L'amico di Mozart
di Sergio Mora
Ernesto Monsalve
Antonio Salieri, l’uomo che non uccise Mozart
360 pagine
ISBN 9788892985896
Ares edizioni 2025, Milano
Il nome di Antonio Salieri è legato in modo indissolubile a quello di Mozart. Il cinema, il teatro, soprattutto a partire dal testo di Aleksandr Puskin pubblicato nel 1830, hanno stigmatizzato il compositore italiano come un genio del delitto. Nel 1823, a seguito di una sopravvenuta demenza senile, Salieri stesso si sarebbe accusato di aver ucciso Mozart tramite veleno. Non abbiamo elementi validi per verificare la veridicità dell’informazione ma da questa accusa è nata la contrapposizione spesso abusata fra Genio e Mediocrità.
Antonio Salieri non era un mediocre, come dimostra questa interessante monografia di Monsalve, che esamina l’intera vita del compositore e la sua opera in modo davvero minuzioso.
La psicologia del musicista appare nella sua interezza e specificità: l’indole metodica, l’ironia giocosa, l’eleganza del vestire e la non dissimulata passione per i dolciumi. Dallo stesso Mozart, Salieri era soprannominato “bombonieri” perché, tornando dai suoi viaggi di lavoro, portava sempre con sé una scorta di leccornie locali da distribuire agli amici.
Salieri era dotato di una naturale predisposizione alla diplomazia e alla serietà nei rapporti esterni.
Era stato allievo di Florian Gassmann (compositore oggi tornato alla ribalta con la ripresa anche alla Scalla della sua Opera seria) e successivamente di Gluck. A Milano Salieri è stato l’autore dell’opera di apertura del nuovo teatro alla Scala nel 1778, L'Europa riconosciuta, e l’anno successivo del titolo inaugurale per la Canobbiana, Il talismano. Nel 1797 Axur, re d'Ormus (scritta per Vienna nel 1788) appare sulle scene scaligere per rendere omaggio alla repubblica Cisalpina.
Caratterizzato da una sorprendente “vis” satirica che attraversava i vari generi, Salieri non fu un virtuoso di alcuno strumento e la sua attività in campo concertistico è stata meno significativa. Segnaliamo le Variazioni sulla follia di Spagna come esempio di una sofisticata orchestrazione già di natura ottocentesca.
Ernesto Monsalve è uno studioso spagnolo e un valido direttore d’orchestra, attivo nel recupero di lavori musicali poco frequentati. A lui si deve la prima esecuzione della cantata Per la recuperata salute di Ofelia scritta a quattro mani da Salieri e Mozart. Questo lavoro dimostrerebbe una reciproca vicinanza e collaborazione di cui anche altre tracce emergono da una più attenta considerazione dei dati storici e biografici a nostra disposizione.
Il saggio è informatissimo su ogni dettaglio inerente la topografia dell’epoca così da poter conoscere la collocazione esatta dell’appartamento del compositore. Ogni capitolo è corredato da indicazioni discografiche per poter ascoltare le musiche descritte.
Lasciando da parte presunti “gialli”, quest’anno dovremmo celebrare il bicentenario della morte di Salieri e cominciare a guardare a lui e a Mozart come due colleghi forse anche amici.
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