L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Dierio civile di un presente in movimento

di Sergio Mora

Angelo Foletto
La musica non si ferma, Maurizio Pollini pianoforte e battaglie civili
268 pagine
ISBN 9788855432771
LIM editore, marzo 2025, Lucca

La recente scomparsa del celebre pianista milanese ha reso necessario e doveroso uno studio critico della sua ormai leggendaria attività concertistica. Pollini non appartiene solamente all’ambito ristretto dei cultori della musica da camera e la sua intensa attività interpretativa ha voluto pareggiare i conti con la cultura e la storia dimostrando che nessuna opera musicale appartiene solo al periodo in cui è stata scritta ma è patrimonio di un “eterno presente” che sempre ci accompagna. In questo modo il concertismo di Pollini è un atto critico per indurre a riflettere sulla continua lievitazione della costruzione sonora, il suo essere una chiosa impietosa del ripetersi della storia stessa.

La valenza reazionaria della scrittura di Chopin mostra, tramite Pollini, aderenze novecentesche che collegano un romanticismo di maniera con una struttura poetica visionaria che anticipa i compositori di Darmstadt. Nello stesso modo viene presentato il mondo esoterico di Debussy come una evidente preconizzazione di nuove prospettive, vicine a Messiaen e a Boulez. La musica moderna viene profetizzata dai classici del passato attraverso sottili punti comuni; Beethoven è ridisegnato all’interno di una violenta inquietudine che è pura insofferenza di schemi precostituiti, denuncia di ogni aperta ipocrisia e falsità, come lo è stato in letteratura Giacomo Leopardi.

Questa antologia di recensioni e interviste, redatte dal bravissimo e acuto Angelo Foletto, fanno luce sulla dimensione intellettuale di uno dei maggiori interpreti europei cogliendone l’aspetto comunicativo con il pubblico che lo ha seguito.

Nei dialoghi con il pianista emerge una riflessione sempre vivificata da una forte curiosità verso l’evento sonoro, talora preso nella sua nuda concretezza.

Il lato comune di ogni musica è il suo procedere attraverso le note, da Monteverdi a Nono. Nella filosofia di Pollini il repertorio concertistico dovrebbe riflettere l’intera storia della musica, evitando insulse specializzazioni o esclusioni di natura commerciale.

Il lato cronachistico di alcuni articoli di Foletto ricostruisce l’atmosfera e la psicologia degli anni Settanta e Ottanta in cui la presenza del pianista milanese ha avuto maggior peso; la dimensione frammentaria, tipicamente giornalistica del volume, produce un interessante effetto “mosaico” in cui i vari processi creativi di Pollini prendono forma come idee interamente vissute e consegnate agli ascoltatori in un rapporto simbiotico di “dare e avere”.

L’idea di questo libro rappresenta il bagaglio di esperienze critiche vissute dallo stesso Foletto in quegli anni intensi di grande musica e al di là di una antologia specifica su Pollini dobbiamo guardare a questa pubblicazione come ad un vero e proprio diario civile.

La prefazione commovente e lucida di Alfred Brendel sigilla un percorso di idee comuni, all’insegna del “presente in movimento”.

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