L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Verona in Bielorussia

di Irina Sorokina

La compagnia del Bolshoj di Minsk offre un'eccellente interpretazione del balletto di Prokof'ev

VERONA, 26 settembre 2025 - “Ecco, il dono meraviglioso! Pieno di fuoco e di vita, sprizza forza, freschezza, spirito virile e spontaneità di creazione. Prokof’ev è a volte crudele, a tratti squilibrato, ma sempre interessante e convincente” scrisse il musicologo e compositore Boris Asaf’ev (a proposito, l’autore di ben ventotto partiture di balletti tra cui La fontana di Bakhčisaraj e Le fiamme di Parigi, rappresentati anche in Occidente) della musica del suo collega Sergej Sergeevič Prokof'ev.

È tutto vero, ma quando si tratta della sua partitura per balletto più celebre, Romeo e Giulietta, della quale anche i profani potrebbero canticchiare il tema della danza dei cavalieri, la prima reazione furono l'incomprensione, l'irritazione e il rifiuto. Nacque la famosa frase rimata, “Нетпочестипечальнеенасвете, чеммузыкаПрокофьевавбалете (“Non esiste una storia più triste che quella della musica di Prokof'ev per balletto“). La frase attribuita alla prima interprete del ruolo di Giulietta, la mitica Galina Ulanova venne da quella shakespeariana,: "For never was a story of more woe / Than this of Juliet and her Romeo."

Oggi la partitura di Prokof’ev è conosciuta in tutto il mondo e ogni compagnia rispettabile ritiene doveroso di averla nel proprio repertorio. Quindi, non facciamo l’elenco pressappoco infinito delle versioni, ma ne elenchiamo tre più importanti, del sovietico Leonid Lavrovskij (1940), dell’inglese John Cranco (1962) e dello scozzese Kenneth Mac-Millan (1965): oggi i loro lavori diventati celebri hanno superato l’età di sessant’anni. Ovviamente, la ricerca coreografica non si ferma e andando in giro per il mondo si può sempre godere il balletto di Prokof’ev: questa volta la strada ci porta nella Repubblica Belarus, un paese slavo che nel passato fece parte della Rzeczpospolita, dell’Impero Russo e dell’Unione Sovietica e dal 1991 è paese indipendente.

Visitando la capitale della Bielorussia ,Minsk, e ammirando il suo bellissimo teatro, si coglie l’occasione di vedere Romeo e Giulietta nella produzione di Valentin Elizar’ev, che ebbe la première del 1988 e oggi va in scena in versione aggiornata. Il lavoro di Elizar’ev è un vero balletto drammatico, nell’Unione Sovietica abbreviato in “drambalet”, e non tollererebbe, secondo la nostra opinione, il rimprovero che qui la pantomima prevalga sulla danza. Assolutamente no, nel lavoro di Elizar’ev, la pantomima affianca la danza in modo intelligente e armonioso; e poi, il coreografo bielorusso è anche un grande regista capace di arricchire l’azione di alcune trovate di un grand’effetto. Introduce in Romeo e Giulietta il personaggio dell’Odio rappresentato da sei ballerini maschi che hanno il potere di trattare i personaggi come marionette: sono loro che mettono le spade nelle mani dei membri di famiglie di Montecchi e Capuleti, sono loro che suggeriscono a Tebaldo i sospetti sul conto di Romeo, sono loro a festeggiare il trionfo chinandosi sulla vittima di turno. Il coreografo struttura in modo ammirevole le scene di massa e, come un gioielliere che crea una parure di pietre preziose, costruisce i passi a due degli innamorati, fantasiosi, dettagliati, appassionati.

Le scenografie grandiose e dettagliate firmate Ernst Heidebrecht rivelano un conoscenza profonda dell’arte figurativa del Rinascimento italiano e come per magia portano lo spettatore nella città veneta. Gli eleganti ambienti interni e i luoghi degli scontri sono ispirati dalla Piazza dei Signori e le tombe scaligere a Verona e sorgono davanti agli occhi degli spettatori. Splendidi i colorati costumi, il rosso porpora viene affiancato dal verde chiaro e bianco candido.

Nella sua versione di Romeo e Giulietta, Elizar’ev offre soluzioni interessanti e grandi effetti visivi, tra cui la celebre Danza dei cavalieri guidata dai genitori di Giulietta. Le spade nelle loro mani la rendono quasi aggressiva, ma mai e poi mai si trascura l’eleganza. Ammirazione sincera meritano le scene dei combattimenti in piazza, così dinamiche e insopportabilmente aggressive, e, difatti, nella versione di Elizar’ev il ballerino e lo spadaccino sono sinonimi, mentre il profondo lirismo è la chiave dei passi a due della coppia dei giovani innamorati.

Il cast impegnato in Romeo e Giulietta a Minsk farebbe onore ad una compagnia molto più lanciata e famosa di quella bielorussa. La scelta degli artisti per tutti i ruoli è assolutamente perfetta, la Giulietta di Ljudmila Khitrova è bellissima, dal fisico armonioso e con una cascata dei capelli dorati, sembra essere scesa dai quadri rinascimentali, ma soprattutto, è femminile, vibrante e coraggiosa. Si distingue pure per l’uso delle braccia simili a rami di betulla e per la coordinazione perfetta. Il Romeo di Konstantin Belokhvostik giovane, bello e armonioso, come la sua innamorata, è perfetto per i ruoli dei principi del balletto classico, in virtù del fisico scultoreo, delle belle linee e dell’arte del partnering.

Ma attenzione, scrivendo che Jurij Kovalyov (Tebaldo) e Vladimir Ruda (Mercuzio) quasi superano nella loro bravura la coppia degli interpreti degli amanti veronesi, rischiamo d’essere contestati. Con tutta l’anima e tutto il cuore, affermiamo che i due ballerini creano personaggi davvero indimenticabili, disegnano due caratteri ricchi di sfumature e contraddizioni. Mille sfumature caratterizzano Tebaldo/Kovalyov, apparentemente nobile, elegante e ottimo spadaccino, ma dedito all’odio, con una ricca e spaventosa gamma di movenze ben definite, scattanti e focose, fino a rivelare una certa sofferenza. Mille sfumature vanta pure Mercuzio/Ruda, con l’animo sensibile mascherato dall’ironia di sempre; e nell’ora di morire mostra il desiderio folle per vivere espresso (da non credere) attraverso il gioco dei muscoli della schiena.

Impressionante la coppia dei genitori di Giulietta, Anton Kravčenko e Tat’jana Ulasen‘ (entrambi Artisti del Popolo della Repubblica Belarus), incredibilmente maestosi ed eleganti. La scena quando vengono ad annunciare alla figlia il matrimonio imminente con il conte Paride è loro momento di gloria; in una sintonia perfetta, con l’impressione impenetrabile sui volti e attraverso i semplici passi ma con le gambe altissime e le spade nelle mani.

Tutto il cast merita ammirazione per la maestria e la dedizione; Andrej Sarkisov (padre Lorenzo), Kirill Zalesskij (il conte Paride), Aleksandr Misijuk (Benvolio), Kirill Dunaev e Olga Gajko (il signor e la signora Montecchi). Da notare che la maggior parte del cast porta i titoli d’onore ereditati dalla prassi dell’Unione Sovietica, quali Artista Emerito o Emerita della Repubblica Belarus e Artista del Popolo della Repubblica Belarus; insomma, Romeo e Giulietta al Teatro dell’opera e del balletto della Repubblica Belarus è una vera parata di stelle. Il corpo di ballo e i mimi sono magnifici per l’ispirazione, l’impegno e la sintonia.

L’orchestra del teatro diretta da Jurij Karavaev (anche lui premiato in un concorso internazionale) suona con un’ispirazione autentica, ma mai compie il tentativo di primeggiare; la serata piuttosto impegnativa è segnata dal trionfo assoluto dei ballerini e i musicisti. Un desiderio di chi ama il balletto e vede la compagnia bielorussa per la prima volta? Farla conoscere nel mondo.

Leggi anche:

Minsk, Tosca, 27/09/2025

Mosca, Norma, 24/09/2025

Mosca, Anna Bolena, 17/09/2025


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