Passione spagnola, passione russa

 di Andrea R. G. Pedrotti

P. I.  Čajkovskij

Concerto per violino, direttore Vasilij Petrenko

E. Lalo

Symphonie espagnole, direttore Omer Meir Wellber

violino Augustin Hadelich 

London Philharmonic Orchestra

CD LPO-0094, 2017

Quando si ragiona su un ipotetico elenco delle maggiori orchestre a livello mondiale, non ci si può certo esimere da pensare anche alla London Philharmonic Orchestra, una compagine che ci è capitato più volte di ascoltare dal vivo, in ogni occasione guidata da grandi direttori. L'incisione in esame non fa eccezione, infatti i due concerti per violino ed orchestra eseguiti possono contare sulle prestigiose bacchette di Vasilij Petrenko e Omer Meir Wellber.

Al direttore russo (da non confondersi col più famoso Kirill Petrenko) spetta il compito di accompagnare il violinista Augustin Hadelich nel primo brano: il Concerto in re maggiore per violino e orchestra, op. 35 di Pëtr Il'ič Čajkovskij, probabilmente l'icona più significativa del romanticismo musicale russo, le cui composizioni impongono ai concertatori, non ci si può mai stancare di sottolinearlo, particolari difficoltà nel omogeneità e stile. La London Philharmonic Orchestra mette a disposizione del concertatore gran perizia tecnica e professionalità, ma non ha nel suo DNA quella ricchezza del suono che si manifesta prepotente nelle orchestre dell'Est Europa, dell'Austria e, parzialmente, della Germania, perciò allorché l'ordine e la grandiosità della scuola russa vengano dal podi, si costituisce spesso un binomio artistico vincente, come in questa occasione. Già apprezzabile il primo movimento al tempo Allegro moderato – moderato assai e moderato assai, che pone in luce, dopo le prime battute orchestrali, le qualità del violinista Augustin Hadelich e del suo Stradivari del 1723. Fra le doti migliori del solista si nota una grande cura nel conferire omegeneità e intensità a un'interpretazione tecnicamente priva di mende. Un crescendo espressivo che va di pari passo con l'aspetto virtuosistico in perfetto affiatamento con gli archi chiamati ad esprimere un fraseggio ampio e passionale. È questa la linea che ben introduce al secondo movimento al tempo di Andante col passaggio dal Re maggiore passa al Re minore. Qui si esaltano il mistero e il languore mai inconsistente del romanticismo delle terre di Russia. Pregevole, ancora una volta, l'unità d'intenti fra il violinista e il direttore. Chiude l'Allegro vivacissimo che ci riporta al Re maggiore. Qui il virtuosismo del violino si può esaltare maggiormente e la melanconia dell'oboe fa da cornice e da introduzione all'elegia della sezione centrale del movimento, che si conclude con un vorticoso ritorno al tema iniziale, e a una chiusa secca e imperiosa che provoca l'immediato applauso del pubblico, parzialmente eternato nell'incisione.

Meno celebre, ma altrettanto interessante, il secondo brano in programma: il racconto del folklore spagnolo da parte di un compositore francese nella Symphonie espagnole per violino e orchestra op. 21 di Édouard Lalo. La scrittura, ora, consente al violinista Augustin Hadelich di esaltare le proprie doti virtuosistiche nei ritmi più serrati e di disegnare una linea insinuante, a tratti sensuale, nei colori, in rapporto perfettamente calibrato con i tenui pizzicati dell'orchestra o insieme con essa al punto da dar l'impressione di un'esplosione imminente, salvo poi rintanarsi in un ammiccamento musicale che si ripete nell'intensità più e più volte

La concertazione di Omer Meir Wellber non rimanda a una lettura permeata di grandiosità, quanto a un'inarrestabile vibrante solennità, capace di tener desta l'attenzione dalla prima all'ultima nota. La bacchetta del direttore israeliano è scientificamente precisa nell'analisi e nella guida musicale e si esalta in una capacità interpretativa fuori dal comune, risultando incalzante nelle prime note del terzo movimento, dove il tempo di Allegro ma non troppo, parte con una netta sottolineatura di un ritmo quasi marziale, per poi crescere man mano in tutta l'ampiezza necessaria in belll'affiatamento con il violino, sempre chiamato con precisione al cimento e opportunamente seguito nell'alternarsi in esso.

La parte migliore di tutto il CD è rappresentata dalle primissime battute del quarto e penultimo movimento, al ritmo di Andante, con la magnificenza dei bassi orchestrali e gli ottoni che conferiscono a questi primi accordi un retrogusto quasi mahleriano.

Notevole anche il rondò conclusivo che richiama nei significati i primi due movimenti, permeati da maggior malizia e da una vitalità interiore più spensierata, che conduce alla grande conclusione e a un senso di sostanziale ciclicità, poiché la linea di significati non va a spegnersi, ma si rianima senza ripetersi, priva di autentico termine risolutivo.

Oltre agli interpreti già citati nel CD viene opportunamente segnalato il primo violino, Pietr Schoeman. La registrazione è avvenuta dal vivo a Londra presso il Southbank Centre's Royal Festival Hall in due date distinte: il 17 aprile 2015 la Symphonie espagnole per violino e orchestra op. 21 di Édouard Lalo e il 24 febbraio 2017 il Concerto in re maggiore per violino e orchestra, op. 35 di Pëtr Il'ič Čajkovskij.