Speranza nell'Europa

 di Andrea R. G. Pedrotti

 

L. van Beethoven

Sinfonia III, Eroica

R. Strauss

Concerto per corno n. 1 op. 11

Manfred Honeck, direttore

William Caballero, corno

Pittsburgh Symphony Orchestra

CD Reference Recordings FR-728SACD, 2018

Era il 1803 quando Ludwig van Beethoven decise di dedicare la sua terza sinfonia alla figura di Napoleone Bonaparte. Il futuro monarca francese, all’epoca, poteva ancora essere un emblema di quel cambiamento che l’Europa, e specialmente le classi intellettuali, speravano venisse da quell’Illuminismo che, partendo dall’Inghilterra, era giunto dirompente nel continente con la Rivoluzione francese e attendeva di scatenarsi con la cosiddetta primavera dei popoli del 1848.

L’ideale cambiamento fu una delusione, poiché solo un anno dopo, nel 1804, Napoleone si incoronò imperatore, promuovendo una campagna di conquista militare, che tradiva gli ideali che la fine del XVIII secolo aveva regalato all’Europa. Solo un anno dopo scoppiò la guerra fra Bonaparte e gli Asburgo, ponendo fine non solo al sogno che dai franchi si espandesse una sognata civiltà dei Lumi, ma anche alla stima che Beethoven provava nei confronti del generale corso.

L’Eroica divenne così, da esaltazione di un uomo, una musica quasi patriottica di fronte alle minacce che quell’uomo medesimo stava portando alla patria del compositore, resosi, così, conto, che il cambiamento tanto agognato non era altro che la smania di pochi di prendere il posto di potere di chi li aveva preceduti: accadde ai giacobini, accadde a Napoleone, accade anche oggi. Allora l’Europa coesa seppe fermarli, ci si augura, ovviamente, che anche l’epilogo si ripeta.

Nell’esecuzione la Pittsburgh Symphony Orchestra di dimostra compagine compatta e caratterizzata da una qualità del suono di tutto rispetto, che può, a buon titolo, consentirle di porsi a confronto con numerosi complessi europei. In particolar modo si apprezzano le sonorità dei legni e dei fiati in genere, che, assieme alle percussioni, rendono con vibrante intensità l’Allegro con brio in Sib maggiore del primo movimento. Ben riuscito anche il secondo movimento (la Marcia funebre in Do minore), con il direttore Manfred Honeck abile nella gestione di un’agogica coinvolgente e una scelta di tempi leggermente accelerati rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare. Molto bene, ancora una volta, i legni che anche in questo movimento sanno trasmettere un etereo senso di vita e di speranza, seppur in una marcia dallo strano sapore di ambiguità complessiva fra l’esistenza e la cessazione della stessa.

Preciso e inappuntabilo il terzo movimento, da cui prende vita un crescendo anche qualitativo nel quarto e ultimo, con il ritorno alla tonalità d'impianto: il Sib maggiore trasmette appieno l’ideale di speranza e di positività che potrebbe essere, figurativamente, speranza per un'Europa moderna avversa ai beceri protezionismi e imperialismi, provenienti, al tempo di Beethoven, dalla Francia. Non a caso l’inno europeo è proprio una composizione del musicista tedesco. Davvero pregevoli le scelte interpretative e la linea musicale scelte da Manfred Honeck in questi due ultimi movimenti.

Interessante, parimenti, il secondo brano del CD: il Concerto n. 1 in mi bemolle maggiore per corno e orchestra, op. 11, dove ritroviamo, oltre all’ottimo solista William Caballero, un’orchestra attenta al romanticismo di stampo wagneriano che riverbera nelle note di questa composizione giovanile di Richard Strauss. Il gioco sull’agogica del concertatore regala una grande intensità, specialmente nei pianissimi. Sono sempre i legni a primeggiare, ben attorniati dalla altre sezioni dell’orchestra statunitense, archi in primis.

Il senso della vita torna anche in questa composizione, che, in parallelo alla precedente, presenta un movimento centrale in modo minore al tempo di Andante, per chiudersi con un Allegro in modo maggiore, esattamente come si era aperta. Un Allegro iniziale per Strauss, come per Beethoven, e una chiusura della anch’essa semanticamente sovrapponibile in un concetto di progresso e sguardo al futuro.

Il direttore, autore anche dei saggi di accompagnamento, si fa apprezzare anche per la resa di bella unità stilistica e precisione tecnica.