Viaggio fra le corde

di Roberta Pedrotti

Il mio viaggio

musiche di Da Milano, Dowland, Piccinini, Kapsberger, Sanz, De Murcia, Legnani, Schubert/Mertz, Tarrega, Mozzani

liuto, tiorba, chitarra barocca romantica e classica Davide Fabbri

CD dotGuitar .G1908 - 2020

Un viaggio nel tempo, senz'altro, con un programma che parte all'inizio del XVI secolo per arrivare alla prima metà del XX, dal "divino" Francesco da Milano al Luigi Mozzani (non tragga in inganno il piccolo rifuso in retrocopertina: si spense nel 1943). Un viaggio per l'Europa, anche, che ha per fulcro l'Italia e la Spagna, ma lambisce - come potrebbe essere altrimenti? - l'Inghilterra di Dowland e le rive del Danubio, con Schubert trascritto da Mertz e, se vogliamo, l'italianissimo Kapsberger, nato a Venezia, assai attivo a Roma, ma pur sempre di padre austriaco.

Questo CD di Davide Fabbri è, però, soprattutto, un viaggio materiale nella storia di una famiglia di strumenti: passa nei secoli dal liuto alla tiorba, dalla chitarra barocca a quella romantica ottocentesca e a quella classica moderna. Si tratta, quindi, anche di un viaggio nella dimensione fisica della musica, nell'artigianato dei liutai, nel rapporto tattile con il suono che questi strumenti pongono in particolare evidenza. Non sono nati e non si sviluppano per grandi spazi, ma per una fruizione intima e diretta. Il confronto fra diversi strumenti in diverse epoche, rafforza questa consapevolezza e questo senso - confortevole oggi come non mai - di vicinanza e fisicità dell'espressione musicale. Il liuto, dal suono guizzante e incisivo, di Francesco da Milano e quello di John Dowland nelle caratteristiche comuni, fanno apprezzare le diverse articolazioni melodiche, diversi abbellimenti in uno stesso tocco; più vicini per generazione a Dowland, Piccinini e Kapsberger hanno nel suono della tiorba un calore, ancora un tipo di cavata differente, più morbida e ampia anche nei passaggi in cui le dita si muovono più fitte e aprono controcanti. Ancora avanti nel tempo, la chitarra barocca ci suggerisce nuovi stimoli nella percezione del tocco, della corda, della cassa armonica. Ogni elemento fisico dello strumento e ogni gesto - che non si limita al pizzico, ma comincia con più decisione ad accarezzare e scorrere - prende corpo sonoro, in quel gustoso mélange di tradizione popolare e spirito galante che si ravvisa nel primo Settecento spagnolo. Si nota un tratto di continuità, ma anche di novità nell'ascoltare poi la chitarra romantica nella sua fioritura viennese, là dove Mauro Giuliani miete successi e giunge anche Luigi Legnani, mentre Johan Kaspar Metz trascrive Schubert per corde pizzicate. Altri colori, altra cantabilità, ma ancora quella forza fisica irresistibile dell'unghia o del polpastrello a plasmare il suono fra le corde. Il suono agile trova nuove sfumature e nuovi contrasti, un dolce calore e luci brillanti, nell'epoca dei notturni, dei Lieder poetici e del belcanto. La chitarra classica è altro ancora, e le sue potenzialità sono esposte con capitale chiarezza nelle opere di Francisco Tarrega, in cui il timbro sembra farsi più omogeneo in un legato più fluido e marcato, mentre, di contro, alcuni glissandi e gesti diversi ampliano la tavolozza in nuove direzioni, ben illustrate anche dal Capriccio di Mozzani. 

Meno di quaranta minuti per attraversare quasi cinque secoli e cinque strumenti: un viaggio agile fra le sfumature del suono fisico, in una percezione quasi tattile dell'elasticità delle corde, della risposta della cassa, dell'azione delle mani. A ricordare, una volta in più, che la musica non è solo immateriale, anzi: tutt'altro.