Marco Simoni racconta l’infinito

di Luca Fialdini

Il nuovo lavoro teatrale con Paolo Giommarelli e Lorenzo Cimino tra matematica, filosofia e musica

Pianoforte, tromba e voce recitante, tre entità che si muovono dietro il sipario delle nostre palpebre per ripercorrere i «passi della storia dell’idea di infinito», tra matematica, filosofia e teologia. Questo lo scheletro e l’anima del Professor Klugmann, «azione scenica musicale» di Marco Simoni che si avvale di due personalità di spicco come l’attore Paolo Giommarelli e il trombettista Lorenzo Cimino. Composto interamente nel 2020, registrato in home studio nel periodo del lockdown e finalmente edito da Blue Freak edition, questo nuovo lavoro è segnato da un’autorialità pressoché totale di Simoni che, oltre a quelli abituali del compositore, si presenta anche nei panni dell’autore dei testi e del pianista.

Un altro esempio del “teatro minimo” cui la penna del compositore toscano ci ha ben abituati e che non manca assolutamente di fascino, tanto per lo spessore dei temi affrontati quanto per l’intelligenza con cui presenta la propria «musica contemporanea». È proprio la ricercata semplicità di quest’ultima a sorprendere, una semplicità che ben si armonizza con l’organico essenziale prescelto: la conduzione del pensiero musicale è lineare, senza fronzoli o controsensi ma non per questo priva di eleganza. non mancano riferimenti colti - d’accordo - ma non ci si allontana mai troppo dalla musicalità del nostro tempo; in questo Simoni realizza un eccellente equilibrio, uno spazio in cui la musica colta conserva ancora una raison d'être e non diventa puro esercizio dell’intelletto.

Molto interessanti i testi, che chiamano in causa i maggiori pensatori che si siano confrontati con l’infinito, da Pitagora a Galileo a Cantor e Hilbert, passando attraverso le lenti di Xuan Thuan, Borges e Leopardi; è proprio grazie ai testi che le parti musicali acquistano un senso: se da un lato i pattern e le strutture della parte pianistica rappresentano la razionalità, la voce della tromba, in bilico tra la contemporanea e il cool jazz, è espressione di fantasia. Due emisferi di labirinti e circolarità che, esaminati nell’insieme, restituiscono un riflesso di kosmos e taxis, pur non intrecciandosi mai ma restando costantemente (e freddamente) distinti.

Convincente la prova di Giommarelli, in special modo nel conferire a ogni personaggio una differente impronta. Tutto è misurato, nulla si lascia al caso: le parole, gli accenti, quella frase appesantita o lasciata scivolare, ogni dettaglio sostiene in modo eccellente l’illusione di questa cieca azione teatrale. Notevole anche l’apporto di Cimino, che come trombettista non ha certo bisogno di presentazioni; la cosa più interessante è senz’altro il colore, di una freddezza irreale, onirica, sicuramente perfetto per il significato attribuitogli.

Nell’attesa di poter vedere il lavoro sulle scene, l’album è stato distribuito digitalmente sulle maggiori piattaforme, inclusi YouTube, Spotify e Amazon.