Debussy esoterico

di Sergio Mora

Alessandro Nardin
Debussy il mago
306 pagine
ISBN-13 ‏ : ‎ 979-1256220403
Jouvence edizioni, Milano 2024

Sino ad oggi non è mai stato affrontato, nella sua interezza, il rapporto instauratosi fra arte ed esoterismo, soprattutto nel corso dell’Ottocento e del primo Novecento, quando questa “pseudo-scienza” sembrava coprire uno spazio di sperimentazione che altre dinamiche di ricerca non affrontavano. Il testo di Nardin, estremamente documentato sotto il profilo storico e conoscitivo, colma una lacuna che riguarda il caso emblematico di un compositore simbolista come Claude Debussy. 

L’argomento è stato debolmente sfiorato da alcune biografie tradotte in Italia, come quella di Lockspeiser oppure quella di Seroff o di Lesure; spesso il contesto magico ed esoterico è mostrato come una componente tipica dell’epoca decadentistica, come accade anche all’interno della biografia di D’Annunzio che, non a caso, ha avuto significativi rapporti di collaborazione con Debussy. Non sfugge ora all’analisi la componente idiomatica, estetica e performante del linguaggio del compositore francese. Accennando al preludio introduttivo del “deuxieme livre” entriamo nel vivo del discorso attraverso il confronto diretto con le note scritte da Debussy e la loro forma alchemica e magica. Il primato della suggestione del suono è l’elemento portante della scrittura del musicista: la frase determinata dall’utilizzo degli accordi divenuti simboli diretti di una sottile comunicazione psichica, spesso di natura ipnotica. Il saggio illustra con estrema cura le connessioni con il mondo dell’occulto fra i due secoli e le corrispondenze fra l’arte dei suoni e quella di una scienza protesa a spiegare gli enigmi che la fenomenologia non ha ancora sondato.

Nel complesso l’immagine di Debussy presenta lacune biografiche difficili da colmare che favoriscono l’idea di una personalità che non vuole mai essere di immediata comprensione. Sarebbe anche opportuno indagare sui contatti avuti da Debussy, sin dal 1885, con Arrigo Boito. Questo rapporto di criptica fratellanza si estenderà sino al 1918: Boito e Debussy moriranno nello stesso anno ed entrambi erano degli adepti del Priorato di Sion. Solo una lettera di Camille Beillaigue, musicologo francese amico di Boito, comunicherà laconicamente la triste notizia mentre la Prima Guerra Mondiale finiva.

La disamina estremamente puntuale di Nardin mostra anche alcuni avvenimenti difficili da spiegare, come il delitto di Rennes-le-Chateau del 1897 dietro al quale sembra vi fossero delle congiure di stampo massonico-esoterico per impossessarsi di una reliquia magica. Anche Debussy si era particolarmente interessato a questo inquietante fatto di cronaca: era il periodo in cui stava progettando il Pelléas per dare forma a un nuovo modello di teatro lirico.

Si tratta quindi di un libro di grande interesse che coglie l’inquietudine di un epoca post-romantica che stava per essere travolta dal disordine politico-sociale che avrebbe portato alla Grande Guerra.

La stessa poetica di Debussy viene riconsiderata alla luce di una fonte di conoscenze troppo spesso tralasciate e non indagate.

Leggi anche

Libri, Sala, Opera, neutro plurale

Libri, Del Corno, Puccini '900

Libri, Del Corno, Puccini '900 - De Martini, Le estati (quasi) felici di Gustav Mahler

Libri, Pinzauti, Puccini: una vita

Libri, Marotti/Pagni, Puccini intimo

Libri, Sachs, Schönberg, perché ne abbiamo bisogno

Libri, Macchia, Benjamin Britten, l’uomo, il compositore, l’interprete