Orchestra nascosta

di Vincenza Caserta

Roberto Cappello in streaming dal Museo delle Terre Nuove del comune aretino, raggiunge il pubblico online con un'interpretazione di Čajkovskij  e Gershwin dagli intensi colori orchestrali

La musica non si ferma, questo è l’importante messaggio con cui i Concerti organizzati dall’Accademia Musicale Valdarnese nella Rassegna “Musica al Museo” in collaborazione con il Comune di San Giovanni Valdarno e il Museo delle Terre Nuove inaugurano il nuovo anno con un ospite d’eccellenza: il pianista Roberto Cappello. Il 6 gennaio a S.Giovanni Vadarno il pianoforte si tinge d’orchestra con un particolare programma dedicato a pagine intense e cariche di colori e speranza. La musica dal vivo è ritornata seppure attraverso la diretta streaming e non nella consueta forma che oggi sembra così lontana.

L’arte può portare la mente in viaggi attraverso luoghi lontani e scavare nelle coscienze attraverso le sue narrazioni. Čajkovskij nelle Stagioni ipnotizza con il variegato scorrere di dodici quadri dalle diverse sfumature ed ecco che attraverso un pianismo ricco di sfumature e dal piglio deciso il maestro Cappello narra con musicalità fiabesca lo scorrere del tempo immerso nella Russia Romantica. Ogni mese è accompagnato da un breve inciso tratto da differenti poeti e scrittori e immerge in un clima che la musica farà suo. La forza narrativa di quest’opera convince al di là di ogni parola. Fin da Gennaio la padronanza tecnica del maestro è preziosa alleata di quelle sfumature così ricche di suspense che rendono vivo il testo musicale, accompagnano la fantasia di chi ascolta e annullano ogni distanza da un pubblico non presente in sala. La festosità danzante di Febbraio contrasta con il velo di malinconia che accompagna Marzo: ogni mese è puntualmente caratterizzato e lo spirito della musica russa, con i suoi richiami popolari, non manca in pagine dense come Luglio. La cullante Barcarola di Giugno è uno dei brani più noti e ipnotici e qui diventa evocativa di uno spleen dai molteplici colori. La sorprendente vivacità timbrica che Čajkovskij ha riservato a questi deliziosi ritratti musicali è molto vicina per contrasti e forza descrittiva a Schumann, pur non allontanandosi dal mondo fatato che tanto richiama alla memoria parti dello Schiaccianoci. L’intento descrittivo dell’autore e quello dell’interprete si amalgamano nel condurre con delicato vigore ogni frase: il caratteristico “Chant d’automne” di Ottobre è poetico ma mai melenso,;Cappello rende giustizia a ogni sfumatura e rende vivo lo spirito russo di brani come “Troika” di Novembre. Ancora una volta la memoria non può, nel finale di Dicembre, non richiamare il Valzer dello Schiaccianoci e anche questa volta l’orchestra con maestà e leggerezza riesce ad essere presente nell’interpretazione del pianista.

Di notevole impatto, a seguire, la Rapsody in blue di Gershwin, brano in cui virtuosismo e musicalità vivono nella fantasia creativa che l’interprete sa offrire. Roberto Cappello sposta la narrazione in nuove terre con sorprendente naturalezza, attraverso sonorità piene e ritmi incalzanti che richiamano l’idea di gioco associata al termine francese “Jouer” per rendere il concetto di suonare. Animazione e contrasto dialogano con tono quasi jazzistico in una delle pagine più caratteristiche della storia della musica omaggiando l’orchestra nei tanti contasti timbrici.