L’opera per i piccoli

 di Valentina Anzani

Tipica opera prenatalizia, Hänsel und Gretel attira i più piccini alla Staatsoper di Vienna

VIENNA, 13 dicembre 2018 – Il 13 dicembre nella sala dell’Opera di Stato di Vienna si respirano toni più rilassati rispetto alla sera precedente, in cui il cartellone proponeva Nabucco (leggi la recensione).

Ciò è dovuto soprattutto alla rilevante presenza di bimbi eleganti e bimbe dalle gonne vaporose per mano ai nonni, come il titolo avrebbe fatto prevedere anche in qualsiasi altro teatro, ma che la tradizione della città sollecita annualmente: sotto le feste l’operina di Humperdinck è infatti un classico a Vienna (in scena in ben due teatri contemporaneamente: qui, e alla Volksoper).

Opera breve, è adeguata anche nella programmazione, che la fa iniziare presto e finire entro le nove, e che, con i suoi richiami al calore del focolare domestico, ai dolci freschi di forno, alle foreste spruzzate di neve, è perfetta per accontentare i più piccoli e scaldare l’umore dei più grandi, come una promessa annuale di abbondanza.

I richiami ai toni festosi natalizi pervadono l’ambiente, questa sera sotto la direzione di Axel Kober, fin dall’Ouverture, e una volta di più il teatro dialoga con la città, perché nei riferimenti continui a marzapane e dolci sulla scena si respira lo stesso profumo dei mercatini delle strade al di fuori.

Quella di Humperdinck è una composizione in cui elementi sonori della tradizione classica romantica vengono usati in maniera parodistica, pur mantenendo sezioni cupe e lugubri, soprattutto evocate dagli interventi dell’orchestra. A questi fanno da contraltare i toni leggeri dei brani di stampo popolaresco – riconoscibili per i tempi ternari danzanti – cantanti in assolo, duetto o terzetto dai personaggi.

È una favola, e in questa messinscena, nata nel 2015 per la regia di Adrian Noble (e, allora, su podio c'era Christian Thielemann), molti degli elementi soprannaturali sono sottolineati da proiezioni video, come quella di un’enorme luna dal faccione antropomorfo che prende vita e sbadiglia, suscitando ilarità nei più piccini.

Commuovono poi le rese dei rapporti di dolcezza e amore (materno, paterno, filiale, fraterno) che intercorrono tra i personaggi principali, sottolineati con cura nelle interpretazioni, soprattutto quelle dei pfratellini perduti nel bosco (Margaret Plummer, Hänsel, e Miriam Battistelli, Gretel). La prima, en travesti, supplisce ad alcune pecche vocali con una efficace caratterizzazione del personaggio, ed è un vero bambinetto burlone, pur sempre molto dolce nei confronti della sorella (una più spigliata Battistelli).

Anche l’amore dei genitori – Boaz Daniel (il padre Peter) e Donna Ellen (la madre Gertrud) – è inamovibile (diversamente dalla versione della fiaba popolare: in questo libretto infatti essi non abbandonano i figli nel bosco, ed anzi non si danno pace fino al loro ritrovamento).

Risate e sorrisi li ha strappati anche Maria Nazarova nei panni (anch’essi en travesti) dei magici Sabbiolino (Sandmänchen) e Omino della Rugiada (Taumännchen), e così pure la strega (Knusperhexe, Monika Bohinec), che non spaventa mai davvero, ed è piuttosto una buffa valchiria per bambini, a cavallo di una scopa tra i fulmini.

Coronano la piacevole produzione i deliziosi interventi dei piccoli danzatori.

foto Wiener Staatsoper / Michael Poehn