Piovani: uno sguardo libero sulla creatività

di Sergio Mora

Nicola Piovani
La musica è pericolosa
208 pagine
ISBN 978-8834618004
2024, La nave di Teseo, Milano

Nietzsche diceva che la vita senza musica sarebbe sbagliata, anni dopo, nella sua autobiografia “Scena e retroscena”, Gianandrea Gavazzeni affermava che la musica peggiora l’uomo. Senza dubbio quest’ultima definizione si avvicina al concetto di Fellini, da cui prende il titolo il libro, ove si afferma la sostanziale ambiguità del discorso musicale che riesce ad esprimere aspetti dell’inconscio che difficilmente la parola riuscirebbe ad evidenziare. Potremmo attribuire alla musica un potere magico che penetra la realtà là dove altri strumenti critici non riuscirebbero ad arrivare. La pericolosità della musica consiste nell’essere l’unica utopia che è anche una realtà.

Nicola Piovani occupa oggi il ruolo di autore musicale, attraverso il cinema ed altri media commerciali, senza svilire l’impatto artistico del suo operato, come prima hanno fatto Nino Rota ed Ennio Morricone. Questo libro di riflessioni e ricordi personali è un efficace ritratto della cultura di questi ultimi decenni: un periodo sempre più segnato dal mezzo audio-visivo e discografico.

La musica di Piovani guarda con nostalgia alla musica popolare, al ricordo spesso fantasioso dei suoni delle fiere e dei musici ambulanti. Non a caso,i è stato anche il compositore preferito da Benigni. In questo libro, oltre a rievocare alcuni momenti anedottici legati al suo rapporto con Fellini, l'autore mostra la nascita del suo mondo musicale attraverso gli ascolti giovanili. Il suo immaginario si alimenta del ricordo di multiformi esperienze acustiche che dalla musica classica arrivano sino al Pop e al Rock. Su questo argomento sono molto pertinenti alcune osservazioni riguardo la derivazione meccanicistica e consumistica che unisce la musica barocca a quella di generi odierni. Altrettanto pertinenti le sue considerazioni sulle compositrici condannate alla “damnatio memorie” come Clara Wieck Schumann. Le righe dedicate a questa importante musicista, a lungo praticamente estirpata dalla cultura ufficiale, sono davvero importanti per il rilievo estetico personale riconosicuto alla sua opera rispetto a quella del celebre consorte.

La vita di un compositore di colonne sonore e di canzoni è a contatto con gli elementi pratici dell’arte, con le necessità di un lavoro artistico svolto assieme ad altre persone: registi, poeti, attori. L’arte applicata, oggi sempre più attiva in ogni campo dell’espressione, supera gli steccati autoreferenziali del “cosiddetto” autore per assumere quell’aura magica che la rende proprietà di tutti. La definizione di stile diventa superflua e, a questo punto, è utile ricordare l’inciso di Eduardo De Filippo: “Cerca la vita, troverai lo stile. Cerca lo stile, troverai la morte.”

Questo libro si dimostra estremamente interessante per la varietà e la non scontata importanza degli argomenti trattati: il melos popolare, la natura coinvolgente del discorso musicale e i facili cliché intellettuali. Uno sguardo libero rivolto alla creatività è in grado di fornirci ulteriori motivi per non temerne la...pericolosità.

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