Risonanze romantiche

 di Andrea R. G. Pedrotti

J. Brahms

Concerto per violino e orchestra in Re maggiore op. 77

A.  Dvorák

Sinfonia n. 9 in Mi minore op. 95 "Dal nuovo mondo"

J.S. Bach 

“Vor deinen Thron tret' ich hiermit”, Canto Fermo in Soprano, BWV 668a

direttore Roberto Zarpellon

violino Maristella Patuzzi

Orchestra Lorenzo da Ponte

Chiesa di San Sebastiano, Falcade (BL), 22 agosto 2015

Quando si pensa di eseguire una sinfonia in una chiesa, come nel caso dell'incisione che ci accingiamo ad analizzare, è sempre necessario confrontarsi con le prevedibili difficoltà che si presenteranno agli esecutori. L'acustica d'un tempio cattolico non è generalmente paragonabile a quella, per esempio, di un auditorium, specialmente se l'intenzione sia quella di confrontarsi con compositori romantici, con i volumi orchestrali e le necessità espressive che autori come Johannes Brahms e Antonín Dvorák richiedono.

Certamente nella registrazione di questo concerto si è cercato di limitare al massimo, e con successo, le problematiche contingenti la propagazione del suono.

Il primo brano eseguito dall'Orchestra Mitteleuropea “Lorenzo Da Ponte”, diretta dal m° Roberto Zarpellon, è stato il Concerto per Violino e Orchestra in Re magg. Op. 77 di Johannes Brahms. L'esecuzione risulta pregevole e si rivela adattabile allo spazio. I tre movimenti, infatti, non richiedono soverchianti aumenti di volume o intensità, bensì una bella linea di fraseggio. La violinista Maristella Paruzzi, ha, ovviamente, più libertà espressive rispetto a un intero organico orchestrale e le sfrutta con belle sonorità e opportune scelte dinamiche e interpretative.

Solista e orchestra palesano buona sintonia, giovando all'effetto complessivo che si può dire ampiamente positivo.

Successivamente è proposta la Sinfonia nr. 9 in Mi min. Op. 95 “Dal nuovo mondo” di Antonín Dvorák. Il compositore di Praga come pochi altri sa far riverberare nelle sue note le tipiche sonorità della terra di Boemia. Espressione e grandiosità non possono prescindere l'una dall'altra e, perciò, considerando il luogo d'esecuzione, si è manifestata qualche lieve, seppur necessaria, ridondanza sonora.

I primi due movimenti non necessitano di impeto particolare e l'orchestra può, come in occasione del primo brano del disco, sfruttare la ricercatezza nel fraseggio musicale, senza eccedere nell'intensità, in modo da evitare spiacevoli eco fra le arcate della chiesa. Questo non è possibile per il terzo movimento: già dall'indicazione “allegro con fuoco” è palese quanto l'ipertrofia espressiva slava non possa esser contenuta. L'impressione è che venga eseguito un “allegro”, ma privo di fuoco e, si sa, che la passionalità dell'Est deve essere incendiaria, affinché venga reso lo spirito che ha animato, e anima, quelle terre fredde nel clima, ma incandescenti nell'umanità.

Nella lettura di Roberto Zarpellon e dell'Orchestra Mitteleuropea “Lorenzo Da Ponte” si è scelto di staccare i tempi in maniera più secca, sacrificando il respiro orchestrale e il senso di irrefrenabile, ed esplicito, fermento contenuto nelle note di Antonín Dvorák.

Ultimo brano eseguito, quale fuori programma al termine del concerto, è la trascrizione (dedicata a Benito Fabbri) per orchestra curata dallo stesso Roberto Zarpellon del Corale “Vor deinen Thron tret' ich hiermit”, Canto Fermo in Soprano, BWV 668a di Johann Sebastian Bach. L'orchestrazione risulta pienamente congeniale allo spazio d'esecuzione e allo spirito del brano originale, che non soffre eccessivamente l'assenza della parte vocale.

L'incisione è contenuta in un piccolo cofanetto comprendente due CD ed è stata effettuata dal vivo nella chiesa di San Sebastiano a Falcade (BL) il 22 agosto 2015 in memoria di Benito, Marina e Luca Fabbri.