I colori del Lied

di Roberta Pedrotti

R. Schumann, j. Brahms

Lieder

Elīna Garanča, mezzosoprano

Malcolm Martineau, pianoforte

registrazione effettuata a Berlino nel luglio 2020

CD Deutsche Grammophon, 483 9210, 2020

Non è il primo CD solistico di Elīna Garanča, ma è il primo dedicato al repertorio liederistico. Nient'altro che voce e pianoforte, a ricordarci che anche gli isolamenti forzati, le distanze, le attese non vengono per nuocere, se diventano occasione per riflessione e introspezione, se di fronte alla tragedia non ci si dispera scomposti, ma si pensa. Si pensa e magari si ascolta qualche Lied con una diversa consapevolezza.

L'idillio del primo e unico amore che dal primo sguardo al matrimonio felice, dalla maternità alla morte del compagno di una vita, dolore mitigato dalla dolcezza del ricordo, è l'espressione incantata di Schumann al momento delle nozze con Clara, ma sappiamo bene che nel giro di meno di dieci anni dalla composizione di Frauenliebe und Leben i problemi mentali di Robert prenderanno il sopravvento trascinandolo. L'idillio rimane intatto, ma lo sappiamo pensando alle biografie dei protagonisti e lo sappiamo pensando alle nostre esperienze quotidiane, tutto è appeso a un filo. Forse, però, proprio la precarietà dell'esistenza rende ancor più prezioso l'amore, gustoso l'attimo da cogliere, confortante la memoria. Di certo, il ciclo schumanniano si mostra ancor più come qualcosa di ben altrimenti profondo rispetto a un delicato quadretto familiare senza ombre. Perché se anche l'amore è puro e perfetto, la vita stessa non è tale senza ombre.

Elīna Garanča canta i Lieder con quella voce piacevolmente piena e rotonda che passa con disinvoltura dalle tavole del palcoscenico al raccoglimento accanto al pianoforte, alla maniera di Christa Ludwig. Il calore naturale del registro grave esprime la fiorente sensualità della fanciulla innamorata senza intaccarne la freschezza e il candore, per poi maturare nella pienezza avvolgente dell'unione completa e della maternità, per cullare una delicata atmosfera crepuscolare. L'omogeneità della voce in tutta l'estensione si piega in colori sempre ben affinati nel definire l'arcata dell'amore e della vita, dolce sfumata e volitiva in un intelligente dominio dell'emissione e degli armonici, in un gusto per la varietà d'accento che si traduce in un porgere naturale e mordente.

La dedica a Clara emerge in filigrana in un dualismo poetico fra la femminilità tutta declinata nella dimensione affettiva e familiare del canto e una scrittura pianistica – e quindi l'anima d'artista dell'amata – che si integra sempre nello sviluppo anche melodico della voce, lo sollecita e lo completa. E Garanča non solo esprime tenerezza e sensualità unite a un lampo d'intelligenza e personalità più marcate, ma trova una sponda ideale nel pianoforte di Malcolm Martineau, parimenti incisivo nel colore e nel fraseggio, quanto mobile e sottile nelle dinamiche.

Il ciclo schumanniano è seguito da una scelta di Lieder di Brahms di più varia estrazione, con un ampio spettro espressivo e una densità di scrittura risolti sempre ad altissimo livello, fra spirito e carnalità. Se da un lato avevamo la continuità di un pensiero poetico e musicale, un'evoluzione e una rete di richiami interni, dall'altro tutto si compie e si concentra in miniature di pochi minuti, in piccoli mondi a sé. In entrambi i casi Garanča e Martineau esprimono con naturalezza il mordente e l'intensità di un'interpretazione modellata fra i colori di uno strumento prezioso senza che mai l'attenzione al testo ceda a un qualche compiacimento.