La danza del pianoforte

di Vincenza Caserta

Giuseppe Albanese propone in streaming per la Società del Quartetto con il comitato Amur un recital dedicato al tema della danza fra Delibes e Stravinskij, Debussy, Čajkovskij e Ravel.

Streaming da Milano, 7 febbraio 2021 - Il Festival Silenzio in sala a tempo di musica (promosso dal Comitato Amur) ha proposto in première un recital per la Società dei Concerti di Milano, protagonista un pianista d’eccezione, il maestro Giuseppe Albanese. Svoltosi domenica 7 febbraio alle ore 18, l'evento è stato seguito in diretta streaming dal Teatro Ariberto di Milano, in linea con l’interessante promozione che vuole fare conoscere i vari teatri della città.

La danza è stata il filo conduttore dell’intero programma: un viaggio in un virtuosismo capace di catturare per i giochi di colore, per le suggestioni sonore che hanno accompagnato ciascun quadro proposto dal pianista calabrese. Il tema del valzer con la sua cantabilità e dolcezza diventa il pretesto per narrare una storia fantastica, animata da personaggi che sembrano apparire magicamente nei ricami delicati di sonorità dosate con padronanza tecnica. Già nel primo brano proposto, il valzer dalla Coppelia di Delibes trascritto da Donhanyi, si percepisce sin dall’introduzione, dal sapore quasi lisztiano, il gioco di contrasti e tinte della danza, la grazia gioiosa di un tema semplice ornato in un divenire continuo. L’orchestra fiabesca di Čajkovskij per la Suite dallo Schiaccianoci nella trascrizione di Pletnev è un incantevole omaggio alla Russia: tutte le sonorità evocate dal pianista descrivono e caratterizzano in modo ineccepibile lo spirito russo. Trionfali e dirette già le prime battute della Marcia iniziale riescono a dare l’impressione di un sipario che si alza e apre le porte di un mondo quasi onirico; Albanese cerca sonorità delicate per la Danza della Fata Confetto e riesce a rendere il mistero magico con cui si alternano personaggi e stati d’animo. Il contrasto con la successiva Tarantella è immediato e sonorità che sembrano evocare quelle della celesta lasciano il posto a una decisa pienezza orchestrale. L’Intermezzo unisce una squisita poetica in cui un moto perpetuo sembra cullare la melodia facendo emergere il lato più interessante di un virtuosismo che è soprattutto al servizio della narrazione musicale e mai fine a se stesso. Il legame narrativo tra i quadri musicali dello Schiaccianoci è dato dal contrasto che tra le varie danze caratterizza ogni personaggio: nella Danza Russa la grande padronanza tecnica permette ad Albanese di far immaginare la danza dei cosacchi per trasformarsi immediatamente in un brillante paesaggio sonoro del tutto diverso passando attraverso la Danza Cinese e concludendo la Suite con una danza in cui la nostalgia è cantata attraverso sfumature appassionate che richiamano ancora una volta sonorità piene ed orchestrali. Stravinskij, con la trascrizione di Agosti dell’Uccello di fuoco, è avvolto nell’interpretazione del pianista da una febbrile evocazione di paesaggi sonori densi e di colori vivaci in cui sembrano essere rappresentate tre distinte dimensioni sonore e psicologiche. Nel Debussy del Prèlude à l’après- midi d’un faune trascritto da Borwick le sonorità ipnotiche iniziali creano un’atmosfera rarefatta, atemporale. Albanese conduce, con narrazione che convince e crea suspense, gli ascoltatori in un nuovo ambiente fatto di trame sonore ora impalpabili, ora decise in cui la danza diventa celebrazione di un mondo misterioso. Conclude il concerto l’interpretazione della Valse di Ravel, in cui Albanese con grande raffinatezza dipinge le diverse sezioni e, con slancio espressivo, riesce a far percepire all’ascoltatore il messaggio simbolico espresso dall’autore, il contrasto netto tra la spensieratezza associata al Valzer e la rappresentazione intensa e vissuta negli accenni lugubri e scuri associati a immagini di guerra, proponendo nel fluire di un tempo danzato qualcosa che riesce a rappresentare un panta rei musicale.