Opera al chili

 di José Noé Mercado

Il nuovo lavoro di Richard Viqueira, uno dei più importanti uomini di teatro della scena messicana, nasce nell'ambito della prosa contemporanea, ma si delinea in realtà come una sorta di singspiel nazionale, di operetta messicana o zarzuela azteca.

CITTA' del MESSICO, 19 maggio 2015 - Richard Viqueira, è risaputo, è un kamikaze del teatro, un trasgressore della scena, dal momento che è un creativo e dunque crea, è un esploratore che ama passare al setagccio gli strati epidermici e spirituali della sua epoca e del suo contesto culturale, per affrontarli con una proposta estetica contundente.

Al suo curriculum di drammaturgo, regista e attore, si aggiunge ora Desvenar, un "mole* escénico" — debutto assoluto proprio lo scorso 19 maggio e programmazione ogni martedì fino il 4 agosto presso il foro La gruta del Centro Cultural Helénico — che scorre intorno all'idea del chili nel contesto messicano. Un'opera che, come già nella sua particolare "ópera vial" [si potrebbe tradurre "opera di strada" o "opera on the road" ndr] Monster truck del 2012, punta sul suo aspetto musicale, su una espressività sonora di inusuale rilievo e qualità per un autore che parte piuttosto come scrittore. 

In superficie, Desvenar si concentra sul triangolo amoroso fra Cholo, che desidera emigrare e allontanarsi dalle sue radici, Pachuco, che torna per nostalgia dopo aver inseguito il sogno americano, e Adelita, che rivoluziona la sua vita attraverso la permanenza in patria, il suo patrimonio culturale, che non è un concetto astratto, un simbolo tricolore o un luogo destinato al culto, ma è il linguaggio, il cibo, il panorama sonoro.

Ad altri libetti, tuttavia, attraverso cinque scene e un epilogo, Viqueira — accompagnato da Valentina Garibay e Ángel Luna — scopre nel chili — frutto, sangue gastronomico, arma, albur**, droga, piacere, timore, ostentazione, stato d'animo — il nostro linguaggio quotidiano, la storia che condiziona le nostrea azioni, tematiche e punti di riferimento limitati e insoddisfatti.

E lo fa attraverso una prospettiva politica, amorosa, sociale, filosofica, umoristica. Da questa musica trascurata che ci accompagna senza che ci si faccia troppo caso, come la vendita di tamales oaxaqueños*** per strada o l'acquisto di materazzi, stufe, frigoriferi, lavatrici e ferri vecchi; dalle cantilene degli ambulanti nelle vetture del metrò, i discorsi  retorici dei governanti o i modi di fare degli idoli mediatico-musicali che ci hanno influenzato.

La messa in scena di Viqueira è frenetica, anche in momenti di malinconico ma piacevole lirismo. L'azione si intreccia e scorre, in una scena quasi priva di attrezzeria, come se si trattasse di un monodramma in cui un unico organismo esprime la sua essenza, la sua rabbia, la sua identità nazionale. Il canto di Luna è ritmico e si combina con gli scatti hip hop del drammaturgo, con la rivoluzionaria delicatezza di Garibay.

Bisogna dire che, al di là della ricerca di alcuni valori classici come un'intonazione più precisa o un'emissione più accurata in alcuni interpreti, il pubblico scopre che quella che appare a un primo sguardo un'opera teatrale si trasforma in un autentico musical, in un dramma tessuto attraverso la musica, canzoni, arie, duetti e terzetti.

E non perché le scene siano accompagnate da melodie alla citarra o dal gioco stesso delle voci degli attori che si fanno di volta in volta strumenti e cantanti, ma perché si percepisce la necessità di raccontare una storia, di sviluppare una trama, di esporre riflessioni, il contrasto fra linguaggi attraverso la musica. Ci sono, per esempio, una divertente ode al mole, la ballata “Amor de ponzoña” o il bellissimo lamento “Fui piñata de tu amor”.

Così si potrebbe catalogare Desvenar come un singspiel nazionale, come una operetta messicana o una zarzuela azteca. Come una "opera al chili". Anche se questa definizione non può imbrigliare la sua naturalezza creativa che travalica i generi. Multimediale. Operistica.

Desvenar afferma Richard Viqueira come uno degli uomini di teatro più significativi della scena messicana attuale e lo iscrive nel novero degli intellettuali che esplorano la nostra identità fino a sviscerarla, attraverso un'analisi che raccoglie e mette in scena il patrimonio immateriale dei messicani.

Come il chili, anche la mexicanidad ha vene e cuore palpabili. Per questo Desvenar parla dei messicani. È nostra. 

 

* Si è preferito non tradurre con "salsa" il termine mole, specifico della gastronomia messicana

** L'albur è un tipico gioco verbale messicano basato su botta e risposta e doppi sensi.

*** I tamales sono un piatto tipico antichissimo diffuso con varianti in diversi Paesi latinoamericani. Si tratta di involtini cotti per lo più in cotto in foglie di platano o mais. Caratteristici in Messico i tamales dello stato di Oaxaca.