Danza, musica, colore, arte!

di Michele Olivieri

L’emergenza sanitaria ancora in atto ci ha imposto un nuovo comportamento. Non si può andare a teatro ma questo non significa sospendere ogni attività e non coltivare più gli interessi, bisogna solo fruirne in maniera differente. Grazie al web e alla televisione importanti proposte arrivano direttamente a casa dando una mano alla cultura, alimentando quel senso di aiuto per ciascuno di noi. Sul canale YouTube dell’Istituto Culturale Coreano in Italia è stato trasmesso in diretta streaming il ballettoThe love of Chunhyang dal Seoul Art Center.

SEOUL – Si tratta di una delle più famose storie d’amore coreane ballata, su libretto di Bo Hi Park, con la grandiosa coreografia di Brian Yoo, ed estratti musicali da Pëtr Il’ič Čajkovskij (La tempesta, Manfred, Sinfonia n. 1 in sol minore, op. 13 “Sogni d’inverno” e la Suite n. 1, op. 43, con gli arrangiamenti di Fumiyo Motoyama) che danno l’impressione di essere stati composti intenzionalmente per questo spettacolo: la partitura è ben allineata ai sentimenti dei personaggi. I costumi di Jungwoo Lee riprendono l’Hanbok, il costume tradizionale del paese asiatico che, grazie ad un uso sapiente di spacchi e trasparenze, non nasconde, anzi sottolinea i movimenti. L’Hanbok è un aspetto fondamentale dell’identità della Corea del Sud, da non confondere con il Joseon-ot (essenzialmente lo stesso abito) ma della Corea del Nord. La foggia del tutto unica risalta al massimo quando chi lo indossa è in movimento ed è perciò perfetta per l’arte del balletto, avvalorata dall’esplosione di colori che raffiguravano nel passato la posizione sociale e lo stato coniugale. L’Istituto Culturale Coreano in Italia, promotore di questa felice iniziativa in diretta streaming, ha spiegato che il costumista ha applicato i criteri tradizionali della stratificazione dei tessuti. Per fare in modo che i colori degli abiti delle Kisaeng (giovani indirizzate alle belle arti, venivano istruite con cura, erano colte e raffinate, prendevano parte a spettacoli e cerimonie in qualità di intrattenitrici per nobili, e membri della famiglia reale) variassero a seconda dei loro movimenti, Jungwoo Lee ha tinto a mano le gonne rappresentando fedelmente la descrizione dell’opera letteraria, usando il giallo e il rosa a ricordare l’azalea e la forsizia. Immancabile l’uso del ventaglio, in sequenze di sensibile teatralità e profondo significato, che, abbinato alla gestualità del corpo, ha donato armonia all’insieme. La prima mondiale è andata in scena nel maggio 2007 al Goyang Aram Nuri Arts Center, nel 2014 l’allestimento venne revisionato e allestito al Sejong Grand Theater, nel 2015 calcò le tavole della Royal Opera House Muscat in Oman e nel 2018 in Colombia al Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo, ottenendo ovunque unanime successo e prestigiosi premi. Per chi non è addetto ai lavori solitamente rimane difficile notare gli errori dei singoli ballerini in scena, ma in questo caso nulla è stato lasciato al caso e la tecnica esecutiva (come non mai) si può definire precisa. Il pas de deux della prima notte insieme dei due innamorati appare appassionante ed appassionato, simile a quello di Romeo e Giulietta per pathos ed intensità: lei è una piuma che volteggia con estrema classe, lui un ottimo ballerino con qualche piccola imprecisione nelle chiusure, insieme supportati da presenza scenica ed empatia artistica. Il corpo di ballo si è mostrato in totale sincronia, coinvolgendo tutti i sensi. E, finalmente, una regia televisiva che ha saputo restituire priorità alla coreografia. Questo in sintesi The love of Chunhyang, balletto in due atti di una delle compagnie più famose dell’Asia, l’Universal Ballet di Seoul, con danzatori provenienti da più di una dozzina di paesi in Europa, Stati Uniti e Asia. La Compagnia incarna la fusione della grazia del pensiero e della cultura asiatici con la forza e la bellezza del balletto classico occidentale. Dedicata a preservare la ricca tradizione tersicorea europea e allo stesso tempo le tendenze della coreografia contemporanea, la compagnia continua ad essere la forza trainante del balletto in Corea. Fondato nel 1984, l’ensemble è oggi guidato dal direttore generale Julia Moon e dal direttore artistico Brian Yoo. L’Universal Ballet ha ereditato parte della tradizione del balletto di San Pietroburgo tra il 1998 e il 2007, sotto la guida del leggendario Oleg Vinogradov, già direttore artistico del Kirov Ballet, attualmente direttore artistico emerito della compagnia coreana. Il coreografo Brian Yoo ha ottenuto grazie a questa creazione un significativo successo nel combinare folklore ed accademismo.

La storia d’amore di Chunhyang è ispirata a un’opera della letteratura coreana che racconta le vicende tra il figlio di un nobile locale e funzionario governativo Lee Mong-ryong e la protagonista, la bella figlia di una cortigiana. In due atti lo spettacolo di danza narra del loro incontro e dell’innamoramento; del dispiacere del padre di Lee per la loro relazione, della loro separazione quando lei viene inviata in un’altra città e dell’imprigionamento e della tortura di lei per aver rifiutato di essere la concubina del nuovo governatore. Tutto si risolve al meglio perché a differenza di altri grandi titoli del repertorio classico, in questo c’è un finale lieto. Il regista Suho Jang, utilizzando schermi elettronici che ricordano quei meravigliosi fondali dipinti a mano di antica memoria oppure quelle stampe raffinatissime orientali con immagini del mondo fluttuante, rami di ciliegio, vento, foglie, la natura nella sua magnificenza che si pone protagonista concorrendo così all’estetica con lucentezza affascinante, aggiungendo inoltre velocità alla narrazione, senza mai cadere nel didascalico. Il risultato di The love of Chunhyang si riassume in poesia ed immagine, tecnica ed espressività, frutto della sintesi tra arte e maestria degli artigiani coreani: la storia colpisce nella tenebra e rischiara nel finale, strappando al buio una millenaria cultura spettacolare. Il 25 giugno 2021 alle ore 19 sempre sul canale YouTube dell’Istituto Culturale Coreano in Italia sarà visibile un altro spettacolo dell’Universal Ballet, dal titolo Shim Cheong.

Michele Olivieri