Sulla strada dei suoni

di Roberta Pedrotti

Roma '600

musiche di Kapsperger, Lori, Marchetti, Frescobaldi, Foscarini, Marazzoli, Pasquini, Valdambrini, Kircher

I bassifondi-  Simone Vallerotonda, Stefano Todarello, Gabriele Miracle

con

Enrico Onofri, violino

Emőke Baráth, soprano

registrazione effettuata a lecce nel novembre 2018

CD ARCANA A467, 2019

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Scorrete gli organici delle più importanti incisioni recenti di complessi barocchi italiani, ma non solo. Quante volte compare il nome di Simone Vallerotonda? Il giovane tiorbista romano è già fra i più importanti in circolazione, lavora con il Modo Antiquo di Sardelli, con il Pomo d'Oro, ha inciso con Bartoli e Fagioli, per Decca, Naïve, Erato. Con la sua presenza ci ricorda che anche il basso continuo non è solo un'ancora armonica e un sottofondo meccanico, ma parte integrante del discorso musicale in tutte le sue sfaccettature, spazio di creatività ed espressione anche entro i rigorosi confini della disciplina e della prassi esecutiva. D'altra parte, la padronanza della dottrina è uno strumento potentissimo e non un limite per l'interprete.

Interprete, appunto, e artista. Il percorso di Simone Vallerotonda si apre ormai da tempo alla scoperta di percorsi nuovi, diversi, originali, come solista o in collaborazione con altri compagni di viaggio, primi fra tutti quelli del suo gruppo I bassifondi. Con loro ha intrapreso un discorso interessante che dallo studio approfondito della prassi esecutiva e delle notazioni antiche per tiorbe, liuti e chitarre, conquista la libertà - non l'arbitrio - per esplorare un repertorio colto e popolare che arriva fino ai giorni nostri. Questo CD ne è un esempio perfetto: prendiamo una serie di pezzi risalenti alla Roma del XVII secolo, pezzi d'autore (ecco le firme di Pasquini, Kapsperger, Marchetti, Frescobaldi...) che trascrivono o rivisitano temi tradizionali, pezzi anonimi che alla tradizione popolare appartengono senza se e senza ma. Ora prendiamoli con spirito libero, sfruttiamo tutte le possibilità esecutive che lo studio della prassi delle notazioni ha affinato, godiamoci questi pezzi con spirito giocoso e appassionato. Ecco che si apre un mondo. Un mondo vivace, colorito, presente, dal fascino eterno di umori veraci, dalle sonorità sorprendentemente attuali. Vallerotonda stesso propone, secondo la consuetudine barocca, le sue preziose diminuzioni (variazioni che, sostanzialmente, infittiscono il profilo melodico di note di durata inferiore) sul tema di Aurilla mia, dopo averne fatto ascoltare le versioni di Kapsperger e Marchetti. Propone la fenomenale trascrizione quasi etnomusicologica ante litteram di Tarantella e Antidotum tarantulae a cura del musicista, teorico, erudito Athanasius Kircher e propone, sempre con i suoi compagni d'avventura, esuberanti e suggestive realizzazioni dei pezzi barocchi, il cui spirito prende corpo lasciando quasi frastornati per la vicinanza strettissima con il contemporaneo. La prassi esecutiva, insomma, da un lato ci mostra costanti nella musica popolare e "di consumo" (e quanto labile sia la distinzione rispetto alla produzione "alta" ed "erudita"), ci ricorda che siamo più prossimi al passato di quanto non si creda, dall'altro la personalità degli interpreti, la loro apertura nell'approccio a stili diversi, ci mostra l'occhio del presente, il peso dell'impronta e dell'esperienza dell'esecutore nella realizzazione dell'oggetto musicale. Ed è un piacere ascoltare un soprano della finezza di Emőke Baráth esprimersi con tale fragranza fra brani vocali di diversa estrazione, dalla pastorale natalizia al classico lamento amoroso; è un piacere incontrare un violinista blasonato come Enrico Onofri insieme con l'affiatato trio dei Bassifondi (con Vallerotonda, Stefano Todarello e Gabriele Miracle): un nome, un programma, sia per il riferimento a strumenti usati per il basso continuo (soprattutto della famiglia dei liuti, ma non solo) sia per la simpatica propensione a frequentare anche ambienti considerati "poco raccomandabili".

Insomma, un CD accattivante e, sì, anche divertente da ascoltare, ma anche un'occasione per pensare, un po' più in profondità, a cosa sia quella cosa evanescente che si tenta di fissare su carta, che prende vite diverse attraverso persone diverse e che chiamiamo musica.