Hieronymus Bosch concerto nell'uovo

Il mondo intorno a Bosch

 di Giuliana Dal Piaz

Bel concerto dedicato alla polifonia fiamminga con l'eccellente Cappella Pratensis

TORONTO, 3 marzo 2017 - Il titolo del concerto incluso nella Stagione 2016-17 di The Toronto Consort (3 e 4 marzo) è decisamente fuorviante: Hieronymus Bosch è quasi solo un pretesto per la presentazione del gruppo polifonico Cappella Pratensis, che si esibisce in tutto il mondo, e più di frequente negli Stati Uniti, ma ha per base la città olandese di ’s-Hertogenbosch nel Brabante settentrionale, di cui era originario e da cui prese il suo cognome il grande pittore rinascimentale. La locandina riporta una riproduzione del suo Concerto nell’uovo, il cui originale è perduto ma di cui esiste una copia ad olio su tavola presso il Musée des Beaux Arts di Lille. Certa ma anche ambigua l’attrazione della musica su Bosch, che dissemina le sue opere di accurate rapresentazioni di strumenti ed esecuzioni musicali, ma lo fa in modo irrituale ed irreverente; anche il Concerto nell’uovo, fitto di simbolismi e allusioni esoteriche, è eseguito da un frate e un gruppo di villici appartenenti alla specialissima fauna, tra il deforme e il grottesco, che popola il mondo inquietante del pittore.

Date le precedenti esperienze di concerti del Consort, ci si aspettava quando meno la proiezione di qualche immagine dai trittici di Bosch; l’austero scenario della Trinity-St.Paul’s Church presentava invece soltanto un grande leggio centrale in legno, girevole, sulle cui due facce stava aperto (ed era via via sostituito) lo il codice polifonico da cui leggevano gli otto cantanti. Di fatto il programma consisteva in una Messa cantata nella quale, ai brani tratti dalla Missa cum Jocunditate di Pierre de la Rue (il Kyrie, il Gloria, il Credo, il Sanctus, l’Agnus Dei e il mottetto finale "Gaude Virgo mater Christi"), si sono alternati brani tratti dai tre manoscritti per l’Ordinarium Missae commissionati dalla Confraternita all’editore musicale Petrus Alamire. Un dettaglio non secondario: Hieronymus Bosch apparteneva alla Confraternita di Nostra Illustre Signora, che ogni mercoledì partecipava a una messa in onore della Vergine, e Pierre de la Rue, il più noto compositore della corte di Asburgo-Burgundia, fu membro esterno della stessa per quasi trent’anni.

La Cappella Pratensis prende nome dal gran compositore Josquin Desprez – quello definito da Martin Lutero “il padrone delle note” e chiamato anche “il Michelangelo della musica” – alle cui opere sacre e profane e alla cui pratica esecutiva si ispirano i membri dell’ensemble polifonico, il che spiega anche l’unico leggio per la grande e istoriata partitura comune, come appunto accadeva ai tempi di Desprez. La Cappella utilizza logicamente la notazione originale ma adotta perfino la peculiare pronuncia del latino che si usava in Brabante al tempo di Bosch. Oltre alle loro esibizioni, i dodici membri della Cappella (solo otto sono attualmente in tournée a Toronto) curano la formazione di nuovi giovani cantanti, con masterclass, corsi presso la Università di Harvard e quella di Boston, corsi estivi nell’ambito del Festival Laus Polyphonie ad Antwerp. L’ensemble collabora infine con le Università di Leuven e di Oxford alla digitalizzazione e la valorizzazione di tutte le fonti musicali pervenute attraverso le edizioni di Petrus Alamire.

Il gruppo è certamente tra i migliori che abbia mai sentito: notevoli tutte le voci, in particolare il superius Andrew Hallock, che dirige anche in maniera sommessa e quasi impercettibile, e il tenore Peter de Laurentiis, che sostiene efficacemente l’ostinato continuo melodico, in una serie di disegni ritmici ininterrotti tra il Sol e il Re. L’assoluta precisione del contrappunto e della polifonia, l’alternarsi di passaggi a tre, quattro o cinque voci, il trionfante mottetto conclusivo che elenca le sette gioie di Maria sono come onde che vanno e vengono, si gonfiano, si innalzano e poi rifluiscono armoniosamente sulla spiaggia.

Il pubblico di Toronto Consort ha applaudito entusiasticamente la Cappella Pratensis, che ha concesso come bis un bel Mottetto di Josquin Desprez.

 

Trinity-St. Paul’s Centre

Stagione 2016-17 del complesso di musica antica “The Toronto Consort”

Ensemble ospite la CAPPELLA PRATENSIS da ’s-Hertogenbosch

tenori Olivier Berten e Peter de Laurentiis

superius Stratton Bull (anche direttore) e Andrew Hallock

controtenori Pieter De Moor e Lior Leibovici

bassi Lionel Meunier e Pieter Stas.