Tre, sette, asso: la partita è vinta!

di Irina Sorokina

Lo spettacolo di danza musica e prosa firmato dalla coreografa lituana Anželika Cholina e ispirato a Puškin e Čajkovskij approda al Teatro Pavarotti Freni di Modena.

Modena, 16 aprile 2023 - “Tre, sette, l’asso!” o, meglio, “Troika, semyorka, tuz!”: i nomi di tre carte, protagonisti del delirio di Hermann, protagonista della Dama di picche, o Pikovaja dama, del celebre scrittore russo Aleksandr Sergeevič Puškin sono conosciuti non solo dagli amanti della musica di Čajkovskij, ma anche dagli appassionati del teatro danza. Ispirato dal racconto di Puškin, ma anche dal libretto dell’opera di Čajkovskij scritto dal fratello Modest e parecchio diverso dalla fonte letteraria, arriva in Italia lo spettacolo omonimo firmato dalla coreografa lituana Anželika Cholina, che usa nella sua creazione anche le musiche di Rachmaninov e di Prokof'ev.

Donna minuta, bruna e piena di grinta, la Cholina è nata a Vilnius, la capitale della Lituania, uno dei paesi baltici ai quali andrebbe benissimo la colorita espressione russa, “piccoli, ma grintosi!”. Difatti, tre paesi dalla storia ricca, dominati per secoli dai vicini più potenti di loro, la Svezia, la Polonia, la Russia, da sempre vantano una cultura originale e attraente: chi visita Riga, Vilnius e Tallinn, troverà non solo dei labirinti di viuzze antiche, palazzi sontuosi, cattedrali ricche, ma teatri lirici e compagnie di balletto e di teatro danza molto vivi e spesso in fermento.

Ecco, più generi teatrali e in fermento: queste sarebbero le parole giuste l’attività trentennale della Cholina nei teatri importanti in tutto il mondo e di tutti i generi, opera, operetta, balletto, teatro di prosa, teatro danza, miniature coreografiche. La conosce bene e l’apprezza il pubblico del Teatro Bol’šoj e del Teatro Vakhtangov di Mosca e ha ottenuto il premio più prestigioso della Federazione Russa nell’ambito teatrale, Zolotaja maska (La maschera d’oro) per la migliore coreografia. È davvero impressionante l'elenco delle sue produzioni originali e delle collaborazioni con le peronalità eminenti del teatro, come il regista Rimas Tuminas.

La dama di picche della Cholina non ha certo l’intenzione di raccontare fedelmente la vicenda puškiniana, come non adotta fedelmente i cambiamenti nella storia effettuati dal fratello di Čajkovskij Modest, il quale non solo introdusse la figura del nobile principe Yeletsky, promesso sposo di Lisa, ma cambiò radicalmente il senso del racconto: Hermann dell’opera, a differenza dell’originale, nutre amore profondo per Lisa, che da umile ragazza che vive nella casa della Contessa diventa la sua ricca nipote.

Lo spettacolo della Cholina viene definito così nel piccolo programma di sala e anche noi lo chiamiamo cosi, perché non è un balletto, ma una creazione poliedrica di teatro danza, in cui però, la componente drammatica, secondo il nostro parere, domina su quella coreografica. La forza dell’artista lituana sta soprattutto nella sua capacità d’invenzione registica: la regia fornisce un disegno originale dei rapporti tra i personaggi nello spazio scenico, colpisce l’occhio e conquista la mente.

Essenziali le scenografie di Marijus Jacovskis, che si limita di disporre nello spazio nero una facciata stilizzata di un palazzo ottocentesco pietroburghese, lineare ed elegante; su essa si affaccia la povera stanza di Hermann ossessionato dall’amore impossibile per Lisa, con un minimo di mobilia: un letto, un tavolo, una sedia, in un’atmosfera fredda e tediosa. Dalla parte destra, un vecchio piano che verrà toccato dalle mani della vecchia contessa che si immedesima in un’accompagnatrice di pianoforte del celebre duetto “Už većer, oblakov pomerknuli kraja“, uno dei momenti chiave della Dama di picche čajkovskiana. Ma prima di quest'immagine idilliaca vediamo Hermann nella sua stanza spoglia, in preda di spasimi d’amore e d’ambizione sociale indomabile. Hermann viene interpretato da un eccezionale Jonas Laucious, un artista di pari capacità come ballerino a e come attore, ma a fare di lui un’autentica star contribuisce la sua eccezionale bellezza. Balla sfidando i limiti umani, salta, scivola, si piega, si butta, lancia le sfide e in tutto questo fa la concorrenza alla Dama di picche, ovvero la Contessa.

Nel pensiero di Anželika Cholina la Contessa non è la nonna di Lisa, una vecchia brontolona presa dai ricordi della corte di Luigi XV, ma un personaggio mistico: sotto l’austero abito nero e la cuffia sempre nera si nasconde una donna nei fior d’anni, dai desideri forti, impersona non solo il potere del gioco di Hermann e la sua vittima, ma alla fine fa diventare vittima il suo persecutore. Magnetica e irresistibile Beata Molyté nel ruolo della “vecchia”, ma in realtà la giovane donna, che sembra legata a Hermann anche da un sottile gioco erotico.

Attira l’occhio - e l’orecchio – Rokas Spalinkas nel ruolo del principe Yeletsky, molto diverso anche lui se confrontato col personaggio dell’opera di Čajkovskij sul libretto del fratello Modest. Non è certo un nobile dai principi morali solidi, ma un personaggio dalle più facce, a tratti freddo e imperioso, coinvolto nelle complicate faccende psicologiche. Se Laicious è ballerino e attore, Spalinkas è ballerino e baritono, all’inizio dello spettacolo intona dignitosamente l’aria di Yeletsky “Ja Vas ljublju, ljublju bezmerno”. Accanto a lui, Olesia Shaytanova nel ruolo di Lisa, dalla figura allungata, come se fosse disegnata dalla matita del Puškin stesso, dall'espressività coinvolgente e dalla tecnica delle punte perfetta.

I ruoli di tre carte, tre, sette, l’asso ovvero, in russo, trojka, semyorka, tuz, sono affidate curiosamente a tre snodate e grintose sorelle, di nomi Neila, Ema e Sandra e dal cognome Lavrenovaitè, che ritagliano uno spazio tutto loro dentro il dramma, l’ultima interpreta anche il personaggio di Paolina, l’amica di Lisa e del principe Yeletsky.

Chi ha avuto l’occasione di conoscere il mondo di Anželika Cholina, non lo dimenticherà di certo, indipendente dall’amore o dal dubbio che esso può destare. Sa anche di circondarsi dei collaboratori di alto livello che contribuiscono decisamente al successo delle produzioni dell’Anželika Cholina Dance Theatre, la costumista Olga Filatova Kontrimiene, il light designer Tadas Valejka, la creatrice di trucco e parrucche Dalia Žakite-Bučiene, l'ingegnera del suono Kristina Juškevičiute. E intanto la sua Dama di picche viene accolta dal pubblico del Teatro Comunale di Modena con un autentico entusiasmo, numerose chiamate al sipario aperto e applausi infiniti.