlocutori, ma coerente e ben realizzato. Nel cast Giuseppe Gipali, Virginia Tola, Fabiàn Veloz, Susanna Anderson ed Elisabetta Fiorillo.

BUENOS AIRES, 4 dicembre 2013 - Il Teatro Colón di Buenos Aires ha chiuso la sua stagione 2013 con una nuova produzione - ideata dalla Fura dels Baus - di Un ballo in maschera di buon livello musicale e visivamente innovativo, così da suscitare la disapprovazione degli spettatori più tradizionalisti che oppongono resistenza a qualunque cambiamento.

L'orchestra stabile, sotto la direzione di Ira Levin, è parsa ben amalgamata, in una visione pulita e raffinata che però avrebbe forse dovuto ricercare una maggiore coordinazione e intensità nel rapporto fra buca e palcoscenico. La scenografia così aperta, che utilizzava tutto lo spazio del palco fino quasi al finale, unito alle maschere, avrebbe dovuto essere meglio considerata dal maestro Levin nei volumi, per non oscurare le voci soliste.

Nel ruolo protagonistico di Riccardo l'albanese Giuseppe Gipali ha mostrato una voce piccola ma ben gestita, intonata, adeguata per gusto ed espressività. Ha cantato valorizzando soprattutto il coté lirico rispetto a quello drammatico o di forza.

Fabián Veloz è stato indubbiamente il trionfatore con il suo Renato espressivo, verdiano dall'inizio alla fine. Al suo fianco Viginia Tola ha creato un'Amelia assai corretta.

Eccellente l'Oscar - in questo allestimento una segretaria di Riccardo - di Susanna Anderson e con buoni gravi ma alcuni problemi di vibrato in acuto la Ulrica di Elisabetta Fiorillo.

Affiatati i cospiratori interpretati dai bassi Fernando Radó (Sam) e Lucas Debevec Mayer(Tom), con un lieve vantaggio vocale per il primo.

Decisamente adeguato Leonardo Estévez (Silvano), corretto il resto del cast con il coro che ha fatto ciò che doveva, con la direzione di Miguel Martínez.

La concezione scenica di Alex Ollé ha trasferito la vicenda in un ambiente vagamente contemporaneo, con tinte futuriste in una società orwelliana. La regia pone in evidenza gli aspetti politici dell'opera di Verdi, e lascia un po' in secondo piano il nodo dell'azione, il triangolo amoroso, e delinea una lettura generalmente amara e senza speranza.

All'interno di un allestimento in linea generale coerente e di appropriata progressione drammatica, la presenza costante di tutti i volti mascherati - senza dubbio un'idea che ci suggerisce un uomo massificato senza volto - è buona per il teatro di prosa, ma inadeguata per il canto lirico giacché in nessun modo si dovrebbe alterare la proiezione della voce. E qualcosa mancava all'effetto nella scena del ballo, in cui i personaggi si trovavano vestiti alla stessa maniera del resto dell'opera, solo sovrapponendo una mascherina ulteriore alla maschera.

Il finale con l'attacco alla classe dirigente con gas tossico e la morte di tutti - salvo alcuni che avevano maschere antigas, fra cui presumibilmente gli stessi cospiratori Tom e Sam - risultava così piuttosto forzata e confusa.

La scenografia di Alfons Flores ha come componente principale fredde, monumentali e grigie strutture di cemento che incorniciano tutte le scene attraverso piccole variazioni o pareti che si abbassano o si alzano determinando diversi spazi sempre futuribili, spettrali, violenti e oppressivi.

Le luci di Urs Schönebaum costituiscono il perfetto complemento dell'allestimento scenico con grande precisione tecnica e inquietanti toni gelidi, azzurri e violetti.

I costumi de Lluc Castells sono funzionali alla concezione generale della regia e i numeri sulla maniche e le spalle dele giacche sono un evidente omaggio all'universo di Orwell.

Buenos Aires, Teatro Colón. Giuseppe Verdi: Un Ballo in Maschera. Libretto di Antonio Somma, basato su Gustave III ou le bal masqué di Eugène Scribe. Alex Ollé -La Fura dels Baus-, regia. Valentina Carrasco, assistente alla regia. Alfons Flores, scene. Lluc Castells, costumi. Urs Schönebaum, luci. Emmanuel Carlier, vídeo. Coproduzione fra Teatro Colón de Buenos Aires, Sydney Opera House, Teatro Real de La Monnaie di Bruxelles e Opera di Oslo. Giuseppe Gipali (Riccardo), Fabián Veloz (Renato), Virginia Tola (Amelia), Elisabetta Fiorillo (Ulrica), Sussana Andersson (Oscar), Leonardo Estévez (Silvano), Fernando Radó (Sam), Lucas Debevec Mayer (Tom), Marcelo Monzani (Giudice), Pablo Sánchez (Servo di Amelia). Orchestra e Coro stabili del Teatro Colón. Maestro del Coro: Miguel Martínez. Maestro concertatore e direttore: Ira levin.